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    La più antica fabbrica di vetro in Egitto

    di Aristide Malnati
    11 gennaio 2008


    Una curiosa e importante scoperta ad Amarna (tra Il Cairo e Luxor) ci fa conoscere nuovi e vivaci elementi della vita quotidiana nell'Egitto delle corti faraoniche, ma anche della gente comune. Un'équipe di ricercatori dell'Università di Cardiff (Gran Bretagna), guidata dall'archeologo Paul Nicholson, ha riportato alla luce i resti di un'antica fornace, in cui veniva fabbricato materiale vitreo; e, combinando i recenti dati archeologici con le informazioni storiche già note, ha appurato che il vetro ottenuto era utilizzato per monili, amuleti, oggetti preziosi, o parti consistenti di manufatti di uso quotidiano. Ma c'è di più: gli archeologi britannici hanno datato grazie al contesto stratigrafico l'antica officina, dove la sabbia veniva scaldata e soffiata, e hanno potuto stabilire che essa venne costruita e utilizzata durante il regno del faraone eretico Akhenaton (conosciuto anche come Amenophis IV, sul trono attorno al 1350 a. C. per circa 15 anni). Ebbene a fianco di
    Akhenaton nella prima parte del lungo regno sedette la bellissima Nefertiti, che gli diede sei figlie e che condivise e sostenne il progetto politico e religioso dello sposo. La coppia regale costituì il primo esempio di monoteismo, abbandonando il pantheon di divinità tebane (Tebe, precedente capitale fu sostituita appunto da Amarna, 300 km più a nord): i due adoravano il disco dell'Aton, divinità solare e generatrice del creato.
    Ecco che allora la fantasia dell'appassionato di antico Egitto, sostanziata da precisi dati archeologici nel proprio tentativo di ricostruire a tinte forti e concrete lo scenario della splendida corte di Akhenaton e Nefertiti, si lancia ad immaginare che la fornace appena trovata abbia anche potuto produrre gioielli raffinati, che adornarono la bellissima regina: magari le collane poste attorno al suo esile e sensuale collo o bracciali destinati alle braccia affusolate avevano elementi in vetro, prodotti nella vetreria appena riportata alla luce: niente di più verosimile.
    I ricercatori inglesi, comparando il rinvenimento con analoghe strutture dell'Antico Vicino Oriente già scavate, hanno scoperto che la fornace di Amarna è la più antica mai ritrovata. Questo elemento permette di rettificare una convinzione inveterata tra gli antichisti, secondo cui gli egizi avrebbero per lungo tempo importato dai Paesi della mezzaluna fertile oggetti in vetro. Al contrario, alla luce del ritrovamento di Amarna, si capisce che proprio in riva al Nilo venne inventata e perfezionata la tecnica di fabbricazione del vetro e che la si applicò ad ogni settore della vita di tutti i giorni. Ad iniziare dalla religione: abbondanti e di dimensioni anche notevoli sono infatti gli amuleti vitrei che dal Nuovo Regno (II metà II millennio a. C.) arricchivano il corredo funebre di defunti di ogni classe sociale o popolavano le nicchie dei numerosi templi fatti erigere dai faraoni. In precedenza erano per lo più diffusi statuette in terracotta, legno, alabastro e anche in
    faenza blu, che comunque si mantennero in uso anche dopo l'avvento del vetro. Emerge una volta di più il ruolo decisivo giocato da Akhenaton, che non diede vita a un sistema chiuso e isolato dal resto del mondo antico; ma che fu capace di dialogare e di confrontarsi con le regioni più remote del proprio regno e che con tecniche all'avanguardia inventò nuovi manufatti e li esportò ovunque, aumentando il benessere dei propri sudditi e promuovendo una vita di corte tutt'altro che oscurantista.

