Intervista a Giovanni Ugas

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Dennis seui
     
    .

    User deleted


    LO STUDIO DELLA LINGUA, DEI TOPONIMI, NON CONDUCE AD ALCUN CHIARIMENTO?

    Abbiamo alcuni dati linguistici che però sono recenti del V e del VI sec,
    riferibili alla denominazione di Sardi antica città della Lydia in Asia Minore.

    Il nome della città e l'appoggio di un passo di Erodoto, fecero pensare a molti che gli Shardana provenissero dalla Lydia.
    Ma il Gusmani ha dimostrato che il nome originario di Sardi era Shfart e Shfart è in relazione con Sparta e non con Sardegna: oggi questo legame linguistico, Sardi (città)-Shardana, non è più proponibile dal punto di vista scientifico.

    Il nome shard o shardana c'è in Anatolia, nei Balcani o verso l'Africa settentrionale, ma non sappiamo quando si è formato quel nome, come non lo sappiamo per la città di Sardi.

    Erano i Greci che chiamavano Sardi quella città della Lydia.
    Anzi secondo me il nome di Sardi è probabilmente collegato ai Sardi della Sardegna, perché nei documenti Greci si parla sempre di riso sardonico e quando si parla di Sardi e di riso sardonico significa Sardi della Sardegna. Così era per i Greci.

    E su queste considerazioni ci si può spingere ancora oltre: l'episodio dei Sardi che assediano Creta è legato al riso sardonico e quindi alla Sardegna.

    RIMANENDO SU TEMI LINGUISTICI COME SALTA FUORI IL NOME SHARDANA? QUALE È LA FONTE PIU ANTICA? E C'È IN SARDEGNA QUALCHE DOCUMENTO SCRITTO?

    Le fonti più antiche sono i documenti egizi come ho già detto.
    Ma è molto importante anzi cruciale la famosa Stele di Nora:
    si tratta di un blocco di pietra sul quale è incisa una scritta in fenicio.
    La datazione accettata è dell' ottavo, nono secolo a.C., secondo altri la datazione è anche più tarda, si parla del decimo, undicesimo secolo.

    Ma non abbiamo prove della presenza dei Fenici in Sardegna nel decimo o nell'undicesimo secolo.

    Nella stele è presente la parola SHRDN ed è presente come toponimo.
    Quindi abbiamo una testimonianza ben precisa del fatto che il toponimo SHRDN era presente in Sardegna già nel IX sec.

    E attenzione, il fatto che si tratti di una stele fenicia non dice che sono stati i fenici a chiamare così la Sardegna, anzi è più ragionevole pensare il contrario e cioè che quei navigatori fenici siano arrivati su un'isola che già nel IX secolo si chiamava SHRDN.
    Questo è un dato importantissimo, è un dato linguistico che riguarda la Sardegna in Sardegna.

    LA STELE DI NORA: UN ELEMENTO CHE DA' FORZA ALLA TESI OCCIDENTALISTA...

    L'orientamento prevalente è che i Popoli del Mare venissero dall'est e poi,
    raggiunto l'Egitto ecc., abbiano occupato le isole dell'occidente per cui la Sardegna, la Sicilia hanno questo nome da Shardana e Shekla e gli Etruschi da Twrsha.

    In effetti nel XIII e nel XII sec. quando la civiltà nuragica era nella sua massima esplosione non era possibile che dall'esterno arrivassero in Sardegna popoli che potessero sgretolare il sistema di fortificazioni e di occupazione del territorio della civiltà nuragica.

    L'archeologia non ci dice nulla di conquiste o di massicce migrazioni di popoli dall'esterno.
    Certo ci dice di normali scambi e modificazioni culturali, ma non c'è traccia di sconvolgimento alcuno.
    Al contrario sappiamo che la Sardegna in quegli anni era nel suo massimo fulgore di architettura e di cultura materiale.

     
    .
  2. Dennis seui
     
    .

    User deleted


    E MENTRE LA SARDEGNA ERA NEL SUO MASSIMO FULGORE, I GRANDI IMPERI DEL MEDITERRANEO ERANO MESSI IN CRISI DAI POPOLI DEL MARE...

    I documenti egiziani ci restituiscono un quadro molto complesso di quello che era il Mediterraneo in quel periodo.
    Abbiamo attacchi di popolazioni occidentali all'Egitto: i Lebush, i Meshwess e altre popolazioni dal Nord Africa attaccano i faraoni.
    Questo è un dato incontestabile: popolazioni occidentali si muovono verso l'Egitto e verso oriente.

    E perché potevano muoversi solo le popolazioni nordafricane?
    E attenzione questi popoli non vivevano vicino all'Egitto, ma molto più lontano:
    i Meshwess sono interpretati come i Maxwess di Erodoto che abitavano vicino al lago Tirtonio in Tunisia, cioè di fronte alla Sardegna.

