Leggende Sarde

indagine sulle antiche credenze pagane sarde oscurate dal Cristianesimo

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  1. suonosardo
     
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    Anche Bidonì possiede la sua storia di un tesoro nascosto, nelle viscere della collina di Onnarìu, sede del "templum lovis". su scusorzu (il tesoro) era contenuto in un grande paiolo di rame (labìa) ma non fu possibile recuperarlo da parte dei legittimi proprietari del terreno. Solo un povero sembrò capace di realizzare l'impresa, ma l'ira dei proprietari fece precipitare di nuovo il tesoro nelle profondità del monte.
    Finalmente nel mondo delle credenze popolari c'è in agguato la morte, che può essere provocata o agevolata dalle streghe. C'è un misterioso personaggio femminile, diffuso ampiamente in Sardegna, da Ulassai a Ottana, detto sa Filonzana, che ad onta del suo ruolo nei carnevali sardi, rapresenta una parca intenta a tagliare il filo della vita. Lo studio che ad essa ha dedicato L. Orrù la descrive come< una donna vestita a lutto, gobba e rugosa, che procede zoppicando, in silenzio, mostrando interesse soltanto per il fuso e la canocchia che tiene in mano e con cui finge di filare in continuazione>. Il museo della Vita e delle tradizioni popolari sarde di Nuoro nella rapresentazione del carnevale di Ottano ha inserito anche i Merdules i contadini bovari, la funerea filonzana, vestita < di lungo grembiule nero, gambali e scarponi di cuoio, fazzoletto e rozzo scialle nero di lana...nelle mani stringe un paio di forbici per tosare le pecore e una rocca da cui pende un filo di lana>. Quando arriva la morte, allora si sente "su carru 'e sos mortos" (il carro dei morti). Ha notato Gino Bottiglioni < nella maggior parte dei casi, il preavviso di morte viene dato da un misterioso carro pieno di spiriti d'oltretomba il quale si ferma vicino alla porta di chi ha ancora pochi istanti di vita...esce a mezzanotte e senza essere tirato da nessuno, procede pesantemente, con un gran fracasso che però è avvertito soltanto dai parenti e amici dell'agonizzante, in ultimo si trasforma in un gran fuoco, attorno al quale riddano i folletti>. G.Bottiglioni, leggende e tradizioni di Sardegna
     
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  2. suonosardo
     
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    Nell'età contemporanea in Sardegna streghe e affini non sembrano essere scomparsi. Sopravvivono a livello di tradizioni popolari elementi dell'immaginario sardo relativi agli esseri fantastici. Uno dei più rilevanti è senza dubbio "su surtore" (noto anche al femminile "sa surtora")attestato anche a Bidonì. Su surtore era un uomo bestia, come un "broccu" un maiale, temuto dalle mamme de "sos pippios pittios", dei bambini piccoli, poichè aveva il potere di trasformarsi in un esserino minuto,minuto, passare attraverso la toppa della chiave per entrare nella stanza dei neonati e suggere tutto il loro sangue. Contro su surtòre (e contro gli altri esseri fantastici maligni e le streghe) erano efficaci gli oggetti benedetti, ma anche i fucili o arnesi vari, come sa cavana, la roncola, sa pudatza, il falcetto, sa frocidda de linna, il forcone di legno, su trebutzu,il forcone a quattro o sei rebbie di ferro, su frucconi, l'attizzatoio in legno, su trebini mannu e su trebineddu, i treppiedi in ferro per abbrustolire o arrostire nel caminetto, rigorosamente disposti con i piedi all'insù, is iskidonis, gli spiedi e in genere gli oggetti a punta ed infine is iskovas, le scope che catalizzavano magneticamente gli sguardi degli esseri fantastici costringendoli ad arrestarsi. A volte su surtòre si avventava sulle partorienti, ma si racconta, una volta ebbe la peggio. Unu mere, un padrone, possedeva, numerosi theraccos, servi, uno dei quali aveva sa mulleri in partu, la moglie partoriente. Una notte quel theraccu sentì su mere pronunziare l'ambigua cantilena: mes'ora andare, mes'ora a bennere (una mezzora a andare, una mezzora a ritornare), e comprese che su mere si stava trasformando in surtòre. Allora su theraccu corse come un forsennato per raggiungere casa propria, dicendo tra sè e sè: quartu andare, quartu a bennere (un quarto d'ora a andare, un quarto d'ora a ritornare), e riuscÌ a coricarsi accanto alla moglie. Ed ecco arrivare su mere surtòre, assetato del sangue della sposa del servo, ma quando su surtòre si chinò per abbeverarsi del sangue della donna, su theraccu gli morse il pollice con i denti e glielo mozzò, costringendo alla fuga il dolorante surtòre. Questo contu sul surtore consente di connettere il temibile personaggio fantastico alla serie di vampiri della tradizione sarda, ed in particolare a quell'oscuro personaggio femminile che è la sùrbile o la coga, specializzata nel succhiare il sangue. Altro personaggio tenebroso della tradizione sarda il compagno delle streghe, il diavolo chiamato con molti nomi, tra cui èstiu, eremigu, duengu, bruttu, forasdenosu, beccu, ainu orriadore (asino che manda grida bestiali) ingannadori (......)

