Myrina regina delle Amazzoni libiche e la guerra con le Gorgoni

ricostruzione dei miti ocidentali

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  1. dedalonur9
     
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    CITAZIONE (Judikess4 @ 4/11/2008, 16:54)
    E allora! ^_^
    Giusto per saperlo, chi c'era e cosa faceva in Libia in quel periodo? :blink:
    JK

    Si pensa che i paleo-berberi abbiano occupato la striscia di suolo fertile dell'africa nord-occidentale gia in età neolitica.
    I fossili umani paleolitici affini ai Berberi propriamente detti, sono noti in paleo-antropologia con il nome di uomo di Mechta-Afalou, una variante del paleo-europoide del tipo Cromagnonoide databile circa 20000 a.C.. (fonte Wikipedia)

    Nella loro lingua, i Tuareg si definiscono Kel Tamasheq, ossia " coloro che parlano il tamasheq" oppure Amazigh o Tamazigh o Imajhiren, " uomini liberi ". La loro identità culturale ed etnica è strettamente connessa alla lingua. Questo aspetto caratterizza anche i Baschi europei, che in lingua euskara si definiscono Euskaldukan, ossia " coloro che parlano l'euskara".
    Secondo alcuni antropologi, gli abitanti del golfo di Biscaglia, le popolazioni berbere e gli ormai estiniti Guanci, aborigeni delle Canarie, appartengono al medesimo ceppo etnico, discendente dall'uomo di Cro-Magnon; sono da considerare, pertanto, i primi nuclei stabili del Mediterraneo occidentale, appartenenti alla "razza rossa", nella quale rientrano anche gran parte delle civiltà precolombiane.

    Una prova della relazione tra Berberi e Baschi si troverebbe anche nella Mitologia ellenica. La Lamia, l'affascinante regina di Libia, che, per aver sedotto Zeus, viene punita dalla gelosa Era con l'uccisione dei figli. Da allora, per vendetta, diviene un essere mostruoso che vaga la notte per rapire i bambini. La Lamia è un personaggio ricorrente anche nel paganesimo basco e il rapporto con essa è contraddittorio; viene vista come un demone, un vampiro malvagio, ma allo stesso tempo è sinonimo della potenza, dell'energia femminile e della donna emancipata che rifiuta di sottomettersi alle istituzioni patriarcali.

    la fonte che più diffusamente ci parla della storia (mitizzata" di questo popolo è forse Diodoro Siculo, quando descrive le gesta di Myrina regina delle Amazzoni.

    CITAZIONE
    Libro terzo
    52. Delucidate queste cose, sarebbe appropriato rispetto ai luoghi di cui si è parlato in precedenza trattare i racconti sulle Amazzoni che anticamente vissero nella Libia.
    Dunque, i più ritengono che quelle che si dice abitassero sul fiume Termodonte nel Ponto siano state le uniche Amazzoni; ma in verità le cose non stanno così, ché quelle della Libia sono assai precedenti quanto ad epoca e compierono grandi imprese. Non ignoriamo che a molti lettori il racconto su di loro risulterà inaudito e completamente estraneo: che poiché la stirpe di queste Amazzoni è scomparsa completamente molte generazioni prima della guerra di Troia, mentre quelle del fiume Termodonte sono fiorite poco prima di quest'epoca, non è strano che le più recenti e pate, più note abbiano ereditato la fama di quelle più antiche e completamente ignorer il tempo trascorso, dai più. Tuttavia noi troviamo che molti poeti e storici antichi, e non pochi anche dei più recenti, hanno fatto menzione di loro: e quindi prenderemo a scrivere le loro imprese per sommi capi, seguendo quel Dionisio che compose le Argonautiche, il Dioniso e molte altre storie di quelle compiutesi nei tempi più antichi.

    Nella Libia dunque ci sono state varie tribù di donne combattive e assai ammirate per il loro coraggio. In effetti, da un lato veniamo a sapere che il popolo delle Gorgoni, contro il quale si dice che combattesse Perseo, era di singolare valore – e che per il figlio di Zeus, il più valente tra i Greci della sua epoca, l'impresa più grande compiuta sia stata la spedizione contro di loro lo si potrebbe congetturare dall'eccellenza e dalla forza delle predette donne – e dall'altro lato, il coraggio di quelle di cui ora stiamo per narrare mostra una straordinaria eccellenza se paragonato alla natura delle nostre donne.

