Alfabeto etrusco=Shardana?

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  1. Posillippo
     
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    image
    questo è l'alfabeto etrusco (Theresh?), mettiamo che shardana e etruschi utilizzassero lo stesso alfabeto, assalgono i vari posti durante la grande invasione, si uniscono con l'alfabeto cretese image , vanno poi in fenicia e li si evolve image , gli shardana e gli etruschi notano che i loro figli hanno fatto una geniata e utilizzano quell'alfabeto, i conti tornano?
    oppure in che altro modo puo essere successo?
    aspetto molte ipotesi!

    SaludoS a loS SardoS

    Ah, e l'alfabeto greco puo derivare da quello etrusco e non viceversa?

    SaludoS a loS SardoS
     
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    STUDIOSO DEI POPOLI DEL MARE

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    fenicia e li si evolve , gli shardana e gli etruschi notano che i loro figli hanno fatto una geniata e utilizzano quell'alfabeto, i conti tornano?
    oppure in che altro modo puo essere successo?
    aspetto molte ipotesi!

    hai perfettasmente ragione, se rovesciamo i tempi e gli attori... "i FENICI ( kananei) ebbero in dono dai PdM (quindi shardana e tursha inclusi) i segreti de LA PORPORA, LA NAVIGAZIONE e LA SCRITTURA" (Sir Leonard Wooley, scopritore di UR)...
     
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  3. W a n a x
     
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    Posillipo, il primo alfabeto che hai postato non si vede :) e il secondo è lineare B (veniva usato anche a creta ma anche in tutta la grecia micenea).
     
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  4. Posillippo
     
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    Non si vede?
    allora eccolo : image
    Spero che ora si veda...
    SaludoS a loS SardoS

    ho messo la B perchè la A è ancora intradotta,
    comunque eccola: image
    SaludoS a loS SardoS
     
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    Salute a te posillippo... l'ultima immagine che hai postato mi pare di riconoscerla e mi pare anche sia INCOMPLETA.... infatti ricordo esservi segnata proprio l'ALEPH (A)... a forma di TESTA DI TORO... molto simile a quella delle incisioni del NEGEB, ove trovammo la scrittura SINAITICA nel monte studiato da EMANUEL ANATI... :rolleyes:
    Leo :vandal:

    QUESTA? Mi pare si tratti del LINEARE "A"... L'ALEPH è la seconda lettra in alto a forma di TESTA DI TORO appunto.
    [IMG]image[/IMG]


    a guardarle meglio però sembrano due STELI DIVERSE... :rolleyes: :rolleyes:
     
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  6. pietrusco
     
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    ciao posillipo,l'alfabeto fenicio che hai preso da lucedistrega contiene gravi inesattezze,l'alfabeto fenicio lo puoi trovare qui

    http://it.wikipedia.org/wiki/Alfabeto_fenicio
     
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  7. Marku Kannas
     
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    INCOMPRENSIBILE ANCHE LA PROTO-ELAMICA, RISALE AL 3MILA A.C.
    Le otto scritture antiche mai decifrate
    • L'etrusca, la meroitica, la zapoteca e il Rongo Rongo: ecco i linguaggi che restano tuttora dei grandi misteri