    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/ Tempo%20libero% 20e%20Cultura/ 2008/01/antica-fabbrica-vetro-egitto.shtml?uuid=34867774-c047-11dc-98aa-00000e25108c&DocRulesView=Libero
     
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    ARCHEOLOGIA: ANTICO EGITTO, SCOPERTA LA TOMBA DELL'ARCHITETTO IMHOTEP

    Il Cairo, 26 feb. - (Adnkronos) - E' stata ritrovata la tomba del gran visir Imhotep, vissuto intorno al 2800-2600 a.c., famoso per aver progettato e costruito la piramide a gradoni di Saqqara, in Egitto, dove si trova una vasta necropoli, situata a circa 30 km a sud della capitale Il Cairo. La missione del Saqqara Geophysical Survey Project, guidata dall'archeologo inglese Ian Mathieson, ha ritrovato due tombe di vaste proporzioni nei pressi della piramide a gradoni di Djoser, il faraone della III dinastia. Una di queste tombe, secondo gli archeologi britannici, sarebbe proprio la sepoltura del leggendario Imhotep, l'architetto di Djoser, venerato come dio delle scienze e della medicina ed assimilato ad Ascletio in epoca greca. Le due tombe scoperte sono lunghe circa 90 metri e larghe circa 50 metri. "Presentano una struttura interna complicata con un cortile che molto probabilmente introduceva ad un tempio", ha dichiarato Ian Mathieson. "Noi riteniamo che una delle due
    tombe abbia ospitato la mummia di Imhotep. Si tratta infatti di una sepoltura di grande importanza, dove risulta costruita una specie di scala che ricorda proprio la piramide a gradoni fatta costruire dal gran visir di Eliopoli", ha aggiunto Mathieson. "A nostro parere la scoperta della tomba di Imhotep rappresenta il piu' grande ritrovamento dopo quello della tomba di Tutankhamun" , ha concluso il direttore della missione archeologica inglese, che opera a Saqqara dal 1990.
    (Sin-Pam/Zn/ Adnkronos)
    26-FEB-08 10:37

    http://www.iltempo. it/adnkronos/ ?q=YToxOntzOjEyO iJ4bWxfZmlsZW5hb WUiO3M6MjE6IkFET jIwMDgwMjI2MTAzN zA3LnhtbCI7fQ= =
     
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  3. Gratia
     
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    Il Cairo, 2 mar. - (Adnkronos) - E' stata ritrovata la tomba del leggendario guerriero dei faroni Iqer, il cui nome significa ''L'eccellente' '. La scoperta e' stata fatta da una missione archeologica spagnola, guidata dal dottor Jose' Galan, nella necropoli di Luxor (Egitto), nel cortile del grande sepolcro di Djehuty, alto dignitario della corte di Hatshepsut, una delle poche donne che esercito' le funzioni di faraone, intorno al 1.500 avanti Cristo. Gli archeologi spagnoli hanno portato alla luce una sepoltura intatta, corredata da un sarcofago in legno dipinto, dove all'interno erano conservati tre vasi, un arco e sei frecce.
    La tomba risale al periodo del Medio Regno, intorno a circa 4.000 anni fa, e custodiva la mummia integra; nel rivestimento ligneo interno si legge l'iscrizione del defunto, Iqer, che significa ''l'eccellente' ' in scrittura geroglifica: un soprannome che gli fu tributato per essere stato il miglior arciere della corte del faraone.
    L'archeologo Jose' Galan ha sottolineato l'importanza della scoperta: ''Si tratta di un sarcofago intatto unico e sorprendente, perche' ha conservato non solo la mummia dell'arciere ma anche il suo arco e le sue frecce. Inoltre si tratta di una sepoltura della XI dinastia, cioe' di un periodo della storia dell'antico Egitto di cui si conosce ben poco''.

    http://notizie.interfree.it/cgi-bin/desc.cgi?id=157875

     
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  4. .machiavelli.
     
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    Un arciere...interessante...l'eccellente...mah, pane per i denti di Leo.
     
