La protesta del Movimento Pastori Sardi

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  1. SaCraba
     
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    Movimento Pastori Sardi

    Il Movimento Pastori Sardi nasce negli anni Novanta alla conclusione di una manifestazione organizzata dalla Coldiretti a Cagliari rivelatasi un’ulteriore occasione di rafforzamento del sindacato ma di fatto di nessuna utilità per la categoria a agricola e pastorale.

    In questa circostanza, un gruppo di giovani esuberanti, delusi dall’ennesimo esito inutile della manifestazione, decidono di continuare la loro battaglia da soli, dando vita ad un movimento autonomo e apolitico, disposto a lasciare le proprie campagne e ascendere in piazza affinché venga dato il giusto riconoscimento al proprio lavoro senza l’intervento di intermediari che si accontentano delle “piccole briciole” concesse dai politici del momento.

    Battaglia dopo battaglia, il movimento ha attirato a sé un numero sempre maggiore di sostenitori che oggi sembra rappresentare la maggioranza della categoria dei pastori

    Per informazioni: [email protected]

    Dal blog di Beppe Grillo:
    Pecore clandestine bloccate a Porto Torres



    Le pecore vengono importate in Sardegna e naturalizzate sarde. Il pecorino sardo è prodotto da ovini con la cittadinanza onoraria. E’ una delle regole della globalizzazione: se la Sardegna non va alla pecora, è la pecora che va alla Sardegna. I pastori, affezionati alle loro pecore doc, hanno bloccato le navi della Tirrenia e della Grimaldi aPorto Torres, i belati provenienti dai camion li avevano insospettiti. All’avvicinarsi degli aderenti al Movimento Pastori Sardi gli autisti si sono dati alla fuga nelle campagne dietro il porto portando con sé i documenti di viaggio, ma non le pecore. Per ora sono dati per dispersi. I Carabinieri hanno partecipato all’evento con le consuete manganellate ai protestanti. Sono apparsi dalle stive delle navi anche alcune centinaia di maiali clandestini con le orecchie bucate, ma senza targhetta identificativa, pronti per una nuova vita con la carta di identità sarda. Da Sassari è arrivato un gruppo di veterinari per la visita medica di pecore e maiali. E’ la legge del mercato, trasporti il bestiame in giro per l’Italia, gli fai prendere un nuovo passaporto e lo rivendi come doc.


    Intervista a Felice Floris rappresentante Movimento Pastori Sardi.

    “Oggi è accaduto quello che doveva accadere: il Movimento Pastori Sardi è ritornato in piazza perché stanco di aspettative, di false promesse e per cui è reiniziata la mobilitazione, questa volta è toccata ai porti . Oggi a Porto Torres domani vediamo dove… ormai è diventata una situazione insostenibile, il 14 settembre a seguito di una manifestazione che ha coinvolto oltre 10.000 pastori sono state fatte delle promesse e queste promesse sono ancora in alto mare, non possiamo permettercelo non si scherza così con la gente. La politica non può abusare della pazienza della gente. Sono stati fatti controlli abbiamo visto che c’erano delle irregolarità, bestiami irregolari e adesso il bestiame è sotto sequestro. Aspettiamo per vedere quali sono le irregolarità.
    I nostri porti sono porti colabrodo dove entra di tutto dove arriva un mucchio di bestiame da fuori fa una breve sosta in Sardegna e poi esce fuori con il marchio Sardegna e questo non possiamo tollerarlo a scapito delle nostre produzioni a danno anche dei consumatori che non sanno cosa stanno consumando. Secondo noi accade da sempre, oggi è stato un caso che abbiamo beccato degli animali irregolari, a nostro giudizio poi saranno le autorità proposte che tipo di irregolarità. Però intanto il bestiame un giudice l’ha messo sotto sequestro vuol dire che ci sono degli estremi altrimenti non sarebbe permesso. Il porto è sbloccato, stanno adempiendo tutte le formalità dei documenti di trasporto e così via, per cui avviarci a un centro bestiame dove verranno fatte tutte le analisi tutte le procedure e di pulizia veterinaria per vedere dove stanno le irregolarità. Noi non abbiamo niente contro il libero commercio, non è lì il problema, noi siamo contro l’illegalità, qua si tratta d’illegalità diffusa. Il prodotto Sardegna è un prodotto che il mercato accoglie come prodotto buono, altre mansioni altre regioni lo fanno arrivare qua e molte volte nemmeno sosta, cambiano i documenti, riparte come prodotto sardo e questo è una vergogna.
    Deprezzare tanto impegno tanta passione poi c’è una profonda crisi, poi capiamo perché se si porta la roba da due soldi, si dà un valore aggiunto utilizzando marchi locali, è chiaro che poi i nostri prodotti vengono deprezzati, addirittura non sono più interessanti. La complicità di quelle strutture che dovrebbero invece tutelare, controllare, verificare queste cose. Noi da tempo chiediamo che nei nostri porti ci siano stazioni di quarantena perché sono strumenti importanti, qui arriva bestiame malato che ci porta un mucchio di epidemie. Ne abbiamo molte di epidemie che hanno decimato le nostre greggi perché questa mancanza di controlli sanitari. Noi diciamo basta, non possiamo più permettere queste cose. Dobbiamo tutelare il nostro patrimonio giustamente. Questo senza intaccare la libera concorrenza. Però è giusto perché quando noi portiamo bestiame ci chiedono dalla A alla Z, e non capisco non lo fanno per i prodotti in entrata. I consumatori si devono incazzare perché vanno al banco a comprare, comprano caro pensando che quel prodotto lì sia di qualità e invece sono presi in giro.”

