Vichinghi di oggi - vichinghi di ieri

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  1. iperboreo50
     
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    Evoluzione del naviglio norreno 3

    Così siamo arrivati alla terza puntata sull’evoluzione del naviglio scandinavo che porta dritta alle navi vichinghe.
    Restringiamo la zona dell’indagine a quella parte della Scandinavia che si afaccia sul Baltico e sul Mare del Nord, definitiva patria di quei Popoli del Mare che partendo dall’Artico arrivarono e si insediarono lungo le coste di questi mari. Ma non rimasero fermi, attraverso mari e fiumi arrivarono ovunque…………..
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    Abbiamo lasciato la seconda puntata con la costruzione delle canoe ricavate da un tronco dell’albero (monoxilo, log boat, dugout boat),abbattimento e scavo del tronco con il fuoco

    Ricordo che siamo ancora nell’epoca degli attrezzi di pietra e quindi la finezza delle costruzioni è ancora lontana da raggiungere.
    Oltre alla lavorazione dei tronchi con il fuoco, si procedeva anche con l’uso dei cunei di legno o di pietra che opportunamente sistemati facevano aprire il tronco a metà e a liste sempre più sottili seguendo la venatura del tronco.
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    Questo sistema di usare i cunei e le mazze o asce (successivamente di metallo) è rimasto in uso nella zona del nord fino al medioevo.
    Mentre nel Mediterraneo si usavano già nel bronzo le lame seghettate per tagliare le tavole di legno, nel nord si usava l’ascia. Questo ci permette con una certa precisione definire la provenienza dei ritrovamenti navali osservando le tracce di taglio o di segatura sulle assi dello scafo…..
    Uno dei difetti delle canoe in tronco era la larghezza. Difficilmente si arrivava a circa 1 metro il che impediva comporre equipaggi numerosi e distribuiti su due file.
    Si è pensato quindi ad affiancare e fissare insieme due canoe in tronchi scavati. Questo tipo di imbarcazione era diffuso in tutto il nord Europa, e lungo i grandi fiumi russi ed è tutt’oggi in uso sul fiume Dunajec in Polonia.
    Inizialmente le due canoe venivano affiancate e fissate sui lati, successivamente si eliminava i bordi interni e cosi lo scafo diventava unico e più spazioso. Questi scafi potevano contenere anche 20 persone.

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    L’obiettivo era comunque di ingrandire ulteriormente anche in lunghezza queste imbarcazioni.
    Con l’arrivo dei metalli (e qui entriamo nell’epoca del bronzo) si è cominciato a eliminare del tutto il bordo delle canoe, si fissavano lato contro lato i due fondi del tronco che costituivano così la chiglia. Poi sulla prua e sulla poppa si aggiungeva un fondo di tronco centrale e si congiungeva questa struttura con un ingegnoso sistema di fissaggi prima in legno e poi in metallo. Attorno a questa struttura si fissavano le assi di legno che formavano lo scafo. In queste foto l’esempio di queste costruzioni, sono la Dover boat e la Ferriby, ritrovate in Inghilterra e datate al bronzo. (Ne abbiamo parlato in un’altra discussione)

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    Il sistema esposto sopra (con dovuti miglioramenti) è sopravissuto in Inghilterra fino al medioevo e oltre.
    Mentre quello scandinavo partendo da un’altra idea si è evoluto mantenendo il travone centrale con funzione di chiglia.
    Osservando i petroglifi della Scandinavia vediamo che le navi non sono più “trasparenti” e quindi in pelle, ma diventano a scafo ben marcato. Essendo in Scandinavia abbiamo sempre le travi di prua e di poppa.

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    Ma a questo punto in diversi petroglifi la trave di chiglia diventa più corta, non più esageratamente lunga delle canoe in pelle, mentre quella superiore, sia sulla prua che sulla poppa rimane lunga.

    Probabilmente i costruttori si sono accorti che il tronco dell’albero scaldato dal fuoco per favorire lo svuotamento, se forzato si espandeva, si apriva verso l’esterno come i petali di un fiore.
    Un tronco è composto dalla parte interna dura e resistente che si chiama durame, la parte esterna che si chiama alburno, è flessibile e resistente alla trazione (caratteristiche sfruttate nella costruzione degli archi).
    Scavando un tronco intero, senza dividerlo in due come per le canoe classiche, si elimina il durame e si assottiglia l’alburno, il tronco cosi lavorato sembra uno sigaro…… poi lo si mette sopra o vicino al fuoco per essere scaldato e aiutandosi con dei paletti di lunghezza crescente si allarga (si espande – exstendet o expanded log boat) il tronco fino a ottenere la larghezza voluta. All’interno si inserivano le costole a V piu alte dei bordi dello scafo e a queste si fissavano le tavole del fasciame. Si otteneva cosi un’altezza dello scafo sufficiente per stare al riparo. Ovviamente per una canoa piccola si usava un albero piccolo, mentre per uno scafo grande si usava un albero grande…… Nella tavola che segue la procedura di espansione di un piccolo tronco e l’effetto finale.

