Sardegna

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  1. Montearcosu
     
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    CITAZIONE
    Proposta una nuova interpretazione dei segni
    La Stele di Nora parla di un'isola vivace nel cuore dell'Europa


    Andrea Deplano

    La Stele di Nora è la prima e più remota forma di scrittura della Sardegna. Nasce nell'isola ma parla diverse lingue, prima fra tutte il fenicio. Il lapicida incise con lettere fenicie (da destra verso sinistra) la pietra arenaria. La datazione dell'iscrizione risalirebbe fra il 750 e l'800 avanti Cristo, quando la civiltà ellenica era appena nata e Roma era ancora da venire. Fin dal 1800 tante persone si sono cimentate nella traduzione con risultati poco lusinghieri.
    I simboli di quell'alfabeto, dagli anni Ottanta del secolo scorso, grazie al vocabolario fenicio di Fuentes Estanol, hanno perso molto del loro imperscrutabile mistero.
    Giovanni Semerano - filologo indoeuropeista e semitista - lavorò su una riproduzione dei simboli assai poco attendibile: “Accanto è il saccello quello che l'ambasciatore di Ea in Sardegna ha edificato: questa memoria esprime il voto che il re per iscritto espone: elevi la costruzione l'ambasciatore davanti all'isola”. Tuttavia il filologo riuscì ad aprire ad una nuova interpretazione rispetto alle precedenti traduzioni che non lesinavano eserciti in armi. Nel 1984 Moore-Cross tentò un'altra decodifica della pietra scolpita: “A Tarsis ed egli li condusse fuori tra i Sardi egli è adesso in pace ed il suo esercito è in pace Milkaton, figlio di Subna, generale di re Pumay; ossia Pigmalione”.
    Ultimo traduttore è Salvatore Dedola. Dopo una vita di funzionario pubblico, inseguendo la conoscenza del territorio della nostra isola, riprende in mano gli strumenti che la laurea in glottologia gli offre. Dedola dedica grande attenzione allo studio della Stele di Nora per varie motivazioni: al di là della traduzione del testo è opportuno verificare l'etimologia della lingua dei simboli. Affiora una lingua sarda che si serve dell'alfabeto fenicio, non dissimile da quello etrusco, ma soprattutto racconta una Sardegna ancora riscontrabile ai giorni nostri. La traduzione che Dedola propone è alquanto lineare: “Questo è il tempio principale di Nora che io in Sardegna ho onorato in segno di pace. Io che onoro in segno di pace sono Saba figlio di Milkaton, che ho costruito Nora di mia propria iniziativa”.
    La condizione caratterizzante della nuova versione sta nella ricostruzione etimologica che Dedola, autore di numerose pubblicazioni sulla lingua e sulla cultura sarda e direttore di una collana di semitistica per le Edizioni Grafica del Parteolla, opera di quei segni-parole del fenicio. “BT” significa casa, tempio, con varianti minime nelle lingue ugaritica, accadica, assira, ebraica, e perfino il latino “habitatio” contiene la parola ed i segni in esame. “RŠ” tradotto con “principale” e confrontato con sumerico, accadico e aramaico, vive ancora in Sardegna nel nome del monte Rasu, vetta più elevata nella catena del Marghine, come anche nel cognome Rassu. La Stele di Nora si assume dunque come prima testimonianza scritta della lingua sarda e, afferma Dedola, «non è vero che i sardi non parlassero prima dell'arrivo dei romani». Gli isolani condividevano la stessa temperie culturale e linguistica con i popoli del Mediterraneo e dell'Europa con cui scambiavano rapporti commerciali. Individuando in quel Saba l'ecista di Nora, si pongono molte istanze di ri-datazione della stele, almeno intorno al 1000 a.C., e di ri-considerazione della nascita e dello sviluppo di Nora.

    da L'Unione Sarda, 11/02/2012

    che ne pensate?

     
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    Ecco il ‘dinosauro sardo’. Scoperto ad Alghero, ha 270 milioni di anni ed è il primo rinvenuto in Italia

    A vederlo, assomiglia molto a una mega tartaruga. In realtà, si tratta del primo grande vertebrato del Paleozoico rinvenuto in Italia. È vissuto più o meno 270 milioni di anni fa, era lungo 4 metri e apparteneva alla classe dei sinapsidi, gli “antenati” dei mammiferi.

