Arciere

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    comandante shardana

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    estero37a - Sainsbury Centre for Visual Arts.jpg

    Arciere dal "Sainsbury Centre for Visual Arts"

    PS: Non so se è da definire "trafugato" o "sparito" in quanto....C'E'....ma E' LA'!!!!!!!
    (questo vale anche per il bronzetto successivo)
     
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  2. geex
     
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    complimenti per l'immagine ... non la conoscevo e devo dire che
    il bronzetto non sembra per niente falso
    esso è di una fattura e raffinatezza cosi bella e realistica che si avvicina a pochi altri esemplari, anche se manca del capo.
    in particolare si notano precisioni nella riproduzione degli schinieri e delle protezioni del braccio soggetto allo scocco delle frecce .
    esemplari come questi danno un forte contributo alla ricerca sulla società che fù di questi antichi sardi (aggiungo barrosi).
    ciao.
     
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  3. etrusca
     
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    Ha lo stile dei bronzetti di Uta, ma a me sembra una falsa riproduzione....troppo pulito il bronzo, bo, :wacko: non mi convince
     
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  4. geex
     
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    alcuni paricolari come l'aggancio della corda dell'arco, la protezione doppia al collo, la corazza a Y, e la "grande" mano che saluta ,
    sono in favore del bronzo autentico.
    certo dobbiamo anche dire che non tutti i bronzetti erano fatti dallo stesso maestro (sono daccordo sullo stile uta), e quindi non perfettamente rassomigliabili,
    ma come sappiamo essi riproducevano sempre gli stessi personaggi o eroi.
    la sua apparente pulizia può essere dovuta anche alla sua conservazione ( tramandato di generazione e non trovato nello scavo) o meglio ancora realizzato con una lega che garantiva migliore resistenza agli agenti ossidanti.
    altro particolare che mi sembra di intravedere a favore della sua autenticità è la presenza del "sostegno - guida" per le frecce nel guanto tendiarco , frequente in quasi tutti gli arcieri dotati di guanto o protezione dalle scoccate.
    secondo me un falsificatore (nel periodo che lo ha realizzato) sicuramente non avrebbe realizzato dei particolari come il sostegno guida di cui non sapeva il significato e funzione.
    Unico dubbio: l'attacco delle cosce molto sotto le due tuniche, che gli dà un aspetto molto proporzionato e meno stilizzato del solito, ma come dicevo dipende tutto dalle mani di quale maestro e scuola è stato realizzato.
    ciao
    ;)
     
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  5. dedalonur9
     
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    perchè barrosi?
     
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    STUDIOSO DEI POPOLI DEL MARE

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    l'impressione che mi ha dato appena visto è quella di un "FERRETO" piuttosto che di BRONZETTO.. :rolleyes: .. no, non sto celiando.. mi pare proprio ferro, ma magari è la qualità della foto... ;)
     
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  7. geex
     
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    ciao deda
    CITAZIONE (dedalonur9 @ 6/3/2011, 09:02) 
    perchè barrosi?

    Barrosi perchè i sardi nella loro serietà, umiltà, e apparente spirito di calma e pazienza riconosciuta in tutto il mondo, sono in realtà un popolo di barrosi.
    barrosi perchè in un' isola, dove tutto ciò che ha valore deve per forza venire da fuori, trovi un popolo di "tribù" che a un certo punto ha costruito almeno 8000 costruzioni colossali come i nuraghi,
    barrosi perchè questo non lo trovi dappertutto, forse in egitto ma poi fine,
    barrosi perchè è un popolo che non si è accontentato di sola agricoltura e pastorizia, ma ha eccelso nel commercio dei metalli, nella navigazione e nelle dotrine religiose, in una esplosione di civiltà che ha interagito insieme ad altre importanti civiltà nella costruzione dei popoli del mediterraneo.
    Un popolo che anche se si è dimenticato fù una delle più fiorenti civiltà del neolitico e del bronzo, oltre che nel più breve periodo dei giudicati.
    un popolo che nasconde ancora nel 35 % il triste germe della balentia dove da piccoli ci si picchiava per uno sguardo non abbassato.
    un popolo che quasi da solo riuscì ad arginare l'invasione degli arabi che già avevano sfondato in francia, sicilia e yugoslavia.
    un popolo dove la mafia fatica ad attecchire perchè ogni famiglia è già un clan e (purtroppo) non tarda a risolvere le questioni di testa propria.
    barrosi perchè nessun popolo ha fornito così tanti bronzetti che dimostrano una grande attenzione alle discipline militari e alle attività di marineria oltre che di vita religiosa e quotidiana.
    :salute:

     
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    CITAZIONE (shardanaleo @ 6/3/2011, 09:56) 
    l'impressione che mi ha dato appena visto è quella di un "FERRETO" piuttosto che di BRONZETTO.. :rolleyes: .. no, non sto celiando.. mi pare proprio ferro, ma magari è la qualità della foto... ;)

    Non può essere in ferro... è solo la qualità della foto, che gli dà quel nonsochè di "arrugginito".
     
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  9. iperboreo50
     
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    CITAZIONE (geex @ 6/3/2011, 01:47) 
    alcuni paricolari come l'aggancio della corda dell'arco, la protezione doppia al collo, la corazza a Y, e la "grande" mano che saluta ,
    sono in favore del bronzo autentico.
    certo dobbiamo anche dire che non tutti i bronzetti erano fatti dallo stesso maestro (sono daccordo sullo stile uta), e quindi non perfettamente rassomigliabili,
    ma come sappiamo essi riproducevano sempre gli stessi personaggi o eroi.
    la sua apparente pulizia può essere dovuta anche alla sua conservazione ( tramandato di generazione e non trovato nello scavo) o meglio ancora realizzato con una lega che garantiva migliore resistenza agli agenti ossidanti.
    altro particolare che mi sembra di intravedere a favore della sua autenticità è la presenza del "sostegno - guida" per le frecce nel guanto tendiarco , frequente in quasi tutti gli arcieri dotati di guanto o protezione dalle scoccate.
    secondo me un falsificatore (nel periodo che lo ha realizzato) sicuramente non avrebbe realizzato dei particolari come il sostegno guida di cui non sapeva il significato e funzione.

    Unico dubbio: l'attacco delle cosce molto sotto le due tuniche, che gli dà un aspetto molto proporzionato e meno stilizzato del solito, ma come dicevo dipende tutto dalle mani di quale maestro e scuola è stato realizzato.
    ciao
    ;)

    Qualcuno dei frequentatori del forum ha mai provato tirare le frecce con questa forcella?
    mi piacerebbe sapere l'effetto che fa durante il tiro e la ragione del suo uso.
    Non mi risulta che altri arcieri abbiano mai usato simile congegno al quale è stato dato il nome di guida freccia perché non si sapeva a cosa poteva servire.

    La freccia al massimo allungo dell'arciere nel momento in cui la corda viene rilasciata percorre una linea a zig zag (il paradosso del arciere) flettendo per diversi centimetri a destra e sinistra rispetto all'asse della freccia.

    image

    come si vede dal allegato disegno, questa forcella avrebbe deviato e rallentato la traiettoria della freccia diminuendone la forza di penetrazione.
    Non avrebbe senso usarla come guida freccia.
    Qualcuno ha fatto degli esperimenti???

    :salute: :salute:

     
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    SRDN

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    Ma infatti quello della "guida" per la freccia è una vaccata che ha scritto la Demontis nel suo libro. Che nulla sappia di arceria e che manco abbia mai tirato con l'arco è palese.
    Brizzi propende più per un supporto per la freccia durante gli spostamenti. La cosa non mi convince molto, perchè mi sembra molto più semplice ottenere lo stesso risultato tenendo la freccia con l'indice della sinistra (la mano che tiene l'arco).
     
