Il cannonau è il vino più antico del Mediterraneo

DUE SCOPERTE IN SARDEGNA POTREBBERO CAMBIARE LA STORIA DELL' UVA. INDIVIDUATI VINACCIOLI DI 3.200 ANNI FA

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  1. vivamishapt
     
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    Non è proprio una news.. è DEL 2004 però..

    http://archiviostorico.corriere.it/2004/ag...040803055.shtml

    Hanno scavato a Borore, nel centro della Sardegna. Hanno cercato sulle colline di Sardara a nord di Cagliari e ancora a Villanovafranca, nella pianura del Campidano. E hanno trovato centinaia di vinaccioli, i semi contenuti in un acino d' uva, antichissimi, carbonizzati dal tempo: erano disseminati negli stessi luoghi, accanto a vasi e urne, e c' è certezza che provenissero da viti coltivate da popolazioni nuragiche. Una volta portati in laboratorio e analizzati, assieme ai reperti archeologici e ai sedimenti trovati negli stessi siti, i vinaccioli hanno raccontato una storia sorprendente: quei resti di uva erano databili intorno al 1200 avanti Cristo :rolleyes: , 3.200 anni fa, ed erano serviti per produrre vino, probabilmente il più antico del Mediterraneo, almeno di quello occidentale. La scoperta, dopo scavi effettuati dalla Sovrintendenza della Sardegna e dall' Università di Cagliari, è di una équipe di archeobotanici e archeologi italiani e olandesi ampliata dal Cras, il Centro regionale agrario sperimentale di Cagliari. Ora, ricercatori delle università Bicocca e Statale di Milano stabiliranno con l' analisi sul Dna che tipo di vino era quello prodotto in Sardegna tre millenni or sono. E, soprattutto, se i vitigni erano stati importati da altri luoghi (la Mesopotamia, per esempio) o erano autoctoni. «Se fosse confermata questa seconda ipotesi - spiega Massimo Labra, ricercatore dell' Università Bicocca - bisognerebbe riscrivere la storia mondiale delle origini del vino. Perché, in attesa di prove scientifiche, si potrebbe ipotizzare non solo che il vino più antico del Mediterraneo si produceva in Sardegna, ma che sull' isola le viti si coltivavano nel periodo in cui esplose la civiltà in Mesopotamia e poi in Egitto». Lo stato di conservazione dei semi è cattivo. Perciò i ricercatori hanno adottato un' altra tecnica: «Abbiamo sviluppato una piattaforma biomolecolare, cioè una serie di macchine collegate tra loro per estrarre il Dna dei vitigni, capace di analizzare tutte le varietà di vite - spiega Labra -. Le prime analisi effettuate sono state svolte sui vitigni sardi. Da qui è stato tracciato il genoma che sarà messo a confronto con i pochi dati che si possono estrapolare dalle analisi sugli antichi vinaccioli per sapere a quale specie appartengono e se presentano affinità con quello della vite selvatica sarda, nato sull' isola». Non è tutto. Da una ricerca collegata, commissionata alle due Università milanesi dalla cantina sociale di Dorgali, arriva una seconda notizia sorprendente per enologi e cultori del vino. Il cannonau sardo, che fino ad oggi si pensava fosse stato importato dalla Spagna, è di una varietà diversa da quella iberica e potrebbe essere nato in Sardegna. «Precedenti ricerche avevano evidenziato una similitudine tra il cannonau sardo, il grenache e il tocai rosso - spiega Gianni Lovicu, ricercatore del Centro regionale agronomo di Cagliari -. E finora si era pensato che il vitigno fosse stato importato dalla Spagna sul finire del Medio Evo. Invece analisi effettuate a Madrid hanno confermato una differenza tra i due vitigni». Insomma, il cannonau è il vino più antico del Mediterraneo? «Ancora non possiamo dirlo con esattezza - dice Fabrizio Grassi dell' Università Statale di Milano - ma le possibilità sono alte. Comunque, già adesso la ricerca ha dato un primo risultato: per mantenere l' originalità del cannonau sardo bisogna utilizzare vitigni del posto e non importarli da altri Paesi». Per questo la Cantina sociale di Dorgali ha organizzato un summit con produttori e agronomi: «Il genoma del cannonau deve essere preservato - dice Tattanu Piras, direttore della cantina - e noi lanceremo un programma per rinnovare i vitigni scegliendo piante autoctone». Marco Gasperetti GLI STUDI SORPRESE LA RICERCA Indietro nel tempo Scavi condotti in diverse aree della Sardegna hanno portato alla luce antichissimi vinaccioli (i semi contenuti in un acino d' uva), databili intorno al 1200 avanti Cristo, 3.200 anni fa. Gli studiosi credono che provenissero da viti coltivate da popolazioni nuragiche. Probabilmente i più antichi produttori di vino del Mediterraneo. L' analisi del Dna dovrà confermare l' origine dei vitigni IL CANNONAU Vitigno autoctono Un' altra ricerca, collegata alla prima, ha stabilito che il cannonau sardo, che fino ad ora si pensava fosse stato importato dalla Spagna sul finire del Medio Evo, è di una varietà diversa da quella iberica e quindi potrebbe essere nato in Sardegna

