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Antica città egiziana rilevata dal satellite
Redazione Archaeogate, 07-06-2007
Le immagini catturate dallo spazio hanno rivelato l'esistenza di un'antica città della tarda epoca imperiale romana (intorno al 400 d.C.) in un tell (collina artificiale) situato a circa 350 km. a sud del Cairo. Gli scavi archeologici ne hanno confermato la localizzazione, trovando anche tracce di importanti commerci con la Libia ed il Mediterraneo Orientale.
Il progetto condotto dalla Prof.ssa Sarah Parcak della University of Alabama a Birmingham consiste nel creare una mappatura dei siti archeologici dell'Egitto attraverso le immagini satellitari; nell'ambito delle rilevazioni sono stati individuati altri importanti siti archeologici, distribuiti in un arco temporale di circa 5000 anni di storia.
Fonti per il testo e le immagini:
aol news
http://news.aol.com/topnews/articles/_a/an...S00010000000001
LiveScience
http://www.livescience.com/history/070605_...ite_egypt2.html
Fonte:
http://www.archaeogate.org/egittologia/article.php?id=597Attached Image. -
Gratia.
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Louvre: papiro egizio, 7 metri di diagnosi e ricette
http://www.swissinfo.org/ita/mondo/agenzie...00&positionT=14
Louvre: papiro egizio, 7 metri di diagnosi e ricette PARIGI - Un
papiro egizio del Nuovo Impero (1550-1050 a.C.) di sette metri con testi
di medicina è entrato nella collezione del Louvre. Si tratta del
secondo più lungo al mondo dopo il papiro Ebers conservato alla biblioteca
dell'università di Leipzig, in Germania.
Il papiro, che è costato 670 mila euro ed è stato acquisito grazie
all'intervento di un mecene, sarà esposto al pubblico da mercoledì prossimo
nell'ambito di una mostra sull' arte della medicina in Egitto che si
terrà fino al 6 ottobre; poi entrerà a far parte del dipartimento delle
Antichità egizie del museo parigino.
Si tratta di otto fogli che costituivano all'origine un rotolo lungo
circa sette metri. Il Louvre ne parla come di un vero e proprio "libro di
medicina", di rara lunghezza, i cui testi inediti, in lingua ieratica,
sono stati scritti su entrambe le facce da due scribi diversi e a molti
anni di distanza l'uno dall'altro.
Il primo scriba ha annotato una raccolta di diagnosi e ricette mediche.
La scrittura è densa e stretta. Questo testo risale al regno di
Thutmosis III o di Amenophis II (1479-1401 a.C.). Circa 150 anni dopo, verso
l'inizio dell'era di Ramses (1294-1250 a.C.), il testo è stato ripreso
da un altro scriba, dalla scrittura più ampia, che ha aggiunto
descrizioni di malattie e testi magici.
SDA-ATS
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ANTICO EGITTO, UN GIOCO TRA BOCCE E BOWLING
2007-06-19 15:55
IL CAIRO - Uno strano gioco, un po' bocce e un po' bowling,
appassionava gli antichi egizi. Lo ha scoperto la missione archeologica condotta
nel Fayoum (governatorato egiziano, 100 km a sud del Cairo)
dall'università di Pisa, in collaborazione con il dipartimento di Papirologia
dell'università di Messina e quello di Geofisica dell'università di
Trieste.
"Durante gli scavi negli ultimi anni a Medinet Madi abbiamo individuato
una strana struttura risalente al III secolo d.C.", ha raccontato
all'Ansa Edda Bresciani, direttrice degli scavi. "Al centro di una stanza
pavimentata in pietra c'era un canaletto profondo circa 10 cm, con
un'apertura quadrata in mezzo; sotto l'apertura, interrato, un vaso di
terracotta pieno di sabbia. Visto che sul lastricato sono state trovate
anche due palle di pietra levigate, una del diametro della canaletta e una
del diametro dell'apertura quadrata, abbiamo pensato a un gioco simile
al bowling, alle bocce o al biliardo, sicuramente una gara di
prontezza. Per ora, però, è ancora è un'ipotesi".
La missione, che sta continuando gli scavi nella zona, ha individuato
anche un 'castrum' (accampamento militare romano) risalente al IV secolo
d.C., la cosiddetta 'fortezza di Narmouthis'. L'esplorazione della
fortezza è stata completata tra novembre 2006 e aprile 2007; all'interno
sono stati trovati gli alloggi dei soldati, una grande cisterna per
l'acqua e due monete di bronzo del IV secolo. La missione riprenderà le
esplorazioni il prossimo autunno. La costruzione di fortezze nel Fayoum,
noto per la serie di ritratti funebri romani risalenti a un periodo tra
il I secolo a.C. e II o III d.C., rientrava nel programma di
riorganizzazione delle province dell'impero romano voluto da Diocleziano (243-313
d.C).
http://www.ansa.it/opencms/export/site/not..._157570273.html
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L'oro dei faraoni neri di Nubia
Archeologi dell'Università di Chicago hanno scoperto un centro di
lavorazione dell'oro che operava fra il 2000 e il 1800 a.C. nella regione
del medio Nilo. Il centro, insieme a un antico cimitero portato alla luce
poco distante, documenta l'estensione della zona di influenza del
regno sub-sahariano di Kush, la regione nota un tempo anche come Nubia.