    53. Dicono infatti che nelle regioni occidentali della Libia, ai margini del mondo, vi fu un popolo dominato dalle donne, che seguiva un modo di vita non eguale al nostro. In effetti, per le donne sarebbe stato costume di esercitare l'arte della guerra, e per un periodo determinato avrebbero dovuto compiere il servizio militare, conservando la loro verginità: una volta trascorsi gli anni di servizio militare, avrebbero potuto unirsi agli uomini per far figli, ed esse avrebbero ricoperto le cariche e amministrato tutti gli affari pubblici. Gli uomini, al contrario, avrebbero trascorso la vita rinchiusi in casa, come presso di noi le spose, obbedendo agli ordini delle loro consorti, e non avrebbero avuto parte né delle attività militari né delle cariche né di alcun altro diritto politico, dal quale avrebbero potuto prendere coscienza e minacciare quindi le donne. Alla nascita dei figli, esse avrebbero affidato i neonati agli uomini, e questi li avrebbero nutriti con il latte e con gli altri cibi, in maniera appropriata all'età degli infanti; e se capitava che nascesse una femmina, le avrebbero bruciato le mammelle, perché non crescessero al tempo della maturità: ché pare che le mammelle, sporgendo dal corpo, costituiscano un impedimento non irrilevante per le attività militari; per questo esse, private delle mammelle, sarebbero state chiamate dai Greci «Amazzoni». Raccontano inoltre che esse abitassero un'isola che, per il fatto di trovarsi ad occidente, era chiamata Espera, ed era posta nel Lago Tritonide. Questo lago a sua volta si sarebbe trovato nei pressi dell'Oceano che circonda la terra, e sarebbe stato così chiamato da un fiume che vi si gettava dentro, il Tritone; e si sarebbe trovato vicino all'Etiopia e al monte – sito presso l'Oceano – chiamato dai Greci Atlante che è il più grande tra quelli della zona e si protende nell'Oceano. La predetta isola, quindi, sarebbe stata ben grande e piena di alberi da frutto di ogni specie, da cui gli abitanti del luogo avrebbero ricavato il nutrimento. Essa avrebbe avuto anche una grande quantità di bestiame, capre e pecore, da cui sarebbero derivati ai proprietari latte e carne per il nutrimento; mentre il grano non sarebbe stato assolutamente in uso presso quel popolo, in quanto l'utilizzazione di questo prodotto non sarebbe mai stata scoperta presso di loro.

    Le Amazzoni, dunque, essendo di singolare valore e propense alla guerra, dapprincipio avrebbero sottomesso le città dell'isola, tranne quella chiamata Mene, e che si riteneva fosse sacra, la quale sarebbe stata abitata da Etiopi «Mangiatori di pesci», e avrebbe avuto dei grandi soffioni di fuoco e una gran quantità di quelle pietre preziose che i Greci chiamano «antraci», «sardie» e smeraldi; quindi avrebbero sconfitto molti dei Libici e dei nomadi confinanti, e avrebbero fondato una grande città nel Lago Tritonide, che per la sua struttura sarebbe stata chiamata «Penisola»(Chersoneso).

