Ardia di Sedilo:esistono dei legami con la religione nuragica?

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  1. Andalusia
     
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    ieri sono stata a Sedilo per assistere all'Ardia, sono arrivata presto quindi ho potuto scattare foto ai vari reperti, ecco il famoso betilo che si trova nei pressi del santuario:
    lo sò che nn centra nulla con la tessitura..abbiate pazienza...

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    STUDIOSO DEI POPOLI DEL MARE

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    NO, aperò è una buona prova del fatto che l'ARDIA era sicuramente più antica dell'avvento del cristianesimo e che forse era dedicata la culto della DEA. il betilo è femminile... inutile rammetntare il fatto che SANTU ANTINU non è mai stato nè santo nè cristiano. persino la chiesa non lo accetta come santo. Ma si sa, con i sardi la chiesa dovette scendere a patti: "io accetto i tuoi santi, ma li scelgo io e le mie feste rimangono intatte con i loro rituali". Così accadde anche con i celti. Ho partecipato attivamente allle cerimnie dei FOGONES dell'jverno. Si, i sardi hanno accettato il S.Antoniao che porta il fuoco sulla terra 500 anni dopo cristo, ma il rituale è ben delineato: il fuoco è acceso da un anziano del paese, il prete rimane in chiesa fino all'accensione, poi esce per benedirte il fuoco, facendo TRE GIRI del falò... ecc... insomma, la festa ha preso il nome del santo cristiano, ma il prete deve fare anche un poco il SACERDOTE PAGANO/SHARDANA! :rolleyes:
     
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  3. Andalusia
     
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    la collinetta dove si trova il santuario era sicuramente frequentato nel neolitico,la prima cosa che ho fatto è stata cercare ossidiana, è un vizio :lol: infatti ne ho trovato vari pezzettini.. ecco un altro reperto:
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  4. Andalusia
     
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    [/QUOTE]
    .... mmm appena sarò meno rinco...dalla stanchezza...credo che sposterò questi ultimi interventi....

    :lol: ciao dedalo, prenditi un pò di ferie.. povero stello

    questo betilo si lega in qualche modo all'ardia? ... se ricordo bene l'Ardia faceva tappa proprpio intorno ad un betilo....
    http://www.webalice.it/ilquintomoro/articu...edilo.html#due1

    :huh: :huh: è probabile che nel Neolitico si svolgesse un rito (secondo me un culto dell'acqua)intorno al betilo, non saprei dire se originariamente venissero usati i cavalli, nn conosco la storia del cavallo in Sardegna...

    CITAZIONE
    E congetturava che il betilo aniconico, che si trova con altri poco discosto dal tempio, fosse non molto tempo fa al posto dove ora sorge la colonna di marmo sovrastata da una croce, nel recinto cioè di Sa Muredda. E da lì rimosso per evitare richiami pagani, esiti di rituali preistorici, che si ripetevano sia pure in chiave ormai folkloristica ma riproponenti remoti significati legati al culto prenuragico della fertilità.

    :huh: :huh: stranamente la chiesa ha fatto erigere la grande croce, non di fronte al santuario ma alla sinistra,quasi dietro ... evidentemente hanno ragione a dire che al posto della croce si trovava il betilo.. anche in questo caso credo che la chiesa sia dovuta scendere a patti con i sardi.. nn ha potuto fare altro che sostituire l'idolo..
    Domenica, mentre perlustravo la zona ho notato che dietro la chiesa, proprio all'entrata del campo piano che stà in cima alla collinetta, o se vogliamo dirlo in sardo, :lol: in kukkur e' monti,ci stanno dei gradini lavorati, come se l'entrata del campo fosse importante.. dopo ho chiesto a dei sedilesi da dove provenissero tutti quei reperti, mi è stato risposto che arrivano dalla campagna dietro il santuario