Nella loro spedizione, finanziata dalla National Geographic Society e
dal Packard Humanities Institute, gli archeologi hanno trovato 55 pietre
per la levigazione dell'oro nel sito di Hosh el-Geruf, circa 350
chilometri a nord di Khartoum. L'area studiata, che finora non era stata
oggetto di ricerche archeologiche, è destinata a essere inondata a seguito
della costruzione della diga di Hamdab o Merowe, posta in prossimità
della Quarta Cataratta del Nilo.
"Il gran numero di pietre di levigazione e di altri strumenti per
lavorare l'oro indicano che il sito era un centro ben organizzato", ha
osservato Geoff Emberling, uno dei coordinatori della campagna di scavi.
"L'acqua è un elemento essenziale per la produzione di oro", ha
ricordato Bruce Williams, il secondo coordinatore della spedizione, durante la
quale è stato scavato anche il cimitero rinvenuto poco distante,
proprio dal quale sono stati estratti manufatti che indicano che la regione
fosse sotto il dominio dei signori di Kush, il cui regno si sarebbe
esteso ben al di là di quanto finora ritenuto”.
"Questa ricerca è particolarmente importante in quanto ci consente di
gettare uno sguardo sull'organizzazione economica di questo importante,
ma quasi sconosciuto antico stato africano", ha detto Gil Stein,
direttore dell'Oriental Institute. "Finora, quasi tutto quello che sapevamo
su Kush derivava dalle registrazioni storiche redatte dai vicini egizi e
da poche, limitate campagne di scavo nella capitale kushita di Kerma".
"Il regno di Kush è del tutto singolare - spiega Emberling - in quanto,
riusciva a mantenere tutte le strutture del potere militare e
governativo senza disporre di un sistema di scrittura né di una diffusa
burocrazia, né infine di grandi centri urbani".
Data: 20/06/2007
Fonte: Le Scienze on line
http://www.almanacco.rm.cnr.it/base.asp?ID...File=01_11_2007
Altro articolo in inglese qui:
Clue to Egypt's Gold Source Discovered
http://www.livescience.com/history/070619_nile_gold.html
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Gratia.
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Archeologia: identificata mummia regina Hatshepsut
26 giu 20:35 Archeologia: identificata mummia regina Hatshepsut
IL CAIRO - Identificata la mummia di Hatshepsut, la piu' famosa
regina della storia d'Egitto. L'incredibile scoperta, paragonata per
importanza a quella del sepolcro del faraone Tuthankamon, sara' annunciata
domani dal responsabile del Consiglio superiore per le antichita'
dell'Egitto, Zahi Hawass, in una conferenza stampa al Cairo. La mummia
identificata sarebbe una delle due scoperte nel 1903 in una piccola tomba nella
valle dei Re, a Luxor, nel Sud dell'Egitto, e finora identificata come
quella della nutrice della regina. (Agr)
http://www.corriere.it/ultima_ora/agrnews....DC-5E756AFE5799}
****
Foto qui:
http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/...a/mummia/1.html
http://www.ansa.it/opencms/export/site/not..._155699954.html
http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/s...ia-svelata.html
Edited by Gratia - 28/6/2007, 21:44. -
Gratia.
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Video: Egypt's Most Famous Female King Found
http://news.nationalgeographic.com/news/20...psut-video.html
http://it.youtube.com/watch?v=mCGm7dUSOsU
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Egitto: salvare la Sfinge
Sara' possibile con simulazione tridimensionale
(ANSA) - IL CAIRO, 4 LUG - 'Great Sphinx Visualization Project' e' una simulazione tridimensionale che permettera' di salvare la sfinge di Giza dai danni del tempo.Su questo scommettono la Biblioteca di Alessandria e il Centro di Ricerche IBM del Cairo, che hanno presentato un progetto di studio sugli effetti causati da vento, temperatura e pressione atmosferica sulla celebre statua monolitica che da 4500 anni fa la guardia alle piramidi. Si potranno generare sul computer copie virtuali in tutto simili all'originale.
http://www.ansa. it/site/notizie/ awnplus/internet /news/2007- 07-04_104100519. html
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Egitto, Piramidi unica meraviglia
Archeologo Hawass, cio' non toglie nulla all'Egitto
(ANSA)-IL CAIRO,8 LUG-L'Egitto ha detto oggi che le piramidi di Giza,alla periferia del Cairo,sono l'unica meraviglia del mondo e le nuove sette non contano nulla. Fra le nuove sette meraviglie del mondo,scelte fra 21 con voto via Internet, non ci sono le piramidi che sono l'unica meraviglia ancora esistente fra quelle indicate oltre duemila anni fa. 'Questo gioco non toglie nulla all'Egitto e alle piramidi che restano l'unica meraviglia del mondo', ha detto lo zar dell'archeologia egiziana Zahi Hawass.
