Quirra. documento ufficiale sul monitoraggio ambientale nella zona della base militare

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  1. iperboreo50
     
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    Capisco le tue rimostranze.
    Ma dire no a tutto ti toglie la possibilità di vedere le cose in modo costruttivo.

    Ai punti 1-2-3-7 ti rispondo che ogni stato che ha le forza armate deve avere anche le zone dove queste forza addestrare. Ne va della sicurezza nazionale. (Sardegna fa parte dello stato italiano).
    Una volta per addestrare le truppe bastava un campicello un po' grandino e li si faceva tutto.
    Oggi con le tattiche di movimento e di velocità a carico dei reparti pluriarma c'è bisogno di grandi spazi dove i reparti possano manovrare.
    Questi spazi ci sono solo in Sardegna. I poligoni continentali di una certa rilevanza come quello di Cellino-Meduna nel Friuli permetteva l'esercitazione di un complesso meccanizzato di plotone, ossia 5 carri e qualche supporto. Capisci che per le esigenze di manovra dei grandi gruppi questo è troppo poco.
    Poligoni sardi permettono la manovra di complessi inferiori a un battaglione ossia 50 carri.
    Poi per le artiglierie una volta con la gittata di 15 chilometri bastava una vallata e il problema era risolto. Oggi con le artiglierie a razzo ci vogliono degli spazi di diverse decine di chilometri. Anche perché un gruppo MLRS con carri e VTT difficilmente ci sta anche in Sardegna. Tutto questo è un problema.
    Per esempio l'aviazione per poter usare le armi guidate e la possibilità di manovra vanno in America o in Egitto, quindi pagano. La sicurezza costa.
    Lo stesso vale per l'uso da parte delle forze straniere, serve per mantenere le alleanze, scambiare le esperienze, addestrarsi insieme.
    La difesa costa e allora le armi prodotte solo per uso nazionale sarebbero troppo costoso, ed ecco che per diminuire i costi si cerca di venderle ai clienti stranieri. Per farlo ci vogliono degli spazi dimostrativi. Fornendo le armi puoi entro certi limiti influenzare la politica degli altri stati, come hanno sempre fatto le grandi potenze tipi USA, URSS oggi Russia, Francia o GB.
    La difesa occupa le maestranze di alto livello e rinunciare a questo sarebbe sbagliato.
    Ti racconto un fatto: ai tempi di governo Spadolini (anni 80) la Turchia aveva deciso di acquistare la fabbrica chiavi in mano dell'aereo da trasporto tattico G222 con grandi guadagni alla Fiat e all'Italia.
    Per l'opposizione dei pacifisti radicali dell'epoca come Cicciomessere, Aglietta e altri l'Italia ha rinunciato a vendere gli aerei. Il giorno dopo la Turchia perfezionò lo stesso accordo con la Francia per la fornitura dei Transal. La pace non ha guadagnato nulla e l'Italia ha perso un'occasione.
    Siccome con queste attività ci si guadagna, non vedo perché alla torta non deve partecipare la Sardegna.
    La questine è solo di mettersi d'accordo. Non si parla solo dei soldi. Queste attività di alto profilo portano la gente a rimanere in Sardegna senza emigrare in continente e affollare gli uffici di Alenia. Le basi di questa importanza hanno bisogno di gente qualificata nei vari settori compresi la difesa ambientale.
    Basterebbe sole guardare il problema dalla angolazione di opportunità e non sempre di negazione.
    Per l'inquinamento elettromagnetico in Ogliastra (punto 6), esagereazioni.
    Attorno a milano ci sono grandi radar di Linate, Malpensa, Cameri, Ghedi, sistemi allarme Nato, milioni di persone con telefonini e decine di termo valorizzatori e di cancro non si muore più che altrove. Quello del radar è solo allarmismo per fare il mucchio.
    In quanto all'inquinamento chi sporca paga e se lo fa male va in galera. Basta essere seri nel affrontare il problema.
    Inoltre ti faccio presente che la classe politica sarda non è composta da idioti.
    I sardi hanno dato all'Italia diversi personaggi che si sono alternati nelle funzioni di governo e di opposizione. Ed erano delle persone di qualità, fino ad arrivare alla presidenza della repubblica.
    Bisognerebbe forse essere meno contro tutto e più a favore.
    Alcune situazioni sono quasi ineliminabili, tanto vale sfruttarle a proprio vantaggio.

    probabilmente tu mi parlerai della natzione sarda, dell'occupazione continentale e altro.
    Nell'ipotesi di uno stato sardo, gli stessi poligoni gli avreste noleggiati alle stesse istituzioni che ci campano oggi.
    Quindi il problema è solo chi prende i soldi e tutto il resto serve solo per alzare la posta.

    P.S. Una nota dolente, nei poligoni parzialmente ceduti dal demanio e che erano dello oasi incontaminate, si sono lanciati branchi di motociclisti, quadisti e altri deficienti che quasi quasi riuscivano nell'intento di spianare le dune di sabbia. Non me lo sono inventato io. Ne parlò l'Unione Sarda due anni fa.
    A volte i militari fanno la guardia ai beni naturalistici meglio dei civili che non sempre sono civili.
    Un po' come le zone bellissime del Veneto e del Friuli, finché soggiacevano alle servitù militari del 5° e del 4° CdA si mantenevano verdi, oggi disciolto il 5° e dimezzato il 4° Corpo d'Armata al posto degli alberi i "civili" hanno piantato i capannoni. Una triste distesa di cemento dove prima fiorivano le margherite.

    :salute: :salute:
     
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49 replies since 7/1/2011, 18:23   3269 views
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