    E i Sardi? quantomeno, avrebbero potuto sbarcare in Tunisia e poi fare come i Meshwess, procedere a piedi verso l'Egitto. D'altronde la Tunisia è la terra ferma più vicina alla Sardegna.

    È chiara però una cosa che gli Egiziani non considerano mai i Lebush come uno dei Popoli del Mare.
    Però le fonti egizie registrano questi attacchi dei Lebush e poichè ci sono rapporti tra i Lebush, i Meshwess e gli Shardana ergo...
    ...perché escludere l'ipotesi più semplice, più normale, più ragionevole?

     
    .
  3. Dennis seui
     
    .

    User deleted


    I SUOI ARGOMENTI CI SEMBRANO DIFFICILMENTE CONFUTABILI...

    Io all'inizio quando vedevo queste analogie tra Sardi e Shardana avevo un grossissimo ostacolo perché non si capiva come e quando si fosse formata la civiltà nuragica.

    Il XIV secolo, per quello che si sapeva allora, mi sembrava troppo alto. Ma oggi non possiamo dire questo.

    Il XIV secolo vede già una civiltà nuragica matura e sviluppata e quindi capace di produrre un notevole incremento demografico in Sardegna e un conseguente movimento migratorio anche solo di soldati mercenari.

    La presenza di soldati mercenari sardi in giro per il Mediterraneo preannuncia l'esigenza che i Sardi avevano di spostarsi dalla Sardegna. In Egitto ci arrivavano a varie riprese, in continuazione.

    Gli Shardana e le loro navi sono rappresenti dagli Egiziani così come i Sardi sono rappresentati dai bronzetti.

    I bronzetti sono dell'ottavo nono secolo ma sono una rappresentazione del mondo mitico, dell'età dell'oro.
    Per questo troviamo tutte le varie tipologie di guerrieri rappresentate assieme come per un effetto di schiacciamento della prospettiva temporale.
    Sono una documentazione dell'epopea dei sardi come il mondo eroico dei poemi omerici e gli oggetti dell'artigianato etrusco.

    RAPPORTI COSI' INTENSI FRA EGITTO E SARDEGNA FAREBBERO SUPPORRE CHE NELL'ISOLA NON SIA DIFFICILE TROVARE MANUFATTI EGIZIANI...

    Questa è una delle lacune più eclatanti della tesi occidentalista.

    Alcuni studiosi del passato cercavano conferma alla tesi occidentalista tramite la presenza di monili, scarabei e paste vitree trovati in Sardegna.

    Questi oggetti però sono in stile egittizzante e sono del VI secolo: quindi non sono una prova.

    Invece le paste vitree del bronzo medio potrebbero essere state portate direttamente dall'Egitto che è la prima patria della pasta vitrea.

    Certo, potrebbero anche esser state portate da mediatori egei, ma non possiamo trascurare neppure la prima ipotesi.

    Ma comunque questo è uno dei punti deboli dell'identificazione Shardana-Sardi.

    NON C'È SPERANZA DI TROVARE MANUFATTI EGIZI IN SARDEGNA?

    Bisogna dire che l'archeologia ci dà sorprese in continuazione: fino a 15 anni fa noi non conoscevamo ceramica micenea in Sardegna, non sapevamo di pasta vitrea, di avori, non sapevamo della ceramica nuragica a Tirinto, a Creta e in Sicilia.

    C'è dunque margine e tempo perché queste lacune siano colmate.

    Certo noi dobbiamo partire dai dati e non dalle speranze ma dobbiamo essere consapevoli anche che la ricerca è ancora destinata a crescere e a fornirci risposte e dati.

     
    .
  4. Dennis seui
     
    .

    User deleted


    QUALE È LO STATO DELLA RICERCA ARCHEOLOGICA IN SARDEGNA?

    Noi abbiamo ancora tante lacune sulla storia antica della Sardegna.
    Molti studi sono stati fatti dall'800 a oggi e tuttavia, tanto per fare un esempio, non conosciamo le sepolture del VIII, VII, VI secolo. Abbiamo solo pochi dati.

    Non conosciamo abitati di interi periodi. Ci mancano dati sui templi.
    Abbiamo pochissimi dati sui templi e questa carenza coinvolge anche la scrittura che si diffonde nell'ottavo secolo.
    Perché si scriveva sulle pietre dei sepolcri o in contesti sacri, non è che si scrivesse dappertutto.

    Ma la ricerca Archeologica in Sardegna non è agli inizi.
    Sono stati fatti molti passi straordinari grazie a tanti studiosi: Spano, Taramelli, Lilliu e tanti altri.

    Ma molte, molte altre ricerche devono essere fatte. Ci mancano tanti tasselli per capire la storia sarda.

    Abbiamo pochissimi dati proprio sul periodo tra il XVI e il XIV secolo, sui protonuraghi per esempio.

