Quirra. documento ufficiale sul monitoraggio ambientale nella zona della base militare

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    I RITROVAMENTI A QUIRRA DI CASSE CON MATERIALE RADIOATTIVO IMPONGONO LA SOSPENSIONE DELLE ESERCITAZIONI NEL POLIGONO

    pubblicata da Legambiente Sardegna


    Notizie sempre più preoccupanti continuano a giungere dai territori di Quirra nell’ambito dell’inchiesta avviata dal Procuratore della Repubblica di Lanusei Fiordalisi, sul cui operato è necessario riporre piena fiducia nella possibilità di giungere presto alla verità dei fatti. Il ritrovamento di casse con materiale radioattivo all’interno del poligono militare si aggiunge alle notizie su quanto giace sui fondali compresi nell’area di capo S. Lorenzo ed a quelle, già molto gravi, sull’alta percentuale di leucemie riscontrate tra i pastori che operano nel raggio di 3 km dal Poligono.
    Siamo in presenza di un territorio e di un mare malati, in cui il fondamentale diritto alla salute è da troppo tempo ignorato. Tutto ciò ci induce a ribadire la nostra piena solidarietà agli abitanti di Quirra e dei paesi vicini, che stanno pagando a un prezzo inaccettabile scelte imposte dall’alto per il proprio territorio. L’intero territorio aspetta di essere restituito al più presto alla sua vocazione turistica e allo sviluppo delle produzioni agricole di qualità.
    L’indagine della magistratura è doverosa ma è necessario che le Istituzioni locali,regionali e nazionali assumano una iniziativa congiunta per affrontare il problema nella sua complessità e gravità in grado di dare risposte alle popolazioni sempre più allarmate. Quanto sta succedendo non è un fatto locale ma riguarda tutta la politica dei poligoni militari di Quirra, Capo Teulada e Capo Frasca. Nel ribadire la richiesta di sospensione delle esercitazioni nel poligono militare di Quirra, Legambiente ritiene necessario un intervento immediato del Ministero dell’Ambiente e della Salute per mettere in sicurezza i territori ed in particolare l’ambiente marino.

    Per queste ragioni, la Legambiente promuove per Lunedi 28 febbraio ore 16, presso il fabbricato Sali scelti del parco naturale regionale molentargius-saline, una conferenza con esperti ed istituzioni (programma allegato). La conferenza sarà preceduta nella mattinata da un sopralluogo nella base militare con i Parlamentari Amalia Schirru e Francesco Ferrante (componente la commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito).
    Comunicato stampa Cagliari 27/02/2011



    Ufficio Stampa Legambiente Sardegna
    Tel. 070 659740 - [email protected]
    [email protected]


    Sardegna, il Poligono di Quirra non si ferma

    Scritto da Sirio Valent il 25 febbraio 2011

    Stop ai test missilistici nel poligono di Quirra? Forse, ma ora no. Intanto via libera al quarto giro di indagini conoscitive. Lo ha deciso il Senato, approvando la verifica di "possibili rischi per la popolazione" e l'eventuale sospensione delle attività di sperimentazione militare nella base sarda. Ma i tempi sono lunghi e c'è confusione sulle metodologie d'indagine da utilizzare. Lo stop potrebbe anche non arrivare mai. Nel frattempo, la Procura di Lanusei sequestra altre zone di mare e scopre missili seppelliti.
    "Entro il 30 giugno, il governo dovrà rendere noti i risultati delle analisi" della Commissione tecnica di esperti e consegnarli alla Regione. Ma lo stop alle attività sperimentali di armi nel Poligono di Quirra arriverà soltanto "ove dalle analisi dovessero emergere oggettive situazioni di rischio per gli abitanti e il personale della base". Insomma, Quirra non chiude. Resterà attivo fino all'estate, in attesa dei risultati dell'indagine: come dire, se dimostrate che è davvero pericoloso, allora chiudiamo il Poligono.
    Ma chi garantirà sulla validità scientifica delle analisi? Negli ultimi 8 anni l'area è stata sottoposta a ben quattro indagini. Nel 2002 il ministero della Difesa affida un'indagine ambientale all'Università di Siena, che si conclude con un "nulla di cui preoccuparsi". Nel 2004, tutto è a posto per gli esperti chiamati ad effettuare uno studio epistemiologico a Villaputzu. Ci riprova la Regione nel 2006, varando un mega-studio su 26mila abitanti: ne risulta un numero anomalo di tumori al sistema emolinfatico, ma non basta. Il nesso diretto Poligono-tumori non emerge, perchè nessuno riesce a dimostrare o negare la presenza di uranio impoverito in modo irrefutabile.
    Perchè tanti flop? Forse dipende da chi fa le indagini. Il fisico nucleare Evandro Lodi Rizzini lo sostiene dal 2001 (intervista sul Corriere della Sera del 21 marzo 2001): non possono essere i medici o gli esperti ambientali a cercare il materiale radioattivo incriminato, tocca ai fisici nucleari. Difficile dargli torto.
    Proprio due giorni fa, infatti, un esame spettrometrico in Francia ha rilevato tracce di di uranio impoverito nelle ossa del cadavere di un militare reduce dai Balcani. Si tratta di Ludovic Acariès, soldato francese deceduto nel 1997 all’età di 27 anni per un linfoma non Hodgkin, ed è all’attenzione della giustizia francese in quanto i familiari hanno chiamato in causa, per far luce sulla morte, il Ministero della Difesa. Proprio comei nostri ragazzi tornati dalla guerra in Jugoslavia e morti nel giro di pochi mesi di tumore. La cosa interessante è che lo stesso cadavere di Acariès era stato analizzato nel 2005 da un'equipe italiana: non avevano trovato niente, solo metalli pesanti come cromo e ferro.
    Lodi Rizzini sostiene a gran voce che dipende, palesemente, dal metodo d'indagine usato. "Questo tipo di indagini-analisi va affidato a fisici nucleari che dispongono delle opportune conoscenze e tecnologie, e non a persone che studiano altre situazioni ambientali come polveri sottili o inquinanti chimici".
    E se anche la Commissione tecnica (la quarta a cimentarsi nell'impresa) trovasse prove evidenti? La Regione potrebbe, secondo quanto votato in Senato martedì, richiedere ulteriori verifiche presso l'Istituto Superiore di Sanità: cominciando a costituire a metà estate il board scientifico...
    Intanto, la Procura di Lanusei procede con un'altra inchiesta, di carattere giudiziario. a causa delle piogge. Da un primo esame, si tratterebbe di armi dell'aviazione tedesca degli anni '60-'70, interrate (o abbandonate?) dopo l'uso. Il procuratore di Lanusei Fiordalisi ne ha disposto il sequestro e l'invio alla Squadra Mobile di Nuoro. Meno di due settimane fa era toccato ai fondali marini antistanti la base di Quirra, dove i subacquei della Polizia di Stato avevano individuato numerosi ordigni a pochi metri di profondità. Riuscirà una delle due indagini a mettere a tacere il Poligono?




    http://www.dirittodicritica.com/2011/02/25...o-non-si-ferma/


     
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49 replies since 7/1/2011, 18:23   3270 views
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