Sardegna

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  1. Gratia
     
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    Stamattina, visitando questo forum, ho letto che hanno fatto anche delle foto.
    Non riesco a fare il copia incolla, per cui se interessa visitate questo forum

    http://www.archeologia.com/forum/sardegna/...rima-parte.html

     
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  2. Gratia
     
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    Il nuraghe Li Luzzani

    Con la primavera ed il bel tempo mi sono ripromesso di alzare il sedere dalla sedia e di visitare qualche sito di mio interesse.
    La mia prima perenigrazione (rigorosamente da solo per non essere disturbato) si è svolta nella periferia di Sassari. Qua, nei pressi della zona industriale denominata Predda Niedda si trova il nuraghe Li Luzzani, che è anche l'unico nuraghe che si trova nei dintorni della città.
    Li Luzzani (che letteralmente vuole dire "le formiche") si trova in cima ad una piccola collinetta dove il pendio si appiattisce. A prima vista il nuraghe sembra un grosso
    cespuglio tant'è ricoperto di vegetazione; soltanto qua e la si scorge qualche filare, composto da grossi massi irregolari di calcare e di trachite. Lo stato completo di abbandono non fa apprezzare appieno la forma della struttura che in origine doveva essere trilobato o addirittura quadrilobato. Oltre alla torre centrale infatti (definita mastio) vi erano altre 3/4 torri che andavano a formare il bastione. L'igresso della torre principale è seminterrato (ImageShack - Hosting :: nuragheliluzzani001bg0.jpg (http://img260.imageshack.us/my.phpimage=nu...zzani001bg0.jpg )) ma in origine immetteva in una camera circolare, con copertura a tholos, che presenta tre nicchie disposte a croce e risparmiate nella muratura della camera. La nicchia che sta di fronte all'ingresso d'entrata è stato sfondata in passato e ad oggi costituisce l'unico ingresso al nuraghe(http://img260.imageshack.us/my.php?image=n...zzani007fy7.jpg). In sostanza entrando da questo ingresso "moderno"](*,) ci si trova dentro la camera, proprio di fronte all'andito che conduce all'igresso originale. Alla sinistra si può vedere una nicchia che presenta, sopra l'architrave, l'accesso alla scala sussidiaria di camera,a 2,60 m dal piano di calpestio. Il vano scala (ImageShack - Hosting :: nuragheliluzzani004zu5.jpg (http://img443.imageshack.us/my.php?image=n...zzani004zu5.jpg)), a sezione ogivale s'interrompe bruscamente sopra il piombatoio sull'andito d'ingresso. L'igresso della scala,probabilmente veniva raggiunto attraverso un ballatoio ligneo del quale son stati rinvenuti gli attacchi risparmiati nella muratura. E' un peccato che del nuraghe possa essere visitata soltanto questa camera, ma i vari crolli ne hanno reso inacessibili le altre zone. Il nuraghe è stato datato al XV- XI sec. a.C.

    http://www.businessportal24.com/it/Il_Li_Luzzani_183464.html
     
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  3. Gratia
     
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    Monte d'Accoddi
    http://www.comune.sassari.it/imgs/accoddi.jpg

    Ipotetica Ricostruzione
    http://www.prehistory.it/ftp/proto-storia/...nte_accoddi.gif

    E queste sfere?
    http://www.ssnet.it/sol/trip/accodif.jpg
    http://www.antikitera.net/foto/accoddi.jpg

    ****
    Circa sette chilometri prima di Porto Torres si trova Monte d'Accodi dove si può osservare una struttura piramidale di 9 metri d’altezza e quasi 40x30 metri di base; al centro una rampa di 40 metri raggiunge la sommità della costruzione dove probabilmente un tempo esisteva un’altra camera. La costruzione risalirebbe circa al 2800 a.C. L’edificio è assolutamente insolito per la zona del Mediterraneo e ricorda nella forma gli ziggurat della Mesopotamia.
    Ai due lati della rampa un menhir di oltre quattro metri e una lastra calcarea quadrangolare di circa tre metri di lato posta su pietre a formare una tavola o un altare per i sacrifici.
    http://www.edicolaweb.net/news_045.htm

    Foto qui:
    http://www.edicolaweb.net/piram37g.htm



     
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  4. Gratia
     
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    Monumenti Aperti in Sardegna XI edizione - 19-20 maggio 2007

    http://www.teknemedia.net/magazine/dettail.html?mId=2475

    http://www.sardegnaoggi.it/notizie.php?notizia=8841
     
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  5. Gratia
     
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    Un'indagine scientifica sulla lingua sarda

    A Paulilatino la presentazione dei risultati dell'indagine
    regionale: "Limba sarda comuna. Una ricerca sociolinguistica". Dati, cifre e
    opinioni della popolazione sarda sulle questioni linguistiche che
    interessano l'isola.

