Vichinghi di oggi - vichinghi di ieri

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  1. pora reitia
     
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    Ke maraveja!
     
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  2. iperboreo50
     
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    :vandal:


    Sepolture vichinghe

    Finora abbiamo raccontato il rapporto dei vichinghi con la vita, commercio, guerra, esplorazione…….
    Ma che rapporto avevano con la morte???

    Per capirlo dobbiamo tornare indietro, molto indietro…..
    Ci sono delle zone in Scandinavia dove tutt’attorno nello stesso sito ci sono le tombe delle varie epoche. Dal periodo megalitico a quello del ferro……….
    Nelle foto che seguono nel web album si vede per primo una collina con un dolmen di 5 - 6000 anni or sono, scendendo lungo il lato sud della collina, a pochi passi dal dolmen, si trova il doppio circolo di 8 e 10 pietre del periodo tra il bronzo e il ferro. Dall’altro lato della collina un cimitero ancora non scavato con 60 sepolture e 10 menhir del periodo del ferro preromano e alla base della collina, dove si congiungono due sentieri, un altro cimitero con una trentina di tombe e due menhir del 400 A.D. circa..
    Si direbbe una zona sacra……..in diverse tombe erano sistemati i corpi sia di uomini che di donne, a volte insieme. Il corredo funerario era tipico per la vita nell’altro mondo, vasi, otri, addobbi ecc. Niente armi, il che fa pensare che queste sepolture erano del periodo in cui erano importanti i Dei della famiglia dei Vani, la continuazione del culto della Dea…
    Sempre nella stessa regione, qualche chilometro più in là, un cimitero del 200 – 600 A.D. con quasi 200 sepolture e molti menhir di varia grandezza. In questo cimitero sono stati seppelliti i pirati scozzesi sconfitti nelle battaglie durante le loro scorrerie. Corpi sono tutti cremati e le ceneri deposte nelle urne.
    Ci si potrebbe chiedere: perché tutta questa fatica per dei nemici uccisi in battaglia. Cremare i corpi, deporre le ceneri nelle urne e accompagnare le urne con oggetti per la vita nel al di là, ma anche le armi, il che fa pensare all’importanza che si dava alla morte in combattimento. Era la ritualità degli dei della famiglia degli Asi, Odin, Thor & co.
    Si rendeva l’onore ai morti per assicurarsi la loro benevolenza. Se trattati male, potrebbero vendicarsi sui vivi e allora era meglio omaggiarli anche se nemici.
    Nelle future cerimonie e riti di morte c’è sempre il misto dei due culti, dei Vani e degli Asi. La Dea dell’epoca della pietra mista ai culti germanici dei nuovi arrivati.
    Un’altra sepoltura che ritroveremo più avanti nel tempo è quella delle tombe comuni all’interno dei cerchi di pietre.
    Nei petroglifi scandinavi l’oggetto più rappresentato è l’imbarcazione. Migliaia e migliaia di navi di varia natura. Tutte rappresentazioni rituali del passaggio e rigenerazione, della vita e della morte, della morte e della resurrezione. Tutte le scene riguardanti la rigenerazione di qualsiasi cosa è associata alle navi ovunque presenti. Questa è la continuazione del culto della Dea.
    Ma se le navi erano rappresentate nei petroglifi per accompagnare il morto nel al di là, allora questi potevano essere seppelliti a bordo delle loro imbarcazioni?
    Infatti le sepolture dentro nelle imbarcazioni non è un esclusiva del periodo vichingo. Sono state trovate le sepolture nelle canoe ricavate dal tronco dell’albero risalenti al mesolitico.
    Non è facile trovare il legno sepolto nella terra dopo millenni, si decompone. Ma in alcuni casi di terreni favorevoli queste sepolture nei tronchi sono state trovate e sono anche in discrete condizioni. Al museo nazionale di Copenaghen c’è un reparto con esposte diverse di queste bare-canoe.
    Più tardi, tra il bronzo e il ferro sopra le imbarcazioni con il morto venivano eretti dei cumuli. All’interno dentro la barca oltre al morto venivano deposti oggetti necessari per la vita dopo la morte, gioielli per le donne anche queste seppellite nelle imbarcazioni, e le armi se si trattava degli uomini.
    Il concetto era sempre lo stesso: ingraziarsi la benevolenza del morto che se mal trattato si sarebbe vendicato sui vivi….
    Sono decine di siti, maggior parte in Svezia e Norvegia di queste sepolture.
    Ma con la cremazione era diventato di moda seppellire i morti all’interno dei circoli di pietre ma questa volta fatti a forma di nave. Due pietre grosse, una per la prua e l’altra per la poppa e altre più piccole per il contorno della nave di pietra.
    Per farlo sono stati usati diversi menhir del passato megalitico. Nella foto una delle due navi di pietra è stata costruita collegando due menhir che una volta indicavano l’allineamento del sole nel solstizio e nel equinozio

    All’interno di queste navi di pietra si festeggiava e si ricordava i morti con feste, balli e riti propiziatori, sempre sperando che i morti siano di buon umore……
    Così arriviamo all’epoca dei vichinghi, dal VII secolo in poi.
    La morte che vale è quella in battaglia. Morire malati o per un incidente è uno spreco e una vergogna.
    I Dei sanno che la loro immortalità è temporanea. Sanno che arriverà il giorno di destino – ragnarok.
    Dei dovranno combattere contro i soliti giganti e tra di loro, contro mostri da loro stessi creati, dovranno lottare sapendo che sarà una battaglia persa, sanno che Odin, Thor e la maggior parte degli Asi cadranno, pochi si salveranno e con quei pochi il mondo rinascerà più giusto di prima…………
    Ma per questa ultima battaglia hanno bisogno di guerrieri validi, coraggiosi, senza paura. E dove si trovano questi eroi se non sui campi di battaglia?
    Dei hanno costruito all’interno della loro città, Asgard, un grandioso palazzo, Valhalla, un'enorme sala con 540 porte, muri fatti con le lance dei guerrieri più valorosi, tetto fatto di scudi di oro con raffigurate scene di guerra e panche ricoperte di armature.
    Sono le Valchirie che portano nel Valhalla i caduti in battaglia. Questi, tutti giorni si addestrano al combattimento e la sera festeggiano insieme.
    In questa cultura di eroismo esasperato anche le sepolture devono essere degne di chi va dritto nel Valhalla.

    Nei casi di personaggi importanti, il morto veniva accompagnato dalla moglie, dalla servitù, dagli animali, carri e quant’altro. Tutti venivano deposti o sulla nave o sotto e ricoperti con un grande tumulo di terra. A volte la nave con le salme veniva bruciata e poi ricoperta con un tumulo.

    Nelle sue cronache il viaggiatore e scrittore arabo del X secolo, Ahmad ibn Fadlan, ha descritto uno di questi funerali al quale aveva partecipato……..(vietato ai minori di 18 anni)

    Il capo clan morto venne messo in una tomba temporanea che venne ricoperta per dieci giorni, fino a quando non vennero cuciti nuovi vestiti per la salma. Una delle sue schiave che si offrì volontaria per unirsi a lui nell'aldilà venne controllata giorno e notte, e le venne data una grande quantità di bevande inebrianti mentre ella cantava contenta. Quando giunse il momento della cremazione, tirarono a riva la sua imbarcazione e la posero su una piattaforma in legno. Nell'imbarcazione venne approntato un letto per il corpo del capo clan. Subito dopo una vecchia donna indicata come l'"Angelo della Morte" pose dei cuscini sul letto. Era la responsabile del rituale.
    A questo punto il capo clan venne dissotterrato e vestito con i nuovi abiti. Nella sua tomba ricevette bevande inebrianti, frutti e uno strumento musicale a corda. Il capo clan venne posto nel suo letto attorniato da tutte le sue armi e dai doni funerari. Vennero quindi presi due cavalli e fatti correre fino a farli sudare. I cavalli vennero poi fatti a pezzi e la loro carne gettata nella nave. Infine vennero sacrificati una gallina e un gallo.
    Nel frattempo la schiava passò da una tenda all'altra ed ebbe rapporti sessuali con gli uomini. Ognuno di essi disse "di al tuo padrone che l'ho fatto per via del mio amore per lui". Nel pomeriggio la ragazza venne portata presso un qualcosa che somigliava a un telaio di una porta, dove venne sollevata a braccia tre volte dagli uomini. Ogni volta, la ragazza disse ciò che vedeva. La prima volta vide proprio padre e la propria madre, la seconda vide tutti i suoi parenti, e la terza volta vide il suo padrone nell'aldilà. Questo era verde e bello e assieme a lui vide uomini e ragazzi. La schiava vide che il padrone la chiamava a se. Usando bevande inebrianti essi pensavano di mettere la ragazza in una trance estatica che la rendesse sensitiva e tramite l'interazione simbolica con la porta, ella potesse guardare dentro il regno dei morti. Successivamente, la ragazza venne portata alla nave. Ella si tolse i braccialetti e li diede alla donna anziana. Poi si tolse gli anelli dalle dita e li consegnò alle figlie della donna anziana che la avevano tenuta d'occhio. La ragazza venne portata a bordo della nave, ma non le fu permesso di entrare nella tenda dove giaceva il capo clan morto. La ragazza ricevette diversi recipienti di bevande inebrianti e cantò e diede l'addio ai suoi amici.
    La ragazza venne quindi spinta nella tenda e gli uomini iniziarono a battere sui loro scudi in modo che non si potessero sentire le sue urla. Sei uomini entrarono nella tenda per giacere con la ragazza, dopodiché la posero sul letto del capo. Due uomini la afferrarono le mani e due i polsi. L'Angelo della Morte mise una corda attorno al suo collo e mentre due uomini tiravano la corda, la vecchia donna accoltellava la ragazza tra le costole. Successivamente i parenti del capo clan morto arrivarono con una torcia accesa e diedero alle fiamme la nave. Si narra che il fuoco faciliti il viaggio verso il reame dei morti. In seguito un tumulo rotondo venne costruito sulle ceneri e al suo centro venne eretto un bastone in legno di betulla, dove vennero incisi il nome del capo clan morto e del suo re. Infine tutti partirono con le proprie navi.


    Questi sacrifici umani sono descritti in diverse saghe nordiche, alla morte dell’eroe venivano sacrificati diversi schiavi che insieme ai beni e le armi seppellite servivano al morto nella vita nel Valhalla.
    Diverse delle navi funerarie che non sono state bruciate, sono state ritrovate in Danimarca, Svezia e Norvegia e oggi sono esposte in diversi musei. Il più famoso è quello norvegese di Oslo.

    Seguono le foto di uno dei più grandi cimiteri con le navi di pietra, quello di Lindholm Hoje, vicino a Aalborg nello Jutland (DK), oltre 600 sepolture che vanno dal 5 al 10 secolo.
    Ma i tumuli non venivano eretti solo per seppellire le navi, a volte venivano eretti “a memoria perenne”. A Jelling in Danimarca si trovano due tumuli eretti da Harold “denteblu” in memoria di re Grom e di sua madre. Sotto invece della sepoltura sono state messe le armi come offerta a Dio e davanti sono state poste grandi pietre runiche con iscrizione che appunto ricorda il re Grom e le sue gesta. Su un’altra pietra si trova incisa la figura di Cristo in croce. Si ritiene che sia la prima immagine di Cristo in Scandinavia.

