Egitto

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    Nefertiti contesa

    Il Cairo chiede il busto della regina per una mostra

    Una battaglia culturale
    Una delle testimonienze più preziose della cultura e della civiltà
    egizia, il busto della regina Nefertiti, è al centro di una "battaglia
    culturale" tra Egitto e Germania. Il Cairo ha ufficialmente chiesto al
    museo egizio di Berlino di poter avere in prestito il busto di Nefertiti
    per tre mesi in occasione di una mostra molto importante.

    Ma Berlino ha detto no: l'opera potrebbe rovinarsi durante il trasporto
    ma, soprattutto, il timore dei tedeschi è che l'opera una volta
    arrivata al Cairo non venga più restituita. Se così fosse Berlino perderebbe
    una delle attrattive culturali principali e una fonte di incassi enorme.
    Il caso diplomatico continua.
    A cura della redazione Cultura



    Data: 24/04/2007 10.09.00
    http://www.voceditalia.it/index.asp?T=naz&R=cul&ART=8226

     
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    EGITTO: GLI ULTIMI GIORNI DI UN ANTICO RITO MAGICO

    IL CAIRO - Solo 25 "officianti", e poi lo "zar", antichissimo rito
    magico di origine africana che cura e placa l'animo a ritmo di musica, sarà
    per sempre perduto in Egitto. Sopravvive, oggi, in un ex magazzino di
    un palazzo decadente della vecchia Cairo, riadattato con raffinato gusto
    occidentale da un egiziano professore di francese che ne ha fatto la
    base dell'Egyptian Center for Culture and Art. "Il nostro sogno è
    preservare l'identità culturale egiziana per combattere il conformismo, il
    consumismo e l'intolleranza", dice Ahmed el Maghreby, poco prima
    dell'inizio dello spettacolo, al quale assistono ormai anche gruppi di turisti.

    "Non è un esorcismo - spiega Maghreby - perché lo spirito negativo,
    maligno, il 'jinn', non è esorcizzato, bensì placato". E appare Umm Sameh,
    60 anni circa, imponente, con occhi scuri penetranti, in un volto
    dell'Alto Egitto. Ha una forte presenza scenica. E' una diva. Indossa una
    lunga tunica dorata, orecchini, bracciali e anelli d'oro, ha i capelli
    coperti da una fazzoletto legato stretto dietro, alla "contadina", e il
    viso incorniciato da un velo nero trasparente con il quale gioca per
    tutto lo spettacolo. Perché ormai di questo si tratta, di un'esibizione
    settimanale per un pubblico per lo più occidentale, incuriosito, felice
    di una briciola di folclore, sorpresa insperata in un Paese schiacciato
    dalle esigenze del turismo di massa. Umm Sameh canta, e balla, i piedi
    coperti da calze a rete nere, al suono di tamburi e di un flauto.
    Spiega allo spirito maligno che se ne deve andare. Lancia sulla punta delle
    dita baci al pubblico. La musica sale di tono. Un uomo batte il
    ritmo a colpi di anche, facendo risuonare le decine di piccoli zoccoli
    di capra cuciti su un 'grembiule' di cuoio, che scende sul sedere.
    L'atmosfera si scalda, diventa coinvolgente, un'altra donna balla, come
    nel salentino ballo della taranta o per i dervisci turchi, girando su
    se stessa sempre più veloce, fin quasi allo sfinimento, quasi in trance.
    E' una riproduzione del rito, aperto diffondendo incenso "per profumare
    gli spiriti", che ancora oggi Umm Sameh fa su richiesta di chi ne senta
    la necessità, chiamata da famiglie di "malaté, in città come in
    campagna. Arrivato dall'Africa nera, di cui mantiene fortissimo il sapore -
    ricorda una variante di 'vudu' - lo 'zar' era come una specie di
    psicoterapia per le donne, che sono le vittime preferite dei 'jinn', gli
    spiriti maligni, sempre maschi. Bandito in Sudan, per il suo carattere pagano
    contrario ai principi islamici, è sopravvissuto nel più tollerante
    Egitto, dove si sta estinguendo, per mancanza di officianti.Ne restano solo
    25, Il 'kodia', chi guida il rito, è un ruolo esclusivamente
    interpretato da una donna, tramandato di madre in figlia. "Le ragazze
    non vogliono più farlo, non lo sentono, dentro di loro", dice Umm
    Sameh, che ha cominciato a officiare a 11 anni. Il nipotino di Umm Sameh
    sembra invece recepire appieno la pace che la cerimonia si propone di
    dare: a bocca aperta, dormendo tutto il tempo un profondo sonno sereno.


