IL DNA DEI SARDI

L'OROGINALITA' DEL QUADRO BIOLOGICO DEL POPOLO SARDO

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  1. Ithokor
     
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    A quello mediterraneo suppongo...
    CITAZIONE (chicchicheddu @ 24/11/2007, 15:05)
    quello che mi chiedo è: a quale dei tipici tratti somatici sardi (visto che ve ne sono diversi)corrisponde il genoma nuragico?Ammetto di non aver ben presente gli ogliastrini.

     
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    Invece pare proprio che, non solo i Sardi, am anche alcuni tipi di animali presenti in sardinia, NON abbiano nessuna somiglianza col resto del MEDITERRANEO. persino la pecora sarda è DIVERSA dattute le altre del mediterraneo e stanalmente UGUALE a quella turca e siriana... :o: ...
    sul DNA preso da un ipotetico nuragico ci sono dei forti dubbi comunque. I resti umani analizzati NON risultano prelevati all'interno di NESSUN nuraghe, ma solo NEI PRESSI di un nuraghe... e in sardinia TUTTO è nei pressi di un nuraghe... (ce ne sono 20.000!).
    In particolare la provenienza di un dente analizzato è stato trovato nel sito scoperto da L. Melis (presso la città di Antas) che di NURAGICO non aveva niente! Antico si... 3500 anni circa, ma non costruito con lo stile dei nuraghes... :rolleyes:
    aspettiamo... una cosa è certa, il DNA delgi ogliasrini è rimasto uguale a quello dei nostri poadri di 4000 anni fa. A orosei la mattina del 02/12 se ne riparla...
    SHAR :vandal:

    PS: ithokor... ieri alla conferenza di silanus parlavamo di te... e della tua conoscenza del periodo Judikale sardo... un gruppo di Calgiari ha un proggettino... mi hanno detto che mi ricontattano...
    Amici, Non dimentichiamo questo splendido periodo dei Sardi, SPESSO sottovalutato, ma che a parer mio va paragonato alla splendida epopea shardana!
    Leo :vandal:
     
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  3. riccardo zonedda
     
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    Ciao a tutti,
    io conosco ogliastrini di pelle bianchissima, occhi chiari e capelli tendenti al rossiccio....
    In un articolo postato da me su questa discussione si dice che il 56% del DNA degli ogliastrini è identico ai "cosiddetti" nuragici. poi bisogna capire cosa significa nuragici (altro bel problema!)
    Riccardo
     
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  4. Judikess4
     
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    CITAZIONE
    . A orosei la mattina del 02/12 se ne riparla

    A occhiometro... a che ora pensate di iniziare?
    Non c'è neanche nella mail...
    Fammi sapere.
    Grazie
    JK
     
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    Abbiamo aggiornato la sezione EVENTI... inoltre gli appuntamenti con L. Melis sono nella pagina web del sito ufficiale dei PdM www.shardana.org alla pag. INCONTRI CON L'AUTORE... oppure, appunto, qui sez. eventi... comunque si comincia intorno alle 9 - 9.30
    Sardinia - Bulgaria, 4mila anni degli Antichi"

    Convegno Internazionale di Archeologia ed Etnocultura.

    OROSEI, Sala Consiliare Municipio 2 Dicembre 2007
    - DIMITRINA MITOVA Dionova, archeologa
    - LEONARDO MELIS, studioso dei Popoli del Mare nel II millennio a.C.
    - SIMEON MILOV Simov; Direttore Museo Etnografico di Pernik
    - G.GIACOMO PISU, studioso delle navi "Nuragiche"

    Altri archeologi e studiosi Sardi e Bulgari interverranno il giorno
    precedente sulle affinitià storico archeologiche Sardinia-Bulgaria.
    LEONARDO MELIS illustrerà la Presenza di pozzi sacri shardana a Jarlo,
    vicino a Sofia (l'antica Sardica) e sulla presenza del Popolo dei
    SERDI (PdM) fondatori dell'attuale capitale della Bulgaria.
    DA: shardanapopolidelmare.forumcommunity.net/?t=10825027
    SHAR
     
