L'origine del popolo gitano

dall'india? o erano...

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  1. ELCERDEA
     
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    Sempre dal saggio di Sándor Avraham:

    Questa diversità sociale della popolazione originale deportata si
    può considerare determinante per la sopravvivenza della lingua romanì,
    dopo circa un millennio dall'esodo. Come dimostra la sociolinguistica,
    quanto più alto è il grado di diversità sociale in una popolazione
    deportata, più fortemente e più a lungo persisteranno nel mantenere la
    loro lingua originale."

    Quest'asserzione non prova nulla, ed è alquanto discutibile dal
    momento che ci sono molti esempi del contrario: la storia dimostra che
    gli Ebrei furono portati in esilio da ogni categoria sociale, e
    persero la loro lingua in un tempo relativamente breve - un fatto
    singolare è che conservarono le diverse lingue che adottarono in
    esilio invece della propria, ad esempio, i Giudei Mizrachim parlano
    tuttóra l'assiro-aramaico; i Giudei Sefarditi parlano il ladino, una
    forma medioevale dello spagnolo che conservano dopo sei secoli dalla
    loro espulsione dalla Spagna; i Giudei Ashkenazim parlano lo yiddisch,
    ed i Rom parlano il romanì, la lingua adottata in esilio.
    Altri esempi di popoli da ogni categoria sociale deportati o emigrati
    in numero considerevole che hanno perso la loro lingua in breve tempo
    sono gli Africani dell'America, il Caribe ed il Brasile, la seconda e
    terza generazione d'Italiani in America, Argentina, Uruguay, Brasile,
    ecc., la seconda e terza generazione d'Arabi negli stessi Paesi, ecc.
    Altre comunità hanno un legame più stretto con le loro lingue, come
    gli Armeni, i Rom o i Giudei. non c'è un parametro universale come
    asserisce l'autore.

    "·L'unità geografica del luogo dal quale gli antenati dei Rom sono
    partiti è importante anche per la sorprendente coerenza dell'elemento
    indiano nella lingua romanì, perché le differenze dialettali non si
    trovano nella componente ìndica della lingua ma nel vocabolario
    formato in suolo europeo."

    Questo fattore non implica che la loro origine sia l'area indostanica.
    È vero che la lingua romanì s'è formata inizialmente in un contesto
    indoeuropeo, ma le stesse parole "indiane" sono comuni ad altre lingue
    che esistevano fuori dal subcontinente, ovvero in Mesopotamia. Le
    lingue urritiche sono l'origine più verosimile delle lingue ìndiche
    (basta ricercare negli antichi testi Mitanni per riconoscere che il
    sànscrito nacque in quella regione). Lingue collegate al sànscrito si
    parlavano in una vasta area del Medio Oriente, compresso Canaan: i
    biblici Horei (Hurriti o Urriti) abitavano nel Neghev, i Gevusei e gli
    Hivvei, due tribù urrite, nell'area di Yehudah e Galilea. I
    Nord-Israeliti sono stati inizialmente trasferiti a "Hala, Havur,
    Gozàn e nelle città dei Medi" (2Re 17:6) - quella è precisamente la
    terra degli Urriti. Dopo la caduta di Ninive sotto Babilonia, la
    maggioranza degli Urriti e parte degli esuli Israeliti emigrarono
    verso est e fondarono Khwarezm, da dove si spinsero ulteriormente e
    colonizzarono la Valle dell'Indo e l'alta Valle del Gange. È
    interessante notare che certe parole della lingua romanì sono antico
    ebraico o aramaico, parole che non potrebbero aver mai acquisito in un
    periodo successivo o nel loro passaggio attraverso il Medio Oriente
    verso l'Europa, ma solo in un'epoca remota della loro storia, prima
    del loro arrivo in India. Un termine molto importante eppure mai
    tenuto in considerazione dagli studiosi sostenitori della teoria
    dell'origine indiana è la propria denominazione etnica "Rom". Non
    esiste nessuna menzione in alcun documento sànscrito di nessun popolo
    Rom. Il significato del termine "rom" è "uomo", e c'è soltanto
    un'altra lingua in cui questa parola aveva lo stesso significato:
    l'antico egizio. Secondo la Bibbia, i Nord-Israeliti avevano delle
    differenze dialettali con i Giudei, ed erano più legati alla cultura
    egizia come anche all'ambiente cananeo
    . La religione d'Israele dopo la
    loro separazione da Yehudah richiamava quella egizia, l'adorazione del
    vitello. Quindi, non è improbabile che la parola egizia per definire
    l'uomo fosse ancora in uso nel Nord Israele, anche durante l'esilio in
    Hanigalbat e Arrapkha, e dopo.
    Tuttavia, siccome l'origine non dev'essere cercata attraverso la
    lingua, non mi dilungherò oltre su questo soggetto.

    Edited by ELCERDEA - 20/11/2009, 14:45
     
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