I SHARDANA, Opera lirica di Ennio Porrino

Un capolavoro che riemerge dalle nebbie del tempo

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  1. montalba
     
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    Per ricordare la memoria del maggiore compositore sardo, Ennio Porrino (Cagliari 1910-Roma 1959) il Teatro Lirico di Cagliari, in collaborazione con il Conservatorio di Cagliari, ha organizzato, tra le altre cose, anche l'esecuzione di questi due capolavori musicali di Porrino di cui purtroppo i sardi ignorano l'esistenza. La sinfonia SARDEGNA, composta nel 1932-33, è fondamentale per capire il suo percorso musicale ma anche per afferrare il rapido raggiungimente della sua notorietà. Sono sicuro che qualsiasi sardo che ascolterà questa sinfonia, anche chi non s'intende di musica classica, riconoscerà senza troppi problemi la sapiente rielaborazione colta che Porrino ha saputo fare della nostra musica popolare. Se SARDEGNA rappresenta il suo punto di partenza nel mondo musicale, I SHARDANA è sicuramente il suo punto d'arrivo, giacché anche qui, questa volta si tratta di un'opera lirica in 3 atti ambientata nella Sardegna di 3-4000 anni fa, la musica popolare è riconoscibile. Già nella scelta dei titoli dei brani riconosciamo scelte ben precise, come ad esempio l'Inno dell'Isola e la Danza Nuragica nel primo atto che ricordano i nostri cori e le nostre danze ma arricchite di musiche e suoni ancestrali. Straordinaria nel terzo atto è la disperazione di Nibatta, moglie di Gonnario (il capo dei Shardana), che piange la morte del figlio Torbeno: si tratta in questo caso di un attìttidu (lamento funebre) sardo, con la differenza che anziché essere cantato in sardo è cantato in italiano. L'opera lirica I SHARDANA è stata rappresentata soltanto a Napoli al Teatro San Carlo nel 1959, poi ancora una volta a Cagliari nel 1960 e un'ultima volta il 24 settembre 1960 all'Auditorium del Foro Italico (la cui registrazione si può ascoltare adesso in un compact disc doppio). Dopo ben 50 anni ci viene oggi offerta la possibilità di riascoltare quest'opera straordinaria, che da un musicologo tedesco nel 1962 in una importante enciclopedia musicale fu considerata come la più importante opera lirica italiana del dopoguerra. Se non vogliamo aspettare altri 50 anni per riascoltare questa musica stupenda dobbiamo essere presenti in massa a questo appuntamento affinché le autorità musicali sarde ce la facciano riascoltare spesso, molto spesso e non cada di nuovo nell'oblio!

    La rappresentazione (o meglio esecuzione, visto che è stata inserita nella stagione concertistica e non nella stagione lirica) dell’opera I SHARDANA di Ennio Porrino, di cui il 20 gennaio 2010 ricorre il centenario della nascita, è stata rinviata al 19 e 21 febbraio 2010; per chi è interessato il 12 e il 13 febbraio verrà eseguita anche SARDEGNA una sinfonia splendida sconosciuta ma tra i pezzi più belli del Novecento musicale. È stata eseguita in tutto il mondo, e diverse volte anche dal grande direttore d’orchestra Leopold Stokowski.

    Cagliari: Teatro Lirico

    venerdì 12 febbraio 2010, ore 20.30; sabato 13 febbraio 2010, ore 19.00

    SARDEGNA
    poema sinfonico di Ennio Porrino

    Orchestra del Teatro Lirico; direttore Maurizio Benini; violinista Julian Rachlin

    All’estero il compositore sardo era già noto da tempo, in modo particolare grazie alle sue opere sinfoniche Sardegna e Nuraghi, eseguite più volte sia in Europa che negli Stati Uniti, e in numerose occasioni dirette dal celebre Leopold Stokowski, che in una lettera inviata a Porrino da New York il 5 gennaio del 1950 così si esprime poche settimane dopo l’esecuzione di Sardegna del novembre 1949 alla Carnegie Hall con la New York Philarmonic:

    Caro Signor Porrino, da quando diressi la Vostra Sardegna sono stato terribilmente occupato per il mio lavoro. Ho sempre desiderato scrivervi, ma non volevo scrivervi di premura con molte altre cose in mente. Oggi finalmente sono, per quanto sempre occupato, abbastanza quieto. Secondo la mia opinione la vostra Sardegna è una grande musica e nello stesso tempo una intensa espressione del sentimento della vera vita di Sardegna. Sebbene non sia mai stato là, mi pare di conoscere il paese e sono impaziente di poterci andare. Il vostro «poema sinfonico» esprime molto eloquentemente il sentimento e la vita, talvolta violentemente agitata. Altre volte la gaiezza di una festa o la danza all’aperto. Fui profondamente impressionato dalla qualità primitiva improvvisamente riscontrata a pagina 14 e 15 dello spartito e dall’agitazione che comincia a pagina 26. La pace pastorale che comincia a pagina 29 è un contrasto magnifico con quanto precede. A pagina 42/47 ho avuto soltanto le viole che suonavano con il solo basso e flauto. Questo sembrò dare un bilancio perfetto e chiarezza. Il suono delle campane lontane alla fine fu molto tranquillo. L’insieme è eseguito con poesia e l’atmosfera romantica di un’isola antica. L’orchestra, il pubblico ed io eravamo tutti commossi profondamente per la forza emotiva del pezzo […].

    (Leopold Stokowski (Londra 1882-Nether Wallop 1977) è considerato uno dei maggiori direttori d’orchestra del Novecento; ha diretto migliaia di concerti e di prime rappresentazioni operistiche; grandissimo estimatore e profondo conoscitore delle composizioni sinfoniche più importanti di Ennio Porrino, diresse, oltre a Sardegna, anche Sinfonia per una fiaba (1948) e Nuraghi (Teatro Argentina, Roma 29 aprile 1953).

    e una settimana dopo:

    venerdì 19 febbraio 2010, ore 20.30; domenica 21 febbraio 2010, ore 19.00

    I SHARDANA
    dramma musicale in tre atti; esecuzione in forma di concerto
    libretto e musica Ennio Porrino

    Orchestra e Coro del Teatro Lirico; direttore Anthony Bramall; maestro del Coro Fulvio Fogliazza; personaggi e interpreti principali

    GONNARIO, Giorgio Surian; TORBENO, Rudy Park; NORACE, Gevorg Hakobyan; BÈRBERA, Maria Billeri; NIBATTA, Anna Rita Gemmabella; PERDU, Gianluca Floris; ORZOCCO Vittorio Prato

    «Se Monaco avesse la fortuna di venir cantata da opere come queste, sono certo che nei festival operistici della mia città sarebbe loro riservato ogni anno il posto d'onore (Felix Karlinger, Monaco di Baviera 1960). I Shardana pare aver imboccato la strada giusta per diventare l’opera nazionale sarda per eccellenza (Felix Karlinger, Kassel 1960). La grande opera I Shardana fu accolta dalla critica come la più importante opera lirica composta in Italia in questo dopoguerra» (F. Karlinger, Die Musik in Geschichte und Gegenwart, Stoccarda 1962)

    Qui potete ascoltare alcuni brevi brani dall'opera:

    https://www.youtube.com/watch?v=B-rs3Y4r9kI

    Montalba
     
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  2. montalba
     
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    Per ricordare i 100 anni della nascita di Ennio Porrino ecco un contributo dalla prefazione di un mio recente volume, forse un po' lungo ma sicuramente molto istruttivo, insomma per i più pazienti.

    FELIX KARLINGER, UN AMBASCIATORE DELL’ARTE PORRINIANA IN GERMANIA

    Stralcio dalla prefazione di G. Masala, in: F. Karlinger/G. Masala, Omaggio a Ennio Porrino, Stoccarda 2009, pp. 9-20 (Giovanni Masala Verlag, collana Sardìnnia: www.sardinnia.it / www.sardinnia.de).


