Il Tenente Scopa

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  1. SuEntu
     
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    Vero, mi raccontava sempre dei suoi amici deportati chissà dove e mai più tornati :(
     
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  2. SaCraba
     
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    CITAZIONE (Ithokor @ 12/11/2009, 16:41)
    Mio bisnonno giace ancora in un cimitero per prigionieri di guerra tra l'Austria e la Rep. Ceca. In tutto furono 4 fratelli a partecipare alla 1GM. Uno dei fratelli (decorato due volte per meriti di guerra) ritornato dal fronte si ritirò e isolò nella sua campagna dove passava intere giornate sotto le fronde di un albero. Tutti lo consideravano strano, un'associale... provate voi, diceva, a fare gli eroi lanciandovi contro i mitraglatori delle trincee nemiche, con la mente ottenebrata dal cognac e la benemerita con i moschetti spianati per chi tornava indietro!

    quando ero più giovincella ho fatto qualche stagione in alta montagna.. lavoravo in un rifugio che si trovava proprio sulla linea di confine tra Veneto e Trentino.. tra le montagne potevo scorgere una strana costruzione,chiesi di cosa si trattasse e mi dissero che era un ossario di guerra.. mi raccontarono che quella costruzione era piena d'ossa accatastate e che tra queste si trovavano anche quelle di molti soldati sardi.. non vi dico... ci sono rimasta malissimo.. io finivo la stagione e rientravo in Sardegna e le ossa dei sardi rimanevano li.. gli anni dopo in valigia ho messo la bandiera dei 4 mori perchè se mi fosse capitata l'occasione sarei andata li per lasciarla in memoria dei sardi... purtroppo non era così facile arrivarci.. non l'ho proprio potuto fare..... :B): la bandiera l'ho cmq lasciata lo stesso tra le montagne..
     
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    CITAZIONE (SaCraba @ 12/11/2009, 20:05)
    CITAZIONE (LessàAlessandro @ 12/11/2009, 15:45)
    mmm craby tuo nonno non ha fatto la cosa migliore del mondo mangiandosi i vermi....se i vermi eran bigattini (larve della mosca) sappi che quando vengono mangiati bucano letteralmente lo stomaco...

    :B): invece mio bisnonno credo ha fatto la cosa migliore perchè mangiandoli potrebbe essersi salvato la vita ... è potuto rientrare a casa, concepire mia madre.. ma soprattutto io ho potuto avere l'onore di conoscerlo.. infatti morì che avevo 11 anni..

    non voglio intestardirmi nel ribadirti che mangiare bigattini può essere letale...ma passando oltre.....




    poetico l'ultimo post .... :cry:
     
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  4. dedalonur9
     
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    CITAZIONE (SuEntu @ 12/11/2009, 19:26)
    Vero, mi raccontava sempre dei suoi amici deportati chissà dove e mai più tornati :(

    dopo l'8 settembre come noto metà dell'esercito regio si sbandò. tutti cercavano di rientrare in Italia. tra questi molti non ripresero mai la guerra..altri invece furono costrettia scegliere se stare con i nazisti o contro i nazisti. centinaglia di migliaglia scelsero di non appoggiare i nazisti e per questo finirono nei lager (tra cui uno che conobbi per via delle interviste..) . altri accettarono ed entrarono nell'esercito della repubblica sociale. altri ancora rientrarono e fondarono dei movimenti di resistenza.

    in particolare al nord pochi sanno che si crarono dei veri e propri staterelli retti dalla resistenza. zone franche perennemente sotto attacco da parte dei nazifascisti. alri soldati, riorganizzato che fu in qualche modo l'esercito a Sud dopo l'infame fuga dei reali da Roma, entrarono nell'esercito del sud e ripresero la guerra ma scarsamente utilizzati. Conoscevo anche uno di questi che dopo essersi fatto l'intera campagna d'Africa, partecipando ad El alamein, imprigionato in africa dagli inglesi (dice che mangiava e cacava solo datteri..) ritornò in italia e fu inserito in una brigata italian sotto diretto comando alleato: infati mi mostrò l'uniforme inglese che aveva ancora sotto naftalina...

    quest'uomo ea mio vicino di casa, campò sino a 90 anni. non c'è più da qualche anno. dopo 10 giorni dal suo decesso, la moglie morì anch'essa.
     
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  5. SaCraba
     
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    brano tratto da " Il cavaliere dei rossomori" di Giuseppe Fiori..... per gli amanti della storia delle due guerre mondiali

    Viene la primavera del '17, la brigata è ancora sull'altipiano,e sempre in vista d'un cupo torrione di granito, il monte Zebio,inespugnato.Però è cambiato,rispetto all'estate del 16', lo spirito dei soldati,adesso più fiduciosi.A qualche giovane della " Sassari", classe 1897,ultimo arrivato,capita persino di chiedere" Meda bi cheret a Trento?"E la domanda una ragione ce l'ha.Ed è che le piccole azioni senza mezzi,sanguinose e inefficaci,sono state sospese,e da una settimana si prepara un'offensiva potente,da tanti creduta risolutiva....
    E' l'" Operazione K".... colonne di camion carichi di munizioni.. andirivieni d'auto con generali e ufficiali di stato maggiore.Tante artiglierie da spianare una montagna.La bellezza di dodici divisioni su un fronte di 14 km.. Tira aria d'ottimismo.
    L'inizio dell'operazione è stabilito per l'alba di domenica 10 giugno 1917.Questo il piano: bombardamento delle trincee nemiche,nove ore d'artiglieria,dalle 5 del mattino alle 2 pomeridiane; infine l'assalto,a ondate,delle fanterie.S'arriva,carichi, al giorno convenuto.Sarà invece una domenica d'incubo e di omicidi.

