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Gratia.
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Stamattina, visitando questo forum, ho letto che hanno fatto anche delle foto.
Non riesco a fare il copia incolla, per cui se interessa visitate questo forum
http://www.archeologia.com/forum/sardegna/...rima-parte.html
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Gratia.
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Il nuraghe Li Luzzani
Con la primavera ed il bel tempo mi sono ripromesso di alzare il sedere dalla sedia e di visitare qualche sito di mio interesse.
La mia prima perenigrazione (rigorosamente da solo per non essere disturbato) si è svolta nella periferia di Sassari. Qua, nei pressi della zona industriale denominata Predda Niedda si trova il nuraghe Li Luzzani, che è anche l'unico nuraghe che si trova nei dintorni della città.
Li Luzzani (che letteralmente vuole dire "le formiche") si trova in cima ad una piccola collinetta dove il pendio si appiattisce. A prima vista il nuraghe sembra un grosso
cespuglio tant'è ricoperto di vegetazione; soltanto qua e la si scorge qualche filare, composto da grossi massi irregolari di calcare e di trachite. Lo stato completo di abbandono non fa apprezzare appieno la forma della struttura che in origine doveva essere trilobato o addirittura quadrilobato. Oltre alla torre centrale infatti (definita mastio) vi erano altre 3/4 torri che andavano a formare il bastione. L'igresso della torre principale è seminterrato (ImageShack - Hosting :: nuragheliluzzani001bg0.jpg (http://img260.imageshack.us/my.phpimage=nu...zzani001bg0.jpg )) ma in origine immetteva in una camera circolare, con copertura a tholos, che presenta tre nicchie disposte a croce e risparmiate nella muratura della camera. La nicchia che sta di fronte all'ingresso d'entrata è stato sfondata in passato e ad oggi costituisce l'unico ingresso al nuraghe(http://img260.imageshack.us/my.php?image=n...zzani007fy7.jpg). In sostanza entrando da questo ingresso "moderno"](*,) ci si trova dentro la camera, proprio di fronte all'andito che conduce all'igresso originale. Alla sinistra si può vedere una nicchia che presenta, sopra l'architrave, l'accesso alla scala sussidiaria di camera,a 2,60 m dal piano di calpestio. Il vano scala (ImageShack - Hosting :: nuragheliluzzani004zu5.jpg (http://img443.imageshack.us/my.php?image=n...zzani004zu5.jpg)), a sezione ogivale s'interrompe bruscamente sopra il piombatoio sull'andito d'ingresso. L'igresso della scala,probabilmente veniva raggiunto attraverso un ballatoio ligneo del quale son stati rinvenuti gli attacchi risparmiati nella muratura. E' un peccato che del nuraghe possa essere visitata soltanto questa camera, ma i vari crolli ne hanno reso inacessibili le altre zone. Il nuraghe è stato datato al XV- XI sec. a.C.
http://www.businessportal24.com/it/Il_Li_Luzzani_183464.html
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Monte d'Accoddi
http://www.comune.sassari.it/imgs/accoddi.jpg
Ipotetica Ricostruzione
http://www.prehistory.it/ftp/proto-storia/...nte_accoddi.gif
E queste sfere?
http://www.ssnet.it/sol/trip/accodif.jpg
http://www.antikitera.net/foto/accoddi.jpg
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Circa sette chilometri prima di Porto Torres si trova Monte d'Accodi dove si può osservare una struttura piramidale di 9 metri d’altezza e quasi 40x30 metri di base; al centro una rampa di 40 metri raggiunge la sommità della costruzione dove probabilmente un tempo esisteva un’altra camera. La costruzione risalirebbe circa al 2800 a.C. L’edificio è assolutamente insolito per la zona del Mediterraneo e ricorda nella forma gli ziggurat della Mesopotamia.
