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  1. pietrusco
     
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    s'uraki dovrebbe avere 10 torri, non tutte visibili
     
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  2. Gratia
     
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    Archeologia: tombe e corredi funerari scoperti a Tharros

    Campagna di scavi delle Università di Cagliari e Bologna
    19 agosto, 12:11

    (ANSA) - ORISTANO, 19 AGO - Alcune decine di tombe di diverse tipologie datate tra il VII e il III secolo avanti Cristo e i loro ricchi corredi funebri costituiti dai consueti vasi rituali, da oggetti personali, armi (anche di ferro), gioielli, .amuleti, scarabei e monete. E' la scoperta effettuata dalle archeologhe Carla Del Vais, dell'Universita' di Cagliari, e Anna Chiara Fariselli, dell'Universita' di Bologna. Diverse tombe erano integre e questo ha permesso di chiarire e documentare, per la prima volta, aspetti importanti della vita e dello sviluppo della citta' di Tharros in eta' fenicio punica.(ANSA).

    http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/sar..._753842477.html
     
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  3. Gratia
     
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    I reperti di Tharros salvati dall'erosione

    Conclusa la campagna di scavi nell'insediamento settentrionale

    di Francesco G. Pinna

    CABRAS. Hanno riposato in pace per 2.500 anni tumulati col capo rivolto verso ovest nelle tombe scavate nella sabbia della odierna San Giovanni di Sinis. Poi a turbare il sonno eterno dei coloni fenici e punici sepolti nella necropoli settentrionale di Tharros sono arrivati i ricercatori.

    Intorno alla metà del secolo scorso gli operai che scavavano le fondamenta delle prime case al mare di professionisti e possidenti oristanesi e cabraresi e assieme a loro gli immancabili tombaroli hanno scosso quella serenità. Quello che non era finito sotto la valanga di cemento delle seconde case e nelle mani avide dei predatori di amuleti e scarabei è stato portato alla luce tra luglio e agosto dagli archeologi delle Università di Cagliari e di Bologna.

    Si tratta di decine di tombe di diversa tipologia (a pozzo, a camera ipogeica, con o senza corridoio scalinato) e in gran parte integre e dei loro ricchi corredi funebri costituiti dai consueti vasi rituali, da armi di ferro, gioielli, scarabei, amuleti, monete e altri oggetti personali.

    Niente di particolarmente nuovo da questo punto di vista, hanno detto in una conferenza stampa le archeologhe Carla Del Vais dell'Università di Cagliari e Anna Chiara Fariselli dell'Università di Bologna, perchè Tharros ha restituito già nel corso dell'800 migliaia di oggetti e di reperti delle stesse tipologie.

    A fare la differenza, hanno spiegato le due studiose, è che stavolta gli scavi sono stati fatti seguendo i crismi dell'archeologia contemporanea, che non si accontenta di riportare alla luce un oggetto più o meno antico e prezioso da esporre nei musei ma documenta con scrupolo scientifico ogni fase dello scavo e prosegue il lavoro di analisi e indagine anche dopo il completamento dello scavo e la messa in sicurezza del sito.

    La campagna di scavi, ha ricordato l'assessore comunale alla Cultura di Cabras Sergio Troncia, è stata condotta su concessione ministeriale anche grazie al contributo finanziario del Comune.

    L'intervento, hanno spiegato ancora gli archeologi, aveva anche carattere di urgenza, perché l'area della necropoli, davanti al cosiddetto "spiaggione", è interessata da fenomeni di erosione costiera e c'era il rischio concreto di perdere per sempre la possibilità di capire e documentare aspetti importanti della vita e dello sviluppo della città di Tharros in età fenicio punica e per la precisione nell'arco di tempo che va dalla fine del settimo secolo fino all'epoca della conquista romana della Sardegna e cioè al periodo della cosiddetta "Rivolta di Amsicora" del 216 e 215 avanti Cristo.
    19 agosto 2011

    http://lanuovasardegna.gelocal.it/cronaca/...rosione-4812631
     
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    <<dalla fine del settimo secolo fino all'epoca della conquista romana della Sardegna e cioè al periodo della cosiddetta "Rivolta di Amsicora" del 216 e 215 avanti Cristo.>>
    La rivolta di AMPSI.KORRA e della sua città di KORRA... nome sardo ancora oggi, ma CHIARAMENTE PUNICO per gli ARCHEOBUONI!.. Già ma loro non conoscono la LIngua Sarda... leggete i loro nomi.. e si spiega da solo il motivo. :dev.gif: :dev.gif:
     