    CAGLIARI - "Non capisco come mai noi abbiamo
    la responsabilità di proteggere un nuraghe, di proteggere e salvare
    alcune pietre di una città punica e magari dobbiamo finire per perdere una
    cosa viva come la lingua, che parla di noi molto più di un muretto
    punico: parla di un popolo e di una storia centomila volte di più di
    quattro pietre messe in fila". E' uno dei passaggi del discorso del
    Presidente della Regione, Renato Soru, al convegno di Paulilatino di sabato 5
    maggio, in cui sono stati presentati i risultati della ricerca
    sociolinguistica sulla lingua sarda commissionata dalla Regione alle università
    di Cagliari e di Sassari.

    A partire dalle 9.30, al teatro Grazia Deledda, alla presenza del
    Presidente Soru, sono stati illustrati attitudini, dati, cifre e opinioni
    della popolazione sarda sulle questioni linguistiche che interessano
    l'isola. Dalla ricerca è emerso che il 68,4 per cento dei sardi dichiara di
    conoscere e parlare una qualche varietà della lingua sarda. Nei comuni
    al di sotto dei 4000 abitanti la percentuale sale all'85,5 per cento.
    Nei comuni al di sopra dei 100 mila abitanti la percentuale scende al
    57,9.

    Il 31,9 per cento dei sardi è contrario all'uso della lingua locale
    negli uffici, mentre il 57,7 per cento è del tutto, o parzialmente,
    favorevole all’introduzione di una forma scritta unica per la pubblicazione
    dei documenti della Regione Sardegna. Il 29 per cento totale del
    campione dichiara che, pur non parlandolo, lo capisce, mentre dichiara di non
    parlarlo e non capirlo solo il 2,7 per cento del totale.

    Nelle aree urbane le percentuali sono significative. A Cagliari il 59,3
    dichiara di conoscere il sardo e parlarlo, mentre il 36,7 ammette di
    avere solo una competenza passiva. A Nuoro, parla la lingua locale il
    66,7, mentre a Olbia il 62,7. L'89,9 per cento dei sardi si dichiara
    "molto d'accordo" con la frase "la lingua locale deve essere sostenuta
    perché è parte della nostra identità". Il 78,6 per cento è d'accordo per
    l'insegnamento del sardo a scuola. L'81,9 per cento aderisce al fatto che
    l'insegnamento a scuola comprenda l'italiano, una lingua straniera e il
    sardo.

    "Qualcuno ha obiettato - ha detto Il Presidente della Regione nel suo
    intervento a conclusione del dibattito - che chi ha dato le risposte
    alle interviste sono sedicenti parlanti in sardo. Ma è proprio questo che
    mi interessa di più: perché se sono 'sedicenti' questo vuol dire che
    riconoscono ancora di più il valore della lingua sarda e si dispiacciono
    molto per il fatto di non saperla parlare. E per loro è ancora più
    importante. E per me è ancora più importante un sedicente parlante in sardo
    di uno che lo parla bene: perché vuol dire che questa persona lo
    intende come una mancanza, una povertà, un qualcosa che manca e che si
    vorrebbe avere".

