L' area sacra di Matzanni

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  1. Faulas
     
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    Matzanni

    Tra Vallermosa e Villacidro,in una località montana a 800 m. di quota denominata “Matzanni” si trova un interessante sito, che meriterebbe maggiore attenzione e studio.
    Quando le condizioni metereologiche lo permettono la località diventa un belverdere aperto sulla piana del Campidano verso Cagliari e verso il nord est fino alle motagne del Gennargentu.Dall’ altro lato lo sguardo si spinge sulla piana di Iglesias e il mare occidentale.

    La zona è nota da qualche centinaio d’ anni come “is tumbas de Matzanni” .Il nome si riferisce al fatto che sul finire dell’ 800 vennero rinvenuti per caso tre pozzi sacri che la fantasia popolare identificò come tombe
    La località non è mai stata esplorata e studiata adeguatamente con lavori sistematici:Lovisato si reco in situ nel 1898 attribuendo sostanzialmente le strutture a punici e cartaginesi;Lo storico delle religioni Petazzoni vi si recò in visita dopo aver letto lgli appunti del Lovisato, ma attribuì le strutture ai nuragici;Taramelli da sovrintendente vi si recò nel 1916 scoprendo un terzo pozzo;il Sedda negli anni '70 catalogò e descrisse accuratamente le strutture; una campagna di scavo intrapresa negli anni '90 si è interrotta per la scomparsa del responsabile Prof. Tore.

    Nel 1892 alcuni pastori scoprirono le strutture parzialmente interrate e coperte di fango e melma. In breve tempo cominciarono una serie di scavi scellerati ad opera delle genti del posto alla ricerca di tesori, si crearono poi diatribe tra i comuni circa la collocazione catastale del luogo, allo scopo di rivendicarne la proprietà mentre le opere dei "cercatori di tesori " continuavano.
    I reperti ritrovati sparirono dalla circolazione ,solo due di essi furono consegnati nelle mani del Lovisato un bronzetto denominato “Barbetta” e una ciotola di bronzo dorato.

    Le ricerche di Lovisato

    Il lovisato chiama i pozzi “favisse”e li ritiene probabilmente cartaginesi.Onestamente rifiuta di fare illazioni sulla loro “essenza”,li ritiene una sorta di deposito ad uso religioso.

    Visitò la zona nel giugno del 1898 e trovò i monumenti manomessi e rovinati dai cercatori di tesori .

    L’anno appresso iniziò una serie di scavi. Iniziò a controllare dei rialzi, dei mucchi di pietre sotto i quali trovò dei resti di terracotta grossolana “ dei tempi dei nuraghi”.In effetti qualche dubbio sull’ origine cartaginese dei pozzi l’ aveva e forse fu proprio il ritrovamento della ceramica nuragica a crearglielo.

    Sperava di trovare dei nuraghi sotto i “cumuli “ di pietre.Ad appena un metro di profondità trovò la roccia viva schistosa affiorante.

    Deluso dai cumuli si diede a ripulire l’ entrata dei pozzi che non esplorò fino in fondo perché pieni d’ acqua.

    Ripulì due pozzi li misurò , li descrisse e ne fece uno schizzo che servì di base agli altri ricercatori che in seguito si dedicarono a studiare i monumenti di Matzanni.

    Notò che la scala di uno di essi era eccentrica rispetto all’ asse del pozzo e che si restringeva verso il pozzo quasi a forma di cuneo.

    La cupola sembrava ben conservata , la parte superiore aperta.

    Misurò il diametro di base di tre metri e l’ altezza di circa 5,5 metri.

    Del secondo pozzo notò che la scala era ben conservata dal lato destro mentre era già rovinata sul lato sinistro.

    Analizzando l’ argilla estratta notò dei residui di “carbonato di rame”sotto forma di chiazze azzurre

    Tali residui furono in seguito spiegati come tracce di oggetti in bronzo consumate o asportate.

    Il Lovisato in seguito (ricorda anche la data: 6 ottobre 1898 )ricevette in dono dai villacidresi alcuni degli oggetti ritrovati ,il bronzetto rappresentante un offerente, una ciotola di bronzo dorato e una moneta ben conservata, oggetti che descrisse con dovizia di particolari .

    Del bronzetto nota anche la base che conservava tracce di piombo e tracce del basamento su cui era imperniato per mezzo del piombo stesso.

    La descrizione della ciotola è minuziosa nei particolari e si inoltra anche a spiegare la possibile tecnica di doratura usata nell’antichità per mezzo dell’ amalgama.