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  5. pietrusco
     
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    ho visitato tharros proprio nei giorni della scoperta, confermo che c'è un'area vietata al pubblico, transennata e provvista di cartelli
     
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  6. Montearcosu
     
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    http://www.suscruxoxu.it/index.php?option=...d=190&Itemid=11
    CITAZIONE
    La memoria tradita
    Niente Sardegna, niente Tuvixeddu. La più importante necropoli fenicio- punica del Mediterraneo non è stata nemmeno considerata dalla 35a commissione dell'Unesco, l'ultima, che si è riunita due mesi fa. Altri siti, anche italiani, sono stati invece riconosciuti Patrimonio dell'Umanità. Ma non il Colle sacro di Cagliari, assediato dal cemento dei palazzi.

    Eppure la pratica era stata avviata nel 2008, con tanto di relazione redatta dall'archeologo Piero Bartoloni e da Tatiana Kirova. Bartoloni insegna all'Università di Sassari, ed è uno dei maggiori esperti di archeologia fenicia. «Tuvixeddu è un caso che resta sulle coscienze degli amministratori cagliaritani e regionali. Solo se si sorvola con l'elicottero si capisce lo stato in cui versa: un lacerto archeologico, sbranato. Il suo valore è unico, lo abbiamo ribadito ma poi tutto cade nel dimenticatoio e l’Unesco si dimentica di noi».

    Il nostro Paese ha il più alto numero di siti che godono dello status Patrimonio dell’Umanità, 47 su un totale mondiale di 936, mentre in Sardegna l'unico luogo riconosciuto nel 1997 è la reggia nuragica di Barumini. L'altro bene tutelato, immateriale, è il canto a tenore, dal 2006. Oltre al parco geominerario, primo esempio di rilevanza internazionale. E poi più nulla, tranne l’ultima candidatura della Discesa dei Candelieri, a Sassari.

    Disperdiamo così la nostra ricchezza più grande: una storia lunghissima, un patrimonio artistico unico. È il frutto di una politica che si fonda sull’idea che la cultura “non dà da mangiare”. Eppure tutti gli esperti, e tutto il mondo, dicono il contrario. In un lungo articolo nel giornale in edicola, Maria Antonietta Mongiu ripercorre le tappe della vicenda legata alla necropoli punica: “il progetto era portare l’Unesco nel cuore della più estesa e meglio conservata necropoli punica del mondo e nella capitale della Sardegna, “regione meglio tutelata ed istruita d’Europa” che sui beni culturali, materiali ed immateriali e sull’ambiente, avrebbe costruito lavoro e ricchezza”. Questo progetto è stato dimenticato e la Mongiu rivolge ora al Presidente della Regione e al Sindaco di Cagliari la domanda di sempre: “Ma, e Tuvixeddu?”.
    da Sardegna24, 21/08/2011

    CITAZIONE
    Tuvixeddu, il fascicolo nascosto

    L'indifferenza dell'Unesco nei confronti di Tuvixeddu ha origini sarde. Domenica scorsa Sardegna 24 ha rivelato come la 35sima commissione dell'organismo delle Nazioni Unite non avesse considerato la pratica sulla più importante necropoli punica del Mediterraneo. In realtà quella pratica non ha mai lasciato i palazzi della Regione e la relazione degli esperti, l'architetto Tatiana Kirova e l'archeologo Piero Bartoloni, depositata nel 2008, non è mai arrivata nemmeno al ministero dei Beni culturali a Roma.

    La conferma è arrivata anche da un funzionario dell'assessorato all'Urbanistica che ha accennato a una presunta incompletezza del lavoro, che però non è mai stata comunicata ai due relatori. «Dopo la consegna - dice Bartoloni - non me ne sono più occupato. Ma non sono stato nemmeno contattato da nessun funzionario. Qualsiasi lavoro può essere incompleto... Ma i rilievi devono essere documentati, sarei ben disponibile a riprendere quanto fatto, approfondire e rilanciare la candidatura. Di certo – aggiunge - io non ho visto nessun risultato del lavoro durato almeno due mesi».