    Spesso, da quando ho dato alle stampe testo e compact disc de I Shardana di Ennio Porrino (I Shardana. Gli uomini dei Nuraghi: Dramma musicale in tre atti), sono stato contattato diverse volte da studenti, laureandi o semplici amanti della musica porriniana, con la preghiera di aiutarli a trovare recensioni, critiche e scritti vari sull’opera del compositore cagliaritano, nonché informazioni sulle esecuzioni delle sue sinfonie, balletti e opere liriche. Pensavano insomma che, oltre all’eccellente monografia di Mario Rinaldi (Ennio Porrino, Cagliari 1965), alcune pubblicazioni di Felix Karlinger e altri pochi scritti, esistessero ben pochi saggi e articoli su Porrino e la sua arte. Se è vero che, come scrisse Rinaldi, è: “impossibile una catalogazione di tutti gli articoli critici che hanno parlato delle musiche e delle esecuzioni del Porrino, nacque in me così la curiosità di verificare l’affermazione del critico musicale romano con l’obiettivo finale di pubblicare un volumetto che potesse diventare per studenti e studiosi alle prime armi (e non) un punto di riferimento abbastanza utile di introduzione allo studio dell’opera porriniana, soprattutto allo scopo di facilitare la ricerca bibliografica sull’argomento. Ed effettivamente, da un accurato spoglio bibliografico che chi scrive ha condotto di recente, è stato possibile rilevare che dai primi anni Trenta del Novecento fino ai nostri giorni è stata pubblicata (e non solo in Italia), una mole veramente immensa di articoli su Ennio Porrino, sia di tipo biografico che riferita a esecuzioni e rappresentazioni sulle sue creazioni musicali o sulla sua musica in generale. Ma va detto che la stragrande maggioranza di questi articoli, e quindi anche la celebrità di Porrino, si colloca nel periodo in cui il compositore era ancora in vita, e andrà via via scemando dal 1969 (anno del decennale della sua morte) in poi fino ai giorni nostri. Perciò possiamo affermare che per Ennio Porrino valgono sicuramente le riflessioni che Roberto Piana fa di un altro compositore sardo un tempo celebre: Lao Silesu: “Silesu era celebre in vita, ma non lo fu già più negli anni Cinquanta” (R. Piana).
    Le critiche negative sulla musica porriniana, più di matrice ideologica che di vera e propria critica musicale, si contano sulle dita di una mano; titoli come: «I repubblichini all’opera» (vedi pp. 115) in occasione della prima del grande oratorio Il Processo di Cristo (Roma, 12 aprile 1952, Teatro Argentina) contrastano con le restanti critiche tutte positive (vedi pp. 115-116). Sullo stesso tenore è un altro articolo pubblicato in occasione della prima esecuzione assoluta del Concerto dell’Argentarola (Roma, 17 gennaio 1954), ritenuto uno dei capolavori del compositore cagliaritano. Anche in questo caso il giudizio dei critici italiani (vedi p. 116) nei restanti articoli sulla prima romana del Concerto è unanimemente positivo.
    Se volgiamo lo sguardo all’estero vediamo che il musicologo e filologo romanzo tedesco Felix Karlinger saluta l’uscita del disco contenente il Concerto di Porrino e il Concierto di Rodrigo con due recensioni nell’importante rivista tedesca Musica Schallplatte (1961). Altro titolo di un lavoro porriniano eseguito all’estero, questa volta per musica da camera, è: “Triomphe de la grande pianiste Lya de Barberiis” in occasione del primo concerto di una lunga e fortunata tournée dell’indimenticabile pianista che tra il 2 dicembre 1968 e il 21 marzo del 1969 eseguì Preludio in modo religioso e Ostinato di Porrino a Toulon, Nimes, Nizza, Aix en Provence, Valencia, Murcia, Granada, Sevilla, Madrid, Málaga, Gibilterra, Tangeri, Casablanca e Meknès. Spostiamoci a Boston in occasione dell’esecuzione di Sonar per Musici di alcuni anni prima: “Sonar per Musici, un concerto per archi e clavicembalo di Ennio Porrino, è stato il lavoro più affascinante del programma, che comprendeva Vivaldi, Mozart, Remy Principe e lo stesso Porrino” (The Boston Daily Globe, 16 gennaio 1959). Oppure, in occasione dello stesso concerto: “Egli è esplorativo e originale, arrivando a timbri insoliti ed effetti strani, e in questo si potrebbero vedere riflessi di Bartók” (The Boston Herald, 16 gennaio 1959).
