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Gratia.
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In necropoli bulgara i cavalieri templari
Misteriosi ritrovamenti accreditano l'ipotesi di una presenza dei
Cavalieri Templari nel Medio Evo in Bulgaria, durante il periodo delle
Crociate cristiane. L'attenzione di studiosi, archeologi e curiosi è rivolta
alla scoperta di una antica necropoli rinvenuta vicino al Danubio.
"Dispongo di prove documentali della presenza di Cavalieri Templari nelle
terre bulgare nel Medioevo, che con ogni probabilità saranno convalidate
anche dai reperti archeologici", ha detto il professor Nikolay
Ovcharov, il noto archeologo bulgaro che il 20-23 aprile scorsi ha fatto un
primo sopralluogo nella necropoli nei pressi del paese di Nissovo, vicino
al porto di Ruse sul Danubio, dove comincerà gli scavi nell'estate del
2008
Galleria fotografica qui:
http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/...bulgaria/1.html
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Gratia.
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Il codice della Mole
Un tour svela i segreti dei Templari Le prime sedi attestate nel 1200
sono tra via Giolitti e via Lagrange
ALESSANDRA ROLLE
TORINO
Il 2007 celebra la ricorrenza di un fatto storico importante: 700 anni
fa Filippo IV di Francia, il Bello, sopprimeva il più ricco e potente
ordine di cavalieri religiosi, quello templare.
Per l'occasione il Vaticano ha aperto gli archivi gelosamente custoditi
fino a pochi mesi fa, e documenti inediti porteranno presto nuova luce
su un tema ammantato di mistero. A chi però non sappia resistere
all'attesa, o voglia rivivere parte di un'atmosfera perduta, il tour «Il
mistero dei Templari a Torino» offre un'alternativa.
La torinese «Barburin» , società impegnata in ricerche artistiche, ha
infatti deciso di rintracciare i segni della presenza templare sotto la
Mole, a conferma di quanto l'interesse per l'Ordine continui ad essere
diffuso e costante(info: 011-853670).
Soggetto storico tra i più affascinanti di ogni tempo, i «Poveri
Cavalieri di Cristo» come furono inizialmente chiamati i Templari, erano
monaci guerrieri con l'incarico di difendere i pellegrini cristiani lungo
la via che conduceva in Terra Santa.
Numerosi elementi architettonici, costruiti all'epoca per difendere e
agevolare il cammino dei cristiani, testimoniano visibilmente ai giorni
nostri il loro passaggio.
Il voto inoppugnabile di una vita consacrata alla povertà e l'obbligo
di consegnare tutti i beni materiali alla corporazione contribuirono ben
presto a trasformare l'Ordine in una delle potenze economiche più
poderose della storia. Si creava così il mito che ancora oggi resta
nell'immaginario di molti. Sublimato dal film «Indiana Jones e l'ultima
crociata» di Steven Spielberg, dal romanzo di Eco «Il pendolo di Foucault»,
come nel recente best seller mondiale di Dan Brown «Il Codice Da Vinci»,
la leggenda templare è quanto mai attuale.
Cavalcando l'onda del continuo entusiasmo, il tour della «Barburin» si
snoda in una Torino inaspettatamente costellata di tracce. Da Piazza
San Carlo sino a Piazza San Giovanni l'impressione costante è quella di
una passeggiata tra realtà e illusione, dove un gioco di rimandi
converge nell'azzardata teoria conclusiva che vedrebbe Torino custodire il
segreto del Santo Graal.
Le prime sedi templari si trovano tra via Giolitti e via Lagrange, dove
atti notarili del 1200 attestano la Magione di San Severo e la Chiesa
di Santa Margherita al Tempio come luoghi di passaggio dei pellegrini
europei.
Continuando verso Piazza Castello, la Porta Fibellona testimonia
l'entrata in città di uno dei rami della Via Francigena e poco dopo, in
Piazza della Consolata, il campanile di Sant'Andrea, progettato dal monaco
urbanista Bruningo, è uno degli esempi architettonici più caratteristici
dell'Ordine. La torre campanaria, oltre che punto di adunanza,
presenta infatti i motivi tipici delle costruzioni templari: la scacchiera
«grisaille» e la ricorrenza dell'ottagono come sintesi compiuta tra
cerchio e quadrato, simboli di terra e perfezione.
