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vivamishapt.
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Scusate l'intrusione....
Ma vedendo queste pietre mi vien da dire che qualsiasi cosa ci stesse sopra... non poteva essere qualcosa così grande come una persona e nemmeno un vitello o un capretto da sacrificare...
Ma son state trovate tutte per terra?
Non potevano raccogliere acqua piovana, ad esempio?
In questa non ci starebbe niente di appoggiato, ha la base convessa!
Questa invece ha la base piatta e quel che cadrebbe nel centro non finirebbe tutto nelle canalette.... A meno che non ci fosse sopra qualcosa a base tonda, sulla cui superficie scivolava giù il "misterioso" liquido...
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vivamishapt.
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aaahhhh.... erano basi per i torchi da uva.... ci veniva strizzato il mosto che era contenuto in recipienti di legno cilindrici.....
Ma in Egitto non c'erano il vino e nemmeno l'olio.....
(vedi foto di Leonardo...)
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SaCraba.
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CITAZIONE (vivamishapt @ 18/9/2010, 16:10)aaahhhh.... erano basi per i torchi da uva.... ci veniva strizzato il mosto che era contenuto in recipienti di legno cilindrici.....
Ma in Egitto non c'erano il vino e nemmeno l'olio.....
(vedi foto di Leonardo...)CITAZIONELe linfe di osiri, il sangue di cristo
Queste note hanno lo scopo di evidenziare il significato che l’Egitto antico assegnava alla vigna, all’uva e al vino in ambito religioso. Quindi eviteremo qui di intrattenerci sulle origini della vigna, sulla sua coltivazione, sui metodi di produzione e le tipologie del vino egizio.
Le prime testimonianze archeologiche sulla presenza della vigna e del vino in Egitto risalgono al periodo pre-dinastico: nel museo dell’Orto Botanico di Berlino sono conservati i semi e un ramo di vitis vinifera risalenti al periodo di Nagada (3100 a.C. circa); nella tomba attribuita al re Scorpione sono stati trovati circa 700 orci di vino(1). La religiosità della vigna è già evidente nel periodo protostorico. Alcuni sigilli dei tappi di giare ritrovati ad Abido riportano iscrizioni che ci fanno sapere che il re Den (I dinastia) chiamava la sua vigna “Il recinto del corpo di Horus”, la vigna del re Khasekhemui (II dinastia) era chiamata “Lodate siano le anime di Horus” e quella del re Djoser (III dinastia) “Lodato sia Horus che presiede al cielo”(2). I Testi delle Piramidi confermano l’importanza religiosa della vigna e del vino(3). Il vino è la bevanda di elezione del re defunto dopo che ha raggiunto la sua destinazione celeste. I defunti glorificati sono dei privilegiati che ricevono e consumano prodotti che assicurano loro l’eterna felicità: i Testi delle Piramidi affermano che i re defunti si nutrono con “fichi e vino che sono nella vigna del dio”(4 ). Per questo motivo il vino è presente nelle liste di offerta rappresentate sulle pareti delle tombe e sulle stele funerarie di defunti. Nelle stele dell’Antico Regno il vino appare graficamente sullo stesso piano dell’acqua purificatrice, dell’incenso e degli olii essenziali. E’ una prova supplementare che il titolare della stele gode dei benefici assegnati ai beati(5). I Testi delle Piramidi ci hanno tramandato anche formule che attestano l’origine divina della bevanda ottenuta dall’uva e la collegano a varie divinità.
“…la mia acqua è vino come quello di Ra,…”(6) (......)
http://www.egittologia.net/Home/tabid/36/c...86/Default.aspx
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bagassedda.
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CITAZIONE (vivamishapt @ 18/9/2010, 16:10)aaahhhh.... erano basi per i torchi da uva.... ci veniva strizzato il mosto che era contenuto in recipienti di legno cilindrici.....
Ma in Egitto non c'erano il vino e nemmeno l'olio.....
(vedi foto di Leonardo...)
...nemmeno l'olio???. -
bagassedda.