    "Cosa dobbiamo fare ora?", ha concluso il Presidente Soru, "portiamo
    avanti la sperimentazione, per il tempo che serve, e arriviamo a una
    lingua sarda comune. Poi anzitutto vogliamo insegnarla a scuola in maniera
    ufficiale e vogliamo che insegnandola ci siano i crediti, i punteggi e
    tutte queste cose. E visto che si danno i punti nei concorsi pubblici a
    chi insegna inglese e altre lingue, non capiamo perché non si debbano
    dare punti a chi insegna il sardo".

    redazione 09/05/2007 09:51:21
    http://www.algheronotizie.it/articoli.php?id_articolo=3781
     
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    Brebus contro il malocchio

    Scritto da Junfan
    lunedì 21 maggio 2007

    Eccoci alla seconda puntata della nuova sezione Brebus e Maias, dedicata ad uno degli argomenti su cui i nostri lettori dimostrano un notevole interesse, il cosidetto "Ogu pigau", il malocchio. Buona lettura.
    Crediamo che le pratiche di medicina popolare dedicate ad eliminare l'influenza nefasta de "s'ogu pigau" siano le più diffuse in Sardinnia.


    Abbiamo avuto modo di scriverne in diversi articoli ma oggi vi proponiamo i "brebus" atti ad eliminare il maleficio. Ricordiamo che il rituale può variare da zona a zona dell'Isola, sia nei brebus utilizzati che nel rituale e strumenti utilizzati. Uno dei brebus è il seguente:

    S.Luxia de Milis
    Santa Luxia de Arrabi
    Santa Luxia de Aristanis
    Circanta Sant'Antiogu
    Po sanai custa ferid'i ogu.
    S.Luxia de Arrabi,
    Santa Luxia de Aristanis
    S.Luxia de Casteddu,
    Santi Mracu e Sant'Antiogu,
    Custu mabi bogaindeddu,
    cun sa mexina de s'ogu.
    Santu Nigola,Santi Sisineri,
    Deus t'appada a torrai,
    Forza e poderi.

    Nel caso in cui "s'ogu pigau" risultasse essere molto forte e difficile da togliere con un semplice brebu, si poteva far ricorso all'aiuto di una "associazione" di persone "praticas" che insieme, riunendosi a consulto recitavano prima "brebus" semplici, e poi via via versi sempre più segreti e quindi potenti nell'effetto.
    Tali brebus venivano pronunciati a voce bassissima per non essere uditi da altri ed ognuno metteva in atto delle procedure rituali differenti.

    http://www.contusu.it/index.php?option=com...id=386&Itemid=1

    Rito contro l'aquila

    Scritto da Junfan
    mercoledì 30 maggio 2007

    Fa parte dell'antica cultura pastorale la pratica usata per impedire all'aquila di predare gli agnelli del gregge. Era una magia che per avere effetto, doveva essere compiuta solo da anziani dotati di particolari qualità e secondo un preciso rituale...
    Con i piedi immersi nell'acqua corrente di un ruscello, ci si poneva di fronte al sole nascente, si legavano stretti, assieme con strisce di cuoio, diversi arboscelli e si pronunciava una formula misteriosa conosciuta solo da pochi. Questa la formula, raccolta ad Arzana alcuni anni fa da Paolo Pillonca, che la ebbe da uno zio di secondo grado, cugino della madre: Piero Muceli:

    Abbìla, abbìla,
    a pes tira-tira,
    a pes ti pongio a modde.
    E ti facas de fodde,
    de fodde `e orciada.
    Bai in ora mala Aquila, aquila
    strascicando i piedi
    te li metto a mollo.
    Possa tu diventare un fardello,
    un fardello d'ortica.
    Vai in malora

    L'aquila rimaneva, così, prigioniera della magia e non poteva più minacciare le greggi.

    tratto da GAL Ogliastra - Antiche Memorie
    grazie agli amici di Agugliastra.it

    http://www.contusu.it/index.php?option=com...id=393&Itemid=1
     
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  7. Gratia
     
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    Il calendario nuragico

    http://www.contusu.it/index.php?option=com...id=384&Itemid=1

    Shardana e sole

    https://www.youtube.com/watch?v=Ybe3Lz5kW5s


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    Nuraghes de Sardigna - URN Sardegna Indipendentzia