Le soste successive portano in via Sant'Agostino, dove sorgeva l'antica
Chiesa di S.s. Giacomo e Filippo, e in Piazza IV Marzo dove si trova
«l'albergo» dei Templari.
La costruzione, dov'era necessario sostare almeno una notte,
rappresentava al contempo una dogana e una tappa fissa per chi entrava in città.
Il tour fa capolinea al Duomo di Piazza San Giovanni, con un finale a
sorpresa - che lo si sposi o meno - davvero fantasioso: potrà il
«Bafometto», testa barbuta venerata dai Templari, svelare il mistero del Santo
Graal?
http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/c.../4913girata.asp
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nepode.
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per come ho visto il topic sulla bandiera della sardegna, dove capisco che al suo iterno ci siano dei simboli templari, posso chiedere quale origine ha il nome di arcipelago della maddalena, che per quel che vedo nei libri, nei film, e nei documentari tutti i segreti girano intorno a colei che 2000 anni fa portava questo nome? . -
Gratia.
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Infondate le accuse di eresia ai Templari
Lo rivelano degli atti originali rinvenuti nell'Archivio Segreto Vaticano
CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 22 agosto 2008 (ZENIT.org).- Le carte originali del processo ai Templari rinvenute nell'Archivio Segreto Vaticano dimostrano l'infondatezza delle accuse di eresia, ha rivelato "L'Osservatore Romano".
Il quotidiano della Santa Sede ha pubblicato il 21 agosto un articolo a firma di Barbara Frale, ricercatrice della Biblioteca Vaticana e autrice di diversi libri sull'argomento, nel quale si getta nuova luce sull'ordine religioso-militare più potente del Medioevo.
In origine i Templari erano un gruppo di volontari. Vivevano presso il Santo Sepolcro offrendo la loro abilità di guerrieri per difendere i pellegrini in viaggio lungo le rotte della Terra Santa.
Grazie alla mediazione di san Bernardo, Papa Onorio II approvò la fondazione dell'Ordine templare nel Concilio di Troyes del 1129.
"In cinquant'anni il Tempio divenne una sorta di ricca multinazionale al servizio della crociata", spiega l'autrice. Agitando la falsa accusa di eresia il re di Francia Filippo il Bello, sull'orlo della bancarotta, si appropriò dei beni dell'Ordine, in seguito soppresso da Papa Clemente V.
Per raggiungere il suo obiettivo, il Re di Francia, nel 1307, si appoggiò all'Inquisizione di Francia.
"L'accusa era quella di eresia: secondo un'ordinanza d'arresto scritta dal braccio destro del sovrano, lo stesso giurista Guillaume de Nogaret che aveva partecipato all'attentato di Anagni contro Papa Bonifacio VIII (1303), i Templari praticavano in segreto riti pagani e avevano voltato le spalle alla fede cristiana".
"Grazie a fortunati ritrovamenti di atti originali conservati presso l'Archivio Segreto Vaticano – ha detto l'autrice – oggi sappiamo che la disciplina primitiva del Tempio, il suo spirito autentico, nel tempo si erano corrotti entrando in decadenza e lasciando aperta la porta alla diffusione del malcostume; ma i Templari non erano affatto diventati eretici in massa e il processo fu essenzialmente un mezzo per mettere le mani sul loro patrimonio".
"L'arresto di tutti i Templari di Francia ordinato da Filippo il Bello era un atto assolutamente illegale perché solo il Papa aveva facoltà di indagare su un ordine religioso della Chiesa di Roma, quale era appunto quello del Tempio", ha aggiunto.
"Pressato dalle emergenze finanziarie, con il regno di Francia sull'orlo della bancarotta, Filippo il Bello di fatto ne incamerò i beni sicuro di poter convincere Papa Clemente V (Bertrand de Got, 1305-1314), a condannare l'ordine dopo un processo-lampo".
"Il Pontefice invece reagì con un'energia inaspettata: dopo ben cinque anni di intense guerre diplomatiche, ricattato dal sovrano che lo minacciava di aprire uno scisma se si ostinava ancora a voler salvare i Templari, il Papa soppresse l'ordine senza mai pronunciare una sentenza e nel Concilio di Vienne del 1312 fece mettere agli atti che il processo non aveva fatto emergere prove concrete di eresia a loro carico".