    Diario : 10 giugno 1917. Alle 5,15 si inizia il tiro delle artiglierie...... ben presto dei colpi anomali vengono a cadere sulla nostra linea e più indietro,e buona parte della truppa si trova allo scoperto.... Si deve constatare una certa irregolarità di tiro in alcune batterie nostre...

    Motzo: I tiri corti aumentano,le perdite anche , il morale dei soldati è scoss.....

    Graziani: I morti non si contano più, i feriti sono innumerevoli....

    Motzo: si spera che il tiro delle nostre artiglierie venga allungato. Tremenda disillusione: i proiettili si abbattono sulla Brigata con maggiore frequenza,con maggior furore......

    Tommasi: il battaglione di riserva ,il bellissimo 3° battaglione del 151°,stava completamente allo scoperto,ebbe perdite incalcolabili.......

    Una compagnia del 151° è riparata dentro una caverna poco profonda,scavata ( da minatori non abbastanza pratici) a fior di terra. La volta ,di breve spessore,trema.Sono otto ore che i proiettili vi si abbattono sopra.Resisterà, infine,la fragile volta,a così prolungato martellamento?
    La paura del crollo e di essere schiacciati domina i 200 soldati. Stanno qui,in clausura,alla luce di poche candele,otto ore,un'eternità......poi alle 2 pomeridiane,granate esplodono con fragore all'imbocco della caverna,il comandante della compagnia e tre soldati ne restano uccisi,altro fumo,c'è una ventata rovente,e dopo il chiarore abbacinante il buio,le candele sono spente, un pezzo di roccia si sfalda e cade,alcuni gridano " La caverna crolla!", e altri fanno ressa all'imboccatura.Il comandante del I° battaglione li sente gridare " Fuori, fuori!".
    E' un maggiore di carriera.La sua visione del mondo è un teorema poggiato su due assiomi: 1) comandare significa il diritto che ha il superiore gerarchico di dare ordini,è il diritto assoluto all'altrui obbedienza; 2) la massa deve obbedire ad occhi chiusi e ritenersi onorata di servire la patria sui campi di battaglia.. I tiri corti gli hanno fatto saltare i nervi. E'scosso.S'è bevuta una bottiglia di cognac e ne ha chiesto dell'altro..... Perentorio ordina che la compagnia resti dov è.
    Gli disobbediscono.Spinta dal panico,la truppa irrompe fuori e si riordina in un avvallamento non battuto dall'artiglieria.E' il fatto scatenante.A quella vista il maggiore si fa prendere da convulsioni,corre ,è fuor di misura.Come uscito di senno, inveisce " Vigliachi! Traditori .Traditori della patria". ....." Vi farò fucilare.. Traditori..". Non ha dubbi: è stato ammutinamento,punirà la sedizione , fuori uno ogni dieci....
    Lo guardano allibiti. C'è la luce bianca dei deliri.Venti ragazzi, conteggiati dal maggiore,escono dai ranghi e si dispongono in fila.Eseguono con arrendevolezza di chi non vuole contraddire il matto.
    Passa il tenete Infantino.Va con una squadra a ispezionare la linea per vedere quali varchi ha aperto il fuoco dell'artiglieria.A un cenno del maggiore,si ferma.Gli è chiesto con eccitazione di predisporre la squadra per l'immediato impiego.Non capisce.Impiego a qual fine? Plotone d'esecuzione.Guarda,impensierito,il maggiore. Incredulo,guarda i venti soldati da fucilare.Non parla.Guarda anche i suoi uomini,a lungo,uno ad uno, e indovina che hanno capito.Calmo li schiera davanti agli " ammutinati".
    Il maggiore dà l'ordine di caricare le armi. Infatino ripete l'ordine ..Il maggiore ordina di puntare.. " punt!" esclama Infantino." Ordini il fuoco". E infantino " Fuoco!". I fucilieri sparano. Tutti in alto.
    C'è un istante di sorpresa.Nella fila degli esecutandi, nessuno accenna a muoversi.Un soldato, Maxeddu,sorride.E' un ragazzino di vent'anni.Il comandante gli si rivolge isterico,la pistola puntata. Maxeddu continua a sorridere.E'colpito al petto,s'abbatte.... Nel silenzio allucinato,solo il grido del maggiore: " io stesso punirò i ribelli!" Leva di nuovo la mano armata.Due scariche di moschetto,asciutte,brevi.I soldati del plotone d'esecuzione sono stati svelti e precisi.Crivellato di colpi,l'ufficiale vacilla,poi di schianto s'accascia sul corpo di Maxeddu....

