La figlia del sole

Racconto sardo

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  1. SaCraba
     
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    Questo racconto è tratto dal libro di Dolores Turchi "Leggende e racconti popolari della Sardegna" del 1984.L'informatrice è (era?) una signora di Orune, Francesca Ruiu Davoli,al tempo aveva 95 anni.

    La figlia del Sole


    Entro una grotta del monte di Sant'Andria abitava una fanciulla: Selena.Viveva sola e raramente vedeva delle persone.Ogni giorno arrivava una capretta che la guidava alla fonte per prendere l'acqua e le donava il suo latte;la fanciulla si cibava anche di bacche e radici d'erbe.

    La grotta ove dimorava dimorava era spaziosa,ma nera come il carbone a causa del fumo che aveva riempito di fuliggine le pareti.Selena,appena si svegliava,si affacciava all'ingresso per sapere se fuori c'era freddo o caldo e allo spuntar del sole esclamava:

    " beni bennidu su sole,
    azzudami in custa die,
    tanno ass'a biere a mie
    chi t'adoro notte e die.
    Custa cossa non mi dolet,
    bene bennidu su sole!".


    Poi,la sera,quando il sole stava per scomparire all'orizzonte,lo salutava:

    "bae in bon'ora su sole,
    bae e torratinne crassa.
    Itte risposta mi dassa?
    A nne ghettar de lentore?
    Bae in bon'ora su sole!".


    Selena stava delle ore inginocchiata o seduta davanti alla grotta a guardare il sole.Gli occhi le facevano male e un giorno si rese conto di non vedere più bene.
    Arrivò la capretta e la condusse alla fonte.La ragazza si lavò con l'acqua fresca,poi con il latte della capra,il dolore cessò.
    Un giorno passarono davanti alla sua grotta dei pastori che conducevano a valle le loro greggi e videro Selena che,inginocchiata,adorava il sole.La osservarono attentamente e si accorsero che era cieca.La portarono entro la grotta e le raccomandarono: " Non uscire di qui finchè non ti sarà tornata la vista.Tu sei cieca perchè guardi il sole ogni giorno!".
    I pastori le lasciarono un pò di provviste e le procurarono l'acqua della fonte che sanava tutte le malattie,specie gli occhi.

    Dopo alcuni mesi,finita la transumanza,ripassarono con le loro greggi davanti alla grotta e trovarono Selena guarita.
    Il pastore più vecchio,che era anche il più saggio,le chiese:" Perchè adori il sole?"
    "Perchè sono sua figlia."
    "Chi te l'ha detto?"
    " Mia madre."
    "Dove si trova tua madre?"
    "E'morta,ma prima di morire mi disse:" Tu sei figlia del sole e vieni da lontano.Non è questa la tua terra.Noi abitiamo dall'altra parte del mare,dove c'è l'acqua rossa.Quando vorrai tornare alla tua terra dovrai camminare fino alla torre di Arristannu.Più avanti troverai un albero con le foglie d'argento.Scuotilo e quello cadrà a terra.Quando lo toccherai,si farà leggero come le foglie,sospingilo verso il mare,siediti a cavallo del tronco e questo ti porterà in un paese lontano.Là troverai i Maurreddos.Durante la traversata in mare,una notte ci sarà una gran tempesta,le onde si agiteranno,ma tu non aver paura.Non dovrai voltarti nè tornare indietro.Quando toccherai terra camminerai ancora a lungo dove sta Moisè.Ascoltalo e fa ciò che ti dice...". Questo mi disse mia madre prima di morire."Il vecchio pastore l'aveva ascoltata con attenzione ed ora taceva."Da quando mia madre è morta viene questa capretta a farmi compagnia e a condurmi alla sorgente",concluse Selena.
    " Ma tu che intenzioni hai?" Vuoi restare qui o tornare alla tua terra?",chiese il vecchio.
    " Non resto più qui,ora sono diventata grande,i miei occhi sono guariti e posso partire alla ricerca di Moisè."
    Il pastore le augurò buona fortuna e si allontanò col suo gregge.
    Venne l'autunno e Selena,con un fagotto in mano,si incamminò verso Arristannu.I pastori la videro da lontano e la salutarono agitanto le braccia.

    La ragazza trovò l'albero dalle foglie d'argento,lo scosse e quello si sradicò senza difficoltà,poi divenne leggero e potè trasportarlo fino al mare.Si mise a cavalcioni del tronco e questo cominciò a navigare.
    La prima notte passò tranquilla; l'albero andava avanti da solo e Selena,distesa sopra,potè persino dormire.Ma la seconda notte infuriò la tempesta,le onde sollevavano e abbassavano il tronco,sballottando furiosamente.Selena lo teneva ben stretto,per paura di cadere in mare.

