Qumran

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    Virtual Qumran Sheds New Light on Dead Sea Scrolls Discovery Site

    http://www.physorg.com/news101482919.html

     
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    La tavola di pietra che racconta la storia del messia risorto prima di Cristo

    SI ACCENNA A UN «SIMONE» CHE AVREBBE GUIDATO UNA RIVOLTA CONTRO I ROMANI

    Divide gli studiosi l'interpretazione delle iscrizione sul reperto del mar Morto acquistato da un collezionista svizzero

    E' uno dei reperti storici più controversi dell'antichità e la sua dubbia interpretazione da circa un decennio causa interminabili dibattiti tra insigni studiosi internazionali. Si tratta di una tavola di pietra, scoperta circa dieci anni fa vicino al Mar Morto e lunga circa 90 cm. Su di essa sono iscritti 87 versi in ebraico che narrano la storia di un Messia che sarebbe risorto tre giorni dopo la sua morte. Niente di nuovo se si pensa alla storia di Cristo narrata nei Vangeli, ma vi è un particolare davvero singolare: il reperto storico risalirebbe ad un’epoca antecedente alla nascita di Gesù. A riproporre il mistero di questa tavola di pietra, conservata all'Israel Museum di Gerusalemme, è il New York Times: il quotidiano della Grande Mela afferma che nuovi interessanti particolari su questo reperto saranno rivelati nei prossimi giorni durante una conferenza che si terrà nello stesso museo di Gerusalemme per festeggiare i 60 anni dalla
    scoperta dei Manoscritti del Mar Morto (i preziosissimi frammenti archeologici ritrovati in undici grotte nell'area di Qumran a metà del Novecento)

    STORIA - Scoperta da un antiquario giordano e in seguito comprata dal collezionista svizzero di origine ebraiche David Jeselshon, secondo alcuni studiosi questa tavola di pietra metterebbe seriamente in discussione l’originalità del Cristianesimo e della resurrezione di Cristo. Gran parte del testo riporterebbe passi dell’antico Testamento, specialmente i libri dei profeti Daniele e Zaccaria in cui l’angelo Gabriele presenta una visione apocalittica della storia di Israele. Secondo gli archeologi tra le iscrizioni presenti sulla tavola vi sarebbe anche un passo in cui è raccontata la storia di un Messia risorto dopo tre giorni. Ciò confermerebbe che una vicenda simile a quella della Resurrezione di Cristo era presente nella cultura ebraica prima che Gesù nascesse ed era ben conosciuta dai cittadini che vivevano nell’antico Israele. Successivamente sarebbe stata ripresa dai seguaci di Gesù e riadattata per diffondere la nuova fede. Altri
    studiosi sembrano più cauti: essi sottolineano che sulla pietra molte parole appaiono illeggibili, in alcuni punti sono addirittura scomparse, quindi è impossibile per adesso stabilire la verità.

    IL MESSIA - Una ricerca pubblicata l’anno scorso da Ada Yardeni e di Binyamin Elitzur, entrambi studiosi di iscrizioni antiche, sulla rivista specialistica «Cathedra» gettò una nuova luce sul mistero della tavola di pietra: l'articolo, intitolato «La rivelazione di Gabriele» confermava che la pietra risalisse al I secolo A.C. e i due studiosi mettevano in dubbio che il tema del Messia risorto fosse un evento raccontato per la prima volta dai Vangeli cristiani. A dire il vero già nel 2000 il professor Israel Knohl della Hebrew University aveva presentato una dettagliata e originale interpretazione sulla contiguità tra la resurrezione di Cristo e un precedente racconto ebraico che aveva come tema il Messia risorto. Nel libro intitolato «Il Messia prima di Gesù» Knohl asseriva che il protagonista della resurrezione di cui parla la tavola di pietra era un certo Simone, un condottiero ebreo che avrebbe scatenato una rivolta all’indomani della
    Morte di Erode per liberare Israele dal giogo romano. Tale vicenda sarebbe presente anche nel Talmud, uno dei testi sacri dell’Ebraismo e la rivolta sarebbe stata brutalmente soffocata dalle armate romane. Secondo lo studioso, la tradizione narrava di questo condottiero, che sebbene ucciso, sarebbe risorto tre giorni dopo la morte e avrebbe aperto la strada della libertà al popolo di Israele. Secondo lo studioso ciò risulta chiaro nei versi 19-21 presenti sulla tavola di pietra nei quali si può leggere: «In tre giorni tu saprai che il diavolo sarà sconfitto dalla giustizia» mentre in altre righe si legge che il sangue e la morte del Messia sono la strada che porterà alla giustizia. Infine in due altri versi successivi, difficili da decifrare, Knohl sostiene che vi siano scritte le testuali parole: «Dopo tre giorni tu rivivrai, Io, Gabriele, te lo comando» (Gabriele è l'arcangelo che secondo la religione ebraica era il messaggero di Dio. Nel
    Vangelo di Luca è lui ad annunciare a Maria che partorirà il figlio di Dio)

