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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 105 - Anno
XIV, 7 giugno 2007
Zurigo - Italiani e svizzeri uniti nella
ricerca. Obiettivo scoprire le cause del decesso di un corpo risalente ad
oltre 5000 anni fa, ritrovato tra i ghiacciai Schnalstal nelle Alpi
italo-austriache nel 1991. Dispositivi medici all'avanguardia per il team
italo-svizzero. "Il fatto che la lancia con la quale Oetzi sarebbe
stato colpito sia stata tolta prima del suo decesso è probabile cha abbia
determinato un aggravamento del suo stato di salute" – ha dichiarato
Frank Ruehli, Università di Zurigo, che ha condotto le ricerche e gli
studi sul corpo conservato nel Museo di Archeologia del Sud Tirolo di
Bolzano. Il ricorso ad esami topografici ad alta definizione ha permesso ai
ricercatori di generare un vero e proprio identikit in forma
tridimensionale di Oetzi senza dover compiere alcuna procedura chirurgica,
preservando in questo modo il corpo. Soddisfatto anche Dean Falk,
docente di Antropologia alla Florida State University: "Sono state
applicate, a questo fine, tecniche non invasive che hanno permesso di
accertare la causa di morte, rilevando ancora una volta i progressi
compiuti in campo scientifico".
Lontano dall'essere un povero pastore che si era perduto e vagava verso
una morte gelida e solitaria, Oetzi era ben armato e ben protetto
quando morì. Alcuni scienziati ritengono che possa essere stato ucciso: una
teoria sostenuta in un articolo pubblicato per il Journal of
Archaeological Science , che avrebbero scoperto una punta di freccia nella spalla
di Oetzi - questo il nome con cui è stato ribattezzato - proprio sotto
la sua spalla sinistra.
Il suo corpo è stato scoperto su un'alta sporgenza proprio all'interno
del confine italiano con l'Austria. Solo successivamente gli scienziati
hanno compreso trattarsi della più antica e meglio preservata mummia
della storia. Il cacciatore preistorico sarebbe stato colpito alle spalle
da un corpo contundente all'altezza della clavicola sinistra e che gli
avrebbe procurato prima una consistente perdita di sangue e poi un
arresto cardiaco - una lacerazione che anche oggi, pur con un trattamento
medico ed un pronto intervento darebbe probabilità di sopravvivenza pari
al 40% - si legge nell'articolo scientifico.
http://www.newsitaliapress.it/interna.asp?...269&info=136588
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