    https://www.youtube.com/watch?v=Mw2Ih7129yQ...related&search=

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  8. Gratia
     
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    ARCHEOLOGIA: CAGLIARI,CONVEGNO SU NUOVE TECNICHE CONSERVAZIONE

    « UNIVERSITA’: L’AQUILA, OK A BILANCIO CONSUNTIVO 2006ARCHEOLOGIA: CAGLIARI,CONVEGNO SU NUOVE TECNICHE CONSERVAZIONE
    (AGI) - Cagliari, 7 giu. - Sara’ Maurizio Forte, archeologo e primo ricercatore dell’Istituto per le Tecnologie applicate ai Beni culturali del Cnr, ad aprire i lavori del convegno “Lo splendore del passato nel prima digitale: nuove tecnologie applicate ai beni culturali”, in programma martedi’ prossimo nell’Aula Magna del Polo Umanistico di Sa Duchessa, a Cagliari. L’iniziativa - organizzata dalla societa’ Anamnesys in collaborazione con l’Ateneo cittadino, il Comune di Cagliari, l’Anci, la Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano e lo Studio di computer grafica Thelos - sara’ l’occasione per analizzare l’impatto e le prospettive delle nuove tecnologie nella conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale.
    Durante l’incontro, si discutera’ del livello raggiunto da queste tecnologie in campo nazionale ed internazionale e del ruolo dell’universita’ nel favorire un approccio multidisciplinare. Interverranno, oltre al primo ricercatore del Cnr, l’archeologa della Soprintendenza archeologica Donatella Salvi, il docente di Epigrafia Latina della Facolta’ di Lettere, Antonio Corda, il docente di Composizione architettonica di Ingegneria, Giovanni Campus, e il responsabile dello Studio Thelos, Giorgio Todde. (AGI)
    Com-

    http://www.universita-oggi.it/archives/00012509.html
     
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  9. Gratia
     
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    "Second Life", la Sardegna virtuale

    La seconda vita della Sardegna è già on-line

    SASSARI - Su "Second Life" ricreati l’ambiente e la cultura
    sardi. Visitare il complesso nuragico di Barumini nel pieno del suo
    splendore, ammirare la splendida "ziqqurat" di Monte d’Accodi, passeggiare
    sott’acqua tra domus de janas e nuraghi, prendere il sole su una spiaggia,
    ascoltare musica etnica e vedere spettacoli tradizionali. Queste sono
    solo alcune delle possibilità date all’interno di “Sardigna”, l’isola su
    Second Life creata da Mario Pireddu, trentenne scienziato della
    comunicazione, e presentata ieri mattina nella Facoltà di Lettere e filosofia
    di Sassari. Second Life, per chi ancora non ne fosse al corrente, è una
    piattaforma virtuale, alla quale si può avere accesso gratuitamente
    costruendo un proprio “avatar”, un alter ego digitale. Una volta
    effettuato l’accesso, si possono visitare i vari luoghi qui costruiti,
    interagendo con gli altri visitatori. La bellezza di Second Life è proprio
    questa: si tratta di un gioco, ma non c’è un obbiettivo da
    perseguire, un traguardo da raggiungere: gli utenti interagiscono tra
    loro, fanno conoscenza, acquistano oggetti, compiono azioni simili a
    quelle fatte nella vita reale. All’interno di questo “gioco”, che ospita
    circa 7 milioni di iscritti, sono presenti numerosi ambienti: ci sono
    isole dedicate al gioco d’azzardo, alla storia, alla fantasia, al sesso,
    alla politica. La scelta è ampia, le possibilità d’azione sono
    molteplici. Le potenzialità di questa piattaforma cominciano da qualche tempo
    ad attirare un grosso interesse anche qui in Italia. Importanti politici
    come Di Pietro e D’Alema hanno costruito dei propri punti personali,
    numerose università hanno aperto spazi ad hoc, e anche aziende private
    stanno puntando sempre di più sul fenomeno, creando nuovi punti vendita
    virtuali. Anche Mario Pireddu è rimasto affascinato dalla portata di
    questo programma e, circa due anni fa, ha avuto una brillante intuizione:
    portare la Sardegna su Second Life. Da circa un anno ha
    iniziato a lavorare al progetto, coadiuvato dal fratello Marco e da un
    piccolo staff, arrivando a creare la sim (isola) virtuale “Sardigna”,
    attualmente fruibile a tutti. All’interno di Sardigna è possibile
    trovare la perfetta ricostruzione del complesso nuragico di Barumini,
    riprodotto in tutto il suo antico splendore. Si può passeggiare tra le sue
    mura, salire sulla sua sommità, ammirare il panorama, leggere tutte le
    informazioni fornite sul monumento. Terminata la visita, ci si può
    rilassare facendo una passeggiata su una collinetta là vicina, punteggiata
    dalla vegetazione caratteristica. Per chi lo desidera, c’è inoltre la
    possibilità di andare al mare, a prendere il sole o.. a fare una
    passeggiata sul suo fondale, dove si possono ammirare altri monumenti
    caratteristici della storia sarda, come le tombe dei giganti, in una sorta di
    “Atlantide nuragica”. La lungimiranza di un ragazzo sardo ha reso dunque
    possibile la produzione di un luogo virtuale molto curato, che
    attira già numerose persone. A poco tempo dalla sua effettiva
    inaugurazione, l’isola Sardigna registra già circa cento iscritti, e il numero
    è in costante aumento. La sim non viene visitata solo da sardi, ma
    anche da stranieri provenienti da ogni parte del mondo, incuriositi
    dall’immagine e dalle costruzioni qui presenti. Nella realtà virtuale di
    Second Life, spostarsi da un’isola a un’altra è semplice, e con un numero
    sempre maggiore di iscritti, è facile pensare alla rilevanza che questo
    progetto potrebbe avere e alle ricadute sul turismo reale. Infatti, i
    “visitatori virtuali” che arrivano su Sardigna, attirati da quanto
    riprodotto, possono rapidamente trasformarsi in “turisti reali”, e venire
    concretamente nella nostra isola per ammirare le meraviglie in essa
    contenute. Il progetto di Mario Pireddu è un progetto culturale, punta a
    ricostruire i luoghi simbolo della Sardegna, rappresentare la sua vera
    identità, non la parte commerciale. Mostrare il nostro passato, anche
    attraverso la realizzazione di spettacoli musicali e artistici, e
    proiettarlo verso il futuro, tramite i mezzi che la tecnologia mette a
    disposizione. Ma quanto creato sulla piattaforma non deve restare qualcosa
    di limitato al virtuale; si punta alla integrazione di Second Life con
    la vita reale, l’esperienza virtuale deve essere contigua alla vita
    concreta, non un qualcosa di necessariamente separato.Per osservare la
    Sardegna virtuale, è sufficiente iscriversi su http://www.secondlife.com,
    creare un proprio alter ego virtuale e, una volta dentro al “gioco”,
    inserire nell’apposito spazio di ricerca le parole Sardigna, Sardinia o
    semplicemente Sardegna. È un’esperienza che vale la pena fare.