    "Non timassa..non ti ziresse..non torrese in daesecussu..." ( non temere..non voltarti..non tornare indietro...),erano le parole che la madre le aveva detto e senza timore andò avanti.

    Quasi per incanto la tempesta si placò.Dopo due settimane di viaggio,cullata dalle onde,il tronco si arenò su una spiaggia ove stavano alcuni pescatori: erano i Maurreddos.
    Selena non sapeva da quale parte dirigersi.D'improvviso vide davanti a sè la capretta e il suo cuore esultò di gioia.Camminò a lungo cercando dove c'era l'acqua rossa per trovare Moisè; andava di spiaggia in spiaggia sempre dietro la capretta.In una spiaggia vide tanti uomini che cuocevano la sabbia del mare,altrove,lungo il suo percorso,ne vide degli altri che cuocevano pietre.Queste al calore diventavano gialle,poi nere e verdastre e infine liquide; gli uomini prendevano quella poltiglia con un grosso mestolo e la mettevano in un recipiente scavato a forma di spade... ("la ghettavan chi nd'unu cuzzerone a una ispezzia de lacheddu chi it'attu tottu a ormassa de ispada").

    Quegli uomini fabbricavano armi e quando videro Selena le consigliarono di allontanarsi da quel luogo perchè dovevano fare una guerra.
    " Ma io devo trovare Moisè",replicò la ragazza.
    "Va via di qui ",disse uno di loro con voce severa, "allontanati perchè tra poco comincia la guerra con Mazzaussu!". Selena quel giorno non sostò per riposare,ma riprese subito il suo cammino verso le acque rosse e finalmente,dopo tanto vagare,trovò un vecchio con una barba bianca:era Moisè .
    "Io sono Selena,la figlia del sole", disse la ragazza al vecchio.
    L'uomo scosse la testa in atteggiamento pensoso.
    "Mia madre mi ha consigliato di venire da te e di obbedirti.Che debbo fare?"
    "Non devi più adorare il sole" ,disse Moisè, "devi obbedire alle dodici tavole della legge."
    "Non posso fare questo,io sono figlia del sole,se mio padre si accorge mi brucia!"

    "Pensaci ..pensaci...",le disse il vecchio.
    Selena esitò a lungo,infine decise di obbedire a Moisè,ma perchè il sole non lo sapesse,si fece costruire una tomba grande quanto un palazzo,si chiuse là dentro e non uscì mai più.
    La capretta scomparve perchè il suo compito era finito.

    Edited by SaCraba - 23/6/2010, 23:08
     
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  2. SaCraba
     
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    CITAZIONE
    " Tu sei figlia del sole e vieni da lontano.Non è questa la tua terra.Noi abitiamo dall'altra parte del mare,dove c'è l'acqua rossa.Quando vorrai tornare alla tua terra dovrai camminare fino alla torre di Arristannu.Più avanti troverai un albero con le foglie d'argento.Scuotilo e quello cadrà a terra.Quando lo toccherai,si farà leggero come le foglie,sospingilo verso il mare,siediti a cavallo del tronco e questo ti porterà in un paese lontano

    :cry: spero non si offenda nessuno se rubo qualcosa dai bloggers di G.F Pintore

    mi ha incuriosito la storia dell'albero dalle foglie argentate

    CITAZIONE
    maimone ha detto...

    SA PARISTORIA DE MARIA GIUSTA

    Sa paristoria est custa
    de Maria Giusta.
    Bestida 'e furesi
    a sa capida andesi,
    linna sicca a chircare,
    linna pro gaentare.
    Un ELIGHE b'agatat
    cun rattos de PRATA.
    Sa pioa prinzipiesi,
    su raju nde falesi.
    Finida sa muddina,
    s'elighe fattu a chisjna;
    s'elighe a chisjna fattu.
    Da istrale senza rattu
    nd' essit una fada
    a su corpu chi dada.
    Est COLUMBA su coro,
    pilos de oro;
    de oro fun sos pilos,
    s'ISTRALE A DUOS FILOS.
    «Anda a chircare puttu
    chi como est asciuttu.
    Su puttu 'e s'abba manna,
    né istagnale né gianna;
    né gianna né istagnale,
    bettache s'istrale».
    Imbenit cuddu puttu,
    mannu, siccu e fundutu.
    Ettadu c'at s'istrale,
    bibet senz' istagnale
    s'irmentigat 'e tottu.
    Sas dies passan a fiottu.
    Siccadu s'est su riu
    A mesu ‘e s’istiu.
    Tottu fun soffrende
    de sidis fun morzende.
    Si serat chi su fizu
    s'est falande che lizu.
    Torrat a su puttu
    inzas a fundu asciuttu.
    Asciutta s'abba manna
    né istagnale né gianna
    né gianna né istagnale
    no imbenit s'istrale
    Pustis boghe hat intesu
    boghe dae meda attesu
    «S'abba no naschet
    si sambene no paschet»
    Luego si chi ettat
    abba frisca nde brottat.
    Sa paristoria est custa
    de Maria Giusta
    pro s’abba s’est bochida
    in su puttu 'e sa capida.