    http://www.ansa.it/opencms/export/site/not...2142375712.html

     
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    La Piramide (I)
    https://www.youtube.com/watch?v=1jnBZokvUdg...related&search=

    °

    La Piramide (II)
    https://www.youtube.com/watch?v=HE38XZERcEs...related&search=

    *

    La Piramide (III)
    https://www.youtube.com/watch?v=8O74HzvfQJs...related&search=

    *
    La Piramide (IV)
    https://www.youtube.com/watch?v=YdaM2ndowQ4...related&search=

     
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    "Toglierò dalla sabbia la seconda Sfinge"

    Fonte: La Stampa
    Data: 29/04/2007
    "Toglierò dalla sabbia la seconda Sfinge"

    Bernardino Drovetti da Barbania ad inizio Ottocento trovò nella zona di Karnak e Luxor qualcosa come 3000 reperti che oggi costituiscono l'ossatura del Museo Egizio di Torino. Antonio Lebolo da Castellamonte, nello stesso periodo e negli stessi luoghi scoprì quei papiri che poi in qualche modo giunsero in Ohio, ispirarono il «profeta» Joseph Smith e ancora oggi sono la Bibbia dei Mormoni.
    Indiana Jones venuti dal Canavese, proprio come Diego Baratono, 47 anni da Agliè, studioso egittologo che oggi è pronto all'avventura della vita: arrivare fino alla piana di Giza per dimostrare che laggiù, sotto venti metri di sabbia, esiste addirittura una seconda sfinge. Un sogno incredibile, che accarezza dalla fine degli anni Novanta, quando sfogliando le carte come un certosino esclama il classico «Eureka!» Trovata, la teoria:non avrebbe senso quel micione di pietra senza il suo gemello, «è scritto nelle stelle, non ci ha mai pensato nessuno ma è proprio così».
    Lui però non è un accademico, nella vita fa l'impiegato al tribunale, e la missione è tutta in salita: «Sapesse quanti ostacoli, ma io lo so, là sotto c'è qualcosa. E ci arriverò». Pubblica un libro, «Le abbazie e il segreto delle piramidi», che oggi è pure alla Princeton University, Usa, va in giro a tenere conferenze. Intanto aspetta il momento buono. Eccolo, finalmente. Armani Group, che da anni è impegnato a sostenere ricerche culturali, si offre come sponsor. La spesa, tutto sommato, è modesta: poche migliaia di euro, escludendo la strumentazione. La spedizione sarà supervisionata dalla congregazione Ssa (Servizi speciali archeologici) . Baratono partirà a giugno con un geologo, un topografo, un'interprete egiziana. Per fare cosa, per scavare?
    «No, è questo il fatto. Non toccheremo niente. Eseguiremo una specie di tac della superficie che abbiamo individuato sulle mappe, poi azioneremo dei rilevatori che si chiamano geofoni. Senza sollevare un granello di sabbia», racconta. Il bello è che sanno esattamente dove cercare. «È proprio in quel punto - e indica la cartina su Internet - Dovessimo davvero trovare qualcosa, allora passeremmo la palla al governo.
    Dovranno essere loro ad occuparsi degli scavi». Sì, ma questa teoria?
    Raccontata da lui fa rimanere a bocca aperta perché tutto quadra. È una specie di puzzle da ricostruire, con i due leoni che tra l'altro erano ben visibili pure nelle iscrizioni più antiche: «Quel popolo si limitava a osservare e riprodurre: le piramidi sono una specie di mappa del cielo.
    Corrispondono a due stelle della costellazione del Leone e una della Vergine in un momento ben preciso: i solstizi d'estate e d'inverno, quando s'ingrossa e s'inaridisce il Nilo, che per loro era il vero punto di riferimento».
    E la sfinge? «È piazzata ad Est, "sputa" il sole. Manca quella che lo "inghiotte", ad Ovest. Ed è lì che la cercheremo». Traccia delle linee sulla mappa e il gioco è fatto. Piramidi e sfinge (è il caso di dire sfingi?) rispettano «un ordine geometrico conosciuto già 12 mila anni prima di Cristo. È l'esagramma. Io ci sono arrivato studiando le abbazie cistercensi: ad esempio a Staffarda quella figura si ritrova». Viene da immaginarli Diego Baratono e gli altri il prossimo 21 giugno (il solstizio d'estate...) , che toccano il loro sogno con un dito: sfiorare, dopo cinquemila anni, il mistero del secondo micione - un colosso da 60 metri per 20 -, ovvero l'ultima arca perduta.
    Copyright ©2007 La Stampa 29/04/2007