"Non c'è da stupirsi – ha osservato Barbara Frale – se poco più tardi, nel Concilio di Vienne del 1312, Papa Clemente V farà mettere agli atti che i Templari non erano eretici; e anche se costretto a chiudere l'ordine per evitare che Filippo il Bello aprisse uno scisma in seno alla Chiesa cattolica, chiarì espressamente che l'ordine del Tempio non poteva essere condannato".
"Sulla storia dei Templari c'è ancora davvero tanto da indagare – ha aggiunto –. E lo studio della spiritualità di questo antico ordine religioso darà alla cultura contemporanea altri notevoli spunti di discussione".
http://www.zenit.org/article-15215?l=italian
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Gratia.
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I Templari spagnoli citano in giudizio il Papa
http://www.ilportaledelmistero.net/Vedetta...lo_vedetta.html. -
Gratia.
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Tracce di Cavalieri Templari nella Basilica di Siponto
Si ritiene che i templari si stabilirono a Siponto nei primi anni del XIII Secolo
Pubblicato il 18 ottobre 2008 alle 13:41
di Aldo Caroleo
Come ormai noto, quello dei “Pauperes commilitones Christi templique Salomonis” (Poveri Compagni d’armi di Cristo e del Tempio di Salomone), meglio noti come Cavalieri templari o semplicemente Templari, fu uno dei primi e più noti ordini religiosi cavallereschi cristiani.
La fama di quest’ordine è dovuta alla leggenda che nella custodia del Tempio di Salomone, siano venuti in possesso dell’Arca dell’Alleanza e del santo Graal. Il Santo Graal, come è noto, è il calice di cristallo di rocca nel quale Giuseppe d’Arimetea raccolse il Sangue di Gesù Crocifisso e quindi simbolo della Sapienza. Oltre alla tutela e difesa del tempio di Salomone (da cui Templari) l’Ordine si prefisse anche di assicurare la incolumità dei pellegrini in Terrasanta. Per questi motivi l’Ordine si diffuse in ogni parte dell’Europa, approdando anche in Italia.
La Puglia fu la regione italiana che per prima accolse le domus Templari. Nella Puglia settentrionale prevalevano gli insediamenti interni nelle fertili terre della Capitanata. Le domus della capitanata erano dedite alla coltivazione e raccolta dei cereali e legumi che venivano poi imbarcati per la Terrasanta.
Si ritiene che i templari si stabilirono a Siponto nei primi anni del XIII Secolo. Il patrimonio immobiliare di quella fondazione era composto da “4 casalini,13 domus,3 orti, 3 saline, 1 terra, 1 vinea “ che rendevano 5 once annue.
Gli storici identificano la domus templare sipontina con la Chiesa di Santa Maria Maggiore. Per Manfredonia non si dispongono di testimonianze dirette della presenza templare con una propria domus, tuttavia è lecito pensare che una fondazione templare fosse presente a Manfredonia che era dotata di un porto rilevante, utilizzato per le spedizioni di derrate alimentari da parte dei Templari come testimonia un documento del 1274 e da un altro del 15 maggio 1299, dal quale sappiamo che i “Bardi facevano salpare da Manfredonia un bastimento dei Templari con grano destinato agli stessi Templari e all’ordine agli Ospedalieri di Cipro.”
La simbologia templare è rappresentata da una serie di sigilli e da croci templari propriamente dette che erano lasciate come testimonianza dai Templari. In un sigillo appare uno scudo crociato del tutto simile a quello presente in una parete della Basilica di Siponto. (vedi foto).
Per quanto concerne le tipologie di Croci: la semplice croce greca è stato il primo modello distintivo dell’ordine: nella nostra Basilica sono presenti molte di queste croci semplici graffitte o a rilevo, in posizioni diverse. (Vedi foto)
Gli altri modelli di periodi successivi, sono più o meno ispirati a quello della croce patente, ovvero la croce a bracci uguali che si allargano nella parte esterna. Questi simboli si ritrovano comunemente in luoghi di frequentazione templare. Di questa tipologia di croci patenti ve ne sono diverse sui muri della Basilica. La più evidente e ben fatta è quella che si riscontra sulla facciata nord, all’interno di una losanga.
Sicuramente il tau templare che si è scoperto in un concio della parete interna della chiesa è molto raro ed è stato eseguito con una tecnica singolare e raffinatissima. (vedi foto)
Ve ne sono molte altre che possono essere ammirate, insieme ad altri graffiti, non solo templari, ma di diverse epoche, in quello straordinario giacimento artistico e storico che è la Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto.
http://www.manfredonia.net/2/3/0/10038
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