    Articolo preso dal blog di Beppe Grillo

    www.movimentopastorisardi.org/?p=301



    Protesta pastori:
    presidio davanti al mattatoio di Settimo
    Per vigilare su eventuale apposizione marchio sardo su carni


    02 ottobre, 16:35


    (ANSA) - CAGLIARI, 2 OTT - Il Movimento pastori sardi (Mps) prosegue il sit-in davanti al mattatoio di Settimo San Pietro dove sono arrivati due camion provenienti dalla Spagna.

    Gli autoarticolati, carichi di pecore, capre e maiali destinati alla macellazione, erano stati bloccati per 12 ore nello scalo marittimo di Porto Torres. I pastori hanno detto che vigileranno affinche' sulle carni estere non vengano apposti marchi attestanti l'''origine sarda'' prima della distribuzione in Italia, ''imbrogliando i consumatori e anche i produttori sardi'' sostiene l'Mps.(ANSA).

    www.ansa.it/web/notizie/regioni/sar...1756695178.html


    Qui potete tenervi informati sull'andamento della protesta:

    Movimento Pastori Sardi . Facebook
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    www.facebook.com/pages/MPS-Moviment...105286442866524

    Edited by SaCraba - 31/10/2010, 22:11
     
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    stanno facendo bene, il massimo sostegno!
     
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    STUDIOSO DEI POPOLI DEL MARE

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    il PASTORALISMO è la nostra ultima speranza di ver colnservata la nostra millenaria cultura. Se perderemo anche questa ricchezza (e non parlo solo di produzione di latte e carni, ma di Cultura dei pastori)... avremo perso l'ultimo baluardo alla colonizzazione occidentalizzante e consumistica della civiltà moderna. :(
     
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  4. dedalonur9
     
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    solidarietà incondizionata.
     
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  5. SaCraba
     
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    Solidarietà incondizionata anche da parte mia,se stanno male i pastori stiamo male un pò tutti,sono loro la forza motrice economica della Sardegna. Se loro affondano molti di noi dovranno fare di nuovo le valige ... dove andiamo ..in Romania?
    E le 40mila famiglie di pastori che faranno..andranno ad allevare canguri in Australia?



    Le banche stanno portando via i terreni e altri beni che gli allevatori hanno ipotecato per poter superare questo momento difficile. L'altro giorno un signore con ancora due figli da crescere ,mi raccontava che la banca stà per portargli via la casa,costruita da lui,nella quale vive da oltre 30 anni e mentre parlava le lacrime gli sgorgavano dagli occhi.
     
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  6. Eracle
     
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    A me fa incazzare anche il fatto che ci propinano latte e carne esteri per sardi!!!
    Tu sei convinto di comprare prodotti di qualità della tua terra, credendo di aiutare dei poveri lavoratori fra l'altro, e viene fuori che mangi roba venuta da chissà dove e ci si arricchiscono i soliti ignoti alle nostre spalle.
    ...........