    http://www.laportadeltempo.com/ Egitto/eg_290407.htm
     
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    Scoperto un antico porto a Dahab

    Dalla "Egyptian Gazette":
    Archaeologists uncover ancient seaport in
    Dahab

    Egyptian archaeologists have uncovered a 2,200-year old port in the
    Red Sea city of Dahab, the Culture Ministry announced yesterday.


    The findings, located 140 kilometres from Taba, include a space of
    about 38 metres long and 40 metres wide, the Ministry said.At another
    section of the port, archaeologists found what looks to have been 24
    storage rooms, it added. Further digging will occur to better identify the
    monument, the ministry said.

    Fonte:
    http://www.egittologia.it/Community/Forumd...fault.aspx#5781


     
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    ARCHEOLOGIA: PARTE RICERCA CNR SU COLORI DIPINTI MURALI EGIZI
    Sara' avviata il 25 maggio nella sede dell'Istituto di chimica inorganica delle superfici (Icis) del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova una ricerca scientifica sui dipinti murali egizi, diretta e coordinata dall'Istituto superiore per le tecniche di conservazione dei beni culturali e dell'ambiente "Antonino De Stefano" (Isad) di Trapani, al quale il Supremo Consiglio delle Antichita' d'Egitto ha datto in concessione lo scavo archeologico e il restauro della necropoli di Gharbi Assuan. Alla ricerca partecipera' anche la Cts di Altavilla Vicentina (Vc), impresa leader nel settore del restauro. L'Isad dopo tre missioni archeologiche a Gharbi Assuan, dove con il geo-radar di almeno 10 tombe ipogee completamente inesplorate, ha anche attivato la ricerca scientifica sui dipinti murali: sono stati prelevati piccolissimi campioni di tutti i colori dei dipinti murali e sono stati analizzati per la prima volta nei laboratori del Supremo Consiglio delle Antichita' d'Egitto al Cairo. Gli esami hanno confermato che i dipinti sono composti da minerali e sono state per la prima volta rilevate quantita' e qualita' dei singoli materiali. Ora l'Isad consegnera' i risultati delle analisi fisico-chimiche all'Icis di Padova, e si iniziera' a riprodurre in laboratorio le stesse cromie individuate nei dipinti egizi per testare quale prodotto di restauro e' idoneo per la loro conservazione. L'Isad ha inoltre organizzato un corso di specializzazione di restauro dei dipinti murali egizi che si terra' ad Assuan tra ottobre e novembre. In quell'occasione saranno presentati i primi risultati della ricerca scientifica.

