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dalla nuova sardegna del 4\03\2004
La Maddalena, la Asl fornisce i dati
Dopo i quesiti degli ambientalisti su tumori e malformazioni
CAGLIARI. Tra il 1976 ed il 1997 alla Maddalena ci sono stati 28 casi di
nascita di bambini con malformazioni e handicap fisici su 2.932 parti (0,95
%). Nessun caso è stato riscontrato successivamente. Attualmente sono in
corso indagini mirate alla definizione dei vari tipi di malformazioni.
Questo è quanto ha reso noto l'Azienda Usl numero 2, rispondendo a una
richiesta di informazioni delle associazioni ecologiste «Amici della Terra»
e «Gruppo d'Intervento Giuridico».
I dati statistici - diffusi dalle associazioni ambientaliste - sono stati
rilevati dal registro sala parto e dai certificati di assistenza al parto
dell'ospedale della Maddalena. E' del tutto evidente che i numeri forniti
dalla Usl, comunque significativi sul piano statistico, rappresentano solo
una parte della realtà. Non vengono infatti indicati i bambini morti e,
soprattutto, non è possibile conoscere il numero di aborti terapeutici
effettuati proprio per gravi malformazioni del nascituro.
A questo proposito, infatti, nelle scorse settimane la "Nuova" ha raccolto
la drammatica testimonianza di una madre maddalenina, costretta per ben
due
volte a interrompere la gravidanza perché le ecografie avevano accertato
nei
feti una patologia gravissima come l'anencefalia. Da questa testimonianza
è
stato possibile risalire ad altri quattro casi analoghi, due dei quali
addirittura verificatisi nello stesso anno: il 1987.
Il responsabile del reparto di ginecologia e ostetricia dell'ospedale
maddalenino ha ieri voluto fornire i dati, confrontandoli con le medie
nazionali e ha parlato di una situazione assolutamente nella norma. Anzi,
addirittura sotto la media nazionale. Gaetano Giudice ha voluto sottolineare
che le cifre devono essere valutate nel lungo periodo per essere
significative.
La nota inviata dall'Asl 2 agli ambientalisti fornisce anche una serie
di
dati in tema sanitario e epidemiologico di indubbio interesse, ora oggetto
di approfondimenti. In particolare tra il 1990 ed il 2002 sarebbe stata
rilevata nel Comune della Maddalena una sensibile percentuale di decessi
per
tumori «da un minimo del 18,48% nel 2000 ad un massimo del 33,68% nel 1997».
Con riferimento agli studi epidemiologici rivolti a rilevare le insorgenze
tumorali e le relative relazioni con le cause, l'Azienda Usl n. 2 ha reso
noto, poi, che «l'osservazione decennale del fenomeno, in assenza di un
denominatore congruo, ha consentito di misurare un aumento relativo dei
tumori della pelle, della vescica e dei linfomi nei maschi e apparentemente
riferibili a fattori connessi con l'attività lavorativa».
«Per quanto riguarda la rete di rilevamento e monitoraggio della
radioattività - ha dichiarato Stefano Deliperi, del Gruppo di Intervento
Giuridico - ci è stato risposto che sono in corso analisi straordinarie
per
lo studio dell' accumulo del torio 234 nelle alghe rosse, riferito dal
Criiad, per i cui esiti saranno necessarie ancora «diverse settimane».
Insomma, se abbiamo ben capito, alcune sostanze radioattive come il Torio
234, non vengono ordinariamente rilevate dalla rete di monitoraggio
ambientale esistente nell'Arcipelago della Maddalena».
«Come si fa, allora, a escludere categoricamente che possano esistere
motivi di pericolo per la salute della popolazione e per l'integrità dell'
ambiente? In base a che cosa? Sembra doveroso ricordare che le indagini
sanitarie ed epidemiologiche, nonchè i monitoraggi ambientali, devono essere
continui, efficaci, trasparenti e pubblici soprattutto quando si riferiscono
a un'area di grandissimo valore ambientale che (tuttora non si sa bene a
che
titolo) "ospita" una base militare non appartenente al dispositivo di difesa
nazionale e fornita di arsenale nucleare».
«Tutto questo deve essere fatto con la massima serietà, senza
sensazionalismi da un lato e senza sospetti di insulse accuse di
"boicottaggio" ai danni della Maddalena. La salute della popolazione e la
sicurezza ambientale - conclude Deliperi - valgono immensamente di più che
qualche ventilato investimento turistico».
La Maddalena, la Asl fornisce i dati
Dopo i quesiti degli ambientalisti su tumori e malformazioni
CAGLIARI. Tra il 1976 ed il 1997 alla Maddalena ci sono stati 28 casi di
nascita di bambini con malformazioni e handicap fisici su 2.932 parti (0,95
%). Nessun caso è stato riscontrato successivamente. Attualmente sono in
corso indagini mirate alla definizione dei vari tipi di malformazioni.
Questo è quanto ha reso noto l'Azienda Usl numero 2, rispondendo a una
richiesta di informazioni delle associazioni ecologiste «Amici della Terra»
e «Gruppo d'Intervento Giuridico».
I dati statistici - diffusi dalle associazioni ambientaliste - sono stati
rilevati dal registro sala parto e dai certificati di assistenza al parto
dell'ospedale della Maddalena. E' del tutto evidente che i numeri forniti
dalla Usl, comunque significativi sul piano statistico, rappresentano solo
una parte della realtà. Non vengono infatti indicati i bambini morti e,
soprattutto, non è possibile conoscere il numero di aborti terapeutici
effettuati proprio per gravi malformazioni del nascituro.