    La moda dei tumuli commemorativi è durata nel nord Europa fino al secolo scorso. In Polonia si trovano diversi di questi tumuli eretti in memoria di re, regine, eroi nazionali. L’ultimo è stato eretto nel 1936 in onore di maresciallo Pilsudski , eroe dell’indipendenza polacca.


    Le foto nel web album sono sottotitolate con spiegazioni varie

    http://picasaweb.google.it/iperboreo50/SepoltureVichinghe#


    :salute: :salute:
     
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    figata...mi lancio a vederle!
     
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  4. dedalonur9
     
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    Iper non so come ringraziarti...non conosco granchè ne dettaglio queste culture e tu me le stai facendo scoprire pian piano.
    tutto stupendo cme sempre! :salute:

    proviamo a commentare:
    CITAZIONE
    Si direbbe una zona sacra……..in diverse tombe erano sistemati i corpi sia di uomini che di donne, a volte insieme. Il corredo funerario era tipico per la vita nell’altro mondo, vasi, otri, addobbi ecc. Niente armi, il che fa pensare che queste sepolture erano del periodo in cui erano importanti i Dei della famiglia dei Vani, la continuazione del culto della Dea…

    domanda: in base a che cosa si afferma questo? mi piacerebbe qualche info in più, per me è singolare che una societyà guerriera non deponga armi per il culto di una dea e mi chiedo anche se ci fossero particolari sepolture dedicate al culto di una dea: mi spiego: nel periodo di cui parli esistevano varie tipologie di sepolture ciascuan delle quali informate ai canoni di una particlare divinità?

    ...non è che l'assenza di armi si potrebbe spiegare meglio con la compresenza nei tumuli di uomini e donne??!! :dev.gif:
    sai, ho presente anche la Sardegna.. :dev.gif:


    CITAZIONE
    Ci si potrebbe chiedere: perché tutta questa fatica per dei nemici uccisi in battaglia. Cremare i corpi, deporre le ceneri nelle urne e accompagnare le urne con oggetti per la vita nel al di là, ma anche le armi, il che fa pensare all’importanza che si dava alla morte in combattimento. Era la ritualità degli dei della famiglia degli Asi, Odin, Thor & co.

    quindi queste sono sepoture più antiche di quelle di sopra ad incenerizione..:visto quanto osservato sopra..è possibile che le tombe degli Asi si siano protatte nel periodo delle tombe dei Vani???

    ecco dove volevo arrivare.

    CITAZIONE
    Tutte le scene riguardanti la rigenerazione di qualsiasi cosa è associata alle navi ovunque presenti. Questa è la continuazione del culto della Dea.
    Ma se le navi erano rappresentate nei petroglifi per accompagnare il morto nel al di là, allora questi potevano essere seppelliti a bordo delle loro imbarcazioni? (...) All’interno di queste navi di pietra si festeggiava e si ricordava i morti con feste, balli e riti propiziatori, sempre sperando che i morti siano di buon umore……(...) Infatti le sepolture dentro nelle imbarcazioni non è un esclusiva del periodo vichingo. Sono state trovate le sepolture nelle canoe ricavate dal tronco dell’albero risalenti al mesolitico.

    hai presente alcune tombe dei giganti navetiformi (ma ci son pure dei nurghi di quella forma) ? che ne pensi?
    anche le "navetas" maiorchine appartengono alla medesima ideologia... ;) ;)
    :salute:

    P.s.:
    sputeresti un po di bibliografia sulle varie forme di sepolture di quelle zone? sputa pure qui...o in pvt..fai tu...
    ari-grazie ^_^
    :salute:
     
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  5. iperboreo50
     
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    CITAZIONE (dedalonur9 @ 5/10/2010, 13:12)
    Iper non so come ringraziarti...non conosco granchè ne dettaglio queste culture e tu me le stai facendo scoprire pian piano.
    tutto stupendo cme sempre! :salute:

    proviamo a commentare:
    CITAZIONE
    Si direbbe una zona sacra……..in diverse tombe erano sistemati i corpi sia di uomini che di donne, a volte insieme. Il corredo funerario era tipico per la vita nell’altro mondo, vasi, otri, addobbi ecc. Niente armi, il che fa pensare che queste sepolture erano del periodo in cui erano importanti i Dei della famiglia dei Vani, la continuazione del culto della Dea…

    domanda: in base a che cosa si afferma questo? mi piacerebbe qualche info in più, per me è singolare che una societyà guerriera non deponga armi per il culto di una dea e mi chiedo anche se ci fossero particolari sepolture dedicate al culto di una dea: mi spiego: nel periodo di cui parli esistevano varie tipologie di sepolture ciascuan delle quali informate ai canoni di una particlare divinità?

    ...non è che l'assenza di armi si potrebbe spiegare meglio con la compresenza nei tumuli di uomini e donne??!! :dev.gif:
    sai, ho presente anche la Sardegna.. :dev.gif:


    CITAZIONE
    Ci si potrebbe chiedere: perché tutta questa fatica per dei nemici uccisi in battaglia. Cremare i corpi, deporre le ceneri nelle urne e accompagnare le urne con oggetti per la vita nel al di là, ma anche le armi, il che fa pensare all’importanza che si dava alla morte in combattimento. Era la ritualità degli dei della famiglia degli Asi, Odin, Thor & co.

    quindi queste sono sepoture più antiche di quelle di sopra ad incenerizione..:visto quanto osservato sopra..è possibile che le tombe degli Asi si siano protatte nel periodo delle tombe dei Vani???
    ..................

    :salute:

    Sarò lungo come il mio solito.......................... :D

    Le popolazioni germaniche sono originarie della Scandinavia e dintorni.
    Sono stati loro a dare il via alla cultura di Ertebolle che comprendeva parte meridionale della penisola scandinava e la penisola dello Jutland con l’estensione verso odierna Olanda. Al nord e lungo le coste norvegesi risiedeva una popolazione di origini pregermaniche.
    La cultura di Ertebolle successivamente evolutasi in quella del vaso campaniforme, portò i germani dal mesolitico al bronzo e in questo periodo che nel nord Europa e in Scandinavia si forma e prospera la civiltà megalitica.
    Questa civiltà è così forte in Scandinavia da continuare le loro costruzioni attraverso tutto il bronzo fino al ferro.
    La lettura della simbologia presente nei siti megaliti scandinavi indica la stessa appartenenza religiosa legata al culto della Dea. (compresa la simbologia delle navi).
    In quel periodo nelle sepolture in Scandinavia non erano presenti le armi. La popolazione viveva di caccia e raccolta e solo più tardi si è evoluta verso sedentarietà e agricoltura. Nelle sepolture si metteva il corredo funerario composto da vasi, piatti, bicchieri e altre stoviglie. Le armi in uso erano lance, archi anche piuttosto evoluti come quello di Holmegaard, coltelli e asce, ovviamente di pietra. La popolazione non era particolarmente numerosa e quindi grandi conflitti non erano all’ordine del giorno. Questo ci dice che le armi come status non erano ancora nate presso queste popolazioni.
    La movimentazione non era particolarmente agevole, dopo la deglaciazione una parte dei territori non era praticabile. Sotto nella foto come si presentava la valle di Bottna quando è stato costruito il dolmen. Il mare arrivava fino lì, il livello era più alto di 25 metri rispetto a oggi. La Danimarca era divisa in una miriade di isolette e le paludi salmastre infestavano il territorio abitabile. In questa realtà l’imbarcazione era l’unico mezzo di trasporto. Ecco perche nei petroglifi dal circolo polare fino al Baltico sono rappresentate migliaia di navi. Nel Bohuslan, dove ci sono la maggior parte dei petroglifi, alle rocce coi disegni si arriva comodamente in macchina, nel periodo della pietra e inizio bronzo, alle stesse pareti si arrivava comodamente con le imbarcazioni

    image

    Poi nel neolitico, piano piano sono cominciati arrivare altri popoli con altre espressioni religiose.
    Fino ad allora la Dea era una sola con tante raffigurazioni a seconda della occasione. Ora con nuove influenze, queste raffigurazioni sono diventate Dei e Dee, si è passati al politeismo. Ma la cultura era ancora quella agricola e le occasioni per guerreggiare erano ancora scarse. Le inumazioni continuavano come prima, tombe anche miste, uomini e donne, corredi senza armi, menhir a volontà e bare in tronco-canoa con e senza tumulo, a seconda di moda corrente. La società era in evoluzione e le mode cambiavano. Queste nuove divinità nella nuova mitologia che si stava formando sarebbero diventate della famiglia dei Vani. Quando la società si era ulteriormente evoluta con arrivo di sempre nuove idee e di nuove genti, allora sono comparse le armi in metallo e sono cominciate le guerre. La prima delle guerre era quella tra la vecchia cultura e la nuova. Dei Vani contro i nuovi Dei Asi.
    Il mondo dei coltivatori e dei pastori contro il mondo dei guerrieri. La vecchia società con loro Dei della natura, e con loro riti della procreazione e del continuo rinnovamento contro la nuova società delle gerarchie di potere e contro i Dei della guerra e del potere assoluto.
    La guerra era finita alla pari, Dei si sono scambiati gli ostaggi e mentere i Vani sono rimasti a vivere tra la natura e tra la gente, gli Asi si sono fortificati nel Asgard continuando la guerra contro i giganti. Nel Ragnarok sopravivranno i Vani mentre gli Asi, Odin e Thor in testa periranno…
    Questa è la mitologia, uomini creano i dei per giustificare il loro operato e per mantenere il potere.
    In tutto questo periodo di mescolanza tra le due manifestazioni religiose, la gente ha continuato tranquillamente a praticare i propri riti di sempre. Ecco perché negli stessi spazzi e nelle date a volte contrastanti si trovano le sepolture con o senza armi, ricche e povere, solo uomini e miste, nelle navi grosse e importanti e nelle scialuppe. Alla fine prevalsero i più forti e nel ferro post romano la ritualità importante era di tipo guerriero, Asi, ma i Vani e loro continuo rinnovamento non sono scomparsi, sono solo scivolati un pochino in secondo piano.

    CITAZIONE
    ecco dove volevo arrivare.