    A sera,sono fatti i conti,catastrofici,di quella cupa giornata.La "Sassari" è fatta a pezzi.Ha perduto in un sol giorno ,fra morti e dispersi (che sono poi i morti e i feriti non recuperati), 952 uomini, un sesto dei suoi effettivi.La giornata più infausta.Il 3° battaglione del 151° è addirittura dimezzato...........

    Edited by SaCraba - 20/11/2009, 16:58
     
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  6. SaCraba
     
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    altro brano tratto da " Il cavaliere dei rossomori" di Giuseppe Fiori

    La storia di quattro balentes

    I P. sono due cugini d'un villaggio della Trexenta.Due prodi.Molto legati fin da piccoli, stanno sempre insieme,indivisibili in trincea,nelle incursioni offensive e nelle retrovie.Dei due,Raffaele è il più piccolo ed esageratamente magro.Un giorno ,in una azione ardita sotto un reticolato austriaco,cade sventrato da una granata.Il cugino,che pure è vicino ,si salva e può retrocedere alla trincea.Qui si ranicchia e sta zitto per ore.Poi lo vedono scoppiare a ridere.Dice in sardo: " Là là.Arrafièli pariad'istasiu e invecis portada dua'ida de olluseu in is arrigus" ( ma guardate un pò.Raffaele sembrava macilento,e invece sui reni aveva due dita di lardo). E ride,ride,ma solo con la bocca: gli occhi di pianto.E adesso non ride più,e piange in silenzio....e poi s'abbandona e piange disperatamente.



    Il sergente Samuele Stochino è un pastore di Arzana,otto km sopra Lanusei..... L'incaricano d'andare sotto le trincee nemiche e tornare portando le mostrine d'un austriaco caduto.Ai superiori interessava capire quali reparti hanno di fronte.Il sergente Stochino,sparatore preciso ma soprattutto di coltello lesto e dunque temibile nei corpo a corpo per come fulmina gli avversari sgozzandoli,obbedisce,parte e non torna subito. Si fa aspettare.Ma torna ,pur ferito, con un intero reparto nemico prigioniero,la bandiera austriaca in testa.
    E' proposto per la medaglia d'oro.Gliela daranno solo d'argento ,dati i suoi precedenti giudiziari di ladro di maiali.Ottiene comunque una licenza premio.Due settimane ad Arzana,e il ritorno in trincea.E' d'umore ribelle.Si è fissato nell'idea di tornarsene per sempre ad Arzana.E un mattino che vede soldati partire in licenza,si mescola ad essi,viaggia clandestino da Livorno a Cagliari,sale sul treno per l'Ogliastra; e nella foresta di Bittili,temendo un controllo dei carabinieri saliti poco prima,si getta dal vagone in corsa. Ha inizio qui una latitanza lunga,e nasce la leggenda di un bandito imprendibile.Il più temuto bandito sardo degli anni venti...La tigre dell'Ogliastra
     
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  7. SaCraba
     
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    Antonio Pittorru è un pastore di Oliena.Altro colpitore di bersagli a palla asciutta.Il 31 gennaio 1917 è di vedetta su una specie di osservatorio,una torretta di sacchetti di sabbia che Lussu ha fatto innalzare durante la notte per dominare meglio la linea nemica,distante al più venti metri. E' una novità che agli austriaci non piace.L'hanno scoperta allo spuntare del giorno,e si dispongono a piazzarci contro un cannoncino da 37.Pittorru vede il cannoncino,vede i serventi.Non ha che il moschetto 91.S'adatta tuttavia a così squilibrato duello.Ad ogni colpo di cannoncino risponde con uno sparo al servente.Vince il cannoncino,dapprincipio.L'osservatorio è colpito,e Pittorru travolto dal crollo dei sacchetti,precipita nel fossato della trincea.Non s'arrende.E' tipo ostinato.Risale con calma e riprende il tiro ai serventi.Smette solo quando,senza più serventi,il cannoncino tace. Lo chiamano,poco più tardi,alcomando di reggimento.E' per dirgli bravo e annunziargli che avrà una decorazione.Subito il soldato alza un dito come a segnalare che vorrebbe dire qualcosa,e al colonnello che gli dà la parola,rispettosamente chiede : " Fa lo stesso,per Vossignoria,se invece di medaglia,è licenza-premio a casa? "....
     
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  8. suonosardo
     
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    Dallo stesso libro.

    Arrivano sardi da tutti i fronti, ed è il trapianto sul Carso di pezzi dell'isola, di consuetudini tenaci, di giochi e svaghi praticati nel villaggio.(...) Il comandante la Divisione, - racconta Lussu, - alla Brigata a riposo nel fondo di una vallata, faceva ogni pomeriggio suonare la banda. Ma pareva che la banda suonasse canti funebri, tale era il disinteresse di tutti, che rimanevano sparpagliati sulle colline circostanti, a piccoli gruppi, ognuno cantando le melopee del villaggio. Per suggerimento di un gruppo di ufficiali, fu fatto venire d'urgenza lo spartito del ballo tradizionale sardo e, senza preavviso, la banda suonò. In un attimo, dalle cime, si precipitò nel fondo valle tutta la Brigata. Quattro o cinquemila uomini apparvero, stretti gli uni agli altri, a esaltarsi in un trasporto che è difficile dire se fosse gioia o dolore.