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/cu...8_10898044.html
La mummia-regina? Grassa, calva e barbuta
Nuove rivelazioni su Hatshepsut, la faraona d'Egitto
«Giocava sporco, mangiava in abbondanza e si vestiva come i colleghi
maschi»
NEW YORK- La settimana scorsa, Zahi Hawass, segretario
generale del Consiglio Superiore per le Antichità egizie al Cairo, ha
annunciato di aver identificato la mummia femminile ritrovata già nel
1903 nella tomba KV60, vicino Luxor dopo più di un secolo di confronti,
studi e ricerche. Si tratta della regina Hatshepsut, nota come la donna
che si nominò farone che ha regnato sull'Egitto 3.500 anni fa, nel 15
secolo prima di Cristo. L'identità di Hatshepsut è significativa visto
che è stata definita dagli esperti come la più grande scoperta
archeologica dai tempi del ritrovamento della tomba di Tutankhamon nel 1922, ed
è stato accertato che si tratta chiaramente della prima
«donna-faraone».
NON È CLEOPATRA - L'identificazione certa della mummia è stata
possibile grazie al matrimonio tra tecnologia, scienza e archeologia;
l'analisi di un dente molare perfettamente conservato è stata la chiave per
risolvere uno degli enigmi della storia dei faraoni. Quel corpo di regina
era avvolto dalle bende e cosparso di resine profumate. Hatshepsut
però, una delle sei regine dell'antico Egitto, quinto sovrano della XVIII
dinastia, non era per nulla simile alla collega, la leggendaria
Cleopatra. Questa la tesi avanzata in questi giorni dai ricercatori che l'anno
presa sotto esame.
CALVA, BARBUTA E DIABETICA - «Era una donna molto forte e capace di
giocare sporco per salvaguardare i propri interessi, dimostrando di
essere allo stesso livello degli uomini. Apparentemente usava il suo potere
per governare le terre dalla foce fino alla fine del fiume Nilo solo
per mangiare bene e in abbondanza», dice Meredith F. Small, antropologa
dell'Università di Cornell negli Stati Uniti. «Era una cinquantenne
grassa, calva e barbuta», aggiunge la professoressa di New York. Secondo
gli archeologi avrebbe persino sofferto di diabete. Niente oro,
ornamenti o tesori grandiosi: la «signora di ferro», giaceva a terra nella
tomba della sua nutrice Sitre-In. «Una classica donna obesa come se ne
trovano a migliaia ai giorni nostri», racconta la studiosa al magazine
americano «Live Science».
MEZZA ETA' - Grazie alla tomografia computerizzata e all'analisi del
Dna i ricercatori hanno poi scoperto che la sovrana egizia, non solo
soffriva di un gran mal di denti ma anche di quello che molte signore di
mezza età al giorno d'oggi hanno più bisogno - un parrucchiere. «Era
calva su tutta la parte frontale del capo. Solo una coda di pochi e
lunghi capelli copriva la zona posteriore della testa». Hatshepsut insomma,
soffriva anche della patologia chiamata «alopecia areata», ovvero di
una repentina caduta dei capelli in più zone del cuoio capelluto.
Inoltre, sostengono gli scienziati, non era per nulla bella o attraente, come
la definiremmo tutt'oggi: «I tratti somatici del viso la facevano
assomigliare più ad un uomo che a una donna e inoltre, indossava gli abiti e
gli ornamenti tipici dei sovrani maschi, compresi barba finta e
copricapo».
«MONACA» - «Ma - come oggigiorno - l'abito non fa la 'monaca', una
donna non si giudica dall'apparenza. Hatshepsut ha avuto potere e
successo», dice la ricercatrice Small. Ha sposato uno dei suoi fratellastri,
Thutmose II, inizialmente co-reggente insieme al figlio, si autoproclamò
faraona, rimase al potere per 22 anni, uno dei regni più duraturi,
prosperi e pacifici che abbia conosciuto l'Antico Egitto. «Una donna come
se ne trovano poche», sostiene infine la professoressa.
Elmar Burchia
08 luglio 2007
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze...a_burchia.shtml
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Identificata la più antica arte d’Egitto: ha 15,000 anni
Fonte:
http://news.nationalgeographic.com/news/20...pt-artwork.html
Data: 11.07.07
Identificata la più antica arte d’Egitto: ha 15,000 anni
Incisioni e disegni rupestri recentemente riscoperti nel sud
dell’Egitto sono del tutto simili per età e stile alle pitture dell’Età della
Pietra diLascaux, Francia, e Altamira, Spagna, hanno dichiarato gli archeologi.
“Non è un’esagerazione parlare di Lascaux sul Nilo, ha dichiarato il
capo della spedizione Dirk Huyge, curatore della Collezione Egiziana al
Museo Reale d’Arte e Storia di Bruxelles, Belgio.
La forma d’arte è diversa da qualsiasi altro esemplare mai scoperto in
Egitto. Le incisioni – stimate risalire a 15,000 anni or sono – sono
state cesellate sui fianchi calcarei delle colline presso il villaggio di
Qurta, circa 640 km a sud del Cairo.
Delle più di 160 figure scoperte fino ad ora, la maggior parte ritrae
tori selvatici. La più grande misura circa due metri di ampiezza. Le
scoperte del team saranno pubblicate sul numero di settembre della rivista inglese
Antiquity.
Si tratta della “seconda scoperta” dell’arte di Qurta. Alcune delle
incisioni erano state trovate nel 1962 da un gruppo di ricercatori
dell’Università di Toronto, Canada. Il capo della spedizione, Philip
Smith, aveva allora ipotizzato - in un articolo del 1964 della rivista
Archaeology- che le figure risalissero al Paleolitico (da 2.5 milioni a 10,000
anni or sono). Gli esperti del Paleolitico, risposero allora che si trattava di
pura follia – perché “l’Europa era la culla dell’arte”.