    Edited by shardanaleo - 30/1/2015, 10:03
     
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    CITAZIONE (vivamishapt @ 4/9/2010, 12:01) 
    Non è proprio una news.. è del 2004 però..

    http://archiviostorico.corriere.it/2004/ag...040803055.shtml

    Hanno scavato a Borore, nel centro della Sardegna. Hanno cercato sulle colline di Sardara a nord di Cagliari e ancora a Villanovafranca, nella pianura del Campidano. E hanno trovato centinaia di vinaccioli, i semi contenuti in un acino d' uva, antichissimi, carbonizzati dal tempo: erano disseminati negli stessi luoghi, accanto a vasi e urne, e c' è certezza che provenissero da viti coltivate da popolazioni nuragiche. Una volta portati in laboratorio e analizzati, assieme ai reperti archeologici e ai sedimenti trovati negli stessi siti, i vinaccioli hanno raccontato una storia sorprendente: quei resti di uva erano databili intorno al 1200 avanti Cristo :rolleyes: , 3.200 anni fa, ed erano serviti per produrre vino, probabilmente il più antico del Mediterraneo, almeno di quello occidentale. La scoperta, dopo scavi effettuati dalla Sovrintendenza della Sardegna e dall' Università di Cagliari, è di una équipe di archeobotanici e archeologi italiani e olandesi ampliata dal Cras, il Centro regionale agrario sperimentale di Cagliari. Ora, ricercatori delle università Bicocca e Statale di Milano stabiliranno con l' analisi sul Dna che tipo di vino era quello prodotto in Sardegna tre millenni or sono. E, soprattutto, se i vitigni erano stati importati da altri luoghi (la Mesopotamia, per esempio) o erano autoctoni. «Se fosse confermata questa seconda ipotesi - spiega Massimo Labra, ricercatore dell' Università Bicocca - bisognerebbe riscrivere la storia mondiale delle origini del vino. Perché, in attesa di prove scientifiche, si potrebbe ipotizzare non solo che il vino più antico del Mediterraneo si produceva in Sardegna, ma che sull' isola le viti si coltivavano nel periodo in cui esplose la civiltà in Mesopotamia e poi in Egitto». Lo stato di conservazione dei semi è cattivo. Perciò i ricercatori hanno adottato un' altra tecnica: «Abbiamo sviluppato una piattaforma biomolecolare, cioè una serie di macchine collegate tra loro per estrarre il Dna dei vitigni, capace di analizzare tutte le varietà di vite - spiega Labra -. Le prime analisi effettuate sono state svolte sui vitigni sardi. Da qui è stato tracciato il genoma che sarà messo a confronto con i pochi dati che si possono estrapolare dalle analisi sugli antichi vinaccioli per sapere a quale specie appartengono e se presentano affinità con quello della vite selvatica sarda, nato sull' isola». Non è tutto. Da una ricerca collegata, commissionata alle due Università milanesi dalla cantina sociale di Dorgali, arriva una seconda notizia sorprendente per enologi e cultori del