    17 giugno 2010 09.24

    traduzione:

    elio ha detto...

    SA PARISTORIA DE MARIA GIUSTA

    Questa è la leggenda
    di Maria Giusta.
    Vestita d'orbace
    andò per i dirupi
    legna secca a cercare,
    legna per riscaldare.
    Un LECCIO vi trova
    con rami d'ARGENTO.
    La pioggia incominciò
    il lampo venne giù.
    Finito il lentischio
    il leccio ridotto in cenere;
    ridotto il leccio in cenere.
    Dalla scure senza manico
    viene fuori una fata
    per il colpo che ha dato.
    E' colomba il suo cuore
    d'oro i suoi capelli;
    sono d'oro i capelli,
    (la scure) è una BIPENNE.
    "Vai in cerca del pozzo
    che ora è asciutto.
    Il pozzo della grande acqua,
    non c'è boccale e porta,
    buttaci la scure".
    Trova quel pozzo,
    grande, secco e profondo.
    Vi getta la bipenne
    beve senza boccale
    e dimentica tutto.
    Passano in fretta i giorni.
    Il rivo si è seccato
    nel mezzo dell'estate.
    Ogni cosa sta soffrendo
    si muore per la sete.
    S'accorge che suo figlio
    langue come un giglio.
    Ritorna verso il pozzo
    asciutto fino in fondo.
    Asciutta la grande acqua
    ne porta ne boccale.
    Non ritrova la scure.
    Poi sente una voce
    venire da lontano
    "L'acqua non si rinnova
    se sangue non si versa"
    Subito ci si butta
    e sgorga l'acqua fresca.
    Questa è la leggenda
    di Maria Giusta
    per l'acqua si è uccisa
    nel pozzo dei diruppi.

    https://www.blogger.com/comment.g?blogID=1...180427426823022



    Edited by SaCraba - 23/6/2010, 23:09
     
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  3. SaCraba
     
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    a proposito di alberi sradicati legati ai riti agricoli pluviali :

    CITAZIONE (SaCraba @ 30/1/2010, 13:02)
    La Tuva

    Rito agrario di propiziazione nella festa di S.antonio abate.Di Felice Cherchi Paba


    La sera del 16 gennaio,vigilia della festa di S.Antonio abate,patrono in Sardegna dei pastori e degli agricoltori,nelle parrocchie delle più importanti zone nuragiche dell'Isola come l'Ocier Reale (?),Barigadu,Mandrolisai,Marghine e Barbagia,fino a Dorgali,ha luogo l'accensione della "tuva" : colossale tronco cavo di secolare quercia appositamente scelta nelle prossime montagne della parrocchia.

    La quercia viene abbattuta a colpi di scure e mai segata,e trasportata solennemente sopra un carro infiorato e trainato da tre robusti gioghi; un lungo corteo di carri e di uomini a cavallo segue l'infiorata tuva sopra la quale un tibicine suona e altri cantano festosamente tra spari,libazioni e grida di giubilo.

    Giunto il corteo davanti alla chiesa,tra le ali festose del popolo ,la tuva viene scaricata e sistemata diritta in centro al piazzale,ricoperta di fiori ed erbe aromatiche silvestri e sormontata da una croce di pervinca,timo, mirto ,rosmarino o altre piante odorose.

    Talvolta le tuve sono tre e, nel caso,vengono sistemate ritte,in linea,di fronte alla chiesa con nel mezzo la più alta che reca la croce; se sono in numero maggiore si dispongono in circolo con in centro la più alta.

    All'imbrunire il sacerdote asperge le tuve di acqua lustrale e si dà fuoco all'esca,e da quel momento ha inizio il tripudio pagano; tutta la notte,al riverbero delle alte fiamme e al suono delle antiche launeddas o più sovente all'ossessivo ritmo d'un coro polifonico,si balla intorno alla tuva fino alle ore piccole.

