L'inquisizione in Sardegna

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  1. ELCERDEA
     
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    CITAZIONE (SaCraba @ 2/10/2009, 17:25)
    :o: marierva .. Minerva????

    Marierva è un nome, ad alghero già non si trova e neanche in spagna, sembrerebbe un nome invece un nome portoghese, utilizzato ancora in america latina... penso che con minerva non ha nulla a che vedere...
     
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  2. SaCraba
     
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    si trova o non si trova questo nome?

    o si trovava.... :huh:
     
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  3. Judikess4
     
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    CITAZIONE
    che faccio Jk... incollo questo ultimo post nella sezione dedicata alla dea civetta??

    Calma e gesso.... :) Elce ha fatto delle obiezioni sensate....Aspetta se salta fuori qualche altra cosa....
    JK
     
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  4. SaCraba
     
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    :B): .. credo sia giusto che questo post "sospetto" vada comunque a finire nella sezione "dea civetta" in fondo io stò facendo una raccolta di dati.. non stò mika affermando che il culto sia stato al 100% praticato.. ma se non si raccoglie il materiale non si va da nessuna parte..
     
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  5. ELCERDEA
     
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    Si ragazzi, mi sono svegliato un po', molto più semplice di come lo pensavamo. Mari-erva, nome composto da Maria + erva, dove erva significa ne più ne meno che erba... ora stando il nome su una orazione, presumo che si riferica a una dea(maria) dell'erba(droga), rito portoghese quindi: seconda opzione: che l'orazione fosse frutto dell'ingegno di tal Marierva, signora portoghese che l'avrebbe poi passata a qualcuno che l'ha portata fino ad alghero...
     
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  6. ELCERDEA
     
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    ma io ti ho dato la mia visione... il nome esiste ed è riconducibile geograficamente, tral'altro se fosse come io dico sarebbe nientemeno che bellissimo come sia arrivato da noi
     
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  7. SaCraba
     
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    CITAZIONE (ELCERDEA @ 2/10/2009, 17:55)
    Si ragazzi, mi sono svegliato un po', molto più semplice di come lo pensavamo. Mari-erva, nome composto da Maria + erva, dove erva significa ne più ne meno che erba... ora stando il nome su una orazione, presumo che si riferica a una dea(maria) dell'erba(droga), rito portoghese quindi: seconda opzione: che l'orazione fosse frutto dell'ingegno di tal Marierva, signora portoghese che l'avrebbe poi passata a qualcuno che l'ha portata fino ad alghero...

    :o: :o: :o:

    :B): non posso che crederti.. sei algherese e vivi pure in Spagna

    non ci puoi raccontare nulla su questa dea" portoghese"??
     
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  8. ELCERDEA
     
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    la mia è una supposizione alla luce delle code dette, in qaunto conosca un portoghese ferrato in ste cose domanderò... ma mi sembra molto piu probabile la second ipotesi...
     
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  9. SaCraba
     
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    ELCERDEA.. non è che mi daresti parole " chiave" in spagnolo o portoghese per poter fare una ricerca su questa dea portoghese di cui parli? :evil:
     