    MILANO - Da quando è comparso sulla Terra l’uomo ha sempre sentito l’esigenza di trasmettere alle generazioni successive le conoscenze e l'esperienza acquisita nel tempo. La scrittura è certamente l’invenzione più importante per tramandare la storia. Senza la decifrazione dei linguaggi antichi oggi l'umanità avrebbe una cognizione molto limitata delle civiltà del passato. Secondo gli storici la prima scrittura a comparire sulla Terra è quella cuneiforme usata dai Sumeri: incise su tavolette di argilla le prime testimonianze risalgono al 3.000 a.C. Successivamente forme di scrittura apparvero in Egitto, quindi in Europa e via di seguito in Cina e in America del Sud. Benché molte scritture del passato siano state decifrate dagli storici, esistono ancora oggi linguaggi oscuri. Proprio a queste scritture ancora da decifrare la rivista inglese New Scientist dedica un lungo reportage individuando otto importanti grafie che restano ancora sconosciute all'umanità.
    IL METODO UTILIZZATO - Per interpretare una scrittura del passato lo studioso deve poter contare sempre su due requisiti minimi: un'abbondanza di testi e reperti archeologi che aiutino a interpretare i linguaggi sconosciuti. L'umanità non avrebbe mai decifrato i geroglifici egiziani senza l'aiuto della Stele di Rosetta, la lastra in granito scuro scoperta nel 1822 in Egitto. Su questo reperto archeologico è incisa un’iscrizione in tre differenti grafie: geroglifico, demotico e greco antico. Attraverso la comparazione con il greco antico, idioma ben conosciuto dagli studiosi, questi riuscirono a comprendere le regole e i significati dei geroglifici egiziani. Oggi le scritture antiche ancora da decifrare si possono dividere in tre categorie: le scritture il cui alfabeto è stato decifrato ma non si è compresa la lingua; le scritture il cui alfabeto è incomprensibile ma di cui si conosce la lingua; scritture i cui alfabeto e linguaggio sono entrambi incomprensibili.
    L'ETRUSCO E IL MEROITICO - La prima scrittura ancora da decifrare elencata dal New Scientist è quella etrusca. L'alfabeto è stato quasi completamente decifrato assieme a importanti aspetti della grammatica, ma l'interpretazione del linguaggio ancora oggi appare complessa e spesso incomprensibile. Ciò accade anche perché la maggior parte delle numerose iscrizione etrusche arrivate fino a noi (circa 10mila) sono per lo più scritti funerari e generalmente molto brevi. Inoltre, sebbene la scrittura assomigli molto al greco antico, vi sono sostanziali differenze. Prima di tutto le lettere etrusche si scrivono da destra a sinistra, nella direzione opposta a quella greca. Poi l'etrusco è una lingua che non deriva dall'indoeuropeo, ma proprio come l'odierna lingua basca non ha alcun legame con le grandi famiglie linguistiche dell'antichità. Stesso discorso per la seconda scrittura dell'elenco: l'alfabeto meroitico. Usato dagli abitanti del regno di Kush, civiltà che fiorì intorno all'800 a.C. nel Nord Africa, tra il sud dell'Egitto moderno e la parte settentrionale del Sudan, gli studiosi ne hanno decifrato l'alfabeto, ma non il linguaggio. Per quanto riguarda la scrittura, come per la lingua antica egiziana conosciamo due forme di grafia: la geroglifica, usata per lo più sui monumenti, e quella corsiva, usata nel commercio e nelle faccende quotidiane. Entrambe le forme di scrittura sono dotate di 23 segni che furono decifrati nel 1911 dall'egittologo e professore di Oxford Francis Llewellyn Griffith. Tuttavia il significato delle parole continua a essere sconosciuto e non ha alcuna somiglianza con nessuna delle lingue parlate nell'Africa subsahariana.
    LINGUAGGI PRECOLOMBIANI - Tra le scritture ancora da decifrare elencate dal New Scientist compaiono anche un gruppo di grafie usate da civiltà precolombiane: l'olmeca, la zapoteca e la epi-olmeca. La prima scrittura fu usata dall’omonima civiltà vissuta tra il 1.500 A.C. e il 400 d.C. nell'odierno Messico centro-meridionale, a est dell'istmo di Tehuantepec. Fino a pochi anni fa si pensava che questa popolazione antica fosse analfabeta, ma nel 1990 è stato scoperto un blocco di pietra su cui compaiono iscrizioni che risalgono al 900 a.C. In tutto sono presenti circa 60 simboli, fino ad oggi non decifrati: secondo gli studiosi finché non saranno ritrovati altri reperti archeologici con gli stessi simboli sarà davvero difficile interpretare questi segni. Qualcosa in più sappiamo invece del linguaggio usato dalla civiltà zapoteca: questa fiorì nella Valla di Oaxaca circa 2.600 anni fa. Gli zapotechi usavano un tipo di scrittura a ideogrammi sillabici e le prime iscrizioni ritrovate risalgono al 600 a.C. e sono presenti su pareti dipinte, ma anche su vasi, ossa e gusci. Questa popolazione parlava un linguaggio che ancora oggi è usato da sparute popolazioni che vivono nel Centro America. Tuttavia gli studiosi non sono riusciti a ricostruire l'alfabeto usato da questa civiltà anche a causa delle estreme confusione e complessità dei linguaggi parlati dalle moderne popolazioni zapoteche. Infine vi è la grafia epi-olmeca. La prima traccia di questa scrittura risale al 1902, quando fu scoperta la statuetta di Tuxtla, una figura in nefrite risalente al II secolo d.C. La lingua parlata dalla popolazione che ideò questa scrittura è probabilmente una versione arcaica dello Zoche, idioma ancora oggi usato nell'Istmo di Tehuantepec. John Justeson e Terrence Kaufman, due studiosi americani, hanno proposto una decifrazione frammentaria di questa scrittura, ma finché non saranno trovati nuovi reperti sarà molto difficile avere un'interpretazione chiara.
    DALLA LINEARE AL DISCO DI FESTO - Tra le scritture antiche ancora da decifrare una delle più famose è la "Lineare A". Scoperta insieme a un'altra scrittura antica, la Lineare B (decifrata nel 1952), dal celebre archeologo britannico Arthur Evans durante gli scavi a Creta nel 1900, questo alfabeto era usato sull'isola greca dalla civiltà micenea nel II millennio a.C. Composta da segni che vanno da sinistra verso destra e presente su diverse tavolette d'argilla, questa scrittura è tuttora indecifrata e poco comprensibile, sebbene abbia molti simboli in comune con la Lineare B. Segue la scrittura Rongo-Rongo (significa "canti") usata già dai primi abitanti dell'isola di Pasqua: essi sbarcarono sull’isola dell'Oceano Pacifico intorno al 300 d.C. Questa lingua antica è molto simile al Rapanui, l'odierno idioma parlato sull'isola di Pasqua, ma la scrittura è incomprensibile e complessa (si tratta di una grafia "bustrofedica", ovvero un sistema di segni che non ha una direzione fissa, ma che cambia senso continuamente). Sono arrivati fino a noi solo 25 iscrizioni in Rongo Rongo: la maggior parte di questi scritti sono incisi su pezzi di legno. Un'altra scrittura incomprensibile è quella "Indus", usata dalla civiltà che visse nella Valle dell'Indo tra il 2.500 e il 1.900 a.C. Purtroppo ci restano poche iscrizioni, presenti per lo più su vasi di ceramica e non vanno oltre i 5 caratteri. I segni conosciuti sono circa 400 e a causa della brevità delle iscrizioni non è stato possibile ancora decifrare questa scrittura. Le ultime due grafie storiche ancora da decifrare sono quella proto-elamica e la scrittura presente sul Disco di Festo. La prima è la più antica scrittura non-decifrata al mondo. Essa si sviluppò intorno al 3.000 a.C. assieme alla scrittura sumerica. Quest'ultima visse diversi secoli ed è stata in parte decifrata, mentre la scrittura proto-elamica si estinse dopo appena 150 anni dalla sua comparsa nella regione di Elam, antico nome biblico dato al territorio che oggi corrisponde alla parte sud-occidentale dell'Iran. Sappiamo davvero poco delle popolazioni che usavano questa scrittura. Ancora oggi restano oscuri sia i caratteri sia la lingua delle iscrizioni. La scrittura presente sul Disco di Festo è un insieme di simboli impressi con stampini incisi su entrambe le facciate del reperto archeologico. Scoperto nel 1908 dagli italiani Luigi Pernier e Federico Halbherr, mentre stavano scavando a Creta nel palazzo minoico di Festo, questo magnifico reperto risale al 1.700 a.C. ed è composto da 241 simboli: tutti i segni non sono stati ancora decifrati e non hanno nessuna somiglianza con le scritture conosciute del tempo.
    Francesco Tortora
    28 maggio 2009