    CITAZIONE
    Tutte le scene riguardanti la rigenerazione di qualsiasi cosa è associata alle navi ovunque presenti. Questa è la continuazione del culto della Dea.
    Ma se le navi erano rappresentate nei petroglifi per accompagnare il morto nel al di là, allora questi potevano essere seppelliti a bordo delle loro imbarcazioni? (...) All’interno di queste navi di pietra si festeggiava e si ricordava i morti con feste, balli e riti propiziatori, sempre sperando che i morti siano di buon umore……(...) Infatti le sepolture dentro nelle imbarcazioni non è un esclusiva del periodo vichingo. Sono state trovate le sepolture nelle canoe ricavate dal tronco dell’albero risalenti al mesolitico.

    hai presente alcune tombe dei giganti navetiformi (ma ci son pure dei nurghi di quella forma) ? che ne pensi?
    anche le "navetas" maiorchine appartengono alla medesima ideologia... ;) ;)

    non le conosco, però vorrei saperne qualcosa di più.
    Ma questa somiglianza non mi meraviglia, Sardegna faceva parte della cultura megalitica nord europea. C’è una notizia sul forum a proposito di un ragazzo del mediterraneo morto a Stonehenge, Per terra ferma non ci si muoveva. Nei boschi non si girava. Mezzi di trasporto erano imbarcazioni e le vie erano mari e fiumi. Per i popoli della preistoria la nave era importantissima e quindi non mi meraviglia se anche in Sardegna le TdG erano naviformi. Se guardi le vie di penetrazione della cultura campaniforme vedrai che queste passano dal Rodano (con Corsica in vista) a tutti fiumi dell’Europa occidentale e da lì nel nord megalitico…..
    Se hai qualcosa di più su questo tema, qualche immagine……ben volentieri

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    P.s.:
    sputeresti un po di bibliografia sulle varie forme di sepolture di quelle zone? sputa pure qui...o in pvt..fai tu...
    ari-grazie ^_^

    Sono libri in maggior parte in inglese ma anche in altre lingue che trattano queste tematiche non in modo esclusivo ma come parte di tutt’uno – storia del nord in tutte le salse. Atti di vari convegni tra cui quello di Wolin e tanti altri.

    http://vikingeskibsmuseet.dk/index.php?id=...&no_cache=1&L=1

    www.oxbowbooks.com/home.cfm//Location/Oxbow

    www.megalithic.co.uk/asb_mapsquare.php

    www.cancellidiasgard.net/forum/viewtopic.php?f=11&t=106 (molto sulla mitologia norrena)

    poi vanno bene tutti (pochi) libri sui vichinghi in italiano ma questi cominciano e finiscono con l’epoca vichinga. Quello che è importante secondo me è il “prima e dopo”. Come è nato e come è proseguito un fenomeno.
    Molte cose ho imparato e consolidato viaggiando in quei posti. Veder coi propri occhi è diverso che leggere.
    Quando gire per villaggi ricostruiti delle altre epoche, quando passi giorni interi tra centinaia di persone che vivono seriamente queste esperienze, quando giri il Bohuslan per vedere una miriade di petroglifi e ci arrivi fin sotto con la macchina e ti dicono che qui c’era il mare e sai che ci vuole un’ora in auto per arrivare al mare oggi, ti rendi conto cosa poteva essere questa terra una volta. Nella cartina di sopra le linee sulla parte in blu sono le strade di oggi, 3-4000 anni fa si girava in nave. Guarda la cartina del Bohuslan in Svezia – la parte di fronte alla Danimarca fino alla Norvegia. Tutti questi fiordi che vedi, oggi ci girano le navi mercantili, una volta con questi fiordi arrivavi in tutti i laghi che vedi sulla carta compreso il più grande, Vanern.
    Se vedi ti è più facile capire molte cose. Come andare per i nuraghi. Se vedi e se tocchi quelle torri allora ti viene più facile capire il libro di uno o dell’altro.

    Fantasia e immaginazione sono una grande cosa


    :salute: :salute:
     
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    Fantastico...grazie della bellissima spiegazione Iper
    Alle medie dovetti studiare un pò di mitologia nordica durante le lezioni di Inglese, già prima ne ero appassionato, ma da allora proprio mi è rimasto il segno.
    Ricordo che non capivo il perchè di questo dualismo tra Asi e Vani. Per me, già da ragazzino non aveva nessun senso.
    Non potevano esserci solo una classe di "grandi" Dei?
    In tutti questi anni non ci ho più pensato e me ne son dimenticato... Mai sarei arrivato a pensare ad una simile spiegazione. (ora non ricordo il nome dell'autore...forse Drews?...boh vuoto di memoria abissale! però un grande scrittore fece lo stesso per tutta la mitologia Greca).
    Grazie per il bellissimo post!
     
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  7. iperboreo50
     
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    CITAZIONE (LessàAlessandro @ 6/10/2010, 00:33)
    Fantastico...grazie della bellissima spiegazione Iper
    Alle medie dovetti studiare un pò di mitologia nordica durante le lezioni di Inglese, già prima ne ero appassionato, ma da allora proprio mi è rimasto il segno.
    Ricordo che non capivo il perchè di questo dualismo tra Asi e Vani. Per me, già da ragazzino non aveva nessun senso.
    Non potevano esserci solo una classe di "grandi" Dei?
    In tutti questi anni non ci ho più pensato e me ne son dimenticato... Mai sarei arrivato a pensare ad una simile spiegazione. (ora non ricordo il nome dell'autore...forse Drews?...boh vuoto di memoria abissale! però un grande scrittore fece lo stesso per tutta la mitologia Greca).
    Grazie per il bellissimo post!

    grazie :salute:

    Ritengo che tutta la mitologia norrena sia sovrapponibile alla storia dell’antichità scandinava.

    Le mutazioni sociali, indebolimento delle vecchie credenze, nuove gerarchie sociali, insomma tutto il mondo nuovo per affermarsi aveva bisogno di sostituire i vecchi miti con quelli nuovi nei quali si ricorda il vecchio, ma ponendo in prima fila il nuovo.
    Provo spiegarmi meglio:

    Prima dell’ultima glaciazione le terre della Scandinavia erano frequentate dagli uomini. Con l’avvento della glaciazione la vita in quelle terre è come se si fosse fermata. Il tutto è ripreso con l’inizio dello scioglimento dei ghiacci. Come se il mondo fosse nato proprio allora.
    Era il mondo di cacciatori, pescatori, raccoglitori. Successivamente con l’arrivo dell’agricoltura e della pastorizia era iniziata una nuova epoca, è aumentata la popolazione, sono comparsi animali prima inesistenti, ha cominciato svilupparsi la tecnologia. Dalla pietra si è passati ai metalli e questo aveva portato allo sviluppo delle armi e dell’oggettistica di diversa specie. In una società che basava l’esistenza sulla navigazione non poteva mancare lo sviluppo della cantieristica. Aumentava la popolazione e con questa aumentavano i problemi, allora bisognava incidere sull’organizzazione sociale per evitare l’anarchia, la mobilità delle genti portava nuove idee e nuovi problemi, vecchie soluzioni venivano dimenticate e si è affidati ai nuovi arrivati, dalle fattorie si è passati agli insediamenti più grandi e con opere di difesa……………………

    Su questo mondo in evoluzione che si inserisce la mitologia norrena, lo racconta, lo spiega e lo guida. Dà il senso al presente e indica il futuro.

    La mitologia è raccontata nei poemi detti Edda poetica o maggiore e Edda in prosa…

    Qui di seguito alcuni brani del racconto mitologico (in corsivo) e il mio commento sul paragone che si può fare con la storia.

    All'inizio c'era il nulla, la voragine primordiale chiamata Ginnungap, in cui si manifestavano i principi e la polarità opposti. A nord la fredda ed umida Niflheimr, a sud, la torrida ed asciutta Muspell. Quando il caldo vento di Muspell entrò in contatto con la brina gelida di Niflheimr, questa si sciolse e prese a gocciolare facendo crescere la vita.


    Finisce l’epoca di glaciazione e comincia lentamente la vita.

    Il primo essere fu il gigante Ymir che venne nutrito dalla vacca Audhumla, nata come lui dalle gocce di brina. Fu lei a far uscire dalla terra ghiacciata Buri, quest'uomo primordiale che da solo generò Bor.


    Questo passo ci dice che la terra non era disabitata, prima degli Dei sulla terra (Scandinavia) vivevano i Giganti e uomini primordiali. In molti canti dell’Edda i giganti sono rappresentati come forti e sapienti. Dei a volte chiedevano ai Giganti e alle Gigante il saggio parere sulle vicende del mondo. Odino portava alla cintura la testa di un gigante che forniva a richiesta saggi consigli. Molte delle mogli degli Dei erano le Giganti. Questi vivevano nella loro terra all’esterno del mondo umano e venivano chiamati “uomini delle montagne”. Il rialzo delle acque aveva costretto ai viventi di spostarsi verso i monti. Rappresentando il vecchio mondo, venivano combattuti da Thor e considerati nemici degli Dei, - i nuovi padroni di quel mondo

    La vacca indica la pastorizia che diede l’inizio alla civiltà, infatti, è la vacca che fa uscire dai ghiacci il padre di Odino e quindi fa il collegamento tra la nuova civiltà e nuovi Dei….mentre la madre di Odino è una Gigante….(simbologia di creazione – maschio umano e femmina gigante danno vita alla stirpe degli Dei)

    Quest'ultimo (Bor) si unì alla gigantessa Bestla e insieme ebbero tre figli: Odino, Vili e Ve. Questi furono i primi fra gli dèi. Odino ed i suoi fratelli uccisero Ymir (il gigante), ne trasportarono il corpo nel mezzo di Ginnungagap e da lui trassero il mondo, la terra fu fatta dalla carne, le montagne dalle ossa, il mare dal sangue, il cranio di Ymir costrì la volta del cielo ed il suo cervello, gettato in aria, originò le nuvole. Ma dalla carne del gigante si formarono anche dei vermi, che gli Dei tramutarono in nani. Quattro di essi furono posti agli angoli della terra perchè sorreggessero il cielo: Austri, Vestri, Nordri e Sudri (est, ovest, nord e sud). Dopo aver creato il mondo gli Dei diedero vita alla stirpe degli uomini traendo da due tronchi d'albero Askr ed Embla, il primo uomo e la prima donna. Alla razza umana fu assegnata come sede Midgard, la parte centrale della terra appena creata, protetta da un grande recinto fatto con le sopracciglia di Ymir, la stirpe dei giganti fu invece relegata nel recinto esterno detto Jötunheimr, lungo le fredde spiagge del mare.
    Il mondo fu creato da giganti per decisione degli Dei, senza questa popolazione primordiale l’universo non sarebbe nato. Tutta la ritualità della formazione dell’universo sa molto di riti sciamanici della nuova civiltà proveniente dagli Urali e dalle steppe siberiane, (e da monti Altai – questo per Pora :salute: ) simile ai riti degli Ugro finnici (Finlandia, Estonia, Lettonia, Ungheria) tutto il sapere degli dei veniva dalle magie e dalla capacità divinatoria, erano quasi immortali solo perché si nutrivano di mele magiche…

    Ma oltre ai Giganti, anche gli Elfi erano delle creature esistenti e non create dagli Dei. Tutto un mondo già esistente senza l’intervento divino. Questo ci dice che i nuovi Dei sono arrivati in un mondo già fatto e abitato, lo hanno solo formato a loro immagine e somiglianza………

    Passeggiando lungo la spiaggia Odino e altri due, hanno trovato due tronchi d’albero e alitando su questi hanno fatto nascere uomo e donna….Può darsi che la sepoltura nelle bare-canoe di tronchi derivi da questa creazione….”dal tronco siete nati e nel tronco ritornate per compiere l’ultimo viaggio …”

    Uno dei figli di Odino, Baldr, fu cremato in una nave funeraria…….e tutto quadra….

    Poi gli dèi costruirono per loro una sede celeste chiamata Asgard.

    Era una cittadella fortificata dove vivevano solamente gli Dei Asi. La cittadella è stata successivamente rinforzata per paura dei giganti. Questo ci dice che i nuovi padroni non erano per niente sicuri in mezzo alla gente comune dove vivevano i Dei Vani, quelli della passata cultura…..e dà l’inizio alla costruzione degli insediamenti fortificati per le stirpi guerriere.

