orientamento astronomico dei Nuraghi

ma anche delle tombe dei giganti, dei pozzi, dolmen domus de Janas

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  1. ELCERDEA
     
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    dA DOMUS SALUS

    IL LUNARIO ASTRONOMICO

    Impossibile però stabilire una data precisa e sapere davvero quanto siano antichi i calendari lunari. Troviamo descrizioni dettagliate di fasi lunari incise su ossa di animali morti decine di migliaia di anni fa.

    Blanchard trovò un osso che fu studiato dal paleontologo Alexander Marshack dove fu possibile notare 69 incisioni su un percorso a forma di spirale che illustravano 69 aspetti della Luna riprodotti giorno per giorno, per circa due mesi. Quell'osso venne fatto risalire al tempo dell'uomo detto di Cro-Magnon.
    Marshack, studiò anche un altro osso, un po' più recente, che risale "soltanto" a 11.000 anni prima di Cristo. Anche su quest'osso scoprì l'incisione di un calendario con una descrizione molto più sapiente ed articolata delle fasi lunari che si estendeva per sette mesi e mezzo. L'antica conoscenza della Luna rimane innegabilmente un affascinante mistero.

    Ci sono notti, una volta ogni 18 anni, in cui la Luna resta alta nel cielo per tutta una notte e altre in cui non compare affatto.
    Chi conosceva con precisione le data di questi eventi come delle eclissi di sole, aveva un forte potere quasi "magico" su chi non poteva prevederle.
    Per studiare i moti lunari e i relativi calendari fu d'obbligo costruire osservazioni attrezzati che diventarono al contempo luoghi di culto sacri per le comunità e i ritrovi per i popoli.
    Gli antichi Egizi si basarono sul sorgere di Sirio contemporaneamente al Sole (il sorgere eliaco di Sirio), per costruire il loro calendario solare. Infatti i tempi di Abu Simbel e Ammon Ra a Karnak sono osservatori solari, ma è straordinario scoprire che il tempio di di Khonsu sia stato eretto per una divinità lunare molto più antica.
    Champollion ritrovò all'inizio dell'Ottocento, proprio vicino al tempio di Khonsum una stele su cui è incisa una storia di una pallida principessa. La stele risale al secolo XIV a.C. ed in essa si possono scorgere le descrizioni della sequenza delle fasi lunari.
    Nuraghi e pozzi lunari furono costruiti molto prima del grande tempio osservatorio di Stonehenge dove il lato maggiore di un rettangolo scandito da enormi massi scolpiti punta verso la posizione più a settentrione del levarsi della Luna.

    Antichi osservatori nuragici.
    La Luna raggiunge il suo massimo apice sull'orizzonte una volta ogni 18,6 anni. Per i popoli antichi determinare le diverse date dell'anno era certamente importante. Da qui, ecco perché il sorgere dei molti osservatori costruiti in modo monumentale. Gli Egizi, per esempio, e gli stessi sardi , lasciarono testimonianze in merito. A Paulilatino, in Sardegna, vi è un ampia gradinata antichissima che permette di ammirare a mezzanotte sul fondo lo specchiarsi della Luna.
    Di questi Nuraghi, così si chiamano questi "calendari faraonici", ne rimangono circa 7000. la maggior parte di questi nuraghi costruiti dai sardi, avevano le aperture in corrispondenza al mezzogiorno, ma in molti l'apertura era diretta sul punto del sorgere del sole e in alcuni casi anche verso l'orizzonte in cui tra il 2000 e il 1000 a.C. sorgeva la stella più vicina alla terra: Alpha Centauri. Oggi, Alpha Centauri non è più visibile dalla Sardegna, ma nei primi giorni di Gennaio e alla mezzanotte di Dicembre una volta ogni 18,6 anni possiamo ritrovare l'iimagine della Luna riflessa dentro l'acqua perenne dei pozzi sacri costruiti sotto i nuraghi. A Paulilatino , il pozzo di Santa Cristina è quello più conservato. La sua scalinata è orientata in modo tale, che 3000 anni fa che il Sole agli equinozi di primavera e di autunno, illuminava il fondo del pozzo attraverso di essa. E anche la Luna, al solstizio d'inverno, ogni 18,6 anni, si specchia attraverso un foro aperto sulla sommità nell'acqua in fondo al pozzo. Il pozzo di Santa Cristina è un vero e proprio osservatorio astronomico lunare visto che l'orbita della Luna è inclinata sull'eclittica, di 5°9' e i suoi nodi sono i suoi punti in cui l'orbita della Luna taglia l'eclittica e la linea che congiunge i nodi è detta linea dei nodi.
    La posizione della linea dei nodi non è fissa, ma per un fenomeno, detto della retrogradazione dei nodi, si muove sull'eclittica e ogni 18,6 anni passa per il punto d'Ariete. In queste condizioni la Luna raggiunge la sua massima altezza sull'orizzonte al solstizio d'estate e al solstizio d'inverno: al solstizio d'estate è nella fase di Luna nuova, al solstizio d'inverno è Luna piena. Bene, il pozzo di santa Cristina è un vero e proprio osservatorio astronomico lunare.