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  6. Ithokor
     
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    Bene!
    CITAZIONE (shardanaleo @ 25/11/2007, 11:13)
    Invece pare proprio che, non solo i Sardi, am anche alcuni tipi di animali presenti in sardinia, NON abbiano nessuna somiglianza col resto del MEDITERRANEO. persino la pecora sarda è DIVERSA dattute le altre del mediterraneo e stanalmente UGUALE a quella turca e siriana... :o: ...
    sul DNA preso da un ipotetico nuragico ci sono dei forti dubbi comunque. I resti umani analizzati NON risultano prelevati all'interno di NESSUN nuraghe, ma solo NEI PRESSI di un nuraghe... e in sardinia TUTTO è nei pressi di un nuraghe... (ce ne sono 20.000!).
    In particolare la provenienza di un dente analizzato è stato trovato nel sito scoperto da L. Melis (presso la città di Antas) che di NURAGICO non aveva niente! Antico si... 3500 anni circa, ma non costruito con lo stile dei nuraghes... :rolleyes:
    aspettiamo... una cosa è certa, il DNA delgi ogliasrini è rimasto uguale a quello dei nostri poadri di 4000 anni fa. A orosei la mattina del 02/12 se ne riparla...
    SHAR :vandal:

    PS: ithokor... ieri alla conferenza di silanus parlavamo di te... e della tua conoscenza del periodo Judikale sardo... un gruppo di Calgiari ha un proggettino... mi hanno detto che mi ricontattano...
    Amici, Non dimentichiamo questo splendido periodo dei Sardi, SPESSO sottovalutato, ma che a parer mio va paragonato alla splendida epopea shardana!
    Leo :vandal:

    Non è un caso che in ogliastra secondo Tolomeo e l'Anonimo Ravennate era stanziata la tribù sarda dei Rubrensioi-Rubrenses (trad.: portatori di rosso) e la città, forse loro capitale, di Custodia Rubriensis.
    CITAZIONE (riccardo zonedda @ 26/11/2007, 11:53)
    Ciao a tutti,
    io conosco ogliastrini di pelle bianchissima, occhi chiari e capelli tendenti al rossiccio....
    In un articolo postato da me su questa discussione si dice che il 56% del DNA degli ogliastrini è identico ai "cosiddetti" nuragici. poi bisogna capire cosa significa nuragici (altro bel problema!)
    Riccardo

     
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  7. chicchicheddu
     
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    Lassende perdere su Nuragico, de la cale definizioneest lontana dae essere avvrincada, me pare chi sos autores de sa cherta non apan baudittos chi si tractaret de fundanas paleoliticos, totue si sian incocciados, e non abbiso chi si sian ponnidos a faghere una cherta chena avvrincare sa datazione de sas proas. Nessi ispero

    Lasciando perdere il Nuragico, la cui definizione è lungi dll'essere accertata, mi pare che gli autori della ricerca non abbiano dubbi che si tratti di resti paleolitici, ovunque siano stati trovati, e non credo che si siano messi a fre un'indagine senza accertare la datazione delle prove. Almeno spero
     
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    La datazione delle prove... infatti NON è questo in discussione, ma la fretta affrettata di denominare subito i resti NURAGICI. L'ecquivoco creato dagli archeobuoni datando i NURAGICI nella fine del II millennio la cultura dei NURAGICI, ha portato a definire tutto quanto datato in quell'epoca: NURAGICO. Come dire che tutto quanto si trovava in Italica terra nel VII- V sec. era ROMANO!... Oltre a credere fermamente che i NURAGICI fossero dis icuro molto più ANTICHI (forse di alcune milgiaia di anni), pensiamo anche che NON è escluso che in sardinia vi fossero nel II millennio anche altre culture e etnie!... Del resto non è forse la Sardinia un PICCOLO CONTINENTE? ;)
    SHAR :vandal:
     
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  9. Ithokor
     
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    Si costruisce a Sassari la banca dati del DNA dei sardi.

