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    Necropoli della prima Età del Ferro rinvenuta ad Albisola Superiore

    Albisola Superiore. Straordinario ritrovamento archeologico ad Albisola Superiore. Tre tombe a incinerazione, probabilmente risalenti alla prima Età del Ferro, sono state rinvenute nel corso dei lavori di scavo preventivi alla realizzazione della nuova sede dell’associazione Alpini.
    L’eccezionale ritrovamento, l’ultimo dei quali nel corso di questa stessa settimana, è avvenuto grazie alla collaborazione fra il Comune di Albisola Superiore, l’associazione Alpini e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria che ha condotto indagini archeologiche preventive nell’area in fregio a Corso Mazzini in cui è prevista la realizzazione di box interrati, della nuova sede dell’Associazione Nazionale Alpini e di spazi pubblici.
    Grazie a tali indagini è stato possibile risalire alle origini Liguri di Albisola. Almeno cinque - sei secoli prima della romana Alba Docilia, la piana albisolese era interessata da insediamenti dei quali al momento sono noti gli aspetti funerari.
    Già nel corso delle conferenze dei servizi finalizzate al rilascio dell’autorizzazione edilizia era stata prescritta l’indagine archeologica preventiva, considerata la prossimità con le strutture della cosiddetta “villa romana” di Albisola conservate in Piazza Giulio II, anch’esse oggetto di interessanti nuove conoscenze esito delle recenti indagini.
    Nell’estate 2007 sono state dunque condotte indagini preliminari nell’area oggetto dell’intervento, con alcuni saggi stratigrafici che hanno confermato il potenziale archeologico del sito, mettendo in luce livelli con abbondante materiale ceramico di epoca romana e tardoantica.
    Come prescritto in sede di conferenza dei servizi, le opere di scavo e di messa in sicurezza dell’area hanno avuto inizio, nel luglio di quest’anno, con adeguata assistenza archeologica concordando tra Comune, Soprintendenza, impresa costruttrice Cheope Engineering Srl e ditta di archeologia (Regio IX Liguria di Geltrudini, Testa, Starna) una strategia di intervento in grado di coniugare le esigenze legate all’esecuzione dell’opera, e quindi ai tempi previsti e ai costi predeterminati, con la necessità di salvaguardare e indagare tutti gli aspetti che forniscono un quadro fortemente antropizzato dell’area interessata.
    Oltre alla prevista attestazione di epoca romana l’indagine archeologica ha consentito la scoperta di alcune tombe a incinerazione, residuo forse di un più vasto sepolcreto intaccato negli anni ‘50 dalla costruzione della ferrovia.
    Le tombe attualmente rinvenute sono tre. Nel pozzetto scavato nel terreno vergine erano deposti il cinerario contenente i resti cremati del defunto, costituito da un’urna in terracotta chiusa da una ciotola coperchio sempre in terracotta, e inoltre elementi del corredo funebre efficaci per distinguere individui di sesso maschile e femminile: un’arma per gli uomini e, per le donne, una fuseruola fittile, strumento relativo alla filatura della lana e quindi pertinente la sfera domestica.
    La necropoli si estendeva nella piana, in prossimità di un’ansa fluviale abbandonata del Sansobbia o di un affluente minore, di cui si era persa memoria, mentre lo scavo ha rilevato tracce di antichi interventi di regimentazione. La disposizione in una area pianeggiante in prossimità di un fiume, non lontana dalla linea di costa, ricorre anche nelle altre due necropoli liguri di questo periodo, a Chiavari e ad Albenga, quest’ultima recentemente individuata.
    “Da pochi giorni - spiega Francesca Bulgarelli, archeologo direttore coordinatore della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria e responsabile della direzione scientifica dello scavo - si sono avviate le operazioni di restauro e conservazione dei reperti, ma sembra di poter affermare, ad una prima analisi della tipologia dei materiali che compongono i corredi, che le tombe siano riferibili alla prima età del Ferro. Lo studio approfondito e la determinazione dei resti ossei, degli impasti ceramici e dei sedimenti geologici, che sarà condotto da specialisti dei vari settori, potrà ampliare le conoscenze sul territorio e sul popolamento della Liguria occidentale prima della romanizzazione, sviluppando temi specifici quali la rete di traffici e scambi con centri di forte potenziale commerciale ed economico localizzabili sia a Ponente e nell’immediato entroterra piemontese, sia a Levante, nel Genovesato e oltre, ai confini con l’area
    tirrenica settentrionale” .