    Da majarza
    di Annarita Agus e Raimondo Zucca

    Edited by dedalonur9 - 6/10/2009, 10:15
     
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  3. stramaioni
     
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    CITAZIONE (SaCraba @ 27/9/2009, 10:40)
    leggenda di Senorbì:

    (...)Legata all'origine del nome di Senorbì, è raccontata un'antica leggenda. Si narra che vi fosse una fitta foresta abitata dai cinghiali. Un giorno, un popolo di splendide fanciulle e uomini fortissimi giunse nella foresta, disboscandola e uccidendo i cinghiali. Gli uomini costruirono al posto della foresta un villaggio che chiamarono Senorbì, dal nome sardo del cinghiale (sirboni). Il re andò a vivere, insieme ai cortigiani, nel colle di Simieri mentre il popolo costruì delle capanne a valle, proprio dove oggi sorge il centro abitato. Il sovrano, che abitava nel nuraghe di Simieri, si invaghì di una delle belle fanciulle del popolo, e fece costruire per lei un magnifico telaio d'oro. Il suo amore però non fu mai corrisposto e il re impazzì per il dolore, distruggendo la sua reggia e ammazzando i cortigiani.
    Il telaio rimase sepolto sotto le macerie del nuraghe, ma ancora oggi a mezzogiorno nelle giornate d'estate si può sentire il rumore del telaio e il canto delle cortigiane del re.

    http://www.comunas.it/j/v/420?s=5&v=9&c=20...=10&c1=1960&t=1

    ps:L'origine del nome "Senorbì" è soggetto a diverse interpretazioni. Secondo alcuni avrebbe una derivazione latina, dall'unione dei termini "Sin" (dea luna) e "Orbis" (disco), con il significato di "disco della luna". Un'altra interpretazione, fa risalire il nome del paese alla parola sarda "sirboni" che significa cinghiale, animale che popola in maniera massiccia le campagne della Trexenta. Ancora, lo si farebbe derivare dalla voce fenicia "Scen", con il significato di cresta montuosa dentellata.



    ^_^ questa leggenda mi ricorda quella del Castel Medusa di Asuni e del nuraghe Nolza di Meana Sardo

    SENORBI' :
    Sito di passaggio della via di transumanza dalla Barbagia di belvi' al Campidano , Ci autorizza a comparare l' akadiko senu=greggi-pecore + l' Assiro Urbu=afflusso ,affluire che composto direbbe sito di affluenza delle greggi.
    :salute:


    [QUOTE=suonosardo,1/10/2009, 16:32]

    C'è un misterioso personaggio femminile, diffuso ampiamente in Sardegna, da Ulassai a Ottana, detto sa Filonzana, che ad onta del suo ruolo nei carnevali sardi, rapresenta una parca intenta a tagliare il filo della vita.

    Il termine piu' arcaico in sardegna per indicare " sa filonzana" e' Sa Grastula, termine ancora in uso a Gadoni e utilizzato per indicare nel rito dionisiaco del Carrasegare "carnevale" colei che dispensa la vita o la morte .


    Dolores Turchi.
     