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    STUDIOSO DEI POPOLI DEL MARE

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    CITAZIONE (.machiavelli. @ 2/3/2008, 22:18)
    Un arciere...interessante...l'eccellente...mah, pane per i denti di Leo.

    si... sarebbe interessante una foto dell'arco... avremmo modo di capire di che etnia fosse il guerrero... ho provato su GOOGLE... ancora non si trova niente...
    chi dovesse... :rolleyes:
    leo :vandal:
    PS: Mach... avete sempre intenzione di organizzare il convegno di quartu?... tieni sempre presente che bisogna attivarsi almeno un mese prima... :rolleyes:
     
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    ENOCH

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    Salve!
    Riguardo all' arciere per il momento solo questo:

    http://www.guardians.net/hawass/discoverie..._is_found_i.htm

    Speriamo in qualche piacevole sorpresa.....

    Salute a tutti

     
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    HA 7.000 ANNI LA PRIMA FATTORIA DELL'ANTICHITA'

    Il Cairo, 7 mar. - (Adnkronos) - Risale a 7.000 anni fa la prima fattoria dell'antichita' . Resti di un vasto insediamento di tipo agricolo con allevamenti sono stati ritrovati, infatti, nel Faiyum, provincia dell'Egitto settentrionale, un'oasi fiorente nella valle del Nilo. Una missione archeologica dell'Universita' della California e dell'Universita' di Groningen (Olanda) ha portato alla luce resti di ossa animali, vegetali carbonizzati (in particolare grano e orzo) e di materiali in ceramica che sono stati datati alla tarda epoca neolitica, intorno al 5200 a.C. Zahi Hawass, segretario generale del Supremo Consiglio delle antichita' in Egitto, ha dichiarato, annunciando la scoperta, che si tratta del piu' grande e del piu' antico insediamento agricolo mai portato alla luce durante scavi archeologici.

    Prima che i faraoni prendessero il potere nella valle del Nilo, gli egiziani coltivavano grano e orzo, allevavano maiali, pecore, capre e bestiame, come dimostrano i resti delle ossa ritrovate nel Faiyum. Negli scavi sono stati rinvenuti anche diversi resti di focolari e numerosi pezzi di ceramica datati a oltre 7000 anni fa, due millenni prima della nascita della prima dinastia dei faraoni. Per la prima volta, hanno spiegato gli archeologi americani e olandesi, l'agricoltura dell'antico Egitto potra' essere studiata nel contesto di una ''fattoria'' , contribuendo cosi' a chiarire come, perche' e quando i predecessori dei faraoni iniziarono a costruire villaggi agricoli.

    L'equipe diretta dal professor Willeke Wendrich dell'Universita' della California, e dal professor Rene Cappers dell'Universita' di Groningen, sostenuti dalla National Geographic Society, continuano le esplorazioni alla ricerca dei magazzini dove erano custodite le granaglie.

    http://www.adnkronos.com/IGN/Cultura/?id=1.0.1950476798
     
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    Piramide di Cheope: la verità sulla costruzione