    Non possiamo dimenticare cioè che fin dal suo apparire sulla terra l'uomo si preoccupò sempre di mettere in relazione il tempo ed il moto degli astri. Dalle prime notazioni lunari su ossa dell'età della pietra alla compilazione dei primi calendari la strada fu costellata di esperimenti e già 3000 anni prima della nascita di Cristo c'erano popoli che avevano ottenuto risultati eccellenti in questa ricerca. Ad Ebla, una città semitica databile al 3500 a.C., riportata in parte alla luce dalla missione archeologica del professor Matthiae a Tell-Mardikh, in Siria, sono stati scoperti di recente calendari lunari che dividevano l'anno in 12 mesi. In questa città si usavano addirittura due calendari, quello "vecchio", a carattere agricolo, in vigore sotto i regni di Igriš-Halam ad Ebrium, e quello "nuovo", più tecnologico, introdotto da re Ibbi-Sipiš.

    Da questi calendari lunari emerge che già 2600-2200 anni prima di Cristo i mesi dell'anno avevano nomi ben definiti quali "il mese della semina", "il mese delle greggi", "il mese del raccolto", "il mese delle processioni" e, purtroppo per loro, "il mese delle tasse", nomi che danno il senso esatto dello scorrere del tempo in base ai ritmi della vita della comunità.

    La stessa cosa accadeva in Europa, nonostante qui le popolazioni dell'età del Bronzo non conoscessero la scrittura. I Celti, ad esempio, fino in epoca romana basarono la misura del tempo sulla Luna dividendo l'anno in una stagione calda ed in una fredda. Per questo in Irlanda l'inizio dell'anno era determinato dalla festa di Samain (il primo novembre), data nella quale terminava la stagione dei pascoli, si radunavano le mandrie e le greggi. Attorno al primo maggio cadeva poi la festa del fuoco (Beltane), l'inizio cioè della stagione calda nella quale le mucche e le pecore erano portate al pascolo comune.

    E' stato obiettato che il sistema di basare la divisione del tempo sull'osservazione lunare o con il computo delle eclissi poteva risentire della variabilità delle condizioni meteorologiche. A prescindere dal fatto che nell'età del Bronzo il clima mediterraneo era più asciutto dell'attuale, la molteplicità dei nuraghi, come dei circoli megalitici nord-europei, fa pensare alla possibilità che gli antichi osservatori si comportassero come quel re di Assur il quale, non potendo osservare un'eclissi oscurata dalle nubi, mandò messi a Babilonia, ad Erech e a Borsippa per chiedere se lì era stata possibile l'osservazione.