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  10. suonosardo
     
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    Craby io ti leggo sempre molto volentieri, ma a volte sei a rischio randellate :lol:
    La accuso e le imputo come colpa principale il fatto che una volta andò a praticare suffumigi a un'ammalata e, avendole portato alcune braci ben accese, la detta Julia Carta gettò su quelle braci una cosa che le spense di colpo. Ed essendo i presenti meravigliati per come le avevano viste spegnersi così repentinamente, la detta Julia disse: - questo significa che l'ammalata è morta - ; e aggiunse anche - hai raggiunto il tuo scopo - . Avendo chiesto di che si trattava, Julia rispose che l'inferma aveva fatto una certa cosa, ed era che aveva fatto scendere la luna perchè le rivelasse che cosa sarebbe stato di una certa persona che si trovava in carcere; e disse pure che l'inferma sarebbe morta nell'ora in cui il gallo avesse cantato. E fu così che morì proprio in quell'ora. Per la qual cosa sembra essere strega, superstiziosa, malefica e (si sospetta) la presenza del demonio (...) parimenti, la accuso e le imputo come colpa il fatto che un'altra volta consigliò e diede a una certa persona un fazzoletto pieno di ossa di morto (un panisuelo lleno de uessos de muertos). affinchè, recatosi a casa del governatore di Sassari, le mettesse sulla porta dalla quale il detto governatore usciva, in modo che costui fosse impossibilitato a far del male a una certa persona (...)parimenti la accuso e le imputo come colpa che, essendo una certa persona inferma e si sospettava che lo fosse a causa di qualche maleficio che le aveva fatto, una certa persona le consigliò di recarsi a casa di Julia Carta, che si intendeva di queste cose e che le avrebbe dato un rimedio. E così vi si recò. E il rimedio che la detta Julia Carta le diede fu questo: chiese tre pezzi di tegola di chiesa, tre pezzi di pietra pomice e polvere, palma benedetta, rosmarino, ruta e cùscuta, e tutte queste cose mise in un vaso di terracotta, nel quale c'erano vino, acqua benedetta e orina ( tres pedassos de texa de iglesia, tres pedassos de piedra pomize y pòlbora, palma bendita,romasino, ruda y hilos de oro, y todo esto lo paso in un vaso de tierra en que estava vino, agua bendita y orina); chiamò quindi quella persona e la fece spogliare e sedere in una sedia sardesca (silla sardesca) vicino al fuoco, mise sul fuoco tutti quegli ingredienti mrnzionati, e col fumo suffumicò la detta persona. E così avenne la prima volta. La seconda volta Julia Carta chiese sette "ochinas", un "detrès" e un mannello di lino, e sopra quel lino mise una "ochina"; poi prese un'altro pò di lino e un'altra "ochina" e li sistemò in forma di croce, e poi un detrès e tutto il lino e le ochinas, e tutto questo mise su una tegola di braci e lo bruciò. Si levavano alcune fiamme di molti colori, e quando si alzava una fiamma nera diceva che quella era la malattia. Fece questo per tre volte e disse: pensate che queste monete le chieda per mè? non troverete ne ochinas ne dètres. Alla fine prese un giunco e misurò tutte le articolazioni di quella persona, e ad ogni articolazione faceva un nodo nel giunco, e poi se lo mise in seno. Per questo e per tutto il resto che è contenuto nella prima accusa consta in modo chiaro ed evidente che la suddetta Julia Carta è stata ed è sospetta di eresia nella nostra santa fede cattolica, malefica indovina superstiziosa, maga, e si presume che abbia stipulato patto con il demonio e che abbia detto e fatto molto più di quelle cose che compaiono in questo atto d'accusa ( T.Pinna Storia di una strega)
    Le pratiche magiche di Julia Carta trovano ampio riscontro negli atti dei processi per stregoneria e, in alcuni casi, in ambito di tradizioni popolari attuali. L'uso di monete spagnole anche di zecca sarda "dètres" (callaresos), ossia del valore di trecagliaresi e "ochinas" connesso al concetto di circolazione delle minete destinate a scomparire nel fuoco, così come sarebbe scomparsa la malattia. Le monete servivano pure a offrire vaticini e a fabbricare amuleti, costituiti da sacchetti contenenti tali monete e lino bruciati preliminarmente. La polvere delle ossa dei morti erano un potentissimo mezzo per impedire a qualcuno di fare del male o alla giustizia di fare il suo corso ovvero per provocare la pioggia in occasione di grande siccità.
    Alla povera Julia Carta , dopo l'escussione dei testimoni, toccò il 21 aprile 1597 la "camara del tormento" per essersi protestata innocente. Laminaccia della tortura fu sufficiente a suscitare in Julia Carta la più piena delle confessioni. Tuttavia il maggio dello stesso anno si insediarono in Sassari i nuovi inquisitori, Pedro de Gamarra e Pedro de Axpe, che vollero riesaminare tutte le accuse del processo contro la strega di Siligo. Nella prima diecina di settembre 1597 Julia Carta renderà ampia testimonianza su una circostanza sino ad allora negata. il suo rapporto con il "segnor Domàn", il diavolo. Come sottolinea il Pinna - sarebbe stato lui a darle le indicazioni su come fare gli amuleti, le terapie a base di erbe e le fumigazioni (...) le avrebbe promesso poteri e richezze in cambio dell'anima e dell'abiura di Dio e della fede; le avrebbe chiesto digiuni e preghiere; avrebbe anche tentato di avere con lei rapporti sessuali. Dopo la confessione Julia Carta implorò il perdono di Dio e chiese di essere riamessa nella comunione della chiesa cattolica. Seguirono nuove accuse da parte del procuratore fiscale e finalmente il16 ottobre 1597 fu emessa la sentenza con la condanna di Julia Carta a tre anni di carcere e alla confisca dei suoi beni, oltre all'imposizione dell'abito penitenziale (il sambenito), all'obbligo di partecipazione alla messa maggiore ogni domenica e di confessione e comunione almeno tre volte all'anno e di recita del rosario ogni sabato. La riconciliazione pubblica della strega avvenne il 26 ottobre nella chiesa sassarese di Santa Caterina.
    Julia Carta tuttavia non dovette abbandonare il suo antico mestiere di strega: sin dal giugno 1604 la ritroviamo prigioniera nelle carceri segrete di Sassari in qualità di "hechizera", strega. L'anno successivo vista la ricaduta di Julia negli errori del passato (avendo essa a ammesso di aver adorato il demonio e di aver abbandonato la fede in Dio) si propone , in un memoriale inviato dal procuratore fiscale al consiglio della suprema (il supremo tribunale dell'inquisizione di Madrid) di affidare la strega al braccio secolare, affinchè finisca nel rogo.
    Ma Julia si salvò una seconda volta: aplicando la linea di moderazione anche nei confronti delle streghe impenitenti la donna siliquese fu " reconciliada" (riconciliata) e condannata a una pena detentiva. Nel 1614 si dovette constatare che l'abito penitenziale che le era stato imposto era scomparso dalla chiesa di Siligo dove per norma doveva essere sistemato ad eterno ludibrio della strega presso i suoi paesani. Ma qualcuno l'aveva sottratto per cancellare la dolorosa memoria di Julia Carta. Calava così il sipario sull'appassionata e terribile vita di una strega sarda a cavalla tra cinque e seicento.
     
