LA ROTTA DEI FENICI

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  1. vivamishapt
     
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    DA ARCHEOGATE

    Un "matrimonio del mare" per fruire in chiave moderna percorsi storici tracciati tremila anni fa. È quello sancito per la "Rotta dei fenici" tra l'omonima associazione culturale e il ministero dei Beni e le attività culturali, che hanno firmato una convenzione per valorizzare le rotte di mare e di terra calcate dal popolo semita sulle tre sponde del Mediterraneo. Un itinerario che ha già ottenuto il riconoscimento dal Consiglio d'Europa e sta organizzando una rete di visite innovative che potrebbe interessare 18 Paesi del "mare nostrum" e oltre 80 città d'origine fenicio-punica. In base all'accordo, siglato lo scorso 6 luglio ma reso noto solo adesso, il Mibac finanzierà il progetto con 140 mila euro e realizzerà una squadra di esperti - tra cui l'archeologo di Sebastiano Tusa e il docente di Storia romana Giovanni Brizzi - per definire i luoghi fenici nel Mediterraneo in cui dare vita a nuove iniziative di richiamo turistico-culturale e la creazione di un webGis del Mediterraneo, ovvero un navigatore virtuale sulle rotte dell'itinerario, che sarà ospitato sul sito del Mibac e su Google Earth. È la prima volta che un ministero stipula un accordo con un'organizzazione di territori per valorizzare il patrimonio archeologico legato a un tema specifico come quello dei fenicio-punici nel Mediterraneo che nelle intenzioni dovrebbe rivelarsi un valore aggiunto in chiave turistica, in particole nel centro-sud, dove più forte è l'impronta fenicia. E se un'intesa è già stata siglata anche con il ministero della Cultura del Perù, trattative sono in corso con Francia, Spagna, Grecia, Tunisia e, immancabilmente, Libano.

    Fra i percorsi individuati, sette sono di archeotrekking. Su tutti, quelli di Selinunte, nove chilometri alla scoperta delle antiche vestigia delle popolazioni provenienti dall'attuale Libano. Ma gli itinerari archeologici in Sicilia prevedono anche percorsi subacquei e velistici, tra le Egadi, Pantelleria e Scopello, in una singolare interazione fra il turismo culturale e quello nautico. Nel Lazio gli "archeosub" potranno invece andare alla scoperta di Pyrgi, il porto franco "condiviso" insieme dagli Etruschi, mentre gli appassionati delle imbarcazioni avranno modo di fare rotta, oltre alla Trinacria, fra la Sardegna e la Tunisia. Sulla terra sarà invece possibile ripercorrere il cammino di Annibale, dalle Alpi a Canne, passando per il Trebbia e il Trasimeno. E proprio sulle rive del lago umbro è stato realizzato un documentario in 3d che mostra la battaglia con cui il "grande generale nero" mandò allo sbaraglio l'esercito romano guidato dal console Gaio Flaminio. Infine, sempre in Umbria, una serie di percorsi enogastronomici. "Un impegno economico oneroso, ma ricco di soddisfazioni", lo ha definito nel corso della conferenza stampa di presentazione il direttore generale per le Biblioteche e gli Istituti culturali Maurizio Fallace, tanto da spingere il ministero a "validare il percorso, come già fatto con la via Francigena".

    "È un caso unico, la collaborazione di tre continenti a un unico progetto culturale - ha detto il direttore dell'associazione culturale'Rotta dei fenici', Antonio Barone -. Sarà possibile creare un circuito innovativo. I primi appuntamenti partiranno già dal mese prossimo. Dal 14 al 16 gennaio il Trasimeno sarà interessato da una tre giorni dedicata alla battaglia della seconda guerra punica, poi a febbraio toccheremo il Libano e, a seguire, la Linguadoca, la Tunisia e la Sicilia e infine l'Andalusia". "L'Italia ha perso molte posizioni nel turismo classico - ha affermato il consigliere del ministro Bondi, Angelo Crespi - ma abbiamo prove che sta crescendo quello legato ai beni culturali, legato a un patrimonio 'stabile', non replicabile né trasferibile altrove. Abbiamo puntato molto su un'idea dei beni culturali come motore di sviluppo e la 'Rotta dei fenici' è uno di questi esempi, visto che ogni euro investito ha una ricaduta di dieci volte superiori sul territorio. Speriamo di riuscire entro questa legislatura di portare a termine le riforme per cambiare la mentalità che punta solo sull'esigenza della tutela e farne un asset strategico, anche se ancora permangono a volte delle resistenze ideologiche". Crespi ha poi concluso citando a esempio il caso del Louvre, "che già firma accordi estremamente remunerativi per la Francia".

    fonte dati: Il Velino

     
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