    Insomma, ogni popolo, da un estremo all'altro della terra, aveva la vitale necessità di sapere quale fosse il momento per compiere determinate azioni dalle quali dipendevano la vita delle loro comunità. Al contrario, in quale modo il popolo dei nuraghi avrebbe potuto "sapere" qual era la data del grande raduno se la loro civiltà non possedeva nessun calendario comune? Per ora le ipotesi dei tre studiosi sardi possono dare una risposta soddisfacente a queste domande. Lontano dall'essere "torri del silenzio" (costruite cioè per deporvi i cadaveri) o torri di guerrieri dalla dubbia saggezza strategica, i nuraghi acquisterebbero così l'identità di capisaldi della ierocrazia del clan necessari a controllare lo scorrere del tempo, legandone l'architettura agli astri con giochi di luci e di ombre calibrate in modo che il nuraghe fosse il sacrario di un cosmo forse incomprensibile ma vitale.

    È stato osservato infatti che dal foro apicale di due nuraghi, l'Alga di Abbasanta ed il Biriola di Aidomaggiore, l'8 giugno alle ore undici solari, il Sole riflette all'interno un raggio il quale finisce la sua corsa illuminando una delle nicchie ricavate nei muri ciclopici. L'ipotesi che questo effetto fosse voluto per illuminare un feticcio di divinità o lo stesso sacerdote con risultati scenografici immaginabili è davvero suggestiva. Ipotesi o realtà, resta il fatto che esistono altre prove che ci convincono della "fedeltà" di questo antico popolo al Sole, alla Luna ed agli astri, ai quali innalzò altari che esprimono una devozione che va oltre alla sola speculazione religiosa. E la "rampa di Monte d'Accodi" è l'ennesimo esempio di altare costruito per far assistere una folla immensa all'annuale rito di questa fede nel cosmo.



    Edited by ELCERDEA - 29/9/2009, 16:00
     
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  2. vivamishapt
     
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    CITAZIONE
    vivam,quelli dei pozzi li conosciamo,se hai scaricato il libro di maxia-fadda,

    Grazie Pet, sono già al lavoro!

    La luna è più complicata, oltre ad annotarsi le albe, i tramonti e declinazioni, c'è anche da contare quando è nuova e quando è piena!
    Nei nuraghe, se esistessero questi indicatori, dovrebbero servire a calcolare le eclissi?
     
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  3. ELCERDEA
     
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    in quello che ho postato dice che ci potesse essere questa possibilità
     
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  4. dedalonur9
     
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    qualcuno per caso conosce il titolo del nuovo libro di Mauro peppino Zedda? mi sa che parla dell'Iloi...
     
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  5. ELCERDEA
     
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    CITAZIONE (dedalonur9 @ 29/9/2009, 16:04)
    qualcuno per caso conosce il titolo del nuovo libro di Mauro peppino Zedda? mi sa che parla dell'Iloi...

    :huh: dalla mia faccia puoi capire che no, tu già letto l'hai?
     
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  6. pietrusco
     
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    CITAZIONE (vivamishapt @ 29/9/2009, 14:41)
    CITAZIONE
    vivam,quelli dei pozzi li conosciamo,se hai scaricato il libro di maxia-fadda,

    Grazie Pet, sono già al lavoro!

    La luna è più complicata, oltre ad annotarsi le albe, i tramonti e declinazioni, c'è anche da contare quando è nuova e quando è piena!
    Nei nuraghe, se esistessero questi indicatori, dovrebbero servire a calcolare le eclissi?

    vivam,non mi interessano i pozzi ma i nuraghes in collegamento con la luna, lo so che è impossibile,visto che sono templi solari, ma un collegamento ci deve pur essere, sta a noi scoprirlo,sicuramente nei nuraghe lunari come barumini c'è anche la possibilità del calcolo dell'eclissi, cosa impossibile a losa, interamente solare, ma forse è meglio continuare in MP
     
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  7. vivamishapt
     
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    caro Pet... credo prorpio di aver bisogno di una full-immersion in codesto argomento... se ce la faccio a fare una puntata in Sardegna prima di Natale, tutto il GRS si deve mettere in moto, capito??? :D :D :D

    :vandal:



     
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  8. pietrusco
     
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    Registrato :D
     
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  9. pietrusco
     
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    mac, è una discussione tra me e vivam
     
