Riti Antichi del Passato

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  1. suonosardo
     
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    Piccola correzione Craby
    La formula è:
    Maimone maimone,
    abba cheret su laore,
    abba cheret su siccau,
    Maimone laudau (lodato) ;)
     
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  2. SaCraba
     
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    suonosà.. non credo ci siano errori.. questo è un modo di dire molto antico (questo scritto risale a circa 50 anni fa) .. inoltre la formula poteva cambiare di paese in paese..
     
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  3. suonosardo
     
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    Sarà anche così ma, llau llau = olah olah mi sembra un pò strano.
    Vittorio Lanternari era terramannese penso quindi potrebbe aver capito male.
    p.s.
    Ho visto che sei diventata nin. gish. zidda :woot:
    ma..che vor di? :huh:
     
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  4. SaCraba
     
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    :D in effetti la traduzione in italiano sembra una sorta di urlo da stadio...


    nin. gish. zidda ??? sicuramente sarà una persona di sangue blu come me ...:B):
     
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  5. dedalonur9
     
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    CITAZIONE
    n'eco arcaico delle sorgenti è giunta fino a tempi recenti.Presso Bosa v'è un pozzo il cui nome rispecchia una sacralità già riconosciuta dalla Chiesa: il pozzo " De sos tres res" (dei tre re magi).Il popolino racconta che i re magi sostarono ivi e abbeverarono i cammelli.Un rito sacro ( Corona) vi si svolgeva fino a tempi moderni con la partecipazione di tutti i canonici: il primo marzo si recavano in processione al pozzo ed ivi benedicevano l'acqua .Il luogo e la data,in contraddizione con la data canonica del viaggio dei magi e in diretto rapporto con la stagione d'inizio dell'anno agricolo,indicano che siamo di fronte alla contaminazione operatasi fra culto arcaico del pozzo e la teologia o mitologia cristiana.Non a caso il vescovo locale fu indotto ad abolire il pellegrinaggio rituale,trattandosi di un rito visibilmente paganeggiante.

    complimentissimi Crab...hai individuato la mia fonte...
    :evil: :evil: :evil: :evil:
     
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  6. SaCraba
     
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    CITAZIONE
    complimentissimi Crab...

    ^_^ grazie dedalo..


    La Tuva

    Rito agrario di propiziazione nella festa di S.antonio abate.Di Felice Cherchi Paba


    La sera del 16 gennaio,vigilia della festa di S.Antonio abate,patrono in Sardegna dei pastori e degli agricoltori,nelle parrocchie delle più importanti zone nuragiche dell'Isola come l'Ocier Reale (?),Barigadu,Mandrolisai,Marghine e Barbagia,fino a Dorgali,ha luogo l'accensione della "tuva" : colossale tronco cavo di secolare quercia appositamente scelta nelle prossime montagne della parrocchia.

    La quercia viene abbattuta a colpi di scure e mai segata,e trasportata solennemente sopra un carro infiorato e trainato da tre robusti gioghi; un lungo corteo di carri e di uomini a cavallo segue l'infiorata tuva sopra la quale un tibicine suona e altri cantano festosamente tra spari,libazioni e grida di giubilo.

    Giunto il corteo davanti alla chiesa,tra le ali festose del popolo ,la tuva viene scaricata e sistemata diritta in centro al piazzale,ricoperta di fiori ed erbe aromatiche silvestri e sormontata da una croce di pervinca,timo, mirto ,rosmarino o altre piante odorose.

    Talvolta le tuve sono tre e, nel caso,vengono sistemate ritte,in linea,di fronte alla chiesa con nel mezzo la più alta che reca la croce; se sono in numero maggiore si dispongono in circolo con in centro la più alta.

    All'imbrunire il sacerdote asperge le tuve di acqua lustrale e si dà fuoco all'esca,e da quel momento ha inizio il tripudio pagano; tutta la notte,al riverbero delle alte fiamme e al suono delle antiche launeddas o più sovente all'ossessivo ritmo d'un coro polifonico,si balla intorno alla tuva fino alle ore piccole.

