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    I quattro mori di Sardegna
    Scritto da Alessandra Mulas
    Wednesday 28 March 2007
    La bandiera dei Quattro Mori è oggi il simbolo del popolo Sardo. Gli abitanti dell’Isola la portano ovunque, con la fierezza che li contraddistingue, non per desiderio di protagonismo ma per quel forte senso di appartenenza ad una identità che per storia, posizione geografica, cultura, lingua è diversa dal resto dell’Italia. L’attaccamento alla nostra bandiera non oscura l’importanza del tricolore, ma alle volte, forse, si ha la necessità di mostrare le proprie origini.

    Ritengo che più la globalizzazione cerchi di regnare sovrana, più ci si rende conto che non sarà mai l’essere tutti uguali ad aprirci al futuro ma il riconoscimento e il rispetto di tutte le nostre diversità. L’art. 1 della Legge Regionale 15 aprile 1999, n. 10 cita “La Regione adotta quale sua bandiera quella tradizionale della Sardegna: campo bianco crociato di rosso con in ciascun quarto una testa di moro bendata sulla fronte rivolta in direzione opposta all'inferitura”. Le origini sono lontane ma non provengono direttamente dalla storia sarda, tanto è che non sono rare le discussioni in merito. I mori sono stranieri e legano questo simbolo alla schiavitù catalana-aragonese e piemontese. La bandiera rappresenta l’immagine di un popolo, alla quale ci si identifica e qualcuno sostiene che quella della Sardegna sia “l’Albero deradicato” che ha le sue radici nel periodo giudicale; questa bandiera sventolava in tutta L’Isola “per vivere non traeva alimento da nessun potere se non da quello del popolo sardo”. Devo ammettere che io sono affezionata ai “quattro Mori”, ma una bandiera che emerge dalla nostra storia di lotta per l’indipendenza non andrebbe sottovalutata.Ma da dove derivano i Quattro Mori? La prima apparizione storica del simbolo risale a Pietro il Grande; la tradizione iberica la riporterebbe ad una leggenda secondo la quale San Giorgio intervenne in favore degli Aragonesi, armato di uno scudo bianco crociato di rosso, nella battaglia di Alcoraz del 1096. I Quattro Mori riportati sul vessillo non sono altro che le quattro teste di re arabi con turbante tempestato di gemme caduti durante la battaglia. La tradizione sarda, che molto probabilmente si rifà alla tradizione degli aragonesi, narra che il papa Benedetto VII conferì ai Pisani, che combattevano a Museto i Saraceni, un gonfalone rosso crociato di bianco con quattro teste di moro sugli angoli, per esorcizzare la conquista della Sardegna, ma soprattutto per salvaguardare i propri interessi verso una terra ricca di miniere. Nel XIV secolo l’emblema, associato ad altri simboli della confederazione della Corona di Aragona comparve nello “Stemmario di Gerle”, un Codice che ancora oggi è conservato a Bruxelles. Sul manoscritto era riportato il disegno della Croce di San Giorgio rossa su campo bianco dove erano raffigurati i Quattro Mori. Furono gli Aragonesi che nel 1297 imposero questo vessillo al Regno di Sardegna e di Corsica dopo essere stati infeudati dal papa Bonifacio VIII.La prima testimonianza relativa all’uso del simbolo risale al 1516, durante le onoranze funebri del re Ferdinando il Cattolico dove sfilò un cavallo con lo scudo dei Quattro Mori, mentre il Capitolo di Corte degli Stamenti militari di Sardegna risalente al 1571 è il primo documento ufficiale sardo che riporta il simbolo.Dal Settecento in poi le immagini raffiguravano i Mori con la benda posta sugli occhi e rappresentavano il simbolo dell’Isola furono inserite anche nello stendardo dei Savoia, quando divennero re di Sardegna nel 1720, alla quale aggiunsero “l’Aquila sabauda portante una Croce Bianca in Campo Rosso bordato di Azzurro”. Carlo Alberto nel 1842 adotta il tricolore come bandiera del Regno, così Quattro Mori furono usati nei vessilli dei corpi militari. La brigata Sassari, Costituita nel 1915 con personale esclusivamente reclutato in Sardegna e che combattè nella Prima Guerra Mondiale con un tale accanimento da essere temuta dal nemico al pari delle unità degli Arditi, adottò i Quattro Mori sullo stemma già dalla sua istituzione. Lo stemma dei Quattro mori ricomparve nel 1921 quando venne fondato il Partito Sardo d’Azione. Nel 1950 divenne l’emblema della Regione Autonoma della Sardegna per voto dei componenti del Consiglio Regionale e il 5 luglio del 1952 il Presidente della Repubblica Italiana sanciva come simbolo della Regione “uno stemma d’argento alla croce di rosso accantonata da quattro teste di moro bendate”. Le bende dei Mori coprivano gli occhi, la provenienza della cecità risale, con ogni probabilità, al periodo sabaudo e ancora oggi è oscura la verità su questo aspetto; si presume derivi da un errore dei disegnatori … o come invece ci vien da pensare per malizia della casa regnante che voleva i suoi sudditi sottoposti e ciechi. Solo con quella Legge Regionale 15 aprile 1999 n. 10, sopra citata, i Quattro Mori si riscattano da quella antica onta piemontese voltano la testa e la benda tornò a posizionarsi sulla fronte, secondo l’antico segno di regalità.Voglio solo aggiungere con un pizzico di campanilismo che vi è un’altra ipotesi sull’origine dello stemma, forse circondata da un velo di mistero che la rende affascinante, ma che vale la pena citare in chiusura di questo breve percorso storico della bandiera Sarda. Si tratta di quella per la quale lo stemma avrebbe addirittura origini templari, quando Ugo di Payns uno dei fondatori e primo maestro dell’ordine fece suo il blasone prima del 1129 data che dovrebbe coincidere con l'istituzione della "Nuova milizia del Tempio". Quanti misteri ancora potrebbe nascondere questa terra antica legata al mito di Atlantide.

    http://www.iniziativa.info/index.php?optio...=1829&Itemid=32

     
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