    Il più intricato enigma legato al complesso mondo dell'Antico Egitto potrebbe essere prossimo a una soluzione, grazie alle ricerche certosine di Diego Baratono, egittologo attivo all'Università di Torino. Baratono in anni di studi ha dato vita a teorie convincenti e puntualmente verificate sul campo, riguardanti la costruzione della grande piramide di Cheope e di quelle attigue di Chefren e Micerino, sulla piana di Gizah (periferia occidentale del Cairo). Il luminare torinese è riuscito, con appropriati rilevamenti sul terreno, a provare l'esistenza all'epoca della costruzione delle tre piramidi (IV Dinastia, attorno al 2550 a. C.) di un terrapieno, da lui denominato ‘terzo livello della piana di Gizah'; una sorta di altura ben al di sopra del piano calpestato, che costituì il livello d'appoggio delle piramidi e dunque la base di lavoro, dove gli operai trasportarono i blocchi per la futura struttura.
    Come venne di fatto costruita la piramide? Gli enormi blocchi furono innalzati sulla sommità del terrapieno mediante l'utilizzo di slitte o di traversine in legno, capaci di far scorrere massi di elevato tonnellaggio e da lì vennero prima calati "in situ" e poi sistemati con traiettoria sempre più orizzontale. Una volta che la nuova costruzione raggiunse il livello del terrapieno gli ingegneri egizi iniziarono a dar corpo all'imponente camera mortuaria e ai condotti, quasi tutti ad essa collegati; la piramide di Cheope fu poi completata utilizzando la camera del re come base d'appoggio per la parte terminale e per il ‘pyramidion': in questa fase finale gli operai verosimilmente utilizzarono le strutture sottostanti come punto d'appoggio per innalzare il materiale utilizzato per il vertice: in questa non agevole operazione si utilizzò un sistema di carrucole, che scorreva su un fianco della parte già eretta, ultimato solo alla fine.
    Nella fase conclusiva le teorie di Baratono riprendono e completano l'ipotesi in passato avanzata da Jean-Pierre Houdin e verificata con simulazioni in 3D al computer. La nuova tesi è anche la conferma di quanto ipotizzato da un altro celebre egittologo, Michel Valloggia, direttore dello scavo nell'area della piramide di Gedefra ad Abu Rawash (a nord di Gizah): Valloggia nel corso delle più recenti campagne di scavo ha osservato e poi verificato con prospezioni in altri siti come la scelta del terreno, su cui erigere una piramide di notevoli dimensioni, fosse determinata dalla stabilità del terreno stesso e dalla possibilità di portare i pesanti blocchi con il maggior agio possibile (magari appunto sfruttando terrapieni attigui). Le tracce della presenza di un terrapieno a Gizah sono state riscontrate da Baratono e dalla sua équipe con sofisticati sistemi di accertamento e consentono di postulare l'esistenza a tutto l'Antico Regno di una sorta di collina di ampie dimensioni, elemento nodale per il buon esito di quell'epica impresa ingegneristica. Insomma un progresso importante nel campo dell'egittologia, che ha il pregio di basarsi su elementi evidenti e di non ricorrere a strampalate supposizioni esoteriche o astronomiche.

    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...ulesView=Libero
     
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  9. Gratia
     
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    Archeologia, nuovo studio sulle piramidi: esprimono il linguaggio degli dei

    risultati pubblicati in un libro delle edizioni Kappa

    La tesi dell'architetto Gasbarri è frutto di ''una serie di complessi calcoli geometrici e astronomici" da lui individuati "in 20 anni di ricerche"

    Roma, 8 apr. (Adnkronos)- Nuovo studio sui misteri delle maestose piramidi egiziane. Secondo lo studioso italiano Stefano Gasbarri, le piramidi erano templi "espressione del linguaggio degli dei, esprimevano cioe' la prova tangibile che i faraoni erano divinita' incarnate sulla Terra". Per Gasbarri, architetto specializzato presso l'Istituto Superiore di Sanita' in Edilizia Sanitaria e progettista di numerosi complessi ospedalieri in Italia ed in Africa, gli architetti che progettavano le piramidi e che erano i sommi sacerdoti del faraone-dio in terra, "attraverso le forme di quegli eterni, quanto affascinanti monumenti, volevano testimoniare che i corpi custoditi in quelle tombe erano appunto l'espressione terrena degli dei incarnati".

    A differenza dei piu' noti egittologi e archeologi che si sono sperimentati su questa stessa tesi, Gasbarri, 69 anni e grande appassionato di storia dell'architettura egizia, e' arrivato a questa conclusione "attraverso una serie di complessi calcoli geometrici e astronomici" da lui individuati "in 20 anni di ricerche".

