Gli animali "antichi" della Sardegna

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  1. Prolagus
     
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    Se ti riferisci ad "Animali e piante fossili della Sardegna" si certo... lo conosco da quando ero alle elementari. Devo dire che quel piccolo libricino ha contribuito parecchio alla mia formazione culturale e ci sono parecchio affezionato anche se è per ovvie ragioni estremamente antiquato. In realtà in quel testo si menziona oltre al cervo sardo anche il 'Megaceros' algarensis (o Cervus algarensis)... che in realtà non è altro che un Megaloceros cazioti. Infatti il nostro cervo pleistocenico mostra una grande variabilità di conformazione dei palchi che ha portato la Ida Comaschi Caria a classificare quei resti come una nuova specie.
    Comunque in Sardegna non esistono resti fossili di Cervus elaphus corsicanus. Gli unici resti di Cervus elaphus sono stati trovati in Corsica. Per quel che riguarda la Sardegna abbiamo solo Megaceros cazioti del Pleistocene superiore ed il suo antenato diretto il Megaloceros sardus (di taglia più grande) del Pleistocene medio.

    La foca monaca è un animale autoctono del Mediterraneo e non solo della Sardegna. Si tratta di una specie 'residuale'... un relitto della fauna mediterranea dell'era glaciale.

    Interessante la scoperta dello scorpione della Grotta dei Fiori... in quella grotta in pratica io ci sono cresciuto :wub:
     
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  2. Prolagus
     
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    Volevo segnalarvi la scoperta del fossile di un grosso rettile del periodo Permiano simile a questo dell'immagine e ritrovato in provincia di Sassari. I resti frammentari sono ancora in studio ma appena sarà pubblicato il lavoro scientifico vi aggiornerò!

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    wooooooooooooooooooow! Di chi è la scoperta? lo studio? il disegno è tuo?
     
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  4. Prolagus
     
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    Lo stanno studiando alcuni paleontologi romani, i resti sono molto frammentari (vertebre, costole e frammenti degli arti). Il disegno si riferisce ad un rettile appartenente alla stessa famiglia di quello ritrovato.... l'ho messo solo per dare un'idea dell'animale (non l'ho fatto io). Sono molto contento di questa scoperta, speriamo che in futuro vengano fuori fossili di dinosauro! L'Isola nel Mesozoico era per la maggior parte emersa e connessa a Francia e Spagna... zone dove sono stati trovati molti resti di dinosauro... già mi immagino un ipotetico "Shardanasaurus" :wub:
     
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  5. shardar
     
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    E bravo il nostro prolagus!! ci hai dato una splendida notizia, speriamo che la scoperta la vada fino in fondo, e che ci facciano presto sape' notizie.
     
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    CITAZIONE (Prolagus @ 17/12/2009, 14:32)
    Lo stanno studiando alcuni paleontologi romani, i resti sono molto frammentari (vertebre, costole e frammenti degli arti). Il disegno si riferisce ad un rettile appartenente alla stessa famiglia di quello ritrovato.... l'ho messo solo per dare un'idea dell'animale (non l'ho fatto io). Sono molto contento di questa scoperta, speriamo che in futuro vengano fuori fossili di dinosauro! L'Isola nel Mesozoico era per la maggior parte emersa e connessa a Francia e Spagna... zone dove sono stati trovati molti resti di dinosauro... già mi immagino un ipotetico "Shardanasaurus" :wub:

    mi sento ignorantello! io sapevo che la sardegna era per la maggior parte SOMMERSA durante il mesozoico, tantè che in quel periodo si sono formate le grandi sedimentazioni dei "tacchi" delle Barbagie e dell'ogliastra. Gli unici ritrovamenti pensavo fossero ammoniti e via dicendo.... forse c'era la speranza per qualche rettile marino, infatti Pillola ci stava parlando di alcuni resti di masasauro (denti) ritrovati nei calcari ogliastrini, e nelle mani di qualche collezionista...
     
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  7. !tama!
     
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    Questa estate recandomi sul sito di "Su crucifissu mannu" vicino Porto Torress ho notato, vicino all'entrata della grotta con i famosi "tori", un osso sporgere dal terreno:
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    il sito e tutto il resto sono già stati segnalati al GRS e ho postato questa stessa foto assieme ad altre del sito archeologico tempo addietro in questo stesso forum...ma ora siccome ho trovato il topic "specifico" ti posto la foto dell'osso..mi sono sempre chiesto a che animale appartiene...
    spero ti possa interessare
     
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  8. pietrusco
     
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    difficile dirlo dalla foto, occorrerebbe vederla in visu, se si tratta di osso umano o animale
     
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  9. Prolagus
     
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    CITAZIONE (LessàAlessandro @ 17/12/2009, 19:45)
    mi sento ignorantello! io sapevo che la sardegna era per la maggior parte SOMMERSA durante il mesozoico, tantè che in quel periodo si sono formate le grandi sedimentazioni dei "tacchi" delle Barbagie e dell'ogliastra. Gli unici ritrovamenti pensavo fossero ammoniti e via dicendo.... forse c'era la speranza per qualche rettile marino, infatti Pillola ci stava parlando di alcuni resti di masasauro (denti) ritrovati nei calcari ogliastrini, e nelle mani di qualche collezionista...