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    Altre foto nel web album.

    Questo sistema di costruzione era usato in Scandinavia, Carelia fino agli Urali, Estonia e Finlandia, Indocina e alcune zone dell’India, Borneo e Patagonia.
    Tutt’oggi è in uso in Estonia e in Finlandia. Con le navi fatte con questa tecnologia i vareghi, vichinghi svedesi, sono giunti fino nel Mar Nero. Resti di queste imbarcazioni sono state trovate a Costantinopoli, ex Bisanzio. Portavano fino a 60 persone……ma di questo più avanti.

    Intanto godetevi questo filmato finlandese del 1936 che spiega come si costruisce questa imbarcazione. Il sonoro è in finlandese quindi non capibile, ma le immagini del filmato sono più che evidenti. Durata 7 minuti ben passati….



    Le dimensioni di queste imbarcazioni erano date dalla grandezza e dalla grossezza dell’albero.
    Ma bastava prendere un tronco di quercia grosso attorno a 120 cm di diametro che corrisponde alla circonferenza di 3,70m. Togliamo una trentina di cm. per poter entrare all’interno del tronco con degli attrezzi per scavarlo e otteniamo 3,40m, espandendo il tronco con queste misure si può ottenere una base dello scafo larga circa 3 metri che è la misura dei Drakkar danesi…..
    Si inserisce poi delle costole più alte dello scafo espanso alle quali fissare il fasciame che allarga ulteriormente lo scafo e lo innalza. Queste navi non avevano le sovrastrutture, e neanche quelle vichinghe del medioevo…..erano tutte a scafo aperto. Strette e basse sull’acqua…………e la lunghezza???
    Un tronco di 10 metri in buono stato abbastanza largo era già difficile trovare.
    Si procedeva così: si tagliavano le parti davanti e dietro del tronco dando a queste una forma slanciata che diventavano prua e poppa. Si espandeva il tronco centrale fino alla misura voluta e lo si collegava con una trave alla parte prodiera e poppiera. Si collegava la prua e la poppa alla parte espansa con le tavole cucite alle costole con le fibre vegetali, si impermeabilizzava il tutto……. e voilà ……la nave era fatta.
    Procedimento uguale a quello delle navi vichinghe del medioevo. Ricordo che qui siamo ancora nel bronzo,. Oltre 1000 anni prima del debutto dei Drakkar……….
    Visto che per collegare la prua e la poppa al tronco espanso si usavano lunghe tavole di legno, non sovrapposte ma cucite bordo contro bordo, visto che la trave di chiglia la si metteva lo stesso (come da millenni nelle loro canoe) allora perche non costruire tutta la nave con le tavole ????
    Anche i Drakkar e i Knorr si costruivano così. Prima la prua e la poppa collegate con la trave di chiglia, poi le tavole del fasciame e alla fine lo scheletro. Una nave lunga, stretta e bassa sull’acqua. Una canoa………..
    Questo è lo schema costruttivo di tutte le navi fatte in Scandinavia dalla fine del bronzo fino al 1300 A.D.
    Meno la vala. Questa entrò in uso nel medioevo. Fino a quel momento si pagaiava o si remava…..

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    Alt!!... Siamo andati troppo avanti……………….
    Torniamo all’inizio del ferro preromano in Scandinavia……..
    Siamo nel 300 – 400 a.C. quattro imbarcazioni con circa un centinaio di guerrieri sbarcano in Danimarca sul isola di Als nella zona di Hjortspring, vengono affrontati e sconfitti. Come offerta sacrificale per la vittoria ottenuta, vengono affondate nella vicina palude le quattro imbarcazioni con lance, spade, scudi e altro catturato agli invasori. Tutto questo ben di Dio viene ritrovato nel 1921, conservato ed esposto nei musei.
    Le quattro navi erano delle tipiche canoe del bronzo-ferro scandinavo. Lunghe 21 metri comprese le travi di prua e di poppa, lunghezza utile 13 metri e larghezza 2 metri. Potevano portare 22-23 persone e la propulsione era a pagaie. (Tutte le navi del nord erano a pagaia fino al periodo del ferro romano.)
    Resti di questa nave sono oggi esposti al Museo Nazionale di Copenaghen. Questa nave è identica a tante altre dei petroglifi svedesi del bronzo.

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    Le misure sono uguali a quelle delle imbarcazioni di Dover e di Ferriby, ma a differenza di quelle inglesi, hanno la trave di chiglia e i puntali in alto. Caratteristica unica delle navi scandinave dal Mesolitico al medioevo inoltrato…….

