I nuragici? Marinai provetti Ricostruiremo una loro nave»

in primavera salperà verso Creta.

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  1. .machiavelli.
     
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    Dall'Unione sarda di oggi:


    Una nave nuragica fa rotta nel Mediterraneo
    È la spedizione Nur a bordo di un'imbarcazione ricostruita con tecniche e materiali dell'Età del Bronzo
    Giovedì 04 giugno 2009
    Vedi le foto Vedi le altre fotoVedi le altre foto O ltre le colonne del tempo. Là, dove tacciono i rumori della civiltà moderna per lasciare spazio all'antica voce del vento e del mare.
    Sarà una spedizione attraverso il passato, ripercorrendo le rotte della misteriosa gente dei nuraghi, quella che partirà dalle coste della Sardegna per raggiungere le acque dell'Oriente, sino ai confini turchi, a bordo di una grossa imbarcazione in legno, monoalbero, lunga circa 13 metri. Una nave nuragica, con timoni laterali, nel pieno rispetto dei materiali e delle tecniche conosciute degli antichi uomini delle torri di pietra. E Nur, (radice della parola nuraghe, fonema di origine sumera che significa “luce”) sarà il suo nome.
    La sfida è ambiziosa e affascinante: dimostrare al mondo come i nostri avi, pastori-re, guerrieri, mercanti, che hanno abitato l'isola dal 1800 avanti Cristo, non solo conoscevano la navigazione sotto costa, non solo sapevano di cime e fasciami, ma erano esperti navigatori. La civiltà nuragica, nel cuore del Mediterraneo, non poteva non conoscere la lettura degli astri e le grandi correnti mediterranee. E soprattutto possedeva i segreti per addomesticare i forti venti che soffiano dai quadranti dove la costa è solo un ricordo.
    Il progetto che sarà presentato nei prossimi giorni a Sassari nasce da un misto di passione e coraggio di un gruppo di ricercatori, archeologi, storici, subacquei ed esperti di navigazione, coordinati dal naturalista Roberto Barbieri, di Alghero. «Si tratta di una sfida dai numerosi risvolti, scientifici e archeologici, innanzitutto. Ma non solo», spiega Barbieri, che nel 1998 partecipò come skipper a una spedizione simile. «Allora venne ricostruita una nave neolitica in canne, Abora I, e successivamente Abora II, abbastanza vicina ai fassonis che si trovano ancora nell'Oristanese. Oggi», continua «con la Spedizione Nur, vogliamo dimostrare come i sardi dell'Età del Bronzo conoscessero bene la navigazione». E alla base del progetto anche l'obiettivo di promuovere l'immagine della Sardegna e delle produzioni tipiche dell'Isola nelle varie località dove si farà tappa. Dalla nave nuragica partirà un messaggio di pace e di amicizia rivolto a tutte le popolazioni del Mediterraneo. «Il simbolo della spedizione sarà un bronzetto che raffigura il capo-tribù che saluta in segno di pace».
    Giampiero Pianu, archeologo dell'università di Sassari, è il referente scientifico: «Con la ricostruzione filologicamente corretta di una nave nuragica, si vuole porre l'accento su un problema spesso sottovalutato: quello appunto della navigazione nuragica». Come erano quelle imbarcazioni è difficile dirlo. «Possiamo solo appoggiarci ai modellini in bronzo che ci sono pervenuti, con tutti i problemi che presenta questa operazione: sono molto più piccoli degli originali; sono oggetti votivi e quindi più legati all'aspetto ideale che non alla esattezza dei dettagli; sono di cronologia discussa e controversa. Tuttavia», continua l'archeologo, «proprio l'esistenza di questi modellini ci rende certi che esisteva nelle genti nuragiche l'idea dell'imbarcazione che solca i mari». Nur non sarà la copia di un bronzetto specifico: «Si prenderanno in esame tutti i bronzetti e gli altri oggetti utili per effettuare la costruzione di una potenziale “imbarcazione nuragica”. In questo senso sarà anche importante l'aspetto della ricerca scientifica che speriamo possa sfociare in una pubblicazione che contenga i dati relativi ai problemi che vogliamo affrontare con questa impresa», aggiunge Pianu. Il docente conferma come le popolazioni della Sardegna, «fin da epoche antiche, come l'età Neolitica, fase prenuragica, erano perfettamente inserite nei circuiti commerciali nel Mediterraneo. E non poteva essere diversamente in epoca nuragica, ovvero quasi otto secoli di storia in cui naturalmente le cose non sono state sempre uguali».
    Nel gruppo anche le archeologhe Maria Grazia Melis e Anna Depalmas dell'Università di Sassari e Gabriella Gasperetti, Soprintendenza archeologica Sassari e Nuoro. Inoltre Eugenio Muroni, Antiquarium Porto Torres, e Vincenzo Piras, esperto subacqueo di Bosa e autore di numerosi volumi.
    Per la realizzazione della nave saranno utilizzati legni sardi come leccio, roverella e pino d'Aleppo, forniti dall'Ente foreste. Un lavoro, tra le altre cose, seguito direttamente dall'Accademia dei Nuraghi che ha sede a Tortolì e dal suo presidente Giuliano Frau.
    A modellare e scolpire ordinate, fasciame, tenute e mortase, sarà uno degli ultimi maestri d'ascia algheresi, Vittorio Cacciotto. La nave sarà realizzata in un capannone della Comunità Primavera a San Francesco, nella periferia di Sassari.
    Ancora Barbieri: «Tutte le fasi di costruzione potranno essere viste da studenti, scolaresche e da chiunque fosse interessato». A maggio prossimo, questa è la previsione, il varo dalla rada di Alghero, a Cala del Vino. Tre mesi di navigazione attraversando lo stretto di Sicilia, per toccare Malta, Creta sino a raggiungere le Isole Sporadi, il mare Egeo e poi fare nuovamente rotta verso la Sardegna dopo aver solcato lo stretto di Messina. La spedizione Nur sarà sovvenzionata dalla Camera di commercio di Sassari e dall'assessorato regionale al Turismo, in campo potranno esserci anche Fondazioni, enti e sponsor privati.
    Un viaggio nel mito, diremmo oggi, proprio come, già alla fine degli anni Quaranta, fece l'esploratore norvegese Thor Heyerdahl che con il “Kon Tiki” prima e con il “RA I” e “RA II” negli anni successivi, attraversò il Pacifico dalle coste del Perù sino alle isole della Polinesia.
    E così anche Nur dovrà doppiare il rischioso stargate del sapere per riportare in un giusto contesto «il ruolo dei nuragici nel mondo antico. Che non può essere ridotto a quello di popolo chiuso dentro le sue torri», per dirla con le parole dell'archeologo Pianu.
     
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3 replies since 2/6/2009, 09:42   603 views
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