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    STUDIOSO DEI POPOLI DEL MARE

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    tranquilli gente, tranquilli... :rolleyes:
    credo che appena arriva il tempo buono sarà il caso di RIUNIRCI e magari a TAVOLA... si scambiano meglio le proprie convinzioni e si smussano certi ... spigoli... ;) ... O magari alla prossima conferenza di leonardo, magari a calgiari o oristano.... :rolleyes:
    :salute:
     
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  11. vivamishapt
     
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    Ciao zio Mack, credo che questo ricorso al MP di cui ti stai lamentando sia relativo al GRS... presumo che sia un discorso più che altro di riservatezza su eventuali studi o scoperte per cui sarebbe molto pericoloso scriverne in un luogo pubblico come questo... Lo abbiamo ripetuto diverse volte che questo forum riceve circa 10.000 visite al mese, fra questi ci sono amici, appassionati, curiosi e anche i "cattivoni" che voglion vedere cosa stiamo combinando... Io stesso, se avessi l'odore di aver scoperto qualcosa di particolare, non lo scriverei così tranquillamente "in chiaro", con il rischio che qualcuno più "svelto" mi freghi....

    Per il resto, non mi pare che ci sian tutti questi problemi, guarda la discussione sul bronzo in scandinavia ad esempio....


    PS: ho letto solo ora in altra discussione che c'è stato un parziale chiarimento, considero quindi chiusa, al momento, la faccenda.

    Scusate e ciao,

    Misha

    Edited by vivamishapt - 8/11/2009, 13:55
     
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  12. terradeglidei
     
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    finalmente è aperto il primo museo di archeoastronomia
    in Sardegna, dedicato per ora al nuraghe S.Barbara
    di Villanova Truschedu.
    Il museo è visitabile presso la biblioteca comunale
    di Villanova Truschedu in via Regina Margherita il martedì e venerdì dalle 15.00/18.30..
    ingresso libero :salute:

    Edited by terradeglidei - 28/11/2009, 14:53
     
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  13. iperboreo50
     
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    dal sito web di Unione Sarda: http://unionesarda.ilsole24ore.com/Articol....aspx?id=157632

    Il solstizio d’inverno sul nuraghe Santu Antine
    di Carlo Figari

    Il nuraghe Santu Antine, situato non lontano dalla superstrada 131 in prossimità del bivio per Torralba, è uno dei maggiori monumenti dell’isola, simbolo possente di quella civiltà autoctona dei “costruttori di torri” al pari della reggia di Barumini e del nuraghe Arrubiu di Orroli. Dagli archeologi più noti (Taramelli, Lilliu, Contu) è sempre stato considerato come un castello della protostoria, realizzato da grandi e misteriosi architetti nell’età del Bronzo medio (1500-1200 avanti Cristo). Un esempio magnifico di fortezza a presidio del territorio, con una torre centrale – il mastio – alta fino a 25 metri, anche se attualmente raggiunge “appena” 17,55 metri a causa del crollo della parte superiore. Questa torre è inglobata nel corpo aggiunto trilobato costituito da tre torri raccordate da quattro corridoi (due al piano terra e altri due sovrapposti). Il significato e l’utilizzo di Santu Antine da qualche tempo è stato messo in discussioni da diversi studi che hanno contestato la teoria “accademica” che fosse un castello militare. Secondo Massimo Pittau, invece, rappresenterebbe un santuario dove si svolgevano pratiche religiose relative al rito dell’incubazione e dell’oracolo. Più di recente l’appassionato studioso di archeoastronomia Mauro Peppino Zedda e l’ingegner Paolo Littarru con alcune pubblicazioni hanno avanzato una nuova e suggestiva ipotesi. Santu Antine a loro avviso, sarebbe la dimostrazione lampante che gli antichi abitanti della Sardegna costruissero le torri di pietra con un preciso orientamento astronomico. Santu Antine – affermano – è stato senza dubbio realizzato con l’orientamento fissato verso l’alba del solstizio d ‘inverno e il tramonto del lunistizio maggiore meridionale, due eventi astronomici ritenuti importanti per il mondo nuragico. L’orientamento rivolto verso il punto da cui sorge il sole al solstizio d’inverno (il giorno più corto dell’anno, osservabile nell’arco di tempo dei 6-8 giorni a cavallo del solstizio che cade il 21 dicembre) corrisponde alla linea tangente alle torri est e nord. Quello, invece, del tramonto della Luna corrisponde alla linea tangente che lambisce la torre sud e il paramento murario che contiene l’ingresso principale. Una tesi, quella di Zedda, sostenuta da calcoli e dimostrazioni non solo sul Santu Antine, ma sullo studio di oltre 800 nuraghi. In questo mese di dicembre potrebbe essere interessante e davvero suggestivo recarsi al nuraghe di Torralba e verificare di persona la meraviglia del solstizio d’inverno sull’orizzonte del monumento.