    Nel 1958, in un articolo che non ha bisogno di essere commentato, il musicologo e critico Ramón Bayod y Serrat, a Barcellona, accoglieva così la prima dell’opera lirica in un atto L’organo di bambù: “Con grande abilità nella scelta dei mezzi di espressione, Porrino ha saputo risolvere la rappresentazione di un ambiente straniero e misterioso, attraverso una musica che riflette questa inquietudine per la ricerca di un contenuto umano e trascendente. Perché questo linguaggio nell’Organo di bambù più che un modo di dire è, prima di tutto una forma di evocare, di suggerire. Sintesi perfetta, in definitiva, di tema, musica e teatro” (Solidaridad Nacional, 25 novembre 1958).
    In questo viaggio a ritroso nei successi porriniani del dopoguerra ci imbattiamo nella trionfale prima newyorkese del poema sinfonico Sardegna del 5 novembre 1949 diretta dal celebre Leopold Stokowski alla Carnegie Hall con la Hall Philarmonic Symphony Orchestra of New York. A questo proposito citiamo un passo da una lettera inedita inviata con orgoglio dallo stesso Porrino a Piero Ostali della Casa Musicale Sonzogno: “Carissimo Comm. Ostali […], in questi giorni ho avuto una lettera aerea da un mio cugino che abita vicino a New York e che si recò il 5 novembre alla Carnegie Hall per ascoltare il mio poema sinfonico Sardegna diretto da Leopoldo Stokowski con l’orchestra Filarmonica di N. Y. Mio cugino mi dice che il lavoro ha avuto un successone. Stokowski, dopo il mio pezzo, è stato chiamato al podio ben 4 volte. Mi ha mandato anche il ritaglio del New York Times, dove il maggior critico americano si è espresso con termini particolarmente elogiativi. Insomma, mi dice mio cugino, che è stato un vero successo, anche perché lui ha sentito da tutti parole di elogio e di ammirazione”.
    Lo stesso Stokowski, in una lettera inviata a Porrino da New York il 5 gennaio del 1950, così si esprime poche settimane dopo la succitata esecuzione di Sardegna del novembre 1949 alla Carnegie Hall con la New York Philarmonic: “Caro Signor Porrino, da quando diressi la Vostra Sardegna sono stato terribilmente occupato per il mio lavoro. Ho sempre desiderato scrivervi, ma non volevo scrivervi di premura con molte altre cose in mente. Oggi finalmente sono, per quanto sempre occupato, abbastanza quieto. Secondo la mia opinione la vostra Sardegna è una grande musica e nello stesso tempo un’intensa espressione del sentimento della vera vita di Sardegna. Sebbene non sia mai stato là, mi pare di conoscere il paese e sono impaziente di poterci andare. Il vostro «poema sinfonico» esprime molto eloquentemente il sentimento e la vita, talvolta violentemente agitata. Altre volte la gaiezza di una festa o la danza all’aperto. Fui profondamente impressionato dalla qualità primitiva improvvisamente riscontrata a pagina 14 e 15 dello spartito e dall’agitazione che comincia a pagina 26. La pace pastorale che comincia a pagina 29 è un contrasto magnifico con quanto precede. A pagina 42/47 ho avuto soltanto le viole che suonavano con il solo basso e flauto. Questo sembrò dare un bilancio perfetto e chiarezza. Il suono delle campane lontane alla fine fu molto tranquillo. L’insieme è eseguito con poesia e l’atmosfera romantica di un’isola antica. L’orchestra, il pubblico ed io eravamo tutti commossi profondamente per la forza emotiva del pezzo […]. Ora attendo il giorno quando avrò il piacere di conoscervi e spero di andare in Sardegna”.
    Con Sardegna Porrino ha in ogni modo «compiuto per la sua terra quello che per il loro paese, in altri poemi sinfonici, avevano compiuto, per esempio, Sibelius (Finlandia) o Smetana (Moldava). L’elemento ritmico, pur esso connaturato all’isola e presente in Sardegna, sarà poi particolarmente sviluppato in Nuraghi; così come l’ambiente sardo ritornerà nei quadri de I Shardana, giudicata da alcuni critici l’opera lirica più importante composta in Italia in questo dopoguerra» (G. Campus, La Nuova Sardegna, 25 luglio 1961).