Le scoperte di Huyge dello scorso marzo attestano invece che Smith
aveva ragione.
Le incisioni saranno esaminate alla ricerca di licheni e materiale
organico chiamato “strato di vernice” che possano essere datati al carbonio, o
sottoposti ad un altro processo conosciuto come datazione delle serie
dell’uranio. Essendo le rocce costituite di materiale inorganico, non
possono essere datate direttamente usando questi metodi.
Nel contempo, la scoperta ha sollevato una grande questione: come
possano i popoli dell’Europa occidentale e del sud dell’Egitto avere prodotto
forme d’arte così simili, e quasi contemporaneamente?
Benché le cave di Lascaux siano meglio conosciute per le immagini
pittoriche di tori e mucche, la gran parte della produzione rupestre è comunque
costituita da incisioni sulla pietra. E le incisioni di Lascaux sono
virtualmente identiche a quelle di Qurta, ha sottolineato Hyuge.
“Non sto dicendo che l’arte delle grotte di Lascaux sia opera di
egiziani, o che gli europei arrivarono in Egitto” ha dichiarato. “Ma l’arte è tanto
simile da riflettere una mentalità simile, o un simile stadio di
sviluppo” ha aggiunto.
Ora gli archeologi sono a caccia di nuovi reperti – potenzialmente più
antichi.
“L’arte rupestre deve essere parte di un’evoluzione” ha dichiarato
Huyge. “Vi deve essere arte più antica in Egitto… dobbiamo solo riuscire a
trovarla. Credo che siti a cielo aperto come questo si trovino in tutto
il Nord Africa”
Newsletter Archeologica
www.laportadeltempo.com
Foto tratta dal sito
http://news.nationalgeographic.com/news/bi...s/27530265.html
Edited by Gratia - 21/7/2007, 13:01Attached Image. -
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La stele di Rosetta
di Gaetano Bonelli
Palermo 16 Luglio 2007 ore 15:53
Il 2 luglio 1798 l'esercito francese sbarcò in Egitto, al comando di
Napoleone Bonaparte. L’Egitto era alleato dell’Inghilterra e
l’imperatore francese tentava con questa spedizione di colpire duramente la sua
mortale nemica.
Al seguito dell’imperatore viaggiavano scienziati con l’incarico di
scoprire e studiare i resti delle antiche civiltà egiziane.
Un giorno d’agosto del 1799, Pierre Francois Xavier Bouchard, un
ufficiale francese, stava eseguendo degli scavi per la costruzione del forte
Julien in una zona vicino la città di Rosetta. Durante gli scavi viene
portata alla luce una tavoletta con delle incisioni misteriose.
Incuriosito ordina di trasportare la tavoletta in un luogo in cui degli
esperti venuti al seguito di Napoleone potessero studiarla con calma. A prima
vista si nota come nella parte bassa della pietra vi sono delle
incisioni greche, nella parte centrale in carattere demotico, lingua corsiva
degli egizi già parzialmente nota, mentre in alto vi sono dei
geroglifici.Gli ellenisti che conoscono bene il primo testo capiscono
immediatamente che questo è la traduzione degli altri due. Non era altro che un
decreto emesso da un faraone, Tolomeo V Apifane che aveva governato nel
196 avanti Cristo. Questa scoperta avrà ripercussioni incredibili sul
futuro dell’archeologia. Infatti prima di tale scoperta il
problema principale degli archeologici di fronte a scoperte egiziane,
era proprio il non comprendere i geroglifici. Non potevano ne datare ne
attribuire ai vari faraoni la paternità di templi e tombe. Con la
stele di Rosetta tutto ciò risulterà possibile.
Purtroppo però per i francesi la scoperta fu loro ma la tavoletta fu
portata a Londra in Inghilterra. Napoleone abbandonò le sue truppe ad una
sconfitta certa e anche se il generale francese Menou caricò la stele
su una delle navi francesi il plenipotenziario Hamilton la scoprì e la
caricò su una nave diretta a Londra.
Menou di questa stele fece vari calchi e uno di questi arrivò nelle
mani di Champoleon che decise di mostrarla ad un suo cugino quindicenne :
Champollion. La pietra in basalto nero di Rosetta, grande quanto la
ruota di un carro, venne alla luce il 19 luglio 1799. Mostra tre sezioni
di scrittura: nella parte superiore ci sono 14 righe in geroglifico: 22
in demotico nella parte centrale e 54 righe in grafia maiuscola greca
nella parte più bassa. Confrontando una copia dei tre testi, un
diplomatico svedese esperto di lingue orientali, Akerbald, dimostrò che i nomi
dei re, nela parte greca, comparivano nella stessa posizione nel testo
demotico e avanzò con una certa sicurezza l'ipotesi che le tre sezioni
fossero la traduzione di un unico testo: un protocolla del collegio
sacerdotale di Menfi, datata 27 marzo del 196 a.C., che esaltava Tolomeo V
Epifane per la sovvenzione accordata a un tempio. Fu una benedizione
che in epoca tolemaica, quando le funzioni di governo erano tutte
affidate a greci e greca era la lingua ufficiale, gli atti pubblici
avessero pubblicazione bilingue, in egizio e in greco. La Stele di
Rosetta sembra una facile porta d’accesso alla lingua egiziana, dal momento
che una delle tre iscrizioni è nella lingua greca ben conosciuta. Non
tutto però risultò essere così facile, infatti i geroglifici si
presentarono con troppi segni per essere una scrittura alfabetica e troppo pochi
invece per esprimere una scrittura ideografica.