    Queste imbarcazioni erano caratterizzate da uno scafo costruito con grandi tavole di legno cucite insieme con fibre vegetali e a contatto bordo contro bordo. La prua era in un pezzo unico di legno, come pure la poppa, la chiglia era una trave che spuntava fuori davanti e dietro. Il fasciame era tenuto insieme dalle costole a V. Questa imbarcazione è stata ovviamente ricostruita (come tante altre navi nel nord) e si presenta così:

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    Fin qui abbiamo una nave lunga e stretta e bassa sull’acqua.
    La prua e la poppa sono collegate insieme da una trave di chiglia.
    Queste due estremità sono collegate dalle tavole di fasciame tenuto insieme da una struttura a V.
    Le travi di chiglia sono ritorte in alto.
    Lo scafo è aperto senza sovrastrutture.

    Cosa manca per finire in una tipica nave vichinga????
    Manca la prua fasciante e rivolta in alto??

    Come questa image … Pronto!!! imagebasta chiedere

    Quando si è cominciato navigare al largo, in mare aperto, con il mare grosso andando con la prua contro le onde si prendeva tutta l’acqua che finiva inevitabilmente dentro lo scafo allagando tutto.
    Per ovviare si è sfruttata la trave che sulla prua e a volta anche sulla poppa si innalzava senza uno scopo apparente. Inizialmente su questa trave si montava probabilmente un paraspruzzi di pelle, una continuazione dello scafo. Successivamente con lo sviluppo dell’arte cantieristica, la trave di prua e di poppa veniva fasciata con tavole di legno.
    Così le navi da fiume, fiordo, o da diporto erano scoperte come quella di Hjortspring, mentre le altre avevano la prua e la poppa rialzate e protette dagli schizzi d’acqua.

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    Tra le navi costruite in Norvegia e in Danimarca la differenza consisteva nella larghezza dello scafo. Nella tabelle che segue ci sono le misure di alcune navi vichinghe norvegesi e danesi. Il rapporto tra la lunghezza e larghezza è evidente. Norvegesi dovevano affrontare mari più burrascosi e coprire le distanze maggiori, mentre quelle danesi avevano i mari più calmi e distanze da coprire erano inferiori. Inoltre i danesi ma anche gli svedesi usavano molto i fiumi e quindi avere il naviglio più “smilzo” era più utile.

    Nave norvegese image e quella danese image image

    Le due navi in foto avevano: la prima, norvegese, lunghezza 21.5m. e larga 4.5m.
    La seconda, danese, lunga 36 metri e larga 3.5m.. praticamente due canoe come loro ave dei millenni passati.

    Manca il drago sulla prua…………!!!!!!
    Anche questa è un po’ una legenda.
    La prua con una qualche scultura tipo testa di drago o spirale, era solo sulle navi reali, di un jarl o di un capo clan. Tutte le altre avevano la trave di prua senza nulla.
    Nelle alcune sepolture si sono trovate teste di drago non sulla prua ma di fianco alla salma. Più era elaborata la testa più era importante il morto.
    In alcuni casi le teste scolpite con immagini probabilmente riferite alle divinità erano di tipo amovibile. Si fissavano sullo scafo e si toglievano alla bisogna. (per non offendere e spaventare gli spiriti del luogo)
    Nelle foto una testa di drago della nave funeraria di Gogstad, una testa amovibile del museo di Copenaghen e una testa di drago ricostruita della nave reale di Haithabu.