    CITAZIONE
    Esiti pagani di tal genere erano documentabili in diversi luoghi della Sardegna sino a tempi relativamente recenti e dunque ben presenti nella memoria di Salvatore Cambosu. Basta citare la «pietra fitta» di Ortueri detta «Sa Fríssa», cioè l'unta, fatta oggetto di attenzioni femminili con lo scivolarci sopra per lungo con richiami appunto magíco-religiosi della fecondità; o quella di Gonare, detta «Su Barzolu», frequentata allo stesso modo, in «glissade», cioè ín scivolata, ancora poco tempo fa (v. Clara Gallini - Il consumo del sacro - pag. 50). Sacro e profano correlati per Salvatore Cambosu (v. rivista Sardegna - Un popolo e una terra - pag. 189): sette giri attorno al betilo e sette giri attorno al tempio. Il culto della pietra cíoè, quel culto già contestato da Gregorio Magno ancora nel VI sec. d. C. ad Ospitone duce dei barbaricini, accusando i sardi d'essere pagani perché «ligna autem et lapides adorent» Che il betilo di Sedílo fosse ancora poco tempo fa oggetto di un qualche riguardo durante l'Ardia, non lo escluderebbe neppure Giovanni Lilliu: «custodito nel sagrato della chiesa rurale di San Costantino, e un tempo usato forse per farci girare a cerchi ripetute ritualmente la sfrenata cavalcata dell'Ardia» (La civiltà dei sardi - pag. 296).Comunque, tutto nell'Ardia si risolveva e si risolve con l'ultima dirittura al galoppo, nel fermarsi e concludersi davanti all'ingresso del tempio come momento liberatorio simbolicamente significanti la vittoria del cristianesimo sul paganesimo, segno di superamento ed esultanza insieme, del momento pagano che si risolve nel momento cristiano: «In hoc signo vinces».

    :unsure: :unsure: :unsure: una cosa è certa.. i sedilesi quel betilo l'hanno conservato molto bene fissandolo saldamente a sinistra del santuario
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    ecco la facciata del santuario.. ora nn sò se quei simboli che si notano siano tutti cristiani... a me quelli ai lati ricordano qualcosa..
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  5. dedalonur9
     
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    poichè l'argomento è specifico e non riguarda il telaio: discussione apposita... ;)

    spero in nuvi contributi...sopratutto testimonianzie sull'antico tracciato della corsa e il legame tra traccito betilo... a voi il boccino... :P
     
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  6. Andalusia
     
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    ho dei dubbi sui vari reperti che ho fotografato, speriamo che qualcuno esperto in reperti intervenga

    questo potrebbe essere sardo:
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    :huh: :huh:

    questo cosa sarebbe??
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    :huh: :huh: :huh: questo altro??
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  7. Andalusia
     
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    tanto per cominciare,ecco qualcosa riguardo i cavalli in Sardegna.
    Penso sia importante prima cosa sapere qualcosa riguardo all'origine dei cavalli in Sardegna

    Cavalli di Sardegna:

    In Sardegna la passione per i cavalli e tra le più radicate d'italia, l'allevamento dei cavalli è uno dei settori più sviluppati e rinomati.
    Il cavallo é stato ed é parte della storia della Sardegna, compagno nel lavoro, orgoglio nelle manifestazioni sportive e religiose.
    Espressione e prova tangibile della cultura equestre sarda il fatto che i più abili fantini del mondo sono sardi...
    Alcuni tra i più famosi: Andrea Degortes detto Aceto, Massimo Coghe detto Massimino, Peppino Pes detto Il Pesse per quanto riguarda il palio di Siena, sardo è anche il più bravo e famoso fantino al mondo: Frankie Dettori.
    L’amore per questi animali ed il clima mite hanno favorito in sardegna la crescita dell'allevamento equino;
    fiore all'occhiello di questa attività è allevamento del cavallo Anglo-arabo, particolarmente sviluppato in Sardegna, dove nascono l'85/90% dei cavalli Anglo-arabi italiani,
    Questa razza è stata creata e migliorata in Sardegna, sviluppandosi nel corso di oltre cento anni di selezione.
    In Sardegna inoltre esiste ancora il pascolo brado ed in zone come l'altopiano della Giara ed i boschi di Aritzo, vivono ancora branchi di cavalli selvaggi.