    Nella casa del priore della festa,del capo dei pastori,vi è tavola imbandita con cumuli di carni arrostite,verdure,formaggi,abbondanza di dolci,vini e caffè, e i commensali si avvicendano entrando e uscendo e le catene del ballo si sciolgono e si ricompongono senza soste, e si beve e si canta in tutto l'ampio piazzale.

    Il ballo che si faceva in passato intorno alla tuva,detto " bìcchiri" ,muoveva,come tutti i balli sardi,da destra a sinistra,da prima lentamente con passo quasi zoppicante,in due tempi,e ricordava il ballo descrittoci da Eliodoro ( Aitiopika) che facevano i sacerdoti fenici intorno all'altare di Baal; poi il ballo prendeva un ritmo saltellante,con moto rotante.

    Finito il ballo,a notte alta o alle prime ore del mattino ,restavano intorno alla tuva cantori e poeti estemporanei,coristi e bevitori che si intrattengono fino alle prime luci dell'alba,accaldati dal vino e dalle gigantesche fiamme alimentate nel cavo tronco,dall'immissione dei grossi rami della stessa quercia.

    Di primo mattino,giorno della festa,le donne escono di casa con palette e recipienti per prendere le brage della tuva con le quali si riaccende tradizionalmente il focolare domestico.

    La tuva viene lasciata ardere fino alla completa combustione,per due o tre giorni ,durante i quali in passato i pastori e gli agricoltori raccoglievano le ceneri (specie a Paulilatino,che è centro nuragico importante nell'Isola) per spargere nei pascoli,negli orti e nei seminati al fine di propiziare i raccolti e distruggere gli insetti dannosi alle colture...


    continua....


    CITAZIONE
    Secondo la tradizione il 17 gennaio, giorno della festa di Sant'Antonio Abate, si aprono in Sardegna i festeggiamenti del Carnevale, una delle feste più sentite e vissute dell'Isola, con manifestazioni che si protraggono fino al mercoledì delle Ceneri, raggiungendo il culmine nell'ultima settimana, in particolare, il giovedì e il martedì grasso L'origine di questa festa ha radici molto antiche e la stessa etimologia del nome può essere ricondotta a due locuzioni di origine latina. La prima rimanda all'espressione . "carrus navalis" che, nella Roma antica, designava un grande carro a forma di barca portato in processione nel mese di febbraio per lo svolgimento di particolari riti di purificazione dedicati a Dioniso.
    www.abiesmap.it/index.php?mact=News...nt01returnid=59

    Carrus Navalis sorta di Tuva? :unsure:

    CITAZIONE
    QUERCIA

    L’imponente albero di quercia è sempre stato grandemente rispettato in ogni epoca.
    Le sue radici profonde hanno una forte relazione con l’acqua, per questo è molto spesso colpito dai fulmini. Ciò è probabilmente il motivo per cui la quercia era dedicata a Zeus dai Greci, a Giove dai Romani, a Donar e Tanaris da Teutoni e Celti. La capacità di attrarre i fulmini fa si che tradizionalmente si sconsiglia di cercare riparo sotto un albero di Quercia durante i temporali.
    Alla quercia erano associate anche divinità femminili: la nutrice Ana o Dana, la dea madre celta, si rivela nell’albero di quercia, dimora e fonte di nutrimento per molti animali.
    Nelle radure sotto la sacra quercia si tenevano i giudizi o ci si appellava agli dei per un consiglio. Se venivano dette bugie sotto questo albero la comunità veniva colpita dalla sfortuna e la quercia non avrebbe più prodotto ghiande molto stimate come surrogato della farina di grano e cibo per i maiali. I voti erano fatti sotto la quercia, Socrate stesso prestò giuramento “sotto la quercia”. E i re inglesi piantavano quest’albero in occasione dell’ incoronazione. I Celti consideravano l’albero della quercia come la porta di passaggio dal vecchio al nuovo anno che iniziava con il solstizio d’estate.

    www.drhauschka.it/qualita/piante/ve...hp?name=quercia



    Edited by SaCraba - 30/1/2010, 15:29
     
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  7. SaCraba
     
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    continua ....