    Edited by SaCraba - 3/10/2010, 22:13
     
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  7. SaCraba
     
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    le giovani coppie con i figli piccoli e mutui da pagare si trovano in fortissima difficoltà, i pensionati non possono più aiutarli come prima. Ormai la situazione è diventata insostenibile per tantissime famiglie.Speriamo che quella gente che abbiamo votato si diano una mossa per risolvere questi problemi che rischiano di degenerare.

    Ma dove sono le persone che abbiamo messo in belle e comode poltrone alla Regione?
     
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  8. dedalonur9
     
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    spero di sbagliarmi con tutto il cuore ma mi sa che l'Italia ben presto andrà in bancarotta. in questo quadro c'è gia il salvi chi può...politici compresi. ecco di che si occupano i signori eletti in comode poltrone.

    che dire di una classe dirigente che leva i sldi ai minatori del Sulcis per realiizzare manifestazioni velistcihe di seri B? ma siente andati a vedere a La Maddalena a che cosa son serviti i soldi per i minatori disoccupati?

    quanto ai pastori e in generale ai lavoratori....poveri loro. La Sardegna è un isola senza prospettive, semplicemente non ha tessuto produttivo e capacità di riassorbimento dei posti di lavoro perduti.

    alla fine, quando ci chiederanno il suolo per la centrale nucleare diremo sì per fame.
     
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    CITAZIONE (SaCraba @ 3/10/2010, 21:55)
    Solidarietà incondizionata anche da parte mia,se stanno male i pastori stiamo male un pò tutti,sono loro la forza motrice economica della Sardegna. Se loro affondano molti di noi dovranno fare di nuovo le valige ... dove andiamo ..in Romania?
    E le 40mila famiglie di pastori che faranno..andranno ad allevare canguri in Australia?

    no, struzzi a Ortacesus.




    A parte il momento di stupida ironia (perdonatemi è per stemperare)
    Il quadro è nero, proprio come ha descritto Dedalo.

    dovrebbero imporre rigidi controlli per tutto ciò che viene da fuori, incentivare i prodotti nostrani, evitare la cementificazione a danno dei terreni coltivabili e pascolabili (mi viene in mente su pastori chin c'esti a frùmini, praticamente le pecore le fa pascolare in quei due tre campi che son rimasti liberi dalle recinzioni e dai muri a blocchetti).
    Ci sono tante cose da fare, e nessuno sta facendo un cazzo per evitare il definitivo tracollo.

    L'unica cosa che possiamo fare noi è acquistare i prodotti della nostra terra, chi ha conoscenze si rivolge direttamente a is pastoris se vuole l'agnello o il capretto. Dovrebbero farlo più persone.
    Certo questo non sistema nulla, ma è preferibile dal prendere i maiali venuti da chissà dove ed etichettati come sardi solo perchè macellati qui.
     
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  10. iperboreo50
     
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    CITAZIONE (shardanaleo @ 3/10/2010, 18:05)
    il PASTORALISMO è la nostra ultima speranza di ver colnservata la nostra millenaria cultura. Se perderemo anche questa ricchezza (e non parlo solo di produzione di latte e carni, ma di Cultura dei pastori)... avremo perso l'ultimo baluardo alla colonizzazione occidentalizzante e consumistica della civiltà moderna. :(

    non è facile commentare ne queste parole di Leo ne quelle di Lessà o Craby o Dedalo....
    Opporre resistenza all'avanzare della modernità considerandola "nemica" è sbagliato.
    Modernità è bella e comoda.
    Quando si fa la spesa si compra quello che costa meno, anche se viene da chi sa dove.....

    Bisognerebbe comperare i prodotti sardi anche se più cari?
    Ma non c'era una legge regionale che imponeva una certa percentuale di prodotti sardi nei supermercati??

    Il ragionamento comunque è più complesso.
    Per comperare sardo bisognerebbe che la gente si riconoscesse nella propria terra, nella storia della propria terra, anche in pantofole e davanti alla tv al plasma sapere che si è sardi ed essere orgogliosi di questo dato che non è solo anagrafico.
    Voi conoscete meglio di me la realtà sarda sotto questo aspetto. Ditemi se i giovani o i trentenni hanno la conoscenza della Cultura e della Storia sarda?
    La Cultura e il senso di appartenenza si coltiva a cominciare dalla più giovane età.
    Se uno si vergogna della cultura pastorale o comunque contadina, si vergogna delle proprie radici.
    Ma uno senza radici è come un fuscello al vento................