    La notizia, però, riportata nel numero di febbraio dell’edizione italiana del National Geographic, è che è stato rinvenuto proprio in Sardegna, a nord di Alghero, da un’equipe delle università di Pavia e Roma (La Sapienza).

    “Per noi è stato un incredibile colpo di fortuna – racconta Ausonio Ronchi, stratigrafo del dipartimento di Scienze della terra dell’ateneo pavese –. Il ritrovamento dei resti di questo rettile erbivoro sgraziato, grande come un ippopotamo e con una testa sproporzionata è infatti molto raro”. L’animale, con ogni probabilità, morì in seguito a un evento traumatico, forse dovuto al crollo di un argine fluviale. “La Sardegna, in quel periodo – spiega l’esperto – era ruotata insieme alla Corsica di sessanta gradi e saldata alla Francia meridionale a costituire i versanti meridionali di una grande catena montuosa”. Un habitat in cui il “tartarugone” evidentemente si trovava a meraviglia.

    DA: http://www.radiopress.it/2012/02/ecco-il-s...nuto-in-italia/
     
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  3. vivamishapt
     
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    www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/254451

    E' morto l'archeologo Lilliu, guru della civiltà nuragica

    jpg

    Si è spento questa mattina all'età di 97 anni il professor Giovanni Lilliu, l'archeologo sardo di fama internazionale, ritenuto il massimo conoscitore della Civiltà nuragica.

    Accademico dei Lincei dal 1990, il prof. Lilliu deve la sua fama alla scoperta della reggia nuragica di Su Nuraxi, a Barumini, suo paese natale, uno dei villaggi nuragici più importanti e famosi, dichiarato nel 2000 patrimonio dell'Umanità da parte dell'Unesco.

    Giovanni Lilliu è morto nella sua casa di Cagliari, questa mattina alle 7. Era nato il 13 marzo del 1914. Laureatosi in Lettere classiche, è stato allievo di Ugo Rellini alla "Scuola Nazionale di Archeologia" a Roma, dove ha ottenuto la specializzazione. Dal 1943 al 1945 ha operato nella "Soprintendenza alle Antichità della Sardegna". Nel 1955 ha fondato e diretto per 20 anni la "Scuola di specializzazione di Studi Sardi" dell'Università di Cagliari ricoprendo anche il ruolo di Professore ordinario di Antichità sarde. E' stato anche Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia. E' membro di numerosi istituti scientifici italiani e stranieri, dal 1990 è membro dell'Accademia dei Lincei. Nel 2007 ha ricevuto dalla Regione Autonoma della Sardegna l'onorificenza "Sardus Pater" istituita proprio in quell'anno quale riconoscimento da assegnare a cittadini italiani e stranieri che si siano distinti per particolari meriti di valore culturale, sociale o morale e abbiano dato lustro alla Sardegna.
     
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    MISHA, lo mettiamo anche in una NUOVA DISCUSSIONE ... abbiamo tanto parlato di lui che è quasi un dovere ricordarlo... poi lo riporto anche su facebuku con il nuovo sistema di condivisione. ;)
     
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  5. shardar
     
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    interessante la storia della stele di nora che dimostra che gli antichi sardi avevano una linqua propria. interessante la scoperta del dinosauro che qui in toscana non se ne sapeva niente della scoperta. Mi dispiace per la morte del professore lilliu grande archeologo della sardegna.
     
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  6. pietrusco
     
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    a quanto pare la mummia ritrovata nel similaun OETZI, ha il dna SARDO!

    http://notizie.tiscali.it/articoli/scienza...na-corsica.html
     
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  7. bagassedda
     
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    Sembrerebbe di si... :-)
    http://mediterranews.org/2012/02/oetzi-un-...perta-eclatante
     
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  8. vivamishapt
     
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    Il buon Iperboreo, su questo forum, è da anni che lo dice che esiste un filo genetico che unisce i sardi agli antichi abitatori dei popoli europei... se ritrovo il post con l'immagine della diffusione degli aplogruppi, la posto...
     