    54. Muovendo di qui avrebbero intrapreso grandi imprese, spinte dallo stimolo a invadere molte regioni del mondo. Per primi, si dice che abbiano fatto una spedizione contro gli Atlantii, gli uomini più civili tra gli abitanti di quei luoghi, che occupavano una terra fertile e grandi città; e presso di loro dicono che si racconti come la nascita degli dèi sia avvenuta dalle parti dell'Oceano, conformemente ai mitologi dei Greci, del che tratteremo nei dettagli tra un po'.
    Quanto alle Amazzoni, dunque, si dice che la loro regina Mirina raccolse un'armata di trentamila fanti e tremila cavalieri – ché presso di loro il servizio reso dai cavalieri è in guerra straordinariamente ricercato. Come armi di difesa avrebbero usato le pelli di grandi serpenti, dal momento che la Libia presenta questi animali di incredibili dimensioni, e come armi di offesa spade e lance, nonché archi, con i quali avrebbero lanciato non solo in avanti, ma sarebbero anche state capaci di saettare nelle fughe, all'indietro, contro gli inseguitori, cogliendo nel segno. Penetrate nel territorio degli Atlantii, avrebbero vinto gli abitanti della cosiddetta Cerne in battaglia, e piombate addosso ai fuggitivi dentro le mura si sarebbero impadronite della città; e volendo terrorizzare i popoli vicini avrebbero trattato crudelmente i prigionieri; gli uomini, a partire dai giovinetti, li avrebbero sterminati, i bambini e le donne li avrebbero invece resi schiavi, radendo poi al suolo la città. La notizia della disgrazia dei Cernei si sarebbe diffusa tra i popoli consanguinei: e si racconta che gli Atlantii, spaventati, consegnarono in seguito a un accordo le loro città, dichiarandosi disposti a fare tutto ciò che fosse loro ordinato; e che la regina Mirina li trattò con mitezza, concludendo un patto di amicizia e fondando, al posto di quella rasa al suolo, un'altra città con il suo nome; e in questa avrebbe stanziato i prigionieri e chi lo volesse tra gli abitanti del luogo. Dopo di ciò, poiché gli Atlantii le dettero splendidi doni e le decretarono pubblicamente grandi onori, ella avrebbe ben accolto le loro manifestazioni di affetto, annunciando che avrebbe beneficato il popolo.

    Ora, gli abitanti del luogo avrebbero spesso subito attacchi da parte delle cosiddette Gorgoni, che abitavano una regione confinante, e insomma avrebbero subito l'oppressione di questo popolo: dicono quindi che Mirina, richiestane dagli Atiantii, penetrò nel territorio delle suddette. Le Gorgoni si sarebbero schierate per opporsi loro, e ne sarebbe derivata una violenta battaglia: le Amazzoni, ottenuto il successo, avrebbero ucciso moltissime avversarie, e ne avrebbero prese prigioniere non meno di tremila. Le altre si sarebbero rifugiate in un luogo boscoso: e Mirina avrebbe tentato di dar fuoco alla foresta, nel desiderio di distruggere completamente il popolo, ma non essendo riuscita a portare a buon termine questo tentativo si sarebbe ritirata ai confini della regione.

    55. Ma mentre di notte le Amazzoni trascuravano, dato il successo conseguito, la sorveglianza, le prigioniere le avrebbero attaccate, e estratte le spade avrebbero ucciso molte di loro, che credevano di aver vinto; ma alla fine tutta quanta la massa delle Amazzoni si sarebbe riversata da ogni parte su di loro, che – pur combattendo nobilmente – sarebbero state sterminate. Mirina, nel dar sepoltura alle donne del suo esercito che erano state uccise in tre pire, vi avrebbe fatto porre sopra tre monumenti sepolcrali costituiti da grandi tumuli che ancor oggi sarebbero chiamati «mucchi delle Amazzoni». Le Gorgoni in seguito sarebbero tornate potenti, e sarebbero state sconfitte da Perseo, figlio di Zeus, all'epoca in cui era loro regina Medusa; e infine esse e il popolo delle Amazzoni sarebbero state completamente distrutte da Eracle, all'epoca in cui, percorrendo le regioni occidentali, piantò le colonne della Libia: egli riteneva che sarebbe stato terribile se, essendosi egli proposto di beneficare tutto quanto il genere umano, avesse lasciato alcuni popoli dominati da donne. Si dice che anche il lago Tritonide sia scomparso in seguito a terremoti, con il rompersi delle parti rivolte verso l'Oceano.