    No, l'Isola venne probabilmente totalmente sommersa solo nel Giurassico superiore. Nel Triassico medio era sicuramente emersa (depositi evaporitici), nel Giurassico inferiore abbiamo la formazione continentale fluvio-lacustre di Jenna Selole e per buona parte del Cretaceo l'Isola era emersa come testimoniano i sedimenti lagunari della facies Burbeckiana e dei depositi bauxitici della Nurra. Nel Cretaceo superiore fino al Paleocene abbiamo depositi lacusti e paleosuoli che testimoniano una terra emersa. Certo ci sono anche i depositi marini ed i tacchi ne sono un esempio, come pure i calcari a rudiste del Cretaceo della Nurra e di S. Antioco. Nel Mesozoico abbiamo dunque un'alternanza di ingressioni e regressioni marire. Il dente a cui ti riferisci appartiene probabilmente ad un ittiosauro o un pliosauro del Giurassico (il Mosasaurus visse nel Cretaceo). Denti di rettili marini erano già conosciuti sin dal secolo scorso (Jerzu).


    CITAZIONE (!tama! @ 17/12/2009, 22:04)
    Questa estate recandomi sul sito di "Su crucifissu mannu" vicino Porto Torress ho notato, vicino all'entrata della grotta con i famosi "tori", un osso sporgere dal terreno:
    il sito e tutto il resto sono già stati segnalati al GRS e ho postato questa stessa foto assieme ad altre del sito archeologico tempo addietro in questo stesso forum...ma ora siccome ho trovato il topic "specifico" ti posto la foto dell'osso..mi sono sempre chiesto a che animale appartiene...
    spero ti possa interessare

    Dipende tutto dalla natura di quel terreno.... se è terra di riporto è probabile si tratti di ossa di animali macellati, ma se il deposito è pleistocenico o anche più antico è sicuramente un osso fossile... dalla foto sembra abbastanza grosso, ma non si può dire molto... forse è di un cervide.
     
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    wow pitticca se lezioni è paleontologia! grazie!
     
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  11. iperboreo50
     
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    da L'Unione Sarda di oggi/cultura pag. 49

    http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24...rticolo=2410630

    Milioni di anni fa, la chiusura dello Stretto di Gibilterra potrebbe aver causato il fenomeno geologico
    L'evaporazione del MediterraneoFondale asciutto durante il periodo Messiniano
    Venerdì 18 dicembre 2009

    N on c'è nulla ai nostri giorni che possa essere preso ad esempio. Per chi ha la più grande fantasia deve cercare di immaginare il Rio delle Amazzoni moltiplicato per mille. E quindi pensare a quell'immane portata d'acqua precipitare dall'oceano Atlantico nel Mediterraneo. Una cascata lunga due anni finché il Mar Mediterraneo è stato riempito come lo si può osservare ai nostri giorni. È la scoperta realizzata da ricercatori del Consejo Superior de Investigaciones Cientificas (CSIC) di Barcellona (Spagna) pubblicata sulla rivista scientifica Nature.
    Questa storia chiude quella precedente durata alcune centinaia di migliaia di anni e che ha visto il Mar Mediterraneo evaporare quasi completamente. Di questa storia nessun uomo è stato testimone in quanto avvenuta circa 5,5 milioni di anni fa e l'homo sapiens è comparso solo poco meno di 200 mila anni or sono. Con l'ultima scoperta si conclude una storia iniziata nella notte dei secoli e che è interessante riassumere.
    Circa 18 milioni di anni fa, si è chiuso il ramo della Tetide che collegava quest'ultima con l'oceano Indiano. La Tetide era un antico mare tra l'Europa di allora e l'Africa. Occluso lo sbocco oceanico orientale, è rimasto quello che oggi chiamiamo Mar Mediterraneo che consisteva in un enorme golfo tributario dell'oceano Atlantico, lungo, da ovest a est, oltre 3.000 chilometri, articolato e profondo. Gli scambi con l'Atlantico avvenivano attraverso passaggi d'acqua poco profondi situati tra la Spagna e il Marocco.