    Per coltivare le radici culturali delle popolazioni nei paesi del nord Europa si sono costruiti degli scansen, villaggi che rappresentano la vita e la fatica dei secoli scorsi. a cominciare da quelli vichinghi o comunque medioevali di buona qualità, a quelli contadini degli ultimi secoli nei quali si mostra come era la vita una volta. Non sono dei musei statici, si produce, si coltiva, si panifica, si munge.....si fa tutto quello che si faceva una volta.
    Nel periodo scolastico questi siti sono pieni di scolaresche che attraverso questo sistema educativo metabolizzano l'appartenenza a una cultura che sentono loro. Un tedesco, danese, polacco o svedese è orgoglioso del passato che conosce e nel quale si riconosce. Anche se sta in pantofole davanti ad un pc. nel pieno della modernità.

    qui sotto metto l'indirizzo di mio album web con tante foto di uno di questi villaggi ricostruiti.
    Il villaggio di Hjerl Hades vicino a Holsterbo nel Jutland danese.
    Guardate con pazienza, c'è tutto in questo villaggio, dalle costruzioni ai mestieri. Di questi posti ci sono tantissimi. Se conosci materialmente il tuo paese non lo svendi per un poco di comodità, semmai impari ad amarlo......
    Non so se sono riuscito farmi spiegare..

    http://picasaweb.google.it/iperboreo50/ScansenHjerlHadesDK#


    :salute: :salute:
     
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    Iper, con me sfondi una porta aperta.
    Non sono forse tre anni che giro con il "mio" gruppo di fratelli, la memoriae milites, in tutti i costumi, dal nuragico, al soldato ausiliare di età imperiale, sino all'arborense del 1300 per educare, raccontare, far vedere... gratuitamente ?
    E come moneta cosa ne ho ricevuto? Esser chiamato "vichingo" solo perchè nessuno si è mai fatto un giro al museo di cagliari? O essere disprezzato perchè i romani sono solo quelli brutti e cattivi, che hanno invaso la Sardegna, e quindi non andrebbero rappresentati? Sentirsi dire che noi facciamo "folklore" e che le nostre rappresentazioni (costumi, usanze, tecnologie medioevali che mettiamo in campo) fanno una bella "atmosfera, stile re Artù"?

    dovresti conoscere me e come la penso. :salute:

     
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  12. dedalonur9
     
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    Iper...i tedeschi e i danesi non han probleimi a rappresentarsi nel loro passato perchè hanno una cultura e uno stato forte lle spalle. qui in sardegna non siamo indipendenti e non abbiamo una cultura forte.

    tutto qui;

    in un altro forum, durante varie discussioni... quando ho parlato di pirati sardi m'han detto che era disdicevole per i sardi le parle di Diodoro Siculo e che i sardi si dovrebbero sentirsi offesi d'esser definiti pirati.

    se qeste parole fossero state dette ad un acheologo vichingo o durante una manifestzione rievocativa sarebbero state irrise e considerate insensate...

    invece in quel forum, tranne me, nessuno obiettò nulla e chi tace tante volte acconsente... io considero quegli episodi una spia di quanto siam messi male e di quanto siamo affetti da ideologismi...cioè in sostanza, di quanto siam privi di una cultura forte e matura che ci consenta di parlare con buona coscienza (come dev'essere) anche... degli avi guerrieri e pirati...

    privi di tale cultura condivisa cosa andremmo a rappresentare nelle rievocazioni e a raccontare nelle scuole?
     
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  13. Mrgianfranco
     
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    CITAZIONE (dedalonur9 @ 3/10/2010, 23:41)
    spero di sbagliarmi con tutto il cuore ma mi sa che l'Italia ben presto andrà in bancarotta. in questo quadro c'è gia il salvi chi può...politici compresi. ecco di che si occupano i signori eletti in comode poltrone.

    che dire di una classe dirigente che leva i sldi ai minatori del Sulcis per realiizzare manifestazioni velistcihe di seri B? ma siente andati a vedere a La Maddalena a che cosa son serviti i soldi per i minatori disoccupati?

    quanto ai pastori e in generale ai lavoratori....poveri loro. La Sardegna è un isola senza prospettive, semplicemente non ha tessuto produttivo e capacità di riassorbimento dei posti di lavoro perduti.

    alla fine, quando ci chiederanno il suolo per la centrale nucleare diremo sì per fame.