A questo proposito, infatti, nelle scorse settimane la "Nuova" ha raccolto
la drammatica testimonianza di una madre maddalenina, costretta per ben
due
volte a interrompere la gravidanza perché le ecografie avevano accertato
nei
feti una patologia gravissima come l'anencefalia. Da questa testimonianza
è
stato possibile risalire ad altri quattro casi analoghi, due dei quali
addirittura verificatisi nello stesso anno: il 1987.
Il responsabile del reparto di ginecologia e ostetricia dell'ospedale
maddalenino ha ieri voluto fornire i dati, confrontandoli con le medie
nazionali e ha parlato di una situazione assolutamente nella norma. Anzi,
addirittura sotto la media nazionale. Gaetano Giudice ha voluto sottolineare
che le cifre devono essere valutate nel lungo periodo per essere
significative.
La nota inviata dall'Asl 2 agli ambientalisti fornisce anche una serie
di
dati in tema sanitario e epidemiologico di indubbio interesse, ora oggetto
di approfondimenti. In particolare tra il 1990 ed il 2002 sarebbe stata
rilevata nel Comune della Maddalena una sensibile percentuale di decessi
per
tumori «da un minimo del 18,48% nel 2000 ad un massimo del 33,68% nel 1997».
Con riferimento agli studi epidemiologici rivolti a rilevare le insorgenze
tumorali e le relative relazioni con le cause, l'Azienda Usl n. 2 ha reso
noto, poi, che «l'osservazione decennale del fenomeno, in assenza di un
denominatore congruo, ha consentito di misurare un aumento relativo dei
tumori della pelle, della vescica e dei linfomi nei maschi e apparentemente
riferibili a fattori connessi con l'attività lavorativa».
«Per quanto riguarda la rete di rilevamento e monitoraggio della
radioattività - ha dichiarato Stefano Deliperi, del Gruppo di Intervento
Giuridico - ci è stato risposto che sono in corso analisi straordinarie
per
lo studio dell' accumulo del torio 234 nelle alghe rosse, riferito dal
Criiad, per i cui esiti saranno necessarie ancora «diverse settimane».
Insomma, se abbiamo ben capito, alcune sostanze radioattive come il Torio
234, non vengono ordinariamente rilevate dalla rete di monitoraggio
ambientale esistente nell'Arcipelago della Maddalena».
«Come si fa, allora, a escludere categoricamente che possano esistere
motivi di pericolo per la salute della popolazione e per l'integrità dell'
ambiente? In base a che cosa? Sembra doveroso ricordare che le indagini
sanitarie ed epidemiologiche, nonchè i monitoraggi ambientali, devono essere
continui, efficaci, trasparenti e pubblici soprattutto quando si riferiscono
a un'area di grandissimo valore ambientale che (tuttora non si sa bene a
che
titolo) "ospita" una base militare non appartenente al dispositivo di difesa
nazionale e fornita di arsenale nucleare».
«Tutto questo deve essere fatto con la massima serietà, senza
sensazionalismi da un lato e senza sospetti di insulse accuse di
"boicottaggio" ai danni della Maddalena. La salute della popolazione e la
sicurezza ambientale - conclude Deliperi - valgono immensamente di più che
qualche ventilato investimento turistico
Verranno eseguite prove più approfondite
Gli ecologisti chiedono nuovi accertamenti ai francesi del Criirad
LA MADDALENA. La posizione degli ambientalisti è chiara: non credono alle
parole, ma si fidano solo dei numeri. Dei riscontri scientifici. Il
presidente della giunta regionale Italo Masala, con la sua visita nell'
arcipelago, ha voluto dare un crisma politico-istituzionale alle
rassicurazioni che arrivano dal Presidio multizonale di prevenzione di
Sassari. L'altro ieri ha infatti presieduto una "riunione tecnica" che però
non è servita soltanto a dissipare i dubbi e i timori e, come se non
bastasse, ha creato un incidente istituzionale. I consiglieri comunali
maddalenini dell'opposizione sono stati infatti tenuti fuori dalla porta
e i
rappresentanti delle associazioni ambientaliste e dei comitati spontanei
non
hanno avuto la possibilità di incontrare Masala e sono stati esclusi dalle
relazioni tecnico-scientifiche che avrebbero dovuto in qualche modo
indebolire il fantasma della paura di un inquinamento radioattivo.
Gli ambientalisti nei giorni scorsi hanno assunto un'iniziativa forte,
finalizzata ad avere un quadro di certezze sulla situazione. Il presidio
di
prevenzione multizonale di Sassari continua a dire che non esiste alcun
valore di radioattività preoccupante, ma ammette allo stesso tempo la
presenza di Torio 234 nelle alghe rosse prelevate nelle acque dell'
arcipelago.
«Dobbiamo capire - ha detto la dirigente del presidio, la dottoressa
Floriana Manca - perchè a questo tipo di alghe piace tanto il Torio 234».
E
per questo occorrerà fare ulteriori accertamenti. Le risposte arriveranno
il
cinque aprile.
Il Wwf gallurese, insieme all'associazione ecologista corsa Abcde e al
Comitato di difesa delle Bocche (nato nelle scorse settimane a Bonifacio)
hanno incaricato il laboratorio d'analisi indipendente francese Criirad
ad
andare avanti negli accertamenti. Il 27 febbraio hanno formalizzato l'
incarico, scrivendo al fisico Bruno Chareyon.
«Gentile dottore - si legge nella missiva -, con la presente il Wwf
Gallura, l'associazione Abcde di Bonifacio e il Comitato sardo-corso di
difesa le conferisce l'incarico di proseguire le analisi per quanto riguarda
la spettrometria Alfa dei campioni a suo tempo analizzati con la
spettrometria Gamma. Le suddette associazioni le chiedono i tempi tecnici
per il raggiungimento dei risultati, l'eventuale disponibilità a pianificare
eventuali ulteriori esami». (p.m.)
di Piero Mannironi.