    LA NUOVA SARDEGNA | 28.11.2007 |

    Cultura e istruzione
    Si costruisce a Sassari la banca dati del nostro Dna

    ALGHERO. Un Dna immortale per capire meglio la storia dei sardi. Sembra l’inizio di un film ambientato nel futuro. È già realtà di oggi. Quel piano per vincere il tempo, nell’isola, lo stanno portando avanti il professor Paolo Francalacci e la sua équipe nel dipartimento sassarese di zoologia e genetica. Il progetto è stato ideato ed è tutt’ora coordinato su scala nazionale da uno dei padri nobili della scienza italiana, Luigi Luca Cavalli Sforza, di cui il docente che opera nell’università sarda è allievo. Il programma di lavoro è a buon punto. Consentirà di svelare presto nuovi segreti e inediti retroscena del nostro passato remoto. Un passato che, come hanno già accertato i numerosi studiosi del settore, presenta notevoli diversità sul piano ereditario rispetto agli altri europei.
    A cominciare da tante malattie specifiche della regione che, per un paradosso solo apparente, possono trasformarsi in risorse inaspettate sotto il profilo della ricerca.

    Quarantotto anni, livornese, Francalacci vive e opera nell’isola ormai da tempo. Laureato in Scienze biologiche, ha cominciato la carriera universitaria nel campo dell’antropologia. Adesso, dopo esperienze che lo hanno portato persino in Cina, oltre che nella molto più vicina Corsica, per eseguire esami comparati sul Dna dei nostri cugini francesi, insegna genetica come professore associato. Stasera, alle 16,30, sarà il protagonista della conferenza-dibattito organizzata nel liceo classico Azuni di Sassari, in via Rolando, dall’associazione di filosofia e scienza. Convegno con tema che pone un interrogativo: «Evoluti per caso?».
    Argomento complesso. Che consentirà di spaziare dalla divulgazione accademica fino alle speculazioni teoretiche poste inevitabilmente da questioni tanto affascinanti. E che ora costituisce lo spunto per affrontare con lo stesso Paolo Francalacci alcune delle sue linee d’indagine scientifica nell’isola. - Parlare di Dna immortale equivale a ricorrere a un’immagine figurata? «No. Il senso è letterale. Raccogliamo campioni di sangue. Estraiamo i globuli bianchi, li trattiamo con una procedura particolare e li custodiamo in azoto liquido. La conservazione può durare per un secolo e oltre, in teoria a piacimento. Non appena si decide di scongelare la linea, infatti, è sufficiente metterla in coltura e riestrarre il Dna». - A raccontarlo pare un processo semplice: lo è davvero? «Beh, forse è necessario fare un passo indietro per comprendere a fondo tutta la faccenda». - Facciamolo. «Intanto una premessa: la base di ricerca condotta nel mio dipartimento rientra in un quadro molto più vasto che fa capo a Cavalli Sforza.
    A 85 anni il grande genetista è ancora attivissimo: proprio sabato pomeriggio sarà a Nuoro - lo sottolineo per rammentare il suo rapporto con la Sardegna - per una conferenza nell’aula magna della biblioteca Satta. È lui che, attraverso le sedi Avis provinciali di tutta Italia, sta raccogliendo diecimila linee di Dna». - E nell’isola? «Il compito è affidato al dipartimento sassarese che opera in collaborazione con la società di biotecnologie Bgt». - In che modo si svolge la vostra attività? «I donatori sono informati di tutto e nel nostro caso restano anonimi. Una volta che i campioni ci vengono resi disponibili dalle sezioni Avis, provvediamo alla loro “immortalizzazione” e alla creazione di una banca-dati adeguata». - Quante saranno, alla fine, le linee di Dna raccolte? «Il numero è proporzionato alla popolazione italiana nel suo complesso e a quella regionale nello specifico. Dovrebbe quindi attestarsi su circa 250 linee».