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    Finisce così il racconto sull’evoluzione del naviglio scandinavo che dal mesolitico ha portato lo stesso concetto costruttivo fino al medioevo.
    Navi come canoe, lunghe, strette e basse sull’acqua. Costruite sin dall’inizio, cioè sin da 6000 anni, sul concetto della trave centrale di chiglia sporgente davanti e dietro e ritorta in alto. Uno scafo slanciato e senza sovrastrutture. In pratica una canoa………..
    Faccio un breve riassunto sulle idee costruttive delle imbarcazioni norrene.
    Tutte le costruzioni di qualsiasi tipo comprese quelle navale, seguivano le condizioni del territorio, del clima, della natura….
    Con l’inizio della de glaciazione le acque hanno invaso la terraferma, gli animali per poter circolare erano spesso nell’acqua a guadare gli stagni e paludi. Per poter avvicinare gli alci o le renne, hanno fissato sulle punte della prua le teste imbalsamate o scolpite in legno di questi animali. Animali da pelle erano numerosi mentre gli alberi robusti a queste latitudini erano scarsi, e allora per costruire le imbarcazioni si usavano le pelli stese su di un telaio di legno.
    Poi, con la terra che liberata dal peso del ghiaccio si era innalzata, sono sparite o comunque diminuite le paludi, gli stagni, i laghi e i fiordi……
    La caccia sulla terra ferma era diventata affare da appiedati mentre quella sulle imbarcazioni si era spostata sul mare per cacciare le balene…..In questo periodo il Baltico grazie a questo innalzamento del terreno era diventato un lago, gli stretti danesi erano diventati terra ferma. Questo ha portato all’ulteriore migrazione delle genti verso la Scandinavia e il mescolamento tra vecchi abitanti e nuovi arrivati…….
    I nuovi arrivati avevano portato la cultura dell’allevamento e l’agricoltura.
    E’ cominciata la migrazione dal nord verso la Scandinavia meridionale dove grazie al miglioramento climatico si sono potuti trovare terreni arabili e gli alberi più grandi e più robusti. Si è dato così l’inizio alla costruzione delle imbarcazioni in tronco….
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    Non dovendo più cacciare le renne con le navi, sono sparite le protomi di queste. Le navi sono diventate di altura, più lunghe e più robuste e senza nessun simbolo sulla trave di prua…..L’attività marinare era diventato il commercio e incursione……
    , La mescolanza delle genti ha portato una nuova religione, quella solare, e allora sulle navi del neolitico e del primo bronzo sono comparse le teste di cavallo sulla trave di prua. Queste erano solamente sulle imbarcazioni addette al culto. Non c’è nessun petroglifo con la protome equina o altro non riguardante il culto solare. Il cavallo era l’animale che trainava il carro del sole. Oltre alla testa del cavallo si usava sulle stesse navi addette al culto la punta ritorta a spirale.
    Quindi, possiamo dire che nel bronzo le travi di chiglia o le travi superiori di prua e di poppa non erano addobbate in nessun modo……
    Ma era successa anche un’altra cosa, alla fine del neolitico si era innalzato nuovamente il livello del mare. L’acqua è penetrata nell’entroterra lungo le valli formando così i fiordi lunghi decine di chilometri.
    Questo innalzamento delle acque aveva aperto il Baltico alla navigazione marittima, si sono aperte le vie verso i grandi fiumi russi e polacchi. Penetrare nel territorio dei fiordi e dei fiumi cosi stretti ha fatto si che le costruzioni navali si sono mantenute come alle origini, Basse, strette e lunghe. La notte si passava sulla terraferma quindi non c’era bisogno delle sovrastrutture…..
    Di nuovo erano le condizioni ambientali a dettare le esigenze costruttive……………
    Verso la metà del bronzo il fondo del mare si era innalzato mentre il livello delle acque si era leggermente abbassato, Gli stretti danesi hanno preso la conformazione attuale e la navigazione si era spostata verso l’esterno, verso il mare aperto…..
    La trave di chiglia era diventata unica e serviva da supporto per la fasciatura anti schizzo…….come probabilmente è sempre stato…..
    Così arriviamo nel periodo del ferro romano. Si formano le aristocrazie militari, mercenari scandinavi servono nell’esercito di Roma sia sulla terra che sulle navi della flotta danubiana, ed è lì che probabilmente imparano l’uso del remo invece della pagaia. A questo periodo che risale l’inizio dell’uso di remi sulle navi scandinave.
    Mentre per vedere le prime vele sulle navi scandinave bisogna aspettare altri due secoli…….
    Anche qui, usare la vela nei fiordi stretti e burrascosi e nei fiumi era pericoloso e faticoso. Era più spedito usare i remi. Questa è un’altra delle caratteristiche ambientali della marineria scandinava…..
    Fino al circa 700-800 non si sente alcun bisogno di addobbare le prue con teste di drago o altro…..
    Sono le aristocrazie militari diventate potenti che con tanti Re e Jarl sentono bisogno di distinguersi.
    E sono solamente le loro navi a portare la testa di drago o la spirale sulla trave di prua……
    Tutte le altre hanno la prua rialzata senza nessun addobbo particolare……sorry…

    Come anche altre volte, tutte le foto che non ho messo qui, si trovano nel mio web album all’indirizzo:

    http://picasaweb.google.it/iperboreo50/Evo...viglioNorreno3#

    Ma siccome questo topic si chiama “vichinghi di oggi, vichinghi di ieri” allora la prossima puntata sui vichinghi di oggi. Sul Museo delle Navi Vichinghe di Roskilde (DK).
    Grazie ai tecnici, archeologi e storici di questo museo,che tanta parte della storia scandinava dei vichinghi e delle loro navi ha potuto uscire dalle nebbie e vedere il sole.
    Quindi alla prossima……………..




    :salute:

    Edited by iperboreo50 - 27/10/2010, 00:27
     
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95 replies since 10/9/2010, 00:51   10255 views
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