    Nareamidha si de totu custu chistionu nc'est ancora linguas, comenti s'etruscu, chi nanca no si cumprendinti. Mi iscieis nai cali funt cussas de cali no si ndi 'eniri a bidu?
     
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  8. Eracle
     
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    Non ho letto tutto, ma noto con disappunto che pure in questo testo la lingua basca è considerata unica senza nessun legame con le altre lingue.
    Il sardo proprio vogliono cancellarlo dalla storia a tutti i costi questi qua
     
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  9. pietrusco
     
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    La lingua,o meglio,la scrittura basca, come quella francese dei documenti di glozel hanno affinità con quella shardana,stai tranquillo,è ciò che emerge dalle prime lezioni del corso,purtroppo adesso il corso si interrompe per riprendere il 1 ottobre,uno stacco doloroso adesso che l'interesse stava crescendo esponenzialmente,ma tutti gli alunni ne hanno preso atto, gli iscritti sono arrivati a sessanta,da sperare siano riconfermati tuttti ad ottobre

    ciao da pet
     
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  10. ELCERDEA
     
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    lo stesso amico che ci ha parlato di un libro sui veneti, l'inesistenza di una fenicia così come ce l'hanno sparata nel cervello, ha un interessante teoria, ovvero che l'alfabeto attribuito ai fenici fosse semplicemente la lingua franca commerciale dell'epoca, si condivideva quindi nei traffici un linguaggio comune...
    mi sembra plausibile, il nostro amico padovano è sveglio...

    che ne pensate...
     