    CRITICHE - «Questi versi mettono in discussione l'originalità del Cristianesimo» afferma il professor Knohl. «La resurrezione dopo tre giorni del Messia è qualcosa che esisteva già nella tradizione ebraica prima che Cristo comparisse sulla Terra». Tuttavia molti studiosi non sembrano accettare le tesi del professor Knohl. La stessa ricercatrice Yardeni sostiene che sebbene la tavola di pietra mette seriamente in discussione l'originalità del tema della resurrezione, è abbastanza discutibile affermare che il personaggio storico Simone sia il Messia da cui poi i cristiani avrebbero tratto ispirazione. Anche il professor Moshe Bar-Asher, docente emerito di Ebraico e Aramaico all'Università Ebraica di Gerusalemme appare scettico: «In passi cruciali del testo mancano troppo parole».

    Francesco Tortora
    06 luglio 2008

    http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_...ele_messia_mar_ morto_734a14e2-4b6c-11dd-9596-00144f02aabc.shtml


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    Come una profezia (con qualche dubbio)

    Un dibattito lungo 60 anni

    Ieri nell'edizione web del New York Times si dava grande rilievo a quello che veniva definito «un nuovo testo di Qumran non su papiro ma su pietra». La pietra è in realtà un frammento mutilo, alto tre piedi (una novantina di centimetri) con un testo non scolpito bensì dipinto con una sorta d' inchiostro: 87 righe in ebraico , alcune delle quali indecifrabili proprio nella parte centrale. Stando alla lettura che ne hanno fatto alcuni, vi si parlerebbe di un Messia che dovrà morire e risorgere dopo tre giorni, ma vi sono paleografi che contestano questa interpretazione.

    La provenienza del reperto non è chiara, anche se la tesi ufficiosa la vorrebbe proveniente dalla zona del Mar Morto, dunque dalla regione di Qumran dove, sessant'anni fa, cominciarono le scoperte dei manoscritti attribuiti agli Esseni.

    Questa setta radicale dell'ebraismo, prima di fuggire all'approssimarsi delle legioni romane in marcia verso Gerusalemme — distrutta poi nel 70 — nascose la sua biblioteca in grotte inaccessibili. A partire dal 1947, grazie a un giovane beduino che cercava una capra smarrita, il deposito fu scoperto, alimentando non solo gli studi biblici ma anche una quantità tale di interpretazioni, di illazioni, spesso di bufale da indurre Umberto Eco a enunciare una sua legge. Legge che è stata confermata, tra l'altro, dal successo mondiale degli sciocchezzai di Dan Brown e imitatori. Insomma, l'asserita provenienza da Qumran del frammento di pietra è scontata , soprattutto quando l'oggetto in questione è messo sul mercato antiquario.

    Succede, infatti (ecco il retro-scoop) che il reperto non è emerso ora dalle sabbie del deserto, ma da ben dieci anni passa da un acquirente all'altro. Chi conosce il mondo dell'archeologia biblica sa come esista un mercato clandestino a servizio di ricchissimi collezionisti, talvolta veri e propri maniaci religiosi — quasi sempre anglosassoni membri di sette protestanti o ebrei della Diaspora — pronti a pagare milioni di dollari un lacerto di papiro o un frammento di pietra incisa. Naturale, dunque , che una simile domanda alimenti una fiorente industria del falso.