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  4. suonosardo
     
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    La Reula ( processione di spiriti penitenti )

    Le anime dei morti inumati " illa losa, illu ghjappittu" (1) o nel cimitero, durante la notte andavano in giro per fare penitenza. Ogni componente di "la reula" vestiva, secondo la credenza popolare, un lungo camice bianco ( forse " l'abitu " col quale era stato inumato); queste anime quando vagavano per il paese, tenevano in mano un cero acceso. La sortita non poteva avvenire prima della mezzanote e il rientro non dopo il terzo canto del gallo (l'alba). Se li si incontrava lungo una strada in salita e tra loro vi era lo spirito di un vivente, era segno della morte di questi entro l'anno; se diversamente l'incontro avveniva lungo una strada in discesa, il vivente la cui anima vagava con tale compagnìa, se la sarebbe cavata con una lunga malattia. Se in mezzo ad essa vi era lo spirito di un parente stretto o di un compare di battesimo morto la "reula" non faceva alcun male a chi la incontrava. Anzi, qualche volta, lo stesso morto avvertiva il parente o il compare di un imminente disgrazia, che si poteva evitare con una offerta alla chiesetta del luogo o una elemosina ai poveri. di tutta la schiera dei morti, il più terribile era l'ultimo della fila, che non riusciva mai a raggiungere gli altri perchè zoppo ( lu zoppu di la reula), e così correva sempre il rischio di non poter completare la sua parte di penitenza, perciò di non poter rientrare prima del terzo canto del gallo. Perchè la "reula" non facesse del male ( in genere il malcapitato che la incontrava, nella più favorevole delle ipotesi, era picchiato a sangue e i lividi erano detti "li pizzichi di li molti" ), chi aveva la sfortuna di fare tale incontro doveva mettersi da parte, consigliato dallo spirito del parente o del compare, sul ciglio della strada, possibilmente a monte e sopravento, per non sentire il lezzo dei morti, così difficilmente si sarebbero accorti della sua presenza; infine doveva inginocchiarsi, segnarsi e iniziare " a di li dodici parauli" ( recitare i 12 scongiuri ) a voce bassa, facendo la massima attenzione a non sbagliare, specie nell'inversione dei numeri, perchè l'eventuale errore irritava i morti, particolarmente "lu zoppu". In caso di errore si doveva iniziare la recita daccapo. Per alcuni la "reula" era composta da un gruppo di dodici spiriti maligni che andavano in giro nottetempo urlando per le vie del paese e recando guai a chi la incontrava. Infine tali spiriti potevano prendere forma di animali: vacche, cani, gatti ecc.
    Lo spirito di ogni persona, un anno prima che questa muoia, si unisce a "la reula", e di notte va in giro con questa per fare penitenza.
    (1) "la losa" Piccolo vano, specie di cripta al centro e sotto il pavimento di tutte le chiese.
    Da magia e superstizione nella bassa Gallura di Nicolino Cucciari
     
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  5. dedalonur9
     
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    provo un attimo a contribuire con una piccola osservazione:

    Ho da poco letto in un libro che per aiutare le partorienti a generare un uomo le si mandava alla messa del 25 dicembre. Essi impetravano non ricordo bene chi, (se la Madonna o Dio) di generare un uomo.

    Alla base di questa credenza vi è l'ulteriore credenza che le donne possano partorire un Mostro un uomo metà uomo e metà animale. Combinata alle leggende sulla Surbile e sul Surtone credo che queste credenze rimandino ad un sostrato religioso più antico del Cristianesimo nel quale, era invalsa la credenza in esseri mostruosi che potessero essere generati dalle donne.

    a rafforzare questa ipotesi v'è anche la data della messa notturna il 25 dicembre coincidente con il solstizio invernale. Nel libro di cui parlavo si ammetteva questa data come prova dela non-cristianità della credenza.

    io invece volevo riportare qui la leggenda propostaci dall'utente Melqart e chiedervi se ne conoscevate di analoghe:

    CITAZIONE
    CITAZIONE
    si trasformano in altri esseri,viaggiano nel tempo e negli inferi

    CITAZIONE
    le grotte, i pozzi sono tutti sia simbolici che realmente porte per viaggiare...