Ai due lati della rampa un menhir di oltre quattro metri e una lastra calcarea quadrangolare di circa tre metri di lato posta su pietre a formare una tavola o un altare per i sacrifici.
http://www.edicolaweb.net/news_045.htm
Foto qui:
http://www.edicolaweb.net/piram37g.htm
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Monumenti Aperti in Sardegna XI edizione - 19-20 maggio 2007
http://www.teknemedia.net/magazine/dettail.html?mId=2475
http://www.sardegnaoggi.it/notizie.php?notizia=8841
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Un'indagine scientifica sulla lingua sarda
A Paulilatino la presentazione dei risultati dell'indagine
regionale: "Limba sarda comuna. Una ricerca sociolinguistica". Dati, cifre e
opinioni della popolazione sarda sulle questioni linguistiche che
interessano l'isola.
CAGLIARI - "Non capisco come mai noi abbiamo
la responsabilità di proteggere un nuraghe, di proteggere e salvare
alcune pietre di una città punica e magari dobbiamo finire per perdere una
cosa viva come la lingua, che parla di noi molto più di un muretto
punico: parla di un popolo e di una storia centomila volte di più di
quattro pietre messe in fila". E' uno dei passaggi del discorso del
Presidente della Regione, Renato Soru, al convegno di Paulilatino di sabato 5
maggio, in cui sono stati presentati i risultati della ricerca
sociolinguistica sulla lingua sarda commissionata dalla Regione alle università
di Cagliari e di Sassari.
A partire dalle 9.30, al teatro Grazia Deledda, alla presenza del
Presidente Soru, sono stati illustrati attitudini, dati, cifre e opinioni
della popolazione sarda sulle questioni linguistiche che interessano
l'isola. Dalla ricerca è emerso che il 68,4 per cento dei sardi dichiara di
conoscere e parlare una qualche varietà della lingua sarda. Nei comuni
al di sotto dei 4000 abitanti la percentuale sale all'85,5 per cento.
Nei comuni al di sopra dei 100 mila abitanti la percentuale scende al
57,9.
Il 31,9 per cento dei sardi è contrario all'uso della lingua locale
negli uffici, mentre il 57,7 per cento è del tutto, o parzialmente,
favorevole all’introduzione di una forma scritta unica per la pubblicazione
dei documenti della Regione Sardegna. Il 29 per cento totale del
campione dichiara che, pur non parlandolo, lo capisce, mentre dichiara di non
parlarlo e non capirlo solo il 2,7 per cento del totale.
Nelle aree urbane le percentuali sono significative. A Cagliari il 59,3
dichiara di conoscere il sardo e parlarlo, mentre il 36,7 ammette di
avere solo una competenza passiva. A Nuoro, parla la lingua locale il
66,7, mentre a Olbia il 62,7. L'89,9 per cento dei sardi si dichiara
"molto d'accordo" con la frase "la lingua locale deve essere sostenuta
perché è parte della nostra identità". Il 78,6 per cento è d'accordo per
l'insegnamento del sardo a scuola. L'81,9 per cento aderisce al fatto che
l'insegnamento a scuola comprenda l'italiano, una lingua straniera e il
sardo.
"Qualcuno ha obiettato - ha detto Il Presidente della Regione nel suo
intervento a conclusione del dibattito - che chi ha dato le risposte
alle interviste sono sedicenti parlanti in sardo. Ma è proprio questo che
mi interessa di più: perché se sono 'sedicenti' questo vuol dire che
riconoscono ancora di più il valore della lingua sarda e si dispiacciono
molto per il fatto di non saperla parlare. E per loro è ancora più
importante. E per me è ancora più importante un sedicente parlante in sardo
di uno che lo parla bene: perché vuol dire che questa persona lo
intende come una mancanza, una povertà, un qualcosa che manca e che si
vorrebbe avere".
"Cosa dobbiamo fare ora?", ha concluso il Presidente Soru, "portiamo
avanti la sperimentazione, per il tempo che serve, e arriviamo a una
lingua sarda comune. Poi anzitutto vogliamo insegnarla a scuola in maniera
ufficiale e vogliamo che insegnandola ci siano i crediti, i punteggi e
tutte queste cose. E visto che si danno i punti nei concorsi pubblici a
chi insegna inglese e altre lingue, non capiamo perché non si debbano
dare punti a chi insegna il sardo".
redazione 09/05/2007 09:51:21
http://www.algheronotizie.it/articoli.php?id_articolo=3781
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Brebus contro il malocchio
Scritto da Junfan
lunedì 21 maggio 2007
Eccoci alla seconda puntata della nuova sezione Brebus e Maias, dedicata ad uno degli argomenti su cui i nostri lettori dimostrano un notevole interesse, il cosidetto "Ogu pigau", il malocchio. Buona lettura.