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  11. ELCERDEA
     
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    No craby non ci siamo capiti, se rileggi il mio post vedrai che dico: maria(dea ma anche semplicemente una forma di sostituire una denominazione per un altra) più erba. ossia un'erba sacra fatta a divinità, spesso occorre nella botanica, ad esempio il tasso per i celti-iberi... poi magari questo si è trasformato in nome come ad esmpio per molti padri che conosco con la marjuana, trasoformato da alcuni padri in marijuana: maria giovanna... anche se ti ripeto la seconda ipotesi mi pare la più credibile al momento, in attesa di incontrarmi con un portoghese affermato e chiedere spigazioni... cumpresu m'as
     
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  12. SaCraba
     
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    [QUOTE=ELCERDEA,2/10/2009, 21:38]
    :unsure: ok.. aspetto con ansia il parere del tuo amico



    CITAZIONE (suonosardo @ 2/10/2009, 21:28)
    Craby io ti leggo sempre molto volentieri, ma a volte sei a rischio randellate :lol:

    :wub: ehmm.. cercherò di darmi una regolata. :D

    CITAZIONE (ELCERDEA @ 2/10/2009, 17:55)
    Si ragazzi, mi sono svegliato un po', molto più semplice di come lo pensavamo. Mari-erva, nome composto da Maria + erva, dove erva significa ne più ne meno che erba... ora stando il nome su una orazione, presumo che si riferica a una dea(maria) dell'erba(droga), rito portoghese quindi: seconda opzione: che l'orazione fosse frutto dell'ingegno di tal Marierva, signora portoghese che l'avrebbe poi passata a qualcuno che l'ha portata fino ad alghero...

    :unsure: quello che non ho capito è quando dici " rito portoghese" ti riferisci a qualcosa che sai riguardo ad un culto riguardante l'erba (droga) praticato in portogallo,o è una tua supposizione?
     
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  13. ELCERDEA
     
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    è una supposizione: ossia se nelle orazioni era menzionata donna marierva due son le cose, o marierva era una persona in carne e ossa, o una parola caratterizzata al femminile all'insegna di marierva: la maria dell'erba, la santa dell'erba, la dea dell'erba??? per questo dico un rito dedicato a questa "dea-botanica" di cui,se confermo, relazionato all'ambito lusitano, o sudamericano... supposizioni per adesso.... spero essere stato chiaro... in internet non ho trovato nulla per adesso...

    QUOTE (suonosardo @ 2/10/2009, 21:28)
    Craby io ti leggo sempre molto volentieri, ma a volte sei a rischio randellate :lol:

    Io penso che craby apporta molto, qualche feseria ci scappa a tutti :salute: :salute:
     
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  14. shardar
     
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    e'vero!!!
     
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  15. suonosardo
     
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    Nel Canon episcopi del 9° secolo era descritta la pretesa di alcune donne di abbandonarsi al "volo magico" delle streghe: <hai creduto o hai partecipato a quella superstizione della quale sono vittime certe donne scellerate, seguaci di satana e ingannate dalle illusioni diaboliche? esse pretendono di cavalcare nelle ore della notte più profonda, esse con innumerevole folla di altre donne, insieme con la dea pagana Diana a cavalcioni su certi animali, e di percorrere col favore del silenzio notturno spazi immensi, e di obbedire al commando della dea come loro signora, e di stare al suo servizio in notti ben determinate> (canon episcopi in Burcardo vescovo di worms) - sec 11°
    Dunque originariamente, il collegamento tra Diana e le antichissime sepolture sarde atteneva la sfera della magia.
    Successivamente le " gianas" divennero le minuscole fate della leggenda sarda, che abitavano le case di pietra e filavano un telaio d'oro (...)
     
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93 replies since 29/9/2009, 13:34   5756 views
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