    Attorno alla terra fu avvolto come un anello l'oceano ed alcune faville provenienti da Muspell andarono a formare gli astri, alcuni di essi ebbero una sede fissa mentre ad altri fu assegnata una rotta da percorrere perchè il tempo potesse essere calcolato. L'intero universo era rappresentato come un grande albero e più precisamente un frassino detto Yggdrasil. Esso rimarrà saldo sulle sue possenti radici fino a quando il gallo Vidhofnir, che dimora nelle sue fronde, annuncerà il giorno del destino per gli Dei.

    Sotto questo albero che Odino ricevette la sapienza e preveggenza da un Gigante in cambio di un suo occhio Sempre sotto lo stesso frassino che Odino aveva sistemato le Norne, le tessitrici del destino degli uomini. Per organizzare la popolazione e avere il controllo su essa Odino divise le genti in schiavi, liberi-guerrieri e nobili-Jarl.

    In alcuni dei passi dell’Edda ci sono dei racconti che io interpreto come il passaggio dalla pietra ai metalli.

    Era successo che per decisione di Loki, il dio del fuoco, alcuni nani fabbri hanno prodotto per gli Dei degli oggetti dai poteri miracolosi…..

    Per gli Dei Asi hanno forgiato una lancia Gungnir per Odino e il martello Mijolnir . per Thor. Prima di allora Odino non aveva niente e la mazza di Thor era di pietra, contestualmente al passaggio dalla pietra al bronzo compaiono in Scandinavia le nuove imbarcazioni, più grandi, più veloci e più forti. Nello stesso incontro tra i nani e gli Dei vengono consegnati altri doni tra cui una nave che si poteva ripiegare e che una volta spiegata poteva contenere tutti gli dei del Asgard, era forte e veloce. Questo dono è stato dato a Njord, un dio Vani.

    Un altro esempio della lavorazione di metalli erano i gioielli di grande bellezza che riuscivano forgiare i nani nelle loro fucine e ad un certo momento sono diventati richiestissimi dalle Dee. Ricordo che i nani sono stati creati dagli dei Asi dai resti del gigante e che sono diventati esclusivamente addetti alla fabbricazione dei metalli. I metalli sono arrivati al nord con i nuovi venuti, e sono stati loro ad insegnare la lavorazione ai locali….il collegamento c’è e si vede.

    Ci sono tanti altri collegamenti tra la mitologia norrena e lo scorrere della storia scandinava……………

    Ma questo non riguarda solo la mitologia norrena, secondo me riguarda tutte le mitologie. A meno che non si voglia credere negli Annunachi o Iggigi o Nubiru ………………che erano tutte rappresentazioni di una nuova civiltà piombata tra due fiumi e che per la conoscenza tecnica che avevano non potevano che sembrare divini……sono stati divinizzati dai locali, hanno creato una bella favola delle discendenze divine e hanno conquistato il mondo allora conosciuto.. Esattamente come Odino & co…..


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    Molto bello ed interessante.
    Conoscevo tutta le storiella, ma i paragoni che ne hai tratto sono illuminanti.
    Le Norne secondo te sono paragonabili alle Parche Greche?
    C'è chi dice che parte della mitologia nordica sia tratta dalle leggende Greche.
    Tra cui Vinci, che però usa questo a supporto della sua teoria...
     
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  9. iperboreo50
     
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    CITAZIONE (LessàAlessandro @ 6/10/2010, 19:30)
    Molto bello ed interessante.
    Conoscevo tutta le storiella, ma i paragoni che ne hai tratto sono illuminanti.
    Le Norne secondo te sono paragonabili alle Parche Greche?
    C'è chi dice che parte della mitologia nordica sia tratta dalle leggende Greche.
    Tra cui Vinci, che però usa questo a supporto della sua teoria...

    Tutte le mitologie hanno dei punti in comune, questo perché le paure di chi le ha fatto nascere erano le stesse.
    Ovviamente un popolo che si trasferisce armi e bagagli in un altro posto, porta con se i miti suoi e dei propri vicini, poi transitando per altre lande cede un po' di suo e assorbe un po' degli altri e quando finalmente si ferma, per legittimare il suo nuovo possedimento adatta suoi miti a quegli dei vecchi residenti e ne viene fuori uno tutto nuovo.......
    Se vogliamo seguire il presunto percorso fatto da quel misterioso popolo che arrivato in nord Europa e in Scandinavia e prese il nome di germani, allora abbiamo diversi punti qualificanti in comune con alcuni popoli vicini.
    Parlo degli ugro-finnici della zona del Baltico. Hanno la stessa presunta provenienza, Urali, Siberia, Altai.....
    Dei con altri nomi ma simili funzioni, eroi dei miti della natura simile, origine del mondo diversa perché la zona dell'approdo era diversa (in Finlandia e Estonia non ci sono i vulcani che con l'alito caldo sciogliendo i ghiacci hanno fatto nascere la vita) ma simile è la forma del universo. Dai germani l'albero Yggdrasill attorno al quale è sistemato l'universo, mentre dagli ugro.finnici c'è un palo nell'asse della terra che sulla sua sommità ha la volta celeste. In tutti e due casi si tratta probabilmente del palo centrale della tenda dei nomadi.....era il loro piccolo universo.
    Ma l'albero è presente anche nei miti di altri popoli compresi quelli di là dell'Atlantico........
    L'approccio sciamanico di tipo asiatico è simile sia nella cultura norrena che il quella ugro-finnica.
    Se vogliamo considerare come il bacino di provenienza l'Asia centrale, allora abbiamo diverse similitudini tra le mitologie dell'India e della Persia degli Ariani. Testi indiani, i veda, sono pieni di citazioni che si adattano alla mitologia norrena. Nei Rygweda indiani Dei fanno nascere la vita sulla terra dal corpo del gigante Purus, questo è simile al mito norreno della formazione dell'universo dal corpo del gigante Ymir.... Non l'ultima la battaglia tra gli Dei. Mentre in diverse mitologie ci sono sempre degli scontri tra uno o due degli Dei, solo in quella indiana e in quella norrena assumono la dimensione epica. L'unica differenza è, che mentre Mahabharata è nel passato, il Ragnarok è nel futuro. La mitologia norrena a differenza delle altre è futurista.

    Ovunque il mondo è nato dagli eventi cosmici ed è stato plasmato dagli Dei.
    Nel nord il mondo è nato dal fuoco che ha sciolto i ghiacci. - Vulcani dell'Islanda e la calotta polare ghiacciata. - Ma prima degli Dei ci sono già i Giganti, Elfi, Lanvaettir - spiriti del territorio e gli uomini primordiali.......questo vuol dire che riinizia il ciclo di tutto....dal vecchio mondo dove evidentemente c'erano già esseri umani normali e speciali (giganti)-(Iperborei?), cerano già divinità magiche e spiriti e quindi religione. Tutto questo si era assopito sotto la coltre di ghiacci che aveva ricoperto il nord.......e dove prima c'era il verde e la vita era nella sua pienezza.
    Quindi nasce il nuovo mondo e cresce, si sviluppa, nascono nuovi Dei, si scazzottano, organizzano l'umanità, e arrivano ad un punto da dove si può solo scendere.....e sono i Dei con la loro perfida condotta che iniziano una lenta caduta. E' un Dio che viene dai giganti, il dio del fuoco Loki nato da suo padre gigante e dio della folgore che colpisce con il fulmine un abete, che è sua madre, e da qui che nasce Loki che diventa dio del fuoco. I giganti c'erano già nel vecchio mondo e infatti le madri di quasi tutti Dei di Asgard sono giganti. Quindi la vecchia forza della natura - il fuoco - comincia a distruggere il mondo degli Dei. Loki è perfido, riesce con un tranello a far uccidere Baldr, il figlio prediletto di Odino, e l'uccisore in questo tranello è il fratello di Badr, il cieco Hod, anche egli figlio di Odino. Ma la vendetta sul uccisore è obbligatoria e Odino decide l'uccisione del colpevole, che è sempre suo figlio innocente. Durante il funerale di Badr muore di crepacuore sua mogli, la Dea Nanna. Quando dei vogliono riportare in vita l'amato Badr, è sempre Loki che con un altro sotterfugio lo impedisce. Non è ancora Ragnarok ma è già l'inizio della fine. Lentamente il mondo degli Dei, di questi Dei, si avvicina al giorno del compimento. Saranno nuovamente i vulcani con il fuoco, gaiser con acqua bollente, viene divorato il sole e la luna, si spengono le stelle e arriva il momento della definitiva battaglia tra i giganti e dei ormai decaduti. E' la fine di tutto, il mondo sprofonda nella coltre ghiacciata.
    Si compie un ciclo, ma è scritto che da queste distruzioni nuovamente rinasce il mondo, torna in vita Badr per guidare il nuovo mondo più giusto, e tutto rinasce da capo. Un eterno ciclo di morte, nascita, vita, decadenza, morte,.......
    Un mito epico simile nella sua grandezza al Mahabharata.
    Le differenze con gli Dei greci e romani sono tante, anche qui ci sono dei della guerra, del fuoco e di tante altre cose che spaventano gli uomini. Questi Dei nascono e vivono per rassicurare le genti, sono anche Dei buoni, allegri, aiutano i loro amici terricoli, cantano, bevono.........
    I Dei del nord non ridono, sono cupi, traditori, non rispettano patti, se ne approfittano di tutto, vivono senza alcuna morale e pretendono i sacrifici umani (fino al IX - X secolo), imbrogliano a più non posso, sono pochi quelli che il popolo ama veramente (Badr). Dal Asgard arrivano solo i rumori delle armi, le urla delle battaglie quotidiane nel Valhalla degli eroi...................nessun suono dolce e gentile. No, non assomigliano per niente agli Dei della Grecia o di Roma.

    In quanto alle Norne - Parche: all'inizio nel Edda si parla di una sola, Sculd, colei che sa il futuro, successivamente, con la divisione del tempo arriva un'altra, Verdandi, colei che sa il presente, e Urd, colei che conosce il passato. Le norne tessono un'arazzo dove i fili corrispondono alla lunghezza di vita di ciascun uomo. Sono rappresentate a volte sorrere sugli sci, questo per indicare il tempo che corre.... potrebbe darsi che questa divisione del tempo (passato-presente-futuro) sia venuta dai contatti con il mondo greco...

    In quanto a Vinci,egli mette molti tra i popoli che secondo lui sono poi discesi al sud, nella parte orientale del Baltico. Ma queste erano le terre occupate dagli ugro-finnici che non erano germani, anche se il bacino di probabile provenienza era quasi lo stesso
    Il difetto della mitologia norrena è che non è scritta. Mentre su tutte le religioni e mitologie classiche sappiamo quasi tutto, dai papiri alle tavole cuneiforme, da codici a sculture e dipinti, su quella norrena non ci sono scritti. Era tutto raccontato e passava da padre a figlio con ovvie modificazioni. L'unico testo scritto è Edda poetica e Edda in prosa. Il racconto si basa sulla trascrizione dei canti e delle poesie degli scald e dei trubadur scandinavi. (cantastorie) e risale al XIII secolo.

    Nel frattempo i romani incontrando popoli germanici in varie campagne militari ne hanno descritto usi e costumi, ma per essere compresi hanno descritto tutto attraverso il loro specchio di riferimento. Hanno paragonato i Dei germani a quelli romani non perché erano la stessa cosa bensì per far capire il racconto........................
    e così sono nati dei miti sulla similitudine degli Dei greco-romani e quelli germani.