Crediamo che le pratiche di medicina popolare dedicate ad eliminare l'influenza nefasta de "s'ogu pigau" siano le più diffuse in Sardinnia.
Abbiamo avuto modo di scriverne in diversi articoli ma oggi vi proponiamo i "brebus" atti ad eliminare il maleficio. Ricordiamo che il rituale può variare da zona a zona dell'Isola, sia nei brebus utilizzati che nel rituale e strumenti utilizzati. Uno dei brebus è il seguente:
S.Luxia de Milis
Santa Luxia de Arrabi
Santa Luxia de Aristanis
Circanta Sant'Antiogu
Po sanai custa ferid'i ogu.
S.Luxia de Arrabi,
Santa Luxia de Aristanis
S.Luxia de Casteddu,
Santi Mracu e Sant'Antiogu,
Custu mabi bogaindeddu,
cun sa mexina de s'ogu.
Santu Nigola,Santi Sisineri,
Deus t'appada a torrai,
Forza e poderi.
Nel caso in cui "s'ogu pigau" risultasse essere molto forte e difficile da togliere con un semplice brebu, si poteva far ricorso all'aiuto di una "associazione" di persone "praticas" che insieme, riunendosi a consulto recitavano prima "brebus" semplici, e poi via via versi sempre più segreti e quindi potenti nell'effetto.
Tali brebus venivano pronunciati a voce bassissima per non essere uditi da altri ed ognuno metteva in atto delle procedure rituali differenti.
http://www.contusu.it/index.php?option=com...id=386&Itemid=1
Rito contro l'aquila
Scritto da Junfan
mercoledì 30 maggio 2007
Fa parte dell'antica cultura pastorale la pratica usata per impedire all'aquila di predare gli agnelli del gregge. Era una magia che per avere effetto, doveva essere compiuta solo da anziani dotati di particolari qualità e secondo un preciso rituale...
Con i piedi immersi nell'acqua corrente di un ruscello, ci si poneva di fronte al sole nascente, si legavano stretti, assieme con strisce di cuoio, diversi arboscelli e si pronunciava una formula misteriosa conosciuta solo da pochi. Questa la formula, raccolta ad Arzana alcuni anni fa da Paolo Pillonca, che la ebbe da uno zio di secondo grado, cugino della madre: Piero Muceli:
Abbìla, abbìla,
a pes tira-tira,
a pes ti pongio a modde.
E ti facas de fodde,
de fodde `e orciada.
Bai in ora mala Aquila, aquila
strascicando i piedi
te li metto a mollo.
Possa tu diventare un fardello,
un fardello d'ortica.
Vai in malora
L'aquila rimaneva, così, prigioniera della magia e non poteva più minacciare le greggi.
tratto da GAL Ogliastra - Antiche Memorie
grazie agli amici di Agugliastra.it
http://www.contusu.it/index.php?option=com...id=393&Itemid=1
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Il calendario nuragico
http://www.contusu.it/index.php?option=com...id=384&Itemid=1
Shardana e sole
https://www.youtube.com/watch?v=Ybe3Lz5kW5s
***
Nuraghes de Sardigna - URN Sardegna Indipendentzia
https://www.youtube.com/watch?v=Mw2Ih7129yQ...related&search=
***
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ARCHEOLOGIA: CAGLIARI,CONVEGNO SU NUOVE TECNICHE CONSERVAZIONE
« UNIVERSITA’: L’AQUILA, OK A BILANCIO CONSUNTIVO 2006ARCHEOLOGIA: CAGLIARI,CONVEGNO SU NUOVE TECNICHE CONSERVAZIONE
(AGI) - Cagliari, 7 giu. - Sara’ Maurizio Forte, archeologo e primo ricercatore dell’Istituto per le Tecnologie applicate ai Beni culturali del Cnr, ad aprire i lavori del convegno “Lo splendore del passato nel prima digitale: nuove tecnologie applicate ai beni culturali”, in programma martedi’ prossimo nell’Aula Magna del Polo Umanistico di Sa Duchessa, a Cagliari. L’iniziativa - organizzata dalla societa’ Anamnesys in collaborazione con l’Ateneo cittadino, il Comune di Cagliari, l’Anci, la Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano e lo Studio di computer grafica Thelos - sara’ l’occasione per analizzare l’impatto e le prospettive delle nuove tecnologie nella conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale.