    Il Cavallino della Giara

    Il Cavallino della Giara vede il suo nome legato indissolubilmente all'omonimo altopiano basaltico nel quale vive allo stato brado, nella zona sud-occidentale della Sardegna.
    Di origine incerta forse asiatica probabilmente non originaria dell'isola, ma importata dai fenici o dai navigatori greci nel V-IV secolo a.C. , fino al tardo medioevo presente allo stato brado in tutta l'isola in numerosi branchi.
    Secondo recenti ricerche, con influenze geniche nordafricane, il cavallino della Giara viene oggi considerato un "fossile vivente" e per tale ragione è oggetto di studio e di interesse scientifico in tutta Europa.

    :wacko: :wacko: e ti pareva che nn l'avessero importato i fenici o i greci.. solita storia


    Il Cavallo del sarcidano

    Il cavallo del Sarcidano rappresenta un caso a parte tra le etnie equine della Sardegna in quanto non risulta ancora iscritto al Registro Anagrafico,
    mentre gli studi condotti dimostrano che, essendo più caratterizzato geneticamente rispetto ad altre popolazioni, dovrebbe esservi inserito a pieno titolo.
    Le origini di questa popolazione della sardegna sembrano risalire a ventimila anni fa, coincidendo quindi con le origini del cavallo moderno.
    Il patrimonio genetico di questa razza ,che si è mantenuto incontaminato in epoca moderna anche grazie al concentramento della popolazione presso l’allevamento di un’unica famiglia di Laconi,
    è una vera e propria miniera d’informazioni che potrebbe fornire dati determinanti per gli studi sull’evoluzione del cavallo stesso.
    Lo studio del Dna effettuato, prova l’estraneità del cavallo del Sarcidano rispetto alle altre popolazioni equine italiane, confermando le antichissime origini ......

    http://www.domusdejanas.org/it/Cavalli-di-Sardegna.html
     
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  8. Judikess4
     
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    X Andalusia
    La seconda foto della triade è senz'altro una stele a dentelli. Che cos'è?
    E' un elemento architettonico appartenente alla fase piu' recente delle tombe di giganti.
    Forse lo è anche il concio della terza foto, ma non sono sicura.
    Cio' che è importante da dire è che altre due TdG , sempre a Sedilo sono fornite di stele a dentelli, ed esattamente quelle che si trovano ad Iloi, poco fuori dal paese in direzione sud ovest.
    JK
     
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  9. Andalusia
     
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  10. pietrusco
     
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    andalusia,i reperti che hai fotografato sono tutti nuragici, compreso il simbolo fallico e il betilo dea-madre, e le vasche,insomma,tutto. un'amica che ho a sedilo mi ha detto le stesse cose che ha detto leo,la cristianità a sedilo è dovuta scendere a patti con la cultura preesistente, e quì non ci piove, hai dimenticato di fotografate il betilo antropomorfo difronte alla chiesa,simile a quello della chiesa di s.pietro al golgo, Baunei
     
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  11. Andalusia
     
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    CITAZIONE (pietrusco @ 9/7/2009, 23:07)
    andalusia,i reperti che hai fotografato sono tutti nuragici, compreso il simbolo fallico e il betilo dea-madre, e le vasche,insomma,tutto. un'amica che ho a sedilo mi ha detto le stesse cose che ha detto leo,la cristianità a sedilo è dovuta scendere a patti con la cultura preesistente, e quì non ci piove, hai dimenticato di fotografate il betilo antropomorfo difronte alla chiesa,simile a quello della chiesa di s.pietro al golgo, Baunei

    :lol: grazie JK, grazie Pietrusco, avevo il dubbio che ci fossero in mezzo reperti romani.
    Vedete quei pezzi che sembrano casette?? ecco, in paese ne abbiamo uno, e ci è stato detto che si tratta di cippi romani :blink: :blink: :blink: :blink:

    :huh: :huh: :huh: pietrusco, io nn ho visto nessun betilo di fronte alla chiesa.. ho controllato bene.
    forse è stato spostato