    La Tuva


    Rito agrario di propiziazione nella festa di S.antonio abate.Di Felice Cherchi Paba

    La tuva e la sua festa rivelano un'origine protosarda ed è interessante l'analisi del suo contenuto religioso.
    Inanzi tutto la tuva deve essere una quercia: pianta sacra ai sardi perchè,fino alsecolo scorso (1800) era ritenuta sede di spiriti supremi se i galluresi,secondo quanto narra il Bresciani,giudicavano delitti e controversie sedendo sotto una apposita quercia secolare ove i savi anziani si riunivano al sorgere del sole completamente digiuni,nè prendevano cibo se prima non pronunciavano la sentenza.

    Anche a Perdasdefogu il popolo,in caso di controversia,riunivano le parti sotto una distinta quercia dove sedevano a sentenziare gli anziani,al giudizio dei quali le parti dovevano rigorosamente attenersi.

    La quercia designata per la festa non può essere nè giovane nè intatta ossia non cava,nè secca,ma una vecchia quercia ancora viva anche se cava,simbolo di vitale vetustà e come tale ritenuta la pianta-madre del bosco dalla quale viene tratta.

    L'albero designato non può essere abbattuto che con la scure,rito questo che si collega al culto dell'arma sacra della bipenne.

    La sistemazione che si dà alle tuve nel sagrato riflette fedelmente quella dei betili,con la più alta in mezzo o circolarmente (se sono in numero maggiore) con in centro la più alta,come i betili di Nuraghe Corbos di Silanus e quelli di Tamuli in Macomer.

    Il ballo rituale intorno alla tuva ha un senso puramente religioso,anche se orgiastico e ossessivo col suo moto rotante; ha un fine onorario e purificatorio per allontanare gli spiriti del male e rendere pura la terra e l'aria all'incedere della primavera,al risveglio dell'intera natura.

    Nella riaccensione del fuoco domestico con il fuoco tratto dalla tuva si intravede l'antichissimo rito della rigenerazione e purificazione della vita umana mediante lo stesso rito comune a molti altri popoli della preistoria e allo stato di natura.

    Lo spargimento delle ceneri della tuva è ,infine,un rito col quale si intende diffondere il potere tutelare,purificatorio e vitale allo stesso tempo,della pianta-madre o della Dea Madre se, nella tuva,vogliamo intravvedere la ashera ,simbolo di Astarte o di Artemide la cui statua in Orcomeno era racchiusa in un cavo tronco di quercia che si apriva come a lasciar fluire la feconda vita della Dea.

    Il rito della tuva ricorda la lettera di Gregorio Magno a Ospitone duce dei Barbaricini...

    "Deum verum nesciant,lignam autem et lapides adorent"

    Quali potevano essere i legni che i sardi adoravano se non le "tuve" nel cui potere propiziatorio e tutorio dell'agricoltura i sardi ritenevano di dirigere il loro spirito,la credenza ,la fede del paganesimo?

    E' evidente che Gregorio Magno raccomendò a Cirillo e Felice quel che consigliò ad Agostino nell'accingersi all'evangelizzazione dei Brittani,di non distruggere i monumenti pagani ma di aspergerli di acqua lustrale e dedicarli al Dio vero,se troviamo nell'Isola quasi tutti i betili,i pozzi sacri e le tombe dei giganti dedicati ad un santo.

    Il betile di Tula viene chiamato "pedra de Santu Leonardu", quello di Sedilo " pedra de S.Antine" di S. Costantino; quello di Borore "sa pedra de S. Bainzu" di S.Gavino; quelli di Osidda "sas pedras longas de S.Paulu"; i betili di Gavoi sono dedicati alla Vergine del Buoncammino,l'antica Hodigitria.....

