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ARRUIASA DE GHENTIANA.
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Un giorno di quache anno fa, Maestra Lina, la mia maestra delle elementari, se ne uscì con una canzoncina carina carina da canticchiare, incomprensibile nel testo.
Ci piaque subito.
La imparammo a memoria per poi esibirci davanti ai nostri genitori, un Natale credo.
La cantammo storpiandola, come da bambini si cantano le canzoni in inglese, senza conoscere l'inglese!
Nemmeno Maestra Lina conosceva la traduzione corretta del testo, ma la cosa non ci disturbò .
Oggi la canto alla mia bambina di 4 anni e l'effetto su di lei è lo stesso che colpi mè allora, uno strano fascino antico.
E ancora oggi non sono certo del vero significato di quelle magnifiche parole, quasi un incantesimo dimenticato.
Amici, vi chiedo di darmi una mano:
MARRAU A KI LA TRADUCE!!
Anninnora anninnora cuccu meu
Prama di otti lera fizzu fizzu
Anninnora anninnora cuccu meu
Tentu m’happunu fizzu incrabu mannu
Soddos sos scaboddos de sa ghedda
Folla manna niedda sazza resa
Arrosittedda, arros’in tundu ‘n tundu
Si bivis in su mundu gosadia
A su timbiri timbiri timbiri dona
Ehja
ADG. -
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La ricordo anche io , da piccolo la sentivo spesso...... oggi la storpierei in vari modi
Facciamoci aiutare :
http://catalepton.altervista.org/2008/01/anninnora-2/
Poi ne parliamo.......
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ARRUIASA DE GHENTIANA.
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quindi mi dici che è opera sua!!
sfido che nessuno riesce a tradurla!!
mah!! io rilancio la sfida.....sia mai che.........
Riguardati ora le varianti che circolano: puoi subito notare il diffuso, talora estremo, sempre fallimentare tentativo di “normalizzare” il testo riconducendolo a un lessico noto e a un senso generale. Ti ho risparmiato le improbabili traduzioni, che se vuoi ridere un po’ puoi comunque spulciare.
Il tentativo più evidente di “normalizzazione” è quel “sazza resa” che diventa “sassaresa” (peraltro inesistente in sardo) e infine “tattaresa”.
Cerchiamo di capire, premettendo che senza alcun dubbio il nostro testo non è un canto tradizionale (non ne esiste attestazione), bensì una creazione originale di Ennio Porrino.
Consideriamo dunque il lessico di Canzone a ballo.
Ci sono forme e locuzioni esistenti in diverse varianti di sardo (cuccu meu, log. “cuculo mio”, ma omofono di cuccumeu, camp. “civetta” ; prama, log. camp. “palma”, tentu, log. camp. “tenuto”, fizzu, log. “figlio”, mannu, log. camp. “grande”, folla manna niedda, camp. “grande foglia nera”, in tundu, log. camp. “in tondo”, bivis, camp. “vivi”, in su mundu, log. camp. “nel mondo”); ma è molto improbabile un testo in cui coesistano fizzu logudorese e folla campidanese: o fizzu/fozza o fillu/folla).
Ci sono poi altrettante forme di indiscutibile sapore sardo, tuttavia inattestate (la mia fonte è, lo ammetto, una vecchia edizione del DES; ma dovrebbe bastare): a partire da anninnora, chiaro rifacimento sul tipo onomatopeico dell’anninnia con cui iniziano le ninnenanne tradizionali ma inesistente in sardo (benché dopo Porrino sia passato nell’uso; così ad esempio in Sa dansa dei Tazenda). A questa categoria di parole “inesistenti” appartengono sicuramente soddos, caboddos, ghedda, e molto probabilmente tutto il restante lessico della composizione (compreso quell’incrabu che, pur interpretato *in crabu, darebbe un maschile di craba inattestato in sardo).