    È stato l'architetto Tatiana Kirova ad aver scoperto che la relazione non era mai uscita dai cassetti della Regione. Quando si è recata all'assessorato per avere maggiori notizie al riguardo si è sentita rispondere che la relazione sarebbe stata “incompleta”. «Sono rimasta senza parole», spiega la docente universitaria, «perché davvero non capisco come una funzionaria della Regione possa stabilire la completezza di una relazione tecnica, firmata per altro da un esperto di fama nazionale come il prof. Bartoloni. Al massimo poteva essere l’Unesco a stabilirne il valore, non certo un ufficio tecnico».

    E l'ex assessore all'Urbanistica Gabriele Asunis, interpellato sulla vicenda dal nostro giornale, sembra cadere dalle nuvole e dichiara di non sapere nulla della vicenda. «Sono venuto a conoscenza della questione dal vostro giornale. Guidavo l’Urbanistica, ma era tutto in mano agli uffici. Io non ho la più pallida idea di come siano andate le cose».

    25 agosto 2011

    http://www.sardegna24.net/il-fatto/tuvixed...ascosto-1.17301
     
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    STUDIOSO DEI POPOLI DEL MARE

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    <<<l'indifferenza dell'Unesco nei confronti di Tuvixeddu ha origini sarde. Domenica scorsa Sardegna 24 ha rivelato come la 35sima commissione dell'organismo delle Nazioni Unite non avesse considerato la pratica sulla più importante necropoli punica del Mediterraneo. In realtà quella pratica non ha mai lasciato i palazzi della Regione e la relazione degli esperti, l'architetto Tatiana Kirova e l'archeologo Piero Bartoloni, depositata nel 2008, non è mai arrivata nemmeno al ministero dei Beni culturali a Roma.>>

    NON volgio sicuramente difendere i POLITICI che stanno alla regione, che sono peggio di chi è adetto ai nostri Beni Archeologici.. ma torno a dire:
    LEGGETE I NOMI dei cosidetti ESPERTI... esperti di cosa..? di TUTTO QUANTO è IN SARDINIA è FENICIO/PUNICO?
    E allora a noi che ci frega? magari avrebbero dovuto rivolgersi al CONSOLATO... LIBANESE... :dev.gif: :dev.gif:
    MA CI FACCIANO IL PIACERE! :dev.gif:
     
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  8. Montearcosu
     
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    CITAZIONE
    Si è arenata la trattativa con la Regione per estendere il riconoscimento già concesso a Barumini

    Nuraghi, schiaffo all’Unesco

    Snobbata la proposta di farli diventare tutti «patrimonio dell’umanità»
    L’idea partì nel 2008 da un funzionario dell’organizzazione internazionale Il caso Tuvixeddu


