Quirra. documento ufficiale sul monitoraggio ambientale nella zona della base militare

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  1. SaCraba
     
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    Inchiesta di Quirra, sigillate altre dieci casse sospette

    Perquisizioni sino a sera, accertate fonti di radioattività, il materiale inviato a Cagliari per le analisi

    di Valeria Gianoglio

    PERDASDEFOGU. Stavolta, la perquisizione, si fa in grande stile: magazzino per magazzino, deposito per deposito, stanza per stanza. Alle 10 di ieri, sotto un venticello gelido e tagliente, la squadra mobile di Nuoro, una squadra speciale di vigili del fuoco, e il fisico Paolo Randaccio, bussano ancora una volta alle porte del poligono di Perdasdefogu. In mano, hanno un nuovo decreto di perquisizione disposto dal procuratore Domenico Fiordalisi. Il maxi blitz terminerà solo nel tardo pomeriggio con un nuovo sequestro: 10 casse con altrettanti vecchi metal detector.

    Ciascuno di essi, stabilisce lo spettrometro, ha una fonte radioattiva al suo interno. Il dato, di per sé, visto che si tratta di metal detector, usati soprattutto come "cerca mine", non sorprende. Ma gli investigatori, e il consulente Randaccio in testa, nutrono precisi dubbi sul tipo di sorgente radioattiva. Così, senza perdere tempo prezioso, nel primo pomeriggio di ieri, su disposizione del procuratore di Lanusei, sequestrano tutto, lo impacchettano con cura e attenzione, e lo caricano su un convoglio speciale. Insieme alle cinque casse di valvole e parti di radar sequestrati sabato mattina, prende la direzione di Cagliari.

    Sarà proprio lì, in un bunker speciale del dipartimento di fisica della cittadella universitaria di Monserrato, che domani le quindici casse verranno aperte e analizzate dall'esperto Randaccio. Ci vorranno diversi giorni, dunque, per avere i risultati del laboratorio scientifico.

    L'obiettivo, adesso, per gli investigatori, è uno solo: capire se in quelle quindici casse vi sono materiali pericolosi per la salute ed eventualmente in quali percentuali sono presenti, o se invece tutto rientra nella norma. Ma gli inquirenti vogliono anche capire se tutto il «materiale speciale aeronautico», ovvero parti di missili, pezzi di radar, ma anche e solo semplici toner di stampanti o metal detector come quelli trovati ieri, sia stato conservato in altrettante casse osservando le dovute misure di sicurezza. O se invece doveva essere smaltito in tempi più stretti e seguendo iter precisi. Per ora, ovviamente, si tratta solo di ipotesi investigative.

    Dal canto suo, l'Aeronautica militare, proprio due giorni fa, all'indomani del primo sequestro di casse nel poligono, è stata piuttosto chiara. Per la prima volta da quando è cominciata questa complicata vicenda di Quirra, ha voluto dire la sua.

    «Il materiale rinvenuto è costituito da componenti elettronici - aveva spiegato in una nota il colonnello Achille Cazzaniga, dell'ufficio pubblica informazione - per lo più valvole di tipo commerciale, che equipaggiano i radar in servizio, del tutto simili a quelli disponibili sul mercato e in uso anche sui radar civili». Come dire, quindi: nulla di strano, è del tutto normale che nel magazzino di un poligono vi siano parti di radar contenuti in alcune casse. L'ufficiale dell'aviazione militare aveva anche spiegato che «le valvole possono contenere parti di trizio e torio in piccolissime quantità», e che «si esclude la presenza di uranio impoverito».

    Su questo punto, in realtà, concordano sin dall'inizio anche gli investigatori: nessuno di loro, infatti, ha mai parlato di presenza di uranio impoverito in quelle cinque casse sequestrate, né, allo stato attuale dell'indagine, gli inquirenti si aspettano di trovarlo nei 12mila ettari del poligono. Le loro attenzioni, al momento, sono concentrate soprattutto su una ipotesi di inquinamento ambientale con possibili riflessi per la salute umana.

    In quelle cinque casse è stata rilevata la presenza di Uranio 238. Il punto da chiarire è questo: bisogna capire in quali percentuali l'Uranio 238 era presente nelle cinque casse sequestrate. Perché la percentuale è un dato rilevante: se è quasi puro si tratta molto probabilmente di uranio impoverito, privato dell'Uranio 235 che serve per il nucleare civile e militare. Toccherà al fisico Randaccio accertarlo. Sarà lui, inoltre, a stabilire se era stato conservato in modo tale da non risultare nocivo per la salute umana. Alla Procura di Lanusei toccherà accertare se sono state commesse violazioni delle norme di custodia del materiale speciale. Tante domande, dunque, si agitano in questa nuova fase dell'inchiesta su Quirra. Certo è che ieri, l'indagine, ha toccato una delle sue giornate più dense.

    http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna...ospette-3567254

    Archivi della Difesa setacciati a Pisa dalla Mobile nuorese

    Blitz nel centro di ricerca toscano: i radar confiscati dovevano essere smaltiti 10 anni fa

    di Valeria Gianoglio
    PERDASDEFOGU. Mentre una parte di investigatori ispezionava alcuni magazzini del poligono di Perdasdefogu, più o meno in contemporanea, una parte consistente della squadra mobile della questura di Nuoro scavava nei corposi archivi del Cisam di Pisa, l'ente che si occupa di ricerca e di supporto logistico del ministero della Difesa, che ha, tra gli altri compiti, quello di monitorare i materiali radioattivi contenuti nelle basi militari e nei poligoni italiani.

    Anche la visita oltre Tirreno, di ieri mattina, non è stata infruttuosa: la Mobile, con il dirigente Fabrizio Mustaro, ha acquisito gli studi ambientali che il Cisam aveva eseguito sul poligono, insieme alle schede dei materiali radioattivi trattati dall'ente nel corso degli anni. Il Cisam, insomma, viene considerato dagli investigatori una fonte preziosa di dati per questa fase dell'inchiesta su Quirra. Insieme ad altri compiti, infatti, ha anche quello di controllare lo stato di salute dei militari, in relazione alla presenza o meno di radioattività. Periodicamente riceve da militari, i cosiddetti dosimetri, una sorta di carte che assorbono le radiazioni. Dall'analisi di queste schede, che utilizzano anche i medici, si può capire se il loro possessore ha assorbito una percentuale allarmante di radiazioni.

    Stando a quanto rilevato sinora dal Cisam, tuttavia, nel poligono di Perdas non sarebbero state registrate anomalie. Ma l'inchiesta della Procura di Lanusei andrà comunque fino in fondo, e verificherà se effettivamente, nei dati e negli studi del Cisam, non sia stato registrato nulla di strano o di anomalo. Dai controlli nella sede pisana, comunque, è emerso un dato: le cinque casse con i pezzi di valvole e radar sequestrati sabato in un magazzino del poligono, dovevano essere smaltiti dal 2000.

    http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna...nuorese-3567258
     
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49 replies since 7/1/2011, 18:23   3270 views
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