Un lessico di sapore sardo, insomma, ma in gran parte inventato. Una lingua immaginaria? Non proprio. Porrino si inserisce consapevolmente nella tradizione di invenzione linguistica propria delle ninnenanne, spesso nonsense (ci vedo affinità con il “baby talk”): non ha senso cercare un senso per questo testo.
[Prevengo una possibile obiezione: anche il linguaggio delle ninnenanne tradizionali sarde è spesso inventato; ma queste parole non sono attestate prima di Porrino.]
Non sul senso o su eventuali connotazioni semantiche, ma sui puri suoni della lingua porriniana possiamo riflettere, tenendo conto delle sue motivazioni musicali:
I colori utilizzati dal maestro cagliaritano sono precisi e dettagliati: sonoro, vibrato, rude e cavernoso; pesante come fisarmonica; molto ritmato e accelerato. Dalle indicazioni della partitura del musicista cagliaritano sembrerebbe emergere un rapporto stretto tra la voce umana ed i timbri strumentali, come quello della fisarmonica. Lo stesso colore rude e cavernoso ripropone magicamente gli ambienti naturali della Sardegna, quasi come se fosse un richiamo ancestrale, cosi come nella notte dei tempi si perde questo brano. Forse la natura stessa è chiamata in causa imitata, richiamando sinergicamente sia il vociare ed il canto degli animali sia il rumore incalzante del vento. (cito da qui)
La fonetica di Anninnora è coloristica, timbrica, ritmica.
E ciò giustifica la scelta di un genere nonsense, la ninnananna, altrimenti incompatibile con la caratterizzazione musicale di Canzone a ballo - che è, appunto, una “canzone a ballo”.
QUI SERVE L'AIUTO DI MONTALBA!!!!
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stramaioni.
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Storpiata di sicuro !!!!
1- Arrositedda e' campidanese ,a desulo che e' chiara e limpida l' origine di questo testo si pronuncia ORROSITEDDA.
La mia Vicina di casa desulese di anni 81 mi dice che anche sua madre cantava questa canzone quando lei era piccinnedda "piccolina" quindi credo prova schiacciante che sia di origine barbaricina a meno che proviate il contrario.
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pietrusco.
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X ARRUJA
ti riporto in calce il testo che il coro "sa rodia" di Oristano sta cantando in vari palcoscenici in provincia, di cui fa parte anche mia figlia, la traduzione bisogna chiederla ad un barbaricino "puro", ciao da pet
Ai ninnora ninnora cuccu meu
prama di ottilera fizzu fizzu.
Arrosittedda arrosa 'n tundu n'tundu
a su timbiri timbiri timbiri doa.
Eia,eia,eia,ah!
Ai ninnora ninnora cuccu meu
tentu m'appu 'nu fizzu 'n crabu mannu
Arrositedda arrosa 'n tundu 'n tundu
a su timbiri,timbiri,timbiri doa.
eia,eia,eia,ah!. -
ARRUIASA DE GHENTIANA.
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grazie PET......mi sà che ci sono in giro decine di versioni leggermente diverse fra loro....e di traduzioni idem
chi dice che è invenzione di Porrino, chi come Strama che è canzone desulese!!
certezze nessuna!! un bel mistero. -
.CITAZIONE (pietrusco @ 23/4/2010, 21:50)X ARRUJA
ti riporto in calce il testo che il coro "sa rodia" di Oristano sta cantando in vari palcoscenici in provincia, di cui fa parte anche mia figlia, la traduzione bisogna chiederla ad un barbaricino "puro", ciao da pet
Ai ninnora ninnora cuccu meu
prama di ottilera fizzu fizzu.
Arrosittedda arrosa 'n tundu n'tundu
a su timbiri timbiri timbiri doa.
Eia,eia,eia,ah!
Ai ninnora ninnora cuccu meu
tentu m'appu 'nu fizzu 'n crabu mannu
Arrositedda arrosa 'n tundu 'n tundu
a su timbiri,timbiri,timbiri doa.
eia,eia,eia,ah!
eia,eia,eia,ah!