    http://www.alguer.it/notizie/sardegna/1237...degna_virtuale/

     
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  10. Gratia
     
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    La Ponitura

    Scritto da Junfan

    La ponitura era una specie di questua di bestiame fatta da chi intendeva crearsi una posizione, migliorare la sua condizione o rifarsi del perduto per spese processuali o per dissesti finanziari.

    Prima di aggirarsi per le cussorgie, in cui si intendeva far la ponitura, il questuante ne dava avviso agli amici, o meglio all’amico presente in ogni cussorgia, presso il quale era solito recarsi, indicando a ciascuno il giorno della visita.
    Veniva predisposto in tal senso un preciso percorso dei luoghi da visitare e il tempo da dedicare a ciascun luogo, a seconda dell'estensione degli stazzi in qui questuare.
    L’amico della cussorgia, primo fra tutti a dare al questuante il capo di bestiame desiderato, lo accompagnava, insieme ai suoi parenti più stretti, ai diversi stazzi dove dopo aver mangiato, esponeva il motivo della sua venuta, pregando caldamente il padrone di casa a voler accondiscendere al desiderio del questuante, dandogli la più bella pecora, capra o giovenca della sua mandra.
    Se quest'ultimo accettava, si mostrava felice di poter contribuire a formare o risollevare le sorti del questuante. In caso contrario, dispiaciuto di non poterlo aiutare, lo informava del motivo di tale decisione.
    Il bestiame questuato in ciascuna cussorgia veniva lasciato custodia all'amico della cussorgia, e veniva ritirato dal questuante una volta terminata la ponitura per essere portato al proprio stazzo o al luogo prefissato per tenerlo a pastura.
    La questua si faceva separatamente, o di capre, o di pecore o di vacche, che non avessero ancora figliato. Il questuante era obbligato restituire il capo donatogli nel caso in cui il donatore fosse passato a sua volta per la ponitura.