    Quanto al testo: viste le pessime condizioni delle 87 righe è, lo dicevamo, da supporre più che da leggere. In ogni caso, tra le poche certezze sugli Esseni, vi è quella che annunciavano a breve l'arrivo del Messia e proprio per attenderlo si erano ritirati in penitenza nel deserto. Un Messia che (pare), a differenza di quello del giudaismo ufficiale sarebbe stato sì trionfante, ma attraverso la sofferenza e la prova.
    Quanto alla risurrezione dopo tre giorni: gli specialisti interpellati dal quotidiano americano dicono di non essere certi di questo, visto che il testo è troppo malandato per darne una versione sicura.
    In ogni caso, un esperto cristiano potrebbe replicare: «Se anche fosse? Sarebbe una profezia realizzata in più, dunque un'ulteriore conferma della verità del vangelo. In ogni caso, il Nuovo Testamento non annuncia un futuro ritorno alla vita di Gesù: raccoglie la testimonianza unanime e ferrea degli apostoli che quella risurrezione è davvero avvenuta ed essi l'hanno constatata al di là di ogni possibilità di dubbio».

    Vittorio Messori
    07 luglio 2008

    http://www.corriere.it/cultura/ 08_luglio_07/messori_364e530a-4be9-11dd-85a4-00144f02aabc.shtml


     
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    I Rotoli del Mar Morto su Internet

    Autority israeliana, progetto richiedera' alcuni anni

    GERUSALEMME - Annunciata una banca dati per mettere online i Rotoli del Mar Morto, fotografati ad altissima risoluzione, e la documentazione relativa. Lo ha annunciato oggi a Gerusalemme l'Autorita' per le Antichita' di Israele.

    Il progetto pilota, la cui realizzazione richiedera' alcuni anni, ha tra i suoi obiettivi anche la conservazione e il monitoraggio delle condizioni dei preziosi rotoli tramite il ricorso a tecniche avanzate, sviluppate da scienziati della Nasa (l'ente spaziale americano).

    http://www.studioce lentano.it/ d.asp?id= 31614&opt= int

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    On line i rotoli del Mar Morto

    Ci vorranno ancora alcuni anni ma, a progetto concluso, una banca dati permettera' agli studiosi e al vasto pubblico di tutto il mondo di accedere via internet ai Rotoli del Mar Morto, fotografati ad altissima risoluzione, e alla documentazione relativa.

    Lo ha annunciato oggi a Gerusalemme l' Autorita' per le Antichita' di Israele nel presentare un ambizioso progetto pilota che ha tra i suoi obiettivi anche la conservazione e il monitoraggio delle condizioni dei preziosi rotoli tramite il ricorso a tecniche avanzate, sviluppate da scienziati della Nasa (l'ente spaziale americano).

    "I Rotoli - dice Pnina Shor, capo del dipartimento per la cura e la conservazione dei reperti - sono un patrimonio dell'Umanita' e noi pensiamo che sia nostro dovere fare in modo che siano accessibili a tutti".

    I Rotoli, che furono scritti alla fine del terzo secolo a.C. e in gran parte tra il primo secolo a.C. e il primo secolo d.C., furono scoperti da un beduino in una grotta del Mar Morto nel 1947. Comprendono il piu' antico testo scritto esistente del Vecchio Testamento (ad eccezione del Libro di Ester), oltre a salmi, inni e testi apocrifi.

    I Rotoli, che hanno enorme importanza storica, religiosa e culturale, aiutano a far luce su un periodo di grandi sconvolgimenti nella storia del popolo ebraico alla fine del Secondo Tempio cosi' come sulla storia del primo Cristianesimo.

    Si tratta di una vera e propria antica biblioteca che fa da perno tra il Giudaismo e il Cristianesimo. Per 35 anni un gruppo di soli dieci studiosi aveva monopolizzato la pubblicazione dei testi. A parte pochi lunghi Rotoli, tutti gli altri consistono in circa 12 mila frammenti - conservati nel Museo di Israele - che i ricercatori hanno raccolto con certosina pazienza in circa 1200 lastre. Nel 2001 ne e' stata completata la pubblicazione.

    A progetto concluso, afferma la signora Shnor, chiunque potra' accedere alla banca dati, vedere i frammenti dei Rotoli a cui e' interessato, la loro trascrizione, traduzione e tutta la relativa documentazione e bibliografia.

    Un problema centrale e' la conservazione dei Rotoli che sono estremamente fragili e che avevano cominciato a deteriorarsi, una volta estratti dalla grotta in cui per le particolari condizioni ambientali si erano perfettamente conservati. A questo fine l' Autorita' per le Antichita' aveva creato nel 1991 un laboratorio ad hoc e recentemente, anche con la collaborazione dei ministero per i beni e le attivita' culturali italiano e di esperti di livello internazionale, ha deciso di riconsiderare le tecniche di conservazione adottate dei Rotoli, che sono stati fotografati una sola volta negli anni cinquanta.