    Nella casa del priore della festa,del capo dei pastori,vi è tavola imbandita con cumuli di carni arrostite,verdure,formaggi,abbondanza di dolci,vini e caffè, e i commensali si avvicendano entrando e uscendo e le catene del ballo si sciolgono e si ricompongono senza soste, e si beve e si canta in tutto l'ampio piazzale.

    Il ballo che si faceva in passato intorno alla tuva,detto " bìcchiri" ,muoveva,come tutti i balli sardi,da destra a sinistra,da prima lentamente con passo quasi zoppicante,in due tempi,e ricordava il ballo descrittoci da Eliodoro ( Aitiopika) che facevano i sacerdoti fenici intorno all'altare di Baal; poi il ballo prendeva un ritmo saltellante,con moto rotante.

    Finito il ballo,a notte alta o alle prime ore del mattino ,restavano intorno alla tuva cantori e poeti estemporanei,coristi e bevitori che si intrattengono fino alle prime luci dell'alba,accaldati dal vino e dalle gigantesche fiamme alimentate nel cavo tronco,dall'immissione dei grossi rami della stessa quercia.

    Di primo mattino,giorno della festa,le donne escono di casa con palette e recipienti per prendere le brage della tuva con le quali si riaccende tradizionalmente il focolare domestico.

    La tuva viene lasciata ardere fino alla completa combustione,per due o tre giorni ,durante i quali in passato i pastori e gli agricoltori raccoglievano le ceneri (specie a Paulilatino,che è centro nuragico importante nell'Isola) per spargere nei pascoli,negli orti e nei seminati al fine di propiziare i raccolti e distruggere gli insetti dannosi alle colture...


    continua....

    http://shardanapopolidelmare.forumcommunit...=34389021&st=15



    CITAZIONE
    Il ballo che si faceva in passato intorno alla tuva,detto " bìcchiri" ,muoveva,come tutti i balli sardi,da destra a sinistra,da prima lentamente con passo quasi zoppicante,in due tempi,e ricordava il ballo descrittoci da Eliodoro ( Aitiopika)

    CITAZIONE
    "Su bìcchiri "

    Etimologia da Salvatore Dedola

    www.mamoiada.org/_pdf/Dedola2007.pdf

     
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  4. ARRUIASA DE GHENTIANA
     
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  5. Raichinas
     
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    Bellissima leggenda grazie saCraba per averla postata.Leggendo non ho potuto fare a meno di pensare che questa sia una riminescenza dei culti precristiani sardi.La bellissima preghiera al sole ,l' acqua della fonte(sacra?) usata per guarire.Inoltre mi piace tantissimo la metafora nella fine quando la ''sacerdotessa del sole'' abbandonando il suo culto per seguire la religione di moise(Cristianesimo?) abbia abbandonato la luce per entrare in una tomba oscura.
     
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  6. SaCraba
     
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    ^_^ sono contenta che ti sia piaciuta!

    Quando facevo il catechismo per la prima comunione,una suora del nuorese,probabilmente di Fonni,me la raccontò,non ricordo i particolari delle armi e della guerra,ne del viaggio..

    E' curioso il particolare dell'imbarco ad Aristannu su un tronco di albero sradicato (da Tharros?),mi incuriosisce anche il nome del popolo dei "Mazzaussu".. chissà chi erano...
     
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  7. Raichinas
     
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    Ma '' Mazzaussu '' sicuramente è la traduzione in sardo del nome di qualche popolo presente nella bibbia.Infatti questa leggenda, probabilmente nata nel periodo giudicale,serviva a catechizzare le genti sarde utilizzando simboli sia della tradizione sarda(albero sradicato) che biblici(moise e la terra santa), senza dimenticare i nemici dell' epoca i ''maureddinos''.
     
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  8. ARRUIASA DE GHENTIANA
     
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    CITAZIONE (Raichinas @ 24/6/2010, 18:18)
    Ma '' Mazzaussu '' sicuramente è la traduzione in sardo del nome di qualche popolo presente nella bibbia.

    Mazzaussu = Emmaus :huh: ?
     
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  9. Raichinas
     
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    Nel web ho trovato questa ricorrenza del giorno del lunedì dell'angelo,si svolge in un paese delle marche e si chiama ''Mammaussu'' .Nell' articolo si spiega che il termine è la storpiatura del nome biblico della città di Emmaus ,dove Gesù apparve ai discepoli. :o:
    Può darsi che una cosa simile sia accaduta in sardegna.
    www.informazione.tv/news.asp?id=7935
     
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  10. SaCraba
     
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    qui si parla di una battaglia contro Gorgia

    Emmaus

    1. Un villaggio a 12 chilometri da Gerusalemme, dove andavano Cleopa ed un altro discepolo quando Gesù risorto apparve loro Lu 24:13. Il luogo non può essere identificato con certezza.