    I pozzi sacri sono così dedicati: di Serri a S.Vittoria; di Sardara a S.Anastasia; di Nuragus a S.Gemiliano; di Paulilatino a S.Cristina; di Orune a S.Lula..............

    Delle tombe dei giganti,dinanzi alle quali si compivano i riti d'incubazione,abbiamo quelle di Curcuris che son dette di S.Maria; quella di Genoni a S. Anastasia; di Mandas a S.Barbara; .........S.S Salvatore, S.ùbasilio,S.Pietro,S.Nicolò ,S.Paolo, S.Giovanni Battista.

    Si noti come tutti i santi cui sono dedicati detti monumenti siano dell'antico menologio greco.

    Come i betili,i pozzi sacri e le tombe dei giganti anche le tuve recanti il fuoco vivificatore della Natura,asperse di acque lustrali come ancora oggi,dovettero essere dedicate al santo del fuoco come S.Antonio abate che una leggenda sarda vuole che abbia rubato ,per i pastori sardi,il fuoco dell'inferno facendovi ardere la punta del suo bacolo di ferula,il cui midollo fu l'esca che i pastori isolani usavano per accendere il fuoco con la pietra focaia.

    Leggenda questa che rispecchia quella di Promoteo che i greci evangelizzatori dell'Isola hanno adattato al pastorale popolo sardo al fine di far loro accettare la protezione del santo e fare a questi dedicare le loro tuve propiziatrici; così come il Cristianesimo mise ai piedi del santo il porcellino che aveva in braccio Cerere per renderlo più accettabile ai pastori pagani......

    imageimage
    www.marinacepedafuentes.com/2009/01...diavolo-il.html

    Edited by SaCraba - 31/1/2010, 09:03
     
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  8. Maimoni
     
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    CITAZIONE (SaCraba @ 29/1/2010, 16:01)
    Il culto della piggia a differenza del culto pastorale delle sorgenti,ha carattere prevalentemente agricolo.Un esemplare rito per la pioggia (secondo Bottiglioni) è praticato ,fra i contadini di Ghilarza,quando la siccità,protraendosi oltremodo,minaccia il raccolto.Allora le donne e bambini con croci e stendardi procedono in processione per le vie del villaggio invocando la pioggia benedetta.Inoltre si compie un vero rito magico: una barella di ferule e rami viene ricoperta di terra e ciuffi d'erba ,e viene portata per le strade del paese mentre la processione intona la formula:

    "Maimone,Maimone,
    abba chere su laore,
    abba chere su siccau,
    Maimone,Llau Llau!"


    ( acqua occorre al campo,acqua occorre per la terra secca,Maimone olàh olàh.)

    In questo caso c'è da pensare che Maimone possa essere il nome tradizionale d'un antico essere mitico datore di pioggia:del resto Maimone,a quanto pare,è oggi il nome d'un essere mitico con il quale terrorizzano i bambini.Comunque il rito ripete certamente moduli arcaicissimi.E' un rito con il quale s'intende fondare magicamente,per simboli,la pioggia di cui si ha bisogno....


    continua...

    Ancori complimenti Sa Craba...non so se già lo sapevi: Maimoni è invocato ancora oggi a Aidomaggiore.

    Linko la pagina dove viene descritto il rituale, molto simile a quello di Ghilarza!

    www.comuneaidomaggiore.it/tradizioni/maimone/maimone.htm
     
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  9. suonosardo
     
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    Bonifacio in Assia (land tedesco)
    Il nuovo credo cristiano aveva conquistato la nobiltà alla corte di Clodovico e da questa venne trasportato nelle campagne,- l'Assia era rimasta completamente pagana, il guerresco Wodan (Odino) era stato sacrificato nell'antichità...Donar (Thor), il signore delle forze della natura, generalmente temuto come un nemico, ma riverito come protettore dei contadini, salì dunque sul trono del crudele dio della guerra.
    Una vecchissima quercia sulle cime di Geismar divenne il suo santuario, e con questo il centro religioso e giuridico dell'Assia.(....)