    Mirina da parte sua dicono che invase la maggior parte della Libia, e giunta in Egitto concluse un patto di amicizia con Oro figlio di Iside,
    che era allora re dell'Egitto, e che combatté con gli Arabi uccidendone molti, e sottomise la Siria; e che i Cilici le andarono incontro con dei doni, acconsentendo a fare ciò che ella ordinasse, ma che lei lasciò liberi quanti volontariamente le erano venuti incontro, e questi per questo motivo ancor oggi sono detti «Cilici liberi». Avrebbe vinto anche i popoli del Tauro, di singolare valore, e attraverso la Grande Frigia sarebbe giunta sul mare; quindi, annessasi la regione costiera, avrebbe fermato la sua spedizione al fiume Caico. Quindi, scelti nella terra conquistata con le armi i luoghi adatti per la fondazione di città, avrebbe fatto costruire varie città, e in particolare ne avrebbe fondata una con il suo nome, le altre con il nome di quelle che detenevano i comandi più importanti, Cuma, Pitana, Priene. Queste città le avrebbe fondate sul mare, ma ancor più nelle regioni dell'interno. E avrebbe occupato anche alcune isole, in particolare Lesbo, dove avrebbe fondato la città di Mitilene, cui fu dato lo stesso nome della sorella che prendeva parte alla spedizione. Quindi, sottomesse anche alcune altre isole, sarebbe incappata in una tempesta; e fatte delle preghiere alla madre degli dèi perché le garantisse la salvezza, sarebbe arrivata su un'isola deserta e, secondo una apparizione che aveva avuto in sogno, l'avrebbe consacrata alla suddetta dea, vi avrebbe fondato degli altari e vi avrebbe compiuto degli splendidi sacrifici; e quest'isola l'avrebbe chiamata Samotracia, che tradotto in lingua greca varrebbe «isola sacra»; ma alcuni storici dicono che essa in precedenza si chiamava Samo, e che fu chiamata Samotracia dai Traci che vi si stabilirono un tempo.

    Comunque, dopo che le Amazzoni ebbero fatto ritorno sul continente, raccontano che la madre degli dèi, compiaciutasi dell'isola, vi fece stabilire altri uomini e tra questi i propri figli, detti Coribanti – di quale padre essi siano figli verrebbe rivelato in segreto in occasione della iniziazione –; e sempre essa avrebbe creato i misteri che ancor oggi vi si compiono e avrebbe ordinato la costruzione del recinto inviolabile.
    In quest'epoca il trace Mopso, che era stato esiliato da Licurgo, re dei Traci, sarebbe penetrato nella terra delle Amazzoni con l'esercito che lo aveva accompagnato nell'esilio; e avrebbe militato con Mopso anche lo scita Sipilo, anche lui esiliato dalla Scizia, confinante con la Tracia. Ci sarebbe stata una battaglia, gli uomini di Sipilo e Mopso avrebbero vinto, e la regina delle Amazzoni Mirina sarebbe stata uccisa, e con lei la maggior parte delle altre. Col passar del tempo, e poiché i Traci riuscivano sempre vincitori nelle battaglie, alla fine le Amazzoni superstiti avrebbero fatto ritorno nella Libia. E la spedizione delle Amazzoni della Libia raccontano che ebbe una tale fine.

     
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  2. Judikess4
     
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    Grazie Dedalo, mi hai tolto piu' di una curiosità........ :D
    JK
     
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  3. dedalonur9
     
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    ^_^ nulla cara judi, è un piacere! :salute:

    cmq le curiosità su questo argomento, non sono finite.

    CITAZIONE
    Le Gorgoni in seguito sarebbero tornate potenti, e sarebbero state sconfitte da Perseo, figlio di Zeus, all'epoca in cui era loro regina Medusa

    questa frase ci offre una indicazione, per stabilire una croologia degli eventi che poi son stati mitizzati. l'ultimo Erakles visse ai tempi della spedizione dell'Argo, quindi 2 generazioni prima della guerra di Troia. Perseo a sua volta era un lontano parente di Erakles, ovvero suo "nonno" per parte di madre, quindi tra Perseo ed Erakles corrono almeno altre 2 generazioni. E così con Perseo siamo ai tempi di Medusa. Secondo Diodoro Siculo i Gorgonidi raggiunsero nuova potenza proprio ai tempi di Medusa.

    Sono le Gorgonidi di Medusa a dormire presso Tartesso (figlie di Orco Re di Sardegna) e non quelle sconfitte dalle altre Amazzoni libiche di Myrina. Queste Gorgoni dopo che Orco morì pare che si spostassero novamente in Libia stando a quanto racconta Pausania, il che sarebbe coerente con la frase di Diodoro Siculo secondo cui <riacquisirino potenza>.