    http://www.repubblica.it/news/ired/ultimor...tml?ref=hpsbdx2
     
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    ARCHEOLOGIA: SCOPERTA UNA TOMBA APPARTENUTA A HENU

    eccezionale scoperta archeologica. Una tomba appartenuta a Henu,
    (2200-2050 avanti Cristo) dell'Antico Egitto, colma di di statuette lignee e'
    stata trovata per caso a Deir al-Barsha, durante scavi nella necropoli
    di Minya. La scoperta stata resa notai dal ministro della cultura
    egiziano, Faruk Hosni. E' stata fatta da un'equipe di archeologi
    dell'Universita' cattolica di Lovanio, in Belgio, durante sondaggi attorno alla
    camera mortuaria di un'altra tomba. Henu, secondo le fonti dell'epoca, e'
    stato intendente di corte e, come amministratore di tutte le proprieta'
    reali, soprintendeva alle cave e ai cantieri delle grandi opere
    pubbliche, in particolare sotto il faraone Menthotpe II (2013-2001 a.C., XI
    dinastia). La tomba, contiene la mummia di Henu, avvolta in lino, in un
    sarcofago con invocazioni agli dei dell'Oltretomba Anubi e Osiride, una
    statuetta che lo raffigura in tenuta da cortigiano, ed una serie di
    statuette di legno, perfettamente conservate, che illustrano
    tecniche e fasi di costruzione, dal trasporto di sacchi di argilla
    alla lavorazione del fango per ricavarne mattoni, ma anche la produzione
    di birra e di altri beni per la corte reale. Contiene anche un modellino
    di un'imbarcazione con due file di rematori. Le statuette sono fra le
    meglio conservate mai ritrovate e sono caratterizzate da una fattura di
    ottima qualita' e grande finezza nel dettaglio. Le figurine dei
    muratori al lavoro, e' stato notato, hanno persino piedi e mani sporchi. Tutte
    le suppellettili vengono sottoposte a restauro mentre la mummia
    (presunta) di Henu sara' esaminata con la Tac.

    http://www.culturalnews.it/Article.aspx?c=39&a=2197



     
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    Piramidi di Giza: cemento? Pare proprio di sì!Nuovi studi sulla composizione dei blocchi superiori della Grande
    Piramide porterebbero alla conclusione che siano stati proprio realizzati
    con un particolare tipo di “cemento”.
    Non quello che usiamo oggi, ma un altro agglomerato (un geopolimero)
    che darebbe risultati migliori sia per durata che per combattere
    l’inquinamento.
    Ah, questi Egizi!


    http://www.livescience.com/history/070518_...m_pyramids.html


    http://www.materials.drexel.edu/Pyramids/


    Fonte:
    http://it.f562.mail.yahoo.com/ym/Compose?Y...sort=date&pos=0




     
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    Stasera su odeon tv - REBUS, questioni di conoscenza

    giovedì ore 21:10


    Nuovo ciclo dal tema “Sulle orme dei Faraoni - alla ricerca dei
    misteri dell’antico Egitto”.

    Sarà un viaggio molto intenso durante il quale ci chiederemo chi e
    perché ha costruito le piramidi di Giza, se è possibile che la loro
    disposizione rispecchi la cintura della costellazione di Orione e se alla base
    di tutto c’è un messaggio proveniente da un’antichissima civiltà.

    Le puntate si baseranno, ed è questa la novità, su documentari
    realizzati dalla redazione di Rebus che è andata in Egitto ad esaminare da
    vicino la cultura degli antichi Egizi. Maurizio Decollanz cura e conduce
    anche questo nuovo ciclo, ma lo fa con l’affiancamento di un co-autore:
    Carlo Crocchiolo. I reportage in Egitto, invece, sono stati realizzati
    sotto la regia di Riccardo Pasini, direttore dei programmi Odeon, con le
    riprese diDavide Trotta e Daniele Vascelli.
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    http://www.odeontv.net/windows_news.asp?co...ts&id_news=1653
     