    BONIFACIO, il "padre Vassallo" di Cermania

    Bonifacio arriva in Assia nella valle di eder, nella primavera del 722. Le sue prediche ebbero tanto successo che già a Pentecoste vi fu un battesimo di massa (...) ancora nell'estate del722 Bonifacio mandò il suo confratello benedettino Bynassa a Roma, per portarvi notizia dei grandi successi ottenuti. Nell'autunno si recò Bonifacio stesso dal papa, e il 30 novembre venne proclamato vescovo (...)
    Nonostante questi successi, forse per via della sua assenza, venne evidente che il paganesimo era praticato ancora nascostamente. Bonifacio doveva statuire un esempio. Così avvenne che, vicino a Geismar, sotto la protezione della stazione militare di Büraburg zur Geismartat, la quercia di DONA venne abbattuta. Solo così potè dimostrare che gli antichi Dei germanici non avevano alcun potere sul Dio dei cristiani.
    Al suo posto Bonifacio fece erigere una capella consacrata al nome dell'Arcangelo Michele.
    Questo è solo un sunto se volete il resto leggette quì :D

    www.uni-giessen.de/~g41007/donareiche.html
     
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  10. SaCraba
     
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    CITAZIONE (SaCraba @ 25/1/2010, 16:25)
    -Su martis de carresegare,sa mascara de Minchilleo fut protagonista de una mascarada de solu omines bestios chei sa gent'e cresia a chie mascaraos de sagrestanos e de cunfrades.Girant po tot'is bighinaos parodiando is cerimonias religiosas,cantando is goccios a " santu Minchilleo" e un'ateru mascarau de munzennore chi andat semper beneighindo (benedicendo) e donnia tantu faiat una predica bantando (vantando) sa vida e is miraculos de su "santu", mescamente cussos sessuales (.....)

    CITAZIONE (suonosardo @ 25/1/2010, 20:50)
    Il martedì di carnevale, la maschera di "Minchilleo" era protagonista di una mascherata di soli uomini vestiti come gente di chiesa, chi da sagrestano chi da confratello, giravano tutti i vicinati parodiando le cerimonie religiose, cantando le lodi a "San Minchilleo" mentre un'altro mascherato da monsignore camminava benedicendo in continuazione e ogni tanto faceva una predica vantando vita e miracoli del "santo" sopratutto quelli sessuali.

    CITAZIONE
    da "Riflessioni sulle maschere carnevalesche di Mamoiada (e non solo) di Salvatore Dedola (2008)

    (....) in realtà la tradizione del carnevale nel mondo mediterraneo............... è vecchia com'è vecchia la nostra civiltà,ed è sempre stato un periodo di capovolgimento, di rottura delle usanze e della moralità tradizionali.E allora andiamo alle vere etimologie.

    Il log.e centr. Carresecàre,Carresegàre non ha niente a che spartire col "tagliare la carne"(nel senso di privarsene)
    ma ha la base nell accadico qarnu(m) "potenza ,potere" degli umani + sehu "rivoltarsi ,distruggere,dissacrare",col significato complessivo di " dissacrare il Potere, i potenti" .
    E' quindi una rivolta non-violenta contro tutto ciò che gli uomini potenti hanno fatto al popolo durante un'intera annata.

    Quanto all'italiano Carnevale l'etimologia è la seguente: accadico qarnu(m) "potenza,potere"degli umani +(w)aru(m) "andare contro il Potere".

    Quanto all'italiano Carnasciale (sardo Carrasciale),abbiamo accadico qarnu(m) "potenza,potere"degli uomini +salu(m)"sommergere,annegare" con un significato complessivodi "annegamento del Potere".

