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    Cantieri delle meraviglie: un’altra nave romana

    di La nuova Sardegna - 10/12/2006

    Dagli scavi sul lungomare una nuova importante scoperta archeologica

    Gli esperti della Soprintendenza al lavoro nel tempio sepolto sotto il corso Umberto

    OLBIA. Dai cantieri in fermento sul lungomare ancora una straordinaria scoperta archeologica: protetto dagli occhi ingordi dei passanti, il relitto di una nave romana. I resti del fasciame in legno si aggiungono all’altra sensazionale scoperta (un tempio) risalente ad appena qualche giorno fa. Nello scorso mese di ottobre, davanti al palazzo civico, avevano invece scoperto un’antica piazza lastricata e alcune botteghe artigiane. Un superlavoro per gli esperti coordinati dal direttore dello scavo, Giuseppe Pisanu, e dal responsabile della Soprintendenza archeologica Rubens D’Oriano.
    Ci vuole un occhio allenato per capire che in mezzo a quella poltiglia fangosa si nasconde un legno di una nave romana. Ma gli archeologi della Soprintendenza conoscono con precisione quasi svizzera ciò che riposa sotto la città. Nel 2000, durante i lavori per la costruzione del tunnel, le unghie delle ruspe si erano inceppate proprie sui relitti delle navi romane che i Vandali, nel V secolo d.C., avevano prima bruciato e poi affondato.
    Il sindaco Settimo Nizzi solo un mese fa era stato inconsapevole profeta del ritrovamento di questi giorni. Nell’incontro con i commercianti del centro storico aveva infatti pubblicamente rivelato il suo timore: trovare un’altra nave romana durante i lavori sul lungomare.
    La più grande paura era legata allo scavo per la sistemazione di una vasca di contenimento delle acque del corso. E gli archeologi hanno trovato l’antico legno proprio dentro la voragine di sei metri per cinque che dovrà ospitare la grossa tinozza. Non è ancora chiaro quale parte dell’imbarcazione spunti dal terreno, per questo motivo la Soprintendenza tiene la bocca sigillata su ogni dettaglio, in attesa che il puzzle delle ipotesi si trasformi in certezza storica. Per i passanti è impossibile sbirciare dentro la buca davanti all’edicola sul lungomare; la recinzione del cantiere blinda il reperto dall’avida curiosità dei cittadini. Chi vuole vedere qualcosa deve spostarsi in corso Umberto, sul lato sinistro della strada. Qui gli operai della ditta Pama (l’impresa che si occupa del rifacimento della rete idrica e fognaria per conto del Comune) lavorano in coppia con gli archeologi su un altro scavo, quello nel quale sono emerse le fondamenta di un tempio romano.
    Le ruspe procedono pian pianino il loro lavoro, spostano con grazia le pietre e la terra, si bloccano nel momento in cui gli occhi degli esperti intravedono porzioni di storia. Ieri è affiorata una nuova stanza dell’antico edificio, una scoperta che allunga la già straordinaria lista di ritrovamenti in quell’area: una pinzetta in bronzo e il frammento spezzato di una lucerna in terracotta al centro del quale è impressa una croce cristiana e la P di pax, pace. Brandelli di storia della città che un giorno potranno essere ammirati da tutti nelle teche del museo.


    Tratto da:
    http://www.archeologiasarda.com/leggi_news.asp?id=66


    Riaffiorano le terme di Turris Libissonis

    di Unione Sarda - 26/11/2006

    Al profilo conosciuto della vecchia Turris Libissonis, la città che fa da fondamenta all′attuale Porto Torres si aggiunge in questi giorni un tassello importantissimo. Anche se i ritrovamenti di reperti in città sono all′ordine del giorno e quasi non fanno più notizia, l′ultima scoperta ha qualcosa di particolare perché è testimone di quel centro ricco di vita e snodo commerciale con il resto della Sardegna che passava tra la foce del fiume Mannu, le terme e il porto.
    L′area nella quale sono stati rinvenuti i segni del glorioso passato di Turris è quella della Piccola, la zona che si estende tra il porto e la nuova stazione marittima. Le ruspe hanno tirato fuori i primi enormi blocchi di pietra lavorata durante la costruzione del mega parcheggio da 200 stalli che dovrebbero servire il centro storico e il futuro museo del mare.
    A un controllo più accurato da parte della soprintendenza per i beni archeologici però non sono saltati fuori piccoli reperti, ma grandi strutture murarie che fanno pensare che ci si trova di fronte al perimetro delle ville costruite in prossimità delle terme Maetzke o al proseguimento delle stesse.
    Non meno importanza viene data dal ritrovamento di alcuni tratti, lunghi alcuni metri, di pavimentazione costruita con larghi blocchi squadrati. Le direttrici che percorrono sono quelle dei classici Cardi e Decumani, le strade principali e più importanti per i traffici commerciali nel periodo della colonia romana.
    Sarebbero risalenti al primo secolo infatti gran parte delle mura rinvenute. Anche se nella stratificazione potrebbero essere portati alla luce reperti di epoche diverse. Come di consueto per questo tipo di scavi sono venute alla luce anche delle sepolture, con il loro corredo di vasellame e quant′altro.
    Adesso non resta che attendere come si potrà recuperare e rendere fruibile questa ennesima scoperta.
    L′argomento è delicato data l′importanza del ritrovamento e del progetto di valorizzazione dell′area per il quale è previsto un finanziamento di 460 mila euro che si sta portando avanti.
    Il parcheggio infatti sarebbe solo una delle funzioni che la zona potrebbe concedere alla città (resta da vedere ora se i lavori verranno interrotti) che necessita di un ampio piazzale pavimentato e con aree verdi da aggiungere al complesso di strutture che stanno sorgendo per dare vita al nuovo centro portuale turritano.

    Tratto da:
    http://www.archeologiasarda.com/leggi_news.asp?id=64


    Oniferi - Necropoli depredata con lo scalpello
    articolo qui:

    http://www.archeologiasarda.com/leggi_news.asp?id=63
     
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