In questo clima di incertezza e di mancati progressi nella
decodificazione della Stele si inserì il giovane Champollion. Come molti giovani
dell’epoca Champollion non studiò a scuola ma venne seguito da un
precettore che lo avvicinò a molte materie linguistiche. Uno dei suoi sogni fu
proprio quello di decifrare la lingua egiziana e dare un ordine alla
storia egizia.
Il suo lavoro però, come del resto quello dello scienziato inglese
Thomas Young e dello svedese Akerblad, andava molto a rilento. Uno dei
grossi problemi che dovette incontrare fu quello politico. Sostenitore di
Bonaparte quando quest’ultimo venne spedito sull’isola d’Elba, cadde in
disgrazia.
Trasferitosi a Parigi, non mollò, e con grande interesse seguì gli
sviluppi dei suoi concorrenti, il più temuto fu proprio l’inglese Young che
dalla sua ebbe una grande preparazione. Dopo vent’anni nessuno dei
tre, tra cui anche lo svedese Akerblad, fu in grado di risolvere l’enigma
della Stele di Rosetta. Il punto critico che accomunò tutti fu il
capire se la scrittura egizia era fonetica o ideografica, esprimeva un suono
o un’idea ?
Il clima tra gli scienziati era incandescente, per capire il livello di
tensione basta leggere le poche righe di questa lettera:
Io penso, signore, che voi siate più avanti e che voi leggiate una gran
parte, almeno, del testo egizio. Se ho un consiglio da darvi, è quello
di non comunicare troppo le vostre scoperte a Monsieur Champollion.
Potrebbe accadere che ne pretendesse in seguito la priorità. Egli cerca
in più punti della sua opera di far credere che abbia scoperto molte
parole dell’iscrizione di Rosetta. Temo che si tratti di ciarlataneria e
ho buone ragioni di pensarlo.
Questa lettera era indirizzata all’inglese Thomas Young.
Chi la scrisse ? Si potrebbe pensare ad un acerrimo nemico ed invece
con grande stupore fu scritta dallo stesso maestro di Champollion:
Sylvestre de Sacy.
Finalmente arriviamo al fatidico 14 Settembre del 1822. Champollion
ebbe un’intuizione geniale: e se i geroglifici fossero un insieme di segni
fonetici e ideografici ? Corse dal fratello con un fascio di carte
gridando “Je tiens l’affaire” (ho trovato la soluzione).
Confrontando una copia dei tre testi, un diplomatico svedese esperto di
lingue orientali, Akerbald, dimostrò che i nomi dei re, nela parte
greca, comparivano nella stessa posizione nel testo demotico e avanzò con
una certa sicurezza l'ipotesi che le tre sezioni fossero la traduzione
di un unico testo: un protocolla del collegio sacerdotale di Menfi,
datata 27 marzo del 196 a.C., che esaltava Tolomeo V Epifane per la
sovvenzione accordata a un tempio in occasione del primo anniversario della
sua incoronazione. Il testo riporta tutti i benefici resi al paese dal
re, le tasse da egli abrogate, e la conseguente decisione del clero di
erigere in tutti i templi del paese una statua in suo onore, e statue
d'oro da collocare accanto a quelle degli dei, e di indire festeggiamenti
in onore del re. Stabilisce inoltre che il decreto sia pubblicato
nella scrittura delle parole degli déi (geroglifici), nella scrittura del
popolo (demotico) e in greco. La parte greca inizia così:
Basileuontos tou neou kai paralabontos tén basileian para tou
patros... (Il nuovo re, avendo ricevuto la monarchia da suo padre...)
Champollion intuì che il cartiglio (parte di testo circondata ed
evidenziata da una linea) nel testo geroglifico conteneva il nome del
faraone, ed era riportato allo stesso modo nel testo greco sottostante. Dopo
molti anni di faticoso e duro lavoro, mediante accurati confronti con
altri testi, lo studioso fu in grado, nel 1822, di decifrare i
geroglifici basandosi su un’altra lingua utilizzata nel tardo egizio: il copto.
Ad ottenere il merito fu una successiva scoperta avvenuta nel 1815,
quando furono rinvenuti nell’isola di Philae, due piccoli obelischi:
erano una seconda stele in quanto vi era inciso il doppio testo geroglifico
e greco; inoltre vi compariva il nome di un altro faraone Tolomeo
(Evergete II) con la consorte Cleopatra III . Lo scienziato, leggendo il
testo greco, aveva notato che per otto volte ricorreva un anello ovale
chiamato cartiglio, contenente numerosi geroglifici e comprendente due
segni che non vengono letti: uno determinativo che indica la
categoria maschile o femminile cui il nome appartiene e un altro
indicante la desinenza dello stesso.