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  9. b.or_el
     
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    CITAZIONE (vivamishapt @ 29/2/2012, 09:10) 
    Il buon Iperboreo, su questo forum, è da anni che lo dice che esiste un filo genetico che unisce i sardi agli antichi abitatori dei popoli europei... se ritrovo il post con l'immagine della diffusione degli aplogruppi, la posto...

    Non solo lui :D
     
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    sargon

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    Se non ricordo male il 40 per cento dei sardi ha l'aplogruppo del MTDNA(dna mitocondriale) I M26 che deriva dal Cro Magnon Europeo, un ominide con capelli biondi, rossi o fulvi...
     
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  11. pietrusco
     
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    BINGO! adesso c'è la prova scientifica che i sardi non erano isolati e non temevano il mare, il buon leo aveva visto giusto :salute:
     
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  12. sardan
     
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    Pane per i miei denti.
     
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  13. iperboreo50
     
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    vivamishapt Inviato il: 29/2/2012, 09:10
    Il buon Iperboreo, su questo forum, è da anni che lo dice che esiste un filo genetico che unisce i sardi agli antichi abitatori dei popoli europei... se ritrovo il post con l'immagine della diffusione degli aplogruppi, la posto...

    Grazie Misha, hai buona memoria. Vista l'ultima scoperta a proposito della genetica di Oetzi voglio riportare le cartine e le tesi che avevo esposto circa due anni or sono.
    Si parla del aplogruppo Y (Y DNA) o cromosoma Y a trasmissione da padre a figlio, presente nel genoma di Oetzi, trovato sulle Alpi e morto all'incirca nel 3300 - 3200 a.C. quindi nel periodi in cui in Sardegna furoreggiava la cultura di Ozieri.

    Nella cartina qui sotto presento alcune zone di diffusione degli aplogruppi in Europa:

    aploir1b

    la diffusione del aplogruppo I (Y DNA) è rappresentata nella seconda foto a destra. Questo aplogruppo è presente in Europa da prima dell'ultima glaciazione ed è considerato il più antico aplogruppo europeo. Il colore violaceo più intenso è diffuso oltre che in Sardegna in ex Yugoslavia (cultura Vinca del neolitico), Romania-Ucraina (cultura Cucuteni trypollie del neolitico), Danimarca-Svezia-Norvegia(cultura Ertebolle di Cro-Magnon scandinavo), Shleswig e Olanda culla della cultura campaniforme presente anche in Sardegna.Altro colore violaceo meno intenso indica le zone dei Balcani e della costa est inglese.
    Non credo ci sia bisogno di elencare le antiche costruzioni e i simboli presenti in questi territori e quindi anche in Sardegna.

    La prima foto a sinistra indica la diffusione del aplogruppo R1b, il secondo per diffusione in Sardegna. Anche in questo caso non possiamo non notare in che territori era diffuso.
    La cartina in basso a destra indica la diffusione della cultura megalitica europea occidentale.
    Se sovrapponiamo questa cartina a precedenti due vediamo che questa cultura era l'appannaggio dei popoli appartenuti a questi due aplogruppi: I e R1b
    Ricordo inoltre , se c'è ne fosse bisogno, che la cultura megalitica europea e sarda ha riempito l'Europa occidentale di monumenti, costruzioni, templi e altro quando in Mesopotamia e in Egitto non c'era ancora nulla.
    Il monumento più antico di questa cultura, il tumulo a gradoni di Bernenenz è del 4500 a.C. ossia 2000 anni prima della prima piramide a gradoni egizia e altrettanto prima della zigurat di Ur.

    Ma ci sarebbe anche la foto in basso a sinistra, riguarda l'indice cefalico dei popoli dell'antichità e la loro diffusione in Europa.
    Anche qui notiamo che l'indice dolicocefalo sardo è lo stesso delle genti dell'Europa megalitica.