    Io conosco una leggenda in tal senso...le Janas videro un uomo davanti ad una grotta, gli offrirono dell'uva (in un periodo diverso da quello in cui l'uva era presente)...lo invitarono ad entrare per rifocillarlo, all'interno vi era ogni tipo di cibarie, donne bellissime...ogni volta che lui voleva uscire gli veniva chiesto di rimanere ancora un pò...alla fine uscì...sembrava non fosse cambiato niente...ma non riusciva a riconoscere nessuno e nessuno era in grado di riconoscere lui...quello che aveva lasciato fuori non esisteva più...chiese ad un passante la ragione di tante stranezze dicendo chi lui fosse...l'altro gli rispose che era impossibile che fosse la persona che andava dicendo perchè l'uomo che portava quel nome era scomparso oltre 50 anni prima.
    Quella che gli era parsa una mattina era stato in realtà mezzo secolo...
    alle janas sono quindi legati eventi relativi al passaggio tra due mondi e al controllo del tempo...per lo meno per quanto questa leggenda dice...

    http://shardanapopolidelmare.forumcommunit...=13315284&st=15

    grazie suonosardo per il tuo contributo. io cercherò se posso di convogliare in questo 3d i rimandi alle leggende sparsi un po da per tutto in questo forum... ;)
     
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  6. suonosardo
     
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    O.K. Dedao ;)
    (....) Allo sciagurato che si imbatteva nei morti o nella "frina mala" e ne provava tale spavento da averne la lingua paralizzata si tagliavano in croce quattro ciocche di capelli: una dalla nuca, una dalla fronte, una dalla tempia destra e una dalla tempia sinistra. Poi spostata la brace e pulito un tratto del focolare, si mettevano i capelli così tagliati; appena questi erano inceneriti, se ne prendeva un pizzico che si lasciava cadere dentro un bicchiere d'acqua offerta a bere alla stessa persona ammutolita. Subito questa riacquistava calma e parola e poteva raccontare la sua brutta avventura. Si racconta di un certo Nicola Pitzoi, commerciante di bestiame, che traversando sul tardi lo stazzo Ussaglia, fu pregato dal padrone di rimanere a cena e passarvi la notte. Il Pitzoi accettato l'invito chiese, però per dormire una "strapunta" (un materassino) su un "bancu" (bancone che faceva anche da sedile) perchè avendo lasciato a casa una figlia malata, all'alba desiderava partire, senza disturbare nessuno. Spento il lume, quando cominciava a prender sonno, si sentì tirare le scoperte e scoprire. Così varie volte. Non potendo dormire perchè chi lo scopriva erano i morti, si alzò, sellò il cavallo e partì. Giacchè la strada per rientrare al suo stazzo, in Cugnana, passava tra la vecchia chiesetta di San Pantaleo e il cimitero arrivato alla chiesetta fu circondato dalla "Reula". Il cavallo anche se molto bizzoso, afferrato dai morti "da lu brancu di la bridda" - la parte della briglia sotto il mento del cavallo - si lasciò dolcilmente trascinare verso il cimitero. L'uomo vistosi perduto, iniziata la recita " di li dodici parauli" spronò il cavallo che partì in gran corsa, con i morti appresso. Arrivato ad un ruscello in secca, riconobbe tra i morti che lo inseguivano un suo compare di battesimo. Finalmente il cavallo nella sua corsa, riuscì ad arrivare a " la 'ena di Sant'andria" - il torrente Sant'Andria - dove c'era ancora dell'acqua e dove i morti si fermavano perchè non potevano, nella maniera più assoluta, "gjumpà" saltare un corso d'acqua. Quì il Pitzoi sentì uno dei suoi inseguitori dire " Lachemul'andà, è ambaratu in casa palchi ha una stedda malata" (lasciamolo andare,è atteso in casa perchè ha una bambina malata.). Nonostante fosse un uomo molto coraggioso, ormai fuori di sè dallo spavento, si accasciò sul cavallo che, conoscendo la strada, riportò il padrone alla casa del cognato, in Milmeggiu. Toccò allo stesso cognato e alla sorella aiutarlo a scendere da cavallo, poi, viste le sue condizioni, gli vennero tagliate in croce quattro ciocche di capelli, questi bruciati gli si fece bere la cenere disciolta nell'acqua. Appena bevuta la "pozione" si ripigliò e raccontò quanto gli era successso.
     