Champollion mise in ordine le lettere del nome riportato, osservando
la posizione degli ideogrammi, sotto i corrispondenti segni del
cartiglio e potè comprendere ad ogni segno quale lettura del nostro alfabeto
corrispondessero. Lo stesso fece per Cleopatra, l’altro nome
raffigurato. Percepì dunque che per ciascun geroglifico non corrispondeva
necessariamente una parola; inoltre essi non erano pittogrammi o ideogrammi in
quanto non rappresentavano esclusivamente oggetti o concetti ma
all’interno di un identico testo, essi, potevano avere sia valore simbolico
sia fonetico.
Proseguendo Champollion, trascrisse un alfabeto che pubblicò in
seguito: Le Lettre à M. Dacier. Le basi per la nascita di una moderna scienza
dell’egittologia sono poste.
Nel 1824 Champollion scrisse un libro con le sue scoperte. Nel 1825
visita l’Italia e copia i testi dei geroglifici contenuti a Torino,
subito si accorse però che il materiale a sua disposizione non era
sufficiente per migliorare le sue conoscenze. Insieme a Ippolito Rosellini,
erudito toscano appassionato delle scoperte di Champollion, partì per
l’Egitto, i due viaggiarono prendendo appunti e disegnando le pitture
murali dell’Antico Egitto. Al suo rientro vennero infine riconosciute le sue
capacità. Eletto membro dell’Academie venne creata apposta per lui una
cattedra di egittologia al College de France.
Di li a poco il troppo lavoro minò irreparabilmente il suo fisico; morì
giovanissimo a Parigi a soli 42 anni.
http://www.comincialitalia.net/interna.asp...d_articolo=3663
Il bowling ai tempi del faraone scoperta la pista da gioco egiziana
Il ritrovamento nel corso della missione dei ricercatori
dell'Università di Pisa
nel sito archeologico di Narmouthis. "Nuove informazioni sugli usi e
costumi di quel popolo"
di LUIGI BIGNAMI
Sono ancora gli egizi a far parlare di sé con la loro capacità unica di
aver precorso i tempi. E questo anche quando volevano divertirsi un
po'. La scoperta è frutto della missione archeologica dell'Università di
Pisa realizzata sul sito greco-romano di Narmouthis (a 100 km a
sud-ovest del Cairo, nell'oasi del Fayum). Qui i ricercatori italiani hanno
riportato alla luce quella che può essere considerata la più antica pista
da "bowling" ossia il gioco con le grosse bocce che servono per
abbattere dei birilli. Il divertimento si teneva all'aperto, su di un
pavimento appositamente realizzato con mattoni di limo, il noto fango
fertilizzante del Nilo
Si è giunti alla conclusione che su di esso si giocava a bowling dove
aver scoperto una scanalatura non molto larga che termina in un buco di
12 cm di diametro con una piastra in terracotta sistemata sotto di
esso. A ciò si è aggiunto il ritorvamento di due piccole bocce di pietra
levigata dello stesso diametro della scanalatura che venivano lanciate,
proprio come si fa con la moderna boccia da bowling nello stretto
corridoio. "E' una costruzione unica; verosimilmente è il primo tentativo di
praticare un gioco simile al moderno bowling", afferma Edda Bresciani,
egittologa a capo della missione. Il tutto risale ad un'età compresa
tra il III e II secolo avanti Cristo
Perché è interessante questa scoperta? Aristide Malnati è archeologo
all'Università Cattolica di Milano: "Il ritrovamento così inusuale è
destinato ad allargare la nostra conoscenza sulle attività ludiche in
Egitto. Sullo stesso scavo o nel corso di operazioni archeologiche su siti
vicini sono stati in più occasioni rinvenuti giochi per bambini o per
adulti: bambole (in legno o in pezza), piccoli palloni anch'essi di
pezza, trottole o giochi con bastoncini. Erano tutti oggetti che allietavano
la vita già di per sé vivace dei giovani egizi in quelle zone; e poi i
dadi, gli strumenti per giocare alla morra o forme di intrattenimento
ludico più complesse (come un antico backgamon, con regole a noi
ignote). E' un aspetto questo, ancora troppo poco noto del mondo egizio che
ci aiuta ad immaginare però, come si intrattenessero tra loro gli adulti
degli stessi antichi villaggi"
Nella stessa area archeologica è stata scavata recentemente anche una
ulteriore area di svago e riposo: un sistema idraulico ad oggi senza
paralleli, degno dell'ingegneria idraulica dei romani: si tratta di una
cisterna ricavata nella roccia fino all'attacco della volta e fornita
d'acqua da un condotto a sua volta collegato a un canale esterno al
villaggio. Ancora Malnati: "Erano le terme di Narmouthis dove giovani
fanciulle o matrone più attempate si recavano per migliorare l'aspetto fisico;
e lì vicino gli uomini si cimentavano nel bowling sul campo appena
trovato: era probabilmente la zona ricreativa di questo antico villaggio"
I recenti scavi hanno infine rivelato particolari informazioni sulla
vita delle guarnigioni romane, che di volta in volta si sono succedute a
presidiare l'abitato e la zona. L'esplorazione degli alloggiamenti
militari ha continuato a fornire con abbondanza i barilotti di forma
ellissoidale destinati a contenere la razione quotidiana di vino. Un grande
ambiente intonacato e decorato a motivi geometrici era forse il
quartiere del capo del "castrum" (l'alloggiamento militare). Il villaggio
cambiò fisionomia con l'avvento del cristianesimo e con il tramonto
dell'Impero romano; tanto che nell'epoca del fiorire delle chiese prima e delle
moschee poi, avvenne inesorabile lo smantellamento o la perdita di
valore di molte strutture precedenti, come la cisterna o come il campo da
bowling. In seguito, con l'avanzata del deserto, Narmouthis fu
abbandonata
(16 luglio 2007)
http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/s...ia-faraone.html
. -
Gratia.