    Lo stesso problema vale per altri popoli non letterati come celti. Oggi nella storia celta si infila tutto e più di tutto proprio perché non ci sono fonti scritti....


    :salute: :salute:
     
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  10. iperboreo50
     
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    Evoluzione del naviglio norreno 1

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    In questa suggestiva immagine, una nave a prua alta, stretta e bassa sull’acqua esce dalle nebbie………

    In questa visione c’è tutta la poesia riguardante la nascita ed affermarsi di un naviglio venuto da lontano….. molto lontano nel tempo………
    Non è una fiaba, tra il Mesolitico, il Neolitico, il Bronzo e il Ferro sulle rocce della Scandinavia – Danimarca, Svezia, Norvegia e la Carelia si sono ripetute nel tempo le immagini che portano dritte a questo vascello che spunta dalle nebbie per entrare nella storia e nel mito dei Popoli del Mare.

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    Popoli del Mare quelli veri, quelli che nel mare e dal mare hanno nei millenni tratto il sostentamento in ogni forma….
    Non quelli che hanno attraversato montagne e deserti a piedi, a cavallo, sui carri, per arrivare finalmente nel posto dove l’arte della navigazione gli è stata insegnata…….. :D

    Questo sarà un racconto documentato sulla marineria norrena dal Mesolitico all’epoca vichinga. Quanto presenterò si basa principalmente sulle visite ai musei di Goteborg, Copenaghen, Roskilde, Haithabu, Stettino. Sui libri: “Rock Carvings In The Borderlands – Bohuslan and Ostfold”, ed. Warne Forlag . e “Archeology and the Sea in Scandinavia and Britain”, ed. The Viching Ship Museum in Roskilde,
    nonché su alcuni siti web tra cui: “UI-RA-LA the ancient world of boat peoples” –
    www.paabo.ca/uirala/uini-seagoingskinboats.html
    “Viking ships and norse wooden boats” - http://home.online.no/~joeolavl/viking/index.htm
    …..e tanti altri……..
    Molte foto sono mie, alcune invece prese qua e la nei siti web e nei libri citati sopra.
    Come d’abitudine, questo testo sarà accompagnato da alcuni filmati e foto, mentre tutte le altre foto saranno visibili e commentate nel mio web album di cui indirizzo indicherò alla fine.

    ........................ :viching grr: .................................

    image

    La parte in bianco è quella che ci interessa. La penisola scandinava liberata dai ghiacci definitivamente attorno a 9000 anni or sono. Sia nel periodo precedente l’ultima glaciazione sia successivo, sono state ritrovate diverse testimonianze di vita in quelle terre coperte da una coltre di ghiaccio.
    Uomini che abitarono quelle terre vivevano di caccia, pesca e raccolta. Una popolazione nomade che seguiva gli animali da cacciare. Le prede erano balene, foche, trichechi, alci e renne.
    Va da se che alcuni di questi vivessero nel mare ma gli altri? Nelle terre piene di laghi e di paludi, di fiumi e stagni, anche gli animali come renne o alci erano cacciabili nell’acqua dove erano più esposti e dove era più facile avvicinarli.
    Ce lo dicono migliaia di petroglifi sparsi tra la Norvegia del nord (Alta, Lofoten) e lago Onega in Carelia e risalenti a 5000 – 6000 anni fa. Le navi che usavano questi navigatori avevano sulla prua una testa di alce imbalsamata o scolpita in legno per poter mimetizzarsi meglio nell’ ambiente lacustre.

    imageimageimageimage

    Le stesse imbarcazioni vediamo sui petroglifi mentre sono impegnate nella caccia alle balene.

    imageimage

    Le balene durante l’anno migravano dal nord verso il sud e viceversa costeggiando la penisola scandinava. Dietro questi cetacei si muovevano i cacciatori con le loro imbarcazioni. Ecco perché gli stessi disegni troviamo sia in Carelia, nel Mar Bianco, e in Norvegia. Una migrazione di necessità.
    Ma perché parlo di questo?
    Perche sono le stesse navi, fatte alla stessa maniera e con gli stessi materiali che troviamo più tardi, nel bronzo, in Svezia e in Danimarca, quindi nella patria di quelli che un giorno saranno chiamati vichinghi e che useranno le navi derivanti da quelle dei loro avi del mesolitico. Ovviamente ulteriormente migliorate.

    Ma come erano fatte queste imbarcazioni?
    Dovevano avere una buona tenuta al mare anche leggermente ondoso, essere resistenti e leggere per poter essere trasportate a braccia quando si passava da una palude all’altra …
    In tutti petroglifi di ogni periodo, all’interno di quelle navi si vedono le persone , si vedono le strutture, come se fossero trasparenti.
    Questo effetto si ottiene con le imbarcazioni rivestite in pelle.
    Costruite con le pelli degli animali cacciati e stesi attorno ad un telaio in legno. Esattamente come si fa tutt’ora nell’Artico.

    imageimageimage

    Altre foto nel web album, mentre adesso un breve filmato di 2 minuti che mostra la costruzione di una di queste intelaiature per poi montare sopra la pelle di alce o renna. (oggi si usa la pelle finta più resistente)



    Queste imbarcazioni possono navigare tranquillamente e sono discretamente robuste. Nei petroglifi si vedono anche gli equipaggi di 20 e oltre persone, il che ci da una lunghezza utile almeno tra 15 e 18 metri.
    Notate l’aspetto di queste imbarcazioni, lunghe e strette e basse sull’acqua – canoe.
    (Per ricerca web parola chiave: Skin boat)

    Ma oltre alle imbarcazioni in pelle, la natura delle zone artiche offriva un altro materiale, la corteccia dell’albero di betulla (Betula papyrifera), . In un ritrovamento in Svezia a Byslad sono stati trovati i resti di una di queste imbarcazioni.
    Nel filmato che segue della lughezza di 8 minuti viene mostrato come si toglie la corteccia dall’albero, come la si cuce sul telaio della canoa con le fibre naturali raccolte nel terreno, e infine come la si rinforza. (interessantissimo).



    La lunghezza massima che si ottiene con queste canoe è di 10 metri circa, ideale per fiumi, laghi, fiordi e sotto costa. A volte queste canoe potevano essere rinforzate ricoprendole con la pelle.
    (per ricerca web parola chiave: Birch bark canoe)

    Ma sia le canoe in pelle sia in corteccia avevano un punto debole. Se si trascinavano sulle pietre, sulla roccia o su altri sfondi duri, queste imbarcazioni potevano danneggiarsi il fondo per sfregamento.
    E allora cosa è stato inventato?
    Questo:

    imageimage

    Una trave che corre sotto il fondo dell’imbarcazione, la protegge da sfregamenti e da urti, fa le funzioni della chiglia e quindi con il peso su tutta la lunghezza la stabilizza meglio e con la parte che sporge in avanti può alla bisogna speronare sul fianco un’altra canoa.
    Esattamente come in questi petroglifi del bronzo e del ferro pre romano.

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    La trave di chiglia era accompagnata da un'altra, sempre a prua e a volte anche a poppa con in alcuni casi una polena-protome. In questo caso non più alce bensì il cavallo, animale dedicato al sole o altri simboli come spirali.
    Cosi partendo dal mesolitico, abbiamo attraversato il neolitico e siamo giunti nel bronzo e nel ferro.
    Millenni di imbarcazioni fatte con la stessa filosofia.
    Basse, lunghe, strette e con la trave di chiglia. Come le loro discendenti dopo altri 1000 anni…..

    Ma non si costruiva solo con le pelli o con la corteccia. Si costruiva anche con il legno.

    Sulle imbarcazioni costruite tutte in legno parlerò nella prossima puntata tra due o tre giorni, cosi avrete il tempo per vedere i filmati e le foto del mio web album:

    http://picasaweb.google.it/iperboreo50/Evo...viglioNorreno1#



    :salute: :viching grr: :salute:

    Edited by iperboreo50 - 27/10/2010, 00:26
     
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  11. dedalonur9
     
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    CITAZIONE
    Popoli del Mare quelli veri, quelli che nel mare e dal mare hanno nei millenni tratto il sostentamento in ogni forma….
    Non quelli che hanno attraversato montagne e deserti a piedi, a cavallo, sui carri, per arrivare finalmente nel posto dove l’arte della navigazione gli è stata insegnata…….. :D

    non te la prendere! :lol: continua...interessante come sempre!
    :salute: :salute:
     
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  12. iperboreo50
     
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    :viching grr:

    visto che nel mio precedente post ho parlato del Popolo del Mare del Artico, allora per completare il ragionamento ho pensato di aggiungere un altro web album, si tratta della mostra etnografica del solito museo nazionale di Copenaghen nel 2009. Le prime 40 e passa foto riguardano la Groenlandia e la vita nel Artico. Ci sono vestiti, attrezzi da lavoro e da caccia tipo arpioni e archi in corno, le canoe in pelle e tanto altro. Le stesse attrezzature o perlomeno simili erano usate ai tempi che ho presentato ieri.
    L'album finisce con le armi dei samurai, della Oceania e del Africa

    l'indirizzo è:

    http://picasaweb.google.it/iperboreo50/Naz...tnografica2009#



    :salute: :viching grr: :salute:
     
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  13. iperboreo50
     
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    Evoluzione del naviglio norreno 2

    :viching grr:


    Riprendiamo il ragionamento sull’origine e sull’evoluzione del naviglio norreno con alcune aggiunte alla puntata precedente

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    La popolazione che viveva nell’Artico, tra la Scandinavia del nord, la Carelia finnica e russa e la Siberia, ha lasciato diverse testimonianze della loro vita dal Mesolitico in poi. Queste tracce del loro passaggio autorizzano a pensare alla migrazione che seguendo il disgelo dell’Artico e lo spostamento stagionale delle balene ha portato alcuni di questi gruppi attraverso lo stretto di Bering, ad insediarsi lungo la Kamchatka e giù fin verso il Giappone da un lato (Kurili), e verso la California dall’altro.
    Ma non tutti sono andati così lontano, una parte si è insediata nelle zone polari del Canada mentre gli altri sono migrati verso il sud seguendo le balene lungo la costa norvegese. Ed è lì che sono entrati in contatto, nel neolitico con le popolazioni protogermaniche che in quel periodo cominciavano ad insediarsi nelle terre sul Baltico e sul Mare del Nord.
    La migrazione dall’estremo nord verso il sud della Scandinavia era favorita dalla corrente del golfo che mitigando le temperature rendeva la vita più facile.
    Ma anche con il clima relativamente vivibile, le condizioni di vita nel nord, specie d’inverno non erano facili. Oltre ai venti freddi, anche l’acqua non permetteva i bagni ed ecco la ragione prevalente di costruire e usare le canoe ricoperte di pelle. Questo tipo di costruzione permetteva ai cacciatori delle balene di rimanere al riparo dei bordi rialzati. Inoltre muoversi con i vestiti pesanti su una canoa era più facile che su un tronco di legno scavato. (logboat, monoxile) Infatti nei petroglifi più vecchi, quelli norvegesi di Alta, le figure umane sono sempre “immerse” nell’imbarcazione.

