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Un'indagine scientifica sulla lingua sarda
A Paulilatino la presentazione dei risultati dell'indagine
regionale: "Limba sarda comuna. Una ricerca sociolinguistica". Dati, cifre e
opinioni della popolazione sarda sulle questioni linguistiche che
interessano l'isola.
CAGLIARI - "Non capisco come mai noi abbiamo
la responsabilità di proteggere un nuraghe, di proteggere e salvare
alcune pietre di una città punica e magari dobbiamo finire per perdere una
cosa viva come la lingua, che parla di noi molto più di un muretto
punico: parla di un popolo e di una storia centomila volte di più di
quattro pietre messe in fila". E' uno dei passaggi del discorso del
Presidente della Regione, Renato Soru, al convegno di Paulilatino di sabato 5
maggio, in cui sono stati presentati i risultati della ricerca
sociolinguistica sulla lingua sarda commissionata dalla Regione alle università
di Cagliari e di Sassari.
A partire dalle 9.30, al teatro Grazia Deledda, alla presenza del
Presidente Soru, sono stati illustrati attitudini, dati, cifre e opinioni
della popolazione sarda sulle questioni linguistiche che interessano
l'isola. Dalla ricerca è emerso che il 68,4 per cento dei sardi dichiara di
conoscere e parlare una qualche varietà della lingua sarda. Nei comuni
al di sotto dei 4000 abitanti la percentuale sale all'85,5 per cento.
Nei comuni al di sopra dei 100 mila abitanti la percentuale scende al
57,9.
Il 31,9 per cento dei sardi è contrario all'uso della lingua locale
negli uffici, mentre il 57,7 per cento è del tutto, o parzialmente,
favorevole all’introduzione di una forma scritta unica per la pubblicazione
dei documenti della Regione Sardegna. Il 29 per cento totale del
campione dichiara che, pur non parlandolo, lo capisce, mentre dichiara di non
parlarlo e non capirlo solo il 2,7 per cento del totale.
Nelle aree urbane le percentuali sono significative. A Cagliari il 59,3
dichiara di conoscere il sardo e parlarlo, mentre il 36,7 ammette di
avere solo una competenza passiva. A Nuoro, parla la lingua locale il
66,7, mentre a Olbia il 62,7. L'89,9 per cento dei sardi si dichiara
"molto d'accordo" con la frase "la lingua locale deve essere sostenuta
perché è parte della nostra identità". Il 78,6 per cento è d'accordo per
l'insegnamento del sardo a scuola. L'81,9 per cento aderisce al fatto che
l'insegnamento a scuola comprenda l'italiano, una lingua straniera e il
sardo.
"Qualcuno ha obiettato - ha detto Il Presidente della Regione nel suo
intervento a conclusione del dibattito - che chi ha dato le risposte
alle interviste sono sedicenti parlanti in sardo. Ma è proprio questo che
mi interessa di più: perché se sono 'sedicenti' questo vuol dire che
riconoscono ancora di più il valore della lingua sarda e si dispiacciono
molto per il fatto di non saperla parlare. E per loro è ancora più
importante. E per me è ancora più importante un sedicente parlante in sardo
di uno che lo parla bene: perché vuol dire che questa persona lo
intende come una mancanza, una povertà, un qualcosa che manca e che si
vorrebbe avere".
"Cosa dobbiamo fare ora?", ha concluso il Presidente Soru, "portiamo
avanti la sperimentazione, per il tempo che serve, e arriviamo a una
lingua sarda comune. Poi anzitutto vogliamo insegnarla a scuola in maniera
ufficiale e vogliamo che insegnandola ci siano i crediti, i punteggi e
tutte queste cose. E visto che si danno i punti nei concorsi pubblici a
chi insegna inglese e altre lingue, non capiamo perché non si debbano
dare punti a chi insegna il sardo".
redazione 09/05/2007 09:51:21
http://www.algheronotizie.it/articoli.php?id_articolo=3781
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