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Mummie: alla ricerca di un'identità
14 lug 2007 10.32
Dopo gli interrogativi sorti sulla
mummia di Hatshepsut e su quella erroneamente attribuita a Thutmosis I,
Zahi Hawass ha deciso di sottoporre tutte e 40 le mummie presenti nel
Museo del Cairo ad esami approfonditi con la moderna apparecchiatura per
la TAC ora in possesso del Museo. Si spera così di giungere a dar loro
un'identificazione certa e indiscutibile.
L'articolo della CNN al sito:
http://www.cnn.com/2007/TECH/science/07/13...reut/index.html
http://www.egittologia.net/Community/Forum...ic/Default.aspx
. -
Gratia.
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Una fortezza faraonica sull'antica via di Horus
IL CAIRO - La più grande fortezza sull'antica via di Horus, vitale
collegamento tra Egitto e Asia, è stata scoperta nei pressi di Qantara, 3
chilometri a est del Canale di Suez; una costruzione che risale al Nuovo
Regno, tra la XVIII e XIX dinastia (1543-1186 a.C.).
La grande fortezza, lunga 500 metri e larga 250, con mura di 2 metri di
altezza e 13 metri di spessore, è circondata da ventiquattro torri
rettangolari che, secondo la missione del Consiglio Superiore delle
Antichità diretta da Mohamed Abdel Maqsud, capo del Consiglio per le
Antichità d'Egitto, testimoniano che la fortezza militare segnava il confine
orientale dell'antica città di Tharo, punto di partenza delle armate
egiziane durante il Nuovo Regno.
All'interno della fortezza gli archeologi hanno trovato pezzi risalenti
all'epoca del faraone Thutmose III (1457-1424 a.C.); dagli scavi
risulta inoltre che la costruzione è stata allargata all'epoca di Ramsete II
(1279-1212 a.C.).
«Ora, grazie a questa scoperta, l'antica città di Tharo combacia
perfettamente con le iscrizioni sui muri del tempio di Karnak che raccontano
della campagna militare in Asia di Seti I (1290-1279 a.C.)», ha
spiegato Mohammed Abdel Maqsud, sottolineando anche che la fortezza dimostra
che la città di Tharo, utilizzata già nell'Antico e Medio Regno, si è
espansa e ha assunto importanza durante il Nuovo Regno e fino in epoca
romana. La gigantesca fortezza proteggeva l'accesso al delta del Nilo e
il confine orientale. Secondo le iscrizioni del tempio di Karnak, lungo
l'antica via militare di Horus c'erano undici fortezze che portavano i
nomi dei faraoni del Nuovo Regno.
http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=64352
. -
Gratia.
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Alluce egizio protesi piu' antica
E' di pelle e legno e risale al 1000 a. C.
(ANSA) - ROMA, 27 LUG - Un alluce di pelle e legno risalente al 1000
a.C. per una donna egiziana di mezza eta' potrebbe essere la protesi
piu' antica del mondo. Appartiene a una mummia visibile al Museo Egizio
del Cairo. Resta da capire se davvero sia una protesi oppure se sia
stato attaccato per la mummificazione. 'Ci sono buone probabilita' che sia
una protesi - spiega Jacky Finch del Centro di Egittologia Biomedica di
Manchester - perche' il dito finto appare usurato e ben articolato al
piede della mummia'.
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/sc..._127107182.htmlAttached Image. -
Gratia.
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Arte: Nefertiti aveva le rughe
Studio tedesco ricostruisce il viso
(ANSA) - BERLINO, 27 LUG - Nefertiti aveva le rughe: lo prova uno
studio dell'Isi, Siemens Imaging Science Institute di Berlino. L'istituto
con una tomografia ha ricostruito accuratamente il viso della donna,
considerata la piu' bella di tutti i tempi. 'Il viso e' pieno di rughe,
il collo piu' tarchiato - ha osservato Dietrich Wildung, direttore del
museo egizio di Berlino - e il naso non e' cosi' armonico come si
ammira nel busto di 3347 anni in visione all'Altes Musem'
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/sc..._127103935.html
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Gratia.
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Grazie al Dna andiamo alla scoperta della sciatica del faraone
14 agosto 2007
di Aristide Malnati
Quale malattia ha causato la morte di Tut Ankh Amon? Come si configurava il quadro clinico di Hatshepsut, la bellissima donna faraone, che donò all'Egitto un lungo periodo di prosperità?E' vero che Akhenaton, il primo faraone monoteista, soffriva di una malformazione alla spina dorsale? Curiosità sullo stato di salute dei grandi d'Egitto, su quali malattie abbiano riscontrato, persino su come fossero le loro sembianze in vita troveranno presto risposta e aggiungeranno elementi preziosi alla storia della civiltà egizia grazie al programma di mappatura genetica e di analisi del DNA avviato da Zahi Hawass sulle mummie reali della Valle dei Re.