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    AL CAIRO PRIMO MUSEO DI LEGO, SVELERA' EGIZI AI BAMBINI

    Nasce al Cairo il primo museo per bambini fatto interamente di Lego.
    Allestito all'interno del Museo egizio, la piu' completa collezione di
    reperti archeologici dell'Antico Egitto del mondo, ospitera' 15 tesori
    archeologici interamente ricostruiti con i lego, i blocchetti di plastica
    con cui in Occidente sono cresciute intere generazioni. Accanto alle
    riproduzioni, sara' possibile ammirare alcuni pezzi originali cosi' da
    permettere al bambino attraverso il gioco di ricostruire facilmente la
    vita degli egizi al tempo dei faraoni. Saranno riprodotti alcuni dei
    reperti piu' noti del Museo egizio, primo fra tutti la tomba di Tutankamon.
    Il museo sara' inaugurato a giugno dalla first lady Susan Mubarak, ma
    l'Agi lo ha visitato in anteprima. Dedicato ad un pubblico di ragazzi
    fino a 12 anni, la struttura nasce da una vecchia idea della direttrice
    del museo egizio, Wafa el Saddik e dalla donazione della societa' Lego
    Danimarca. "Sognavo questo momento da quindici anni", ricorda
    Wafa Saddik, "all'epoca mi ero appena trasferita dall'Egitto in
    Germania e grazie ai miei figli venni a conoscenza dell'esistenza dei Lego
    quali strumenti di divertimento e formazione per i bambini. Si trattava
    di un gioco costoso che in Egitto non era mai arrivato. Vidi per caso
    l'esposizione di alcune riproduzioni di antichita' fatte con quei
    blocchetti di plastica e decisi di scrivere alla societa' danese. Volevo che
    quegli esemplari fossero esposti nel mio Paese". Ma la Lego Danimarca
    all'epoca era occupata a fare esposizioni in Europa e poco interessata ai
    mercati d'oltre Mediterraneo, cosi' la signora Wafa ricevette una
    risposta negativa. "Qualche anno fa sono diventata direttrice di questo
    museo", ha proseguito, "e allora ho tirato fuori dal cassetto quel sogno.
    Ho riscritto alla Lego, chiedendo di ospitare l'esposizione. La societa'
    non ha soltanto accettato di mandare gli esemplari di plastica, ma li
    ha addirittura donati a tempo indeterminato, ritenendo il Cairo
    il luogo piu' adatto ad un'esposizione del genere".


    http://www.repubblica.it/news/ired/ultimor...tml?ref=hpsbdx2


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    In Egitto scoperta imponente tomba del 2.300 a.C. È intatta

    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...ulesView=Libero
     
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    Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 97 - Anno XIV, 28 maggio 2007


    Missione italiana in Egitto scopre la più vecchia sala da bowling mai costruita

    Kom Madi - Una missione italiana che opera nell'area di Kom Madi, nel Fayoum, in Egitto, ha scoperto la prima sala per giocare a bowling che sia mai stata costruita. Si tratta di uno spazio aperto la cui costruzione si può datare fino all'epoca dei Tolemaici, il cui pavimento è stato ricoperto da una serie di mattoni di limo, con un corridoio e un buco della dimensione di 12 centimetri con una piastra di ceramica apposta sotto di esso.

    Una fonte della missione archeologica italiana ha dichiarato che sono state rinvenute "due palline" di pietra levigata dello stesso diametro del corridoio. Nessun'altra costruzione del genere è stata mai rinvenuta fino ad ora in archeologia, e secondo i primi studi che sono stati effettuati su di essa, si tratterebbe veramente del "primo tentativo di praticare un gioco simile al bowling".

    La fonte ha spiegato che la scoperta è stata fatta durante i lavori di scavo per la costruzione di alcuni edifici nella vecchia zona residenziale di Kom Madi. Dentro la sala la missione ha rinvenuto anche diversi papiri, ceramiche, contenitori di vetro, tutti oggetti datati al periodo tolemaico. L'area monumentale di Kom Madi viene considerata come una delle più importanti per quanto riguarda i siti archeologici dell'epoca tolemaica ancora in buono stato di conservazione.

    http://www.newsitaliapress.it/interna.asp?...268&info=136133
     
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    EGITTO: MONITO A PORTOGALLO, NIENTE FRANCOBOLLI CON LE NOSTRE PIRAMIDI

    Il Cairo, 4 giu. - (Aki) - "Le piramidi non vanno sfruttate a
    fini commerciali'': questa la motivazione opposta da Zahi Hawass,
    direttore del Consiglio Superiore per le Antichità egiziane, alle poste
    portoghesi nel rifiutare il permesso di inserire l'immagine delle imponenti
    opere funerarie degli antichi Egizi in una serie di francobolli
    dedicati alle sette meraviglie del mondo.
    Si riaccende così la polemica intorno a uno dei siti archeologici più
    famosi e visitati al mondo, quello della piana di Giza, oggetto nei mesi
    scorsi di un'aspra diatriba a causa del concorso 'New Seven Wonders',
    lanciato dal regista canadese Bernard Weber. La competizione, che si
    propone di individuare le nuove sette meraviglie del mondo tramite il voto
    di migliaia di internauti sul web, aveva infatti incluso tra i siti in
    concorso anche le Piramidi, unica delle sette meraviglie dell'antichità
    giunte fino ai nostri tempi.
    Ma la partecipazione delle Piramidi al concorso aveva generato problemi
    fin dall'annuncio della loro candidatura, e il comitato organizzatore
    ha in seguito deciso di ritirare la loro partecipazione. Hawass aveva
    bocciato la competizione fin dal principio, dichiarando che "sottoporre
    le Piramidi a un voto popolare è una sciocchezza", vista la loro
    indubbia importanza storica ed archeologica. Tra i 21 monumenti finalisti,
    ancora in gara per il titolo - che sarà annunciato il 7 luglio prossimo a
    Lisbona - ci sono invece la tour Eiffel, il Colosseo, l'Acropoli, il
    Taj Mahal e la grande muraglia. "Quanto stabilito per il concorso vale
    anche per altre iniziative a titolo commerciale - ha chiosato Hawass a
    proposito della richiesta portoghese di riprodurle su francobollo - le
    Piramidi sono un bene dell'umanità e come tale vanno preservate".