vino. Il cannonau sardo, che fino ad oggi si pensava fosse stato importato dalla Spagna, è di una varietà diversa da quella iberica e potrebbe essere nato in Sardegna. «Precedenti ricerche avevano evidenziato una similitudine tra il cannonau sardo, il grenache e il tocai rosso - spiega Gianni Lovicu, ricercatore del Centro regionale agronomo di Cagliari -. E finora si era pensato che il vitigno fosse stato importato dalla Spagna sul finire del Medio Evo. Invece analisi effettuate a Madrid hanno confermato una differenza tra i due vitigni». Insomma, il cannonau è il vino più antico del Mediterraneo? «Ancora non possiamo dirlo con esattezza - dice Fabrizio Grassi dell' Università Statale di Milano - ma le possibilità sono alte. Comunque, già adesso la ricerca ha dato un primo risultato: per mantenere l' originalità del cannonau sardo bisogna utilizzare vitigni del posto e non importarli da altri Paesi». Per questo la Cantina sociale di Dorgali ha organizzato un summit con produttori e agronomi: «Il genoma del cannonau deve essere preservato - dice Tattanu Piras, direttore della cantina - e noi lanceremo un programma per rinnovare i vitigni scegliendo piante autoctone». Marco Gasperetti GLI STUDI SORPRESE LA RICERCA Indietro nel tempo Scavi condotti in diverse aree della Sardegna hanno portato alla luce antichissimi vinaccioli (i semi contenuti in un acino d' uva), databili intorno al 1200 avanti Cristo, 3.200 anni fa. Gli studiosi credono che provenissero da viti coltivate da popolazioni nuragiche. Probabilmente i più antichi produttori di vino del Mediterraneo. L' analisi del Dna dovrà confermare l' origine dei vitigni IL CANNONAU Vitigno autoctono Un' altra ricerca, collegata alla prima, ha stabilito che il cannonau sardo, che fino ad ora si pensava fosse stato importato dalla Spagna sul finire del Medio Evo, è di una varietà diversa da quella iberica e quindi potrebbe essere nato in Sardegna
     
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    comandante shardana

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    QUESTA E' INVECE NUOVA NUOVA (O QUASI...)

    http://www.repubblica.it/salute/alimentazi...935/?ref=search
     
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    CITAZIONE (xarbu @ 6/2/2015, 11:31) 
    QUESTA E' INVECE NUOVA NUOVA (O QUASI...)

    www.repubblica.it/salute/alimentazi...935/?ref=search

    Non sottovalutate questa notizia......
    Già io nel 2004 sorpresi tutti quando, in un esame per Sommeliers ,sostenni che il vitigno cannonau non proveniva dalla Spagna ma era una varietà autoctona o, addirittura ,che fosse il Garnacha ad essere originario della Sardegna....

    Certo, bisognava ammettere che il cannonau non arrivò con la dominazione spagnola,che in Sardegna si coltivasse la vite secoli prima del passaggio dei Fenici ecc. ecc.