    Da allora pero' la tecnologia ha fatto grandi passi avanti e il ricorso a imaging a raggi infrarossi ha ora permesso non solo fotografie molto piu' nette ma ha anche messo in luce testi prima illeggibili. Grazie a queste tecniche l' Autorita' ha ora cominciato la digitalizzazione dell' intera raccolta dei testi dei Rotoli.

    Il ricorso alla tecnica dell' imaging spettroscopico permettera' di rilevare eventuali alterazioni nei Rotoli e di intervenire in tempo per prevenire danni.

    http://www.rainews24.rai.it/notizia.aspnewsID=85235
     
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    Torino: seminario internazionale sulla pergamena

    29-08-2008

    Torino diventerà dal 3 al 5 settembre la capitale della pergamena. Sarà infatti organizzato in queste date presso la Biblioteca Nazionale Universitaria un seminario internazionale che vedrà la partecipazione di esperti provenienti da tutta Europa, Stati Uniti, Russia e Australia. Tra i temi più interessanti il restauro della Biblioteca Universale incendiata nel 1904 e l’intervento sui Rotoli del Mar Morto rinvenuti nel 1947 nelle grotte di Qumran in Cisgiordania. Non è un caso che sia stata scelta una città italiana per ospitare l’evento: nel nostro territorio nazionale è custodito più della metà dell’intero patrimonio mondiale di pergamene.

    Pubblicato in Attualità, Dalla città

    http://www.zipnews.it/2008/08/torino-semin...ulla-pergamena/
     
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    Solventi e pixel: per i Rotoli l'ultima chance di salvezza

    Un team italiano collabora al restauro dei celebri manoscritti del Mar Morto L'obiettivo è digitalizzarli e diffonderli sul Web: saranno accessibili dopo 50 anni di polemiche


    CINZIA DI CIANNI

    Anche l'Italia contribuirà alla salvaguardia dei Rotoli del Mar Morto, una delle più grandi scoperte archeologiche di tutti i tempi. Un’équipe del ministero per i Beni e le Attività Culturali collaborerà con i conservatori israeliani alla revisione dei protocolli di intervento. «La prima fase, quella analitica, è praticamente conclusa - dichiara Alessandro Bianchi dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, che della missione è il coordinatore tecnico -. Nel 2009 condurremo alcune indagini con gli esperti israeliani per capire se le procedure possano essere migliorate».

    Oggi ogni intervento di conservazione e restauro sui preziosi manoscritti segue una rigida procedura, definita 15 anni fa da un team internazionale. «Ma nel tempo sono emersi alcuni problemi che non siamo riusciti a risolvere - ammette Pnina Shor dell'Israel Antiquities Authority, la sovrintendenza archeologica israeliana -. In qualche frammento, per esempio, non si capisce se sia l'inchiostro a danneggiare il supporto, e perché. Quindi abbiamo deciso di rivedere i protocolli».

    Rinvenuti tra il 1947 e il 1956 in 11 grotte nella zona di Qumran, sulla riva nord-occidentale del Mar Morto, i manoscritti contengono più di 900 testi in ebraico, ma anche in aramaico e greco, datati fra il III secolo a.C. e il I secolo d.C. Sono la più antica testimonianza scritta esistente del Vecchio Testamento: comprendono una o più copie dei libri della Bibbia ebraica, escluso il libro di Esther, più numerosi testi non canonici, giunti fino a noi in versioni greche, etiopi, siriane, armene e latine. Fra i reperti che hanno destato maggior curiosità, ci sono le regole comunitarie della setta degli Esseni - di cui, secondo alcuni, avrebbe fatto parte Gesù - e il Rotolo di Rame, che contiene un elenco di 64 luoghi sotterranei che custodirebbero il tesoro del Tempio di Gerusalemme.

    I Rotoli non rappresentano solo un'eccezionale sfida culturale e religiosa, ma anche scientifica, visti i problemi posti dalla loro conservazione. A parte alcuni testi, abbastanza integri, la maggior parte di questo fragile patrimonio è disperso in 15 mila frammenti di pergamena e papiro, che presentano differenti livelli di deterioramento. Il clima secco del deserto di Giudea ha custodito per millenni il loro segreto. Ma, una volta estratti dalle grotte, i materiali sono stati danneggiati, talvolta in modo irreparabile, dai cambiamenti di umidità e temperatura, dall'esposizione alla luce e da manipolazioni malaccorte.