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  12. Andalusia
     
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    ecco un arciere nuragico in piedi su un cavallo:

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  13. Judikess4
     
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    :huh:

    Le urne cinerarie NON possono essere nuragiche, visto che sono ....romane :rolleyes:
    Come anche il coperchio che ho visto in qualche foto. Anche la vaschetta dovrebbe essere romana.
    Invece non so cosa siano gli affari a forma di casetta... :unsure: :wacko:
    JK
     
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  14. Andalusia
     
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    :huh: :huh: quelle casette dovrebbero essere cippi funerari romani.. nn sò a che servissero.. insomma ,i romani pare si siano impossessati del posto per i loro culti.. forse è proprio da quell' evento che è sorta la leggenda che l'Ardia sia dedicata al ricordo della grande vittoria di Costantino su Massenzio sul ponte Milvio... :wacko: :wacko: :wacko:

    Battaglia di Ponte Milvio:


    La battaglia di Ponte Milvio ebbe luogo il 28 ottobre 312 tra Costantino I e Massenzio.[5] La vittoria di Costantino segnò l'inizio di una nuova era per tutto l'impero.

    La Battaglia di ponte Milvio mise fine al regno di Massenzio, contestato da Costantino in quanto sarebbe stato in contrasto con il sistema tetrarchico: si era fatto nominare princeps il 28 ottobre del 306, assumendo il controllo dell'Italia e dell'Africa.

    Invasa l'Italia nella primavera del 312, Costantino vinse le truppe del figlio di Massimiano prima nella battaglia di Torino e quindi nella battaglia di Verona, convergendo verso Roma tramite la via Flaminia e accampandosi in località Malborghetto vicino a Prima Porta, sulla riva destra del fiume Tevere a poca distanza dal ponte Milvio, che si trovava alle spalle delle truppe di Massenzio.

    Forze in campo [modifica]
    Secondo Zosimo, Costantino, ormai sospettoso nei confronti di Massenzio, riunito un grande esercito formato anche da barbari catturati in guerra, oltre a Germani, popolazioni celtiche e provenienti dalla Britannia, mosse alla volta dell'Italia attraverso le Alpi (presso il Moncenisio), forte di 90.000 fanti e 8.000 cavalieri.[1] Massenzio poteva invece contare su 170.000 fanti e 18.000 cavalieri (tra i quali vi erano: 80.000 tra Romani, Italici, Tirreni, 40.000 Africani, oltre a Siculi[3]). Al contrario secondo i Panegyrici latini Costantino disponeva di 40.000 armati[2] (cifra più credibile per Le Bohec[6]), mentre Massenzio di 100.000 armati.[4]
    ................ il resto potete leggerlo qui:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Ponte_Milvio





    :unsure: :huh: :huh: :huh: poi subentra pure la leggenda del sogno fatto da un signore di Scanu Montiferro:

    L'origine dell'ardia si perde nella notte dei tempi e, con essa, la verità sul suo inizio.
    Molte leggende si sovrappongono alla memoria, storie che si tramandano di generazione in generazione mantenendo intatta la fede, la devozione e la riconoscenza per il santo guerriero.

    Così è tramandato questo documento a Scano Montiferro che, probabilmente, è la storia vera della festa perché ricorre anche nella memoria dei sedilesi e della storia di Sedilo dove, il 1806, anno della disputa, è considerata una data molto importante in quanto, da quell'anno, la festa in onore di San Costantino, divenne a tutti gli effetti la festa dei sedilesi.

    Il testo che segue è stato preso da un documento originale che viene ancora oggi conservato da una famiglia scanese. Pare che, proprio a Scano Montiferro vengano ancora conservate la bandiera, l'anello e il portamonete citate nel documento.

    Si racconta che un ricco possidente di Scano Montiferro, Don Giommaria Ledda, essendo stato schiavo dei Mori, gli apparve nel sogno un giovane di bell'aspetto vestito da guerriero romano il quale dopo essersi palesato per San Costantino Imperatore, gli raccomandò caldamente che nel colle "Monte Isei" gli si edificasse una chiesa promettendogli di restituirlo in libertà.
    Il povero schiavo disse piangendo di non poterlo fare perché non aveva un soldo e il Santo scomparve. Il giorno dopo lo schiavo venne liberato.