    Troppi rospi da ingoiare per la tradizione ma ormai , dati scentifici alla mano ,una breccia è stata aperta....
    Sottolineo che non è solo merito delle nuove tecnologie, ma anche del fatto che nuovi ricercatori, liberandosi da schemi e convenzioni, osano pensare in modo diverso dal passato.
    I grandi avi dell' archeologia(e perchè no anche dell' enologia...) ci hanno fornito alcune valide tesi e informazioni ma.... nella maturità bisogna anche avere il coraggio di mettere in discussione ciò che non ci convince!
    Anche questo significa fare i ricercatori ....
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    comandante shardana

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    ;) quoto in totum quanto hai espresso
     
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    CITAZIONE (xarbu @ 9/2/2015, 12:25) 
    ;) quoto in totum quanto hai espresso

    :salute:

    In effetti ,eravamo stati così bravi da iniziare a parlarne gia nel 2009 :P :P :

    http://shardanapopolidelmare.forumcommunit...=32117598&st=30

    :beoni:
     
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    E di questa notizia che mi dite?


    Melone, i primi a coltivarlo in Europa furono i sardi in epoca nuragica

    Trovati nei pozzi di Sa Osa (Cabras, Oristano) i semi del frutto più antichi del Mediterraneo e molti altri interessanti materiali biologici di specie già coltivate più di tremila anni fa...

    "La scoperta è ancor più sensazionale perché fino a oggi le prime evidenze relative alla coltivazione di questa specie erano RELAZIONATE SOLO AL VICINO MEDIO ORIENTE (MESOPOTAMIA) . I 47 semi di melone ritrovati all'interno del pozzo 'N' di Sa Osa, riferibili all'età del bronzo, sono stati datati al c14 tra il 1310-1120 a.C. E costituiscono attualmente la prima testimonianza certa della coltivazione del melone nel bacino del Mediterraneo. "Prima d'oggi - ci spiega il professor Bacchetta - la diffusione del melone nel Mediterraneo era stata attribuita a Greci e Romani in periodi molto più recenti. Si stanno ora svolgendo analisi genetiche e morfologiche per approfondirne la loro origine e natura con la collaborazione del gruppo di ricerca sulle cucurbitacee dell'instituto de Conservación y Mejora de la Agrodiversidada Valenciana (Comav) dell'Università Politecnica di Valencia".

    Link di Repubblica:

    www.repubblica.it/salute/alimentazi...ropa-107617850/

    Evidentemente non si aspettavano i Greci e men che mai i Romani per coltivare varietà provenienti da Medio Oriente..... e si parla di un periodo moooolto particolare !!
    1300-1200 a. C. :o: ;)
    ELSA GAMMATA


    :dev.gif: :vandal:

    Edited by shardanaleo - 19/2/2015, 17:54
     
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  8. shardar
     
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    come mai di codeste scoperte qui nella penisola non se ne sa niente???
     
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    CITAZIONE (shardar @ 24/2/2015, 14:24) 
    come mai di codeste scoperte qui nella penisola non se ne sa niente???

    solita solfa caro SHARDAR
     
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  10. shardanaway
     
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    Bellissimo sapere che si certifica, finalmente che l'isola aveva i suoi prodotti autoctoni che ancora sono, e spero, saranno patrimonio dei sardi.
    A proposito per completare la trilogia dell'alimentazione sarda, ma vi ricordate che ancora circola ancora la solita storiella in rete, del soldato romano"panettiere" che insegna a fare il "civraxiu" ai sardi?
    Ho vissuto 8 anni a Roma e non ho mai visto un pane simile in tutto il Lazio,e men che meno usando come ingrediente solo semola.
    Bravi i ricercatori, avanti cosí...
     
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    CITAZIONE (shardanaway @ 14/3/2015, 15:19) 
    Bellissimo sapere che si certifica, finalmente che l'isola aveva i suoi prodotti autoctoni che ancora sono, e spero, saranno patrimonio dei sardi.
    A proposito per completare la trilogia dell'alimentazione sarda, ma vi ricordate che ancora circola ancora la solita storiella in rete, del soldato romano"panettiere" che insegna a fare il "civraxiu" ai sardi?
    Ho vissuto 8 anni a Roma e non ho mai visto un pane simile in tutto il Lazio,e men che meno usando come ingrediente solo semola.
    Bravi i ricercatori, avanti cosí...

    E TANTE ancora ne dobbiamo smascherare..
     
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