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  7. dedalonur9
     
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    ciao caro suonosardo.
    conosci per caso leggende simili a quella riportata da me sopra? ti offro in cambio una notte d'amore con una delle donne del Forum...a tua scelta. Non farti problemi fan tutto quello che io gli dico di fare.
    :shifty: :shifty:
     
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    STUDIOSO DEI POPOLI DEL MARE

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    CITAZIONE (dedalonur9 @ 9/10/2009, 13:54)
    ciao caro suonosardo.
    conosci per caso leggende simili a quella riportata da me sopra? ti offro in cambio una notte d'amore con una delle donne del Forum...a tua scelta. Non farti problemi fan tutto quello che io gli dico di fare.
    :shifty: :shifty:

    Io conoscevo UNA suonosardo in altro blog... :rolleyes: :o: :rolleyes: Altra persona?
     
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  9. suonosardo
     
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    x Leo, ti posso solo dire che questo è l'unico forum al quale sono iscritto e, che sono un maschietto -_-



    " Li dodici parauli" come le ha composte san Martino. ( i numéri a sinistra sono le domande del diavolo seguite dalle risposte di san Martino).

    In nommu di lu Babbu, di lu Fiddolu e di lu Spiritu Santu, amèn.

    Ora,
    lu ch'e drentu no è fora.
    Santu Maltinu di paràula bonu:
    - m'aèti a dì cantu seti? -
    Unu. Unu è Deu e supra Iddu no v'è nisciunu,
    Cando falèsi Gjesù Cristu, a pèdi, pal mari e pal tarra a
    Gjerusalè,
    In nommu di lu Babbu, di lu Fiddolu e di lu Spiritu Santu,
    amèn.
    Ora;
    lu ch'è in drentu no è fora.
    Santu Maltinu di paràula bonu:
    - m'aèti dì cantu sèti? -
    Dui. Dui, sò li tàuli di Moisè;
    unu è Deu e supra Iddu no v'è nisciunu.
    Candu falesi Gjèsù Cristu, a pèdi, pal tarra e pal mari a
    Gjerusalè,
    in nommu di lu Babbu ecc.

    Ora,
    lu ch'è drentu no è fora.
    Santu Maltinu di paràula bonu:
    - m'aèti a dì cantu seti? -
    Tre. Tre, sò li tre Marii;
    dui sò li dui tàuli di Moisè:
    unu è Deu e supra Iddu nun v'è nisciunu.
    Candu falesi ecc.
    In nommu di lu Babbu, ecc.

    Ora,
    lu ch'è drentu no è fora.
    Santu Maltinu de paràula bonu:
    - m'aèti a dì cantu seti? -
    Cattru. Cattru, sò li cattru evangelisti;
    tre, sò li tre Marii;
    dui sò li dui tàuli di Moisè;
    unu è Deu e subra Iddu nun v'è nisciunu
    Candu falesi ecc.
    In nommu di lu Babbu, ecc.

    Ora,
    lu ch'è in drentu no è fora.
    Santu Maltinu di paràula bonu:
    - m'aèti a dì cantu seti?
    Cincu. Cincu, sò li cincu piai;
    cattru, sò li cattru evangelisti;
    tre sò li tre Marii;
    dui, sò li dui tàuli di Moisè;
    unu è Deu e supra Iddu nun v'è nisciunu.
    Candu falesi ecc.
    In nommu di lu Babbu ecc.


    Ora,
    lu ch'è drentu no è fora.
    Santu Maltinu di paràula bonu:
    - m'aèti a dì cantu seti?
    Sei. Sei, sò li candeli allutti di l'altari;
    cincu, sò li cincu piài;
    cattru, sò li cattru evangelisti;
    tre sò li tre Marii;
    dui sò li tàuli di Moisè;
    unu è Deu e supra Iddu nun v'è nisciunu.
    Candu falesi ecc.
    In nommu di lu Babbu ecc.

    Ora,
    lu ch'è drentu no è fora.
    Santu Maltinu di paràula bonu:
    - m'aèti a dì cantu seti? -
    Setti. Setti, sò li setti dulori;
    sei, sò li sei candeli allutti di l'altari;
    cincu, sò li cincu piài;
    cattru, sò li cattru evangelisti;
    tre sò li tre Marii;
    dui, sò li tàuli di Moisè;
    unu, è Deu e supra Iddu nun v'è nisciunu;
    Candu falesi ecc.
    In nommu di lu Babbu ecc.