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  11. geex
     
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    ma secondo voi allora a cosa serviva quella forcella posta nel guanto dell'arciere?

     
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  12. silviosenis
     
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    CITAZIONE (geex @ 7/3/2011, 16:39) 
    ma secondo voi allora a cosa serviva quella forcella posta nel guanto dell'arciere?

    ..a prendere la mira..? :D
     
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  13. iperboreo50
     
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    CITAZIONE (silviosenis @ 7/3/2011, 19:30) 
    CITAZIONE (geex @ 7/3/2011, 16:39) 
    ma secondo voi allora a cosa serviva quella forcella posta nel guanto dell'arciere?

    ..a prendere la mira..? :D

    vediamo un po':
    nel libro "il popolo del bronzo" queste strane alette sono presenti sul guantone di alcuni arcieri.
    Secondo la Demontis questo era il mirino o poggia freccia.
    i bronzetti degli arcieri con questo dispositivo sono quasi tutti di Teti, uno di Baunei e uno di Uta, usano diversi tipi di arco e vestono diversamente.
    L'arciere di Uta (2), di Teti (5a), (7) e (16) hanno questo dispositivo troppo poco profondo per essere un poggia-ferma freccia. L'autrice lo definisce mirino.
    Nel bronzetto dell'arciere di Baunei (21) e dell'arciere corazzato di Teti (36) questo dispositivo ha le alette piuttosto lunghe e ravvicinate tra loro. In questo caso potrebbe essere sia il mirino che il ferma freccia.

    Per la funzione di ferma freccia vale quello che ho detto nel precedente intervento. Inoltre l'arciere per avere sempre la freccia tra le alette non potrebbe muoversi liberamente pena caduta della freccia dal supporto. In agguato, in ginocchio, con l'arco piegato di lato, nei tiri in posizione frontale, tenendo l'arco abbassato con la freccia incoccata, e in tante altre situazioni la freccia non è mai ferma lungo la stessa linea sopra il braccio tra la mano dell'arco e la mano della corda.(figura 3 della foto 1)
    Con le alette basse come nei primi bronzetti non ci starebbe proprio mentre le alette lunghe sarebbero d'impaccio.

    Effettivamente come dice Lessà, la Demontis ha poca conoscenza dell'arco. Per tenere la freccia in posizione non servono due alette. La freccia deve appoggiare contro il fusto dell'arco altrimenti al rilascio volerebbe a sinistra. Quindi al limite di alette ne servirebbe una sola, quella di sinistra, perché quella di destra potrebbe allontanarla dal fusto.
    Per evitare che la freccia cada dal polso dove è appoggiata basta tenere l'arco leggermente piegato a destra con il dito medio non a contatto con la cocca, così la freccia non cade ed è sempre appoggiata al fusto. Basta alzare l'arco e posizionarlo in verticale e si può tendere e scoccare la freccia.
    Rimane la ipotetica funzione come mirino.
    Anche in questo caso la signora erra notevolmente facendo il paragone con l'arcieria moderna evidentemente senza conoscerla.
    Vediamo la foto:
    L'arciere dell'epoca tendeva la corda lungo la linea del braccio fino allo sterno, (figura 1), nella figura 2 lo stesso arciere con le alette-mirino in rosso. La linea di mira va dall'occhio al bersaglio (linea tratteggiata), l'ipotetico mirino dovrebbe trovarsi su questa linea e non sul polso 20 cm sotto l'occhio. Quindi a distanze di combattimento ravvicinato entro 30 metri questo congegno è al di sotto della linea occhio-bersaglio.
    Si potrebbe usarlo come mirino tra 30 e 40-50 metri. Alzando il braccio per queste distanze l'ipotetico mirino entrerebbe nella sagoma da colpire.
    Poi al di là dei 50 metri il pugno della mano dell'arco copre il bersaglio e quindi le alette del dispositivo no servono più.
    La figura 4 della foto (sono io), l'arciere tira a 60 metri su una sagoma alta 160cm e il pugno dell'arco si trova 20-30 cm sopra la sagoma. L'allineamento con il bersaglio avviene mantenendo tutti e due occhi aperti traguardando il bersaglio attraverso il pugno-braccio dell'arco.
    La figura 5 mostra la posizione del braccio nel tiro a 140 metri. Quindi, usare questo congegno per mirare sarebbe limitato ad una ristretta gamma di distanze dove il mirino non serve, si punta il braccio verso il bersaglio e si tira. La posizione della mano della corda lungo la linea del braccio fino allo sterno agevola il puntamento istintivo e automatico. Non serve il mirino anche perché non si mirava su di un bersaglio ridotto. Il bersaglio era abbastanza grande (sagoma umana) e dove lo colpivi non importava, era fuori combattimento automaticamente.
    Un altro probabile errore nei disegni è la posizione del pugno che regge l'arco in linea con il polso e l'avambraccio.
    Gli archi di una certa potenza si tenevano con tutto il palmo appoggiato al fusto, come nelle figure 4 e 5. In questo caso per usare le alette come mirino, queste dovrebbero essere eccessivamente lunghe e quindi disturbare il volo della freccia.