    In queste foto alcuni vestiti in uso nel Artico, va da se che una persona conciata in questo modo con un arpione in mano si sentiva maggiormente a suo agio in un’imbarcazione a bordo alto.

    image image

    Armi che venivano usate nella caccia erano: lance, arpioni, archi.
    Materiali usati per costruire queste armi come anche altri attrezzi di uso quotidiano, sono gli stessi che si usava fino a poco tempo fa a queste latitudini, osso, corno, legno, pelle e legamenti in tendine animale.

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    Su alcuni petroglifi sono rappresentate queste armi.
    In questo due persone si affrontano con lunghe lance o arpioni mentre un’altra, forse una donna, con un strano copricapo si pone nel mezzo. Il copricapo potrebbe essere un cappuccio di pelle-pelliccia e l’arma una di queste lance:

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    C’è un'altra serie di petroglifi dove è rappresentato un arco ricurvo che secondo alcuni sarebbe una prova dell’arrivo in Scandinavia dei cacciatori o guerrieri dell’Asia. Secondo me, si tratta invece degli archi in corno, osso e legati con i tendini animali usati dai cacciatori dell’Artico.
    Ecco una serie di questi archi esposti nel reparto etnologico del Museo Nazionale danese di Copenaghen.

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    A volte è meglio guardare prima in casa propria e solo dopo cercare l’indizi dalle altre terre…..

    Un'altra ragione per cui il naviglio in legno non era grandemente usato nell’estremo nord è perché a quelle latitudini non ci sono alberi sufficientemente grossi e lunghi.
    Ricordo che per navigare in un lago, un fiume o stagno paludoso andava bene anche un tronco non particolarmente grande. Andare per mare invece, richiedeva dei tronchi lunghi e largi. Solo così si potevano innalzare i bordi per coprirsi dagli schizzi di acqua gelata e imbarcare un equipaggio sufficiente per una battuta di caccia o un’incursione di alcuni giorni.

    Nei petroglifi danesi e svedesi ci sono molte di queste imbarcazioni/canoe di tipo semplice ricavate da un tronco d’albero.

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    Hanno tutte un rilievo sulla prua probabilmente si tratta di una testa di animale imbalsamata o scolpita nel legno, come mostra questo modellino del museo di Fossum - Bohuslan (S)

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    Sono state trovate molte di queste canoe in tutta la zona del Baltico e del Mare del Nord risalenti al Mesolitico e al Neolitico.

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    Generalmente si tratta di canoe lunghe attorno ai 5 metri con la possibilità di caricare 4-5 persone più il piccolo bagaglio. La propulsione, come in tutte le imbarcazioni di qualsiasi tipo del nord Europa fino alla nostra epoca, era a pagaia e senza nessun tipo di vela.
    Ma c’erano anche le imbarcazioni più larghe e più lunghe. Sono state trovate anche della lunghezza di 10 metri e piuttosto larghe. Tutto dipendeva dalla grandezza della quercia o dell’altro albero a disposizione.

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    Ma come si faceva a tagliare e scavare un tronco di questa grandezza??
    Nel Mesolitico e nel neolitico gli arnesi di lavoro erano in pietra e questo rendeva il lavoro più difficile.
    Nella Norvegia settentrionale sono state trovate moltissime asce di provenienza danese dove la pietra per questo scopo era evidentemente migliore e dove sapevano lavorarla meglio.
    Questo indica anche l’esistenza di commercio tra la popolazione del Baltico e del nord della Norvegia. Questi, probabilmente nella stagione di migrazione delle balene verso il sud entravano a contatto con i commercianti e costruttori danesi. Era un’ottima occasione per scambiare le merci, asce, ambra e altri attrezzi contro pelli e pellicce, ma anche contro l’avorio dei trichechi. Si scambiava anche l’esperienza sulla costruzione delle imbarcazioni. Infatti, molte navi del sud Scandinavia avevano lo scafo di pelle.
    Probabilmente queste popolazioni oltre alle merci si sono scambiate anche le persone, migrando verso il sud hanno costituito una popolazione mista che ha dato l’inizio alla cultura di Ertebolle e Megalitica dominante nella Scandinavia, nel mare del Nord e nel Baltico fino all’evoluzione verso la cultura di vaso campaniforme.
    Erano questi Popoli del Mare del nord evolutisi insieme, che hanno dominato i mari e i fiumi del mondo megalitico e campaniforme dall’estremo settentrione al Mediterraneo.

    Ma torniamo alla domanda di prima: come si faceva a tagliare e scavare un tronco di questa grandezza??
    Individuato il tronco sufficientemente lungo e largo o si procedeva con le asce di pietra, abbattendo e scavando il tronco, oppure si procedeva in seguente modo:
    si ricopriva la parte in basso del tronco con l’argilla e il fango umido fasciando il tutto con le pelli tenute sempre umide, si accendeva il fuoco alla base del tronco e controllando le fiamme si aspettava che il fuoco ne indebolisca la base. La parte carbonizzata veniva asportata con le zappette e asce finche l’albero non crollava.
    Si tagliavano i rami e la corteccia con le asce e nuovamente con l’aiuto di fuoco e con le braci incandescenti si carbonizzava l’interno del tronco. Alla fine si asportava il legno carbonizzato, si lisciava e rifiniva il tutto e l’imbarcazione era pronta al varo. Per lavorare tronchi non troppo grandi si evitava il fuoco e si procedeva solamente con le asce e raschietti.

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    Le imbarcazioni ricavate da un tronco venivano costruite anche nelle epoche recenti.
    Dal bronzo in poi, usando gli arnesi di metallo il lavoro si faceva prima e con meno fatica.
    In questa foto la costruzione di una canoa di 10 metri di lunghezza usando gli attrezzi di metallo.

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    Era ovvio che questo sistema fosse destinato ad evolversi.
    C’era bisogno di navi capaci per carico di merci e di uomini e in grado di affrontare mare aperto in condizione di tempo sfavorevole.
    Questa evoluzione era giunta verso la fine del neolitico con l’arrivo dei metalli.
    L’evoluzione in Scandinavia si è divisa in due correnti principali. Una corrente ha dato l’origine al naviglio britannico e scozzese (navi di Dover e di North Ferriby), mentre l’altro ramo ha portato alle navi di Hjortspring progenitrici di quelle vichinghe……….

    Di questa evoluzione parleremo nella prossima puntata.

    Queste e tante altre foto ha aggiunto al web album "Evoluzione del naviglio norreno - 2" all’indirizzo:

    http://picasaweb.google.it/iperboreo50/Evo...viglioNorreno2#



    :salute: :viching grr: :salute:

    ….

    Edited by iperboreo50 - 27/10/2010, 00:27
     
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  14. iperboreo50
     
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    Evoluzione del naviglio norreno 3

    Così siamo arrivati alla terza puntata sull’evoluzione del naviglio scandinavo che porta dritta alle navi vichinghe.
    Restringiamo la zona dell’indagine a quella parte della Scandinavia che si afaccia sul Baltico e sul Mare del Nord, definitiva patria di quei Popoli del Mare che partendo dall’Artico arrivarono e si insediarono lungo le coste di questi mari. Ma non rimasero fermi, attraverso mari e fiumi arrivarono ovunque…………..
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    Abbiamo lasciato la seconda puntata con la costruzione delle canoe ricavate da un tronco dell’albero (monoxilo, log boat, dugout boat),abbattimento e scavo del tronco con il fuoco

    Ricordo che siamo ancora nell’epoca degli attrezzi di pietra e quindi la finezza delle costruzioni è ancora lontana da raggiungere.
    Oltre alla lavorazione dei tronchi con il fuoco, si procedeva anche con l’uso dei cunei di legno o di pietra che opportunamente sistemati facevano aprire il tronco a metà e a liste sempre più sottili seguendo la venatura del tronco.
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    Questo sistema di usare i cunei e le mazze o asce (successivamente di metallo) è rimasto in uso nella zona del nord fino al medioevo.
    Mentre nel Mediterraneo si usavano già nel bronzo le lame seghettate per tagliare le tavole di legno, nel nord si usava l’ascia. Questo ci permette con una certa precisione definire la provenienza dei ritrovamenti navali osservando le tracce di taglio o di segatura sulle assi dello scafo…..
    Uno dei difetti delle canoe in tronco era la larghezza. Difficilmente si arrivava a circa 1 metro il che impediva comporre equipaggi numerosi e distribuiti su due file.
    Si è pensato quindi ad affiancare e fissare insieme due canoe in tronchi scavati. Questo tipo di imbarcazione era diffuso in tutto il nord Europa, e lungo i grandi fiumi russi ed è tutt’oggi in uso sul fiume Dunajec in Polonia.
    Inizialmente le due canoe venivano affiancate e fissate sui lati, successivamente si eliminava i bordi interni e cosi lo scafo diventava unico e più spazioso. Questi scafi potevano contenere anche 20 persone.

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    L’obiettivo era comunque di ingrandire ulteriormente anche in lunghezza queste imbarcazioni.
    Con l’arrivo dei metalli (e qui entriamo nell’epoca del bronzo) si è cominciato a eliminare del tutto il bordo delle canoe, si fissavano lato contro lato i due fondi del tronco che costituivano così la chiglia. Poi sulla prua e sulla poppa si aggiungeva un fondo di tronco centrale e si congiungeva questa struttura con un ingegnoso sistema di fissaggi prima in legno e poi in metallo. Attorno a questa struttura si fissavano le assi di legno che formavano lo scafo. In queste foto l’esempio di queste costruzioni, sono la Dover boat e la Ferriby, ritrovate in Inghilterra e datate al bronzo. (Ne abbiamo parlato in un’altra discussione)

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    Il sistema esposto sopra (con dovuti miglioramenti) è sopravissuto in Inghilterra fino al medioevo e oltre.
    Mentre quello scandinavo partendo da un’altra idea si è evoluto mantenendo il travone centrale con funzione di chiglia.
    Osservando i petroglifi della Scandinavia vediamo che le navi non sono più “trasparenti” e quindi in pelle, ma diventano a scafo ben marcato. Essendo in Scandinavia abbiamo sempre le travi di prua e di poppa.

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    Ma a questo punto in diversi petroglifi la trave di chiglia diventa più corta, non più esageratamente lunga delle canoe in pelle, mentre quella superiore, sia sulla prua che sulla poppa rimane lunga.

    Probabilmente i costruttori si sono accorti che il tronco dell’albero scaldato dal fuoco per favorire lo svuotamento, se forzato si espandeva, si apriva verso l’esterno come i petali di un fiore.
    Un tronco è composto dalla parte interna dura e resistente che si chiama durame, la parte esterna che si chiama alburno, è flessibile e resistente alla trazione (caratteristiche sfruttate nella costruzione degli archi).
    Scavando un tronco intero, senza dividerlo in due come per le canoe classiche, si elimina il durame e si assottiglia l’alburno, il tronco cosi lavorato sembra uno sigaro…… poi lo si mette sopra o vicino al fuoco per essere scaldato e aiutandosi con dei paletti di lunghezza crescente si allarga (si espande – exstendet o expanded log boat) il tronco fino a ottenere la larghezza voluta. All’interno si inserivano le costole a V piu alte dei bordi dello scafo e a queste si fissavano le tavole del fasciame. Si otteneva cosi un’altezza dello scafo sufficiente per stare al riparo. Ovviamente per una canoa piccola si usava un albero piccolo, mentre per uno scafo grande si usava un albero grande…… Nella tavola che segue la procedura di espansione di un piccolo tronco e l’effetto finale.