    Tratto da "Tradizioni popolari di Gallura"

    http://www.contusu.it/index.php?option=com...id=397&Itemid=1
     
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  11. Gratia
     
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    Inferno in 5 siti archeologici sardi

    venerdì, 22 giugno 2007

    Il Comune di Paulilatino in collaborazione con il GAL Montiferru Barigadu Sinis e con la Direzione Artistica del Teatro Instabile, insieme ai Comuni di Abbasanta, Fordongianus, Ghilarza, Norbello e Sedilo, presenta “L’Inferno…dalla Divina Commedia” di Aldo Sicurella. Cinque atti unici nei siti archeologici della Provincia di Oristano partendo dal Pozzo Sacro di Santa Cristina a Paulilatino, in Provincia di Oristano.


    CAGLIARI - Nella celebre terzina che apre la divina Commedia (“nel mezzo del cammin di nostra vita”) si riassume l’incipit e la conclusione della grande macchina spettacolare del Teatro Instabile. Nell’Area del Pozzo Sacro, debutterà la prossima settimana la nuova produzione L’Inferno…dalla Divina Commedia del regista Aldo Sicurella. Si tratta di un’opera complessa, in cinque atti unici sviluppati lungo un itinerario che partirà il 26 Giugno 2007 dall’Area del Pozzo Sacro di Santa Cristina, (Paulilatino – Or), proseguirà presso il Santuario di San Costantino a Sedilo il 28 Giugno; il Nuraghe Losa, di Abbasanta (1 Luglio 2007); le Terme Romane di Fordongianus (3 Luglio) per concludersi infine il 5 Luglio 2007, sempre a Santa Cristina nell’Area della Tomba dei Giganti e del Nuraghe.

    Lo spettacolo “L’Inferno” rappresenta un progetto artistico di contaminazione fra archeologia, teatro e turismo, uno spettacolo itinerante che si compone di cinque tappe distinte e differenti, ognuna delle quali suscita molteplici sensazioni nello spettatore- visitatore, che immerso in uno scenario naturale, metaforico e irreale, sperimenta l’emozione della storia. A rendere ancora più suggestiva questa performance contribuiranno una sapiente illuminazione con particolari effetti speciali e la presenza di un ensamble musicale, composto da archi, un’arpa e un cantante lirico.

    Il contesto in cui nasce l’idea di questa complessa produzione è la Misura 1.3 “Valorizzazione delle risorse naturali e culturali”, Azione 1.3.B – “Interventi di valorizzazione del patrimonio culturale”, Intervento 1.3.B.2 “Lasciare un segno per disegnare un sogno” – “Creatività, Tradizione, Responsabilità, Sviluppo” promossa dal GAL MBS, per la quale il Teatro Instabile, Teatro Stabile di Innovazione, riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Sardegna, cura la direzione artistica del progetto “Lasciare un segno per disegnare un sogno”, che coinvolge attivamente sei Comuni della provincia di Oristano: Paulilatino (capofila), Abbasanta, Fordongianus, Ghilarza, Norbello, e Sedilo.

    Questa particolare azione culturale si sviluppa in tre distinte attività strettamente interrelate fra loro: il Teatro Scuola (a cui hanno aderito gli alunni, delle scuole di ogni ordine e grado, residenti nei 39 Comuni che fanno parte del GAL MBS), Piazza e Cultura e l’Archeoturismo, agendo quindi su differenti livelli. Tra i molteplici obiettivi che si prefigge il progetto, va segnalato il rafforzamento del cooperativismo e della sinergia fra le varie entità coinvolte, attraverso l’attuazione di una serie di iniziative che riconoscano alla cultura il ruolo di volano per l’economia oristanese.


    Ultimo aggiornamento: 22-06-2007 17:25:25

    http://www.sardegnaoggi.it/notizie.php?notizia=9015

     
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  12. Gratia
     
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    Trovati su youtube!!!