    "Dico le stesse cose che dicono gli egittologi, ma con un linguaggio ed un metodo differente: quello della geometria e dell'astronomia relativa al movimento del Sole" spiega all'ADNKRONOS Gasbarri che ha appena pubblicato i risultati del suo studio nel volume "Simboli geometrici e astronomici dell'antico Egitto - dalla piramide di Cheope all'esodo degli ebrei dalla terra dei faraoni" (edizioni Kappa).

    Nel suo volume, Gasbarri riporta le conclusioni della sua ventennale ricerca condotta "sui simboli geometrici e astronomici desumibili dalla forma e dimensioni delle piramidi dei faraoni Cheope, Khepren, Smefru e Mykerinos", secondo i nomi tramandati dalla tradizione greca ed ellenistica, piramidi tutte appartenenti quindi a sovrani inseriti nella IV dinastia.

    "Il mio studio -afferma- e' partito dalla piu' affascinante relazione geometrica, passata alla storia della scienza come la 'quadratura del cerchio', il simbolo che meglio rispecchia l'idea della 'identificazione dell'uomo con dio'". Gasbarri racconta che tutto e' partito dai tanti quesiti che gli vennero in mente nel corso delle prime di una lunga serie di visite nel sito archeologico dove si ergono le piramidi della IV dinastia. "In quei primi viaggi -dice- mi sono chiesto come mai le piramidi della IV dinastia erano cosi' maestose ma del tutto anonime e come mai la loro forma geometrica fosse cosi' perfetta. L'idea che mi venne in mente fu che gli architetti, nonche' sommi sarcedoti del faraone, attraverso i simboli della geometria e del percorso del Sole in quell'area geografica, volessero tramandarci un messaggio".

    "Ho deciso cosi' di analizzare i progetti antichi delle piramidi scaturiti -continua lo studioso- dai rilevamenti archeologici degli egittologi Vito Maragioglio e Celeste Rinaldi. E' da li' che sono partito". "Nel corso degli anni -continua ancora- ho provato a fare delle misurazioni, a mettere a confronto le coincidenze che accomunavano le diverse piramidi, attraverso calcoli legati sia alla geometria di questi monumenti che al movimento del Sole alla latitudine in cui le piramidi furono costruite, seguendo calcoli astronomici" .

    "La risposta ai miei calcoli -prosegue Gasbarri- e' stata sempre pari alla data di incoronazione dei faraoni delle piramidi da me studiate, cifre, e quindi date, coerenti con gli studi dei piu' famosi egittologi. In altre parole, con il mio metodo, cioe' attraverso la geometria e l'astronomia, sono approdato alle stesse conclusioni. I miei studi, pero', vogliono indicare un metodo d'indagine diverso che puo' servire a continuare altre ricerche".

    "Vorrei sottolineare -conclude- che la geometria e' la scienza che descrive le leggi che governano l'Universo, leggi che si ritiene siano dettate da dio-creatore, ed il Sole, quindi l'astronomia legata a questo corpo celeste, e' la stella dell'Universo di riferimento nella quale il faraone si identificava. Ecco perche', con il metodo da me proposto, penso si possa affermare che i sommi sacerdoti e architetti egiziani volessero con le piramidi esprimere il linguaggio degli dei incarnati nella figura del faraone".

    http://www.adnkronos.com/IGN/Cultura/?id=1.0.205091235 8

     
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  10. .machiavelli.
     
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    Cosa dire...?

    "Le piramidi erano templi espressione del linguaggio degli dei, esprimevano cioe' la prova tangibile che i faraoni erano divinita' incarnate sulla Terra"

    ...cosa dire...?

