Leggende Sarde

indagine sulle antiche credenze pagane sarde oscurate dal Cristianesimo

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  1. suonosardo
     
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    Troppo buona cabry :wub:
    Complimenti immeritati perchè a scrivere delle leggende è stata la Delitala di cui più sopra, io mi sono limitato a scopiazzare.Quanto al traduttore, anch'io ho le mie brave pecche, anzi credo che anche su questo forum ve ne siano di migliori, solo che loro si imboscano i furbastri <_< :D
    Per la gara poetica...sei proprio una ruffianedda, sai benissimo che non posso dire di no <_< lanciamela dai..attenta a non stendermi però :lol:
     
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  2. suonosardo
     
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    Ispirato da Craby ho pensato di postare questa poesia, non si tratta di una leggenda per cui sarà un pó fuoriposto, ma è pur sempre una storia.
    Tiu Puntudu
    Puntudu fit su primu ispaccadore
    de pred'in bidda nostra. A piccu in manu
    isse fit sempre d'ierru e d'eranu
    coment'unu forte gherradore.

    Cando b'haiat unu nodu sanu
    timìdu da onzi bonu minadore,
    giamaiana a issu,e cun ardore
    li poniat segura e forte manu.

    Sa gente si firmaiat a mirare
    chie fit pius forte o s'operagiu
    o su nodu. Puntudu cun su magiu
    cuminzaiat serenu s'addobbare.

    E fit bellu su ider cuss'iscuru
    triballadore che unu gherreri
    istare dies e dies , feri feri
    dende battaglia a donzi crastu duru.

    Tremaiat su monte tottu cantu
    a sos iscoppios fortes de sas minas
    e saltaian sas roccas cristallinas
    sutta de su piccone a cantu a cantu.

    In sos meses de triulas. d'austu,
    cando su sole ballat in su saltu,
    e paret donzi chelu pius altu,
    tiu Puntudu de suore insustu

    non finiat sa gherra. In su serenu
    mesudie su suo palanchinu
    lughiat che terribile ispadinu
    ipacchende su coro a su terrinu.

    E de s'ierru? Fini sos manzanos
    frittos che su entu e sa morte.
    Sos nodos sutta de s'astrau forte
    pariant tantos bezzos pili canos.

    Ma isse forte, a s'ora onzi die,
    prontu fit cun su magiu e cun su piccu,
    a ispaccare s'astraore siccu,
    derettu che unu chercu in mesu nie.

    In sos mannos silenzios de ierru
    s'intendiat cuss'opera potente
    in sa nuda costera in su padente
    sonos de minas e tinnulos de ferru.

    A chie cheriat pedra separada
    pro fagher domos noas a primore
    chircaiant s'iscuru minadore
    chi sempre la teniat preparada.

    Montes de pedra, altos che casteddos
    chi faghian sa zente ispaventare
    e Puntudu cuntentu a cuntrattare
    a testa nuda e cun brazzos nieddos.

    Tottus sas mezzus domos de sa idda
    sun de sa pedra chi ha tirad'issu
    cund'una volontad'e mincindissu
    cun su corpu sudende istidd'istidda.

    E issu non tenet domo. Hat tribagliadu
    nott'e die tant'annos pro niente,
    prite s'ingratitudine e sa gente,
    mai s'opera sua hat cumpensadu

    comente meritaiat. Bezzu canu
    est como mesu surdu isconsoladu
    che unu campu senz'alvure isfruttadu
    chi piùs non dat elva non dat ranu.

    Sas manos chi frundian sos piccones,
    palos de ferru. che fozzas su entu,
    appena appena istringhen s'alimentu
    chi li porrit sa zente in sos cantones.

    Questa ciclopica figura di umile e dolorante minatore è tolta dal vero. Sulle sue mani tremolanti che un giorno rovesciavano massi enormi, deposi anch'io l'obolo della pietà come qui offro alla sua memoria questo segno d'amore.
    Antioco Casula ( Montanaru )
    ps. segue la traduzione
    pps. Craby e quella gara di poesia? dai che sono curioso :D
     
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  3. suonosardo
     
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    Puntudu fu il primo spaccatore
    di pietre nel nostro paese.Col piccone in mano
    egli fù sempre d'inverno e d'estate
    come un grande combattente.

    Quando vi era una roccia dura
    temuta da ogni buon minatore,
    chiamavano a lui, e con ardore
    vi metteva mano forte e sicura

    La gente si fermava per vedere
    chi fosse più forte l'operaio
    o la roccia.Puntudu con il maglio
    cominciava sereno il picconare

    Ed era bello vedere quel povero
    lavoratore come un guerriero
    stare giorni e giorni, colpo su colpo
    dare battaglia ad ogni dura pietra

    Tremava il monte tutto quanto
    agli scoppi forti delle mine
    e saltavano le rocce cristalline
    sotto il piccone pezzo a pezzo.