    L'epopea dei nuraghi 1°Parte
    http://it.youtube.com/watch?v=I3ApgGNAymk

    ***
    L'epopea dei nuraghi 2°Parte
    http://it.youtube.com/watch?v=v18k5tQZskc

    ***
    L'epopea dei nuraghi - 3°Parte
    http://it.youtube.com/watch?v=dDMJ4UF66p8

    Qui invece trovate il video intero:
    http://kaosad.altervista.org/index.php?mod..._EpopeaNuraghi/


    Saluti,

    Grazia

    Edited by Gratia - 24/6/2007, 18:24
     
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  13. Gratia
     
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    Scoperta una carta dell'Isola del '500

    Scritto da Junfan
    lunedì 25 giugno 2007

    Un segreto custodito all'interno della cattedrale per secoli. Che nessuno era mai riuscito a scoprire e le cui ricerche avevano avuto sempre esito negativo. Oggi grazie all'occhio esperto di uno studioso, il piccolo mistero è stato svelato.
    Non si tratta di un tesoro nascosto nel cuore più buio della cripta che è venuto miracolosamente alla luce. È, molto più semplicemente, un affresco: la riproduzione di una carta antichissima e preziosa della Sardegna, identica a quella raffigurata in una rappresentazione cinquecentesca nelle carte del Vaticano, camuffata in parte dall'intonaco e dipinta in un'intercapedine di una parete esterna della cattedrale. la scopertaL'ingegner Giampaolo Marchi, lo scopritore, docente di Estimo nella facoltà di Ingegneria dell'Università di Cagliari, quasi non credeva ai suoi occhi quando, per puro caso, ha gettato lo sguardo su quello che, ai profani, poteva sembrare uno scorcio di dipinto quasi insignificante. Ieri pomeriggio, nel Municipio di via Roma, ha rivissuto nel corso di una conferenza le tappe della scoperta e mostrato le numerose immagini della curiosa carta geografica, dove si riconoscono a malapena i nomi di alcuni centri abitati. l'affresco di pintor«Mi trovavo in Cattedrale per motivi estranei a questa ricerca e mai avrei potuto immaginare una sorpresa simile», racconta. Ha avuto un fremito, poi la tentazione di urlare tutta la sua emozione. Si è così attaccato furiosamente ai libri per averne la conferma assoluta: che è arrivata subito. «L'affresco è da attribuire a Geronimo Ferra Pintor e risale al periodo tra il 1570 e 1576, durante la reggenza del Vicerè Conte d'Elda. Tra gli elementi indicativi per la datazione compare anche lo scudo di Filippo II», spiega entusiasta l'ex assessore all'urbanistica. «Le fonti documentarie fanno spesso riferimento alla carta, che è stata oltretutto cercata a più riprese dallo stesso Filippo II, nelle convinzione fosse stata realizzata su un supporto cartaceo. Invece, la sorpresa: è un vero e proprio dipinto. Ecco il motivo per cui era introvabile negli archivi. c'è sempre stataChissà quante persone l'avranno osservata distrattamente, senza comprenderne o intuirne il significato e il valore. «Purtroppo è solo una parte della carta e la lettura non è immediata. Il resto dell'opera è stato eliminato in seguito all'inserimento delle bifore», spiega il professore. Ma non finisce qui. C'è una scoperta nella scoperta. Dietro l'affresco si nasconde, infatti, ancora un altro dipinto. Raffigura la cattedrale e lo si può intuire solo con la saturazione dei colori realizzata al computer. Un altro sussulto per Marchi, che presto pubblicherà il suo studio. Mariangela Lampis 15/06/2007 «L'affresco è da attribuire a Geronimo Ferra Pintor e risale al periodo tra il 1570 e 1576, durante la reggenza del Vicerè Conte d'Elda. Indicativo per la datazione anche lo scudo di Filippo II».

    Tratto da L'unione Sarda del 16/06/2007
    http://www.contusu.it/index.php?option=com...id=403&Itemid=1
     
