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    Brebus contro il malocchio

    Scritto da Junfan
    lunedì 21 maggio 2007

    Eccoci alla seconda puntata della nuova sezione Brebus e Maias, dedicata ad uno degli argomenti su cui i nostri lettori dimostrano un notevole interesse, il cosidetto "Ogu pigau", il malocchio. Buona lettura.
    Crediamo che le pratiche di medicina popolare dedicate ad eliminare l'influenza nefasta de "s'ogu pigau" siano le più diffuse in Sardinnia.


    Abbiamo avuto modo di scriverne in diversi articoli ma oggi vi proponiamo i "brebus" atti ad eliminare il maleficio. Ricordiamo che il rituale può variare da zona a zona dell'Isola, sia nei brebus utilizzati che nel rituale e strumenti utilizzati. Uno dei brebus è il seguente:

    S.Luxia de Milis
    Santa Luxia de Arrabi
    Santa Luxia de Aristanis
    Circanta Sant'Antiogu
    Po sanai custa ferid'i ogu.
    S.Luxia de Arrabi,
    Santa Luxia de Aristanis
    S.Luxia de Casteddu,
    Santi Mracu e Sant'Antiogu,
    Custu mabi bogaindeddu,
    cun sa mexina de s'ogu.
    Santu Nigola,Santi Sisineri,
    Deus t'appada a torrai,
    Forza e poderi.

    Nel caso in cui "s'ogu pigau" risultasse essere molto forte e difficile da togliere con un semplice brebu, si poteva far ricorso all'aiuto di una "associazione" di persone "praticas" che insieme, riunendosi a consulto recitavano prima "brebus" semplici, e poi via via versi sempre più segreti e quindi potenti nell'effetto.
    Tali brebus venivano pronunciati a voce bassissima per non essere uditi da altri ed ognuno metteva in atto delle procedure rituali differenti.

    http://www.contusu.it/index.php?option=com...id=386&Itemid=1

    Rito contro l'aquila

    Scritto da Junfan
    mercoledì 30 maggio 2007

    Fa parte dell'antica cultura pastorale la pratica usata per impedire all'aquila di predare gli agnelli del gregge. Era una magia che per avere effetto, doveva essere compiuta solo da anziani dotati di particolari qualità e secondo un preciso rituale...
    Con i piedi immersi nell'acqua corrente di un ruscello, ci si poneva di fronte al sole nascente, si legavano stretti, assieme con strisce di cuoio, diversi arboscelli e si pronunciava una formula misteriosa conosciuta solo da pochi. Questa la formula, raccolta ad Arzana alcuni anni fa da Paolo Pillonca, che la ebbe da uno zio di secondo grado, cugino della madre: Piero Muceli:

    Abbìla, abbìla,
    a pes tira-tira,
    a pes ti pongio a modde.
    E ti facas de fodde,
    de fodde `e orciada.
    Bai in ora mala Aquila, aquila
    strascicando i piedi
    te li metto a mollo.
    Possa tu diventare un fardello,
    un fardello d'ortica.
    Vai in malora

    L'aquila rimaneva, così, prigioniera della magia e non poteva più minacciare le greggi.

    tratto da GAL Ogliastra - Antiche Memorie
    grazie agli amici di Agugliastra.it

    http://www.contusu.it/index.php?option=com...id=393&Itemid=1
     
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