Primi importanti successi della scansione ad alta definizione sono relativi a Tut Ankh Amon: si è scoperto che sarebbe morto per cause accidentali (probabilmente per un infezione a un arto, causata da una caduta dal carro) e non assassinato in seguito a una torbida congiura di palazzo, orchestrata da Ay, faraone dopo di lui: il frammento osseo staccatosi dal cranio, che lasciava supporre un colpo letale, in realtà è dovuto a un errore degli imbalsamatori.
Recentemente con le stesse tecniche si è stabilito che la mummia di Hatshepsut è quella proveniente da un nascondiglio all'ingresso della Valle dei Re e che essa giaceva quasi dimenticata nei magazzini del Museo Egizio del Cairo. E a completamento delle indagini genetiche si è capito che la mummia femminile trovatale a fianco è quella della nutrice Siter In, per la sua fedeltà in vita gratificata di una sepoltura comune; la pronta analisi della mummia appena attribuita ha consentito di stabilire le cause della morte di Hatshepsut: diabete o un tumore.
Oggi l'indagine prosegue con TAC ad alta risoluzione, eseguite dal radiologo Ashraf Selim, e promette rivelazioni clamorose. Tre mummie senza un nome sono state scannerizzate senza tregua; e il quadro genetico, le patologie riscontrate, l'età del decesso e soprattutto l'analisi del DNA, che facilita l'identificazione di parentele, sembrano suggerire clamorose attribuzioni. Per alcuni studiosi si tratterrebbe dei corpi imbalsamati niente meno che di Akhenaton, della splendida consorte Nefertiti e della regina Tyie, madre di Tut Ankh Amon. Dubbi sono nutriti su Akhenaton, morto attorno ai 35 anni: la mummia in questione sembra palesare un decesso avvenuto attorno ai 60 anni per degenerazione cellulare; più convincente appare l'attribuzione di Nefertiti, trovata nella tipica posizione regia con il braccio destro piegato sul corpo.
Inoltre si sono rilevate fratture al torace incorse dopo la morte: ebbene sappiamo che la consorte di Akhenaton, trascinata in un giudizio di condanna in seguito alle posizioni monoteiste del marito, venne terribilmente deturpata appena deceduta e che dovette essere nascosta per essere sottratta alla vendetta dei potenti sacerdoti di Tebe. Se così fosse con tecniche ormai più volte sperimentate potremmo ricostruire le sembianze di Nefertiti e far risplendere la sua leggendaria bellezza.
Insomma si è avviato un programma di sistematica indagine medica che promette rivelazioni clamorose anche sulla storia privata dei faraoni: magari verranno accertati figli illegittimi e parentele clamorose, frutto di adulteri segreti, che prenderebbero corpo dopo più di 3.000 anni d'oblio; la moderna tecnologia scandaglia sempre meglio un'epoca remota, sondata nelle camere del potere ma anche nella quotidianità dei sudditi.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...ulesView=Libero
Ambiente/ Alessandria d'Egitto rischia di scomparire
Giovedí 16.08.2007 10:15
Sono tanti i turisti che soprattutto dal Cairo scelgono le spiagge di
Alessandria d’Egitto per cercare riparo dalla calura estiva. Ma le
loro vacanze potrebbero presto diventare soltanto un ricordo. A lanciare
l’allarme e’ il settimanale egiziano ‘Al Ahram Weekly’ secondo cui il
riscaldamento globale minaccia l’esistenza della perla ‘egiziana’ sul
Mediteranno, appena rinnovata dalla riapertura della sua antica e mitica
biblioteca. Stando all’ultimo rapporto della Climate Change Division of
the Egyptian Environmental Affairs Agency (EEAA) del Cairo il livello
del mare su questa costa crescera’ di 30 centimetri entro il 2025. Un
vero guaio se si pensa che erosione delle spiagge, inondazioni, riserve
d’acqua ed estuari che diventano salati sono fra i danni principali
prodotti dalle onde marine.
Alessandria d’Egitto – come sulla sponda opposta del Mare Nostrum la
nostra Venezia – rischia quindi di scomparire, inghiottita
dall’avanzata delle acque salate. In Egitto –continua il giornale - sono in
pericolo anche le altre localita’ sulla costa del Mediterraneo: da Port Said a
Damietta a Suez, che rischiano piu’ di quelle del Mar Rosso. ‘’La
costa del Mediterraneo e’ piu’ vulnerabile all’innalzamento del livello del
mare (rispetto alle coste del Mar Rosso, ndr)’’, dice Mohamed El Raey,
docente dell’Istituto per gli Studi e la Ricerca dell’Universita’ di
Alessandrina ‘’per il batto che e’ piuttosto bassa’’. E poi ricorda come
in questo tratto di costa le onde del mare minacciano anche
l’agricoltura.
E’ qui infatti che prosperano le coltivazioni del fertile Delta del
Nilo. Le autorita’ del Cairo gia’ pensano di correre ai ripari. Stanno
realizzando un piano ‘’per la limitazione dell’erosione’’ delle spiagge
– continua il giornale - mirato anche a proteggere le strutture
costruite in periodi non sospetti. Un progetto completo in questo senso sara’
presentato entro fine anno alla World Meteorological Organisation. E
"se Dio vuole" i fondi arriveranno in tempo, entro il 2008.
Elisa Pierandrei
http://canali.libero.it/affaritaliani/cron...egitto1508.html
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