    Le prospettive ci sono e come se ci sono basta non barattarle con pochi spiccioli che intascano i soliti avvoltoi...c'è il sole, il vento, pregiati marmi e graniti invidiati, oro argento e altri metalli come il silicio,campi coltivabili, turismo...poi vai a vedere che manco il Sale marino di una famosa marca sarda è impacchettato qui.. gli unici che riescono a vendere oro(e non in senso proprio) al prezzo di merda siamo noi...
     
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    SRDN

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    Con il granito e le cave in generale abbiamo avuto montagne sventrate e siti archeologici distrutti, per non parlare dell'ecosistema vero e proprio...completamente andato. Oro e argento hanno portato sfruttamento e bacini di cianuro, per non parlare delle discariche di metalli pesanti. Chi ha operato quello sfruttamento ci ha spremuto come spugne, intascato i quattrini e lasciato i veleni. Idem per TUTTE le industrie che ci sono state e che ci sono ancora. Hanno devastato il territorio per dare quattro soldi a frotte di operai che speravano in un futuro migliore per i figli, i quali, una volta cresciuti ed essersi guardati intorno hanno visto l'ambiente devastato, i lavori di un tempo dimenticati (tantissimi pastori e agricoltori mollarono tutto per andare a lavorare in fabbrica), nessuna prospettiva, se non lavori ancor più servili di quelli svolti dai padri, e se ne sono andati.
    Al loro posto sono arrivati continentali e attra genti, non sempre cattiva, ma comunque attra genti, o peggio...nessuno.

    Ecco cos'è il nostro passato, presente e futuro.
    E se nessuno farà nulla, come stanno egregiamente facendo, di futuro non ce ne sarà proprio.
     
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  15. nuragicus
     
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    Settimo, i pastori continuano l'assedio: "Quei maiali sono taroccati"
    I pastori non mollano e continuano l'assedio al mattatoio di Settimo San Pietro. Il proprietario dello stabilimento ha preferito bloccare la macellazione dei 190 maiali spagnoli arrivati venerdì scorso a Porto Torres. Gli animali sono destinati ai supermercati locali e del continente, "etichettati" come sardi, senza l’indicazione della provenienza e quindi a tutti gli effetti "taroccati"
    di Nadia Cossu

    SASSARI. Un'intera domenica fuori dal mattatoio di Settimo San Pietro. I pastori non mollano e non lo faranno a maggior ragione oggi. Il proprietario dello stabilimento deciderà infatti questa mattina se macellare o meno i 190 maiali spagnoli - arrivati venerdì a Porto Torres - destinati ai supermercati locali e del continente. "Etichettati" come maiali sardi, senza l'indicazione della provenienza e quindi a tutti gli effetti «maiali taroccati». Se così fosse la battaglia è solo all'inizio. «Faremo una denuncia alla Procura» è la promessa di Felice Floris dell'Mps.

    «Ci troviamo di fronte a una legalità illegale - sostiene il leader del Movimento dei pastori - Esiste purtroppo una norma che permette a un prodotto straniero, nella fattispecie il maiale, di poter essere venduto senza l'indicazione della provenienza geografica. Di fatto si sta ingannando il consumatore. Tradotto: è una frode».

    Su questo insistono i pastori. Se è vero infatti che i controlli della Asl non hanno rilevato alcuna irregolarità nella documentazione dei Tir bloccati venerdì a Porto Torres, è altrettanto vero che il cliente che va in macelleria per comprare un maialetto "nostrano" potrebbe invece finire per acquistarne - inconsapevolmente - uno spagnolo.

    A rafforzare la convinzione che di frode si tratti i pastori sollevano un ragionevole dubbio: «Come mai - dice Floris - se in Spagna i costi di macellazione sono decisamente inferiori rispetto alla Sardegna questi suini vengono portati qui?». Per dire il vero la risposta i pastori ce l'hanno ed è la seguente: «Perché nella nostra terra acquisiscono un valore aggiunto. La qualità della nostra carne, come tutti sanno molto bene, è garantita. Chiaro che se quel maiale viene spacciato come sardo verrà venduto il doppio».