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    Altre foto nel web album.

    Questo sistema di costruzione era usato in Scandinavia, Carelia fino agli Urali, Estonia e Finlandia, Indocina e alcune zone dell’India, Borneo e Patagonia.
    Tutt’oggi è in uso in Estonia e in Finlandia. Con le navi fatte con questa tecnologia i vareghi, vichinghi svedesi, sono giunti fino nel Mar Nero. Resti di queste imbarcazioni sono state trovate a Costantinopoli, ex Bisanzio. Portavano fino a 60 persone……ma di questo più avanti.

    Intanto godetevi questo filmato finlandese del 1936 che spiega come si costruisce questa imbarcazione. Il sonoro è in finlandese quindi non capibile, ma le immagini del filmato sono più che evidenti. Durata 7 minuti ben passati….



    Le dimensioni di queste imbarcazioni erano date dalla grandezza e dalla grossezza dell’albero.
    Ma bastava prendere un tronco di quercia grosso attorno a 120 cm di diametro che corrisponde alla circonferenza di 3,70m. Togliamo una trentina di cm. per poter entrare all’interno del tronco con degli attrezzi per scavarlo e otteniamo 3,40m, espandendo il tronco con queste misure si può ottenere una base dello scafo larga circa 3 metri che è la misura dei Drakkar danesi…..
    Si inserisce poi delle costole più alte dello scafo espanso alle quali fissare il fasciame che allarga ulteriormente lo scafo e lo innalza. Queste navi non avevano le sovrastrutture, e neanche quelle vichinghe del medioevo…..erano tutte a scafo aperto. Strette e basse sull’acqua…………e la lunghezza???
    Un tronco di 10 metri in buono stato abbastanza largo era già difficile trovare.
    Si procedeva così: si tagliavano le parti davanti e dietro del tronco dando a queste una forma slanciata che diventavano prua e poppa. Si espandeva il tronco centrale fino alla misura voluta e lo si collegava con una trave alla parte prodiera e poppiera. Si collegava la prua e la poppa alla parte espansa con le tavole cucite alle costole con le fibre vegetali, si impermeabilizzava il tutto……. e voilà ……la nave era fatta.
    Procedimento uguale a quello delle navi vichinghe del medioevo. Ricordo che qui siamo ancora nel bronzo,. Oltre 1000 anni prima del debutto dei Drakkar……….
    Visto che per collegare la prua e la poppa al tronco espanso si usavano lunghe tavole di legno, non sovrapposte ma cucite bordo contro bordo, visto che la trave di chiglia la si metteva lo stesso (come da millenni nelle loro canoe) allora perche non costruire tutta la nave con le tavole ????
    Anche i Drakkar e i Knorr si costruivano così. Prima la prua e la poppa collegate con la trave di chiglia, poi le tavole del fasciame e alla fine lo scheletro. Una nave lunga, stretta e bassa sull’acqua. Una canoa………..
    Questo è lo schema costruttivo di tutte le navi fatte in Scandinavia dalla fine del bronzo fino al 1300 A.D.
    Meno la vala. Questa entrò in uso nel medioevo. Fino a quel momento si pagaiava o si remava…..

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    Alt!!... Siamo andati troppo avanti……………….
    Torniamo all’inizio del ferro preromano in Scandinavia……..
    Siamo nel 300 – 400 a.C. quattro imbarcazioni con circa un centinaio di guerrieri sbarcano in Danimarca sul isola di Als nella zona di Hjortspring, vengono affrontati e sconfitti. Come offerta sacrificale per la vittoria ottenuta, vengono affondate nella vicina palude le quattro imbarcazioni con lance, spade, scudi e altro catturato agli invasori. Tutto questo ben di Dio viene ritrovato nel 1921, conservato ed esposto nei musei.
    Le quattro navi erano delle tipiche canoe del bronzo-ferro scandinavo. Lunghe 21 metri comprese le travi di prua e di poppa, lunghezza utile 13 metri e larghezza 2 metri. Potevano portare 22-23 persone e la propulsione era a pagaie. (Tutte le navi del nord erano a pagaia fino al periodo del ferro romano.)
    Resti di questa nave sono oggi esposti al Museo Nazionale di Copenaghen. Questa nave è identica a tante altre dei petroglifi svedesi del bronzo.

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    Le misure sono uguali a quelle delle imbarcazioni di Dover e di Ferriby, ma a differenza di quelle inglesi, hanno la trave di chiglia e i puntali in alto. Caratteristica unica delle navi scandinave dal Mesolitico al medioevo inoltrato…….

    Queste imbarcazioni erano caratterizzate da uno scafo costruito con grandi tavole di legno cucite insieme con fibre vegetali e a contatto bordo contro bordo. La prua era in un pezzo unico di legno, come pure la poppa, la chiglia era una trave che spuntava fuori davanti e dietro. Il fasciame era tenuto insieme dalle costole a V. Questa imbarcazione è stata ovviamente ricostruita (come tante altre navi nel nord) e si presenta così:

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    Fin qui abbiamo una nave lunga e stretta e bassa sull’acqua.
    La prua e la poppa sono collegate insieme da una trave di chiglia.
    Queste due estremità sono collegate dalle tavole di fasciame tenuto insieme da una struttura a V.
    Le travi di chiglia sono ritorte in alto.
    Lo scafo è aperto senza sovrastrutture.

    Cosa manca per finire in una tipica nave vichinga????
    Manca la prua fasciante e rivolta in alto??

    Come questa image … Pronto!!! imagebasta chiedere

    Quando si è cominciato navigare al largo, in mare aperto, con il mare grosso andando con la prua contro le onde si prendeva tutta l’acqua che finiva inevitabilmente dentro lo scafo allagando tutto.
    Per ovviare si è sfruttata la trave che sulla prua e a volta anche sulla poppa si innalzava senza uno scopo apparente. Inizialmente su questa trave si montava probabilmente un paraspruzzi di pelle, una continuazione dello scafo. Successivamente con lo sviluppo dell’arte cantieristica, la trave di prua e di poppa veniva fasciata con tavole di legno.
    Così le navi da fiume, fiordo, o da diporto erano scoperte come quella di Hjortspring, mentre le altre avevano la prua e la poppa rialzate e protette dagli schizzi d’acqua.

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    Tra le navi costruite in Norvegia e in Danimarca la differenza consisteva nella larghezza dello scafo. Nella tabelle che segue ci sono le misure di alcune navi vichinghe norvegesi e danesi. Il rapporto tra la lunghezza e larghezza è evidente. Norvegesi dovevano affrontare mari più burrascosi e coprire le distanze maggiori, mentre quelle danesi avevano i mari più calmi e distanze da coprire erano inferiori. Inoltre i danesi ma anche gli svedesi usavano molto i fiumi e quindi avere il naviglio più “smilzo” era più utile.

    Nave norvegese image e quella danese image image

    Le due navi in foto avevano: la prima, norvegese, lunghezza 21.5m. e larga 4.5m.
    La seconda, danese, lunga 36 metri e larga 3.5m.. praticamente due canoe come loro ave dei millenni passati.

    Manca il drago sulla prua…………!!!!!!
    Anche questa è un po’ una legenda.
    La prua con una qualche scultura tipo testa di drago o spirale, era solo sulle navi reali, di un jarl o di un capo clan. Tutte le altre avevano la trave di prua senza nulla.
    Nelle alcune sepolture si sono trovate teste di drago non sulla prua ma di fianco alla salma. Più era elaborata la testa più era importante il morto.
    In alcuni casi le teste scolpite con immagini probabilmente riferite alle divinità erano di tipo amovibile. Si fissavano sullo scafo e si toglievano alla bisogna. (per non offendere e spaventare gli spiriti del luogo)
    Nelle foto una testa di drago della nave funeraria di Gogstad, una testa amovibile del museo di Copenaghen e una testa di drago ricostruita della nave reale di Haithabu.

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    Finisce così il racconto sull’evoluzione del naviglio scandinavo che dal mesolitico ha portato lo stesso concetto costruttivo fino al medioevo.
    Navi come canoe, lunghe, strette e basse sull’acqua. Costruite sin dall’inizio, cioè sin da 6000 anni, sul concetto della trave centrale di chiglia sporgente davanti e dietro e ritorta in alto. Uno scafo slanciato e senza sovrastrutture. In pratica una canoa………..
    Faccio un breve riassunto sulle idee costruttive delle imbarcazioni norrene.
    Tutte le costruzioni di qualsiasi tipo comprese quelle navale, seguivano le condizioni del territorio, del clima, della natura….
    Con l’inizio della de glaciazione le acque hanno invaso la terraferma, gli animali per poter circolare erano spesso nell’acqua a guadare gli stagni e paludi. Per poter avvicinare gli alci o le renne, hanno fissato sulle punte della prua le teste imbalsamate o scolpite in legno di questi animali. Animali da pelle erano numerosi mentre gli alberi robusti a queste latitudini erano scarsi, e allora per costruire le imbarcazioni si usavano le pelli stese su di un telaio di legno.
    Poi, con la terra che liberata dal peso del ghiaccio si era innalzata, sono sparite o comunque diminuite le paludi, gli stagni, i laghi e i fiordi……
    La caccia sulla terra ferma era diventata affare da appiedati mentre quella sulle imbarcazioni si era spostata sul mare per cacciare le balene…..In questo periodo il Baltico grazie a questo innalzamento del terreno era diventato un lago, gli stretti danesi erano diventati terra ferma. Questo ha portato all’ulteriore migrazione delle genti verso la Scandinavia e il mescolamento tra vecchi abitanti e nuovi arrivati…….
    I nuovi arrivati avevano portato la cultura dell’allevamento e l’agricoltura.
    E’ cominciata la migrazione dal nord verso la Scandinavia meridionale dove grazie al miglioramento climatico si sono potuti trovare terreni arabili e gli alberi più grandi e più robusti. Si è dato così l’inizio alla costruzione delle imbarcazioni in tronco….
    .
    Non dovendo più cacciare le renne con le navi, sono sparite le protomi di queste. Le navi sono diventate di altura, più lunghe e più robuste e senza nessun simbolo sulla trave di prua…..L’attività marinare era diventato il commercio e incursione……
    , La mescolanza delle genti ha portato una nuova religione, quella solare, e allora sulle navi del neolitico e del primo bronzo sono comparse le teste di cavallo sulla trave di prua. Queste erano solamente sulle imbarcazioni addette al culto. Non c’è nessun petroglifo con la protome equina o altro non riguardante il culto solare. Il cavallo era l’animale che trainava il carro del sole. Oltre alla testa del cavallo si usava sulle stesse navi addette al culto la punta ritorta a spirale.
    Quindi, possiamo dire che nel bronzo le travi di chiglia o le travi superiori di prua e di poppa non erano addobbate in nessun modo……
    Ma era successa anche un’altra cosa, alla fine del neolitico si era innalzato nuovamente il livello del mare. L’acqua è penetrata nell’entroterra lungo le valli formando così i fiordi lunghi decine di chilometri.
    Questo innalzamento delle acque aveva aperto il Baltico alla navigazione marittima, si sono aperte le vie verso i grandi fiumi russi e polacchi. Penetrare nel territorio dei fiordi e dei fiumi cosi stretti ha fatto si che le costruzioni navali si sono mantenute come alle origini, Basse, strette e lunghe. La notte si passava sulla terraferma quindi non c’era bisogno delle sovrastrutture…..
    Di nuovo erano le condizioni ambientali a dettare le esigenze costruttive……………
    Verso la metà del bronzo il fondo del mare si era innalzato mentre il livello delle acque si era leggermente abbassato, Gli stretti danesi hanno preso la conformazione attuale e la navigazione si era spostata verso l’esterno, verso il mare aperto…..
    La trave di chiglia era diventata unica e serviva da supporto per la fasciatura anti schizzo…….come probabilmente è sempre stato…..
    Così arriviamo nel periodo del ferro romano. Si formano le aristocrazie militari, mercenari scandinavi servono nell’esercito di Roma sia sulla terra che sulle navi della flotta danubiana, ed è lì che probabilmente imparano l’uso del remo invece della pagaia. A questo periodo che risale l’inizio dell’uso di remi sulle navi scandinave.
    Mentre per vedere le prime vele sulle navi scandinave bisogna aspettare altri due secoli…….
    Anche qui, usare la vela nei fiordi stretti e burrascosi e nei fiumi era pericoloso e faticoso. Era più spedito usare i remi. Questa è un’altra delle caratteristiche ambientali della marineria scandinava…..
    Fino al circa 700-800 non si sente alcun bisogno di addobbare le prue con teste di drago o altro…..
    Sono le aristocrazie militari diventate potenti che con tanti Re e Jarl sentono bisogno di distinguersi.
    E sono solamente le loro navi a portare la testa di drago o la spirale sulla trave di prua……
    Tutte le altre hanno la prua rialzata senza nessun addobbo particolare……sorry…