    Il generale divisionario s'arrampica, in sella ad un mulo, sul fianco di una roccia. Il sentiero è scosceso e per un tratto rasenta un precipizio. Scarto improvviso della bestia. È celestiale la concatenazione di atti cui i "sassarini" hanno adesso il privilegio di assistere, estastici. Il generale squilibrato. Il generale che si aggrappa alle redini. Il generale a terra, trascinato. Il generale mezzo penzoloni sul burrone. Il mulo che cerca di liberarsene con nuovi strappi della testa ad ogni passo.
    Non un soldato si muove. Chiaramente li accomuna l'idea che è mite con l'umanità proletaria in armi la Morte che falcia un generale. Aspettano fiduciosi.
    Il dramma sta per compiersi. Il generale cede, quasi precipita. Ma no. Ecco l'imprevisto... È un soldato uscito di slancio dalla sezione mitraglieri del battaglione. Si getta sul generale e l'afferra con forza riuscendo a trattenerlo.
    Poi assolutamente negato a intendere la psicologia delle masse. si guarda intorno inorgoglito. Ha salvato il generale.
    Certo non s'aspetta la valanga umana che di li a poco gli si abbatte addosso, gambe spinte a scalciare con furia," Canaglia!!, Salvare il generale!!, ti hanno comprato gli austriaci, eh!". Uno sfogo feroce; senza che il pestaggio sia interrotto da qualche graduato o ufficiale della sezione.
    Interviene Lussu. Gli aggressori fuggono, Il soldato sanguina, ha perso l'elmetto, l'occhio è tutt'una lividura. Aggredito perche? Non gli riesce di cavarne un fiato. Quello balbetta "niente niente" è spaventato.
    E finalmente arriva il comandante della sezione. È il sottotenente Nicola Ottaviani ( l'Ottolenghi di "un anno sugli altipiani"), un giovanotto lungo, ossuto, bruno, ventitre anni, marchigiano di Grottamare, vicino Fermo. Viene da famiglia umile. In paese, prima dell'arruolamento, faceva l'orologiaio. È socialista, rarità assoluta tra gli ufficiali della "Sassari". S'avvicina ora con la faccia buia. Neanche vede Lussu. Si pianta davanti al soldato, IMBECILLE ! - gli grida, e l'indignazione gli scheggia la voce - oggi tu hai disonorato la sezione - "Ma che cosa dovevo farte, signor tenente?" Un cambio improvviso di tono, verso la comunicazione confidenziale: "quello che hanno fatto gli altri, dovevi fare. Niente! Niente dovevi fare" E poi nuovamente con ira " e se volevi fare qualcosa, dovevi tagliare le redini con un colpo di baionetta e far precipitare il generale.
     
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  9. dedalonur9
     
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    grazie gente! .....certo che i nostri nonni avevan due mongolfiere al posto delle P. ....

    ed eran pure saggi....la licenza premio al posto dela medaglia... e il povero soldato pestato per aver salvato il generale...sono due perle.

    di Stochino non sapevo fosse anche un eroe di guerra...

    per capire questo episodio cito il Lussu:
    CITAZIONE
    per la prima volta essi ( i soldati sardi) avevano constatato dal prmo giorno e da allora sempre che i generali e icolonnelli considerati fin là monumenti di autorità e di scienza non capivano niente. Proprio non capivano nulla, tanto da indurre a pensare che fossero là per errore e che il oro mestiere fosse in realtà un altro. certe azioni poi, scellerate, senza senso logico, ne militare ne comune, studiate apposta per far massacrare i soldati inutilmente, rivelavano che in realtà, il generale era il vero nemico

    da...La brigata sassari e il partito sardo d'azione.
     
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    Si, la storia di Stochino è famosa...
     
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  11. dedalonur9
     
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    Le mosche
    questo è per me uno dei brani più veristici (e quindi per me più belli) che abbia mai letto sulla guerra.
    Il Tenente Scopa ha ricevuto l'assenso per l'azione contro la trincea Z, 30 uomini attraversano nottetempo la terra di nessuno per poter agire di sorpresa l'indomani mattina, tutta la notte vegliano sotto pioggia torrentizia e il fuoco nemico, che spara al nulla per prevenire eventuali sortite di sorpresa. Toccante e tremenda è la descrizione però del paesaggio di gurerra che i 28 sassari vedono quando il sole illumina quell'orrendo "palcoscenico", prima dell'azione:

    CITAZIONE

    Il sole era gia alto e il fuoco era cessato da qualche ora. cominciava dopo il tormento del freddo e della pioggia il tormendto del caldo e dell'arsura. Dalla terra venivano miasmi insopportabili, fetori ammorbanti; a volte sotto un leggero alitare di vento, giungevano le tanfate della putrefazione che mozzavano il respiro, ubriacavano, facevano perdere la cosicenza. tenevamo le narici tappate, ma il lezzo era nell'aria e nelle cose, noi stessi dovevamo esserne impregnati, perchè lo sentivamo ugualmente; lo portavamo con noi, lo avevamo nel nostro fiato più profondo. la terra era tutta una putredine, Di qua e di là, più avanti e più indietro, in qua e più in là, cadaveri, cadaveri, dappertutto cadaveri. Nugoli di mosche, dal ventre verdastro, si alzavano e si abbassavno, ingorde, sui residui di cibo, sulla carne putrefatta, sugli escrementi, sui morti s sui vivi. Non avevo mai provato nulla di così ripugnate come il sentirsi posare, sulle labbra, una di quelle mosche levatasi, allora allora, da un corpo disfatto. Si preferiva privarci dei teli di tenda così indispensabili, di notte e di giorno, pur di non lasciare i morti allo scoperto. Le mosche erano miriadi, ed ogni granataed ogni pallottola, che si abbatteva sulla tragica desolazione di quell'immenso cimitero, provocava il rapido, tumultuoso levarsi di spesse nuvole di mosche. Di sotto i teli da tenda che coprivan sempre tre ed anche quattro morti,ne scappavan fuori da ogni parte, col ronzio irritato e confuso di insetti voraci ai quali sia stato interrotto il lauto pasto, poi ricalavan giu, scomparendo alla nostra vista per ricomparire ancora e avventarsi ancora su quel marciume.
    Mosche e vermi, vermi e mosche; sembra di averne sulla pelle, pareva di averne piene le orecchie, piena la bocca; nel palato un sapore strano; nelle narici un pizzicore strano, anche sulle palpebre strani bruciori. e ci sfregavamo gli occhi, pentendoci subito dopo, dell'atto, perchè Dio sa quali cose avevano toccato queste nostre mani, e quali contatti immondi potevano aver avuto, In quell'orrore l'unica cosa che avremmo desiderato sarebbe stata una giornata di tregua per seppellire i morti, ma quella giornata il nemico non l'aveva mai voluta concedere e stavamo lì, in una tremenda promiscuità, i morti ed i vivi. Necessitava un immensa quantità di calce per seppellirli sotto, coi morti, anche la terra e distruggere le mosche; quelle mosche che divoravano i morti e minacciavano di divorare i vivi. All'idea di dover servire da pasto a quelle mosche dal grosso ventre verdastro, che al sole riluceva di cento clori si sentiva qualcosa nello stomaco che lo rivoluzionava, qualcosa nel cervello che annebbiava i pensieri, qualcosa per tutto il corpo che paralizzava i nervi, con l'immane peso di uno schifo e di un ribrezzo insopprimibili. Davanti ai nostri occhi non appariva più altra immagine che quella delle grosse mosche satolle e ripugnati dal gonfio addome verdastro; no vedevamo altro che una ridda schifosa di ventri verdi ed un confondersi di ale striate e scintillanti; i nostri occhi non eran feriti se non dai loro bagliori invadenti e innumerevoli. Era ossessionante! Ma noi stavamo per essere sommersi da quella marea verdastra? Ma questa era la pazzia incipiente. Si chiedeva acqua, non tanto per calmare l'arsura atroce, ché la sete martoriava le viscere, quanto per sciacquarci la bocca, per procurarci l'illusione di purgarci e pulirci le labbra, la bocca da tutto quello di impuro di sozzo, di nauseante era nell'aria.
    ma si chiedeva acqua, ed acqua non ce n'era; calce, e nonse n'aveva; creolina e non ce ne mandavano; c'era cognac, cognac per lavarsi, cognac per dissetarsi!
    un pensiero soltanto serviva per mantenerci su. i mali che noi pativamo doveva soffrirli anche il nemico, quell'arsura che ci inaridiva il palato e disseccava la gola dovevanosentirla anche loro, i nostri lamenti, dovevano essere i loro lamenti e quelle mosche, quelle sataniche mosche che impunemente attraversavano la zona morta, dovevano vederle e godersele anche loro. Quel pensiero ci aiutava a resistere! (...) il sole canicolare dardeggiava; l'ombra cadeva a perpendicolo. Ho guardato l'orologio; mezzogiorno.

    da fanterie sarde all'ombra del tricolore, Alfredo Graziani p. 74

    Edited by dedalonur9 - 22/11/2009, 10:40
     
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  12. dedalonur9
     
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    Assalto alla trincea Z
    giusto per dire come andò alla fine:

    CITAZIONE
    Utzeri e Fois avevano gia preparato le loro bombe lenticolari, tagliando le micce quasi all'innesco, pechè dall'accensione allo scoppio non passassero nemmeno tre secondi e tenevano in bocca i sigari accesi per darvi fuoco. ne avevano pronte un tascapane.
    <avanti!>
    I due bombardieri sono usciti primi, seguiti da Taras e dagli altri, rapidi come scoiattoli; discendono, traversano la dolina, risalgono, si buttano giu, ventre a terra, a due metri dalla trincea nemica. Nessuno si è accorto di nulla tanto il movimento è stato rapido e silenzioso.
    continua a gravare su tutto un silenzio sepolcrale.
    I miei sono pronti baionetta in canna, gli occhi lampeggianti, attendono unbreve cenno. Gli altri, quelli che non dovevano sortire stanno alle feitoie, fissi, attenti, pronti, a far fuoco sul primo austriaco che si fosse scoperto. Ma il silenzio era profondo, la calma completa; la tremenda quiete dei campi di battaglia ove è cessato ogni cenno di vita.
    Un solo rumore, il ronzio delle innumerevoli mosche che certo, tra poco avrebbero avuto altro pasto per la loro voracità.
    Mi sono rizzato sulla trincea per vedere, ed ho visto i due lanciatori di bombe, che pure erano due pacifici minatori dell'Iglesiente, accostare allo stesso tempo i sigari alle micce, attendere un istante, con calma meravigliosa, e lanciare gli ordigni della strage nella trincea nemica.
    le bombe sono scoppiate simultaneamentem seguite da altre due, quattro.
    è stato un affare di secondi.
    è probabile che gli austriaci abbiano creduto di essere sottoposti a quel tiro di artiglieria che non abbiamo nemmeno avuto la fortuna di sentire e si sono scostati. Ho visto un rapido movimento dietro le feritoie: ho urlato a Taras: <tocca Taras michi fuent!> e per quanto mancasse ancora un minuto al tocco, mi è parso opportunissimo non lasciarmi sfuggire quel momento e mi sono lanciato coi miei urlando <savoia>
    Il nostro grida è scoppiato fragoroso da un parte, mentre sulla destra il nemico sentiva lo stesso grido ripetto da Taras e dai primi usciti.
    la breve distanza da trincea a trincea è divorata in meno che non si dica e, prima che si fosse snetita una sola fucilata, eravamo addosso ai nemici.
    Cosa avranno mai creduto che scappano come lepri?
    Abbiamo coronato l'angolo della trincea austriaca ed abbiamo cominciato a sparare, sulla massadei fuggenti, a fuoco accelerato, con la maggior rapidità possibile