    http://www.ivg.it/2008/10/10/necropoli-del...sola-superiore/



    Urne etrusche sotto Albisola

    11 ottobre 2008| Giovanni Vaccaro

    Risale alla prima età del ferro la necropoli scoperta nei giorni scorsi ad Albisola, nei pressi della stazione ferroviaria. All'interno del cantiere per la costruzione della nuova sede dell'Associazione Alpini (che prevede lo scavo di 33 box interrati) gli archeologi hanno finora trovato tre tombe a incinerazione con chiari segni di stile etrusco, la cui età stimata risale al quinto o sesto secolo avanti Cristo, quindi prima dell'arrivo dei Romani. Una scoperta che potrebbe obbligare gli storici a riscrivere un pezzo di storia.

    Le prime indagini risalgono addirittura all'anno scorso, quando erano stati effettuati alcuni sondaggi preventivi: il cantiere si trova infatti a pochi metri di distanza dal sito archeologico della villa romana "Alba Docilia". Ma solo negli ultimi giorni sono venuti alla luce i reperti più interessanti, scoperti ad una profondità di appena un metro e mezzo, che hanno dato una svolta alle indagini.

    «L'indagine archeologica - spiega Francesca Bulgarelli, coordinatore della Soprintendenza per i beni archeologici della Liguria - ha consentito la scoperta di alcune tombe a incinerazione, residuo forse di un più vasto sepolcreto intaccato negli anni Cinquanta dalla costruzione della ferrovia. Le tombe rinvenute sono tre: di queste due appaiono dedicate a donne e una ad un uomo. Nelle prime sono state trovate alcune suppellettili e una fuseruola fittile (strumento impiegato nella filatura della lana, ndr) pertinenti alla sfera domestica, nell'altra è comparsa la punta di una freccia, utensile maschile per eccellenza».

    Le urne, trovate in fondo a tre pozzetti scavati direttamente nel terreno, sono realizzate in terracotta ed erano chiuse da una ciotola coperchio, sempre in terracotta. La necropoli si estendeva nella piana, in prossimità di un'ansa fluviale abbandonata del Sansobbia o dell'antico alveo del Ria Basco, di cui si era persa memoria (oggi infatti si immette direttamente nel Sansobbia più a monte). Nel corso degli scavi, atre metri di profondità, sono apparsi i resti di una sponda, con tracce di antichi interventi di regimentazione. È possibile che, se esistente, l'altra sponda si trovi sotto alla ferrovia.

    Gli insediamenti abitati e le relative necropoli all'epoca in aree pianeggianti, in prossimità di un fiume, non lontane dalla linea di costa, così come verificato anche a Chiavari e ad Albenga, dove sono state rinvenute altre due necropoli liguri di questo periodo.

    «Da una prima analisi della tipologia dei materiali che compongono i corredi - spiega Francesca Bulgarelli - si potrebbe ipotizzare che le tombe siano riferibili alla prima età del ferro. Dall'esame approfondito dei reperti contiamo di ampliare le conoscenze sul territorio e sul popolamento della Liguria occidentale prima della romanizzazione, sviluppando temi specifici quali la rete di traffici e scambi con centri di forte potenziale commerciale ed economico localizzabili sia a Ponente e nell'immediato entroterra piemontese, sia a Levante, nel Genovesato e oltre, ai confini con l'area tirrenica settentrionale».

    Quest'estate i lavori di scavo da parte dell'impresa Cheope Engineering (mai nome fu più azzeccato) sono stati seguiti da vicino dagli archeologi della Regio IX Liguria (Fabrizio Geltrudini, Mario Testa e Alessandra Starna) e della Soprintendenza: «È stata un'operazione molto ben coordinata - spiega il presidente della Cheope Engineering, Giorgio Bocchino -, che ha permesso di non fermare i lavori al momento dei ritrovamenti». «L'intervento ben coordinato - aggiunge il vicesindaco Guido Di Fabio - limiterà i ritardi nella realizzazione di una struttura sociale molto importante per gli albisolesi».

    http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/savona/...-albisola.shtml
     
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