Durante l’incontro, si discutera’ del livello raggiunto da queste tecnologie in campo nazionale ed internazionale e del ruolo dell’universita’ nel favorire un approccio multidisciplinare. Interverranno, oltre al primo ricercatore del Cnr, l’archeologa della Soprintendenza archeologica Donatella Salvi, il docente di Epigrafia Latina della Facolta’ di Lettere, Antonio Corda, il docente di Composizione architettonica di Ingegneria, Giovanni Campus, e il responsabile dello Studio Thelos, Giorgio Todde. (AGI)
Com-
http://www.universita-oggi.it/archives/00012509.html. -
Gratia.
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"Second Life", la Sardegna virtuale
La seconda vita della Sardegna è già on-line
SASSARI - Su "Second Life" ricreati l’ambiente e la cultura
sardi. Visitare il complesso nuragico di Barumini nel pieno del suo
splendore, ammirare la splendida "ziqqurat" di Monte d’Accodi, passeggiare
sott’acqua tra domus de janas e nuraghi, prendere il sole su una spiaggia,
ascoltare musica etnica e vedere spettacoli tradizionali. Queste sono
solo alcune delle possibilità date all’interno di “Sardigna”, l’isola su
Second Life creata da Mario Pireddu, trentenne scienziato della
comunicazione, e presentata ieri mattina nella Facoltà di Lettere e filosofia
di Sassari. Second Life, per chi ancora non ne fosse al corrente, è una
piattaforma virtuale, alla quale si può avere accesso gratuitamente
costruendo un proprio “avatar”, un alter ego digitale. Una volta
effettuato l’accesso, si possono visitare i vari luoghi qui costruiti,
interagendo con gli altri visitatori. La bellezza di Second Life è proprio
questa: si tratta di un gioco, ma non c’è un obbiettivo da
perseguire, un traguardo da raggiungere: gli utenti interagiscono tra
loro, fanno conoscenza, acquistano oggetti, compiono azioni simili a
quelle fatte nella vita reale. All’interno di questo “gioco”, che ospita
circa 7 milioni di iscritti, sono presenti numerosi ambienti: ci sono
isole dedicate al gioco d’azzardo, alla storia, alla fantasia, al sesso,
alla politica. La scelta è ampia, le possibilità d’azione sono
molteplici. Le potenzialità di questa piattaforma cominciano da qualche tempo
ad attirare un grosso interesse anche qui in Italia. Importanti politici
come Di Pietro e D’Alema hanno costruito dei propri punti personali,
numerose università hanno aperto spazi ad hoc, e anche aziende private
stanno puntando sempre di più sul fenomeno, creando nuovi punti vendita
virtuali. Anche Mario Pireddu è rimasto affascinato dalla portata di
questo programma e, circa due anni fa, ha avuto una brillante intuizione:
portare la Sardegna su Second Life. Da circa un anno ha
iniziato a lavorare al progetto, coadiuvato dal fratello Marco e da un
piccolo staff, arrivando a creare la sim (isola) virtuale “Sardigna”,
attualmente fruibile a tutti. All’interno di Sardigna è possibile
trovare la perfetta ricostruzione del complesso nuragico di Barumini,
riprodotto in tutto il suo antico splendore. Si può passeggiare tra le sue
mura, salire sulla sua sommità, ammirare il panorama, leggere tutte le
informazioni fornite sul monumento. Terminata la visita, ci si può
rilassare facendo una passeggiata su una collinetta là vicina, punteggiata
dalla vegetazione caratteristica. Per chi lo desidera, c’è inoltre la
possibilità di andare al mare, a prendere il sole o.. a fare una
passeggiata sul suo fondale, dove si possono ammirare altri monumenti
caratteristici della storia sarda, come le tombe dei giganti, in una sorta di
“Atlantide nuragica”. La lungimiranza di un ragazzo sardo ha reso dunque