    (Ale/Aki)
    http://www.adnki.com/index_2Level_Italiano...421321600&par=0

     
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    speciale: spedizione SFINGI 2007

    http://www.laportadeltempo.com/Egitto/eg_040607.htm
     
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    Rebus, questione di conoscenza, le puntate precedenti online

    da vedere!

    Qui:
    http://archivio.odeontv.net/rebus_archivio.htm
     
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    Egitto, la scienza ridà colore agli antichi dipinti murali

    Quando pensiamo all’Egitto ci vengono subito in mente le piramidi, il
    deserto e splendide spiagge. Forse proprio per questo è una delle mete
    più ambite dai turisti. Il paese africano vanta inoltre una grande
    quantità di siti archeologici, talora in pericolo per erronei interventi di
    restauro e conservazione. Per contrastare ciò ha preso l’avvio un nuovo
    progetto per la salvaguardia dei dipinti murali egizi, che vede la
    collaborazione fra l’Istituto di chimica inorganica delle superfici (Icis)
    del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova e l’Istituto superiore
    per le tecniche di conservazione dei beni culturali e dell’ambiente
    ‘Antonino De Stefano’ (Isad ), che, su licenza del Supremo Consiglio
    dell’Antichità d’Egitto è concessionario dello scavo archeologico e del
    restauro della Necropoli egizia di Gharbi Assuan.
    I ricercatori Isad, dopo aver prelevato piccolissimi campioni di tutti
    i colori dei dipinti murali di Gharbi Assuan, li hanno analizzati nei
    laboratori del Cairo, rilevando così per la prima volta quantità e
    qualità dei singoli minerali che costituiscono i dipinti.

    I risultati sono stati consegnati all’Icis-Cnr che, dallo scorso 25
    maggio, ha iniziato con il coordinamento del professor Pietro Alessandro
    Vigato, a riprodurre in laboratorio le stesse cromie individuate nei
    dipinti murali egizi. La ricerca scientifica permetterà di individuare il
    prodotto più adatto per il restauro e la conservazione di queste opere.
    “Il progetto pilota per il restauro della necropoli di Gharbi Assuan
    contribuisce alla salvaguardia degli splendidi dipinti murali egizi con
    un approccio scientifico e innovativo mai sperimentato in precedenza”,
    spiega Vigato. “Finora il restauro dei dipinti delle tombe ipogee
    egiziane è sempre stato realizzato con prodotti commerciali scarsamente
    compatibili e spesso formulati per gli affreschi italiani, completamente
    diversi da quelli egizi, soprattutto nella composizione. Poiché i dipinti
    egizi hanno sicuramente bisogno di un trattamento formulato ad hoc la
    ricerca sarà orientata verso la messa a punto in laboratori di prodotti
    per il restauro durevoli e compatibili con i materiali originali dei
    dipinti”.
    Verranno inoltre definite le condizioni ambientali ideali per la
    conservazione di questi dipinti, temperatura e umidità saranno studiate con
    metodologie endoscopiche e con opportuni sensori applicati su tombe
    sotterranee non ancora aperte.
    Michele Guerrini
    Fonte: Pietro Alessandro Vigato, Istituto di chimica inorganica delle
    superfici del Cnr, Padova, tel. 049/8295962, e-mail: [email protected]


    http://www.almanacco.rm.cnr.it/base_lente....file=03_10_2007
     
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