    L’improvvisa scomparsa di Ennio Porrino suscitò dappertutto una commozione enorme: migliaia furono le lettere di cordoglio inviate alla famiglia e centinaia gli scritti commemorativi pubblicati in quotidiani e riviste italiane e straniere. Alcune sono vere e proprie monografie in miniatura, e su di lui e la sua arte si scrisse tanto anche negli anni successivi alla morte. Da una di queste (G. Campus, nota 15) apprendiamo che Porrino alcuni giorni prima della sua morte “leggeva García Lorca, e pensava di comporre una Sinfonia corale da quattro poesie del poeta spagnolo, fra le quali il celebre Lamento per Ignacio” Campus si riferisce a Llanto por la muerte de Ignacio Sánchez Mejías (1934), poesia di Federico García Lorca dedicata dall’artista andaluso all’amico e torero.
    E non è tutto. Si sapeva che Porrino è stato “compositore di lavori cameristici, sinfonici, teatrali, filmistici e televisivi, didatta che raggiunse il grado di Direttore del Conservatorio, revisore e trascrittore di composizioni altrui, direttore d’orchestra, scrittore di problemi musicali e critico; poeta e librettista di sé stesso, conferenziere” (Emidio Mucci, 1969). E così è nata anche l’idea di mettere a disposizione degli studenti non solo una bibliografia degli scritti sul compositore sardo ma anche una bibliografia della sua produzione poetica e di critico musicale, che raggiunse il suo apice nel triennio in cui esercitò quest’attività per il Corriere di Napoli (1946-1949). Nello stesso periodo fu dapprima direttore della biblioteca (1946) del Conservatorio partenopeo San Pietro a Majella e allo stesso tempo, dal 1947 al 1949, professore di composizione nella stessa istituzione musicale. Anche in questo caso si tratta di una produzione imponente che oltrepassa i 200 articoli, un numero veramente alto se si pensa alle sue due attività principali: quella di compositore e di docente di composizione, entrambe svolte sempre con il massimo impegno e serietà. Ma Porrino fu straordinariamente precoce in ogni sua espressione artistica già dall’età di nove anni in cui scrisse pensieri e poesie in un quaderno da lui stesso intitolato Bozzetti, oggi custodito dalla figlia Stefania.
    Altra domanda che mi veniva rivolta era la seguente: quali, quante e dove sono state eseguite le musiche porriniane? Anche su questo cerco di dare risposta nella presente pubblicazione con un elenco – questo invece pressoché completo – delle esecuzioni della sua musica, che si rivela più imponente di quanto io stesso potessi immaginare. Migliaia sono stati i concerti e le esecuzioni, in tutto il mondo, dell’arte musicale di Ennio Porrino, anche dopo la sua morte, confermando così che la sua fama e notorietà andarono ben oltre gli angusti confini della Sardegna e dell’Italia continentale e smentendo chi affermava che dopo la sua morte le sue musiche venissero eseguite esclusivamente in Sardegna. Altro che illustre sconosciuto! L’organico delle opere per orchestra, delle composizioni e una discografia porriniana conclude la parte più "noiosa" ma certamente più informativa del presente volume.
    Un’altra parte, sicuramente più interessante, è costituita da uno scritto (pp. 23-53) di Felix Karlinger, sicuramente lo studioso in assoluto che, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo, ha maggiormente contribuito – sempre in modo disinteressato e senza pregiudiziali ideologiche – con pubblicazioni, conferenze e corsi universitari a far conoscere nel mondo scientifico e non i capolavori musicali di Ennio Porrino. Mentre in Italia negli anni Ottanta si disquisiva se Porrino, essendo andato via all’età di quasi 2 anni dall’isola, fosse sardo o romano (Musica/Realtà, dicembre 1981), oppure se fosse più o meno fascista di Rito Selvaggi (L’altro, 23 maggio 1982), il musicologo tedesco da decenni teneva corsi universitari e conferenze in tutta Europa sulla musica del compositore “sardo-romano”. Il primo corso monografico dedicato alla musica porriniana, quando Karlinger era professore di filologia romanza nell’università di Monaco di Baviera (1959-1966), avrà per titolo: Ennio Porrino e la canzone popolare sarda, e si svolse nel semestre estivo del 1961. Da allora non ci fu anno accademico in cui lo studioso tedesco – divenuto nel 1967 professore ordinario di filologia romanza presso l’università di Salisburgo – non tenne corsi monografici su Ennio Porrino: Ennio Porrino come poeta e compositore, (2) Giacomo Puccini e Ennio Porrino: la fine del Belcanto, (3) La canzone popolare sarda e Ennio Porrino sono alcuni dei corsi universitari da lui tenuti. Temi di alcune sue conferenze furono: I Shardana di Ennio Porrino: Tradizione e modernità alla luce di un’opera italiana, (2) Opera italiana dopo Puccini: Ennio Porrino. Tradizione e modernità dell’arte di Ennio Porrino.