    CITAZIONE
    Non lontano dall’edificio nell’agora di Argo c’è un tumulo di terra; dicono che vi sia sepolta la testa della Gorgone Medusa. A parte il mito, questo è quanto ancora si dice di lei: era figlia di Forco; mortole il padre, regnò su quelli che abitavano intono al lago Tritonide; amava andare a caccia, e guidava i Libi in battaglia. A quel tempo era accampata con il suo esercito contro quello di Perseo (Perseo aveva infatti al suo seguito uomini scelti dal Peloponneso), quando, di notte, fu uccisa a tradimento, e Perseo, che ne ammirava la bellezza anche da morta, ne tagliò la testa e la portò ai Greci, perché la potessero anch’essi ammirare.
    21, 6
    Ma al Cartaginese Prole, figlio di Eucrate, quest’altra versione appariva più credibile della precedente: il deserto della Libia produce vari mostri, incredibili per chi ne sente parlare; in esso nascono selvaggi e selvagge: anzi Prole raccontava di averne visto uno portato a Roma. Egli dunque congetturava che una donna di queste, nel suo vagare, fosse arrivata fino al lago Tritonide e si fosse messa a molestare gli abitanti, finché fu uccisa da Perseo. Si ritiene che Atena lo aiutasse nell’impresa, per il fatto che le sono consacrati gli abitanti del lago Tritonide.
    21,7
    Ad Argo, vicino a questa tomba della Gorgone, c’è il sepolcro di Gorgofone, la figlia di Perseo; la ragione per cui le fu dato questo nome («che uccide Gorgo») è chiara, appena, lo si ode pronunciare; […]

    Dunque io non condivido granchè l'opinione del Graves quando afferma (non ricordo dove) che le 3 Gorgonidi sarebbe sempre la stessa Neith (la dea serpente) in veste di triplice dea. Anche se la sua ipotesi è plausibile mi chiedo come mai le Gorgoni e Neith siano sempre in conflitto tra di loro.

    Myrina (da identificarsi con l'antica Neith?) prima affronta le Gorgoni e le sconfigge.
    Dopo che le gorgoni riassurseo alla potenza Atena (ovvero Neith), punisce Medusa per aver sedotto Poseidone.
    Quest'ultimo "fatto" è forse preceduto dalla sconfitta navale di Orco ad opera di Atlante il titano identificato con il Monte Atlante, in Marocco, patria degli Amazigh. Che ne pensate?

    Mi pare che le guerre tra Gorgonidi e amazzoni libiche alluda ad una serie di guerre nel mediterraneo occidentale di difficile interpretazione, nelle quali Medusa sia la regina o la dea "concorrente" a Myrina e Neith.

    Secondo Graves sono proprio queste gorgonidi ad esser depositarie dell'alfabeto, i cui segreti esse proteggono con il loro volto mostruoso.

    La cosa è curiosa perchè gli Amazigh, possiedono un loro antichissimo alfabeto il Tifinagh. Si tratta di una scrittura consonantica, fatta con segni geometrici o a puntini e cerchielli. Viene scritta in vari sensi da destra a sinistra o viceversa. può anche esser scritta a spirale, come per esempio lo stesso tartessico.

    il Tifinag, ha molto in comune con le tantissime iscrizioni libiche risalenti a più di 2000 anni fa. Sono quindi coeve al Fenicio, ma gli studiosi nella maggior parte non ritengono che derivi dal fenicio. Infatti sono troppi i segni differenti, sicchè non si può dedurre un rapporto del tipo (alfabeto fenicio-alfabeto greco).

    La parentela più prossima con le antiche iscrizioni Libiche la si ipotizza per l'antico egizio (presumo che si riferiscano al sistema ieratico) e con il sinaitico.
    Infatti malgrado qualcuno abbia cercato di stabilire una parentela con il Basco, il berbero è una lingua camitica, molto prossima all'antico egizio.

    Oltre alle iscrizioni libiche, esistono anche le iscrizioni Sahariane di cui è incerta però la datazione. non sono ancora state studiate in modo approfondito.

