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ELCERDEA.
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Ancora un'argomentazione puramente speculativa senza alcun sostegno
reale. Storie simili sono molto comuni nel Medio Oriente (raccomando
all'autore di leggere le "1001 Notte" per una migliore
documentazione). Č ben risaputo che i Rom adottano favole dai paesi
dove sono vissuti, e le adattano alla propria fantasia. Č anche un
dato di fatto che la maggioranza delle leggende "romanė" sono
altrettanto etichettate come "ebraiche", ed entrambe riconosciute come
originali. Ci sono anche racconti armeni, persiani ed arabi nella
letteratura orale romanė.
Mi domando perché l'autore non menziona la popolaritā che ha il
Profeta Eliyah fra molti gruppi Rom... forse perché non puō spiegare
l'origine "indiana" di tale tradizione. Eliyah era un Profeta del
Regno di Samaria.
"·Il tempo che i Rom hanno soggiornato nel Khorassan (uno o pių
secoli) spiegherebbe anche le numerose etimologie persiane integrate
nella lingua romanė (circa 70 - inoltre a 900 indiane e 220 greche),
perché il Khorassan era una regione di lingua persiana."
Lo stesso criterio č valido per il soggiorno indiano. Cosė come queste
etimologie non provano un'origine persiana, nemmeno quelle indiane
provano un'origine indiana, ma solo un lungo soggiorno. L'esposizione
seguente dell'autore č orientata esclusivamente sulla traccia
linguistica, e anche se č un ragionamento valido, non riesce a provare
l'origine Kānnaugi, come vedremo:
"Un altro elemento sorprendente č la coincidenza di tre caratteri
linguistici che collegano il romančs con le lingue dell'area di
Kānnaugi, e solo o principalmente con queste, ossia:
- fra tutte le lingue indoariane moderne, solo il braj (chiamato anche
braj bhaka, una lingua parlata da circa 15 milioni nell'area
immediatamente ad ovest di Kānnaugi) ed il romančs distinguono due
generi nella terza persona singolare del pronome personale: jo o vo in
braj (probabilmente o in braj antico) e ov, vov o jov 'egli' in romanė
per il maschile e ja o va in braj e oj, voj or joj 'ella' per il
femminile, mentre le altre lingue indoariane hanno una forma unica,
usualmente yé, vé 'egli, ella' per entrambi i sessi. Questi pronomi
specifici possono essere uditi ogni giorno sulle strade di Kānnaugi.
· fra tutte le lingue indoariane moderne, solo i dialetti dell'area di
Kānnaugi, alcuni dei braj e nepalese (il Nepal dista solo 60 miglia da
Kānnaugi) hanno una terminazione dei nomi ed aggettivi maschili in ~o
(o ~au = ~o) identica alla controparte romanė, che č anche ~o: purano
'antico, vecchio' (in altre lingue indoariane purana, romančs purano),
taruno 'giovane [lit. in hindi]' (altre lingue taruna, sinto tarno,
romančs terno). Infatti, l'evoluzione dialettale da ~a a ~o č
sottoposta a regole piuttosto complicate che devono ancora essere
dilucidate.
- ed infine, ma non meno importante, fra tutte le lingue indoariane
moderne, solo l'awadhi (una lingua parlata da circa 20 milioni in una
vasta area ad est di Kānnaugi) presenta, come il romančs, una forma
lunga alternativa della posposizione genitiva. Non c'č solo uno
stretto parallelo nel fenomeno in sč stesso ma anche le posposizioni
sono identiche nella forma: in addizione alla forma corta (~ka, ~ki
~ke) che č comune a tutte le lingue indoariane, l'awadhi ha una
variante lunga ~kar(a), ~keri, ~kere, esattamente come la maggioranza
dei dialetti romanė arcaici, come quelli della Macedonia, Bulgaria
(~qoro, ~qiri and ~qere), Slovacchia e Russia (~qero, ~qeri, ~qere);
forma che č stata ridotta nei dialetti sinti (~qro, ~qri, ~qre). In
pių, una recente missione svolta in certi villaggi dell'area di
Kānnaugi ha rivelato tracce d'un vocabolario inesplorato molto simile
al romanė (tikni 'piccolo', daj 'madre' [hindi 'donna'], ghoro
'brocca', larika 'giovane' [hindi larhka] ecc...). Tutto ciō
giustifica l'asserzione del professore Ian Hancock che dice che 'le
lingue pių vicine al romančs sono quelle indiane occidentali', pių
comunemente conosciute come braj e che condividono molte
caratteristiche con il kānnaugi moderno ."
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