    Il Lovisato si spinge a dare una datazione alla ciotola e l’ attribuisce al periodo bizantino.

    Della moneta “bene conservata” si conosce con precisione il periodo perché riporta la scritta ANTONINUS AUG.PIUS.P.P.

    Parlando di altro materiale ritrovato dai “tombaroli “ cita altri vari oggetti di bronzo di cui non conosce la destinazione : parla di una lancia spezzata per appurare la sua eventualmente la sua natura aurea e di Parecchi vasi e utensili in terracotta che furono spezzati tutti per controllare il loro interno.

    Il Lovisato si rammarica di non essere arrivato in tempo per impedire lo scempio:gli oggetti infatti avrebbero potuto far luce sulla funzione dei monumenti ritrovati.

    L'autore descrive anche un altarino o frammento di colonna di cui fece un preciso disegno e che già durante la sua seconda visita era scomparso. Da allora nulla si è più saputo dell’oggetto in questione.

    Restò inoltre colpito dalla presenza, non lontano dai pozzi di un masso di calcare bianco di natura diversa da quella delle pietre dei pozzi e dell’ altarino.


    Petazzoni e le sue riflessioni sull’ uso e la funzione dei templi a pozzo.


    R.Petazzoni, grande storico delle religioni scrisse un testo fondamentale per l' interpretazione delle antiche usanze religiose e civili della nostra isola (religione primitiva in Sardegna)-Lesse quanto scritto dal Lovisato sui pozzi di Matzanni e si recò personalmente a visitare la località.
    Il Petazzoni considera i pozzi di Matzanni (da lui chiamati “Tholoi “) “non meno interessanti” dei pozzi di S.Cristina e consimili.
    Riprendendo le considerazioni del Lovisato corregge il fatto che le costruzioni potessero essere cartaginesi e attribuisce loro una funzione importante come santuari dell’età nuragica.

    I pozzi sacri, santuari , sono dal Petazzoni studiati nel contesto della religione primitiva in Sardegna e inseriti appieno nel clima magico-religioso cui era improntata tutta la vita sociale e politica dei protosardi.

    Taramelli e il terzo pozzo



    Il taramelli che fu sovrintendente archeologico per il primo trentennio del secolo scorso si occupò personalmente di molti scavi e ricerche risultate fondamentali per lo studio della antica civiltà sarda, si occupò anche di Matzanni che visitò nell’aprile del 1916.
    Se i santuari nuragici, sul modello di quello di Serri e di Antas dovevano servire da centro spirituale e civile di una vasta area, quello di Matzanni doveva “servire “ la zona della pianura che va verso il cagliaritano. Matzanni era in poche parole fuori dell’influenza di Antas e del fiume sacro: aveva un proprio bacino di riferimento in pianura.
    Il Taramelli rimase colpito dalla bellezza del paesaggio “la regione ha un ampio dominio d’orizzonte sul piano campidanese e sulla valle del Cixerri.”Il sito, col suo significato religioso richiama analoghe alture del paese di Canaam.

    La zona era stata già rovinata dalla ingordigia degli uomini che l' avevano completamente disboscata ma l’autore nota i pochi tronchi e ceppi inariditi “ che attestano l’antica ricchezza di boschi di lecci e di querce “

    Il Taramelli stranamente non riuscì a trovare le tracce del tempio punico che pure non sono tanto distanti dai pozzi, in compenso trovò il terzo pozzo di cui stimò la distanza dagli altri due in 500 metri (ne dista circa 300).
    Notò che le tracce dei monumenti erano meno evidenti rispetto alla segnalazione del Lovisato, ormai preda dei “cercatori di tesori” e vittime del “vandalismo dei pastori”.
    Il primo pozzo è ormai in rovina pieno di melma, così pure la scala che è franata e rovinata.
    Trova il secondo pozzo ormai inaccessibile sconvolto nell’interno e reso inaccessibile dalla scala colma di massi con una parete ancor più franata. L’interno di questo pozzo sembra colmo d’acqua.

    IL Taramelli indica con precisione il punto dove sarebbe stato trovato il bronzetto donato al Lovisato: nel piazzaletto davanti all’ingresso della scala-
    Il colore verde dell’argilla notato dal Lovisato avrebbe dovuto a residui bonzei consumati e disciolti nell’acqua.
    L’autore non formula sul fatto inconsueto di tre pozzi in un unico luogo: saranno gli scavi a dire l’ultima parola su questi “modesti” elementi monumentali.