    Nei mesi di luglio, di agosto,
    quando il sole danza sulla valle,
    e sembra ogni cielo più alto,
    zio Puntudu bagnato di sudore

    non finiva la guerra. Nel sereno
    mezzogiorno il suo palanchino
    lucicava come terribile spadino
    spaccando il cuore della terra

    E d'inverno? erano le mattine
    fredde come il vento della morte.
    Le rocce sotto il ghiaccio forte
    parevano tanti vecchi dai capelli bianchi

    ma lui forte,puntuale ogni giorno,
    pronto era col maglio e col piccone,
    a spaccare il secco ghiaccio,
    diritto come quercia in mezzo alla neve.

    Nei grandi silenzi d'inverno
    si udiva qell'opera possente
    nella nuda costiera della foresta
    suoni di mina e tintinnii di ferro.

    Chi voleva pietre scelte
    per fare case nuove, prestigiose
    cercava il povero minatore
    che sempre le teneva preparate.

    Monti di pietra alti come castelli
    che facevano la gente spaventare
    e Puntudu felice a contrattare
    a testa nuda e con la braccia nere.

    Tutte le più belle case del paese
    sono di pietra che ha lui cavato
    con la volontà di un indiavolato
    con il corpo coperto di sudore.

    E lui di casa non ne ha.Ha lavorato
    notte e giorno tanti anni per niente
    perchè l'ingratitudine della gente,
    mai l'opera sua ha ricompensato

    degnamente. Vecchi canuto
    È adesso mezzo sordo sconsolato
    come un campo senz'alberi sfruttato
    che più non da ne erba ne grano.

    Le mani che brandivano i picconi
    pali di ferro, che foglie al vento,
    a mala pena stringono l'alimento
    che gli porge la gente nei rioni.

     
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  4. dedalonur9
     
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    :woot: abbiamo un novello Leopardi?!
    :salute:
     
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  5. SaCraba
     
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    :( suonosà... ho fuso il pc non posso intervenire...devo portarlo ad aggiustare...ora sono con quello di mio fratello che mi stà guardando storto <_< ricordati che devo postarti tutta la gara poetica... :B): preparati psicologicamente... ci leggiamo tra 4 o 5 gg.. :evil:


     
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  6. Judikess4
     
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    Appello al fratello di Craby : permettile l'uso del pc per mezz'ora al giorno sotto stretta sorveglianza finchè non è a posto il suo.
    Ti prego , ti prego, ti prego! :D :rolleyes: :)
    JK
     
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  7. suonosardo
     
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    Stai tranquilla Craby sò avere pazienza ^_^
     
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  8. dedalonur9
     
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    CITAZIONE (SaCraba @ 15/9/2009, 17:28)
    :( suonosà... ho fuso il pc non posso intervenire...devo portarlo ad aggiustare...ora sono con quello di mio fratello che mi stà guardando storto <_< ricordati che devo postarti tutta la gara poetica... :B): preparati psicologicamente... ci leggiamo tra 4 o 5 gg.. :evil:

    Poichè secondo la nota Legge di Einstein sui guasti termodinamici, "il 99,9 % dei problemi di un pc è posto tra la scrivania/pc e la sedia", diffido e sconsiglio, il fratello di tale "saCraba", dal prestargli il Pc.. :shifty: :shifty: :dev.gif:

    anzi gia che ci siamo... non prestargli neppure il telegrafo....e neppure i "segnali di fumo"... :P

    Edited by dedalonur9 - 16/9/2009, 09:56
     
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  9. ginzo96
     
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    CITAZIONE (dedalonur9 @ 15/9/2009, 15:55)
    :woot: abbiamo un novello Leopardi?!
    :salute:

    no altri da studiare no :D :woot: mi basta dante, il boccaccio ecc. :wacko: :lol:
     
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  10. SaCraba
     
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    CITAZIONE (dedalonur9 @ 16/9/2009, 09:12)
    CITAZIONE (SaCraba @ 15/9/2009, 17:28)
    :( suonosà... ho fuso il pc non posso intervenire...devo portarlo ad aggiustare...ora sono con quello di mio fratello che mi stà guardando storto <_< ricordati che devo postarti tutta la gara poetica... :B): preparati psicologicamente... ci leggiamo tra 4 o 5 gg.. :evil:

    Poichè secondo la nota Legge di Einstein sui guasti termodinamici, "il 99,9 % dei problemi di un pc è posto tra la scrivania/pc e la sedia", diffido e sconsiglio, il fratello di tale "saCraba", dal prestargli il Pc.. :shifty: :shifty: :dev.gif:

    anzi gia che ci siamo... non prestargli neppure il telegrafo....e neppure i "segnali di fumo"... :P