possibile la produzione di un luogo virtuale molto curato, che
attira già numerose persone. A poco tempo dalla sua effettiva
inaugurazione, l’isola Sardigna registra già circa cento iscritti, e il numero
è in costante aumento. La sim non viene visitata solo da sardi, ma
anche da stranieri provenienti da ogni parte del mondo, incuriositi
dall’immagine e dalle costruzioni qui presenti. Nella realtà virtuale di
Second Life, spostarsi da un’isola a un’altra è semplice, e con un numero
sempre maggiore di iscritti, è facile pensare alla rilevanza che questo
progetto potrebbe avere e alle ricadute sul turismo reale. Infatti, i
“visitatori virtuali” che arrivano su Sardigna, attirati da quanto
riprodotto, possono rapidamente trasformarsi in “turisti reali”, e venire
concretamente nella nostra isola per ammirare le meraviglie in essa
contenute. Il progetto di Mario Pireddu è un progetto culturale, punta a
ricostruire i luoghi simbolo della Sardegna, rappresentare la sua vera
identità, non la parte commerciale. Mostrare il nostro passato, anche
attraverso la realizzazione di spettacoli musicali e artistici, e
proiettarlo verso il futuro, tramite i mezzi che la tecnologia mette a
disposizione. Ma quanto creato sulla piattaforma non deve restare qualcosa
di limitato al virtuale; si punta alla integrazione di Second Life con
la vita reale, l’esperienza virtuale deve essere contigua alla vita
concreta, non un qualcosa di necessariamente separato.Per osservare la
Sardegna virtuale, è sufficiente iscriversi su http://www.secondlife.com,
creare un proprio alter ego virtuale e, una volta dentro al “gioco”,
inserire nell’apposito spazio di ricerca le parole Sardigna, Sardinia o
semplicemente Sardegna. È un’esperienza che vale la pena fare.
http://www.alguer.it/notizie/sardegna/1237...degna_virtuale/
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Gratia.
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La Ponitura
Scritto da Junfan
La ponitura era una specie di questua di bestiame fatta da chi intendeva crearsi una posizione, migliorare la sua condizione o rifarsi del perduto per spese processuali o per dissesti finanziari.
Prima di aggirarsi per le cussorgie, in cui si intendeva far la ponitura, il questuante ne dava avviso agli amici, o meglio all’amico presente in ogni cussorgia, presso il quale era solito recarsi, indicando a ciascuno il giorno della visita.
Veniva predisposto in tal senso un preciso percorso dei luoghi da visitare e il tempo da dedicare a ciascun luogo, a seconda dell'estensione degli stazzi in qui questuare.
L’amico della cussorgia, primo fra tutti a dare al questuante il capo di bestiame desiderato, lo accompagnava, insieme ai suoi parenti più stretti, ai diversi stazzi dove dopo aver mangiato, esponeva il motivo della sua venuta, pregando caldamente il padrone di casa a voler accondiscendere al desiderio del questuante, dandogli la più bella pecora, capra o giovenca della sua mandra.
Se quest'ultimo accettava, si mostrava felice di poter contribuire a formare o risollevare le sorti del questuante. In caso contrario, dispiaciuto di non poterlo aiutare, lo informava del motivo di tale decisione.
Il bestiame questuato in ciascuna cussorgia veniva lasciato custodia all'amico della cussorgia, e veniva ritirato dal questuante una volta terminata la ponitura per essere portato al proprio stazzo o al luogo prefissato per tenerlo a pastura.
La questua si faceva separatamente, o di capre, o di pecore o di vacche, che non avessero ancora figliato. Il questuante era obbligato restituire il capo donatogli nel caso in cui il donatore fosse passato a sua volta per la ponitura.