    Graziani Alfredo, fanterie sarde all'ombra del tricolore p. 76

    Edited by dedalonur9 - 22/11/2009, 10:41
     
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  13. dedalonur9
     
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    Il Plotone dei Morti
    Girano voci sulla scomparsa di Corridoni un intellettuale soscialista ed interventista molto in vista, per essere stato anche amico avversario di Mussolini. La sua fama e la inspiegata assenza pongono mille interrogativi. Morto? allora perchè nessuno lo ha visto? disertore? impossibile e disonorevole pensare queste cose di un tal uomo. Assassinato? forse sì, a causa delle sue idee scialiste.
    Il Tenente Scopa nota un gruppo di morti su cui sarebbe opportuno indagare per scoprire la verità intorno a questo mistero. Si trova in una zona molto pericolosa, dirimpetto alla trincea nemica, e sovrastato dai Monti S.Michele e San Martino, saturi di cannoni e mitragliatrici nemiche. Conscio di questo vorrebbe andare a soddisfare questa curiosità da solo. Ma non riesce ad impedire che Tredici gli venga apresso, come poco più tardi farà il suo attendente Gamboni.
    va quindi diretto verso il "plotone dei morti"
    CITAZIONE
    Quello senza dubbio è stato il primo sbalzo in avanti di quegli uomini. Purtroppo è stato anche l'ultimo; sono balzati fuori dalla trincea, eroi sfortunatissimi, e sono balzati fuori anche dalla vita.
    Chi sono?
    A quela reggimento appartengono?Questo ci siamo domandati ed a questa domanda abbiamo vluto rispondere.
    Chiedamo il permesso di <sortire> al Comando di Battaglione tenuto interinalmente da Italo Carnevali, uno dei baldi bersaglieri arrivati alla Brigata con l'ultima imbarcata di Gennaio. Carnevali non fa opposizione di sorta; si limita ad avvertire il comande del reggimento e viene su, al punto dove si è praticato il varco, prima di farci fare il <zompiello>. No si sa mai!
    Se c'è pericolo a stare dietro il muretto e dentro il fosso della trincea, quando si è fuori non è consigliabile di rischiare nemmeno dieci centesimi sopra la pelle di chi è sortito. e qua si trattava d andare in bocca al lupo, e non nel senso metaforico. il bersagliere ci stringe la mano e ci augura un buon ritorno; intanto sta in attesa, per abbracciarci all'arrivo. Dico <ci> perchè ha vluto accompagnarmi, a tutti i costi, un sottotente della mia compagnia, l'ottimo Tredici, il futuro ingegnere milanese.
    L'ordine di non far fuoco è stato trasmesso per un buon tratto di linea; lasciamo passare pochi minuti; non si ode più una fucilata: segno che l'ordine è pervenuto ai reparti ed è in piena esecuzione.
    Saltiamo furoi e ci appiattiamo per terra; silenzio assoluto. < tredici andiamo>. Un tratto di terreno è divorato dalla nostra marcia a quattro zampe. la nebbia ci protegge in modo provvidenziale. < a terra>, due minuti di attesa; lo stesso silenzio. Nemmeno gli austriac tirano; qualche fucilata, alta, bassa, rada, stracca. Qualchevedetta che tira, tanto per dimostrare che non dorme.
    Non si vede e non si ode segno di vita; chi potrebbe mai pensare che questa vastità è popolata da una moltitudine di uomini l'un contro armati? la terra è fasciata da uno strato denso di nebbia, ma nella profondità di questa nebia, inaccessibili al nostro sguardo, sta celata l'insidia e v'è in agguaot la morte. <tredici avanti!>
    un altra breve corsa carponi ed a terra, in ascolto, Ancora più profondo silenzio; ancora un balzo, ancora a terra; ancora sempre, incombente su tutto, ilpiù completo, vasto impressionante silenzio.
    Tredici mi segue sulla destra, ad un metro di distanza.
    tanti pensieri mi passano per la testa. Ad un tratto (chissà mai perchè?) penso alla madre del mio ufficiale. So che ha perso il babbo; me lo ha detto tante volte: gli resta la mamma. Penso a questa ignota signora, vestita a lutto, e provo un rimorso improvviso per aver permesso che questo ragazzo venisse con me a correre questa avventura. Lo chiamo, per dirgli di tornare indietroma cambio subito idea; pronunzio una frase che non penso: < bella occasione per finire la guerra!> Mi guarda, senza capirmi. Continuo sorridendogli: < Qua siamo fuori legge, lo sai?> Non ci comanda iù nessuno. Il passaporto poi lo abbiamo in tasca. non hai anche tu un fazzoletto più o meno bianco?> Sorride. Ripenso a sua madre, a questa vedova che non conosco e forse non conoscerò mai, della quale mi ha parlato tante volte con venerazione e che deve attendere questo suo figliolo.
    Ed io?
    io ...permetto che glielo possano ammazzare, così!
    <tredici vuoi rientrare?? proseguo solo>
    Mi guarda stranamente
    Avrei voglia di uralre; non si può bisogna far piano; bisogna che le parole escano dalle labbra come un soffio per non farsi ammazzare.
    <lo sai dove siamo? guarda lassù, a sinistra che pò po di roba: S.Michele, S. Martino; e laggiù a destra, lo vedi ?è il "budello". Guarda cosa c'è a pochi metri. D fronte a noi, lo sai bene che cosa abbimo: un plotone di morti ci difende, nient'altro, poi ci sono loro.>
    Mi guarda sempre fisso, e tace. Ha capito. vorrei levarmi in piedi prenderlo per le spalle e scaraventarlo dentro la nostra linea. Se fosse stato possibile! Ma era la morte per tutti e due.
    Continuo ansimando. <non lo sapevi che a far cinquanta metri in avanti, ci doveamo trovare circondati in pieno? Non abbiamo che le spalle coperte. La nostra pelle non vale un fico secco, in questo momento. Vattene, rimango io>
    <ma io non ho paura, resto>
    <e se telo comandassi?>
    Mi guarda fisso, sorride; mi punge un dubbio atroce:<che non pensi che o voglia sbarazzarmi di lui per disertare davvero?> Fremo e gli dico brusco, <bambino, andiamo>
    Percorriam alcuni metri e ci buttiamo per terra.
    i morti sono visibilissimi; li conto: ventisette. D'un tratto, mi sembra di udire un rumore alle spalle; un fruscio lieve, rapido, che si avvicina.
    <tredici senti?>
    <sento, abbiamo gente alle spalle>
    <sì abbiamo gente; attento!ma non far fuoco sennò siamo fritti>
    mi volgo indietro, un uomo mi si butta affianco.
    <bestia, perchè sei venuto?> è il mio attendenteLuigi Camboni, che sa la devozine e gli ardimenti della sua Ogliastra nativa! Non risponde, mi sorride, mostrando una dentatura d'avorio, levigato e terso, e mi guarda col suo solito sguardo buono e fedele.
    <bestia sei; è stupido farsi ammazzare in tre> Non so perchè mi sia scappata di bocca quella frase sciocca. Luisetto china la testa e tace mortificato. <beh! avanti!>
    Siamo a pochi passi dai morti
    Scatto, mi stendo tra due di loro. Hanno le giubbe sulla schiena e sui fianchi lacerate come se vifosse passato un rastrello dalle punte acuminate: Mitragliatrice evidentemente. sono stati presi d'infilata, dalla sinistra, dalle posizioni di S.Michele e di S.Martino.
    Non devono aver avuto manco uil tempo di sparare una fucilata.
    non appena a terra deono essere stati crivellati di colpi. Devono avere parecchi mesi, non puzzano più; lemostrine sono irriconoscibili. Strappo il berretto al morto di destra: 32, sono della "Siena".
    la nebbia è leggemente diradata e faccio due fotografie, ma chissà che cosa verrà fuori, con questa luce. Vorrei trovard tra questi ventisette cadaveri che sto cercando, ma è un affar serio frugarli e voltarli e rivoltarli, fino a imposserssarsi dei piastrini di riconoscimento che ogni soldato cuce dove gli pare.
    Il più era fatto; conosevamo il numero del reggimento.
    Guardo la controspallina del morto di sinistra; no vi si distingue più nulla. Cerco di strappare la contrspallina al morto di destra; noncede; mi risponde un rumore sordo, confuso, imprecisabile. Scricchiolio di ossa o spiaccicarsi di carne? chi lo sa?Mi è parso che mi dicesse quel morto <perchè mi molesti?> Mi è parso che pregasse quel povero morto: <portami via!>
    L'ho lasciato. Sulla controspallina si vedeva la parte superiore del numero, indicante la compagnia, quella inferiore a cotatto del terreno era quasi del tutto scomparsa. Il numero della controspallina faceva superiormente una curva; mi èparsoche dovesse trattasi di un tre o di un otto. non vi era altro da fare.
    <tredici torniamo>
    In quattro salti siamo rientrati, inseguiti da fucilate.
    CVi avevano visto o si tratta di fucilate consuete fatte a casaccio?
    Carnevali, Mugoni, Garau, erano ad attenderci. abbiam raccontato quel che abbiamo visto. Abbiamo chiesto a a quale reggimento appartenesse Corridoni. Al 32. Abbiamo saputo a quale compagni apparteneva. Alla terza.
    Non può esservi alcun dubbio.
    Quello è un plotone della tera o dell'ottava compagnia del 32O e frai morti di quel plotone deve trovarsi il tanto discusso cadavere di Filippo Corridoni.
    Questo bisogna che si sappia: che qui ventisette uomini della "siena" lanciandosi avanti a quel modo, più che temerariamente avevano sperato e cercato di prendere di fianco le Frasche senz apensare e senza accorgersi, poveri figlioli, che loro stessi, a loro volta, venivano ad esser presi d'infilata dalle mitragliatrici falcidianti di S.Michelee di S.Martino.
    E così si spiega il mistero della scomparsa di Corridoni. egli è rimasto vittima del suo superlativo eroismo e se ci sarà possibile ritornare al "plotone dei morti",noi ci ritorneremo.
    Oh poterli riportare tutti qui tra noi! Farli sorridere, ancora dopolamorte!
    Senza dubbio è una nosra suggestione, ma siamo tutti convinti che l'aspetto del morto riportato nelle nostre linee asuma un apparenza di tranquillità, e di serena compstezza che fuori gli mancava. Siamo tutti convinti di questo fenomeno che ripeto è senza dubbio un fenomeno di suggestione collettiva. ho visto tuttavia dei morti, riportati dentro, contragische smorfie sul volto, riapparire più tardi, composti ad una perfetta serenità.
    Sono forse le mani dei fratelli che ridanno la pace a quei volti esangui dai volti sbarrati e dalle maschere orrende?
    I Soldati ci giurano sopra.
    compiono atti sublimi pur di non lasciar abbandonato, fra una linea e l'altra, il corpo di un loro morto.
    Al nostro battesimo di fuoco si trovavano al 152mo quattro fratelli, gli Spano di Tempio. tre di essi lasciarono la vita nei continui e sanguinosi assalti. Quando la notizia ferale giunse al superstite e si seppe che l'ultimo dei caduti era rimasto tra le due linee, il quarto dei fratelli, con qualche compagno, stette fuori per ventiquattro ore, ricercandone la salma, esponendo mille volte la vita, finchè non ritornò tra noi, riportando il corpo inerte del suo fratello caduto.
    Per recuperare il corpo del sottotenten Ghisu, cinque soldati del suo plotone caddero su quel cadavere, finchè altri ancora non riuscirono a recuperarli tutti. Non si ebbe mai il coraggio di vietare che si compisse quel dovere altamente fraterno e pietoso. Se sarà possibile, ce li ripotrteremo indietro, per ricomporli in pace, sotto la comune bandiera
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    Di Alfredo Graziani fanterie sarde all'ombra del tricolore, p. 132-136
     