    MA QUESTE COSE CHE MANCANO, MANCANO PERCHE LA SARDEGNA HA DATO QUELLO CHE AVEVA DA DARE O IN SARDEGNA C'É ANCORA DA STUDIARE, DA SCOPRIRE...

    Questa domanda è legata a quelli che sono i dati dei sondaggi in superficie sulla potenzialità del patrimonio archeologico sardo.

    Noi abbiamo circa 6-7000 forse 8000 nuraghi.
    Abbiamo 2-3000 abitati nuragici alcuni come Barumini, alcuni più piccoli,
    ma molti sembra più grandi. E di cronologie diverse.

    Abbiamo pochissime informazioni sulla consistenza, sulla vita di questi abitati.
    Abbiamo pochissime informazioni sulla cultura materiale, sull'architettura e su altri eventi.

    Finora sono state numerate 500-600 tombe dei giganti che purtroppo sono state sconvolte e questo già nell'antichità, perché erano tombe collettive.

    Ma abbiamo un patrimonio immenso, straordinario, formidabile, ricchissimo, una potenzialità enorme come pochissime altre regioni e parlo della preistoria.

    E non solo per la quantità di presenze preistoriche ma anche per la monumentalità delle testimonianze. Molte cose sono conservate in maniera straordinaria.

    E sono monumentali non solo i nuraghi ma anche i villaggi che sono di straordinario interesse perché ci danno moltissime informazioni su come si viveva.

    Abbiamo carenze conoscitive ma abbiamo la grande potenzialità della speranza: bisogna pubblicare l'edito e proteggere ciò che è scavato perché non è più protetto dalla terra
    e "gli uomini distruggono più della terra", come dice Giovanni Lilliu.

    Dietro i Popoli del Mare vediamo pagine di storia straordinarie.

    E non sono misteri ma buchi di conoscenza storica che vanno colmati con la ricerca scientifica.

    Attraverso il nostro patrimonio culturale capiamo che i cambiamenti che hanno interessato la Sardegna nei secoli, sono legati alle altre civiltà mediterranee.
    E ciò che univa i popoli del Mediterraneo era il mare.
    Il mare era elemento di comunicazione e non di divisione.

    E poi le vie terrestri non erano tanto sicure: certe popolazioni sacrificavano gli stranieri e forse era meglio non incontrarle sul proprio cammino...
    ...meglio andare per mare.

     
    .
  5. Dennis seui
     
    .

    User deleted


    Salve s tutti ... questo è il sito in cui potete trovare l'intervista:

    www.sardiniapoint.it/5086.html
     
    .
  6. shardar
     
    .

    User deleted


    seui, splendida intervista,ma leo sara' d'accordo con ugas?
     
    .
  7. Dennis seui
     
    .

    User deleted


    Be magari su alcune cose.. sul resto non credo...
     
    .
  8. iperboreo50
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Dennis seui @ 26/2/2011, 17:37) 
    Be magari su alcune cose.. sul resto non credo...

    Sull'interpretazione della storia antica nessuno ha l'esclusiva per dire che la verità è sua.
    Man mano che passa il tempo vengono fuori sempre nuovi studi e quindi nuove interpretazioni.
    La storia antica è bella per questo.
    L'intervista che hai postato è molto bella e interessante. Innanzi tutto è molto posata senza gridare.

    Poi basta vedere le nostre posizioni qui sul forum, diversi di noi man mano che passa il tempo cambiano o aggiornano le vecchie opinioni e condividendole con gli altri rendono vitale il forum.

    :salute:
     
    .
  9. Dennis seui
     
    .

    User deleted


    condivido pienamente il tuo ragionamento!!! :B):
    tuttavia non sono d'accordo su alcune interpretazioni di Giovanni Ugas
     
    .
  10. iperboreo50
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Dennis seui @ 26/2/2011, 20:12) 
    condivido pienamente il tuo ragionamento!!! :B):
    tuttavia non sono d'accordo su alcune interpretazioni di Giovanni Ugas

    Condividi con noi i tuoi dubbi sulle interpretazioni di Ugas, possibilmente con buone motivazioni generali e particolari.
    C'è sempre qualcosa da imparare.

    :salute:
     
    .
  11. pora reitia
     
    .

    User deleted


    A me l'intervista pare buona e nel complesso non in contrasto con le le tesi di Melis.
    Probabilmente il lavoro di Melis L. è servito anche alla maturazione di Ugas come queste considerazioni di Ugas saranno senz'altro uitli anche al Leonardo M., come sono utili al sottoscritto.
     
    .
  12. shardar
     
    .

    User deleted


    certo sarebbe meglio che tutti gli studiosi sardi collabborassero insieme lasciando da parte gelosie e ripicche, per il bene della sardegna.
     
    .
  13. Dennis seui
     
    .

    User deleted


    http://it.paperblog.com/le-rotte-degli-sha...tosardi-480926/

    L'ultima fatica di Giovanni Ugas!!
     
    .
27 replies since 27/1/2011, 21:13   928 views
  Share  
.