    2. Un villaggio, attualmente chiamato Amuas, a 30 chilometri ad ovest di Gerusalemme. Nel 165 a.C. Giuda (14) Maccabeo sconfisse l'esercito di Gorgia vicino a questo villaggio 1Macc 3:40,57; 4:3. Cinque anni più tardi fu fortificata da Bacchide 1Macc 9:50.

    www.laparola.net/nomi/nomi.php?nome=Emmaus

    chi vuole può leggersi questi passi della Bibbia.. -_- io non posso..non vorrei correre il rischio di farmi suora

    www.maranatha.it/Bibbia/2-LibriStorici/21-2MaccabeiPage.htm
     
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  11. Raichinas
     
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    :lol: Lascio perdere anche io... in fondo la pasquetta è più interessante per altri motivi. :beoni:
     
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  12. SaCraba
     
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    e se "Mazzeussu " sia il ricordo del nome del persiano Mazaeus? :wacko: :wacko: :wacko:


    CITAZIONE
    Quasi per incanto la tempesta si placò.Dopo due settimane di viaggio,cullata dalle onde,il tronco si arenò su una spiaggia ove stavano alcuni pescatori: erano i Maurreddos.
    Selena non sapeva da quale parte dirigersi.D'improvviso vide davanti a sè la capretta e il suo cuore esultò di gioia.Camminò a lungo cercando dove c'era l'acqua rossa per trovare Moisè; andava di spiaggia in spiaggia sempre dietro la capretta.In una spiaggia vide tanti uomini che cuocevano la sabbia del mare,altrove,lungo il suo percorso,ne vide degli altri che cuocevano pietre.Queste al calore diventavano gialle,poi nere e verdastre e infine liquide; gli uomini prendevano quella poltiglia con un grosso mestolo e la mettevano in un recipiente scavato a forma di spade... ("la ghettavan chi nd'unu cuzzerone a una ispezzia de lacheddu chi it'attu tottu a ormassa de ispada").

    Quegli uomini fabbricavano armi e quando videro Selena le consigliarono di allontanarsi da quel luogo perchè dovevano fare una guerra.
    " Ma io devo trovare Moisè",replicò la ragazza.
    "Va via di qui ",disse uno di loro con voce severa, "allontanati perchè tra poco comincia la guerra con Mazzaussu!".

    CITAZIONE

    Mazaeus


    Mazaeus (c.385-328): Persian nobleman, played an important role during the conquest of the Achaemenid empire by the Macedonian king Alexander the Great.
    Mazaeus first known office is that of satrap of Cilicia, where he may have been appointed as early as 361; coins prove that later, the region known as Abar naharâ ('Across the river' - modern Syria, Lebanon and Israel) was added to Mazaeus' territories. As satrap, he fought against the Phoenicians of Sidon, who had revolted and were supported by the pharaoh of Egypt, Nectanebo II, and 4,000 mercenaries commanded by the Greek commander Mentor of Rhodes. The coins with the Aramaean legend Mazdaï all belong to these years.(.....)

    www.livius.org/man-md/mazaeus/mazaeus.htm

    -_- aspetto fiduciosa un esperto che faccia luce su questo mistero...
     
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  13. Dindimene
     
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    E se Mazze-ussu fosse... M(o)sè-(i)sso...allora potremmo tradurre con "Il popolo di Mosè" o, retrocedendo ancora più indietro nel tempo eroico, con "Il fiume Mosè" o "Il Rosso (fiume) Mosè"!
     
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  14. shardar
     
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    Troppe ipotesi. Secondo me non s sapra' mai la vera interpretazione!!
     
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  15. Dindimene
     
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    "Troppe ipotesi. Secondo me non s sapra' mai la vera interpretazione!!"
    Per risalire alle origini degli eventi o dei contesti che li hanno generati è più semplice muoversi dai tempi del mito eroico (e retrocedere) che non appoggiarsi alla storia celebrata dove, con maggior fatica, occorre muoversi tra mistificazioni, manipolazioni, ostentazioni e millanterie vari. Smontare la storia per ricostruirne la verità è un'operazione da titani coraggiosi…
     
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16 replies since 11/6/2010, 15:34   1297 views
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