    Edited by dedalonur9 - 10/11/2008, 19:14
     
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  4. dedalonur9
     
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    CITAZIONE (Ithokor @ 27/11/2007, 09:30)
    Non è un caso che in ogliastra secondo Tolomeo e l'Anonimo Ravennate era stanziata la tribù sarda dei Rubrensioi-Rubrenses (trad.: portatori di rosso) e la città, forse loro capitale, di Custodia Rubriensis.
    CITAZIONE (riccardo zonedda @ 26/11/2007, 11:53)
    Ciao a tutti,
    io conosco ogliastrini di pelle bianchissima, occhi chiari e capelli tendenti al rossiccio....
    In un articolo postato da me su questa discussione si dice che il 56% del DNA degli ogliastrini è identico ai "cosiddetti" nuragici. poi bisogna capire cosa significa nuragici (altro bel problema!)
    Riccardo

    DNA dei Sardi

    mi riallaccio un po a questa discussione poichè spesso in questo forum si è parlato di popolazioni sarde dai capelli rossicci e dagli occhi azzurri. La cosa a ben guardare non dovrebbe sorprenderci.

    Infatti gia gli antichi Amazigh (di razza europeide) svilupparono la depigmentazione(carnagione bianca, capelli rossi e occhi cerulei) che gia a partire dal 1200 a.C doveva esser alquanto sviluppata, infatti ho letto individui di questo tipo sono ritratti in aòcune pitture rupestri.

    Tutt'ora queste caratteristiche fisiche sono assai frequenti nelle popolazioni berbere della catena dell'Atlante.

    A quanto pare ci fu una migrazione, che la mitologia racconta esser stata causagata da un maremoto che spazzò via 5 città come anche forse il lago Tritone. Da questo momento popolazioni berbere risalirono l'Europa, insendiandosi in Spagna e in Gran Bretagna.
     
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    STUDIOSO DEI POPOLI DEL MARE

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    mi riallaccio un po a questa discussione poichè spesso in questo forum si è parlato di popolazioni sarde dai capelli rossicci e dagli occhi azzurri. La cosa a ben guardare non dovrebbe sorprenderci.
    Questo particolare è stato il motivo conduttore che mi ha aiutato non poco nella ricerca dei CUSTODI, dalla mesopotamia all'egitto, palestina, sardinia, baltico.... la fortuna ha voluto che gli ultimi RITROVAMENTI DI MUMMIE in egitto ci ha condotti sulla retta via. perchè la STORIA UFFICIALE ci aveva condotti furoi strada. Al CONVEGNO DI SENIS abbiamo mostrato le prime di queste persone ritrovate. juseppe (YU-YA) - HATSHEPSUTH - TIJE - NEFERTITI ...
    Che i PdM, shardana e tuatha de DANA compresi, fossero ROSSI... lo sostiene anche la Bibbia, che ne cita alcuni. Chiaramente attirbuendoli alla solita tribu ebraica di juda. Dal capostipite dei PdM..
    JAPHET-JAPETO
    ESAU e JAKOB
    JUSEPPE (Il principe Hyksos)
    Hatsehepsut e tutt ele DONNE di corte da lei in poi, fino a NEFERTITI...
    Molto probabilmente anche la DINASTIA successiva (XIX) ebbe sovrani ROSSI, a cominciare dal capostipite (un Generale dei mercenari shardana)
    RAMESS I
    SETI I
    .... no, non RAMESSE II ... egli era un USURPATORE... il nome del VERO principe ereditario è un altro... lo sapremo a dicembre... posso anticipare che lo conosciamo con il nome di... MOSE! :o: :o:
    SHAR :devil:
     
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  6. dedalonur9
     
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    Mi pare di capire che questi tratti somatici si trovino sparsi un po ovunque. dalle regioni caucasiche, alla catena dei Monti Atlanti nell'estremo occidente. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che le condizioni climatiche e ambientali hanno determinato in vari luoghi questo processo di depigmentazione.

    tenendo conto di questo, a meno che non intervenga l'esame del dna e genetico, mi pare che sia problematico affermare che una popolazione dai capelli rossicci e dagli occhi blu residente in Sardegna provenisse dal lontano Caucaso piuttosto che dalla vicina Libia.

