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Egitto, la scienza ridà colore agli antichi dipinti murali
Quando pensiamo all’Egitto ci vengono subito in mente le piramidi, il
deserto e splendide spiagge. Forse proprio per questo è una delle mete
più ambite dai turisti. Il paese africano vanta inoltre una grande
quantità di siti archeologici, talora in pericolo per erronei interventi di
restauro e conservazione. Per contrastare ciò ha preso l’avvio un nuovo
progetto per la salvaguardia dei dipinti murali egizi, che vede la
collaborazione fra l’Istituto di chimica inorganica delle superfici (Icis)
del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova e l’Istituto superiore
per le tecniche di conservazione dei beni culturali e dell’ambiente
‘Antonino De Stefano’ (Isad ), che, su licenza del Supremo Consiglio
dell’Antichità d’Egitto è concessionario dello scavo archeologico e del
restauro della Necropoli egizia di Gharbi Assuan.
I ricercatori Isad, dopo aver prelevato piccolissimi campioni di tutti
i colori dei dipinti murali di Gharbi Assuan, li hanno analizzati nei
laboratori del Cairo, rilevando così per la prima volta quantità e
qualità dei singoli minerali che costituiscono i dipinti.
I risultati sono stati consegnati all’Icis-Cnr che, dallo scorso 25
maggio, ha iniziato con il coordinamento del professor Pietro Alessandro
Vigato, a riprodurre in laboratorio le stesse cromie individuate nei
dipinti murali egizi. La ricerca scientifica permetterà di individuare il
prodotto più adatto per il restauro e la conservazione di queste opere.
“Il progetto pilota per il restauro della necropoli di Gharbi Assuan
contribuisce alla salvaguardia degli splendidi dipinti murali egizi con
un approccio scientifico e innovativo mai sperimentato in precedenza”,
spiega Vigato. “Finora il restauro dei dipinti delle tombe ipogee
egiziane è sempre stato realizzato con prodotti commerciali scarsamente
compatibili e spesso formulati per gli affreschi italiani, completamente
diversi da quelli egizi, soprattutto nella composizione. Poiché i dipinti
egizi hanno sicuramente bisogno di un trattamento formulato ad hoc la
ricerca sarà orientata verso la messa a punto in laboratori di prodotti
per il restauro durevoli e compatibili con i materiali originali dei
dipinti”.
Verranno inoltre definite le condizioni ambientali ideali per la
conservazione di questi dipinti, temperatura e umidità saranno studiate con
metodologie endoscopiche e con opportuni sensori applicati su tombe
sotterranee non ancora aperte.
Michele Guerrini
Fonte: Pietro Alessandro Vigato, Istituto di chimica inorganica delle
superfici del Cnr, Padova, tel. 049/8295962, e-mail: [email protected]
http://www.almanacco.rm.cnr.it/base_lente....file=03_10_2007
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