    Ora,
    lu ch'è drentu no è fora.
    Santu Maltinu de paràula bonu:
    - m'aèti a dì cantu seti? -
    Ottu. Ottu, sò li ottu doni;
    setti sò li setti dulori;
    sei, sò li candeli allutti di l'altari;
    cincu, sò li cincu piài;
    cattru, sò li cattru evangelisti;
    tre, sò li tre Marii;
    dui, sò li tàuli di Moisè;
    unu, unu è Deu e supra Illu nun v'è nisciunu.
    Cando falèsi ecc.
    In nommu di lu Babbu ecc.

    Ora,
    lu ch'è drentu no è fora.
    Santu Maltinu de paràula bonu:
    - m'aèti a dì cantu seti? -
    Noi. Noi, sò li cori de l'agnuli;
    ottu, sò l'ottu doni;
    setti, sò li setti dulori;
    sei, sò li candeli allutti di l'altari;
    cincu, sò li cincu piài;
    cattru, sò li cattru evangelisti;
    tre, sò li tre Marii;
    dui, sò li dui tauli di Moisè;
    unu è Deu e supra iddu nun v'è nisciunu;
    Candu falèsi ecc.
    In nommu di lu Babbu ecc.

    Ora,
    lu ch'è drentu no è fora.
    Santu Maltinu de paràula bonu:
    - m'aèti a dì cantu seti? -
    Deci. Deci, sò li deci comandamenti;
    noi, sò li noi cori di l'agnulli;
    ottu, sò l'ottu doni;
    setti, sò li setti dulori;
    sei, sò li sei candeli allutti di l'altari;
    cincu, sò li cincu piài;
    cattru, sò li cattru evangelisti;
    tre, sò li tre Marii;
    dui, sò li dui tàuli di Moisè;
    unu è Deu e supra Iddu nun v'è nisciunu.
    Candu falesi ecc.
    In nommu di lu Babbu ecc.

    Ora;
    lu ch'è drentu no è fora.
    Santu Maltinu di paràula bonu:
    - m'aèti a dì cantu seti? -
    Undici. Undici, sò l'undici 'iglini;
    deci, sò li deci comandamenti;
    noi, sò li noi cori di l'agnuli;
    ottu, sò l'ottu doni;
    setti, sò li setti dulori;
    sei, sò li sei candeli allutti di l'altari;
    cincu, sò li cincu piài;
    cattru, sò li cattru evangelisti;
    tre, sò li tre Marii;
    dui, sò li dui tàuli di Moisè;
    unu è Deu e supra Iddu non v'è nisciunu;
    Candu falèsi ecc.
    In nommu di lu Babbu ecc.

    Ora,
    lu ch'è drentu no è fora.
    Santu Maltinu de paràula bonu:
    - m'aèti a dì cantu seti?-
    Dodici. Dodici, sò li dodici apostuli;
    undici, sò l'undici 'iglini;
    deci, sò li deci comandamenti;
    noi, sò li cori de gli agnuli;
    ottu, sò l'ottu doni;
    setti, sò li setti dulori;
    sei, sò li candeli allutti di l'altari;
    cincu, sò li cincu piài;
    cattru, sò li cattru evangelisti;
    tre, sò li tre Marii;
    dui, sò li dui tàuli di Moisè;
    unu è Deu e supra Iddu nun v'è nisciunu.
    Candu falèsi ecc.
    In nommu di lu Babbu ecc.

    Ora,
    lu che in drentu no è fora.
    Santu Maltinu di paràula bonu:
    - m'aèti a dì cantu seti? -
    Tredici. Tredici, lu tredici no è l'è;
    tredici passi di tarra fora da me.
    in nommu di lu Babbu ecc.

    Edited by suonosardo - 24/10/2009, 08:51
     
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  10. ELCERDEA
     
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    riprendendo il discorso Baratz.
    innanzitutto vi do una bella notizia, difatti, unico lago naturale della sardegna, rischiava l'estinzione per lo scriteriato utilizzo delle sue acque per la irrigazione dei campi vicini ma sopratutto per dare acqua all'ENI. Sono stato l¡ e ho potutto tirare un sospiro di sollievo: era pieno e ricco di vita.