Tratto da "Tradizioni popolari di Gallura"
http://www.contusu.it/index.php?option=com...id=397&Itemid=1. -
Gratia.
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Inferno in 5 siti archeologici sardi
venerdì, 22 giugno 2007
Il Comune di Paulilatino in collaborazione con il GAL Montiferru Barigadu Sinis e con la Direzione Artistica del Teatro Instabile, insieme ai Comuni di Abbasanta, Fordongianus, Ghilarza, Norbello e Sedilo, presenta “L’Inferno…dalla Divina Commedia” di Aldo Sicurella. Cinque atti unici nei siti archeologici della Provincia di Oristano partendo dal Pozzo Sacro di Santa Cristina a Paulilatino, in Provincia di Oristano.
CAGLIARI - Nella celebre terzina che apre la divina Commedia (“nel mezzo del cammin di nostra vita”) si riassume l’incipit e la conclusione della grande macchina spettacolare del Teatro Instabile. Nell’Area del Pozzo Sacro, debutterà la prossima settimana la nuova produzione L’Inferno…dalla Divina Commedia del regista Aldo Sicurella. Si tratta di un’opera complessa, in cinque atti unici sviluppati lungo un itinerario che partirà il 26 Giugno 2007 dall’Area del Pozzo Sacro di Santa Cristina, (Paulilatino – Or), proseguirà presso il Santuario di San Costantino a Sedilo il 28 Giugno; il Nuraghe Losa, di Abbasanta (1 Luglio 2007); le Terme Romane di Fordongianus (3 Luglio) per concludersi infine il 5 Luglio 2007, sempre a Santa Cristina nell’Area della Tomba dei Giganti e del Nuraghe.
Lo spettacolo “L’Inferno” rappresenta un progetto artistico di contaminazione fra archeologia, teatro e turismo, uno spettacolo itinerante che si compone di cinque tappe distinte e differenti, ognuna delle quali suscita molteplici sensazioni nello spettatore- visitatore, che immerso in uno scenario naturale, metaforico e irreale, sperimenta l’emozione della storia. A rendere ancora più suggestiva questa performance contribuiranno una sapiente illuminazione con particolari effetti speciali e la presenza di un ensamble musicale, composto da archi, un’arpa e un cantante lirico.
Il contesto in cui nasce l’idea di questa complessa produzione è la Misura 1.3 “Valorizzazione delle risorse naturali e culturali”, Azione 1.3.B – “Interventi di valorizzazione del patrimonio culturale”, Intervento 1.3.B.2 “Lasciare un segno per disegnare un sogno” – “Creatività, Tradizione, Responsabilità, Sviluppo” promossa dal GAL MBS, per la quale il Teatro Instabile, Teatro Stabile di Innovazione, riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Sardegna, cura la direzione artistica del progetto “Lasciare un segno per disegnare un sogno”, che coinvolge attivamente sei Comuni della provincia di Oristano: Paulilatino (capofila), Abbasanta, Fordongianus, Ghilarza, Norbello, e Sedilo.
Questa particolare azione culturale si sviluppa in tre distinte attività strettamente interrelate fra loro: il Teatro Scuola (a cui hanno aderito gli alunni, delle scuole di ogni ordine e grado, residenti nei 39 Comuni che fanno parte del GAL MBS), Piazza e Cultura e l’Archeoturismo, agendo quindi su differenti livelli. Tra i molteplici obiettivi che si prefigge il progetto, va segnalato il rafforzamento del cooperativismo e della sinergia fra le varie entità coinvolte, attraverso l’attuazione di una serie di iniziative che riconoscano alla cultura il ruolo di volano per l’economia oristanese.
Ultimo aggiornamento: 22-06-2007 17:25:25
http://www.sardegnaoggi.it/notizie.php?notizia=9015
. -
Gratia.
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Trovati su youtube!!!
L'epopea dei nuraghi 1°Parte
http://it.youtube.com/watch?v=I3ApgGNAymk
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L'epopea dei nuraghi 2°Parte
http://it.youtube.com/watch?v=v18k5tQZskc
***
L'epopea dei nuraghi - 3°Parte
http://it.youtube.com/watch?v=dDMJ4UF66p8
Qui invece trovate il video intero:
http://kaosad.altervista.org/index.php?mod..._EpopeaNuraghi/
Saluti,
Grazia
Edited by Gratia - 24/6/2007, 18:24. -
Gratia.