    ...e i nuraghi...? cosa dobbiamo pensare? :bomba:
     
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  11. Judikess4
     
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    "La creazione di monumenti riflette un mondo che sa scrivere."
    Da "Storie dalla terra " A. Carandini- Pag .36

    O almeno far di conto....
    JK
     
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  12. Gratia
     
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    archeologia: un radar per scoprire la tomba di cleopatra e marco antonio

    Il Cairo, 24 apr. - (Adnkronos) - Entro la fine del prossimo autunno gli archeologi egiziani sperano di portare alla luce la tomba degli amanti piu' famosi della storia dell'antico Egitto: la regina Cleopatra e il generale romano Marco Antonio. A partire dagli inizi di novembre, nelle vicinanze di Alessandria d'Egitto, sara' impiegato un radar per identificare il luogo della sepoltura di una delle donne piu' grandi della storia antica. L'annuncio e' stato dato da Zahi Hawas, segretari generale del Consiglio superiore delle antichita' egiziane, nel corso di una conferenza al Cairo dedicata alle ultime scoperte archeologiche sui faraoni.
    Hawas ritiene che i resti di Cleopatra e Marco Antonio si trovino in un tempio a circa 30 chilometri da Alessandria, chiamato Tabusiris Magna. Finora l'accesso alla tomba e' stato reso estremamente complicato dalla presenza di una grande quantita' d'acqua, che pero' si spera possa prosciugarsi per il prossimo autunno.

    http://notizie.interfree.it/cgi-bin/desc.cgi?id=183143



    Il cemento? Forse lo inventarono gli Egizi

    Cemento preromano? - L’invenzione del cemento è attualmente attribuita ai romani, che lo utilizzarono su larga scala grazie a conoscenze tecniche derivate loro dai greci, ma potrebbe essere spostata indietro di circa 2000 anni. Il modellino costruito al sesto piano del MIT di Cambridge, Massachusetts, è formato da 280 blocchi: quelli che stanno alla base sono semplicemente di calcare, mentre per quelli che stanno al vertice si sta sperimentando un simil-cemento formato da una pasta di calcare sbriciolato e da leganti chimici naturali come la caolinite, una creta, e il natron, un carbonato già usato nei processi di mummificazione. L’ipotesi è che i blocchi nella parte superiore della piramide possano essere stati modellati direttamente in loco, versando un composto simile a questo in casseformi di legno. Tutti questi componenti avrebbero potuto essere facilmente reperiti nelle sabbie del deserto, nei letti dei fiumi e nelle cave.

    Una certa ostilità. - Hobbs si è dichiarato “agnostico” riguardo a quest’ipotesi, specificando che il suo intento nella sperimentazione rimane puramente didattico, ma ha notato che le reazioni della comunità archeologica al riguardo sono state particolarmente veementi. Gli archeologi sostengono che, semplicemente, non ci sono prove che le piramidi siano costruite con altro che semplici blocchi di calcare e che altri materiali trovati in alcuni test sono solo il frutto di interventi successivi di consolidamento. L’idea del simil-cemento era stata avanzata una prima volta negli anni ’80 da Joseph Davidovits, ingegnere chimico dell’ Istituto Geopolimeri di Saint Quentin, in Francia.
    Successivamente, nel 2006, Michael W. Barsoum, docente di Ingegneria dei Materiali alla Drexel University di Philadelphia, dopo una serie di analisi chimiche, al microscopio e ai raggi X, concluse che una parte dei blocchi della Piramide di Cheope presentava caratteristiche microstrutturali diverse da quelle del calcare, compatibili piuttosto con un composto misto. La posizione della comunità scientifica a proposito però non cambia. Quello che è certo, come sottolinea Hobbs, è che l’idea che alcuni blocchi delle piramidi siano stati modellati in casseformi con paste di natura simile all’attuale cemento non è poi più fantasiosa di quella di trasportare macigni giganteschi su slitte di legno.
    Federico Simonelli

    http://www.ifgonlin e.it/pub/165/show.jsp?id=3396&iso=1&is=165

     
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  13. chicchicheddu
     
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    Un'analisi chimica accurata dei blocchi non può rivelarne la struttura con precisione?
     
