Egitto

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    Grazie al Dna andiamo alla scoperta della sciatica del faraone

    14 agosto 2007

    di Aristide Malnati

    Quale malattia ha causato la morte di Tut Ankh Amon? Come si configurava il quadro clinico di Hatshepsut, la bellissima donna faraone, che donò all'Egitto un lungo periodo di prosperità?E' vero che Akhenaton, il primo faraone monoteista, soffriva di una malformazione alla spina dorsale? Curiosità sullo stato di salute dei grandi d'Egitto, su quali malattie abbiano riscontrato, persino su come fossero le loro sembianze in vita troveranno presto risposta e aggiungeranno elementi preziosi alla storia della civiltà egizia grazie al programma di mappatura genetica e di analisi del DNA avviato da Zahi Hawass sulle mummie reali della Valle dei Re.

    Primi importanti successi della scansione ad alta definizione sono relativi a Tut Ankh Amon: si è scoperto che sarebbe morto per cause accidentali (probabilmente per un infezione a un arto, causata da una caduta dal carro) e non assassinato in seguito a una torbida congiura di palazzo, orchestrata da Ay, faraone dopo di lui: il frammento osseo staccatosi dal cranio, che lasciava supporre un colpo letale, in realtà è dovuto a un errore degli imbalsamatori.
    Recentemente con le stesse tecniche si è stabilito che la mummia di Hatshepsut è quella proveniente da un nascondiglio all'ingresso della Valle dei Re e che essa giaceva quasi dimenticata nei magazzini del Museo Egizio del Cairo. E a completamento delle indagini genetiche si è capito che la mummia femminile trovatale a fianco è quella della nutrice Siter In, per la sua fedeltà in vita gratificata di una sepoltura comune; la pronta analisi della mummia appena attribuita ha consentito di stabilire le cause della morte di Hatshepsut: diabete o un tumore.

    Oggi l'indagine prosegue con TAC ad alta risoluzione, eseguite dal radiologo Ashraf Selim, e promette rivelazioni clamorose. Tre mummie senza un nome sono state scannerizzate senza tregua; e il quadro genetico, le patologie riscontrate, l'età del decesso e soprattutto l'analisi del DNA, che facilita l'identificazione di parentele, sembrano suggerire clamorose attribuzioni. Per alcuni studiosi si tratterrebbe dei corpi imbalsamati niente meno che di Akhenaton, della splendida consorte Nefertiti e della regina Tyie, madre di Tut Ankh Amon. Dubbi sono nutriti su Akhenaton, morto attorno ai 35 anni: la mummia in questione sembra palesare un decesso avvenuto attorno ai 60 anni per degenerazione cellulare; più convincente appare l'attribuzione di Nefertiti, trovata nella tipica posizione regia con il braccio destro piegato sul corpo.
    Inoltre si sono rilevate fratture al torace incorse dopo la morte: ebbene sappiamo che la consorte di Akhenaton, trascinata in un giudizio di condanna in seguito alle posizioni monoteiste del marito, venne terribilmente deturpata appena deceduta e che dovette essere nascosta per essere sottratta alla vendetta dei potenti sacerdoti di Tebe. Se così fosse con tecniche ormai più volte sperimentate potremmo ricostruire le sembianze di Nefertiti e far risplendere la sua leggendaria bellezza.
    Insomma si è avviato un programma di sistematica indagine medica che promette rivelazioni clamorose anche sulla storia privata dei faraoni: magari verranno accertati figli illegittimi e parentele clamorose, frutto di adulteri segreti, che prenderebbero corpo dopo più di 3.000 anni d'oblio; la moderna tecnologia scandaglia sempre meglio un'epoca remota, sondata nelle camere del potere ma anche nella quotidianità dei sudditi.

    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...ulesView=Libero

    Ambiente/ Alessandria d'Egitto rischia di scomparire

    Giovedí 16.08.2007 10:15

    Sono tanti i turisti che soprattutto dal Cairo scelgono le spiagge di
    Alessandria d’Egitto per cercare riparo dalla calura estiva. Ma le
    loro vacanze potrebbero presto diventare soltanto un ricordo. A lanciare
    l’allarme e’ il settimanale egiziano ‘Al Ahram Weekly’ secondo cui il
    riscaldamento globale minaccia l’esistenza della perla ‘egiziana’ sul
    Mediteranno, appena rinnovata dalla riapertura della sua antica e mitica
    biblioteca. Stando all’ultimo rapporto della Climate Change Division of
    the Egyptian Environmental Affairs Agency (EEAA) del Cairo il livello
    del mare su questa costa crescera’ di 30 centimetri entro il 2025. Un
    vero guaio se si pensa che erosione delle spiagge, inondazioni, riserve
    d’acqua ed estuari che diventano salati sono fra i danni principali
    prodotti dalle onde marine.

    Alessandria d’Egitto – come sulla sponda opposta del Mare Nostrum la
    nostra Venezia – rischia quindi di scomparire, inghiottita
    dall’avanzata delle acque salate. In Egitto –continua il giornale - sono in
    pericolo anche le altre localita’ sulla costa del Mediterraneo: da Port Said a
    Damietta a Suez, che rischiano piu’ di quelle del Mar Rosso. ‘’La
    costa del Mediterraneo e’ piu’ vulnerabile all’innalzamento del livello del
    mare (rispetto alle coste del Mar Rosso, ndr)’’, dice Mohamed El Raey,
    docente dell’Istituto per gli Studi e la Ricerca dell’Universita’ di
    Alessandrina ‘’per il batto che e’ piuttosto bassa’’. E poi ricorda come
    in questo tratto di costa le onde del mare minacciano anche
    l’agricoltura.
    E’ qui infatti che prosperano le coltivazioni del fertile Delta del
    Nilo. Le autorita’ del Cairo gia’ pensano di correre ai ripari. Stanno
    realizzando un piano ‘’per la limitazione dell’erosione’’ delle spiagge
    – continua il giornale - mirato anche a proteggere le strutture
    costruite in periodi non sospetti. Un progetto completo in questo senso sara’
    presentato entro fine anno alla World Meteorological Organisation. E
    "se Dio vuole" i fondi arriveranno in tempo, entro il 2008.

    Elisa Pierandrei


    http://canali.libero.it/affaritaliani/cron...egitto1508.html
     
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