    image



    Ma allora a cosa potevano servire?

    Faccio alcune ipotesi (foto 2),

    image

    Escluso il mirino perché è inutile in questa funzione, rimane il guida freccia.
    Un arciere appiedato non aveva bisogno di alcun guida freccia, ma un arciere in movimento su di un carro da battaglia o a cavallo non lo disdegnerebbe.
    I movimenti del cavallo lanciato a galoppo o del carro in corsa sul terreno vario facilmente potrebbero buttare la freccia giù dal polso impedendo la velocità di tiro e la precisione.
    Ma per essere usato con questa funzione, il dispositivo doveva essere sufficientemente lungo (Baunei e Teti 36) e innanzitutto flessibile. Doveva mantenere la freccia in corsa ma flettere quando la freccia fletteva (spine) dopo il rilascio. Quindi un aletta di cuoio non indurito.

    Un altra ipotesi è rappresentata dalla figura 3 della foto.
    La freccia pesante e lunga di un arco da battaglia dell'epoca difficilmente raggiungeva le distanze superiori a 200 metri.
    Volendo infastidire le truppe nemiche a distanze superiori si usavano le frecce più corte del solito. Essendo più corte, erano più leggere e arrivavano a distanze di diverse centinaia di metri.
    Per poterle tirare queste frecce corte attorno a 40 cm erano alloggiate in un tubo fissato sul avambraccio del arciere e trattenuto contro il fusto dell'arco. La corda era agganciata ad una guida che spingeva la freccia fuori dal tubo.
    Questo tipo di congegno chiamato solenoide è stato descritto per la prima volta nello "Strategicon" dell'imperatore bizantino Maurizio del VII secolo.
    Nulla impedisce che il congegno sia stato conosciuto anche in passato.
    A suffragio di questa ipotesi abbiamo l'arciere corazzato di Teti (36), quello di Baunei (21) e quello di Uta (2)che indossano una faretra piccola e le frecce troppo corte per archi che usano, appunto come quelle da solenoide.

    Oggi questo congegno che si chiama over draw viene usato con archi compound nei tiri a lunghissime distanze.

    chi è interessato a solenoide legga qui: www.arcosophia.net/database/N1/amatuccio_leoni.htm


    spero di aver complicato ulteriormente la vita a tutti :D


    :salute: :viching grr: :salute:
     
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    SRDN

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    Bello! sicuramente più interessante di certi libri gettonati, con ipotesi tra le più strampalate.

    Oh Iper...non sapevo che fossi un rievocatore...anche se l'avevo mezzo intuito...mannaggia!
     
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  15. geex
     
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    la soluzione del tiro in movimento è la più aggiudicabile,
    ci stavo pensando anch'io, i particolari nei bronzetti non sono mai casuali.

     
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14 replies since 12/11/2010, 08:39   784 views
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