    Ma per confrontare meglio questo dato osserviamo la successiva composizione:

    indicecefalicoedistribu

    Ho segnato con le frecce le zone dove l'indice cefalico dolicocefalo era diffuso in Europa, e siamo nuovamente nell'Europa megalitica, nella cartina della Sardegna in alto nel mezzo con i colori racchiusi nel quadratino è rappresentato il valore cefalico della cartina precedente. Questo dato si riferisce all'anno 1889.
    Quindi il rosso, il marrone e il sabbia scuro indica la diffusione del indice propriamente dolicocefalo in Sardegna.
    Se andiamo alla cartina in alto a destra che indica la densità dei nuraghi vediamo che questi dati si sovrappongono.
    Lo stesso vale per le tre cartine in basso, rispettivamente della diffusione della cultura di Ozieri, diffusione degli ipogei di questa cultura e la diffusione sul territorio delle statue menhir.

    Si può quindi concludere che la popolazione sarda del aplogruppo I (Y DNA), R1b di conformazione cranica dolicocefala era la stessa popolazione che fuori dalla Sardegna abitava le terre della cultura megalitica europea occidentale.

    E' la stessa popolazione che ha fondato la cultura di Ozieri con i suoi ipogei e le sue domus de janas, con i suoi menhir, circoli di pietre e dolmen. Ed è la stessa popolazione che si è poi evoluta nella cultura nuragica delle tombe dei giganti, dei pozzi sacri e dei nuraghi.
    Gli unici in tutto il Mediterraneo e simili con il resto degli occidentali dalla Scandinavia alla Spagna.

    Un altra prova di questo collegamento è la distribuzione di queste genti e delle loro culture sul territorio della Sardegna. Occupano prevalentemente la parte nord ovest e centro ovest della Sardegna. Ma cosa c'era di così interessante in quella parte dell'isola?
    Era la corrente marina che partendo dal golfo del Leone scende verso il sud bagnando le coste occidentali sarde.
    Nel golfo del Leone sbocca il fiume Rodano che era considerati l'autostrada dell'antichità. Lungo questo fiume venendo dal nord lungo il Reno sono passate genti dal nord al sud. Lungo questo fiume sono stati trovati moltissimi siti megalitici e della cultura campaniforme che con questa via è arrivata in Sardegna.

    Ma non è tutto.
    La terza composizione riguarda i bronzetti del museo di Cagliari.
    Nelle teche del museo la maggior parte, la stragrande maggioranza, dei bronzetti è del tipo dolicocefalo.
    Questo ci dice che nel periodo in cui questi bronzetti sono stati fusi, inizio del ferro, anno 1000 circa, la popolazione della Sardegna e la sua élite militare e civica era dello stesso tipo da sempre presente in Sardegna.

    4dolicocefalo

    Posso quindi affermare che dal mesolitico attraverso il neolitico, il calcolitico, il bronzo fino al periodo del ferro la popolazione sarda era sempre quella,
    I cambiamenti sono arrivati con l'invasione e la pulizia etnica in danno dei sardi per mano dei cartaginesi.

    :salute: :salute:

    P.S. in un post in un altra discussione si fa il parallelo tra gli Urim e Oetzi.
    Secondo Leo gli Urim sono usciti da Ur nel 2000 a.C. mentre Oetzi è del 3300 a.C.
    Per piacere......

    :viching grr:
     
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    <<posso quindi affermare che dal mesolitico attraverso il neolitico, il calcolitico, il bronzo fino al periodo del ferro la popolazione sarda era sempre quella,
    I cambiamenti sono arrivati con l'invasione e la pulizia etnica in danno dei sardi per mano dei cartaginesi.>>

    MA CI FACCIA IL PIACERE!