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Scoperta una carta dell'Isola del '500
Scritto da Junfan
lunedì 25 giugno 2007
Un segreto custodito all'interno della cattedrale per secoli. Che nessuno era mai riuscito a scoprire e le cui ricerche avevano avuto sempre esito negativo. Oggi grazie all'occhio esperto di uno studioso, il piccolo mistero è stato svelato.
Non si tratta di un tesoro nascosto nel cuore più buio della cripta che è venuto miracolosamente alla luce. È, molto più semplicemente, un affresco: la riproduzione di una carta antichissima e preziosa della Sardegna, identica a quella raffigurata in una rappresentazione cinquecentesca nelle carte del Vaticano, camuffata in parte dall'intonaco e dipinta in un'intercapedine di una parete esterna della cattedrale. la scopertaL'ingegner Giampaolo Marchi, lo scopritore, docente di Estimo nella facoltà di Ingegneria dell'Università di Cagliari, quasi non credeva ai suoi occhi quando, per puro caso, ha gettato lo sguardo su quello che, ai profani, poteva sembrare uno scorcio di dipinto quasi insignificante. Ieri pomeriggio, nel Municipio di via Roma, ha rivissuto nel corso di una conferenza le tappe della scoperta e mostrato le numerose immagini della curiosa carta geografica, dove si riconoscono a malapena i nomi di alcuni centri abitati. l'affresco di pintor«Mi trovavo in Cattedrale per motivi estranei a questa ricerca e mai avrei potuto immaginare una sorpresa simile», racconta. Ha avuto un fremito, poi la tentazione di urlare tutta la sua emozione. Si è così attaccato furiosamente ai libri per averne la conferma assoluta: che è arrivata subito. «L'affresco è da attribuire a Geronimo Ferra Pintor e risale al periodo tra il 1570 e 1576, durante la reggenza del Vicerè Conte d'Elda. Tra gli elementi indicativi per la datazione compare anche lo scudo di Filippo II», spiega entusiasta l'ex assessore all'urbanistica. «Le fonti documentarie fanno spesso riferimento alla carta, che è stata oltretutto cercata a più riprese dallo stesso Filippo II, nelle convinzione fosse stata realizzata su un supporto cartaceo. Invece, la sorpresa: è un vero e proprio dipinto. Ecco il motivo per cui era introvabile negli archivi. c'è sempre stataChissà quante persone l'avranno osservata distrattamente, senza comprenderne o intuirne il significato e il valore. «Purtroppo è solo una parte della carta e la lettura non è immediata. Il resto dell'opera è stato eliminato in seguito all'inserimento delle bifore», spiega il professore. Ma non finisce qui. C'è una scoperta nella scoperta. Dietro l'affresco si nasconde, infatti, ancora un altro dipinto. Raffigura la cattedrale e lo si può intuire solo con la saturazione dei colori realizzata al computer. Un altro sussulto per Marchi, che presto pubblicherà il suo studio. Mariangela Lampis 15/06/2007 «L'affresco è da attribuire a Geronimo Ferra Pintor e risale al periodo tra il 1570 e 1576, durante la reggenza del Vicerè Conte d'Elda. Indicativo per la datazione anche lo scudo di Filippo II».
Tratto da L'unione Sarda del 16/06/2007
http://www.contusu.it/index.php?option=com...id=403&Itemid=1. -
Gratia.
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« TURISMO: MARCHE,REGIONE APPROVA NUOVE NORME PER AGENZIE VIAGGICIAMPINO: ALLARME RIENTRATO, RIAPERTO LO SCALO »“ROTTA FENICI”: INTESA REGIONE-ISTITUTO EUROPEO PER PROMOZIONE
(AGI) - Cagliari, 2 lug - L’assessorato del Turismo della Regione Sardegna e l’Istituto europeo degli itinerari culturali firmeranno domani a Cagliari una convenzione per la promozione del progetto “Rotta dei fenici”. L’iniziativa - si legge in una nota - ha lo scopo di mettere in evidenza il rapporto storico tra Sardegna, Sicilia, Mediterraneo ed Europa seguendo le direttrici nautiche dei Fenici. L’itinerario “Rotta dei Fenici” e’ stato accettato dall’Istituto europeo quale progetto pilota del turismo culturale in Europa e ha ricevuto la menzione di itinerario culturale del Consiglio d’Europa.