Invocazione a ENKI/EA Dio dei Pozzi sacri e dell'acqua sacra? Il suo nomke era anche EYAH
ANNINNORA
Potrebbe essere INANNA nota anche come NINNA (+ NORA). Opure (meglio) NANNA, il Dio SIN onnipresente in sardinia con questo nome. -
pietrusco.
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X Stramaioni
tu che sei barbaricino, te la senti di proporre la traduzione di anninnora?
pet. -
stramaioni.
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Cosa ardua direi anche per me ma posso sondare tra alcuni amici desulesi e magari ci saranno d' aiuto .
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montalba.
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non credo che il testo sia un'invenzione di Porrino, lui l'ha musicata
e basta, il testo è popolare, e come talvolta succede, misterioso e difficile
da tradurre.
www.sardinnia.it
www.youtube.com/watch?v=B-rs3Y4r9kI. -
ARRUIASA DE GHENTIANA.
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CITAZIONE (SaCraba @ 26/4/2010, 17:13)"tentu m'appu 'nu fizzu 'n crabu mannu"
a qualcuno viene in mente qualcosa riguardo questa frase?
aiutatemi ad interpretarla
TENTU = RACCOLTO/preso? (tentu de terra=raccolto da terra)
M'APPU UNU FIZZU= MI SONO UN FIGLIO
IN CRABU MANNU = CREDO SIA IL NOME DI UNA LOCALITA'??CITAZIONE (montalba @ 26/4/2010, 17:15)non credo che il testo sia un'invenzione di Porrino, lui l'ha musicata
e basta, il testo è popolare, e come talvolta succede, misterioso e difficile
da tradurre.
bè, perlomeno sappiamo che non è stato inventato a tavolino........abbiamo una speranza!!CITAZIONE (shardanaleo @ 25/4/2010, 09:17)eia,eia,eia,ah!
eia,eia,eia,ah!
Invocazione a ENKI/EA Dio dei Pozzi sacri e dell'acqua sacra? Il suo nomke era anche EYAH
ANNINNORA
Potrebbe essere INANNA nota anche come NINNA (+ NORA). Opure (meglio) NANNA, il Dio SIN onnipresente in sardinia con questo nome
[/QUOTE]
non c'avevo mai pensato..........ANNINORA E ANNINNIA sono espressioni sempre presenti nel parlare quotidiano
tipo:
Anninora= finalmente (invocando il signore)
Anninia= magari (anche ANIMMIA/ANIMAMIA invocando il signore)
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pietrusco.
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CITAZIONE (stramaioni @ 25/4/2010, 17:09)Cosa ardua direi anche per me ma posso sondare tra alcuni amici desulesi e magari ci saranno d' aiuto .
@stramaioni
prova a chiedere, la traduzione precisa mi ha incuriosito. -
cecile1.
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Bonjour, je voudrais trouver une PARTITION de anninnora ! Qui peut m'aider ? Merci ! . -
Basilio Brodu1.
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Nell'agosto del 2012 pubblicavo su queste pagine una nota che,avendo visto non esserci più,propongo,di nuovo oggi, nel testo integrale di allora.