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  11. vivamishapt
     
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    Questa idea già scorre fra i post di questo forum... una lingua e alfabeto comprensibile in tutti gli scali commerciali... un pò come l'Inglese di oggi. E chiaramente questa lingua sarà stata quella di chi, a quel tempo, deteneva la supremazia (come gli americani adesso)... E guarda caso erano proprio quelli che avevano il dominio dei mari... I Fenici o i discendenti dei PdM, come preferite chiamarli.

    L'alfabeto adottato dai Fenici comunque era una evoluzione (o semplificazione, dipende dai punti di vista) di un alfabeto più antico... se non sbaglio il protocananeo del 1600 aC... sempre se non sbaglio!!!
     
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  12. ELCERDEA
     
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    Grazie Misha, ma leggere tutti i post è cosa impossibile,
    quello adottato dai fenici( ovvero i mercanti dell'epoca, probabilmente facenti parti di varie tribu), doveva essere una compromesso tra gli alfabeti dell'epoca e la maggior parte dei termini commerciali, riferiti a mercanzie, tempi di navigazione... forse un linguaggio basico
     
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  13. stramaioni
     
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    CITAZIONE (shardanaleo @ 4/5/2008, 18:14)
    fenicia e li si evolve , gli shardana e gli etruschi notano che i loro figli hanno fatto una geniata e utilizzano quell'alfabeto, i conti tornano?
    oppure in che altro modo puo essere successo?
    aspetto molte ipotesi!

    hai perfettasmente ragione, se rovesciamo i tempi e gli attori... "i FENICI ( kananei) ebbero in dono dai PdM (quindi shardana e tursha inclusi) i segreti de LA PORPORA, LA NAVIGAZIONE e LA SCRITTURA" (Sir Leonard Wooley, scopritore di UR)...

    A proposito di porpora Korra in sardo !!!
    Posso esporvi dopo alcuni studi una mia teoria e spero che qualcuno abbia di che aggiungere.
    Premessa:
    In lingua akad del v millennio le uniche vocali allora esistenti e utilizzate erano la "A-U-I".
    Il mio Studio :
    In Gadoni vi e' toponimo Bonu-Kurru, e zona rinomata per il coltivare di un erba ancora utilizzata da alcune donne nell' arte tessile per la coloritura badate bene "Porpora" sopratutto per il tapetto tipico detto "sa burra".
    Fin qui niente di strabiliante direi, ma il collegamento con un altro toponimo a parer mio di origini piu' recenti a quello da me proposto "kampu e' korra" sito dell' area del sinis fa pensare a un collegamento !!!!!!!!
    Due modi diversi per ottenere lo stesso risultato :o: :o: :o: :o:
    Il primo col parola piu' arcaica in Gadoni si ottiene dalla bollitura di un erba specifica, l' altro da un mollusco che in quella precisa area dell'isola e' diffusissimo.

    Che ne pensate in merito ?
    :salute: :salute:
     
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    alcune piccole precisazioni Stamamioni (me lo permetti da amico e frade?) :rolleyes:
    - KAMPU 'E KORRA è più su... verso Bosa.
    - AKKADIKO V millennio... forse intendevi SUMERO. Gli akkadi arrivano con sargon nel 2450 circa. III millennio... :rolleyes:
    Kum salude a tue. e scusa. ;)
     
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  15. pietrusco
     
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    CITAZIONE (vivamishapt @ 4/9/2009, 12:22)
    Questa idea già scorre fra i post di questo forum... una lingua e alfabeto comprensibile in tutti gli scali commerciali... un pò come l'Inglese di oggi. E chiaramente questa lingua sarà stata quella di chi, a quel tempo, deteneva la supremazia (come gli americani adesso)... E guarda caso erano proprio quelli che avevano il dominio dei mari... I Fenici o i discendenti dei PdM, come preferite chiamarli.

    L'alfabeto adottato dai Fenici comunque era una evoluzione (o semplificazione, dipende dai punti di vista) di un alfabeto più antico... se non sbaglio il protocananeo del 1600 aC... sempre se non sbaglio!!!

    non sbagli vivam
     
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24 replies since 4/5/2008, 15:25   13100 views
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