La convenzione sara’ firmata dall’assessore del Turismo Luisanna Depau e dal direttore dell’Istituto europeo degli itinerari culturali, Michel Thomas-Penette.
Con questo protocollo d’intesa - prosegue la nota - la Regione si impegna a promuovere gli itinerari fenici e, con atti successivi, a contribuire a realizzare progetti di valorizzazione dei siti fenici isolani. L’Istituto europeo, invece, assicurera’ il supporto tecnologico, strumenti istituzionali, informazione e diffusione del progetto a livello europeo. Assicurera’ anche la partecipazione alla formazione del personale che la Regione coinvolgera’ nel progetto, in particolare nel campo amministrativo, della mediazione culturale e della comunicazione. L’Istituto europeo garantira’ inoltre la valorizzazione dei siti fenici della Sardegna.
L’Istituto europeo degli itinerari culturali e’ nato nel 1997 in seguito alla firma di un accordo politico tra il Consiglio d’Europa e il Gran Ducato del Lussemburgo. Scopo principale dell’istituzione e’ dare attuazione al programma degli itinerari culturali del Consiglio d’Europa. (AGI)
http://www.viaggi-oggi.it/archives/0005367.html. -
Gratia.
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In Sardegna, sulle tracce dei Fenici
Torna alla luce un sistema difensivo edificato nei secoli VI e IV-III
a. C. Gli scavi sono condotti dal Consiglio nazionale delle ricerche in
collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Cagliari e
Oristano e con il Comune di Santadi CNR.it - 5 Luglio 2007
Roma, 5 Luglio 2007 - Sono ripresi in Sardegna i lavori di scavo nel
sito di Pani Loriga (Santadi, CA), diretti da Massimo Botto e Ida
Oggiano, ricercatori dell’Istituto di studi sulle civiltà italiche e del
Mediterraneo antico (Iscima) del Consiglio nazionale delle ricerche, in
accordo con la Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano e con
la collaborazione del Comune di Santadi e del curatore del locale Museo
archeologico. Le nuove indagini hanno dato risultati di estremo
interesse mettendo in luce sotto il crollo delle strutture murarie, realizzate
con uno zoccolo in pietra ed un alzato in mattoni crudi, uno strato di
distruzione con la presenza di un considerevole numero di anfore
puniche datate al V sec. a.C. destinate alla conservazione degli alimenti.
L’omogeneità del complesso dei materiali sigillati dal crollo permette
inoltre di datare il settore dell’abitato dove risulta ubicato
l’edificio nei momenti iniziali della presenza cartaginese in Sardegna.
“Le ricerche”, spiegano gli archeologi del Cnr “hanno interessato due
differenti aree del sito. Da una parte sono stati ripresi gli scavi
dell’abitato punico, dall’altra si è proceduto al rilievo del complesso
sistema difensivo. Le ricerche in abitato sono state indirizzate allo
scavo di un settore di un edificio non interessato dalle precedenti
indagini svoltesi a Pani Loriga fra la fine degli anni Sessanta e gli inizi
degli anni Settanta del secolo scorso”.
Gli scavi presso le fortificazioni che interessano l’intera collina,
dove è ubicato l’insediamento, hanno portato all’individuazione di un
sistema difensivo articolato del quale sono state individuate due fasi
edilizie databili in via preliminare al VI e al IV/III sec. a.C. Tali
fortificazioni si collegano quindi alla più tarda presenza fenicia
sull’isola (VI secolo) e al momento di massima espansione cartaginese nel
territorio sulcitano (IV/III secolo a. C.).
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http://www.newsfood.com/Articolo/Speciali/...acce-Fenici.asp
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