Anninora ( ancora sul testo,contesto ed autore di questa meravigliosa poesia )
Anninora appartiene alla poesia orale Desulese. Il testo della poesia può essere compreso e tradotto solamente attraverso una immersione di contesto nella desulesita' del primo novecento che sappia evocare la magia della semplicità di una cultura pastorale che si esprime con l' onomatopeutica del suono delle parole ,e che al contempo, sappia richiamare alla memoria altri consimili suoni e cadenze riprodotti pure in innumerevoli poesie che appartengono al patrimonio dell'oralita' desulese ( per lo più gioiosa, ma talvolta anche di mestizia ), nata per l'infanzia, e tra le quali si possono a titolo esemplificativo ricordare :
-" pili 'e oro, pili 'e seda pili 'e mammacciara
Longos finzas ' Aritzo longos finzas ' a Acciara...";
-" a ninna a ninna a cantare,
a cantare a sa fiotta
Canno adesse sa trotta
In sa serra forroganno...";
- " attrippa fizzu meu sas maneddas
su binnigi de magiu est arribau
e babbu tuo ne torra sa chedda... "
- " A inube annada Sennoredda mia,
a circare a fizzu meu,
mi d’hat mortu su Giudeu
Su Giudeu de su Monte
Sa rugh'e oro portas in fronte
Sa rugh'e linna portas a pala
Sonamidda sa campana
Sonamiddu s'arrepiccu..."
e che furono successivamente - valorizzandone la tradizione – elevati, nelle forme poetiche, da Antioco Casula "Montanaru" nella ninna nanna de Antoni Istene.
Testo
Anninora Anninora cuccu meu
prama de ortu, lera fizzu fizzu
Anninora Anninora cuccu meu
Tentu app'unu fizzu grabu mannu
Sutta sos gabbanos de sa chedda
Fizzu 'e mamma niedd' Acciaresa
Orrosinedda Orros'in tunn'in tunnu
Si bivid'in su munnu po' sa die
A su dimbiri dimbiri dimbiri o'
Eia eia
Traduzione Letterale:
Anninora Anninora " guffetto" mio
Palma di giardino, non c'e' niente figlio figlio
Anninora Anninora "guffetto" mio
Ho avuto un figlio di bell'aspetto
Sotto i gabbani del gregge
Figlio di madre nera di Azzara
Rosinella Rosi in tondo in tondo
Si vive al mondo per la giornata
Traduzione di Contenuto e contesto:
Anninora Anninora " guffetto" mio
Palma del mio giardino,dormi tranquillo figlio
Anninora Anninora "guffetto " mio
Mi e' nato davvero un bel figlio
Seppure stia ogni giorno dietro il gregge ( Per quanto faccia il pastore )
E mi sia nato da una vedova di Azzara
Rosinella, Rosi a dirla tutta ed in maniera franca
Si sta al mondo per il pezzo di pane ( per il lavoro)
Esegesi:
Anninora = onomatopeico ad uso musicalmente ritmico vocale ( consimile in altra anninnia desulese resa nelle forme del canto " a sa currentina" quale: ...A ninna a ninna a cantare..."
Lera= dai vocabolari tradotto in poco valore, ironia, beffa, zero,niente, nulla; ( nel testo e'usato in affermazione evocativa e scaramantica, es: ite du ada?( che c'e?)...lera du ada!( non c'e niente!).
Grabu= presente anche in dizionario universale della lingua di sardegna del rubattu che traduce Tale parola con il termine Garbo. Esempio di contesto consimile: " arrazz' e grabu" nel senso di: " che tipo";
Gabbanos= nel vocabolario del rubattu e' tradotto come cappotto,gabbano,loden; nel vocabolario del Casu e' riportato come gabbano,pastrano d'orbace.
Chedda= nel vocabolario del Casu e' tradotto come branco, branco di pecore.Nel vocabolario del Rubattu si traduce con armento,gregge; ( consimile in altra filastrocca desulese cantata vocalmente a ritmo di danza con il bimbo sulle ginocchia : " attrippa fizzu meu sas maneddas su binnigi de magiu est arribau e babbu tuo ne torra sa Chedda...).
Acciaresa= di Azzara. Non e' insolita, specialmente nella poetica per l'infanzia e nelle filastrocche desulesi, l'evocazione del paese di Azzara ( vedasi: "pili 'e seda, pili 'e oro, pili 'e mammacciara longos finzas 'a Aritzo, longos finzas'a Acciara".
Oggi 11.08.2012, da Nuoro. Basilio Brodu.