    Quali sono gli obiettivi dell’indagine per quanto concerne la Sardegna? «Fotografare la situazione allo stato attuale. Poi lavorare a ritroso, verso il passato. O, in divenire, mettere a disposizione elementi di conoscenza, con riferimento alle prospettive che il nostro studio di oggi può offrire nei raffronti con le generazioni future. Il mio interesse riguarda in particolare fenomeni legati all’evoluzionismo». - Che cosa intende con esattezza? «Mi spiego in maniera elementare. Tutti sanno della grande distinzione tra i cromosomi Y, solo maschili, e i Dna mitocondriali, trasmissibili unicamente dalle femmine. Ebbene, i due sistemi genetici ci raccontano già oggi la notevolissima diversità dei sardi nei riguardi degli altri europei». - Anche rispetto ai corsi? «Nonostante la vicinanza tra le due isole, i corsi sono molto più affini ai nostri connazionali dell’Italia centrale».
    Come mai? «La Sardegna, ci dicono gli archeologi, fu abitata già prima di 200mila anni fa. Ma quel gruppo originario, sotto il profilo genetico, risulta estinto. Sia la nostra isola sia la Corsica vennero poi ripopolate a partire dall’ultima glaciazione storica. Si parla così di un periodo molto più recente, più o meno tra i 14 e i 15mila anni fa. La genetica non può dare date precise. È però in grado di far collimare questo processo - attraverso l’evoluzione dei marcatori del cromosoma Y - con l’espansione di genti nel nostro continente cominciata 40-50mila anni fa: prima dall’Africa, quindi dai Balcani e dalla penisola iberica». - Nel caso della Sardegna che cosa accade a questo punto sotto il profilo ereditario? «I progenitori dei nuragici, arrivando dalle regioni che oggi corrispondono a Spagna e Portogallo, si riproducono moltiplicandosi rapidamente e mantengono i loro marcatori particolari di origine iberica nella misura del 40%.
    Gli altri italiani ed europei d’occidente ce li hanno solo in una percentuale del 3-4. L’isolamento insomma preserva maggiormente l’identità dei sardi e li caratterizza in modo nettissimo». - E i corsi? «Sono stati sempre meno, numericamente, dei sardi. E di sicuro hanno risentito sul piano genetico di maggiori contaminazioni. Ecco perché ora assomigliano di più ai toscani o ai liguri». - Ci sono altri riscontri incrociati possibili? «In epoca postmedievale, dal Seicento in poi, i cognomi aiutano a comprendere la storia recente. Magari partendo dai tassi di consanguineità all’interno di una comunità o dai rapporti tra aree diverse dell’isola. Interessanti osservazioni arrivano perfino dalle interazioni tra regioni linguistiche e analisi dei cognomi».
    Il suo lavoro, professor Francalacci, l’ha condotta anche nello Xinijang, Cina occidentale: come mai proprio laggiù? «In un deserto che è il punto più lontano dal mare di tutta l’Eurasia, in un clima secco e con poche precipitazioni, sono state scoperte mummie di 3500 anni fa perfettamente conservate grazie alla sabbia che le ricopriva e al processo di disidratazione. Erano in condizioni tali, con i vestiti e le calzature intatti, con la pelle tanto integra da poter vedere i tatuaggi sul corpo, che naturalmente i loro Dna potevano essere estratti senza problemi». - I risultati? «Il discorso sarebbe complesso e molto lungo. Ma in questa sede ci si può forse limitare a dire che quegli uomini erano indoeuropei: discendevano da un popolo che grazie ai cavalli si era potuto spostare a Est partendo da regioni non lontane dalle nostre attuali» - E i sardi: anche loro evoluti per caso? «Sì, esattamente come tutti gli altri esseri viventi».
     
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    sto partendo per la ocnferenza di orosei... chi ci sarà potrà anche trovare alcune rsipodte al post di Ithokor... ci leggiamo lunedì...
    leo :vandal:
     