    Durante il periodo geologico chiamato Messiniano, lo Stretto di Gibilterra si è chiuso e quasi tutta l'acqua del Mar Mediterraneo è evaporata, al punto che il suo livello era sceso di oltre 1.500 metri, così che gran parte dei fondali marini sono rimasti completamente asciutti. Di conseguenza, si era depositata una grande quantità di sali. «In alcuni punti lo spessore del sale raggiunge i 2 chilometri di altezza», spiega Maria Bianca Cita, professoressa emerita dell'Università Statale di Milano, tra le prime scienziate a scoprire il fenomeno 38 anni fa. Ma nonostante sia passato così tanto tempo dalla rivelazione del disseccamento del Mediterraneo, quanto è accaduto non è chiaro fino in fondo e vi sono ancora molte diatribe tra i ricercatori.
    Una recente ipotesi ha riportato alla ribalta quell'evento, unico nel suo genere, e le sue cause prime. «Inizialmente quando si arrivò ad ipotizzare che gran parte dell'acqua del Mediterraneo evaporò, si pensò che si fosse chiuso per un lungo periodo il passaggio d'acqua tra la Spagna e il Marocco. Ma lo spessore di sale presente sul fondale marino è così elevato che non può essere spiegato con un'unica evaporazione dell'acqua. Se tutto il mare fosse evaporato in un'unica volta, avrebbe lasciato un deposito di non più di una trentina di metri. Per giustificare tutto il sale presente, quindi, si è dovuta trovare un'altra spiegazione. È possibile che la soglia dello Stretto di Gibilterra si alzò per fattori geologici, arrivando in prossimità della superficie del mare. Ma poi entrarono in gioco fenomeni astronomici i quali, allora come oggi, sono in grado di alzare e abbassare il livello dei mari. La precessione degli equinozi (la variazione della direzione dell'asse terrestre che ha un ciclo di circa 25.000 anni), ad esempio, potrebbe aver giocato un ruolo importante. Tale forza astronomica è sufficiente a fare alzare il livello marino anche di 20-30 metri, bastante per far riversare dall'oceano Atlantico grandi quantità d'acqua nel Mediterraneo. Quando le condizioni astronomiche terminavano di esercitare tale attrazione, l'acqua cessava di travasarsi e quella rimasta nel Mediterraneo evaporava», continua Cita.
    L'evaporazione del Mediterraneo ha causato profonde ripercussioni anche sulle aree emerse confinanti. I fiumi, ad esempio, hanno dovuto scavare un alveo molto più profondo di quel che percorrevano precedentemente all'evaporazione e ciò per portarsi alla pari con il livello del mare. Si sono formati, così, profondi canyon, che ora sono stati riempiti da sedimenti. Studi eseguiti sui fondali dei grandi laghi lombardi - lago Maggiore, di Como, d'Iseo e Garda - hanno messo in luce la presenza di quelle profonde forre, la cui base si trova molto al di sotto dell'attuale livello del mare. Anche il delta del Nilo si era ritrovato 2.400 metri sotto il livello del mare odierno in corrispondenza del Cairo.

    L'intero fenomeno è durato tra 5 milioni e 960 mila anni fa e 5 milioni e 330 mila anni or sono. Poi l'acqua è iniziata a entrare definitivamente dall'Atlantico, e il Mar Mediterraneo ha raggiunto il livello attuale. Ma come si è arrivati a capire che il Mare Nostrum era evaporato quasi completamente? I primi sospetti del suo disseccamento li hanno avuti alcuni ricercatori, tra i quali la professoressa Cita, che a bordo della nave oceanografica Glomar Challenger hanno recuperato “carote” di sedimenti realizzate in mare attorno al 1970. In esse sono stati trovati gessi, anidride, salgemma e in alcuni casi anche minerali di cloruro di potassio, un sale molto solubile che precipita solo con l'evaporazione dell'ultima acqua prima del disseccamento totale.
    Per chiudere questa storia mancava di capire quanto tempo ha impiegato il Mediterraneo per riempirsi definitivamente. Fino ad oggi si pensava che ci fosse voluto circa un secolo, ma l'indagine geologica di Daniel Garcia-Castellanos che si basa su perforazioni fatte attorno a Gibilterra - che hanno permesso di studiare la velocità di erosione della soglia tra l'Atlantico e il Mediterraneo - dà un nuovo quadro al fenomeno. Spiega il ricercatore: «Per circa 2 anni bisogna immaginare che la porta d'ingresso nel Mediterraneo veniva abbassata di circa 10 metri al giorno, mentre passavano 100 milioni di metri cubi d'acqua al secondo che si muoveva ad una velocità di circa 100 chilometri all'ora».
    Potrà capitare ancora? «Improbabile in tempi vicini - conclude Cita - ma in geologia tutto è sempre in evoluzione».
    LUIGI BIGNAMI
    (Geologo - Esp. Planetologia)


    :salute:


     
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  12. SaCraba
     
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    Ballard e Pitman - Black Sea http://news.nationalgeographic.com/news/20...00blacksea.html

    le teorie http://www.nationalgeographic.com/blacksea/ax/frame.html

    qui la foto gallery dell'avventura http://www.nationalgeographic.com/ngnews/blacksea.html
     
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    parlato dell'animaletto in questione oggi con Pillola...mitologico prof.
     
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  14. Prolagus
     
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    Ma allora stai seguendo paleontologia dei vertebrati quest'anno? ^_^
     
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    Esatto, volevo farlo da tanto. tu ormai l'hai dato da molto no? :) :D
     
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285 replies since 9/7/2007, 09:47   43898 views
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