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iperboreo50.
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Evoluzione del naviglio norreno 1
In questa suggestiva immagine, una nave a prua alta, stretta e bassa sull’acqua esce dalle nebbie………
In questa visione c’è tutta la poesia riguardante la nascita ed affermarsi di un naviglio venuto da lontano….. molto lontano nel tempo………
Non è una fiaba, tra il Mesolitico, il Neolitico, il Bronzo e il Ferro sulle rocce della Scandinavia – Danimarca, Svezia, Norvegia e la Carelia si sono ripetute nel tempo le immagini che portano dritte a questo vascello che spunta dalle nebbie per entrare nella storia e nel mito dei Popoli del Mare.
Popoli del Mare quelli veri, quelli che nel mare e dal mare hanno nei millenni tratto il sostentamento in ogni forma….
Non quelli che hanno attraversato montagne e deserti a piedi, a cavallo, sui carri, per arrivare finalmente nel posto dove l’arte della navigazione gli è stata insegnata……..
Questo sarà un racconto documentato sulla marineria norrena dal Mesolitico all’epoca vichinga. Quanto presenterò si basa principalmente sulle visite ai musei di Goteborg, Copenaghen, Roskilde, Haithabu, Stettino. Sui libri: “Rock Carvings In The Borderlands – Bohuslan and Ostfold”, ed. Warne Forlag . e “Archeology and the Sea in Scandinavia and Britain”, ed. The Viching Ship Museum in Roskilde,
nonché su alcuni siti web tra cui: “UI-RA-LA the ancient world of boat peoples” –
www.paabo.ca/uirala/uini-seagoingskinboats.html
“Viking ships and norse wooden boats” - http://home.online.no/~joeolavl/viking/index.htm
…..e tanti altri……..
Molte foto sono mie, alcune invece prese qua e la nei siti web e nei libri citati sopra.
Come d’abitudine, questo testo sarà accompagnato da alcuni filmati e foto, mentre tutte le altre foto saranno visibili e commentate nel mio web album di cui indirizzo indicherò alla fine.
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La parte in bianco è quella che ci interessa. La penisola scandinava liberata dai ghiacci definitivamente attorno a 9000 anni or sono. Sia nel periodo precedente l’ultima glaciazione sia successivo, sono state ritrovate diverse testimonianze di vita in quelle terre coperte da una coltre di ghiaccio.
Uomini che abitarono quelle terre vivevano di caccia, pesca e raccolta. Una popolazione nomade che seguiva gli animali da cacciare. Le prede erano balene, foche, trichechi, alci e renne.
Va da se che alcuni di questi vivessero nel mare ma gli altri? Nelle terre piene di laghi e di paludi, di fiumi e stagni, anche gli animali come renne o alci erano cacciabili nell’acqua dove erano più esposti e dove era più facile avvicinarli.
Ce lo dicono migliaia di petroglifi sparsi tra la Norvegia del nord (Alta, Lofoten) e lago Onega in Carelia e risalenti a 5000 – 6000 anni fa. Le navi che usavano questi navigatori avevano sulla prua una testa di alce imbalsamata o scolpita in legno per poter mimetizzarsi meglio nell’ ambiente lacustre.
Le stesse imbarcazioni vediamo sui petroglifi mentre sono impegnate nella caccia alle balene.
Le balene durante l’anno migravano dal nord verso il sud e viceversa costeggiando la penisola scandinava. Dietro questi cetacei si muovevano i cacciatori con le loro imbarcazioni. Ecco perché gli stessi disegni troviamo sia in Carelia, nel Mar Bianco, e in Norvegia. Una migrazione di necessità.
Ma perché parlo di questo?
Perche sono le stesse navi, fatte alla stessa maniera e con gli stessi materiali che troviamo più tardi, nel bronzo, in Svezia e in Danimarca, quindi nella patria di quelli che un giorno saranno chiamati vichinghi e che useranno le navi derivanti da quelle dei loro avi del mesolitico. Ovviamente ulteriormente migliorate.
Ma come erano fatte queste imbarcazioni?
Dovevano avere una buona tenuta al mare anche leggermente ondoso, essere resistenti e leggere per poter essere trasportate a braccia quando si passava da una palude all’altra …
In tutti petroglifi di ogni periodo, all’interno di quelle navi si vedono le persone , si vedono le strutture, come se fossero trasparenti.
Questo effetto si ottiene con le imbarcazioni rivestite in pelle.
Costruite con le pelli degli animali cacciati e stesi attorno ad un telaio in legno. Esattamente come si fa tutt’ora nell’Artico.
Altre foto nel web album, mentre adesso un breve filmato di 2 minuti che mostra la costruzione di una di queste intelaiature per poi montare sopra la pelle di alce o renna. (oggi si usa la pelle finta più resistente)
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