    Varie leggende si raccontano attorno al lago. La più famosa è quella della vecchia città di Barax, di cui sembrano esistere cenni storici che io non conosco, sprofondata ed inondata nella valle dove è ora presente lo specchio d'acqua. Un'altra storia, non meno famosa, è quella per cui si narra che una ragazza venne avvicinata da un uomo, che gli impose di tornare alla propria casa e di non voltarsi mai indietro, per qualsiasi motivo. La ragazza, non ascoltandolo si voltò e divenne di pietra, dopodichè, il terreno venne sommerso dall'acqua. Secondo la leggenda la statua, o per meglio dire, il corpo pietrificato della ragazza, si trova in fondo al lago.

    Ora ve ne aggiungo un alta, ve la scrivo prima in algherese e poi in italiano, la raccontava mio nonno a mio padre e mio padre a me ed i miei fratelli... probabilmente un invenzione di Txiu llenaldu Casu, mio nonno, ma pur sempre suggestiva.

    Mio Nonno entra a casa, spaventato chiede il permesso alla moglie di sedersi e parla ai figli.

    Taccriotje fils meus, cosa mos es passat avui al treball... estavem txutxant algua a barxa, quan los altres
    s'en son anats a esmorzar que jo tenia que tancar la manguera i los reprendre desprès... estaba treient de la bueta un çigarru i veix bombolles com a si fossin a deu metros del banyeixuga, ma so posat eixacat i me so acostat, un cos groix que mai he vist en vida mia, ne's eixida del algua i s'es posat a esquirriar en l'arena, me so assucunat i he començat a tirar olquidos demanent ajut, abrà tingut com tre metrus de llong i paritxu groixa m¡... legu se n'es tonat en algua....

    accipicchia figli miei, cosa ci è successo oggi al lavoro... stavamo tirando acqua a baratz, quando gli altri se ne sonoandati a pranzare che io dovevo rimanre a chiudere la pompa e raggiungerli dopo... stavo togliendo una sigaretta dal pacchetto e vedo bolle come se fossero a dieci metri dalla riva, mi sono alzato e mi sono avvicinato, un corpo grosso che l'ho visto in vita mia, ne è uscito dall'acqua e si è messo a strisciare per la terra, mi sono spaventato e ho cominciato a urlare chiedendo aiuto, avrà avuto tre metri di lunghezza e parecchio grossa... poi se ne è tornato in acqua.

    Non so quante volte me l'abbia raccontata mio padre, arratza de ninnia!!! Mio padre la racconta come giorno in cui era presente e ha visto suo padre spaventato a morte... chissá una carpa salterina???
     
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  11. melqart
     
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    CITAZIONE
    io invece volevo riportare qui la leggenda propostaci dall'utente Melqart e chiedervi se ne conoscevate di analoghe:


    CITAZIONECITAZIONEsi trasformano in altri esseri,viaggiano nel tempo e negli inferi


    CITAZIONEle grotte, i pozzi sono tutti sia simbolici che realmente porte per viaggiare...

    Io conosco una leggenda in tal senso...le Janas videro un uomo davanti ad una grotta, gli offrirono dell'uva (in un periodo diverso da quello in cui l'uva era presente)...lo invitarono ad entrare per rifocillarlo, all'interno vi era ogni tipo di cibarie, donne bellissime...ogni volta che lui voleva uscire gli veniva chiesto di rimanere ancora un pò...alla fine uscì...sembrava non fosse cambiato niente...ma non riusciva a riconoscere nessuno e nessuno era in grado di riconoscere lui...quello che aveva lasciato fuori non esisteva più...chiese ad un passante la ragione di tante stranezze dicendo chi lui fosse...l'altro gli rispose che era impossibile che fosse la persona che andava dicendo perchè l'uomo che portava quel nome era scomparso oltre 50 anni prima.
    Quella che gli era parsa una mattina era stato in realtà mezzo secolo...
    alle janas sono quindi legati eventi relativi al passaggio tra due mondi e al controllo del tempo...per lo meno per quanto questa leggenda dice...