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  11. Maleficus
     
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    Permettete alcune considerazioni, e perplessità, suscitate da queste ricerche.
    Mi chiedo quanto "rappresentativo" sia il "campionamento" dei dati; i quali dati, invero, possono venir utili per sostenere più d'una tesi precostituita.
    Mi chiedo quale riscontro abbia la storiografia "delle fonti classiche" con i risultati di queste indagini.
    Per esempio, si è parlato di confutazione delle tesi di Massimo Pittau sulla parentela dei sardi-nuragici con gli etruschi in quanto la comparazione tra i Sardi ed i Toscani non rivelava affinità... ma poco dopo si è parlato di conferma alle stesse tesi di Pittau allorché l'indagine genetica rivelò affinità tra alcuni gruppi di popolazione toscana, rappresentativi di conservatività, nonché con esemplari di animali (bovini), e alcune popolazioni e razze bovine dell'Anatolia... ovvero l'antica Lidia, che Erodoto per primo indica come l'antica patria che sospinse i tirreni a colonizzare in varie ondate prima la Sardegna e poi la Toscana.
    Non credo che la storia che narrarono gli antichi sia fatta solo di miti e vaghezze; quel che mi meraviglia, sempre che i campionamenti siano effettivamente rappresentativi, è l'estrema "conservatività" del patrimonio genetico in una popolazione che, pur meno di tante altre, partendo da reperti di sicura origine nuragica (e già qui si aprirebbe un capitolo a sé...) secondo me s'è mischiata molto con i Romani, quasi niente con fenici e punici... e poi nei secoli a venire con spagnoli, liguri, toscani... Forse le donne ogliastrine furono più virtuose delle nuragiche campidanesi e barbaricine logudoresi... o forse i conquistari Romani non trovarono le donne ogliastrine abbastanza attraenti e dopo aver ucciso il marito, il nonno ed i figli, le lasciarono libere di piangere il lutto e senza subire ulteriori violenze, neanche dalla soldataglia bestiale e avida di saccheggio e stupro...
    Mah?
     
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  12. BalvaNur
     
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    se riuscite a tradurre questo Pdf credo che ci sia qualcosa di interessante:

    http://www.ata.org.tn/fichier_PDF/Article2.pdf

     
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  13. Insulare
     
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    Sostanzialmente la differenza genetica fra i Sardi e gli altri europei e` dovuta alla abnorme (circa il 40%) percentuale dell`aplogruppo I2a1 presente nella popolazione sarda mentre nel resto d`europa e` trovato a bassissime percentuali (massimo 7%)...e` probabile che venne portato in Sardegna da i primi coloni giunti nel paleolitico dai Pirenei....e si sia diffuso cosi tanto per il cosidetto effetto del fondatore

    l`aplogruppo I2a1 e` tipico della zona centrale e montuosa della Sardegna.

    Qualche informazione qui :

    http://en.wikipedia.org/wiki/Haplogroup_I_(Y-DNA)#I2a1

    CITAZIONE (chicchicheddu @ 24/11/2007, 15:05)
    quello che mi chiedo è: a quale dei tipici tratti somatici sardi (visto che ve ne sono diversi)corrisponde il genoma nuragico?Ammetto di non aver ben presente gli ogliastrini.

    per quanto riguarda gli Shardana ho letto che venivano chiamati KirruKasha dagli Ittiti (o dagli Egizi non ricordo bene) che significa letteralmente Teste Bionde...possibile che fossero particolarmente biondi ? o magari questo soprannome è da interpretare in un altro modo? ...

    :viching grr:
     
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  14. stramaioni
     
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    :bomba:
    Non ci siamo proprio eh !
    Cerchiamo di non confonderci , e diamo le notizie chiare.
    altrimenti se si indica seulo in ogliastra si fa un buco nell' acqua.
    A dimostrazione che chi conduce questi "esperimenti" non e' attendibile.
    Seulo e' barbagia non ogliastra , giusto per farvi capire che il territorio dove viene indicata questa perduranza genetica " mi pare si scriva cosi'" e' estesa a un territorio piu' ampio di quello millantato.
    scusate ma era dovuta la precisazione per far conoscere un po di geografia a chi non e' sardo e quei luoghi non li conosce.
    adiosu

     
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  15. Insulare
     
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    cmq resta sempre il mistero dell`aplogruppo G nei sardi che ha una percentuale del 20/25%..per forza di cose deve essere arrivato in Sardegna durante una migrazione dall`oriente molto dopo il paleolitico ! con tutta probabilita dal Caucaso o dall`Anatolia..

    che sia arrivato con gli Shardana ? io lo ritengo molto probabile..tra l`altro la stessa ipotesi l`hanno fatta i ricercatori dell`universita di Haifa
     
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99 replies since 18/8/2007, 13:29   20515 views
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