    Potrei supporre che gli individui con i capelli rossi della Britannia fossero di origine libica, come dice il Mito, per ragioni di maggiore vicinanza rispetto al caucaso (per es.) ma ciò non esclude affatto che quegli individui fossero caucasici, perchè bsognerebbe accertare se effettivamente ci fu una migrazione libica.

    Invece che il Nord Africa fosse abitato da delle "Amazzoni" cioè donne guerriere e regine pare trovare riscontro in numerose pitture antiche, sia egiziane che libiche, come anche nelle fonti storiografiche:

    ad esempio nei dipinti della ragione di Tassili dove degli uomini con le insegne del comando, s'inchinano davanti ad una donna. In una di queste raffigurazioni appare un cavallo da guerra garamantico, e una donna interagisce con un uomo che lo conduce. Mentre altrove sono le stesse donne libiche a condurre carri da guerra e a stringere in mano giavellotti.

    In un dipinto dell'Akakus, una donna indossa la tiara (il copricapo con piume tipico dei libici) e il corpetto con strisce di cuoio incrociate che gli Amazigh chiaman elmejduden: si tratta di un indumento militare poichè serviva e serve tutt'ora a portare le armi. In un altra una tiara e un mantello.

    Il corpetto guerresco è indossato anche nella danza o festa del sale.
    CITAZIONE
    E una cerimonia le cui origini
    sembrano molto remote. Qui le donne, in abbigliamento da guerriere e indossando il suddetto corpetto incrociato sul petto (elmejduden), impugnando un bastone e una frusta da cammello, simulavano un combattimento guidate da una più anziana, la tamaloukalt (comandante). Uno dei momenti clou della festa era il controllo della verginità chiamato ariri, ovvero “l’apertura” effettuato da due o tre donne mature e al quale venivano sottoposte le ragazze in età da matrimonio. Nello stesso giorno si raccoglieva in panieri, al grido di festosi yu-yu il sale che sarebbe servito per riti magici durante l’anno, da cui il nome della festa. Quanto alla battaglia, è molto probabile che evocasse un antico rituale risalente alla protostoria libica: il combattimento in cui, secondo alcune fonti storiche, sarebbero state impegnate le sacerdotesse vergini di Neith (divinità egiziana di origine libica e dea della guerra, v. infra) per conquistarsi il titolo di “Gran sacerdotessa”. Una simile cerimonia svolgevano i Malchi e gli Ausi in onore di Atena: due gruppi di donne lottavano a colpi di pietre e bastoni e colei che veniva ferita mortalmente era ritenuta una “falsa vergine”.

    Sino a non molto tempo fa questa cerimonia era ancora praticata dai Tuareg (una etnia degli Amazigh).

    CITAZIONE
    Non c’è da stupirsi dunque che la fama delle “libiche” e dell’importante posizione sociale di cui esse godevano fosse giunta fino ai vicini Egizi: nei rilievi del tempio di Medinet Habou, risalenti al periodo dei Ramseti (XX dinastia, Nuovo Regno, 1196-1070 a. C.) tra i capi dei Lebou una delle più prestigiose confederazioni dei vicini popoli del deserto a ovest dei confini egiziani _ compare anche una regina: i suoi lunghi capelli sono trattenuti alla sommità da una sorta di berrettino a calotta, la donna è tatuata sul ventre mentre i “colleghi”maschi sfoggiano tatuaggi sulle gambe, le spalle e le braccia. Alcuni di questi tatuaggi corrispondono a simboli di divinità (ad esempio Neith),
    una sorta di segni di “investitura divina”. Nel contesto compaiono anche un sovrano nubiano e due principi, un siriano e un beduino.

    Il tatuaggio di Neith era in genere dato da uno scudo su cui si incrociavano due frecce o due archi.

    Erodoto (IV, 170 ss.): cita gli Asbisti, abitanti dell’interno, come tra i più abili a guidare il carro e si dice che la loro regina è una donna…inoltre sin da giovanissime le Asbiste, imparano a domare e montare i cavalli e a condurre i carri. poi ci sono gli Zaueci, “le cui donne guidano i carri in battaglia”.

    Neith è la dea originaria di due divinità importanti: Tanit ed Atene. Tanit dovrebbe significare ta-neith (terra di neith), non è dunque una divinità punica fenicia ma berbera.