    Una breve nota circa i due termini in italiano: essi hanno vissuto paralleli al termine sardo,quindi sono coevi e antichissimi,sono pre-latini e pre-indoeuropei.Il fatto che i ricercatori li abbiano "ripescati" soltanto alla fine del Medioevo credendoli latini,e non ne abbiano notato il primo apparire di 5000 anni fa,la dice lunga di quanto sia arretrata in Italia la ricerca delle origini,obnubilata com è dalla cultura fascistizzante di tutti gli addetti,educati a credere ciecamente che la civiltà italiana,e con essa la lingua italiana ,sorse con l'Urbe,e che prima dell'Impero i popoli italici grugnissero come maiali...(.....)

    www.mamoiada.org/_pdf/Dedola2008.pdf



    Edited by SaCraba - 31/1/2010, 20:02
     
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  11. SaCraba
     
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    CITAZIONE (suonosardo @ 25/1/2010, 20:50)
    Da " il sacrificio del fuoco di Sant'Antonio e la Settimana Santa

    S'Urtzu si portava sempre dietro un'orda di bambini che gli cantavano " L'Orso grande e peloso, non ha paura di nessuno, solo del grande Dio, cosa che conferma che soltanto uno esisteva più grande di lui.

    per suonosà: Salvatore Dedola scrive che Urtzu non significa Orso..... dice:

    Urtzu deriva dal babilonese Ursu "tormentare".............o Ursu "desiderio"...

    www.mamoiada.org/_pdf/Dedola2008.pdf






    CITAZIONE (Maimoni @ 30/1/2010, 21:05)
    .non so se già lo sapevi: Maimoni è invocato ancora oggi a Aidomaggiore.

    Linko la pagina dove viene descritto il rituale, molto simile a quello di Ghilarza!

    www.comuneaidomaggiore.it/tradizioni/maimone/maimone.htm

    grazie dell'informazione.non lo sapevo... a Samugheo in questo periodo i bambini girano mascherati per le case chiedendo, con una formula particolare, dolcetti per Maimone ,in stile Halloween :lol:


    ps:sapete come si chiama la pervinca in sardo?
     
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  12. bagassedda
     
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    ...anche nel Sinis troviamo il nome Maimoni...una spiaggia nelle vicinanze di Tharros/San Giovanni di Sinis...

    ...inoltre volevo aggiungere che ad Abbasanta, l'abitudine di passare mascherati di casa in casa per chiedere dolciumi tipo halloween è indicata col verbo "burronare"...qualcuno di voi sa qualcosa in proposito?
     
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  13. suonosardo
     
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    per suonosà: Salvatore Dedola scrive che Urtzu non significa Orso..... dice:

    Urtzu deriva dal babilonese Ursu "tormentare".............o Ursu "desiderio"...

    www.mamoiada.org/_pdf/Dedola2008.pdf


    Infatti mi ero chiesto come facessero gli antichi sardi a conoscere l'orso :unsure: non si finisce mai di imparare :D
    p.s. Pervinca = Proinca
    Burronare non lo so
     
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  14. Mrgianfranco
     
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    Maimòne e mascara a gattu:
    note orientalistiche sulle maschere del carnevale di Sarule (Nuoro)
    Di Giuseppe Contu

    www.comunesarule.it/Relazione_Prof__Contu.html
     
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  15. iperboreo50
     
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    CITAZIONE (Mrgianfranco @ 5/5/2010, 13:24)
    Maimòne e mascara a gattu:
    note orientalistiche sulle maschere del carnevale di Sarule (Nuoro)
    Di Giuseppe Contu

    www.comunesarule.it/Relazione_Prof__Contu.html

    Un ottimo contributo.
    interessantissimo anche il significato del babbuino, che centri qualcosa con la scimmia presente su una navicella bronzea???

    :salute:
     
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32 replies since 5/1/2010, 16:30   5611 views
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