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  14. Gratia
     
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    « TURISMO: MARCHE,REGIONE APPROVA NUOVE NORME PER AGENZIE VIAGGICIAMPINO: ALLARME RIENTRATO, RIAPERTO LO SCALO »“ROTTA FENICI”: INTESA REGIONE-ISTITUTO EUROPEO PER PROMOZIONE
    (AGI) - Cagliari, 2 lug - L’assessorato del Turismo della Regione Sardegna e l’Istituto europeo degli itinerari culturali firmeranno domani a Cagliari una convenzione per la promozione del progetto “Rotta dei fenici”. L’iniziativa - si legge in una nota - ha lo scopo di mettere in evidenza il rapporto storico tra Sardegna, Sicilia, Mediterraneo ed Europa seguendo le direttrici nautiche dei Fenici. L’itinerario “Rotta dei Fenici” e’ stato accettato dall’Istituto europeo quale progetto pilota del turismo culturale in Europa e ha ricevuto la menzione di itinerario culturale del Consiglio d’Europa.
    La convenzione sara’ firmata dall’assessore del Turismo Luisanna Depau e dal direttore dell’Istituto europeo degli itinerari culturali, Michel Thomas-Penette.
    Con questo protocollo d’intesa - prosegue la nota - la Regione si impegna a promuovere gli itinerari fenici e, con atti successivi, a contribuire a realizzare progetti di valorizzazione dei siti fenici isolani. L’Istituto europeo, invece, assicurera’ il supporto tecnologico, strumenti istituzionali, informazione e diffusione del progetto a livello europeo. Assicurera’ anche la partecipazione alla formazione del personale che la Regione coinvolgera’ nel progetto, in particolare nel campo amministrativo, della mediazione culturale e della comunicazione. L’Istituto europeo garantira’ inoltre la valorizzazione dei siti fenici della Sardegna.
    L’Istituto europeo degli itinerari culturali e’ nato nel 1997 in seguito alla firma di un accordo politico tra il Consiglio d’Europa e il Gran Ducato del Lussemburgo. Scopo principale dell’istituzione e’ dare attuazione al programma degli itinerari culturali del Consiglio d’Europa. (AGI)

    http://www.viaggi-oggi.it/archives/0005367.html
     
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  15. Gratia
     
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    In Sardegna, sulle tracce dei Fenici

    Torna alla luce un sistema difensivo edificato nei secoli VI e IV-III
    a. C. Gli scavi sono condotti dal Consiglio nazionale delle ricerche in
    collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Cagliari e
    Oristano e con il Comune di Santadi CNR.it - 5 Luglio 2007

    Roma, 5 Luglio 2007 - Sono ripresi in Sardegna i lavori di scavo nel
    sito di Pani Loriga (Santadi, CA), diretti da Massimo Botto e Ida
    Oggiano, ricercatori dell’Istituto di studi sulle civiltà italiche e del
    Mediterraneo antico (Iscima) del Consiglio nazionale delle ricerche, in
    accordo con la Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano e con
    la collaborazione del Comune di Santadi e del curatore del locale Museo
    archeologico. Le nuove indagini hanno dato risultati di estremo
    interesse mettendo in luce sotto il crollo delle strutture murarie, realizzate
    con uno zoccolo in pietra ed un alzato in mattoni crudi, uno strato di
    distruzione con la presenza di un considerevole numero di anfore
    puniche datate al V sec. a.C. destinate alla conservazione degli alimenti.
    L’omogeneità del complesso dei materiali sigillati dal crollo permette
    inoltre di datare il settore dell’abitato dove risulta ubicato
    l’edificio nei momenti iniziali della presenza cartaginese in Sardegna.
    “Le ricerche”, spiegano gli archeologi del Cnr “hanno interessato due
    differenti aree del sito. Da una parte sono stati ripresi gli scavi
    dell’abitato punico, dall’altra si è proceduto al rilievo del complesso
    sistema difensivo. Le ricerche in abitato sono state indirizzate allo
    scavo di un settore di un edificio non interessato dalle precedenti
    indagini svoltesi a Pani Loriga fra la fine degli anni Sessanta e gli inizi
    degli anni Settanta del secolo scorso”.
    Gli scavi presso le fortificazioni che interessano l’intera collina,
    dove è ubicato l’insediamento, hanno portato all’individuazione di un
    sistema difensivo articolato del quale sono state individuate due fasi
    edilizie databili in via preliminare al VI e al IV/III sec. a.C. Tali
    fortificazioni si collegano quindi alla più tarda presenza fenicia
    sull’isola (VI secolo) e al momento di massima espansione cartaginese nel
    territorio sulcitano (IV/III secolo a. C.).
    www.cnr.it


    http://www.newsfood.com/Articolo/Speciali/...acce-Fenici.asp


     
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