    Scavi che ancora oggi stentano a prender corpo mentre avanza inarrestabile il degrado dei monumenti dovuto al tempo e agli uomini.
    Un reperto che attira l’attenzione del Taramelli è l’altarino o pilastro betilico ornato di cui parla il Lovisato che al tempo della sua visita a Matzanni è ormai scomparso.L'altarino avrebbe evidenti analogie con simili oggetti -elementi di culto micenei.

    Le ricerche di F.Sedda

    All’inizio degli anni 70 F. Sedda svolge le sue ricerche per definire e catalogare i siti archeologici sul foglio255.Q.II.N.O della carta d’Italia corrispondente ai territori dei comuni di Vallermosa, Villacidro, in parte Villasor, Decimoputzu ecc..
    Fece delle misure accurate degli elementi visibili dei pozzi, specie del pozzo “A” e del Pozzo “C”
    Trascurando il pozzo “B” ancora ostruito e difficile da esaminare che tuttavia assimila al pozzo “A”.
    Il Sedda ha tentato di datare i monumenti dando loro un “alto indice di arcaicità” tenendo conto dell’aspetto generalmente rozzo dell’opera, dalla monumentalità delle proporzioni e dall’alto rapporto altezza diametro delle camere.
    Nota che specie nel pozzo “A”è stato adottato il taglio obliquo dei conci, che sostituisce in parte la tecnica dell’aggetto.
    In conclusione indica nel pozzo “C” quello più arcaico perché negli altri due pozzi si notano tentativi di miglior rifinitura.

    Posterò di seguito le foto e le descrizioni delle singole strutture. Il contributo sopra e tratto dal sito http://www.matzanni.com.
    Intervenite con contributi!!! P.s. Analogie importanti con Su Tempiesu di Orune.
    Saludos
     
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    SRDN

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    Grazie Faulas....

    importante contributo, visto che i siti di quell'area sono considerati prevalentemente punici, e la densità dei nuraghi è abbastanza ridotta.

    Il Lovisato fu fondamentalmente un GEO-Paleontologo, e infatti a lui è dedicato il primo museo paleontologico dell'isola, in via Trentino, nel palazzo di scienze della Terra.
    Non gliene faccio una colpa quindi, di aver mal interpretato i pozzi.
    Anzi colpisce la doviziosa opera di descrizione che ha fatto.

    P.s.
    Matzanni è una famosa località citata anche in "paese d'ombre" di Dessì...
    era una foresta ricca e rigogliosa, prima che arrivassero le asce dei boscaioli toscani...per far legna per le regie fonderie....
     
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  3. Faulas
     
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    Il tempio punico (fenicio???per alcuni birbanti!), in effetti c'è .....ma tutto il resto è ben lontano dall' essere cartaginese. Dessì conosceva bene quei luoghi e ci bazzicava spesso da ragazzino:il bosco c'è ancora, snaturato e frammentato da intervento umano. Io ci son stato passando tra i monti ,non per le strade canoniche, quando praticavo mtb.

    In un primo momento anche Lilliu aveva attribuito quelle strutture ai fenicio-punici: in Civiltà nuragica, per fortuna, ritorna sui suoi passi!!!
    Tra l' altro descrive minuziosamente il nostro "Barbetta"offerente con focaccia con chiari richiami orientali.....
     
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  4. cristianocani
     
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    Qualche scatto dell'area sacra (l'area è ora recintata per via di scavi archeologici, ma pare che siano fermi da un po'....)

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    e questi sono i resti del tempietto punico

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  5. Judikess4
     
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    Grazie Cristiano!
    Scatto ravvicinato del soggetto 2 ?
    Scatti frontali dei soggetti/o 3 e 4 ?
    Capiscimi........ ;) :D
    Denghiu
    JK
     
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  6. dedalonur9
     
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    tempitto punico?! ...strano a me (sopratutto dalla 2 foto) sembrebbe la classica apertura a toppa di chiave di un pozzo sacro. non è che per caso si tratti di un tempio a pozzo inglobato in unn sito punico come a Sirai?
     
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  7. Faulas
     
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    Belle foto Cristiano!!!! Le ho viste su Flickr e aspettavo le pubblicassi!

    Saludos

    http://img22.imageshack.us/img22/460/matzanni2.jpg
    http://img341.imageshack.us/img341/5201/matzanni3.jpg


    http://img263.imageshack.us/i/matzanni4.jpg/
     
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  8. bagassedda
     
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    ...si belle foto davvero...che sito affascinante...non lo conoscevo... ^___^
     
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  9. dedalonur9
     
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    anche io quoto per altre foto dell'individuo con barbetta orientale. anzi perchè non ci elucubriamo un poco?