    Caro Iperboreo, a ogni conferenza mi sento attribuire cose che non ho detto o che ho detto in parte o per provocazione o per supposizione.. Ho già spiegato ampiamente anche qui, che per URIM non si intende necessariamente "QUELLI CHE USCIRONO DA UR nel 2000 a.C.), ma gli ABITANTI di UR"
    E come ripetuto fino alla nausea, i Popoli ANDAVANO e tornavano da EST a OVEST e DA OVEST a EST.. continuamente... fissarsi su un dato e una data .. o è da sciocchi o è da furbetti...
    Quindi fammi il piacere, visto che comunque sia ho stima per te, ESìMITI dal farlo ancora. <_<
    Piuttosto chi è in errore ...ma un ERRORE MACROSCOPICO, sei tu che dichiari quanto sopra (Riportato QUI), che è ANTISCIENTIFICO e ANTISTORICO.... PULIZIA ETNICA DEI CARTAGINESI... ma per favore! :P
    KUM SALUDE!
    LEO :vandal:
     
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    sargon

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    L'aplogruppo più diffuso in Sardegna è l'Im26 che deriva dal Cro Magnon europeo. Il secondo aplogruppo per diffusione è l'R1b.Il terzo aplogruppo è l'R1a.Il quarto è il G.Il quinto è il E3b. Il sesto è il J2.
    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/comm...os_de_ADN-Y.PNG
    Nell'immagine del link si vede la diffusione di gruppi umani in base ai loro aplogruppi: G2 viene dall'Anatolia-Caucaso da cui dovrebbero derivare il J2 e il E3b mesopotamici e l'I2 della penisola balcanica, da questultimo derivano l'R1b dell'Europa dell'est e l'R1a dell'europa centrale e poi viene omesso nella cartina l'Im26 nei Pirenei, Catalogna e zone adiacenti da cui poi arrivano gli abitatori del blocco sardo-corso che potremmo chiamare nuragici.
    Quindi avete ragione entrambi, i sardi hanno caratteristiche genetiche in parte derivate da abitanti dell'Europa in tempo preistorico e in parte da etnie che vengono dall'Oriente, l'aplogruppo Im26 caratteristico da genti che vivevano in europa dalla preistoria che ritroviamo nel 40 per cento dei sardi e gli altri aplogruppi che possiamo ricondurre a un'origine orientale(sto escludendo volutamente aplogruppi con percentuali basse di presenza).Con lo studio degli aplogruppi risulta possibile pensare ad un popolo arrivato in Sardegna nel 2000 a.C. per via degli aplogruppi G2-J2 e l'E3b(ma si tratta di aplogruppi riscontrabili in una parte minoritaria della popolazione sarda)mentre gli altri aplogruppi come l'R1a, l'R1b e l'I2 potrebbero essere arrivati anche successivamente abbassando la percentuale degli altri aplogruppi.Bisognerebbe fare ricerche sulla presenza geografica di questi aplogruppi nel tempo per conoscere il percorso intrapreso per arrivare in Sardegna, in quanto non è detto siano arrivati in Sardegna in ordine di comparsa.

    G2 ebbe origine in Medio Oriente circa 30.000 anni fa e ben presto si diffuse in gran parte dell'Europa sud-orientale. Il grosso di tale migrazione risale a circa 15.000 anni fa.

    R1b datato circa 30.000 anni (ma probabilmente più giovane) è senza dubbio l'aplogruppo più diffuso in Italia e nell'Europa occidentale. Tradizionalmente è associato ai primi abitanti del continente, tuttavia si discute attualmente se possa essere giunto in Occidente alcuni millenni più tardi. In particolare, qualcuno associa R1b ai rami centum delle lingue indoeuropee.

    R1a relativamente giovane (ha "solo" 10.000 anni), ha origine nelle steppe a nord del Mar Nero. La sua espansione verso ovest è spesso associata all'espansione delle lingue indoeuropee (in particolare del gruppo satem). Al giorno d'oggi, la maggior concentrazione di R1a si trova nell'Europa orientale e settentrionale.

    J2 fece la sua comparsa 10.000-15.000 anni fa nel nord della Mezzaluna Fertile. J2 è abbastanza diffuso nell'Europa centrale. Uomini appartenenti a questo aplogruppo sono stati tra i primi agricoltori della storia.

    E3b il "fondatore" di questo aplogruppo nacque circa 20.000 anni fa in Medio Oriente. I suoi discendenti furono tra i primi agricoltori e nei secoli diffusero la pratica in tutta l'area mediterranea, dove ancora oggi si trova la maggior parte degli uomini appartenenti a tale gruppo.

    Edited by Podda87 - 1/3/2012, 20:15
     
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