Salvare Sa Pala Larga di Bonorva

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  1. SaCraba
     
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    -_- ehi, ho spedito la prima mail per Mandra Antine sperando che venga pubblicata, ora penserò a spedire quella per Sa pala larga.
    CITAZIONE
    L'allarme dopo Pompei «Siti sardi sotto controllo»

    Mercoledì 10 novembre 2010

    Il pericolo di crolli come a Pompei in Sardegna non esiste, sempre che non accadano eventi eccezionali ed imprevedibili: «La situazione dei siti archeologici è sotto controllo», sostengono i due soprintendenti delle province sarde. A parte il costone davanti alle rovine di Nora e il palazzo di "Re Barbaro" a Porto Torres, dove sono in programma lavori per prevenire smottamenti del terreno, per ora non c'è preoccupazione. «Il grosso del patrimonio monumentale sardo è costituito dai nuraghi, opere ciclopiche che hanno resistito tremila anni. Difficile che possano venire giù», spiega Marco Minoja, soprintendente di Cagliari e Oristano: «La nostra attenzione è sui resti di epoca romana per edifici costruiti con materiale deperibile, specialmente a Cagliari dove si usava anche allora il calcare. Villa Tigellio, per esempio, presenta qualche problema. A Nora continuano i restauri previsti e l'area è da tempo monitorata. Anche il sito di Tharros non presenta emergenze. Fra breve effettueremo un intervento strutturale per canalizzare le acque nelle orginali fogne così da limitare i rischi di allagamenti. I romani costruivano bene le loro città».

    POMPEI Costruirono bene anche Pompei dove 1500 abitazioni sono ancora in piedi (grazie all'eruzione del Vesuvio che seppellì la città nel 79 dopo Cristo e la conservò integra nei millenni). Il crollo della "Casa dei gladiatori" nella famosa via dell'Abbondanza, come stanno accertando i tecnici, è dovuto ad una serie di cause legate a restauri grossolani degli anni Cinquanta, alla mancanza di manutenzione e alle piogge di questi giorni. Il disastro ha fatto suonare il campanello d'allarme ovunque in Italia ed ha scoperchiato una pentola già in ebollizione. Il settore dei Beni culturali senza più fondi per la manutenzione ordinaria e per programmi di restauro nel tempo è destinato al progressivo degrado.
    Un crollo come quello di Pompei non deve far sorprendere, ma era un episodio prevedibile. Prima o poi sarebbe accaduto. Il disastro ha scatenato una bufera politica - c'è chi chiede la testa del ministro Sandro Bondi che oggi e domani riferirà in Parlamento - ma se non altro ha richiamato l'attenzione sui Beni culturali. «A parole sono considerati il nostro petrolio, il patrimonio più importante del nostro paese, ma in concreto nessuno ci crede e soprattutto ci investe», sottolinea Bruno Massabò, soprintendente delle province di Sassari e Nuoro. Non a caso il ministro delle Finanze Tremonti di recente aveva liquidato l'argomento con una battuta che si è tirata dietro una valanga di critiche: «Non ci si sfama con un libro dentro un panino».

    CRISI Un fatto è certo: in un periodo di crisi i soldi per la cultura sono sempre di meno. Ancor meno per i beni archeologici e architettonici. «Da anni non si scava più» aggiunge Massabò: «I cantieri di ricerca, con rare eccezioni, sono chiusi per mancanza di finanziamenti. Ormai si può operare solo sulla conservazione e sulla valorizzazione dell'esistente, ma non si aprono più nuovi scavi se non per necessità», afferma il soprintendente. Le eccezioni sono le scoperte che emergono durante lavori edili e di urbanizzazione. «In questi casi sono i privati o gli enti pubblici a chiamarci e noi interveniamo con i loro finanziamenti. Anche la Regione, attraverso i Comuni, e l'università ogni tanto si attivano per promuovere uno scavo. Ma è ben poco».

    NORA Il collega Minoja fotografa la situazione sarda con qualche numero: «Per le mie due province ho un bilancio annuale di 350 mila euro da destinare alla manutenzione ordinaria» dice: «Quest'anno solo 100 mila euro li abbiamo spesi per i lavori urgenti a Nora. Come si fa a ipotizzare una programmazione ordinaria nel territorio con 250 mila euro restanti? Non si può. Ecco perché si deve ricorrere sempre agli interventi straordinari. Per Nora ho chiesto e ottenuto un milione di euro ricavati dall'otto per mille. Come si vede una disparità enorme».

    LA POLITICA La carenza delle risorse per i Beni culturali è un problema politico, concordano i due soprintendenti. «Una questione di scelte» dice Minoja: «Oggi si vuole fare una legge regionale per promuovere il discorso sulla Sardegna nuragica e Atlantide con un finanziamento di 15 milioni e magari non si mettono a bilancio i fondi per il restauro di un sito o di un monumento. Sono i politici a dettare le priorità e di questo si devono assumere le responsabilità». Per Massabò, però, non ha senso gettare la croce sul ministro Bondi: «Non ha colpe personali per il crollo, le origini sono più antiche e investono tutti i governi precedenti. In realtà ciò che è avvenuto a Pompei è lo specchio di un'Italia schizofrenica che punta molto sul turismo e sul patrimonio culturale, ma poi non investe. È una tendenza generale della politica».
    CARLO FIGARI

    http://edicola.unionesarda.it/Corrente/Art...rticolo=2519869

     
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11 replies since 8/11/2010, 17:50   978 views
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