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La coltivazione dell’uva, sia come frutto che per produrre il vino, è attestata in Egitto fin dall’Epoca Protodinastica, anche se come bevanda non ebbe mai la diffusione e l’importanza che ebbe invece la birra. Le scene che appaiono sulle pareti delle tombe ci mostrano che le vigne erano di solito a forma di pergolato e che la pigiatura dell’uva dopo il raccolto era eseguita con i piedi dentro grandi catini, proprio come si è fatto fino quasi ai giorni nostri. I residui della pigiatura poi venivano spremuti ulteriormente tramite presse a sacco: alle estremità del sacco erano infilati due bastoni che girando in senso contrario lo torcevano e lo strizzavano, lasciando uscire il liquido rimanente. Il succo ottenuto era versato in anfore e lasciato fermentare, quindi le anfore venivano tappate. Ad esempio le numerose anfore vinarie trovate nella tomba del faraone Tutankhamon presentano un’iscrizione in ieratico, come “Anno 4 per la casa di Tutankhamon” e una stampigliatura in geroglifico sul tappo d’argilla dove si legge “Vino dei possedimenti di Tutankhamon”, o anche “Vino di buona qualità dei possedimenti di Aton”. Dal Nuovo Regno in poi è attestata talvolta la presenza di un piccolo foro sul collo dell’anfora, probabilmente per permettere la fuoriuscita degli ultimi gas di fermentazione dopo la chiusura del contenitore.
Come per la birra, il vino poteva essere arricchito con alcuni ingredienti per variarne sapore e gradazione; sappiamo inoltre da documenti scritti che era particolarmente apprezzato il vino prodotto nel delta del Nilo e in alcune oasi.
La coltivazione dell’olivo fu introdotta in Egitto dall’oriente solo nel Nuovo Regno, e anche dopo l’olio d’oliva non fu tra i più usati in cucina. Gli olii più utilizzati per condire e per friggere erano l’olio di sesamo, l’olio di lino e soprattutto l’olio bak tratto dalla noce di moringa; alcuni papiri attestano che molti olii particolari venivano importati da paesi stranieri, non solo a fini alimentari, ma anche per uso medico e cosmetico. Altri condimenti per la cucina erano il sale e alcune erbe aromatiche, come il ginepro, l’anice, il coriandolo, il cumino, il prezzemolo e il finocchio; il pepe non era conosciuto e fu importato in Egitto solo in Epoca Romana.
tratto da
Vino e Olio nell'Antico Egitto
di Maria Cristina Guidotti
Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana
Ministero Beni e Attività Culturali. -
vivamishapt.
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Ma io lo sapeeeeeeeeevo.... era Leo che ha scritto che non c'era... era una affermazione che lo lasciava intendere dallo smile !!!!! CITAZIONEQuella "MACINA" l'ho trovata uguale nel tempio di KARNAK (LUXOR)... difficile credere che fosse una macina per le olive o per l'uva (almeno là)
aahah... comunque è vero che il torchio per strizzare il mosto fermentato ha alla base degli scoli proprio così!. -
bagassedda.
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CITAZIONE (vivamishapt @ 18/9/2010, 16:34)Ma io lo sapeeeeeeeeevo.... era Leo che ha scritto che non c'era... era una affermazione che lo lasciava intendere dallo smile !!!!!CITAZIONEQuella "MACINA" l'ho trovata uguale nel tempio di KARNAK (LUXOR)... difficile credere che fosse una macina per le olive o per l'uva (almeno là)
aahah... comunque è vero che il torchio per strizzare il mosto fermentato ha alla base degli scoli proprio così!
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io mi riferivo al tempio... e ancora ho difficoltà a credere che in un tempio come quello di KARNAK si spremesse il vino (l'OLIO... d'oliva... in egitto non c'era. lo portavano dalla Palestina).
Se uno va in egitto capisce anche che il terreno non è adatto a piante di ULIVO. Si tratta di terreno alluvionale e perennemente irrigato e umido...
Poi sono sempre del parere che l'una cosa non escluda l'altra... come per le PINTADERE... RELIGIOSO/SCIENTIFICHE... cosa poteva impedire che tali "Macine" fossero le stesse per gli altari dei sacrifici? Accadeva per diverse cose... persino per i BRUCIAPROFUMI!CITAZIONE (Elsa Gammata @ 17/9/2010, 15:43)CITAZIONE (LessàAlessandro @ 17/9/2010, 15:15)grazie elsa!
Visto che ho con me il libro ma non lo scanner...... per ora due semplici foto:
(IMG:http://img204.imageshack.us/img204/2963/pittau1.jpg)
(IMG:http://img841.imageshack.us/img841/927/pittau2.jpg)
Da "La sardegna Nuragica" ed. Libreria Dessi - Massimo Pittau
Una volta tanto DEVO dar ragione (anche parzialmente) al BUON PITTAU
Edited by shardanaleo - 18/9/2010, 18:48. -
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Jenesi degli Urim, come tutti gli altri nostri libri, al momento potrebbero non essere reperibili in libreria... Causa il cambio di distributore... Potete chiedere direttamente all'EDITRICE PTM, o all'AUTORE:
Leonardo Melis - Via Valentia, n. 19-21 - 08034 LACONI (SARDINIA)
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