    Karlinger inviava a Màlgari Onnis Porrino, vedova del compositore, informazioni dettagliate riguardanti i temi dei suoi corsi universitari sulla musica porriniana e delle sue conferenze. Esemplare è il programma elaborato in occasione di un corso monografico dal tema Ennio Porrino und die sardische Volksmusik (Ennio Porrino e la musica popolare sarda) tenuto presso l’istituto di filologia romanza dell’università di Monaco di Baviera durante il semestre estivo 1961. Si tratta di tre pagine dattiloscritte in cui ogni lezione, suddivisa in una parte teorica e in una di esempi pratici di ascolto, viene descritta accuratamente. Dall’impostazione del suo corso si percepisce che Karlinger possedeva e padroneggiava a fondo gli strumenti necessari per comprendere, descrivere e analizzare la musica porriniana, strumenti che non potevano prescindere dalla conoscenza profonda di discipline quali etnologia, musicologia, scienze teatrali e filologia romanza, in cui si specializzò nel corso dei suoi studi. Con una punta d’orgoglio, nell’autunno del 1977 Karlinger invia a Màlgari Onnis Porrino una lista contenente i nominativi degli studenti che parteciparono al corso monografico su Ennio Porrino als Dichter und Komponist (Ennio Porrino come poeta e compositore); i partecipanti? Solo 78! “Gentilissima e cara Signora Màlgari, ancora una quindicina di giorni e il corso sulla musica di Porrino sarà finito. Le accludo la stampa del computer, che informa sui partecipanti a quel corso. Lei può vedere che il pubblico sia stato abbastanza numeroso. E così resta sempre un minimo di speranza che uno fra tanti si ricorderà più tardi dell’arte di Ennio e – chissà – sarà nella situazione di fare qualcosa relativo a rappresentazioni” (26 gennaio 1978).
    Il musicologo bavarese, nelle sue lettere inviate dapprima a Porrino e in seguito alla moglie Màlgari fino al 1994, testimonia in modo commovente il suo immenso, a volte vibrante amore non solo nei confronti dell’opera lirica I Shardana ma dell’intera produzione artistica porriniana. Scorrendo l’epistolario intercorso tra Karlinger e Màlgari Onnis Porrino, consorte del compositore sardo, commovente è l’impegno costante affinché le opere porriniane venissero conosciute ed eseguite anche in Germania. A proposito della grande opera lirica I Shardana scrive: “Gentilissima e cara Signora Màlgari, stamattina svegliandomi ho ascoltato nel dentro il motivo musicale del preludio de I Shardana – miracolosamente – e si è sviluppata tutta quella bellissima musica. Ma in quel momento non mi sono ricordato che oggi è la festa della nascita del Maestro – 80 anni fa. L’importanza di questa giornata mi è venuta in mente facendo colazione. Si tratta davvero di una cosa meravigliosa, sia per il subcosciente, sia per un ricordarsi trascendentale. L’arte porriniana mi ha accompagnato durante la metà della vita, e questa compagnia mi ha dato tanta gioia e tanta consolazione. Inutile dire di più. Ma sento il bisogno di raccontarle questo fatto, e non posso pensare al nome Porrino senza grande gratitudine. La mia ricchezza è nei libri, nei dischi e nei nastri magnetici, ma ancora più importante mi pare la ricchezza che si è raccolta dentro (20 gennaio 1990).