    :D hai perfettamente ragione.. meglio non prestarmi nulla.. non mi durada ne bidri e ne siccau.. :blink: :blink:
    pensa che era un gioiellino nuovo di zecca.. la Sony si stà ancora chiedendo come un loro pc si sia potuto ridurre in quello stato nel giro di pochissimo tempo :D ... è partito il disco rigido.. :viching:
    appena lo vedranno penseranno di avere a che fare con un posacenere :blink: al telefono ho raccomandato di dargli una bella passata di compressore visto che c'erano :D :D
     
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  11. suonosardo
     
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    Ciao Ginzo :)
    Forse non sarebbe poi male se a scuola vi insegnassero un pò meno Boccaccio, e al suo posto un pò di sardo non pensi? per es.sapresti dirmi di cosa parla questa poesia?

    No sias isciau

    O sardu, si ses sardu e si ses bonu,
    sempre sa limba tua apas presente:
    no sias che isciau ubbidiente
    faeddende sa limba 'e su padronu.

    Sa nassione chi peldet su donu
    de sa limba iscumparit lentamente.
    massimu si che l'essit dae mente
    in iscrittura che in arrejonu.

    Sa limba 'e babbos e de jajos nostros
    no l'usades pius nemmancu in domo
    ca pobera e ca ruza la creides.

    Si a s'iscola no che la jughides
    po la diffunder mezus, dae como
    sezis dissardizzende a fizos bostros

    Remundu Piras 1977

    p.s. non barare però ;)
     
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  12. suonosardo
     
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    Nomi e caratteristiche del diavolo

    Diàulu, demoniu, aremigu, lu-bekku, zampa-di-addu, codicella, coa-de-fogu, bestia, puzzinòsu, tentadòri, foras-de-nosu, foras-domine, bobbòi, mommòtti, maschingànna...quanti nomi ha il diavolo in Sardegna? A parte alcuni, comuni e generici, corrispondenti all'italiano "diavolo" e "demonio", la maggior parte sono perifrasi per non nominare direttamente il "nemico" o aremigu che altrimenti farebbe immediatamente la sua comparsa. Lo si indica perciò facendo ricorso a qualche sua caratteristica o ai suoi modi di incarnazione (becco,zampa di gallo, codetta, coda di fuoco, puzzolente ), o si ricorre ad un nome-scongiuro (foras-domine, fuori o lontano da noi ).
    Questo diavolo che si materializza al solo farne il nome, viene immaginato e descritto nei suoi rapporti con gli uomini piuttosto che nel suo naturale ambiente infernale.
    I moltissimi racconti sulle apparizioni del diavolo che è possibile ascoltare ancor oggi, descrivono le forme ingannevoli con cui si manifesta: una vecchia, un bambino piangente che, al nome di un santo o al segno della croce, si trasformano in una lingua di fuoco; un bue incatenato, un cane, un caprone, un cavallo, un cinghiale, un gallo, un vento impetuoso, e così via. Questi improvvisi incontri col diavolo che cerca di impossessarsi degli uomini, sarebbero frequenti specialmente la notte del Sabato Santo, la vigilia di San Giacomo e di San Giovanni Battista, ed avverrebbero di preferenza nei crocevia, nei cimiteri, presso le chiese sconsacrate, sotto le piante di fico.
    Anche se, per sua natura, il diavolo dovrebbe agire per impossessarsi dell'anima degli uomini o per indurre a commettere peccato, nella leggenda sarda più che di patti col diavolo e di forme di possessione, si parla di incontri con il "nemico" che provocano spavento e, di conseguenza, debilitazione fisica e psichica. Anche malattie considerate diaboliche - certe malattie mentali, forme isteriche, l'epilessia - restano turbamenti della personalità che non comportano necessariamente una malvagità del malato o un suo peccato da scontare. È lo spavento dell'incontro con il diavolo, incontro inevitabile e imprevedibile, che lascia queste tracce. Un destino che incombe sugli esseri umani.
    Tuttavia, questi diavoli e diavoletti sempre presenti, qualche volta possono essere anche benefici; si racconta infatti che essi custodiscono tesori, da soli o con l'aiuto dei loro alleati: Luxia Arrabiosa, la musca macèdda, una serpe, un'anima dannata, un cane nero, o l'iscultone, una specie di basilisco descritto come un grosso rettile o come un drago con la coda di bronzo e lo sguardo che uccide.
     