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  14. melqart
     
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    CITAZIONE
    di Stochino non sapevo fosse anche un eroe di guerra...

    Dedalo, prova a leggere La Tigre d'Ogliastra, è un pò difficile trovarlo (credo si possa ancora trovare in qualche biblioteca di paese) ma è magnifico come libro....era una personalità particolare, non era eroe di guerra per amor di patria, ma di una donna, esendo infatti latitante, propose di andare in guerra per assolvere il suo dovere con la giustizia e sposare finalmente la sua fidanzata!!! Chiaramente gli venne concesso perchè si era certi che un suo ritorno sarebbe stato impossibile....

    La mancata consegna della medaglia d'oro è stato l'inizio della fine...infatti dopo essere rientrato nella sua natìa Arzana...e dopo la morte della fidanzata (sepolta a Perda Liana dallo stesso Stochino, senza che nessuno sappia dove) si trasformò nel più terribile e sanguinoso dei banditi ogliastrini!!
     
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  15. dedalonur9
     
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    ciao Melqart!
    aperta la discussione su Salvatore Stochino.... con un brano in tema di Emilio Lussu che lo conobbe e lo descrive assieme alla gemerale trasformazione dei sardi.
    https://shardanapopolidelmare.forumcommunity.net/?t=33371685
     
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40 replies since 11/11/2009, 17:38   5107 views
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