    Ecco perché la lotta del Movimento va avanti. Oggi, quando Marco Manca della Ima Carni srl di Settimo San Pietro deciderà se procedere alla macellazione i pastori saranno lì a vedere cosa succederà subito dopo. Seguiranno cioè passo dopo passo la destinazione delle carni. Fino al punto vendita. Quando, cioè, quei maiali finiranno nei banchi con un codice a barre e come unica indicazione avranno quella dello stabilimento di provenienza. «A quel punto - preannuncia Felice Floris - sarà la Magistratura a fare i dovuti accertamenti».

    Parlano di «imbroglio» i pastori sardi, di una «truffa intollerabile» risaputa da sempre ma mai denunciata con forza. «L'occasione per rendere eclatante questa ennesima beffa - spiega il capo dell'Mps - ce l'ha data proprio la protesta che noi stiamo portando avanti da quest'estate. La nostra lotta, non dimentichiamolo, sta andando avanti in funzione della famosa piattaforma che abbiamo presentato in Regione. E questa delle pecore e dei maiali taroccati non è che uno dei problemi che contribuiscono a mettere in ginocchio la pastorizia e quindi l'economia isolana».

    Senza dunque dimenticare prezzo del latte e de minimis l'Mps sposta temporaneamente l'attenzione anche sulla carne con l'obiettivo chiaro di «dare una mano ai consumatori per riconoscere la qualità dei prodotti che acquistano al supermercato».

    I pastori, durante la mobilitazione di venerdì scorso nello scalo di Porto Torres, hanno parlato di una vera e propria «truffa» ai danni dei sardi. «Noi non possiamo far uscire gli animali dai nostri ovili se non ci atteniamo a delle regole ben precise, quella della fascetta identificativa è una delle tante. Ma poi siamo costretti ad assistere a un inganno come questo. Arriva bestiame vivo in quantità, non sappiamo cosa mangia al pascolo ma sappiamo di certo che la carne non ha lo stesso sapore di quella dei nostri animali».

    Purtroppo il rischio è dietro l'angolo: «Il consumatore compra il maiale spagnolo convinto che sia sardo - spiegano gli allevatori - la carne non è buona come si aspettano e in questo modo il nostro prodotto perde di credibilità e, di conseguenza, perde valore commerciale».

    Difendere le produzioni isolane, quindi, è la "nuova" battaglia dei pastori sardi. «Vogliamo produrre ma non ci mettono nelle condizioni di farlo perché i costi sono troppo alti. In Sardegna facciamo entrare di tutto, e in quantità elevata, e chi ci rimette siamo noi che, abituati da sempre a svegliarci alle quattro del mattino per lavorare in azienda, finiremo per diventare degli assistiti».Il Movimento non ha alcuna intenzione di fermarsi. Per venerdì prossimo è stata infatti programmata una nuova mobilitazione nel porto di Olbia. A cadenza settimanale, proprio come era successo quest'estate con i blocchi nell'aeroporto di Elmas, in quelli di Alghero e Olbia e nelle manifestazioni a Tramatza e a Porto Rotondo. Con una differenza: ora i pastori hanno messo da parte la calma e sono agguerriti più che mai. La dimostrazione c'è stata venerdì a Porto Torres quando non hanno esitato a sfondare lo schieramento di carabinieri in tenuta antisommossa per raggiungere i Tir appena sbarcati dalla Grimaldi in arrivo da Barcellona.
    Oggi la protesta continuerà.

    «Tantissime persone - ha raccontato ieri Felice Floris davanti ai cancelli del mattatoio di Settimo San Pietro - stanno venendo qui apposta per portarci la loro solidarietà. Questo ci dà ancora più forza per andare avanti. Perché significa che i sardi hanno capito che quanto noi stiamo denunciando non è campato in aria. Ma ancora di più ci auguriamo che tutti, politici compresi, capiscano davvero che la morte della pastorizia significa la morte di questa nostra isola». Gli allevatori lo stanno dicendo da molto tempo ormai.

    «Fino ad ora - ribadiscono però - sembra che in pochi vogliano prenderci sul serio. Non abbiamo più nulla da perdere, abbandoneremo gli ovili, perché questo ci stanno costringendo a fare, e la nostra protesta continuerà ad oltranza». Protesta che a breve si sposterà di nuovo nei "centri del potere".
    (04 ottobre 2010)
     
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