    Ormai vecchio e malato, invia ancora un’ultima lettera alla vedova del compositore e anche in questa occasione non scorda di chiedere informazioni sulla musica del Maestro: “Gentilissima e cara Signora Màlgari, da tanto desidero scriverLe. Ma questo anno fu una catena di debolezze e disastri. Due operazioni chirurgiche furono ancora il male minore. Grande difficoltà mi fanno emorragie dei bronchi e un’irritazione del diaframma, tutti e due permanenti. Ma fa la vecchiaia… […]. Ma come sta Lei? E cosa fa la cara Stefania? È stata realizzata qualche musica di Ennio? Ho perduto tutto il contatto col mondo della radio. Spesso, quando mi fermo con mia figlia Felicitas, ascoltiamo musica di Ennio, un ricordo davvero prezioso e consolabile. Ora Le auguro un buon Natale ed un felice anno nuovo. Con tanti saluti affettuosi, Suo Felix Karlinger (11 dicembre 1994). La militanza e la dedizione del musicologo tedesco verso I Shardana (e in senso lato verso l’intera musica porriniana) termina con le parole succitate e probabilmente con la sua morte sopraggiunta il 27 giugno del 2000, dopo anni di grave malattia. Mentre in Italia il sipario su I Shardana era ormai già calato da oltre quarant’anni, in Felix Karlinger l’interesse per l’opera porriniana rimaneva ben saldo fino ai suoi ultimi giorni di vita. Un interesse e un entusiasmo che ebbe in ogni modo i suoi frutti, giacché non solo generazioni di studenti universitari suoi allievi vennero a conoscenza della musica del compositore cagliaritano ma la stessa, grazie all’impegno costante di Karlinger, venne mandata in onda più volte nelle stazioni radiofoniche tedesche, austriache e svizzere, ed eseguita, tra gli altri, dai Maestri Otmar Suitner e Hans Swarowsky.
    Felix Karlinger, forte di un’ottima preparazione scientifica teorica e di ricerca sul campo, intraprende, per quanto concerne lo studio della musica popolare sarda, un percorso in un certo senso opposto rispetto a quello di Porrino. Infatti, se per il compositore sardo lo studio teorico del patrimonio etnomusicologico sardo è separato nettamente da quello più pratico della ricerca sul campo avvenuto in una fase successiva della sua maturazione artistica, Karlinger arriva in Sardegna quasi completamente a digiuno di conoscenze teoriche sulla musica sarda e “studia” la Sardegna musicale direttamente sul campo. Ancora nel 1958 scriveva, infatti: “Quando io, vent’anni fa, cominciai i miei studi sulla musica popolare europea, della Sardegna sapevo solo quanto avevo appreso dai suggestivi romanzi di Grazia Deleddda. Dieci anni più tardi – dopo studi e ricerche in Francia, Spagna, Olanda, nei Balcani, in Russia e nel Caucaso – scrissi la mia dissertazione sulla musica popolare dei Pirenei, e debbo, con mia vergogna, confessare che della musica popolare sarda ancora non conoscevo altro che i canti catalani di Alghero e la canzone Duos sun sos coros” (in: Eco del Regionale, 1958).
    Soltanto in seguito – e comunque dopo la «scoperta» della Sardegna – il musicologo tedesco “scopre” e “capisce” il compositore sardo collocandolo senza mezzi termini tra Strawinsky, De Falla e Bartók; ma non solo, secondo Karlinger da Puccini in poi “nessun musicista ha dato alla musica italiana tanto quanto Porrino” (1960).
    Egli percorre a sua volta una strada inversa rispetto a quella di quei musicologi e critici musicali sardi i quali prima sono venuti a contatto con l’opera artistica porriniana e soltanto in seguito hanno approfondito gli studi sulla musica popolare sarda. E sempre Karlinger affermerà, infatti, che: “Sono stati meritevoli tra gli studiosi sardi coloro che per la prima volta tentarono di presentare la musica sarda e di spiegare il contenuto. Cito con grande rispetto Giulio Fara e Gavino Gabriel, ma essi eran troppo vicini alle loro proprie fonti per poter riconoscere l’importanza della musica sarda nel quadro mondiale della musica”.
    Potrebbe essere questo uno dei motivi perché alcuni musicologi e critici musicali sardi non hanno capito le connessioni profondissime dell’arte porriniana “nel quadro mondiale della musica”? Mi fermo qui dando la parola ai fatti, che mai come questa volta hanno la precedenza sulle parole, e restituisco la parola a Karlinger che a Cagliari nel 1963 al termine di una conferenza organizzata dall’Associazione Amici del Libro affermò: “Purtroppo debbo interrompermi proprio qui, e vorrei pregare di ascoltare spesso da sé la musica di Porrino, o di suonarla, poiché “parlare di musica è” – come soleva dire il mio defunto maestro Hans Pfitzner – “come servire un pranzo pitturato”. […] A Felix Karlinger, che ha amato e studiato così struggentemente la Sardegna e i suoi musicisti, primo fra tutti Ennio Porrino, dedico di cuore questo lavoro (Giovanni Masala)
     