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  13. dedalonur9
     
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    CITAZIONE (SaCraba @ 16/9/2009, 19:58)
    :D hai perfettamente ragione.. meglio non prestarmi nulla.. non mi durada ne bidri e ne siccau.. :blink: :blink:
    pensa che era un gioiellino nuovo di zecca.. la Sony si stà ancora chiedendo come un loro pc si sia potuto ridurre in quello stato nel giro di pochissimo tempo :D ... è partito il disco rigido.. :viching:
    appena lo vedranno penseranno di avere a che fare con un posacenere :blink: al telefono ho raccomandato di dargli una bella passata di compressore visto che c'erano :D :D

    :blink: :blink: :blink: :blink: :lol: :lol:
     
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  14. melqart
     
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    CITAZIONE
    Sa rutta 'e is diaulus", presunta porta dell'inferno al confine tra Seui e Ussassai, descritta dal Casalis nel "Dizionario geografico storico degli stati sardi". Molti pastori e gente comune, infatti si solevano recare li,quando perdevano un oggetto o del bastiame e arrivati nell voragine chiamata anche "sa rutta er bobbois"praticavano dei ritti pagani come:"Oremus,obrebus e Maias"che appunto nel mio paese praticano ancora oggi.Per tale motivo l'iquisizione di Cagliari processo molti dei miei compaesani, credo che fecero una brutta fine.Ci sono anche altre leggende legate a quel posto,che parlano di diavoli che scendevano travestiti da vecchie e altre storia macabre.

    Salve, mi rifaccio alla leggenda postata da Dennis...anche a Triei (OG) c'è una grotta simile...sa Rutta 'e su diaulu, chi l'ha vista dice che al suo interno si possa vedere il suo volto sulla parete, pare abbia anche le corna...ma nella mia ultima esplorazione non l'ho trovata,ci ritenterò non appena tornerò i n Sardinia...ma ora un dubbio sorge spontaneo, tutte le divinità orientali portavano le corna come simbolo di regalità...e la religione cristiana ha voluto indicare in tutte queste raffigurazioni l'immagine del diavolo per tentare di sconfiggere il paganesimo...
    La religione sarda è magnifica!!!!adora le statue cristiane e poi canta il Salve Regina per la Madonna indicandola come mama fizzia e isposa dessu Signore........(Dea Madre)!!!!!!!

    La storia dessa 'rutta 'e Janas (Dedalo, mea culpa :cry: ...ti ho risposto riguardo questa leggenda nella discussione relativa alle janas...scusa per il ritardo :( :( ....) e di San Pietro e Sa Serpente ve l'ho propinata in tutte le salse...ora proviamo con un'altra:
    la domenica è per i cristiani un giorno di festa, il lavoro nei campi andava però continuato, per cui Nicoleddu decise di andare a Golgo come tutti i giorni ad arare i suoi campi nonostante tutti glielo sconsiglissero. Dopo alcuni alcuni giri attorno alla voragine, il giogo di buoi impazzi catapultandosi verso l'imboccatura della voragine e gettandosi capofitto al suo interno, trascinandosi dietro il povero Nicoleddu che aveva osato disubbidire agli insegnamenti cristiani........
    La voragine è considerata come il mondo degli inferi, creata quando San Pietro scaraventò il terribile serpente....
     
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  15. SaCraba
     
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    leggenda di Senorbì:

    (...)Legata all'origine del nome di Senorbì, è raccontata un'antica leggenda. Si narra che vi fosse una fitta foresta abitata dai cinghiali. Un giorno, un popolo di splendide fanciulle e uomini fortissimi giunse nella foresta, disboscandola e uccidendo i cinghiali. Gli uomini costruirono al posto della foresta un villaggio che chiamarono Senorbì, dal nome sardo del cinghiale (sirboni). Il re andò a vivere, insieme ai cortigiani, nel colle di Simieri mentre il popolo costruì delle capanne a valle, proprio dove oggi sorge il centro abitato. Il sovrano, che abitava nel nuraghe di Simieri, si invaghì di una delle belle fanciulle del popolo, e fece costruire per lei un magnifico telaio d'oro. Il suo amore però non fu mai corrisposto e il re impazzì per il dolore, distruggendo la sua reggia e ammazzando i cortigiani.
    Il telaio rimase sepolto sotto le macerie del nuraghe, ma ancora oggi a mezzogiorno nelle giornate d'estate si può sentire il rumore del telaio e il canto delle cortigiane del re.

    http://www.comunas.it/j/v/420?s=5&v=9&c=20...=10&c1=1960&t=1

    ps:L'origine del nome "Senorbì" è soggetto a diverse interpretazioni. Secondo alcuni avrebbe una derivazione latina, dall'unione dei termini "Sin" (dea luna) e "Orbis" (disco), con il significato di "disco della luna". Un'altra interpretazione, fa risalire il nome del paese alla parola sarda "sirboni" che significa cinghiale, animale che popola in maniera massiccia le campagne della Trexenta. Ancora, lo si farebbe derivare dalla voce fenicia "Scen", con il significato di cresta montuosa dentellata.



    ^_^ questa leggenda mi ricorda quella del Castel Medusa di Asuni e del nuraghe Nolza di Meana Sardo
     
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58 replies since 10/5/2009, 00:04   11474 views
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