    Dopo qualche tempo arrivò a Ghilarza per la vendita di alcuni capi di bestiame e, durante il viaggio, incontrò un giovane di bell'aspetto che palesatosi per San Costantino gli ricordò dell'impegno preso ma, Don Giommaria, rimarcò il fatto di essere senza soldi così, il giovane, gli regalò un sacchetto contenente 20 monete d'oro.

    Arrivò così fino a Sedilo dove solo un vecchio quasi centenario disse di sapere dove era "Monte Isei" perché da ragazzo, dopo avervi fatto una marachella vi era stato bastonato dal babbo che alla fine disse: da oggi ti ricorderai di "Monte Isei".
    veduta panoramica del Monte Isei, dove verrà costruita la chiesa

    Don Giommaria si recò nel luogo indicato e, con le venti monete d'oro, cominciò i lavori.
    Una volta finiti i soldi, disperato perché non sapeva dove trovare il resto del denaro, tornò a Scano dove, miracolosamente, il portamonete era di nuovo pieno.
    Tornò, quindi, a Sedilo e continuò i lavori che potè portare a termine grazie al portamonete che si riempì finchè ce ne fu bisogno.

    Don Giommaria acquistò pure un simulacro di San Costantino ed a pochi passi dalla Chiesa fabbricò una casa per alloggio agli scanesi che si sarebbero recati per devozione.

    La data della festa fu fissata al 7 luglio, giorno in cui gli apparve il Santo e in cui Don Giommaria Ledda fu liberato dalla schiavitù dei Mori.

    Don Giommaria amministrò la chiesa finché visse e lui stesso ogni anno, in compagnia del clero scanese e della confraternita di Santa Croce, portò una bandiera in cui aveva fatto cucire al centro l'anello sigillo datogli dal santo.

    Dapprima la festa veniva organizzata, ad anni alternati, dagli scanesi e dai sedilesi sino al 6 luglio 1806, anno ricordato come "s'annu de sa briga" (anno della lite), il rettore di Sedilo dott. Pietro Paolo Massidda proibì agli scanesi di ingerirsi nell'organizzazione dell'Ardia di San Costantino.
    Scoppiò allora un'accesa lite tra sedilesi e scanesi e questi ultimi dovettero ritirasi in buon ordine.

    http://www.santuantinu.it/10_3.php


    :huh: :huh: :huh: a me sa tanto di bluff organizzato appositamente per evangelizzare i sedilesi
     
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  15. dedalonur9
     
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    CITAZIONE (pietrusco @ 9/7/2009, 23:07)
    andalusia,i reperti che hai fotografato sono tutti nuragici, compreso il simbolo fallico e il betilo dea-madre, e le vasche,insomma,tutto. un'amica che ho a sedilo mi ha detto le stesse cose che ha detto leo,la cristianità a sedilo è dovuta scendere a patti con la cultura preesistente, e quì non ci piove, hai dimenticato di fotografate il betilo antropomorfo di fronte alla chiesa,simile a quello della chiesa di s.pietro al golgo, Baunei

    Pietrusco....intendi dire che esiste un betilo con tanto di viso scolpito come quello di Baunei? se hai foto tue...postale...magari Andalusia no lo ha visto...cmq sia...parlacene... ;)
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    La seconda foto della triade è senz'altro una stele a dentelli. Che cos'è?
    E' un elemento architettonico appartenente alla fase piu' recente delle tombe di giganti.

    in che senso più recente? io ricordo che le steli a dentelli le troviamo anche nelle t.d.g a prospetto...che non sono le prime ad essere identificate...le stele a dentelli....non servivano ad altro che innestare ...probabilmente dei betili....3...per l'esattezza...sulla cima delle stele.... ;)
     
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20 replies since 7/7/2009, 22:12   1745 views
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