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  3. ARRUIASA DE GHENTIANA
     
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    Hutalabì Hutalabì Hutalabì!!!!

    :beoni: :beoni: :salute: :salute: :evil: :evil: :evil: :serenad: :serenad: :vandal: :vandal: :vandal: :viching: :viching grr: :vandal: :vandal: :vandal:
     
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  4. montalba
     
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    Ti è piaciuta l'opera? Montalba

    www.sardinnia.it
     
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  5. ARRUIASA DE GHENTIANA
     
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    entusiasmante, tragica, dura......come noi sardi!!!
     
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  6. montalba
     
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    Arrusiasa de Ghentiana, per chiudere, eccoti la rassegna stampa

    http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24...rticolo=2432361

    http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24...rticolo=2432363

    http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24...rticolo=2432939

    http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24...rticolo=2432938
     
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  7. ARRUIASA DE GHENTIANA
     
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    grazie Montalba!!

    mi immagino quali emozioni poteva provocare la rappresentazione scenica.

    POSSIBILE CHE NESSUN'ALTRO DEL FORUM ABBIA VISTO L'OPERA!!??

    su non siate timidi!!
    ....o siete peggio delle "AUTORITA" :sick: !!! ASSENTEISTI :lol: :lol: :B):
     
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  8. LessàAlessandro
     
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    purtroppo non son potuto andare a vederla...spero la replichino...
     
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  9. montalba
     
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    Arrusiasa de Ghentiana, eccoti altri 3 articoli, interessante anche quello dei bambini incantati dall'opera!

    http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24...rticolo=2430659

    http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24...rticolo=2430660

    http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24...rticolo=2436607

    Saludus, Montalba
     
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8 replies since 20/12/2009, 21:43   830 views
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