    Atene indossa gli indumenti tipici delle donne libiche come dice lo stesso Erodoto:
    CITAZIONE
    La veste e l’egida delle statue di Atena i Greci le presero dalle donne libiche, tranne pochi particolari
    (l’abito femminile libico è di cuoio, le frange che pendono dalle egide sono semplici strisce e non
    rappresentano serpenti), per il resto il modello è rispettato fedelmente. D’altra parte persino il nome rivela
    la provenienza libica dell’abbigliamento dei Palladi: le donne di Libia portano intorno alla veste delle pelli
    di capra rasate e ornate con frange, tinte di rosso, e da queste pelli (egee) i Greci derivarono il termine di
    egida.”

    L’egida è per i Greci strumento della potenza divina ( Attributo di Atena e di Zeus, come in origine lo fu probabilmente di Neith-Amon) ed aveva al centro l’effigie della Gorgone: agitandola il dio getta lo scompiglio tra le schiere di soldati in battaglia ( Iliade XVII, 593-596; XV, 308-310).
    Infine bisogna ricordare anche che Atena secondo il mito sarebbe nata nel lago Tritone in Libia. E che come riporta sempre Erodoto: il popolo dei Macli (a est del fiume Tritone) celebrava una festa annuale in onore di una dea indigena simile ad Atena, in occasione della quale le ragazze più belle sfilavano in processione armate fino ai denti (allude sempre alla festa del Sale?); in seguito si svolgeva un combattimento. Durante la festa venivano lanciate grida di yu-yu come quelle che si levavano in Grecia durante isacrifici ad Atena (Olu-Olu).
    :salute: :salute:
     
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  7. vivamishapt
     
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    Leggi un pò qui riguardo ad Antinea...

    #entry54736274

    Approdando alla Francia ottocentesca, chi non conosce il viaggio tra le rovine di Atlantide del capitano Nemo e del professor Arronax in Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne? Meno noto da noi, ma egualmente significativo, il romanzo Atlantide di Pierre Benoit, che la colloca nell’Hoggar, altipiano sahariano, e le attribuisce una società governata da donne, la cui regina, Antinea, si serve degli uomini e poi li uccide, esponendoli, ben imbalsamati, nella «sala di marmo rosso». Vedete un po’ come e quanto può ribaltarsi la misoginia platonica.


    I resti della presunta Antinea si trovano al museo Bardo di Algeri.

    Avevo già scritto qualche rigo su ciò... che adesso non ritrovo. Appena ho un pò di tempo le ricerco e le riscrivo.
     
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  8. malu entu
     
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    Salludi

    Stavo leggendo...e cercando notizie su Myrina regina delle amazzoni ho trovato questo link in versione pdf.
    Non l'ho letto tutto....ma mi sembra molto interessante!!!


    http://www.liutprand.it/civilt%C3%A0_oro.pdf
     
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  9. dedalonur9
     
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    ciao ho letto il tuo pdf, è una tesi erronea perchè non tiene in minimo conto la Sardegna. Non lo dico per campanilismo, ma per il fatto che non tener conto in alcun modo della più grande civiltà dell'epoca del bronzo nel mediterraneo occidentale (questo doverebbero dimostrare i nuraghi), porta inevitabilmente a conclusioni erronee... lo direi anche se non io fossi sardo.

    Quanto alla fondazione di cirene ci ritornerò su.

    Il particolare che a Creta ci fossero popolazioni Libiche cmq non è cosa nuova. La stessa tesi di Diodoro Siculo secondo cui Myrina approdò a Samotracia sembra avere una sua palusibilità quando si pensa che nell'Isola di samotracia si veneravano i Kabiri, dei fabbri e navigatori. Kabili è il nome di una antica tribù degli Amazigh citata anche da Erodoto se ricordo bene.

    per inciso....la storia di Myrina si svolge molto prima delle invasioni dei popoli del mare..nel 1200 a.C.

    grazie per il pdf cmq...e.....regalacene degli altri se puoi... :P

    grazie anche a te Viva.-..attendo le tue righe... ;)

    :salute:
     
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8 replies since 8/11/2008, 17:01   3091 views
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