    CAGLIARI. Secondo l’Unesco la rete dei nuraghi della Sardegna è il candidato ideale per entrare nell’elenco dei «beni patrimonio dell’umanità»: i funzionari dell’organizzazione internazionale lo hanno detto in diversi meeting nel 2008 mentre era in corso la procedura per riconoscere la reggia di Barumini. La Regione aveva raccolto l’invito, poi tutto si è fermato. Come per Tuvixeddu, necropoli fenicio-punica senza eguali nel Mediterraneo, in questi tre anni ignorata dalla Regione che ha scelto di non mandare avanti l’iter per il riconoscimento Unesco.
    Nel 2008 Manuel Guido, funzionario dell’Unesco, invitò un gruppo di colleghi della Regione Sardegna ad allargare a tutti i nuraghi dell’isola la procedura che avrebbe trasformato l’intera rete in un «bene patrimonio dell’umanità». In quei mesi la Regione e la soprintendenza archeologica di Cagliari e Oristano lavoravano alla relazione che doveva portare al riconoscimento di Su Nuraxi di Barumini quale «patrimonio dell’umanità». In un incontro che si era tenuto a Torino, il rappresentante degli uffici Unesco aveva definito «limitante» per la Sardegna il fatto che il prestigioso marchio Unesco esistesse solo sulla pur magnifica reggia di Barumini. L’Unesco aveva suggerito anche un termine di scadenza per concludere la procedura e blasonare l’intera civiltà nuragica del titolo di «patrimonio dell’umanità». Ebbene da allora nulla è successo, la rete dei nuraghi è rimasta nella mente di quel funzionario dell’Unesco, le rare riunioni non hanno prodotto che poche pagine di relazione, qualche mese fa un dirigente della Regione, pur senza alcuna richiesta da parte della giunta, dell’assessorato alla Cultura, di quello al Turismo e tantomeno dell’Urbanistica, ha inviato una lettera alla soprintendenza per riallacciare il filo e tentare di non disperdere l’opportunità. Un tale spreco è il fratello neppure minore della vicenda di Tuvixeddu, necropoli celebrata nell’intero Mediterraneo per dimensione, stato di conservazione, importanza storica e qualità degli studi ad essa dedicati, ma non per questo diventata «patrimonio dell’umanità» nonostante la procedura ben avviata nel 2008 sotto la giunta Soru. Il titolo di «patrimonio dell’umanità» è un marchio di qualità cercato in tutto il mondo dal turismo scelto perché garanzia di alta serietà nella selezione, un vero lasciapassare per entrare in una comunità internazionale vasta e pronta a spendere per visitare un monumento o per contribuire a sostenerne la conservazione. La Sardegna contemporanea, culla di una civiltà antica fra le più originali, sembra aver deciso di ignorare tutto questo. Solo Barumini al momento è entrato nell’elenco dei siti preziosi per l’umanità: tutti gli altri torrioni e villaggi di cui è disseminata l’isola no. Il disinteresse verso questa opportunità è cresciuto negli ultimi anni: l’assessorato all’Urbanistica e quello ai Beni culturali nel 2008 si erano fatti promotori della procedura a favore di Tuvixeddu e quindi, quasi portata a termine questa, in seguito al suggerimento arrivato dall’Unesco, avevano cominciato a lavorare per costruire la rete dei nuraghi col grande e rinomato punto di partenza di Barumini. Il codice Urbani, la legge fondamentale dello Stato che riconosce nel paesaggio un bene da conservare e tutelare al pari dei monumenti singoli, incoraggia gli enti «ad attivare i siti Unesco» perché marchio importante con irrinunciabili aspetti economici, non soltanto di tutela. Condizione per entrare fra i siti Unesco è che ci sia un piano di gestione del bene: l’Unesco ha fatto arrivare denaro in Sardegna, 50mila euro attraverso il ministero dei Beni culturali, perché si potesse elaborare, tra l’altro, il piano di gestione del sito di Barumini. Il tavolo riunito attorno a Su Nuraxi si rivelò subito piuttosto «egoista»: la soprintendenza e i cinque comuni della Marmilla non erano immediatamente favorevoli alla creazione della rete dei nuraghi e quindi all’estensione del piano di gestione. L’architetto Tatiana Kirova, come già aveva fatto per Tuvixeddu, si batté parecchio in quel contesto perché si desse seguito al suggerimento Unesco. In tre anni gli incontri sono stati rari, l’ultimo con tutti i protagonisti riuniti risale all’inizio del 2010, a luglio la soprintendenza ha di nuovo riaperto il tavolo ma senza risultati. Eppure, nel 2008, l’assessorato all’Urbanistica aveva un piglio propositivo: si era candidato per far da capofila al progetto «rete dei nuraghi», portando anche l’idea di creare un ufficio interamente dedicato a questa operazione. Oggi non c’è un atto ufficiale che decreti il fermo: quasi che della rete dei nuraghi non si debba parlare mai, neppure per farla sparire.

    da La Nuova Sardegna, 26/08/2011

    http://www.suscruxoxu.it/index.php?option=...d=192&Itemid=11
     
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  9. iperboreo50
     
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    SIAMO, SIETE, SONO PAZZI????????????????




    www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/233440

    Due settimane fa era nella zona di Piscina Rei, oggi è ridotta in cenere.
    In quella zona ci sono siti archeologici della Sardegna antica, oltre sessanta menhir a Piscina Rei e Nuraghe is Scalas.
    Saranno ridotti in cenere?????

    guardate le foto della zona di nuraghe is Scalas con oltre 40 menhir del calcolitico.

    https://picasaweb.google.com/1058289926439...eScalasCostaRei

    Con queste erbacce secche basterebbe una cicca non spenta per cancellare 5000 anni di storia.
    E di fronte al campeggio Piscina Rei, altri 22 menhir nelle condizioni ancora peggiori.

