Spoleto:"RISOLTO L’ENIGMA DELLA SCRITTURA QUECHUA?"

Angelo Rosati rivela:"potrebbe essere una scoperta storica"

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    Lettera aperta - 13/11/2008 08:06

    a cura di Maria Grazia Catanzani
    "Sono riuscito a decifrare l'antica scrittura Quechua a ideogrammi" dichiara al nostro giornale Angelo Rosati, spoletino, studioso di antiche civiltà e dei loro usi, costumi e modi di comunicare.
    "Alla decifrazione della scrittura figurativa ad ideogrammi - dichiara - delle civiltà precolombiane del Sud America studio da oltre vent'anni. Tale scrittura risulterebbe inedita, stando almeno ai testi sui quali ho impostato la mia ricerca e che parlano di queste civiltà scomparse senza, almeno apparentemente, lasciare tracce o iscrizioni così come le concepiamo noi oggi.
    Ne fa cenno l'archeologa Maria Reiche, secondo la quale quei disegni dovevano rappresentare una scrittura e, dopo molti studi da parte mia, mi sono reso conto che non sbagliava: quei disegni erano, in realtà, dei veri e propri messaggi in codice che mai nessuno prima era riuscito a decriptare.
    Tale "scrittura" non si compone di un alfabeto, come nelle scritture dal greco, al latino, ai giorni nostri ma si avvicina moltissimo al modo di comunicare della civiltà Egizia: i geroglifici, in particolare quelli più primitivi, ovvero quelli usati all'inizio della civiltà dei Faraoni.
    Posso dichiarare - prosegue - che la "scrittura" Quechua potrebbe essere definita un "geroglifico modificato" e decriptarlo per me è stata una impresa durata, appunto 20 anni e ancora ci sarebbe molto da fare. Ho decifrato alcuni concetti riconducibili ad una civiltà contadina in cui si parla soprattutto di religione, di calendari solari, di mestieri e di varie altre cose.
    Un esempio, in particolare: il ruolo del Casqui, raffigurato come un uomo alato con un becco adunco. Le rappresentazioni sopra i corpi delle divinità o personaggi, oppure nel contesto del mondo egizio, non sarebbe una rappresentazione di mera fantasia di chi li ha eseguiti ma si tratterebbe di una vera e propria scrittura, quasi infantile e molto ripetitiva ma, comunque, una scrittura a tutti gli effetti.
    Nei classici greci e latini sia a.C. che d.C. si fa cenno o addirittura si parla delle Americhe (scoperta del 1492, ndr) citate con nomi di vario genere e, addirittura le Indie.
    Alcune mappe in mio possesso testimoniano e avvalorano la mia dichiarazione.
    In realtà, se si presta attenzione alle citazioni di Platone a proposito di Atlantide, lui nomina almeno cinque volte le Americhe attuali al di là dell'Atlantico e, in definitiva, il Mediterraneo sarebbe stato collegato con le Americhe oltre duemila anni orsono.
    La mole di informazioni che sono riuscito a reperire riguardo l'America precolombiana e Atlantide è molto grande e, sotto certi aspetti, ha del clamoroso, oltre ad essere degli inediti assoluti.
    Chiaro è - prosegue Rosati - che tale scrittura è assimilabile, in qualche modo, ai geroglifici egizi e mette in luce le tante pre-scoperte del "nuovo Mondo" di Cristoforo Colombo.
    Tornando alla scrittura, sarebbe mia ferma intenzione portare a conoscenza gli istituti che si occupano di antichi scritti che la decriptazione completa sarà mia premura, laddove giungesse una richiesta formale da parte di detti Istituti, senza aver nulla a pretendere economicamente in quanto per me questo è un hobby che coltivo da oltre vent'anni legato alla passione della soluzione di enigmi legati ad antiche civiltà.
    Qui di seguito riporto un piccolo esempio della "scrittura" sopra citata tratta dal libro "Gli Imperi del deserto del Perù Precolombiano" di Victor W. Von Hagen edito da Club del Libro F.lli Melita (vedere foto): "Il Chasqui Reale correndo veloce come il volo del condor per trasportare verdure al Re (dell'epoca) , dalle pianure alle alture, impiega tre giorni tra andata e ritorno e per nove mesi consecutivi su dodici".
    La strada è aperta alla decifrazione completa di tutte le iscrizioni - conclude Angelo Rosati - ma c'è ancora molto da fare e per quanto riguarda gli ideogrammi ne ho già decifrati circa novanta. Faccio appello alle autorità colombiane e in particolare al Console di Colombia in Italia, Sabas Pretelt De La Vega, affinché, anche attraverso la lettura di questo documento, mostri interesse verso questa che potrebbe diventare una scoperta vera e propria".

    http://www.newgol.com/articolo_spoleto_200...3_00006318.html

     
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