    Faulas con quale ceramica è stat rinvenuto quel bronzetto? ceramica ad esempio di quella rinvenuta al funtana cuberta opppure ceramica orientalizzzante? io mi chiedo se la ceramica a cerchielli e trinagoli, cioè i successivi schemi geometri alla ceramica inornata siano originali dei nuragici, oppure, siano schemi importati dai nuragici stessi per via della frequentazione con genti orientali.

    lo dico senza alludere tendenziosamente agli shardana, che ormai, si stanno irrimediabilmente alontanando dalla Sardegna.
    :B):

    CITAZIONE (SaCraba @ 2/11/2009, 12:48)
    CITAZIONE
    “is tumbas de Matzanni”

    ..

    credo che "matzanni" sia il nome del luogo...sai per caso cosa significa?

    :blink: mi ricorda qualcosa

    ciao Crab.... ma perchè non ti si fila nessuno? :lol: provo io a rispondere: mitza in cananeo dovrebbe significae sorgente. pertantoso che lo traducono immediatamente con la parola pozzo sorgente. magari han ragione.
    adiosu
     
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  10. dedalonur9
     
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    http://wikimapia.org/4962283/it/Tempio-nur...di-Matzanni-III
    wikimapia per osservare la disposizione dall'alto, dei pozzi e del tempio punico.
     
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  11. Faulas
     
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    La ceramica rinvenuta nella zona del pozzo"A" è ceramica nuragica riconducibile al bronzo finale.Questo almeno, a detta degli archeologi impegnati nell' ultima campagna di scavo,i quali aprono nuove porte anche per l' età di presunta edificazione del tempietto punico:probabilmente và retrodatato rispetto al VI sec. a.c. ,ipotizzato in prima istanza. Comunque le informazioni sui ritrovamenti in situ che ho a disposizione, sono parecchio frammentarie. Bisognerebbe contattare l' archeologo che siè occupato dello scavo recente che ha pubblicato qualcosa circa le stratigrafie e i ritrovamenti del sito:Fabio Sedda( sotto l' egida di Santoni chiaramente!).

    Saludos
     
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  12. SaCraba
     
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    CITAZIONE (dedalonur9 @ 28/11/2009, 13:22)
    ciao Crab.... ma perchè non ti si fila nessuno? :lol: provo io a rispondere: mitza in cananeo dovrebbe significae sorgente. pertantoso che lo traducono immediatamente con la parola pozzo sorgente. magari han ragione.
    adiosu

    :evil: grazie dedalo....ora però sarebbe interessante sapere come lo interpretano gli abitanti del luogo con il loro dialetto ..

     
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  13. dedalonur9
     
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    x Crab:
    ovviamente sopra scherzavo...sul ome dato dagli abitanti...immagino che utilizzino sempre matzani, essendo toponimo.

    xFaulas:
    sarebbe interessante avere uno schizzo o descrizione scritta dell'altarino. caso mai la cerherò io, anzi senz'altro appena potrò...
    CITAZIONE
    La ceramica rinvenuta nella zona del pozzo"A" è ceramica nuragica riconducibile al bronzo finale.

    quindi non dcorata, giusto? in seguito sai se vi sia anche ceramica del ferro oppure la straigrafia si sblocca, al bronzo finale?

    CITAZIONE
    irca le stratigrafie e i ritrovamenti del sito:Fabio Sedda( sotto l' egida di Santoni chiaramente!).

    mm...l'avverbio chiaramente, non so perchè sembra avere una punta di sarcasmo...
    spero di recuperare il lavoro di Sedda quando andrò in biblio..ogni volta è un corsa contro il tempo...
    <_<
     
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  14. shardar
     
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    Belle foto, complimenti. http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=21...461&c1=2619&t=1

    http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=18...=2623&visb=&t=1

    http://www.matzanni.com/html/la_scoperta.html

    http://www.matzanni.com/html/funzione.html

    http://www.ilportalesardo.it/archeo/vallermosa.htm
     
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  15. dedalonur9
     
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    noto che Crab ha eliminato l'immagine del bronzetto.... :angry:
    io invece vorrei tornarci su:
    se tra il bronzetto e il tempio punico ovvero la prima attestazione della presenza fenicio e punica nella'area, ci fosse un grosso iato di tempo, si avrebbe un ulteriore indizio che gia prima dei fenici, un altrapopolazione orientale abitava l'isola. quale?
    che ne dite se riflettiamo un poco su questo? de resto il bronzetto orientaleggiante non è ne l'unico, ne il solo ad esser realizzato in tecnica nuragica.
     
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25 replies since 2/11/2009, 12:33   1489 views
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