    Ma oggi bisogna rimediare anche ad altri errori. «I primi a trattare i Rotoli furono gli studiosi. Lo scopo era decifrare i testi - ammette Pnina Shor - e usarono lo scotch per unire i frammenti. Poi li inumidivano e li pressavano tra lastre di vetro. Questo intervento è stato il più dannoso». Aggiunge Bianchi: «Come per molte opere d'arte, oggi anche per i Rotoli l'impegno è quello di rimediare a ciò che è stato fatto».

    Nel 1991 le autorità israeliane hanno allestito un magazzino climatizzato, che riproduce le condizioni ambientali delle grotte, e ha creato un laboratorio speciale. «Abbiamo aperto centinaia di lastre - ricorda la Shor - estraendo, quando possibile, i frammenti. Poi copriamo il verso con carta giapponese e lavoriamo sul recto. Poiché i residui di adesivo disintegrano la pergamena, dobbiamo rimuoverli, usando solventi selettivi. Al termine della pulitura rinforziamo i bordi e riempiamo le lacune, quindi collochiamo i frammenti su supporti compatibili, come il cartone non acido». Ogni frammento richiede una procedura diversa e quindi le operazioni sono lente e costose. Purtroppo, il processo di invecchiamento non può essere fermato: la pergamena in qualche caso è gelificata e tanto annerita da non consentire di individuare i caratteri.

    Così, qualche mistero rimane: alcuni manoscritti, come il «Genesis Apocryphon Scroll», pur essendo vergati con inchiostro a base di nerofumo, mostrano i segni di corrosione prodotti dal ben più aggressivo inchiostro ferrogallico. Un Rotolo trovato nella grotta 4, risalente alla seconda metà del I secolo a. C., invece, è tra i meglio conservati. Contiene i Dieci Comandamenti che figurano nel Deuteronomio 5. «E' un'emozione incredibile - commenta Pnina Shor - vedere che una copia della Bibbia di 2 mila anni fa è praticamente identica a quella di oggi».

    er molti anni dopo la scoperta solo un piccolo numero di studiosi ha avuto accesso ai manoscritti, il che ha suscitato malumori e polemiche. Finalmente, nel 2001, la Oxford University Press ha ultimato la pubblicazione della «Discoveries in the Judaean Desert», la raccolta integrale dei testi, a cui hanno contribuito 88 esperti ebrei, cristiani e musulmani. L’opera in 39 volumi ha consentito una più ampia diffusione dei contenuti dei Rotoli, ma il prossimo passo sarà ancora più ambizioso: la digitalizzazione e la diffusione su Internet. Il progetto consentirà a chiunque di studiare i testi, corredati da trascrizioni, traduzioni e interpretazioni.

    Nell'agosto scorso è partito il progetto pilota, con la consulenza di Gregory Bearman, ex ricercatore del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, mentre la raccolta dei dati è guidata da Simon Tanner del Kings College di Londra. Sotto la luce di corpi illuminanti che non emettono calore né raggi ultravioletti, i tecnici dell'«Israel Antiquities Authority» hanno già scattato 4 mila foto, ma completare il lavoro è un'impresa titanica. Si utilizza una fotocamera digitale a colori a 39 megapixel, che assicura un'altissima risoluzione, poi una fotocamera a raggi infrarossi e, per alcuni frammenti, una multispettrale, che fa risaltare l'inchiostro, rivelando dettagli invisibili a occhio nudo.

    l progetto, che richiederà cinque anni, costerà qualche milione di dollari, che al momento non sono stati trovati. «I Rotoli sono un patrimonio universale - ricorda Pnina Shor -. Devono essere salvati, a ogni costo».

    http://www.lastampa .it/_web/ cmstp/tmplrubric he/tecnologia/grubrica.asp?ID_blog= 30&ID_articolo= 5930&ID_sezione=38&sezione=News
     
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  6. pietrusco
     
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    Ho letto il libro di qumran,i rotoli del mar morto,ritrovamento del 1947,editrice newton,acquistato in libreria diversi anni fà,parla della setta degli esseni alla quale probabilmente gesù era adepto,ma il non fa cenno a tutto ciò che riporta il professore,gratia
     
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5 replies since 21/6/2007, 08:23   379 views
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