    Dedalo perchè ti interessa tanto questa leggenda??
    A cosa ti fa pensare? non ti sembra semplicemente una storiella raccontata per fare addormentare i bambini...giusto? anche perchè...conoscendo il luogo in cui è questa grotta...e si raccontano milioni di cose su essa...le janas che da li uscivano a fare da balie ed a tenere i bambini, visto che le madri lavoravano...etc.
    Magari posso darti una mano se mi fai capire dove vuoi arrivare...se non rispondo subito prova a contattarmi privatamente, ancora per una ventina di giorni sono in "esilio" lontano dalla Sardegna e non sempre riesco a controllare tutto il forum, mentre le mail le apro giornalmente....
     
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  12. ELCERDEA
     
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    io direi che potreste, se volete, farlo pubblicamente, seppur sia solo per suggestionarci e farci sognare un po'

    QUOTE (melqart @ 11/10/2009, 13:55)
    QUOTE
    io invece volevo riportare qui la leggenda propostaci dall'utente Melqart e chiedervi se ne conoscevate di analoghe:


    CITAZIONECITAZIONEsi trasformano in altri esseri,viaggiano nel tempo e negli inferi


    CITAZIONEle grotte, i pozzi sono tutti sia simbolici che realmente porte per viaggiare...

    Io conosco una leggenda in tal senso...le Janas videro un uomo davanti ad una grotta, gli offrirono dell'uva (in un periodo diverso da quello in cui l'uva era presente)...lo invitarono ad entrare per rifocillarlo, all'interno vi era ogni tipo di cibarie, donne bellissime...ogni volta che lui voleva uscire gli veniva chiesto di rimanere ancora un pò...alla fine uscì...sembrava non fosse cambiato niente...ma non riusciva a riconoscere nessuno e nessuno era in grado di riconoscere lui...quello che aveva lasciato fuori non esisteva più...chiese ad un passante la ragione di tante stranezze dicendo chi lui fosse...l'altro gli rispose che era impossibile che fosse la persona che andava dicendo perchè l'uomo che portava quel nome era scomparso oltre 50 anni prima.
    Quella che gli era parsa una mattina era stato in realtà mezzo secolo...
    alle janas sono quindi legati eventi relativi al passaggio tra due mondi e al controllo del tempo...per lo meno per quanto questa leggenda dice...

    Dedalo perchè ti interessa tanto questa leggenda??
    A cosa ti fa pensare? non ti sembra semplicemente una storiella raccontata per fare addormentare i bambini...giusto? anche perchè...conoscendo il luogo in cui è questa grotta...e si raccontano milioni di cose su essa...le janas che da li uscivano a fare da balie ed a tenere i bambini, visto che le madri lavoravano...etc.
    Magari posso darti una mano se mi fai capire dove vuoi arrivare...se non rispondo subito prova a contattarmi privatamente, ancora per una ventina di giorni sono in "esilio" lontano dalla Sardegna e non sempre riesco a controllare tutto il forum, mentre le mail le apro giornalmente....

     
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  13. melqart
     
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    E' vero Elcerdea, dopotutto è questo lo spirito del forum, la condivisione di ogni intuizione e ragionamento...dei sogni e delle passioni di ciascuno di noi, è questo che rende grande questo forum...un brain storming in piena regola...ma io mi riferivo solo al fatto che se non avessi risposto subito, era meglio contattarmi privatamente in modo da accedere appena possibile al forum... non riesco a collegarmi spesso ancora per qualche settimana...solo la domenica ho un pò di respiro...ed il giorno libero, è spesso un miraggio!
     
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  14. dedalonur9
     
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    CITAZIONE (melqart @ 11/10/2009, 13:55)
    Dedalo perchè ti interessa tanto questa leggenda??

    hai un mp Melqart. tra l'altro non è il primo che t'invio.

    CITAZIONE
    io direi che potreste, se volete, farlo pubblicamente, seppur sia solo per suggestionarci e farci sognare un po'

    non è mia intenzione suggestionare nessuno.spiacente. Nei forum tra l'altroèmia convinzione si aggirano bastian cotrario o peggio ancora sanguisughe, o ancora persone grette.

    non esporrò i fianchi a certi individui prima di avere una teoria consolidata. quando l'avrò io te la dirò e tu sarai libero di suggestionarti.....ma contro le mie intenzioni.
    di nuovo spiacente.
    :salute:
     
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  15. ELCERDEA
     
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    x Dedalo, tranquillo io non obbligo e non mangio nessuno, così che quando vuoi...
     
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58 replies since 10/5/2009, 00:04   11474 views
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