    Come anche altre volte, tutte le foto che non ho messo qui, si trovano nel mio web album all’indirizzo:

    http://picasaweb.google.it/iperboreo50/Evo...viglioNorreno3#

    Ma siccome questo topic si chiama “vichinghi di oggi, vichinghi di ieri” allora la prossima puntata sui vichinghi di oggi. Sul Museo delle Navi Vichinghe di Roskilde (DK).
    Grazie ai tecnici, archeologi e storici di questo museo,che tanta parte della storia scandinava dei vichinghi e delle loro navi ha potuto uscire dalle nebbie e vedere il sole.
    Quindi alla prossima……………..




    :salute:

    Edited by iperboreo50 - 27/10/2010, 00:27
     
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  15. iperboreo50
     
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    Museo delle navi vichinghe di Roskilde - Vikingeskibsmuseet

    Roskilde è stata fondata dai vichinghi nel X secolo ed era diventata la capitale della Danimarca con il re Harald “Dente Blu”.
    In breve con i suoi 10000 abitanti era diventata la più grande città del nord. La città si trova sull’isola di Seeland in fondo a un fiordo lungo circa 40 km.

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    Oltre ad essere la capitale del regno (nella cattedrale di Roskilde sono sepolti tutti sovrani di Danimarca)
    La città era anche un grande centro commerciale. Ed è così che questa città era diventata appetibile al re di Norvegia che nell’XI secolo pianificò la conquista della città e del regno di Danimarca.
    L’incursione doveva venire dal fiordo. Le navi norvegesi sarebbero dovute penetrare nel fiordo provenendo dallo stretto di Kattegat, percorrere circa 30 km in fila e di fronte alla città, dove il fiordo si allarga, dispiegarsi in formazione di attacco e sbarcare le truppe.
    Per impedire la realizzazione di questo progetto, lungo il fiordo sono stati posti diversi sbarramenti fatti con i pali piantati nel fondo, quasi un moderno campo minato, e in una strettoia di un canale navigabile all’altezza del villaggio di Skuldelev, sono state affondate 5 navi. Queste imbarcazioni erano cariche di pietre e posizionate in modo da impedire la navigazione nel fiordo. Sono state affondate un drakkar da 30 metri e un’altra nave da guerra più piccola da 17 metri, un knarr da carico di tipo da altura da 16 metri, un’altra nave da carico costiera lunga 14 metri e una nave da pesca e caccia alle balene da 11 metri.
    Così fatta barricata aveva impedito ai norvegesi la navigazione nel fiordo.
    Ma siccome la barricata non è mai stata rimossa, aveva impedito anche alle navi da carico commerciali sbarcare le merci in città. Iniziò così la lenta decadenza della città che pian piano perse la sua importanza fino a vedersi privata del titolo della capitale del regno a favore di Copenaghen distante una trentina di chilometri.

    Passati secoli e finalmente nel 1920 si sono avute le prime localizzazioni di queste navi. Ma solo nel 1957 – 1959 si sono svolte le prime indagini subacquee svolte dal Museo Nazionale.
    Finalmente nel 1962 il sito è stato prosciugato e i resti delle 5 navi sono stati recuperati. Dal nome del villaggio di Skuldelev queste navi sono contrassegnate con i nomi di: skuldelev 1, 2, 3, 5, 6.

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    In queste due foto il cantiere nel sito di Skuldelev e la posizione delle 5 navi affondate per creare uno sbarramento. Va ricordato che il canale nel quale sono state affondate queste navi era molto stretto, tutt’attorno la profondità era troppo bassa per far passare le navi da guerra norvegesi.

    I resti delle navi sono stati sottoposti alla conservazione e affidati nel 1964 all’Istituto di Archeologia Marittima Danese, nel 1969 sono finiti nel appena costruito Museo delle Navi Vichinghe a Roskilde.
    Resti delle navi sono stati ricomposti e montati sui telai di metallo permettendo così la visione di come erano in origine.
    Le foto del museo sono nel mio web album.

    Di fianco al museo è sorto un cantiere dove sono state ricostruite con metodologie dell’epoca molte delle navi e imbarcazioni del periodo vichingo. Tutte queste navi sono attraccate alla banchina del museo, sono visitabili e in buona stagione navigano nel golfo e nel fiordo di Roskilde con equipaggi composti da scolaresche e da volenterosi di ogni età. L’anno scorso dopo una mezz’oretta di addestramento nel canale avevo remato anch’io per due ore su un’imbarcazione di 12 metri. Eravamo in 14 più il timoniere.
    Mi sentivo quasi un vichingo……. :viching grr:

    In tutti questi anni il museo si è dedicato anche allo studio della cultura navale delle altre parti del mondo.
    Sono state ricostruite con aiuto degli specialisti dei paesi interessati le imbarcazioni in pelle, in corteccia, in canna palustre. Sono stati fatti degli stage in Borneo per ricostruire un extended log boat, e tante altre esperienze di questo tipo.
    Il museo è anche editore di moltissime pubblicazioni e libri riguardanti la cultura di navigazione orientata prevalentemente al nord Europa.

    Uno dei fiori all’occhiello del museo è la ricostruzione (replica) del drakkar vichingo (skuldelev 2) di 30 metri al quale è stato dato nome di Sea Stallion. Varato nel 2004 e sottoposto alle prove in mare sia a remi che a vela, nel 2007 con 65 persone di 11 paesi diversi è salpato per il viaggio da Roskilde a Dublino (Irlanda)

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    Il viaggio di andata era durato 44 giorni e sono stati percorsi 1000 miglia marine (1700 km.).
    Il viaggio di ritorno si è svolto l’anno successivo passando dalle isole Orkadi (rotta settentrionale).

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    In queste foto si vede il Sea Stallion alle prove e in navigazione verso Irlanda.
    Una nave lunga, stretta e bassa sull’acqua. Senza sovrastrutture. Una canoa con 65 persone a bordo che per 44 giorni hanno dormito a bordo sotto le stelle……..
    Questi sono vichinghi di oggi………………esattamente come quelli di ieri.

    In questo filmato di 5 minuti il Sea Stallion in navigazione visto da tutti gli angoli……..bellissimo….



    Per consultare:
    Museo delle Navi Vichinghe: www.vikingeskibsmuseet.dk/index.php?id=1246&L=1:
    Sea Stallion: www.vikingtoday.com/articles/2004/2...ea-stallion.htm

    Oltre al museo di Roskilde ci sono altri che ricostruiscono le repliche delle navi vichinghe.
    In Danimarca sono stati trovati e recuperati quasi 30 scafi delle navi che vanno dal ferro all’epoca vichinga.

    Questo è indirizzo del mio web album riguardante il Museo delle Navi Vichinghe di Roskilde, ci sono tante foto con diverse didascalie:

    http://picasaweb.google.com/iperboreo50/Mu...heDiRoskildeDK#

    Di là degli stretti, a Oslo in Norvegia, c’è un altro Museo delle Navi Vichinghe. Anche loro hanno dato e danno un gran contributo nella ricerca e ricostruzione delle navi vichinghe.
    Ci devo ancora andare, e ci andrò………..anche perché a Oslo c’e anche il museo di Kon-Tiki di Thor Heyerdahl, un altro vichingo di oggi………………
    Intanto per consultazione e filmati sulle repliche questo sito: http://home.online.no/~joeolavl/viking/index.htm

    Norvegesi hanno ricostruito anche la famosa nave di Gogstad, nave ritrovata in una sepoltura in Norvegia ed esposta al museo di Oslo.
    In questo filmato di un minuto e mezzo il viaggio di questa nave alla quale è stato dato il nome di Gaia. Notate la differenza di larghezza tra questa e quelle danesi. Le navi Norvegesi erano più larghe, sia perche il mare del Nord era più burrascoso, sia perche le distanze con Islanda, Irlanda, Groenlandia e Vinland (America) erano notevolmente maggiori rispetto alle rotte delle navi danesi.



    Finisce qui (temporaneamente) questo argomento.
    Attraverso i risultati ottenuti dagli archeologi, storici, rievocatori e appassionati della storia vichinga, quindi dai vichinghi di oggi, mi ero proposto di dare insieme con voi un’occhiata all’indietro…..verso il mondo dei vichinghi di ieri…..

    Oltre alla visita nei diversi musei e siti di varia natura in Danimarca, Svezia, Polonia e Germania, ho basato le mie divagazioni principalmente su seguenti pubblicazioni (così Dedalo sarà contento):

    Per la storia vichinga e dei popoli del Baltico in generale.
    Storia dei vichinghi - Odoya ed.
    I Bersekir tra realtà e leggenda - edizioni dell’Orso
    Historical atlas of the vikings - Tha Penguin
    Kultura ludow morza baltyckiego (Cultura dei popoli del Baltico) - A. Marszalek edizioni

    Per antichità e storia navale:
    Archeology and the sea in Scandinavia and Britain - Viking ship museum Roskilde edizioni
    Rock carvings in the borderlands - Warne Forlag editore

    Per mitologia norrena:
    Heroje polnocy (Eroi del settentrione) - Iskry ed.
    Mitologia skandynawska w epoce wikingow - Nomos editore.


    Ad ogni puntata o quasi allegavo l’indirizzo di una singola raccolta di foto nel web album,
    Tutti questi album fotografici, di cui alcuni con didascalie, potete trovare ad un unico indirizzo:

    http://picasaweb.google.it/iperboreo50


    Vi saluto con l’immagine di questa bella nave vichinga nella burrasca……….

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    :salute: :viching grr: :salute:

    Edited by iperboreo50 - 27/10/2010, 19:00
     
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95 replies since 10/9/2010, 00:51   10255 views
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