    Tutt'attorno i campi pulitissimi, rasati a dovere, ma nelle due zone archeologiche le erbacce a non finire.

    altri 15 album sulla Sardegna di quest'anno al solito indirizzo:

    http://picasaweb.google.com/105828992643903195268

    notate la differenza e la cura della zona a Pranu Muttedu. Se si vuole.................


    :(

    Edited by iperboreo50 - 28/8/2011, 20:02
     
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  10. LessàAlessandro
     
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    ho saputo...in questi giorni andrò ad assincerarmi di persona che danni hanno subito i menhir di piscina rei...
     
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    A Pranu Muttedu vi è di GUARDIA un VERO appassionato di storia sarda e SHARDANA... provate a informkarvi e magari andate a trovarlo... se volete a nome di Leonardo Melis... :salute:
     
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  12. granitu sardu
     
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    CITAZIONE (LessàAlessandro @ 28/8/2011, 23:21) 
    ho saputo...in questi giorni andrò ad assincerarmi di persona che danni hanno subito i menhir di piscina rei...

    Ma quali sono i menhir colpiti dall'incendio.... cuili Piras, is scalas o quelli vicino al mare ???

    Ahoooooo!!!
     
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  13. iperboreo50
     
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    CITAZIONE (granitu sardu @ 29/8/2011, 20:15) 
    CITAZIONE (LessàAlessandro @ 28/8/2011, 23:21) 
    ho saputo...in questi giorni andrò ad assincerarmi di persona che danni hanno subito i menhir di piscina rei...

    Ma quali sono i menhir colpiti dall'incendio.... cuili Piras, is scalas o quelli vicino al mare ???

    Ahoooooo!!!

    il giornale diceva di molti incendi a Piscina Rei e dintorni, secondo l'articolo sull'Unione il fuoco era arrivato fino a un campeggio a Piscina Rei. Siccome a Piscina, vicino al campeggio Piscina Rei c'è il campo dei menhir, non vorrei che il fuoco fosse arrivato fino lì.
    Anche perché se guardi le foto dei menhir a is Scalas che è sempre a Piscina Rei, vedi che 43 di questi si trovano nel mezzo delle erbacce secche e dei cespugli pronti ad essere bruciati....
    La mia era una preoccupazione sia per queste sia per tutte le altre zone archeologiche non gestite che sono nelle condizioni di abbandono. Basta un coglione e millenni di storia vanno a farsi benedire.
    Non è possibile mantenere queste zone che poi non sono molto estese, in ordine?
    Mancano soldi e i monumenti sono a migliaia, ma si potrebbe in molte occasioni creare delle squadre di volontari per mantenerle pulite.
    Ti faccio un esempio: qui in Emilia dopo aver costruito una quantità esagerata di rotonde sulle strade, per mantenerle in ordine (molte sono piene di fiori e di piante ornamentali) hanno dato queste in gestione alle scuole e ai privati, (officine, artigiani) che in cambio di pubblicità e forse di qualche facilitazione, le tengono pulite e in ordine.
    Avvicinare le scolaresche e i privati a questi siti farebbe bene a tutti.
    Per esempio i menhir vicino alla spiaggia si potrebbe dare in gestione al campeggio che sta lì di fronte.

    Girando da quelle parti ho cercato di trovare un qualche sentiero e una qualche indicazione per la zona di cuili piris, ovviamente non ho trovato nulla. Mi sai dire come fare ad arrivarci?

    :salute: :salute:
     
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  14. alushrdn
     
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    La tua proposta non è sbagliata bisognerebbe soltanto tener conto del fatto che la Sardegna è un immenso....anzi è il più grande museo a cielo aperto del mondo.Andrebbe protetta fino a un km di distanza dalle sue coste.
    Purtroppo nelle scuole Sarde viene insegnata la storia antica degli altri popoli....e nulla riconduce alla nostra terra,la terra delle origini la terra dei padri.
    Il risultato è che i nostri figli sanno tutto dei romani,degli Egiziani e cosi via...e quando si trovano davanti un nuraghe o una tomba di giganti non sanno cosa è....NON SANNO COSA E'.
    Immaginati se possono averne cura.
     
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  15. LessàAlessandro
     
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    guarda su wikimapia Iper...
     
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539 replies since 11/12/2006, 22:40   23517 views
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