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  14. Gratia
     
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    Il Cairo, 27 apr. - (Adnkronos) - Nuovi ed eccezionali ritrovamenti archeologici a Luxor, in Egitto, dove sono state state portate alla luce numerose gigantesche statue dell'eta' dei faraoni nell'area dei Colossi di Memnone, databili tra il 1.500 e il 1.200 a.C. Durante gli scavi della missione tedesco-egiziana, diretta dal professor Hourig Sourouzian, sono state scoperte una statua colossale raffigurante la regina Teye, una coppia di sfingi rappresentanti la coppia regale Amenhotep III-Teye ed altre statue dedicate alla dea leone Sekhmet. L'annuncio e' stato dal ministro egiziano della Cultura, Faruq Hosni, il quale ha definito la scoperta ''formidabile' ' ed ha reso noto che le statue saranno nuovamente erette per la visione al pubblico dal 2009. La statura che raffigura la regina Teye, moglie del faraone della XVIII dinastia, Amenhotep III (Amenofi), misura 3,62 metri di altezza ed e' stata scoperta vicino al sito dei Colossi di Memnone vicino a due
    sculture che dominavano la strada della Valle dei Re. (segue)
    (Sin-Pam/Opr/ Adnkronos)
    27-APR-08 16:17

    http://www.iltempo.it/adnkronos/?q=YToxOnt...UiO3M6MjE6IkFET jIwMDgwNDI3MTYxN zUyLnhtbCI7fQ==

     
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  15. Gratia
     
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    MISTERO AKHENATON: IL FARAONE ERA UN "MUTANTE"?

    Lo sostiene uno specialista di storia della medicina

    Baltimora, 2 mag. (Apcom) - Gli archeologi sono sempre rimasti stupiti dalle raffigurazioni esistenti di Akhenaton, il grande faraone della diciottesima dinastia, che introdusse in Egitto una forma di monoteismo alla metà del 1300 avanti Cristo. Akhenaton infatti viene costantemente rappresentato in bassorilievi e statue con un fisico dalle caratteristiche marcatamente femminili, oltre che con un cranio stranamente allungato. Al punto che c'è chi ha avanzato l'ipotesi che in realtà fosse una donna, circostanza tuttavia smentita dal fatto che gli vengono attribuite almeno sei figlie.
    Il dottor Irwin Braverman, che insegna storia della medicina presso la Yale University, ha sviluppato una sua teoria sull'aspetto del faraone, presentandola nel corso del convegno annuale che la University of Maryland dedica alle malattie e ai motivi della morte di personaggi storici.
    Secondo Braverman, il faraone era un vero e proprio "mutante", ovvero vittima di una mutazione genetica che ne alterava le funzioni ormonali, aumentando la presenza nel suo corpo di ormoni femminili. Da questo deriverebbe, spiega lo studioso "l'aspetto androgino del faraone, che aveva un fisico marcatamente femminile, con bacino largo e seno, e tuttavia era di sesso maschile e generò figli". Sua moglie era la splendida regina Nefertiti.
    Secondo l'egittologo e archeologo Donald B. Redford, la teoria di Braverman è interessante, anche se gli studiosi sono in genere concordi nell'affermare che Akhenaton fosse affetto dalla "sindrome di Marfan", una malattia che incide sull'aspetto fisico determinando lineamenti allungati. Altre ipotesi prendono in esame la "sindrome di Klinefelter" e altre patologie del genere.
    Molti dubbi verrebbero chiariti se gli egittologi riuscissero a individuare senza incertezze la mummia di Akhenaton e il governo egiziano desse l'autorizzazione a condurre indagini sul Dna. Braveman spera che la sua teoria posso contribuire a moltiplicare le ricerche al riguardo.

    http://notizie.alice.it/notizie/spettacoli...ml?pmk=nothpspe
     
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229 replies since 22/2/2007, 20:23   11524 views
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