Gli animali "antichi" della Sardegna

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  1. Prolagus
     
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    Copio un articolo che ho scritto per un blog di paleontologia.

    Le isole sono da sempre considerate dai biologi e dai paleontologi laboratori naturali dove la natura sperimenta nuove strategie di sopravvivenza. Darwin lo sapeva bene ed è per questo che nei suoi viaggi si occupò principalmente della faune delle isole come le famose Galapagos. Le isole sono ambienti ristretti che comportano uno stress sulle forme di vita animali e vegetali che vengono plasmate in tempi relativamente brevi. La speciazione infatti avviene generalmente in maniera più rapida rispetto che negli ambienti continentali. Anche nel bacino del Mediterraneo possiamo contare numerosi casi di evoluzione in ambiente insulare. Tra tutte le isole italiane riveste un particolare interesse la Sardegna. La nostra isola assieme alla vicina Corsica infatti costituisce un piccolo continente dove l'evoluzione ha forgiato organismi peculiari che non vissero da nessun'altra parte del mondo. Il blocco Sardo-corso si staccò dalle coste della Francia e della Spagna nell'epoca miocenica (periodo Neogene, era terziaria). Dal Miocene in poi solo in poche occasioni questa terra fu raggiungibile da parte degli animali del continente. Alla fine del Miocene il Mar Mediterraneo si prosciugò quasi del tutto e durante le fasi fredde dell'Era Glaciale il livello marino si abbassò permettendo l'emersione di ponti di terra tra Corsica e Toscana. In queste rare occasioni la Sardegna venne abitata da organismi provenienti dal continente che si ritrovarono isolati una volta che i ponti di terra vennero a mancare. Durante il Pliocene ed il Pleistocene inferiore l'Isola fu popolata da quello che viene definita 'fauna a Nesogoral'. Questa fauna era caratterizzata dalla presenza di un ecosistema complesso e variegato se consideriamo la ristrettezza di un'isola se pur grande come la Sardegna. Questa antica fauna oltre a piccoli insettivori e roditori endemici comprendeva anche animali di più grandi dimensioni quali le antiche capre Nesogoral melonii e Asoletragus gentryi, la piccola bertuccia Macaca majori, il minuscolo suide Sus sondaari, la puzzola Mustela putorius, il grosso mustelide Pannonictis e la 'iena-ghepardo' Chasmaporthetes melei. Quest'ultima era una iena cacciatrice che nello stile di vita e nelle abitudini trofiche si avvicinava più ad un ghepardo rispetto ad una attuale iena africana. Questa associazione faunistica Plio-Quaternaria scomparì con l'arrivo nell'Isola di nuove specie provenienti dal continente e penetrate probabilmente grazie ad un ponte di terra formatosi durante una fase fredda del Pleistocene inferiore. La nuova fauna rimpiazzò quasi del tutto l'antica 'fauna a Nesogoral'. Questa è stata denominata 'fauna a Tyrrhenicola' dal nome di un piccolo roditore simile ad una arvicola. Con questa nuova fauna vediamo comparire il cervo Megaceros cazioti, evolutosi probabilmente dal Megaceros verticornis del continente, il mustelide Enhydrictis galictoides, il piccolo sciacallo Cynotherium sardous, il famoso ochotonide Prolagus sardus ed il piccolo Mammuthus lamarmorai, l'unico mammuth nano del bacino del Mediterraneo. Questa specie non superava i 150 cm di altezza al garrese e i suoi resti sono stati ritrovati in diverse località della Sardegna occidentale. In Sardegna si contano anche tre specie di lontre, la lontra marina Sardolutra ichnusae, l' Algarolutra majori e la gigantesca Megalenhydris barbaricina. Quest' ultima specie è una delle più grandi del mondo, raggiungeva infatti la taglia dell' attuale lontra gigante del Brasile (circa 2 metri di lunghezza). In questo ambiente insulare non poteva mancare l'uomo, infatti una falange umana e soprattutto i resti di antiche industrie litiche testimonierebbero la presenza di ominidi probabilmente ascrivibili alla specie Homo erectus. Anche la fauna a Tyrrhenicola scomparì quando l'uomo moderno arrivando nell'isolae stravolse l'ecosistema introducendo nuove specie animali. l'unica specie che riuscì a sopravvivere fino in tempi storici fu Prolagus sardus che scomparì probabilmente in Epoca Romana. Le Isole sono ottimi e allo stesso tempo fragilissimi laboratori evolutivi, sono piccoli continenti dove la vita riesce a trovare sempre il proprio equilibrio... almeno fino a quando questo non viene stravolto da nuovi visitatori...

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    A: Cranio di scimmia Macaca majori (Plio-Pleistocene inf., Monte Tuttavista - Orosei NU)
    B: Cranio di mustelide Pannonictis sp. (Plio-Pleistocene inf., M. Tuttavista - Orosei Nu)
    C: Cranio di capra Nesogoral melonii (Plio-Pleistocene inf., M. Tuttavista - Orosei Nu)
    D: Cranio di iena Chasmaporthetes melei (Plio-Pleistocene inf., M. Tuttavista - Orosei Nu)
    E: Mandibola di lontra gigante Megalenhydris barbaricina (Pleistocene sup., Grotta di Ispinigoli - Dorgali Nu)
    (Fossili conservati nel Museo Archeologico di Nuoro - Foto non in scala)

    Edited by Prolagus - 1/8/2009, 21:23
     
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