    Per chi va sul sito, c'è anche una foto del nuraghe


    :salute:

     
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  14. melqart
     
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    CITAZIONE
    CITAZIONE (Faulas @ 13/5/2009, 11:55)
    CITAZIONE (pietrusco @ 12/5/2009, 17:46)
    certo che ci si è pensato,ma purtroppo nel suolo non vi sono riscontri,se pure ce ne fossero sono spariti per opera dei pastori,dei riporti di terriccio,ecc, Il GRS stava pensando ai mensoloni,e anche lì ci troviamo in difficoltà perchè non c'è un nuraghe che li abbia ancora in posa originaria per poterli studiare astronomicamente,nel nuraghe albucciu di arzachena si dubita un ruolo astronomico,ma occorre un sopralluogo con strumenti,bussola,ecc,ancora da fare,così si valuterà

    intanto si scopre qualcosa di interessante a losa, un calcolatore del tempo più preciso di s.barbara,presto i report,a giugno vedremo cosa succede

    Non sò se può esservi di supporto: Il Nuraghe Tilariga di Bultei mantiene in opera originaria 8 mensoloni, altri 3 scostati dalla sede ma sempre sul terrazzo e 2 (forse più) non in opera di fronte al nuraghe. Magari un sopralluogo può darvi qualche indizio!!

    Nelle vicinanze anche il nuraghe Erismanzanu: anche lì in opera sei mensoloni nella sede originaria, oltre le particolarità dell' ingresso e l' inedito ripostiglio di dubbia funzione collocato sul terrazzo.

    Saludos

    è dal 2008 che si cerchiamo un nuraghe dotato di mensoloni,ci avevano segnalato il nuraghe alvo di baunei,ma risulta li avesse il posa nel secolo scorso,adesso non più, grazie faulas,ho preso già nota e verrà fatta un'ispezione del gruppo sicuramente, in data da stabilirsi,adesso si avvicina il solstizio estivo e c'è molto lavoro da fare,ma ormai la questione è in programma, non hai idea dell'importanza che ha trovare i mensoloni in posa originaria
    ciao da pet

    ci sono ancora, è il nuraghe con la quantità più alta di mensoloni ancora in situ in Sardegna...chiaramente non ci sono tutti, ma anche F. Manconi Quesada si è interessato di questi...tant'è che aveva scritto un articolo intitolato Il Nuraghe Alvo di Baunei e le mensole nuragiche nel Nuovo Bullettino archeologico Sardo 4/1987-1992, Carlo Delfino Editore, pp.42-62. Puoi dare una sbirciata a questo e vedere se c'è qualcosa che può tornare utile, le mensole da lui descritte, sono ancora in loco, o per lo meno lo erano sino all'anno scorso.
     
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  15. pietrusco
     
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    baunei è archiviato con l'escursione di agosto, dove effettivamente ci sono i mensoloni per chi volesse vederli al nuraghe alvu, come riportato dal bollettino archeologico di cui parli, nel frattempo sono ancora lì e nessuno li ha spostati, presto andremo a vedere quelli del nuraghe tilariga ed erismanzanu

    ciao a presto
     
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184 replies since 6/7/2008, 20:43   9723 views
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